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DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI


       Come anticipato nei capitoli precedenti la scelta di creare un bacino di invaso per il prelievo di acqua per il

funzionamento dell’impianto di innevamento programmato del comprensorio sciistico nasce dall’attenta analisi di diversi

scenari possibili.

       Innanzitutto si è proceduto allo studio e all’individuazione di possibili fonti di approvvigionamento idrico oltre a

quelle utilizzate attualmente: l’esame della distribuzione dei bacini idrografici e delle loro potenzialità hanno mostrato

come la realizzazione di un bacino di invaso sia la via ottimale percorribile.

       A conclusione di tutto quanto esposto in precedenza si è quindi proceduto nelle varie fasi di studio che hanno

condotto all’individuazione di un’area avente caratteristiche idonee alla creazione di un bacino di invaso in terra. L’area

individuata è rappresenta nella foto successiva.




     Fotografia 1.3: panoramica area localizzazione bacino di invaso
1.1     LOCALIZZAZIONE DELL’AREA


       L’area interessata dagli interventi in esame si colloca nel settore Nord di Ayas dell’ampio comprensorio sciistico

del monterosaski, in una zona semi-pianeggiante situata nei pressi della stazione di valle della seggiovia quadriposto

-Bettaforca- intorno a quota 2.320 mslm.. L’area di intervento e di ubicazione del bacino è delimitata a Nord da una

estesa ed omogenea parete rocciosa alla cui sommità si estende un’area in parte pianeggiante caratterizzata dalla

presenza di diversi piccoli laghi il cui emissario, immette le acque circa 300 a valle del bacino in esame .

       Ad Est l’area di intervento è delimitata dal tratto sommitale del bacino del T. Fourcare che alimenta la diga in terra

in progetto. I terreni sono caratterizzate da ampie fasce detritiche intervellate da emergenze rocciose sino al colle della

Bettaforca che separa di fatto il comprensorio sciistico tra il versante di Champoluc e quello di Gressoney L.T. La

delimitazione a Sud dell’area è caratterizzata dall’ampio ripiano solcato dalle piste Liaison (C13) e Del Colle (C14), dove

trova ubicazione anche la stazione di valle della seggiovia - Bettaforca – che conduce al colle omonimo.

       Ad Ovest l’area è delimitata dal solco vallivo in parte originato dall’azione erosiva del T. Fourcare. I terreni sono

caratterizzati dalla prime presenze di coperture arboree stabili (larix d.m.) che segnano anche il limite altitudinale della

specie.

       La zona circostante l’area in cui si prevede la realizzazione dello bacino e le strutture annesse, si presenta

omogenea sotto il profilo paesaggistico in quanto costituita principalmente da una copertura erbacea e arbustiva in cui

sono evidenti affioramenti rocciosi e detritici; tale area è quindi caratterizzata dalla totale assenza di vegetazione arborea

e dalla presenza dell’alveo del T. Fourcare che attraversa, quasi lungo l’asse centrale, l’area di imposta del bacino. In

questo contesto paesaggistico generale si collocano, attualmente, diversi elementi di origine antropica, che

sostanzialmente sono gli impianti di risalita, le piste del comprensorio sciistico, la viabilitĂ  di servizio in terra battuta, i

tralicci delle linee elettriche e alcuni fabbricati rurali prossimi all’area di intervento. Da segnalare l’importante

rimaneggiamento morfologico dato dalle piste da sci ed il rilevato a monte della stazione di valle della seggiovia -

Bettaforca – nel cui corpo è stato ricavato il volume del magazzino veicoli dell’impianto di risalita.

       Si segnala inoltre la presenza di un laghetto naturale che rappresenta un elemento caratteristico da preservare

dal punto di vista paesaggistico. A parte il laghetto, la mancanza di elementi di particolare rilievo paesaggistico e la

omogeneitĂ  di forme e coperture rendono il contesto piĂą regolare ma non per questo meno pregevole o banale.



