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…“The Art of Automobile”…
25 Novembre 2013
n.180
Sotheby’s: 1955 Lincoln Indianapolis Concept Car

Area Research e Investor Relations
Monte dei Paschi di Siena

Seguici anche su
Nero su Bianco

Per essere forti ed
essere vincenti,
bisogna arrivare a
prendere la bandiera
a schiaffi
Marco Simoncelli

Marco Simoncelli

A cura del Dott. Paolo Ceccherini

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 2
Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni
(25/11/2010 – 25/11/2013)
170

+65.4%

150

+50.4%

130

Matrice di correlazione
(X): MPS Index Vs. S&P 500
(Y): MPS Index Vs. FTSE Mib

110

90

-10.6%

X
+84.5%

70
50

Y
+32.2%

30

Mps Art Market Value

FTSE Mib

S&P 500

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da
info provider.

Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta
superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel
triennio la performance del +65.4%, rispetto al +50.4% dello
S&P500 e al dato del -10.6% di Piazza Affari.
Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno
(01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior
performer il MPS Art Market Value Index (+46.1%) seguito dal
S&P500 (+23.5%), chiude il Ftse Mib (+15.5%).

L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra
negli ultimi tre anni (Novembre 2010 – Novembre 2013)
una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+32,2%);
rimane positiva la correlazione con il principale indice del
mercato americano S&P 500, il cui dato aggiornato
sull’ultima settimana si attesta a: +84.5%.

* Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è
espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale).
** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:
http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 3
Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index
(dal 18/11/2013 al 22/11/2013)
103
In salita il FTSE Mib (+1.16%). l’indice Ftsemib,
pur risultando tra i più deboli nella seduta di
venerdì, è riuscito comunque a chiudere la
settimana con un rialzo. Al suo interno spicca
il deciso rialzo di Ferragamo che chiude le
ultime cinque seduta con un guadagno di
quasi il 9% dopo i positivi conti trimestrali.
Misto l’andamento invece del comparto
bancario.
In salita l’ S&P 500 (+0.37%). Si chiude la
settima settimana consecutiva in positivo per i
principali indici, la miglior serie consecutiva di
rialzi da quasi tre anni. In attesa di conoscere
le future mosse della Fed sembra ancora
prevalere l’ottimismo tra gli operatori che si
sta traducendo anche in un deciso calo della
volatilità (indice Vix prossimo al 12%). A livello
settoriale la seduta di venerdì ha visto
prevalere gli acquisti sui comparti health care
e media, mentre si è mosso in controtendenza
il comparto tecnologico trainato al ribasso da
Intel.

+ 1.63%
+1.16%

101

+0.37%

99

97
18/11/2013
apertura
lunedì

19/11/13

20/11/13

Mps Art Market Value

21/11/13

S&P 500

22/11/13

Prezzo di
chiusura
venerdì

Ftse Mib

Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider.

Cristie’s, Hong Kong, CHU TEH-CHUN, Untitled,
venduto a 9,1 milioni di dollari

Settimana positiva per il Mps Art Market Value Index (+1.63%).
Tra le aste della settimana spicca l’asian Contemporary art e l’asta sulle
automobili con risultati importanti:
- per Christie’s ottimi risultati per l’asta “Asian 20th Century & Contemporary
Art (Evening Sale)” battuta ad Hong Kong, ha realizzato oltre $ 121 milioni di
dollari.
- per Sotheby’s eccezionali risultati nell’asta ” Art of the Automobile”,
presentata a New York il 21 Novembre realizzando $ 62,797,500.

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:
http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 4
Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index negli ultimi sette anni
(01/01/2006 – 30/06/2013)
MPS Global Painting Art Index
(in $)

400
350
300
250
200
150
100
50
0

Confronto
1H13 vs 1H12
-18,4%

 I risultati consuntivi del I semestre 2013 mostrano
un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la
fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global
Painting Index è in diminuzione del -18,4 % su a.p.
 Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008,
favorito dal boom dell’arte contemporanea e
dall’effetto valuta, e la ripresa sembra oggi ostacolata
nei segmenti a maggior capitalizzazione: MPS Art Prewar Index (-35,3% su a.p.) e Mps Art Post war Index (4,6% su a.p.) in ribasso nonostante i record mondiali di
questo semestre.

Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti
delle principali case d’aste.

 Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente
rispetto alla fase euforica del 2008. Bene le opere di qualità, a conferma di
un pubblico orientato per i capolavori di rilevanza storica.
 Il rafforzamento del $ sulla sterlina, ha influito negativamente sulla
performance complessiva dell’indice globale, anche se l’effetto è stato
parzialmente compensato dalla crescita dell’Euro.

Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito:
http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 5
Automobili in Asta
Erano passati oltre dieci anni dall’ultima
importante asta di automobili a
Manhattan, ma i $62,797,500 di fatturato
realizzati il 21 Novembre con Art of the
Automobile,
l’asta
presentata
da
Sotheby’s e RM Auctions, leader globale
nel campo delle aste automobilistiche
attivo dal 1976, sono una testimonianza
dell’interesse di un gran numero di
collezionisti. Hanno partecipato, infatti,
compratori
provenienti da 17 paesi
diversi, un 15% dei quali non avevano mai
partecipato prima ad un’asta di
automobili; venduto il 93% dei lotti da un
catalogo composto da 31 automobili in
grado di raccontare oltre un secolo di
storia dell’automobilismo e del design, 2
motocicli e anche 7 pezzi d’arte. 16 lotti
hanno superato il milione di dollari di
aggiudicazione e ben 11 sono stati i nuovi
record mondiali raggiunti.
Ha realizzato il nuovo record di vendita,
con un’aggiudicazione da $14,300,000, la
Ferrari 250 LM del 1964, top lot dell’asta.
Stimata tra i $12,000,000 – 15,000,000,
questa Ferrari è il ventiquattresimo
esemplare dei soli 32 prodotti, con un
motore V12 da 320 cavalli, montato in
posizione centrale. E’ stata un auto da
corsa di successo nelle competizioni
dell’epoca, fino a classificarsi ottava alla
24h di Dayton, nel 1968.

1/2
La Ferrari 250 LM era stata progettata per
sostituire un altro modello di Ferrari,
anch’esso presente in asta e tra le migliori
aggiudicazioni di questa vendita, la Ferrari
250 GT SWB “Competition” Berlinetta
Speciale, del 1959.
Aggiudicata per
$7,040,000 (stima iniziale $6,500,000 —
8,500,000), la sua carrozzeria era stata
disegnata da Giorgetto Giugiaro e realizzata
dalla Carrozzeria Bertone, su commissione
di Enrico Wax; in questo modello erano
state introdotte una serie di cifre stilistiche
che sono diventate caratteristiche di diversi
modelli negli anni successivi.

Sono state sei in totale le Ferrari proposte in
quest’asta, inclusa una Ferrari 108
Testarossa nella versione “giocattolo”, uno
dei cinque esemplari prodotti per i
giovanissimi appassionati di automobilismo
della fine degli anni ’50. La Ferrari 108
Testarossa rappresenta uno dei pezzi per
bambini realizzato con il più alto standard
qualitativo, prodotto da Modena Ferrarina
Italia; ha l’aspetto e le caratteristiche di una
250 Testarossa, solo in scala ridotta.
Assemblata a mano e con i migliori
componenti, ha un motore elettrico da 180
watt e 0,3 cavalli di potenza, nonostante sia
nata per essere utilizzata da bambini. Era
stata distribuita da Luigi Chinetti Motors, di
New York, l’unico importatore di Ferrari
negli Stati Uniti attivo in quegli anni; stimata
$50,000-75,000, è stata aggiudicata per
$126,500.

FERRARI 250 GT SWB "COMPETITION" BERLINETTA
SPECIALE, 1959
Coachwork by Carrozzeria Bertone
Design by Giorgetto Giugiaro
Chassis no. 1739GT
Engine no. 1739

www.sothebys.com

A cura della Dott.ssa Manuela Porcu

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 6
Automobili in Asta
Una sola delle Ferrari proposte è rimasta
invenduta, la F310 B, auto da corsa del
1997, guidata dal sette volte campione
del mondo Michael Schumacher e da
Eddie Irvine,
stimata $750,000 —
950,000.
Oltre all’attenzione verso il design e la
rarità dei modelli, è stato proposto in
asta anche un focus sulla storia culturale
della società newyorkese.
La Cadillac Custom Limousine “The
Duchess” del 1941 era stata costruita per
il Duca e la Duchessa di Windsor come
automobile per il loro periodo di
residenza a New York; stimata $500,000
— 800,000, è rimasta invenduta.
La
Aston Martin DB2/4 Mk II
‘Supersonic’ del 1956, regalo del
newyorkese Richard Cowell a sua moglie
Gail Vanderbilt Whitney, è stata
aggiudicata per $2,310,000, mentre la
Brewster Park Drag del 1892, capolavoro
vittoriano, posseduta da Hamilton
McKown Twombly e Florence Adele
Vanderbilt, che stabilirono la loro
residenza nella Fifth Avenue, è stata
aggiudicata per $253,000: le finiture di
questo esemplare sono personalizzate
nel colore della Casa dei Vanderbilt, ed è
stato
un
pezzo
particolarmente
significativo per la storia della vita
sociale di New York.