           1.2     INQUADRAMENTO MORFOLOGICO DELL’AREA


          Dal punto di vista morfologico, l’area in esame è caratterizzata, nell’area di imposta del futuro bacino, da ampie

superfici pianeggianti o poco acclivi con alternanza di rilievi di tipo collinare, caratterizzati da affioramenti rocciosi che si

presentano più marcati nel settore posto a monte lungo l’alveo del T. Fourcare. La zona pianeggiante dove verrà

realizzato il bacino è solcata dall’alveo del T. Fourcare la cui fisionomia a questa quota è più quella di un ruscello che

quella di un torrente; le acque scorrono in un alveo che mediamente ha una sezione variabile tra 1-2 m con profonitĂ  di
tra 20-40 cm. In questo tratto l’azione erosiva è praticamente assente, non vi sono incisioni o gole determinate

dall’azione delle acque come invece avviene sia a monte che a valle della zona di imposta del nuovo bacino.

        Al di là della zona di realizzazione del bacino la morfologia dell’area è determinata dalla contrapposizione del

versante Nord caratterizzato dalle ripide pareti rocciose a tratti strapiombanti che determinano una importante fascia di

detriti lapidei che ne caratterizza il piede.

        A Sud invece predominano ancora, per alcuni tratti significativi di territorio, terreni in parte pianeggianti e a

contenuta pendenza con prevalenza di copertura erbacea adibiti a pascolo in cui sono evidenti i segni dell’azione

antropica espletata con i rimodellamenti superficiali per la realizzazione delle piste da sci.

        A Est invece, come accennato in precedenza, il versante diventa più acclive lungo l’asse dominante Est-Ovest,

caratterizzato da imponenti depositi detritici che formano il fondovalle che assume aspetti a volte pianeggianti a tratti

in corrispondenza di soglie glaciali antiche o da importanti emergenze rocciose in parte erose. Lungo l’asse dominate

scorre un’importante pista (Del Colle C 14) da sci che permette il collegamento con il comprensorio di Gressoney L.T.

       Al termine della zona pianeggiante di imposta del futuro bacino, nel settore Ovest, il paesaggio si articola in

maniera piĂą ricca e meno omogenea con andamento morfologico piĂą vario dominato dalle incisioni torrentizie del T.

Fourcare e dalla presenza del bosco che colonizza i terreni più fertili. La presenza delle piste da sci è avvertibile a tratti

più per le infrastrutture presenti (strada di servizio, pozzetti dei cannoni per l’innevamento) che per le modificazioni

morfologiche indotte durante la fase di costruzione. Nella parte terminale delle settore Ovest invece le piste sono piĂą

evidenti come tracciati emergenti dal paesaggio circostante sia per la natura dei terreni attraversati che per esigenze

obbligate di percorso oltre che per i lavori di sistemazione ancora in corso.

         1.3     INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA


        L’assetto geomorfologico dell’area oggetto di indagine risente in modo decisivo delle caratteristiche litologiche e

strutturali del substrato roccioso, in particolare si può riscontrare come la Comba del Fourcare sia stata modellata nella

zona di contatto tra le due principali unitĂ  del Complesso Multifalda Ligure-Piemontese in quanto in tale contesto si

individuano la presenza di rocce con caratteristiche geomeccaniche scadenti che favoriscono i processi erosivi e nello

specifico l’esarazione del ghiacciaio vallivo.

        Dal punto di vista geologico il vallone è modellato in zona di contatto tettonico e sul versante sinistro orografico

affiora l’Unità superiore del Complesso Multifalda Ligure-Piemontese, denominata in letteratura Zona del Combin, e

rappresentata nel primo tratto da metagabbri (a valle del Lago Gontinery) e successivamente da calcescisti con bande di

prasiniti (Monte Bettaforca). Sul versante destro si riscontra la sottostante UnitĂ  di Zermatt-Saas caratterizzata, nel

settore in esame, da un enorme corpo di serpentiniti, Monte Rosso e Punta Bettolina (Betlinòhòre) derivanti dalle

peridotiti del mantello oceanico a tetto e dalle sottostanti anfiboliti prasinitiche affioranti a nord del Passo della Bettolina.

Il contatto tettonico tra le due unitĂ  scorre al di sotto delle coperture quaternarie della Comba del Fourcare e attraversa il

Colle della Bettaforca e in questo settore è sottolineato da una scaglia della falda di scollamento Pancherot – Cime
Bianche – Bettaforca (ben visibile nel vallone delle Cime Bianche) e rappresentato da sedimenti di margine continentali

metamorfosati di colore biancastro e costituito da quarziti, dolomie, marmi calcari e subordinati calcascisti.

       L’aspetto del territorio è il risultato dell’azione e della combinazione dei diversi processi morfogenetici che si sono

succedutisi nel tempo e che si sono sovrapposti su una configurazione litologica e strutturale del substrato roccioso

particolare, caratterizzata da una zona di taglio fragile-duttile.

       Il principale agente morfogenetico che ha determinato la configurazione attuale del paesaggio è rappresentato

dal ghiacciaio che ha modellato la Comba del Fourcare durante le sue diverse fasi di pulsazione. Tra le forme tipiche

legate all’esarazione glaciale si possono osservare i circhi glaciali relitti e soglie glaciali, nonché si individuano “rocce

montonate” costituite da dossi rocciosi in genere allungati in direzione del flusso del ghiacciaio particolarmente levigati e

con strie e scanalature ed infine si riscontra il tipico profilo trasversale con un vallone caratterizzato da un fondovalle

ampio e pianeggiante e pareti molto acclive, in particolare si evidenzia nel profilo la presenza di un gradino morfologico

rappresentato dal terrazzo di origine glaciale dei laghi del RĂ©sy, sulla destra idrografica.

       Tra le forme tipiche legate al deposito dei ghiacciai lasciate durante le fase di ritiro, sono rappresentate dai

cordoni morenici laterali, che risultano essere dei rilievi a morfologia triangolare costituiti da elementi eterogenei da un

punto di vista granulometrico e privi di qualsiasi forma di stratificazione. Le morene, nel settore in esame, appaiono

rielaborate dagli agenti geomorfologici e risultano avere forme piĂą arrotondate e con una sviluppata colonizzazione

erbacea. I depositi glaciali di fondo invece non presentano morfologie particolari, ma ricoprono con spessore variabile il

fondovalle, tuttavia si distinguono localmente massi erratici di grandi dimensioni.

       Da sottolineare che il ghiacciaio ha operato in un’epoca geologicamente recente, infatti attualmente si osserva sul

terrazzo glaciale dei Laghi di RĂ©sy un tipico ambiente proglaciale caratterizzati da bacini lacustri, formatisi elusivamente

per approfondimento erosionale del substrato da parte dell’azione del ghiacciaio e da forme criogeniche quali il rock-

glacier.

       Tra le forme glaciolacustri si riscontrano anche nel settore del vallone del Fourcare e in particolare sono presenti

tre bacini lacustri che subiscono un lento processo di interrimento.

       Sulle morfologie glaciali si sono sviluppati i successivi processi morfogenetici legati principalmente all’azione delle

acque superficiali e all’azione della gravità.

           L’azione delle acque superficiali si esplica sia come acque incanalate che producono alla base dei canalini coni

di depositi di origine mista detritico-alluvionale sia come acque ruscellanti che rimaneggiano i depositi superficiali dei

versanti con asportazione del materiale più fine. Il reticolato idrografico può essere considerato ad uno stadio molto

giovanile. Il trend evolutivo dei processi legati alle acque superficiali risulta essere in netta prevalenza erosivo con eventi

accidentali e brevi di sedimentazione. Infatti le esigue portate risultano essere suscettibili ad incremento nel periodo del

disgelo e implicano una lenta erosione con conseguente trasporto di materiale sciolto, di norma molto ridotto in quantitĂ 

e limitato a granulometrie fine. Solo in occasioni di piogge intense avvengono piene ordinarie e straordinarie che durante

la fase di esaurimento abbandonano il materiale preso in carico, depositandolo, in prevalenza alla base delle pareti
rocciose dove il corso d’acqua subisce un’apprezzabile diminuzione di velocità dovuta alla riduzione delle pendenze con

conseguente deposizione e costituendo così le conoidi di genesi mista detritico-alluvionale.

         Infine alle morfologie glaciali si sovrappongono gli accumuli legati alla dinamica gravitativi. Si osservano alla

base delle pareti estese e dei canalini in roccia falde detritiche e depositi distribuiti in forma di cono: i depositi sono

generalmente privi di struttura interna, anche se si osserva un aumento della taglia dei blocchi verso il piede

dell’accumulo, dal momento che i blocchi di dimensioni maggiori sono dotati di maggiore energia potenziale.