2/2

FERRARI 250 LM, 1964
Coachwork by Carrozzeria Scaglietti
Chassis no. 6107

BREWSTER
PARK DRAG, 1892
Coach 19407
Credits: Sotheby’s

FERRARI
180 TESTA ROSSA
CHILDREN'S CAR, 1958

www.sothebys.com

A cura della Dott.ssa Manuela Porcu

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 7
Prossimo appuntamento da Sotheby’s Milano:
l’asta di Arte Contemporanea del 26 e 27 novembre

Grande attesa per l’asta dei
arte contemporanea che avrà
luogo a Milano i prossimi 26
(ore 19) e 27 (ore 15)
novembre da Sotheby’s.
L’evento è importante perché
fornisce le indicazioni di
mercato più rilevanti per l’arte
contemporanea italiana, e sarà
interessante vedere se oltre ai
nomi già noti, come Fontana,
Manzoni, Boetti, ci saranno altri
artisti in grado di influenzare il
mercato nel prossimo futuro.
Un nome che ha fatto
registrare ottimi risultati di
recente e che qui sarà presente
con opere importanti è quello
di Enrico Castellani.
Il catalogo dell’asta è già
disponibile per la consultazione
online sul sito di Sotheby’s.
Ci limitiamo a segnalare i lotti
che dovrebbero catalizzare
l’interesse dei collezionisti.
Da osservare anche che ci sarà
un solo monocromo di Manzoni
in questa occasione, e sarà
appassionante vedere come
andranno le opere di altri artisti
potenzialmente rilevanti come
Rotelli, Accardi, Novelli.

A cura del Dott. Andrea Dardi

E.Castellani – Superficie bianca
(1965)
Stima: 290.000-300.000 euro
Opera appartenente ad una
collezione privata

Afro – Composizione (1957)
Stima: 150.000-200.000 euro
Opera proveniente da una
collezione privata milanese

L.Fontana – Concetto
spaziale, Attese (1964)
Stima: 420.000600.000 eur
Opera d’avanguardia,
taglio blu

A.Burri - Senza titolo (1952)
Olio, vinavil, sabbia, sacco e
collage su tela
Stima: 250.000-350.000
euro
Opera proveniente da una
collezione privata
americana e che è stata
inclusa nella prima
personale dell’artista nel
1953

M.Schifano – Palo Alto (1960)
Stima: 150.000-200.000 euro
Uno dei primi monocromi pittorici dell’artista
appartenente ad una collezione privata

R.Guttuso – La strada (1956)
Stima: 100.000-150.000 euro
Dipinto appartenente ad un ciclo di opere in cui gli uomini
vengono colti nel vivo delle loro attività quotidiane in una
condizione di affollata solitudine alienante

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 8
Ford Model T: nasce la motorizzazione di massa

1/2
Da Sinistra J.Kerouac, Charlie Parker, sotto Jean-Michel Basquiat

«“Costruirò un’automobile per le masse. Sarà abbastanza
grande per la famiglia, ma abbastanza piccola perché
possa soddisfare le esigenze di un singolo individuo. Sarà
costruita con i materiali migliori, dagli uomini migliori
che si possano trovare sul mercato, seguendo i progetti
più semplici che la moderna ingegneria possa elaborare.
Ma avrà un prezzo così basso che ogni uomo con un
buon salario potrà comprarsene una e godere con la sua
famiglia la benedizione di ore piacevoli nei grandi spazi
aperti di Dio”. ”».
(Henry Ford parlando della Ford Model T)
La Ford Model T anche conosciuta
semplicemente come Ford T o con il
nomignolo di “Tin Lizzy” cioè
lucertolina di latta (utilitaria), è
l’automobile che più ha inciso sulla
civiltà del XX secolo.
È grazie al genio di Henry Ford (del
quale il 30 luglio 2013 ricorrevano i
150 anni della sua nascita), ed a altri
pochi fidati collaboratori, tra i quali
occorre almeno menzionare il giovane
ingegnere ungherese Joseph Galamb,
l’altro ingegnere americano George
Wills ed il modellista esperto in
fusioni Charles Sorensen, che dalle
officine di Piquette Avenue a Detroit,
il 24 settembre 1908, viene sfornato il
primo esemplare di Ford Model T,
dando il via al primo modello di
autovettura unico e standardizzato
prodotto in serie. Dopo soli 11 mesi
già veniva varcato il traguardo dei
10.000 esemplari prodotti; la sua

A cura del Dott. Simone D’Onofrio
http://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Ford/

produzione
poi
aumentò
esponenzialmente nel 1913 grazie
all’introduzione della catena di
montaggio, e nel 1918 la metà delle
auto circolanti negli USA erano Ford
T. La Model T nasce all’insegna della
massima robustezza, semplicità ed
economicità costruttiva: spaziosa per
una famiglia, facile da guidare,
funzionale, senza accessori superflui,
prerogative
irrinunciabili
in
un’automobile che vuole proporsi
come mezzo per lo sviluppo di una
motorizzazione di massa. Diceva Ford
“tutto quello che non c’è non si può
rompere”. Gli ultimi modelli prodotti
a fine serie montavano un motore di
2900 cc che sviluppava una potenza
di appena 20 CV, facendole
raggiungere
la
“straordinaria”
velocità per l’epoca di circa 70 km
orari. La Model T venne offerta
inizialmente sul mercato al prezzo

base di 850 Dollari, una quotazione
apparentemente elevata rispetto alle
possibilità della classe media
americana (cifra che corrispondeva
più o meno alla retribuzione annuale
di un maestro di scuola), ma che
comunque stabiliva un nuovo
parametro di riferimento sotto il
profilo del rapporto qualità/prezzo.
Cosa ancora più importante, la “T”
rende l’automobile un sogno
realizzabile e alla portata di tutti,
anche e soprattutto grazie ai comodi
pagamenti
rateali
messi
a
disposizione dalle rete Ford. Secondo
Robert Lacey, uno dei più esperti e
documentati biografi di Henry Ford,
“La Model T ha trasformato un
giocattolo degli europei ricchi in un
diritto congenito delle masse
americane, dando vita al più strano
degli innamoramenti; il perenne
rapporto emotivo che lega ogni

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 9
Ford Model T: nasce la motorizzazione di massa

Operai all’opera presso la
catena di montaggio della
fabbrica Ford di Detroit

americano alla sua automobile”. Grazie a “Tin
Lizzy” l’automobile cessa infatti di essere uno
snobbistico e ostentatorio passatempo
riservato a una ristrettissima élite di facoltosi,
diventando un pratico e versatile mezzo per la
mobilità individuale, alla portata di tutte le
tasche e all’altezza di tutte le esigenze. Con la
nascita della Model T quindi l’automobile cessa
di essere solo un lussuoso mezzo di trasporto
di persone, divenendo anche uno strumento
per il lavoro e la professione, un fedele alleato
portatore di benessere e progresso sociale,
una sorta di complemento antropomorfo
dell’individuo meritevole di ogni cura e
attenzione. Prima autovettura concepita come
modello unico e standardizzato e soprattutto
costruita in serie, restò in produzione per 20
anni dal 1908 al 1928 (alla fine di quell’anno
negli USA circolava un’autovettura ogni 5
abitanti, in Gran Bretagna una ogni 43, ed in
Italia solo una ogni 325), raggiungendo a fine
serie la cifra astronomica di 15.007.033 modelli
prodotti, record superato solo nel 1972 dal
Maggiolino Volkswagen.

A cura del Dott. Simone D’Onofrio

“Ogni cliente può ottenere
una Ford T colorata di
qualunque colore desideri,
purché sia nero”
(Henry Ford).

2/2

Pietra
miliare
nella
storia
dell’automobile e della motorizzazione
su scala planetaria, la Ford Model T finirà
per ricoprire anche una essenziale
funzione aggregativa e sociale per la
giovane nazione americana. Diceva
infatti sempre Robert Lacey, “…insieme
alla radio, fu la Model T che trasformò
l’America da continente di agglomerati
individuali in una vasta comunità”.”
Trasformazione che di li a poco avrebbe,
grazie allo sviluppo frenetico dei mezzi di
comunicazione, ed alla produzione in
serie, interessato tutto il mondo.

Henry Ford

Henry Ford (Dearborn, 30 luglio 1863 –
Detroit, 7 aprile 1947) è stato un
imprenditore statunitense.
Fu uno dei fondatori della Ford Motor
Company, società produttrice di automobili,
ancora oggi una delle maggiori del settore
negli Stati Uniti e nel mondo. Tramite essa,
guadagnò un capitale stimato in 199 miliardi
di dollari, cosa che lo renderebbe la nona
persona più ricca della storia. Figlio di
agricoltori di origine irlandese, nel 1888 si
trasferì a Detroit dove venne assunto dalla
società d'elettricità di Thomas Alva Edison,
uno dei padri della lampadina.[3]
Durante il tempo libero si dedicò alla
costruzione di un'automobile con il motore
a combustione interna inventato da Carl
Benz e Gottlieb Daimler pochi anni prima. Il
primo prototipo di quadriciclo costruito da
Ford, nel garage della propria abitazione, fu
sperimentato su strada il 4 giugno 1896.
Fonte:
http://blog.thehenryford.org/2012/03/explori
ng-the-origins-of-greenfield-village/

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 10
Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari
“Noi affermiamo che la magnificenza
del mondo si è arricchita di una
bellezza nuova: la bellezza della
velocità...Un automobile ruggente,
che sembra correre sulla mitraglia, è
più bello della Vittoria di Samotracia. ”
Manifesto del
Futurismo, 1909
Icone di progresso e di velocità, i
moderni mezzi di trasporto, fin dalla
loro comparsa nelle società industriali
di fine XIX secolo-inizio XX secolo
esercitano una profonda attrattiva su
artisti e fotografi. Il pittore
immpressionista
Claude
Monet
realizza “Gare Saint-Lazare” nel 1877
mentre vedute di nuove città
metropolitane popolano le foto in
bianco e nero. Del resto già il passato
conosce predecessori celebri che,
affascinati
dal
dinamismo
e
dall'evoluzione della specie umana,
elaborano progetti di macchine
rivoluzionarie, esempio fra tutti,
Leonardo da Vinci e le sue macchine
rinascimentali. Nel XX secolo,
innovazioni tecnologiche, industriali,
scientifiche,
affascinano
artisti
d'avanguardia, i Futuristi. Il 1909 é
l'anno di nascita del movimento ad
opera di Filippo Tommaso Marinetti.
Nel primo manifesto viene esaltata la
volontà di tagliare in maniera netta
con il passato e con la tradizione a
favore della vita moderna, della civiltà
meccanica.
A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci

Non tanto l'estetica quanto il senso
del movimento e la potenza
dell'automobile
sono
fonte
d'ispirazione,
una
velocità
incontenibile capace, ad esempio, di
invadere, in “velocità + paesaggio” di
Giacomo Balla (1913),
anche la
cornice. Il secondo dopoguerra è
l'inizio di una nuova società dei
consumi, fondata sul benessere
economico,
sull'accorciarsi
delle
distanze fra classi sociali e su nuove
esigenze di costume. Per far fronte a
nuovi bisogni e nuovi desideri, alcune
aziende hanno saputo fornire la giusta
risposta, producendo oggetti di stile
capaci di conquistare fin da subito un
vasto pubblico, entrando in maniera
dirompente nelle abitudini quotidiane
e
nell'immaginario
collettivo,
attraversando generazioni.

1/3

Le sportive più amate

La casa automobilistica italiana Ferrari nasce nel
1939 a Modena, con la fondazione ad opera di
Enzo Ferrari della Auto Avio Costruzioni. La
costruzione di autovetture diventa l'attività
principale solo nel 1947. Diversi i passaggi di
denominazione: Auto Costruzioni Ferrari (1957),
SAFAC (1960), Ferrari S.p.A. (1965).
Grande fu la passione di Enzo Ferrari per le corse
automobilistiche. La Ferrari S.p.A. gestisce la
Scuderia Ferrari, con sede a Maranello, nella
provincia di Modena.
Fin dalla sua prima edizione, nel 1950, la Ferrari
partecipa a tutte le edizioni del Campionato del
Mondo di Formula 1. Vanta il maggior numero di
successi: 15 titoli di Campione del mondo piloti, 16
titoli di Campione del mondo costruttori e 221
vittorie in un Gran Premio.
Piloti famosi hanno corso per la Rossa, Tazio
Nuvolari, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, Michael
Schumacher, Eddie Irvine, Felipe Massa e
Fernando Alonso, per citarne alcuni.
Marchio ufficiale é il cavallino rampante, simbolo
di coraggio e temerarietà, attribuibile a quello che
l'aviatore romagnolo Francesco Baracca, distintosi
nella prima guerra mondiale,
faceva dipingere sulle fiancate
dei suoi aerei. Nel 1923, in
occasione dalla vittoria del Gran
Premio del Circuito di Savio,
frazione di Ravenna, la madre
dell'aviatore propose a Ferrari di
utilizzare, come portafortuna, il
cavallino del figlio sulle sue
macchine. Il marchio attuale
venne realizzato nel 1945
dall'incisore
milanese
Eligio
Gerosa, modificando il disegno
del cavallo e aggiungendo lo
sfondo giallo canarino, uno dei
colori di Modena.
Il rosso delle auto da corsa Ferrari
deriva da disposizioni diffuse nel
Fig. 1: Giacomo Balla, velocità+paesaggio, 1913.
periodo tra le due guerre

mondiali: secondo un provvedimento della
Federazione Internazionale dell'Automobile, il
colore rosso contraddistingueva le vetture
italiane che gareggiavano in campionati
automobilistici, il blu le auto francesi, il bianco le
auto tedesche, il verde le auto inglesi.
La Ferrari 125 S del 1947, prodotta in soli due
esemplari, fu la prima autovettura a portare il
nome Ferrari. Debutta al Gran Premio d'Italia nel
1948, a Torino, guidata dal francese Raymond
Sommer, ottenendo un terzo posto dietro
Wimille dell'Alfa Romeo e Villoresi della
Maserati.
Dal 1988, anno della scomparsa di Enzo Ferrari, la
FIAT subentra per il 90% del pacchetto azionario.
Nel 2006 la Mubadala, società finanziaria degli
Emirati Arabi Uniti, promotrice della costruzione
del Ferrari World ad Abu Dhabi, viene in
possesso del 5% delle azioni, riacquistate nel
2010 dalla Ferrari.
Nel 2013, a Shanghai, viene inaugurato il primo
museo estero della Ferrari.
Negli anni, la collaborazione stilistica con la
Pininfarina e l'apporto di illustri progettisti e
designer hanno contribuito a trasformare le
autovetture Ferrari in oggetti di lusso dallo stile
unico, richiesti in tutto il mondo.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 11
Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari

Fig. 2: opera di Enrico Ghinato

Enrico Ghinato e Alessandro Gedda sono artisti
appartenenti a generazioni diverse, li accomuna la
passione per le e auto di lusso, un fascino
intramontabile oggi come ieri. Classe 1955, Enrico
Ghinato, autodidatta, si forma giovanissimo studiando
i maestri rinascimentali e i pittori fiammighi. Dotato di
un'invidiabile bravura tecnica, con un'attenzione quasi
maniacale per i dettagli, Ghinato abbraccia
l'iperrealismo -linguaggio diffuso negli Stati Unisti a
partire dagli anni Settanta-, portandolo a estreme
sperimentazioni. Le sue automobili dipinte “made in
Italy” rasentano la perfezione realistica, invogliano lo
spettatore a immaginare di percorrerne le linee
sinuose e i dettagli di stile, richiamando l'eccitazione
che solo la visione di un modello reale può provocare.
Occasionalmente il suo sguardo creativo si posa su
alcuni dettagli, ponendoli al centro dell'attenzione e
esaltandone il design, particolari dalle sfaccettature
ogni volta diverse che invogliano alla pura
contemplazione. La mostra «L'auto, la forma e i
riflessi», ultima fatica dell'artista presente tra il 2012 e
il 2013 al MAUTO di Torino e al MEF di Modena, ha
restituito allo sguardo dei visitatori uno studio
accurato di volumi, colori, prospettive che da sempre
rende le opere di Ghinato difficilmente eguagliabili.
A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci

Nello stesso periodo il Museo della
Musica di Bologna lo invita a dar spazio a
forme automobilistiche su un supporto
dalla storia leggendaria: nasce la Fender
Ferrari 50.
Ghinato ha mantenuto nei diversi anni di
carriera
artistica
un
livello
qualitativamente alto e raffinato; é
tuttora considerato uno dei massimi
esponenti dell'iperrealismo applicato al
settore automobilistico.
Classe 1965 , Alessandro Gedda é artista
e designer di origine toscana. Nel 2010
dà vita al Design destrutturato: oggetti
dall'apparente equilibrio precario poiché
privi di una vera e propria struttura
portante, realizzati con materiali di
recupero -legno, plastica, schede
elettroniche...-, sapientemente accostati
o incollati. Alla serie “I Giganti”
appartiene una tazza grande quasi tre
metri, una matita, una coppa di
champagne, una Porsche 911, lunga 4,30
metri e composta dall’assemblaggio di
ben oltre 6.500 piccoli pezzi di legno,
con una cerniera lunga 7 metri che
unisce le due metà dell'automobile.