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Descrizione degli interventi

  • 1. DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI Come anticipato nei capitoli precedenti la scelta di creare un bacino di invaso per il prelievo di acqua per il funzionamento dell’impianto di innevamento programmato del comprensorio sciistico nasce dall’attenta analisi di diversi scenari possibili. Innanzitutto si è proceduto allo studio e all’individuazione di possibili fonti di approvvigionamento idrico oltre a quelle utilizzate attualmente: l’esame della distribuzione dei bacini idrografici e delle loro potenzialitĂ  hanno mostrato come la realizzazione di un bacino di invaso sia la via ottimale percorribile. A conclusione di tutto quanto esposto in precedenza si è quindi proceduto nelle varie fasi di studio che hanno condotto all’individuazione di un’area avente caratteristiche idonee alla creazione di un bacino di invaso in terra. L’area individuata è rappresenta nella foto successiva. Fotografia 1.3: panoramica area localizzazione bacino di invaso
  • 2. 1.1 LOCALIZZAZIONE DELL’AREA L’area interessata dagli interventi in esame si colloca nel settore Nord di Ayas dell’ampio comprensorio sciistico del monterosaski, in una zona semi-pianeggiante situata nei pressi della stazione di valle della seggiovia quadriposto -Bettaforca- intorno a quota 2.320 mslm.. L’area di intervento e di ubicazione del bacino è delimitata a Nord da una estesa ed omogenea parete rocciosa alla cui sommitĂ  si estende un’area in parte pianeggiante caratterizzata dalla presenza di diversi piccoli laghi il cui emissario, immette le acque circa 300 a valle del bacino in esame . Ad Est l’area di intervento è delimitata dal tratto sommitale del bacino del T. Fourcare che alimenta la diga in terra in progetto. I terreni sono caratterizzate da ampie fasce detritiche intervellate da emergenze rocciose sino al colle della Bettaforca che separa di fatto il comprensorio sciistico tra il versante di Champoluc e quello di Gressoney L.T. La delimitazione a Sud dell’area è caratterizzata dall’ampio ripiano solcato dalle piste Liaison (C13) e Del Colle (C14), dove trova ubicazione anche la stazione di valle della seggiovia - Bettaforca – che conduce al colle omonimo. Ad Ovest l’area è delimitata dal solco vallivo in parte originato dall’azione erosiva del T. Fourcare. I terreni sono caratterizzati dalla prime presenze di coperture arboree stabili (larix d.m.) che segnano anche il limite altitudinale della specie. La zona circostante l’area in cui si prevede la realizzazione dello bacino e le strutture annesse, si presenta omogenea sotto il profilo paesaggistico in quanto costituita principalmente da una copertura erbacea e arbustiva in cui sono evidenti affioramenti rocciosi e detritici; tale area è quindi caratterizzata dalla totale assenza di vegetazione arborea e dalla presenza dell’alveo del T. Fourcare che attraversa, quasi lungo l’asse centrale, l’area di imposta del bacino. In questo contesto paesaggistico generale si collocano, attualmente, diversi elementi di origine antropica, che sostanzialmente sono gli impianti di risalita, le piste del comprensorio sciistico, la viabilitĂ  di servizio in terra battuta, i tralicci delle linee elettriche e alcuni fabbricati rurali prossimi all’area di intervento. Da segnalare l’importante rimaneggiamento morfologico dato dalle piste da sci ed il rilevato a monte della stazione di valle della seggiovia - Bettaforca – nel cui corpo è stato ricavato il volume del magazzino veicoli dell’impianto di risalita. Si segnala inoltre la presenza di un laghetto naturale che rappresenta un elemento caratteristico da preservare dal punto di vista paesaggistico. A parte il laghetto, la mancanza di elementi di particolare rilievo paesaggistico e la omogeneitĂ  di forme e coperture rendono il contesto piĂą regolare ma non per questo meno pregevole o banale. 1.2 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO DELL’AREA Dal punto di vista morfologico, l’area in esame è caratterizzata, nell’area di imposta del futuro bacino, da ampie superfici pianeggianti o poco acclivi con alternanza di rilievi di tipo collinare, caratterizzati da affioramenti rocciosi che si presentano piĂą marcati nel settore posto a monte lungo l’alveo del T. Fourcare. La zona pianeggiante dove verrĂ  realizzato il bacino è solcata dall’alveo del T. Fourcare la cui fisionomia a questa quota è piĂą quella di un ruscello che quella di un torrente; le acque scorrono in un alveo che mediamente ha una sezione variabile tra 1-2 m con profonitĂ  di