Fig. 3: Enrico Ghinato, Fender Ferrari 50

2/3

La
casa
automobilistica
tedesca Porsche nasce nel
1931, con la fondazione, a
Stoccarda, dello studio di
progettazione ed ingegneria
Dr. Ing. h.c. F. Porsche Gmb.
Modelli celebri:
Modello 356 (1948): prima
automobile prodotta in serie
con il marchio Porsche, nelle
versioni cabrio e coupé, oltre
alla Speedster per il mercato
americano. Ben presto, al
motore tradizionale a 4
cilindri, con singolo albero a
camme nel basamento, si
affianca, solo per le versioni
più sportive, un motore più
complesso, con sistema di
distribuzione a doppio albero
a camme in testa. Un modello
quest'ultimo conosciuto come
Carrera, in onore della gara
automobilistica
Carrera
Panamericana.
550 Spyder (1953): studiata
appositamente
per
le
competizioni, ha come punto
di forza l'estrema leggerezza,
Sarà proprio al volante di una
“550” che James Dean morirà,
il 30 settembre 1955, in un
incidente stradale.
Porsche 911 (1953): vincitrice
per ben due volte del Gran
Premio di Montecarlo. Nel
1975 nasce una 911 per corse
su strada, la Porsche Turbo,
vettura molto potente ma
difficile da guidare. Problema
comune a tutte le vetture
turbo di prima generazione é
il cosidetto “turbo lag”, un
ritardo di erogazione della
potenza rispetto al momento

in cui viene premuto l'acceleratore, costringendo il
pilota ad anticipare l'accelerata e la staccata per
ottenere la potenza voluta al momento giusto. In
cinquant'anni, sono state prodotte diverse serie
della 911, con cilindrate sempre maggiori: 930 (per
versioni turbo), 964, 993, 996, 997, Porsche 991, 997.
Porsche 959: prodotta a metà degli anni Ottanta in
soli 288 esemplari, vince nel 1986 la Parigi-Dakar.
Porsche Boxter (1996): modello dalla tenuta di
strada eccezionale grazie al posizionamento del
motore subito dietro i sedili e all'interno dell'asse
posteriore. E' la prima vettura della casa Porsche con
raffreddamento non più ad aria ma a liquido. Da
questo modello deriva il modello Cayman.
Porsche Carrera GT: prodotti quasi 2000 esemplari
nei primi anni XXI secolo.
Porsche Cayenne (2002): prima SUV della casa,
creata in collaborazione con le case automobilistiche
Volkswagen e Audi.
Nel 2009 viene inaugurato il Porsche Museum, nelle
vicinanze della sede storica, situata nel quartiere
Zuffenhausen di Stoccarda.
Dal 2012, la Volkswagen possiede interamente il
capitale sociale della Porsche.
Il 2013 é l'anno della Porsche 918, modello dalla
potenza e dalle prestazioni più elevati nella storia
Porsche delle vetture di strada.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 12
Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari
Le Porsche sono tra le passioni
dell'artista, ne colleziona, soprattutto
sono il soggetto principale di numerosi
suoi dipinti, dal 2004 a oggi oltre un
centinaio. Non solo tele. Nel 2007
celebra questa passione nell'ambito del
progetto Porsche Colors, iniziativa
itinerante che vede Gedda disquisire sul
significato del colore accanto a
Francesco Alberoni e Stefano Zecchi.
Protagonista assoluta, all'interno delle
diverse concessionarie coinvolte, una
Porsche Cayman reale dipinta da Gedda
con colori accessi e pennellate
d'impulso,
emotivamente
vibranti.
L'anno successivo, in occasione della
Fiera d'arte milanese MiArt, l'auto viene
innalzata con una gru sulla terrazza più
alta di Milano, di fronte al Duomo.
Seguiranno altre due iniziative dedicate
alla Painted Art Car: I fiori di Porsche
(2008) e Cayman 2010 (2010).
Il fermento creativo di Gedda,
alimentato dalla passione per il
moderno, la tecnologia e l'antico, lo
porta a un susseguirsi di sperimentazioni
e progetti Nel 2011, egli dà inizio al un
progetto ambizioso, Art Around the
World (AAW): un container di 12 metri
suddiviso in un laboratorio e in uno
studio di pittura tocca i principali paesi
del mondo -Russia, Cina, Giappone,
Nuova Zelanda, Stati Uniti e Sud Africa –
con l'obiettivo di catturare sulla tela, la
percezione immediata di diversità,
emozioni, energie, colori.
A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci

Nel febbraio del 2012, Gedda espone
presso il Salone del Veicolo d'Epoca,
Autoclassica di Milano una quarantina
di opere, realizzate con la tecnica
sketches, schizzi di colore: automobili
in corsa, ritratti di personaggi e piloti
che hanno caratterizzato il mondo
dell'automobile, da Enzo Ferrari, a
Ettore Bugatti, Ferruccio Lamborghini,
Niki Lauda, Ayrton Senna e molti altri.
La passione per la Porsche non si
attenua. Qualche mese più tardi,
l'artista
presenta
il
progetto
“Inseguendo un Mito”, esposizione di
tele ad olio che ritraggono auto e pilotimito legati al mondo Porsche.
Gedda dipinge solo durante l'estate e la
primavera: «Dipingo in un'antica
limonaia del Settecento che si affaccia
su un parco. Dipingo solo quando torna
la luce… Quando torna il sole, e quello
che dipingo è totalmente diverso da
quello che vedo, eppure lo stimolo
arriva da quello».
Nell'ottobre del 2011 l'artista varca il
portale dell'Accademia d'Arte di San
Pietroburgo. Si rivolge ai ragazzi,
trasmette
loro
una
profonda
convinzione. L'arte é libertà interiore,
attraverso di essa si ha la fortuna di
liberare una visione, é convinto che il
mondo appartenga veramente a chi
crede nella bellezza dei propri sogni e
delle passioni. E di passione si tratta
quando il colore sulle sue tele dà forma
alle linee sinuose di auto

3/3

Fig. 4: Alessandro Gedda, Porsche 911,
legno e cerniera

Fig. 5: la Porsche Cayman
dipinta da Gedda viene issata
sulla terrazza più alta di fronte
al Duomo di Milano, in
occasione di MiArt 2008.

intramontabili. Sperimentazioni su modelli automobilisti di successo appassionano
anche artisti stranieri. Ron Arad, designer e artista israeliano, londinese di formazione
artistica, ha trovato nella distruzione delle auto d'epoca un mezzo d'espressione
insolito e affascinante, celebrando in particolare la mitica Fiat 500. Nella mostra “In
Reverse” al Design Museum Holon di Tel Aviv, grande successo di pubblico ha
ottenuto l'installazione realizzata con sei modelli di Fiat 500, pressati come fiori
appassiti fino a raggiungere uno spessore di 12 centimetri, incollati alle pareti come
quadri e successivamente ultimati con il posizionamento delle ruote, anch'esse
schiacciate. L'auto, oggetto funzionale della società contemporanea, viene spogliata di
ogni funzione e utilizzo per simulare, le parole dell'artista ne descrivono l'intento,
l'incidente di un cartone animato o il disegno di un bambino, evocazione di un'infanzia
carica di creatività primordiale, irrazionale, che nella memoria di Arad assume le
fattezze della Fiat Topolino Giardinetta appartenuta alla sua famiglia.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 13
Alessandro Baricco parla di automobili e motori, ma…
…alla sua maniera
“Ultimo Parri è un ragazzino che
diventa vecchio cercando di mettere in
ordine il mondo. Ha cinque anni
quando vede la prima automobile,
diciannove il giorno di Caporetto,
venticinque quando incontra l’amore
della sua vita, e molti di più la sera che
muore, in un posto lontano. Questa
storia è la sua storia”.
Può la storia di una vita e di un grande
amore essere raccontata in un circuito
automobilistico, questo succede nel
romanzo “Questa storia” del poliedrico
scrittore torinese Alessandro Baricco,
che da sempre ci delizia con i suoi
scritti carichi di passione e di amore,
raccontati sempre con uno stile
impareggiabile e fuori dagli schemi
tradizionali, con un linguaggio non
comune ma sempre scorrevole ed
espressivo. Baricco riesce a scrivere
“Questa storia” nella quale senza
chiaramente voler banalizzare, il
famoso binomio: donne e motori, gioie
e dolori, trova la sua dimensione più
sognante e toccante. Ultimo Parri, il
protagonista del romanzo, scopre che
l’unico modo per dare un senso alla
vita e di darle un equilibrio è di
disegnare un circuito, un circuito
perfetto. Sarà compito della donna da
lui amata percorrerlo curva dopo
curva, a bordo di un’autovettura, una
sola ed unica volta…proprio come
nella vita.
A cura del Dott. Simone D’Onofrio
http://gruppodilettura.files.wordpress.com/2009/11/questastoria_baricco.jpg