  • 3. tra 20-40 cm. In questo tratto l’azione erosiva è praticamente assente, non vi sono incisioni o gole determinate dall’azione delle acque come invece avviene sia a monte che a valle della zona di imposta del nuovo bacino. Al di lĂ  della zona di realizzazione del bacino la morfologia dell’area è determinata dalla contrapposizione del versante Nord caratterizzato dalle ripide pareti rocciose a tratti strapiombanti che determinano una importante fascia di detriti lapidei che ne caratterizza il piede. A Sud invece predominano ancora, per alcuni tratti significativi di territorio, terreni in parte pianeggianti e a contenuta pendenza con prevalenza di copertura erbacea adibiti a pascolo in cui sono evidenti i segni dell’azione antropica espletata con i rimodellamenti superficiali per la realizzazione delle piste da sci. A Est invece, come accennato in precedenza, il versante diventa piĂą acclive lungo l’asse dominante Est-Ovest, caratterizzato da imponenti depositi detritici che formano il fondovalle che assume aspetti a volte pianeggianti a tratti in corrispondenza di soglie glaciali antiche o da importanti emergenze rocciose in parte erose. Lungo l’asse dominate scorre un’importante pista (Del Colle C 14) da sci che permette il collegamento con il comprensorio di Gressoney L.T. Al termine della zona pianeggiante di imposta del futuro bacino, nel settore Ovest, il paesaggio si articola in maniera piĂą ricca e meno omogenea con andamento morfologico piĂą vario dominato dalle incisioni torrentizie del T. Fourcare e dalla presenza del bosco che colonizza i terreni piĂą fertili. La presenza delle piste da sci è avvertibile a tratti piĂą per le infrastrutture presenti (strada di servizio, pozzetti dei cannoni per l’innevamento) che per le modificazioni morfologiche indotte durante la fase di costruzione. Nella parte terminale delle settore Ovest invece le piste sono piĂą evidenti come tracciati emergenti dal paesaggio circostante sia per la natura dei terreni attraversati che per esigenze obbligate di percorso oltre che per i lavori di sistemazione ancora in corso. 1.3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA L’assetto geomorfologico dell’area oggetto di indagine risente in modo decisivo delle caratteristiche litologiche e strutturali del substrato roccioso, in particolare si può riscontrare come la Comba del Fourcare sia stata modellata nella zona di contatto tra le due principali unitĂ  del Complesso Multifalda Ligure-Piemontese in quanto in tale contesto si individuano la presenza di rocce con caratteristiche geomeccaniche scadenti che favoriscono i processi erosivi e nello specifico l’esarazione del ghiacciaio vallivo. Dal punto di vista geologico il vallone è modellato in zona di contatto tettonico e sul versante sinistro orografico affiora l’UnitĂ  superiore del Complesso Multifalda Ligure-Piemontese, denominata in letteratura Zona del Combin, e rappresentata nel primo tratto da metagabbri (a valle del Lago Gontinery) e successivamente da calcescisti con bande di prasiniti (Monte Bettaforca). Sul versante destro si riscontra la sottostante UnitĂ  di Zermatt-Saas caratterizzata, nel settore in esame, da un enorme corpo di serpentiniti, Monte Rosso e Punta Bettolina (Betlinòhòre) derivanti dalle peridotiti del mantello oceanico a tetto e dalle sottostanti anfiboliti prasinitiche affioranti a nord del Passo della Bettolina. Il contatto tettonico tra le due unitĂ  scorre al di sotto delle coperture quaternarie della Comba del Fourcare e attraversa il Colle della Bettaforca e in questo settore è sottolineato da una scaglia della falda di scollamento Pancherot – Cime