1/2
Il romanzo che pone al centro
l’automobile da corsa e le passioni che da
essa scaturiscono; comincia descrivendo
in maniera sognante e incantevole una
delle tante gare automobilistiche che si
svolgevano agli albori del ‘900: “Nei
giardini del re, a pascolare nella notte
provvisoriamente miti, sotto le carcasse
di ferro, intorno al cuore di pistoni li
aspettavano 224 AUTOMOBILI, ferme
sull’erba, in un vago odore di olio e di
gloria. Erano lì per correre la grande
corsa, da Parigi a Madrid, giù per
l’Europa, dalla nebbia al sole.
Lasciarmi andare a
vedere il sogno, la velocità il miracolo,
non fermarmi con uno sguardo triste,
questa notte lasciami vivere laggiù
sull’orlo del mondo, solo questa notte,
poi tornerò
Ai
giardini di Versailles, madame, parte la
corsa dei sogni, madame, PanhardLevassor, 70 cavalli, 4 cilindri fatti di
acciaio forato, come i cannoni, madame
Potevano arrivare, le
AUTOMOBILI, ai 140 chilometri orari,
strappati a strade di terra e buche, contro
ogni logica e buon senso, in un tempo in
cui i treni, sulla scintillante sicurezza dei
binari, arrivano con fatica ai 120”. Lo
scrittore in questo breve passaggio,
riesce con poche parole a farci sentire i
“profumi” degli scarichi delle autovetture
ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 14
Alessandro Baricco parla di automobili e motori, ma…
…alla sua maniera

La prima edizione del romanzo,
pubblicato nel 2005 da
Fandango Libri, presenta una
peculiarità: quattro diverse
copertine tutte disegnate da
Gianluigi Toccafondo.

dell’epoca mentre ci sfrecciano
davanti nelle strade polverose ed
impervie, sembra di vederli e
quasi di toccarli gli equipaggi, di
solito sempre composti da nobili
annoiati, con le cuffiette di cuoio
e gli occhialetti calati sugli occhi,
con i loro meccanici al seguito
che dovevano faticare non poco,
durante tutta la notte, per
rimettere a punto quei “gioielli”
della meccanica. Cosa dovevano
pensare gli abitanti delle
campagne dell’epoca quando
vedevano transitare quei mostri
di gomma ed acciaio, più
rumorosi che veloci? Cosa
avranno provato al passaggio di
tale tecnologia che all’epoca
doveva avere un non so che di
fantascientifico?
Il
famoso
scrittore francese Jules Verne,
che con i suoi racconti ricchi di
avventure fantastiche aveva
anticipato lo sviluppo dei mezzi di
trasporto sia per terra che per
aria che per mare e nel
sottosuolo, moriva in quel
periodo, precisamente il 24
marzo del 1905, ma quanti però
avevano avuto la fortuna di
leggerlo? Tutto all’epoca aveva il
fascino dell’ignoto i motori poi
anche una aura di sacralità e di
deismo!

A cura del Dott. Simone D’Onofrio
http://gruppodilettura.files.wordpress.com/2009/11/questastoria_baricco.jpg

2/2

Tornando al romanzo di Baricco
ed il lungo percorso di vita di
Ultimo Parri dall’infanzia alla
morte, indirettamente evocata
nelle
parole
dell’amante
Elizaveta, saltiamo, dovendo in
questo luogo parlare di motori,
all’ultimo capitolo ambientato nel
1950,
sullo
sfondo
della
classicissima Mille Miglia, dove
nelle mura di un’osteria ha luogo
un incontro passionale tanto
assurdo, quanto furtivo, mentre
la Grande Corsa ha attirato tutti
magneticamente a sé, stendendo
un velo di mistero che verrà
svelato nell’epilogo finale e ben
19 anni dopo quando Elizaveta
Seller a bordo di una Jaguar… …
…si appresterà a compiere
l’estremo volere del fu compagno
Ultimo. Il suo commento sarà:
“Bravo…è stato molto bravo…”.
“Per la prima volta sentiva una
gran voglia di stringere Ultimo tra
le braccia e di toccarlo, e di
sentire il suo corpo. Non mi
importa di niente, pensò, vorrei
solo quello. Voglio una cosa
perduta, si disse”. Infine si limitò
a dire, in tono perentorio:
“Distruggetelo”.
Così si conclude la storia anzi
“Questa storia” di Ultimo Parri,
appassionato di automobili.
ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 15
Collezionisti:

1/2

Un pazzo, giocoso, romantico ponte fra arte e motori incanta il Giardino delle opere di Massimo Lauro

La rubrica “Collezionisti” è dedicata ad
approfondire, di volta in volta, il pensiero, le
scelte e le opere dei principali collezionisti
d'arte contemporanea del territorio
nazionale.
IDENTIKIT
Nome e cognome: Massimo Lauro
Luogo e data di nascita: Napoli, 3
dicembre 1954
Città di residenza: Napoli
Attività lavorativa: Imprenditore
Stato civile: Sposato con Angela Maria
Favorite; due figli, Andrea di 32 anni e
Maria Elena di 30 anni.
Prima opera acquistata: Un'opera di Gino
De Dominicis

Il Giardino dei Lauri si trova a Città della Pieve in
provincia di Perugia, ed è lo spazio dedicato all’arte
contemporanea creato dai collezionisti Angela e
Massimo Lauro per esporre parte della loro
collezione personale, attualmente comprendente circa
300 opere. La collezione Lauro, nata nel 1990,
accoglie i lavori dei maggiori protagonisti della
scena artistica contemporanea nazionale ed
internazionale, rappresentando nel suo complesso
uno straordinario percorso narrativo attraverso le
ricerche più attuali nel campo delle arti visive. Spazio
espositivo e dinamico, il Giardino dei Lauri è anche
un’associazione no profit che intende sviluppare la
sua vocazione quale centro propulsivo di rilievo
internazionale per una cultura del contemporaneo in
tutto il territorio umbro e toscano.

Il capannone de Il Giardino dei Lauri,
facciata esterna con veduta dell’opera “Untitled
(Fiat 126P, Pink)" dell'artista polacco Piotr Uklanski

Massimo, quando e da dove nasce il desiderio di aprire
uno spazio come "Il Giardino dei Lauri"?
Il Giardino dei Lauri nasce nel 2009, a Città della Pieve
in provincia di Perugia. In un primo momento, voleva
essere uno spazio, privato, dove collocare le opere più
voluminose. Poi, però, già dopo l’installazione dei primi
lavori, l’effetto mi piacque molto così decisi di aprirlo al
pubblico.
Di quanti pezzi è composta oggi la raccolta che trova
posto al Giardino dei Lauri? Esiste una linea che ne
guida il progetto espositivo?
Tra esterno ed interno, ci sono circa 75 opere. Non
credo si possa parlare della prevalenza di una scuola
artistica particolare o di una tecnica specifica. La
collezione comprende opere di diverso genere, stile,
tecnica, è aperta a tutte le forme e i linguaggi
dell’espressione artistica contemporanea. C’è una
ricerca di giovani artisti, quello sì. Direi che l’elemento
comune della collezione
infatti è proprio la
generazione a cui appartengono gli artisti: rientrano
tutti nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni.
Che tipo di apertura al pubblico esiste?
Lo spazio è aperto al pubblico il venerdì ed il sabato,
l’ingresso è gratuito.

Angela e Massimo Lauro

A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone
www.ilgiardinodeilauri.it

Oltre che al Giardino dei Lauri, dove trova posto oggi
la tua collezione?
Alcune opere si trovano nella casa di Napoli, altre nella
casa di Città della Pieve adiacente lo spazio denominato
"Il Giardino dei Lauri". Altre invece sono in deposito, in
attesa di collocazione.
ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 16
Collezionisti:

2/2

Un pazzo, giocoso, romantico ponte fra arte e motori incanta il Giardino delle opere di Massimo Lauro

La tua collezione include opere ricollegabili
alla tematica dei "Motori": Music Machine
di Martin Kersels, Fiat126P di Piotr
Uklanski, le lastre di alluminio di Aroon
Young, la Motorbike di Vincenzo Rusciano.
Descrivici ognuna di loro con un aggettivo.
Quella di Kersels, posso solo dire che è di un
pazzo completo. Quella di Rusciano direi
che è "giocosa". Quelle di Young, sono delle
"production paintings". Quella di Uklanski è
romantica.

Quale è il futuro della tua
Collezione e quali sono i nuovi
progetti che state realizzando al
Giardino dei Lauri?
Il futuro della collezione è la
collezione, ovvero è curarla e
rigenerarla, quando è possibile.
Per quanto riguarda lo spazio,
abbiamo diverse idee, ma al
momento sono ancora in fase di
valutazione. Un progetto che
portiamo avanti dall’anno scorso è
quello di favorire l’incontro di
ragazzi e bambini con l’arte.
Abbiamo creato una piccola serie
di attività relative alle opere dello
spazio. Più che altro è una guida
per entrare in contatto con la
pluralità dei linguaggi espressivi
dell’arte
contemporanea,
stimolando
l’interazione,
la
riflessione e il pensiero. Ci tengo a
precisare che l’intento non è
didattico. È solo un modo per
rendere la visita degli under 18 più
interessante e giocosa attraverso
un coinvolgimento diretto.

Vincenzo Rusciano, Untitled (Motorbike), 2006
Legno, cartone, plexiglass, metallo, stoffa,
pneumatici, cm.127x190x83

L’ultima opera che hai comprato?
Un’opera di Elad Lassry, giovane
artista israeliano che vive a Los
Angeles.

A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone
www.ilgiardinodeilauri.it

E' in libreria il quarto volume della collana Quaderni del
collezionismo, frutto della collaborazione tra Johan & Levi e
Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Una collana che raccoglie e
restituisce al pubblico le conversazioni tra critici e curatori e
collezionisti italiani e stranieri presso la Pinacoteca Agnelli in dieci
anni di attività. I Quaderni del collezionismo mettono in luce
passioni, motivazioni, approfondimenti ed evidenziano le
conseguenze sociali del collezionismo contemporaneo attraverso il
racconto di storie curiose e avvincenti che nascono dagli aspetti più
“intimi” e “segreti” del vero collezionista, ovvero il gusto artistico,
l’amore e talvolta l’ossessione per gli oggetti collezionati. In questo
volume sono riuniti gli atti dei seguenti incontri: Massimo Lauro (che
trovate anche in questo numero di Art Weekly Report, intervistato
per la rubrica Collezionisti) in conversazione con Guido
Costa, Claudio Palmigiano in conversazione con Marcella Beccaria,
Enea Righi in conversazione con Marco Scotini, Lidia Berlingieri
Leopardi in conversazione con Guido Costa. (m. a.)
Pinacoteca Agnelli (a cura di) - Quaderni del collezionismo volume 4
Johan & Levi editore, anno 2013
Pagg. 76, € 12,00
ISBN 978-88-6010-103-7
www.johanandlevi.com

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 17
Vernice presenta: Art of the Automobile
Con questa sezione del report si è voluto interrogare alcuni tra i maggiori
operatori nazionali ed internazionali del mondo dell’arte e della cultura,
al fine di lasciare loro esprimere un proprio personale punto di vista sulle
tendenze attuali del settore, le aspettative future.
*****
La riflessione vuole essere uno “spazio libero di espressione”, consapevoli
che spesso sia utile sentire voci diverse, per riconoscere meglio la propria.

Ferrari
250 LM, 1964
Lotto.
Venduto

I risultati però non delusero il nome che portava: questo esemplare in particolare,
infatti, nel 1968, fu acquistata da Guillermo Ortega e Fausto Merello, piloti
della scuderia Raceco, che scelsero di portarla in gara. La 250 LM partecipò così alle 24
Ore di Daytona e Sebring, raccogliendo quale miglior risultato l’8° posto assoluto (ed il
primo di categoria) alla gara di Daytona del 1968.
La nota curiosa è che il primo proprietario, al contrario, un appassionato californiano di
Los Angeles, la utilizzò esclusivamente su strada e la ridipinse in blu per attirare minor
attenzioni da parte della polizia.

14,300,000
USD

Il 10° piano di Sotheby’s a New York questa settimana si
è trasformato in un vero e proprio Salone dell’auto, con
l’asta tutta dedicata alle “sculture in movimento” che
hanno dominato la scena automobilistica dell’ultimo
secolo. Morbide, sinuose, aerodinamiche e innovative,
le vetture presentate raccontano una storia di
tecnologia e design. Un esempio di come la creatività
umana possa raggiungere risultati straordinari quando
arte e scienza si incontrano, grazie alle menti di artisti
visionari come sono stati i designer del XX secolo.
Protagonista indiscussa è stata la Ferrari 250 LM, 1964
che con un prezzo di aggiudicazione pari a 14.3 milioni
di dollari è stato il top lot della sessione. Questo
gioiello della Casa di Maranello, fece il suo debutto al
Salone di Parigi del 1963. Progettata per gareggiare
nelle categorie del Granturismo, fu costretta dalla
Federazione Internazionale a confrontarsi con le più
potenti Sport.
A cura di Vernice Progetti culturali
www.verniceprogetti.it
www.sothebys.com/

F.M.R.
TG 500 ‘TIGER’, 1960
Lotto. Venduto 137,500 USD
Sotto:
Lincoln
INDIANAPOLIS EXCLUSIVE
STUDY, 1955

Talbot-Lago
T150-C SS TEARDROP CABRIOLET, 1938
Lotto. Venduto 7,150,000 USD

Gli appassionati di auto da collezione non dovranno attendere molto per una nuova ed
emozionante asta: il 1 dicembre Bonhams metterà in vendita la monoposto di
Formula 1 guidata dal Micheal Schumacher e con la quale ha vinto il suo primo
Campionato Mondiale: la Benetton-Cosworth Ford B194 del 1994. Una curiosità: chi si
aggiudicherà il pezzo avrà anche la possibilità di effettuare un test sul Circuito Ascari di
Ronda, in Spagna, dove la macchina si trova attualmente.
ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 18
Il corsaro e la Ferrari

1/2

Il piccolo e filante bimotore executive P180 della
Piaggio Aeroindustries con il logo della Scuderia
Ferrari ha già i motori accesi ed è pronto a partire
sulla pista di Altenburg (Germania). Aspettiamo il
Campione di ritorno dal Gran Premio di Lipsia.
“ Com'è andata Max?” gli chiedo. Mi guarda con gli
occhi sornioni da ragazzo di periferia romana, mi
mostra il trofeo e mi dice: “Andiamo a casa
Comandante, torniamo a Roma!”
Siamo atterrati venerdì scorso ad Altenburg nei
pressi di Lipsia con il nostro Piaggio Avanti P180,.
Quasi in contemporanea con il Learjet con a bordo
Valentino Rossi. In questi anni i tifosi italiani si sono
divisi tra lui e Valentino, suo eterno rivale. Mi
sembra di cogliere anche una sfida tra le diverse
tecnologie aeronautiche del Learjet americano e il
P180della Piaggio: il velivolo dalle performance
aerodinamiche sorprendentiin termini di velocità di
crociera, altitudine di volo ed efficienza operativa
che, insieme all'avveneristico design, lo rendono il
più veloce ed avanzato turboelica executive del
mondo. E poi che bello il cavallino rampante sulla
coda di un aereo che torna a volare dopo Francesco

La giustizia
distributiva

““ Si ricorderà che il principio di Aristotele suona: a
parità di altre cose, gli esseri umani amano
esercitare le loro effettive capacità (abilità innate o
acquisite) e questo piacere aumenta quanto piu la
capacità è applicata o maggiore la sua
complessità...esso spiega molti dei nostri più grandi
desideri e spiega anche perchè preferiamo fare certe
cose e non altre mediante il costante esercizio d'una
qualche influenza sul flusso delle nostre azioni.”
JOHN RAWLS - Una teoria della giustizia – 1971

.

John Bordley Rawls (Baltimora, 21 febbraio 1921 –
Lexington, 24 novembre 2002) è stato un filosofo
statunitense, figura di spicco della filosofia morale e
politica. È stato James Bryant Conant University
Professor presso la Harvard University.
Il pensiero, la giustizia distributiva:
Il vero grande problema della filosofia politica è
costituito, secondo John Rawls, non dalla ricerca del
bene comune, ma da un'adeguata nozione di giustizia e
da un'altrettanto adeguata procedura per comprendere
come le nostre istituzioni possono essere più giuste. Il
concetto di giusto deve essere considerato prioritario
rispetto al bene nella teoria morale, e questo perché, se
avviene il contrario, il rischio è quello di non riuscire
più ad ottenere una definizione autonoma e
indipendente di giustizia. Se è il bene ciò che conta,
tutto ciò che massimizza il bene non può che essere
giusto e ciò comporta spesso conseguenze moralmente
pericolose e controintuitive. L'insistenza sulla priorità
della giustizia è al centro della nota critica di Rawls
all'utilitarismo, che volendo a tutti i costi massimizzare
la felicità comune, semplice somma delle felicità
individuali, può giungere a considerare legittima, in
certi casi, la violazione di alcune libertà fondamentali.

www.lasegolina.it/
http://www.piaggioaero.com/#/it

A cura del Dott. Antonio Mangiafico

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 19
Il corsaro e la Ferrari
Baracca e che lega la Piaggio Aereo alla
Ferrari, grazie alla presenza nell'attuale
proprietà dell'Ing.Piero Ferrari e ad un
accordo di sponsorizzazione tra le due
aziende, che ha fatto del P180 l'aereo della
scuderia e di Piaggio Aeroindustris lo sponsor
di Felipe Massa e del campione del mondo
2007 Kimi Raikonen! Progettato dall'Ing.
Alessandro Mazzoni e costruito a Genova, il
P180 è attualmente l'unico aereo al mondo
disegnato, sviluppato e certificato con una
configurazione a tre supercici portanti (tre
ali!) prodotto in serie. Il concetto ispiratore
del progetto è stato la ricerca della massima
efficienza aerodinamica attraverso un design
innovativo che assicura notevoli vantaggi e si
evidenzia nella particolarità del “musetto”, di
forma continua ed affusolata, ad un flusso
aerodinamico, studiato in galleria del vento,
che si mantiene in gran parte “laminante”,
cioè non produce resistenza all'avanzamento.
Inoltre la configurazione ad eliche spingenti,
cioè montate dietro l'ala principale,, permette
di evitare che il flusso turbolento generato
dalle eliche “disturbi” l'aerodinamica dell'ala
con evidente riduzione di resistenza totale e
prestazioni decisamente superiori rispetto ai
velivoli ad elica “traente, che fa del P180 un
“green aircraft”, grazie al consumo di
combustinbile inferiore al 40% rispetto ai jet
di pari dimensione.
E qui battiamo il Learjet di Valentino!!!
Tecnica e passione: ecco l'Italia che ci piace!!
Vola bene e veloce il P180 verso casa,