  • 4. Bianche – Bettaforca (ben visibile nel vallone delle Cime Bianche) e rappresentato da sedimenti di margine continentali metamorfosati di colore biancastro e costituito da quarziti, dolomie, marmi calcari e subordinati calcascisti. L’aspetto del territorio è il risultato dell’azione e della combinazione dei diversi processi morfogenetici che si sono succedutisi nel tempo e che si sono sovrapposti su una configurazione litologica e strutturale del substrato roccioso particolare, caratterizzata da una zona di taglio fragile-duttile. Il principale agente morfogenetico che ha determinato la configurazione attuale del paesaggio è rappresentato dal ghiacciaio che ha modellato la Comba del Fourcare durante le sue diverse fasi di pulsazione. Tra le forme tipiche legate all’esarazione glaciale si possono osservare i circhi glaciali relitti e soglie glaciali, nonchĂ© si individuano “rocce montonate” costituite da dossi rocciosi in genere allungati in direzione del flusso del ghiacciaio particolarmente levigati e con strie e scanalature ed infine si riscontra il tipico profilo trasversale con un vallone caratterizzato da un fondovalle ampio e pianeggiante e pareti molto acclive, in particolare si evidenzia nel profilo la presenza di un gradino morfologico rappresentato dal terrazzo di origine glaciale dei laghi del RĂ©sy, sulla destra idrografica. Tra le forme tipiche legate al deposito dei ghiacciai lasciate durante le fase di ritiro, sono rappresentate dai cordoni morenici laterali, che risultano essere dei rilievi a morfologia triangolare costituiti da elementi eterogenei da un punto di vista granulometrico e privi di qualsiasi forma di stratificazione. Le morene, nel settore in esame, appaiono rielaborate dagli agenti geomorfologici e risultano avere forme piĂą arrotondate e con una sviluppata colonizzazione erbacea. I depositi glaciali di fondo invece non presentano morfologie particolari, ma ricoprono con spessore variabile il fondovalle, tuttavia si distinguono localmente massi erratici di grandi dimensioni. Da sottolineare che il ghiacciaio ha operato in un’epoca geologicamente recente, infatti attualmente si osserva sul terrazzo glaciale dei Laghi di RĂ©sy un tipico ambiente proglaciale caratterizzati da bacini lacustri, formatisi elusivamente per approfondimento erosionale del substrato da parte dell’azione del ghiacciaio e da forme criogeniche quali il rock- glacier. Tra le forme glaciolacustri si riscontrano anche nel settore del vallone del Fourcare e in particolare sono presenti tre bacini lacustri che subiscono un lento processo di interrimento. Sulle morfologie glaciali si sono sviluppati i successivi processi morfogenetici legati principalmente all’azione delle acque superficiali e all’azione della gravitĂ . L’azione delle acque superficiali si esplica sia come acque incanalate che producono alla base dei canalini coni di depositi di origine mista detritico-alluvionale sia come acque ruscellanti che rimaneggiano i depositi superficiali dei versanti con asportazione del materiale piĂą fine. Il reticolato idrografico può essere considerato ad uno stadio molto giovanile. Il trend evolutivo dei processi legati alle acque superficiali risulta essere in netta prevalenza erosivo con eventi accidentali e brevi di sedimentazione. Infatti le esigue portate risultano essere suscettibili ad incremento nel periodo del disgelo e implicano una lenta erosione con conseguente trasporto di materiale sciolto, di norma molto ridotto in quantitĂ  e limitato a granulometrie fine. Solo in occasioni di piogge intense avvengono piene ordinarie e straordinarie che durante la fase di esaurimento abbandonano il materiale preso in carico, depositandolo, in prevalenza alla base delle pareti
  • 5. rocciose dove il corso d’acqua subisce un’apprezzabile diminuzione di velocitĂ  dovuta alla riduzione delle pendenze con conseguente deposizione e costituendo così le conoidi di genesi mista detritico-alluvionale. Infine alle morfologie glaciali si sovrappongono gli accumuli legati alla dinamica gravitativi. Si osservano alla base delle pareti estese e dei canalini in roccia falde detritiche e depositi distribuiti in forma di cono: i depositi sono generalmente privi di struttura interna, anche se si osserva un aumento della taglia dei blocchi verso il piede dell’accumulo, dal momento che i blocchi di dimensioni maggiori sono dotati di maggiore energia potenziale.