2/2
attraverso la Germania e la Svizzera. Passando
sul lago di Como riceviamo l'autorizzazione dai
controllori svizzeri a “passare” con “Italia
controllo”.
“Roma controllo Foxair” li chiamo
“Buongiorno Foxair. Avete Max Biagi a bordo?”
mi chiedono.
“Ma come avranno fatto a sapere”-dico al mio
copilota-”se ha appena vinto il Gran Premio??”
“Affermativo” rispondo.
“Allora siete autorizzati diretti verso Ciampino. E
salutateci Max!!”
Che gioia!!
La leggenda di Max il Corsaro, il vincente, Max
l'antipatico che si becca con il giovane
Valentino,
Max
il
seduttore
sempre
accompagnato da donne bellissime, è iniziata
quando per la prima volta sale su una moto
prestata da amici, a 18 anni. Da allora nulla può
fermarlo, sei titoli mondiali vinti in venti anni ai
massimi livelli. Max è stato senza dubbio uno
dei migliori piloti italiani di sempre e sopratutto
uno dei pochi che in tempi recenti ha vinto
guidando moto italiane. Le carte vincenti di
Max? La grande esperienza ed uno stile di guida
pulito ed essenziale, doti innate. A questo vanno
aggiunte una grandissima serietà professionale
ed una metodicità di lavoro quasi maniacale
nella messa a punto del mezzo.
Lo scorso anno dopo aver vinto il sesto titolo
mondiale in superbike, a 41 anni ha deciso di
dare l'addio alle corse. Grazie Corsaro per tutti i
fantastici duelli e gli ottimi risultati che hai
regalato al motociclismo italiano!!!

www.lasegolina.it/
A cura del Dott. Antonio Mangiafico

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 20
James Dean, l’icona ribelle di Gioventù Bruciata
Nato a Marion, nello stato
dell'Indiana, nel Febbraio del
1931, James Dean è l’icona ribelle
simbolo delle irrequietezze
giovanili dalla personalità
poliedrica e a dir poco
inconciliabile. Il giovane attore
appare: scapestrato e riservato,
intimorito ed arrogante, spaesato
e audace come le macchine che
guidava. Una grande costante per
James: la passione per i motori,
che gli ha permesso di essere
l’indimenticabile protagonista
della storica sequenza della corsa
letale con le automobili rubate di
“Gioventù bruciata”, storico film
in cui il giovane adolescente Jim
Stark ripercorre il preambolo della
sfida in auto, irrefrenabile motivo
di vita dell’attore di fama
mondiale e causa della sua stessa
morte il 30 settembre del 1955
in occasione della gara di Salinas,
in California, dove James,
perdendo il controllo della sua
auto, uscirà di strada con il suo
bolide metallizzato da trecento
chilometri all'ora: la Porsche
spyder 550, un bolide,
schiantandosi contro una Ford
Sedan. La sua vita e i suoi film,
interpretati con una recitazione
istintiva e imprevedibile,
A cura della Dott.ssa Marialucia Valenti

trasmettono una
profonda inquietudine, alimentata
dalla sua vulnerabilità,
dall'ossessione della solitudine e
da un'ambiguità sessuale che gli
dà un fascino equivoco e febbrile.
È stato il primo attore ad aver
ottenuto una nomination
postuma al Premio Oscar per il
suo ruolo nel film: “La valle
dell'Eden” vincendo inoltre, il
Golden Globe per miglior attore
nel 1956 e meritando la
candidatura all'Oscar come
miglior attore per il film: “Il
Gigante”. “Gioventù bruciata”
rimane però una delle più celebri
interpretazioni di Dean sotto la
direzione di Nicholas Ray,
interpretando un ragazzo con
problemi di delinquenza,
alcolismo e rissosità. Fra le scene
più famose ricordiamo l'incontro
con la graziosa Judy e col
maldestro Plato, gli scontri coi
ragazzi del quartiere, oltre alla
memorabile sequenza della corsa
letale con le automobili rubate in
riva all'oceano che lo condurranno
al tragico finale.
Oggi, a quasi sessant’anni dalla
morte del giovane attore,
vogliamo ricordarlo bello e
dannato nelle celebri foto con la

“sigaretta in mano” e con una
lunga serie di immagini
immortalate da artisti di fama
internazionale come Andy Warhol
e altri fotografi di successo.
“Sogna come se dovessi vivere per
sempre. Vivi come se dovessi
morire oggi” diceva James in uno
dei momenti di suo maggior
successo, e noi vogliamo
ricordarlo così, spavaldo e
affascinante seduttore di una
generazione, che morì come è
vissuto, di corsa.
La storica locandina del film
Gioventù Bruciata

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 21
AMATO PATRIARCA: il ritratto del rombo

Artista contemporaneo che lavora nella
frizzante Milano, studia pittura, scultura,
architettura, ma realizza anche disegni di
moda e costumi. Inizia a viaggiare sin da
giovanissimo: Parigi e poi l’Europa, ma anche
in America, Australia e Indonesia per scoprire
la sua identità di cittadino del mondo.
Amato Patriarca dipinge, disegna, inventa,
ama.
l suo linguaggio è la risultante di queste
componenti che insieme si traducono in una
carica esplosiva di colore, movimento,
energia. Egli è un artista che mette sulle sue
tele uno spartito del quotidiano, uno
spaccato della routine cittadina, delle sue
passioni, dei sogni, dell’amore, dei giochi e
dello sport che tanto ama. Amato Patriarca si
narra senza veli, impregna le sue tele di
passione e intensità, ogni gesto è vibrante,
sicuro, forte; il colore è denso di grande
brillantezza, letteralmente bagnato di luce,
espressione di un animo acuto e sensibile.
Egli avendo viaggiato molto consegna una
cronaca dettagliata di un “repertorio umano
singolare e vario, ci regala ritratti e racconti
delle città che ha visitato e che ama: da New
York a Milano, dall’Australia all’Indonesia.
Patriarca avendo percorso le strade del
mondo porta le sue opere ad essere stazioni
dove architettura, vita e spirito brillano tra i
circuiti del colore”.
Tutto nei dipinti di questo eclettico artista si
costruisce attraverso il colore, un colore

A cura di Grisca Grava

piatto, saturo ma che riesce a creare
chiaroscuri di raffinata bellezza in cui le
immagini sembrano avere movimento e
atmosfera.
Nella sua produzione si rincorrono temi
costanti e ricorrenti: le città, i ritratti, l’eros,
le carte da gioco ma anche la sua grande
passione per le gare di Formula 1 e di Moto
GP, in cui il movimento cromatico trasforma
le immagini rendendole animate e vibranti,
tanto che sembra di sentirla l’atmosfera del
Gran Premio, il rombo dei motori, la luce che
rende tutto evanescente per la calura
dell’asfalto.
Amato Patriarca è affascinato dalla velocità
ed è proprio la velocità a impregnare questi
lavori originalissimi, il gusto per il rischio, il
piacere di spingersi sino al limite delle cose
tipico dell’ambiente automobilistico, che qui
sono perfettamente rappresentati.
In tutte le opere in cui la velocità e i motori
sono gli unici protagonisti, Amato Patriarca
dipinge le sue auto sempre con la livrea del
Team Ferrari, che oltre ad essere un chiaro
richiamo alle eccellenze del Made in Italy
hanno permesso ad Amato Patriarca di dare
ai suoi lavori un respiro internazionale tanto
da essere molto apprezzato, oltre che
all’interno dei confini nazionali, moltissimo
anche all’estero. Numerose infatti le mostre
che l’artista ha tenuto all’estero nei maggiori
musei e nelle più conosciute gallerie d’arte di
tante città d’Europa e d’oltre oceano.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 22
Alfa Romeo Giulietta: un sogno divenuto realtà

Simbolo del made in Italy per una qualità
d’eccellenza, la casa automobilistica Alfa
Romeo ha dato origine oltre mezzo secolo
fa alla sua creazione principale. Si tratta
della Giulietta, un’auto che incarna
perfettamente lo stile dell’azienda,
ispirato all’unicità e all’eleganza.
Il primo tentativo di “industrialità” fa
riferimento alla berlina 1900 del periodo
post-bellico, ma la gamma Giulietta vede il
suo reale esordio con la nascita della
coupé Sprint nel 1954, anno che segna
l’inizio di una produzione non più d’élite,
ma bensì di massa.
Giulietta Sprint 1954

Gli anni Cinquanta rappresentano quindi
le fondamenta di un incredibile
“esperimento produttivo”, che deve la sua
notorietà anche al nome. Tra le varie
leggende, la più "accreditata“ narra che
l'assonanza tra "Giulietta" e "Romeo“
deriva da un principe russo che trovandosi
dinanzi a otto dirigenti dell'azienda
milanese dichiarò: «Siete otto Romeo e
nemmeno una Giulietta».
Ad ogni modo, leggende o no, la
denominazione "Alfa Romeo Giulietta" è
stata una mirabile intuizione dal punto di
vista commerciale.
Giulietta Spider 1955

Dopo una serie di modelli, il 1959 è l’anno
della Giulietta Berlina, antenata della sua
erede Giulia che nel tempo è divenuta il
capostipite delle odierne Alfa Romeo. Ma
le nuove GT sapranno reggere lo scettro
della regina degli anni Sessanta?
Le sue prestazioni di rilievo l’hanno infatti
resa un’innovazione importante, espressa
al meglio dallo slogan dell’epoca:
“Giulia: l’ha disegnata il vento”
La Giulietta rappresenta così un elemento
cardine nella storia delle automobili, dotata
di una tale bellezza da farla ribattezzare
come la “fidanzata d’Italia”.

Giulietta Sprint Speciale 1959

Giulietta Berlina 1959

“Io sono Giulietta, e sono fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni”
A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 23
Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo

1/3

Passaggio del Moto Racing a Chiusdino nel 1981

In occasione delle celebrazioni per il suo 150° anniversario, Martini & Rossi organizza, in
collaborazione con il MAUTO di Torino, una grande mostra dedicata ai successi del
Martini Racing: 45 anni di una lunga e mitica avventura, raccontata attraverso le
protagoniste che hanno segnato la storia delle competizioni motoristiche.
Martini Racing: un nome che evoca immediatamente la passione per i motori, ma anche
tecnica, innovazione e design, un marchio, un team e uno stile che occupano un posto
particolare nella storia delle competizioni automobilistiche, non solo per aver dato vita ad
una delle prime sponsorizzazioni della storia e per l’inconfondibile livrea delle vetture, ma
perché, in 45 anni di storia, il Martini Racing si è imposto in tutte le principali specialità
delle quattroruote, vantando un palamares da record: dalla Formula 1 ai massacranti
Rally, dall’Endurance al campionato tedesco DTM, la massima espressione mondiale per le
vetture Turismo.

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

La storia del Martini Racing inizia ufficialmente il 27 dicembre del 1970 quando, sul
circuito tedesco di Hockenheim, vengono svelati i colori ufficiali scelti per decorare le
Porsche 917 destinate al Mondiale Marche 1971: una serie di strisce blu, azzurre e rosse
su campo argento, un insieme cromatico che scriverà pagine indimenticabili nella storia
dell’automobilismo, una firma destinata a lasciare una traccia indelebile in tutte le
maggiori specialità del motorsport.
Da quel momento Martini Racing è stata al fianco dei marchi più famosi, Porsche, Ferrari,
Alfa Romeo, Lotus, Brabham, Lancia, Ford. Da semplice sponsor è diventato un
protagonista, un interprete di primo piano che ha sempre avuto nel suo DNA il sapore
della sfida, la voglia di sperimentare, di precorrere i tempi, di costruire il proprio successo
sul coraggio e sulla visione di lungo termine.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 24
Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo

2/3

Maurizio Cibrario, Presidente Onorario di Martini & Rossi:
“Nei suoi 150 anni di storia Martini & Rossi è sempre stata all’avanguardia
nella comunicazione. Ma moltissimo si è fatto anche nel settore dello
sport. Si cominciò, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, con
l’affiancare il ciclismo di epici Giri d’Italia; e ben presto, tra gli anni
Cinquanta e Sessanta, si pensò di creare qualcosa nell’ambito della velocità
e delle corse automobilistiche. Sul volgere degli anni Sessanta nacque
finalmente l’idea di sponsorizzare una vera e propria scuderia di corse,
impegnata nelle gare di Endurance, Formula 1, Turismo e Rally: il Martini
Racing Team. E venne spontaneo, per individuarne il logo, riprendere i
colori del Martini International Club che diedero così vita alle inconfondibili
strisce rosso-azzurro-blu del Martini Racing. Fu uno sforzo senza
precedenti, che è durato oltre quarant’anni assicurando sempre la visione
sportiva di un prodotto giovane e di successo.

Il fenomeno del Martini Racing nasce dall’idea di Vittorio e Gregorio Rossi
di Montelera di creare un team motoristico. Fu un’operazione unica nel
suo genere, e le personalità diverse dei due fratelli hanno conferito al
Gruppo elementi importanti quali la visione e la realizzazione. La scuderia
Martini Racing si è distinta soprattutto nell’ambito dei Rally, con sei
vittorie mondiali consecutive che, a cavallo tra gli anni Ottanta e
Novanta, ne hanno consacrato il mito. Tutto ciò ha portato alla creazione
di qualcosa che, se guardiamo a quel periodo con gli occhi di oggi, ci fa
parlare di “mito”. Ma un mito è tale perché tende a ritornare. Anche per
questo la mostra allestita al Museo Nazionale dell’Automobile si intitola
“MARTINI RACING. INSEGUENDO IL MITO”: perché se da una parte ci
propone la visione storica di quello che è stato, dall’altra ci offre infiniti
spunti per riaprire il discorso. E ci lancia verso un futuro dove la livrea
rosso-azzurro-blu avrà ancora un posto di primo piano.“

La mostra “MARTINI RACING, INSEGUENDO IL MITO” vuole celebrare questa
indimenticabile avventura, nei molti aspetti che l’hanno caratterizzata. A partire
dalle protagoniste: la Porsche 917, che nel 1971 ha regalato al Martini Racing la
prima vittoria nella leggendaria 24 Ore di Le Mans, alle Brabham e Lotus di
Formula 1; le Lancia, vincitrici per ben sette volte nel mondiale Rally, l’Alfa Romeo
155 DTM, la categoria regina delle gare turismo. Il tutto calato in un mondo di
immagini e filmati che ricreano tutto ciò che ha fatto del Martini Racing un modo
di stile, eleganza, coraggio: dai protagonisti e testimoni delle vittorie con i loro
segreti, dagli aspetti tecnici al design inconfondibile.

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 25
Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo

3/3

Lanciadelta 1988_safariwinner

Porsche 917_1971
Porsche 911gt3_2013

Lotus 80_1979

A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 26
Vespa Piaggio: un viaggio nella storia italiana
Era il 1946. Era l’anno in cui
nasceva un mito: la Vespa!
Un veicolo ideato per essere
destinato ad una grandissima
celebrità, grazie soprattutto al
lavoro progettuale di Enrico
Piaggio. Le grandi doti di
inventore trasmesse dal padre
Rinaldo in ambito aeronautico
sono il punto di partenza per
una produzione originale e
rivoluzionaria nel periodo del
dopoguerra, che ha visto
l’ingegnere Corradino D’Ascanio
quale
protagonista
alla
realizzazione del motociclo
nello stabilimento di Pontedera.
Il nome merita sicuramente
attenzione, coniato dallo stesso
Enrico che trovandosi davanti
ad un veicolo dalla parte
centrale molto ampia e dalla
vita stretta, esclamò:
«Sembra una vespa!»
E Vespa fu.
La presentazione al pubblico
del primo esemplare, la Vespa
98cc, suscita forte curiosità, ma
A cura della Dott.ssa Giulia Ferri

gli esperti del mercato si
dividono tra chi la reputa
un’idea geniale e chi rimane
scettico. Per far fronte alle
iniziali difficoltà, la Piaggio
decide quindi di offrire la
diffusione della Vespa alla rete
commerciale della Lancia. Negli
ultimi mesi del ‘47 la
produzione inizia così a
decollare, soprattutto con
l’uscita della Vespa 125. Il
"miracolo" Vespa diviene una
realtà affermata, che conta al
giorno d’oggi quasi 17 milioni di
unità prodotte. Il crescente
interesse anche a livello
internazionale fa della Vespa
Piaggio il prodotto italiano per
eccellenza, riconosciuto come
sinonimo di libertà.
Fenomeno di costume, la
Vespa, diretta avversaria della
Lambretta
Innocenti,
caratterizza un’intera epoca
apparendo nella letteratura e
nelle immagini pubblicitarie
come simbolo di una società

che sta cambiando. Ma è
soprattutto nel cinema che
gioca un ruolo da protagonista,
e negli anni della Dolce Vita
l’Italia viene appunto descritta
come il “Paese della Vespa”.
Irrinunciabile compagna di
viaggio, il più bel ricordo fa
risalire i nostri pensieri al 1953,
anno del film Vacanze Romane
di William Wyler, in cui la
principessa
Anna
ed
il
giornalista Bradley, interpretati
da Audrey Hepburn e Gregory
Peck, ci fanno scoprire una
meravigliosa
Roma
senza
tempo.
Un classico intramontabile
come lo è del resto la mitica
Vespa. Un connubio che è stato
addirittura celebrato con la
mostra “La Vespa e il Cinema”,
che ripercorre i momenti più
importanti tra la settima arte e
la motocicletta più famosa al
mondo, raccogliendo successo
ovunque, a testimonianza della
sua universalità.

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 27
Creathead: La creatività che fa Community

Creathead è una community
online , il luogo virtuale ideale,
una finestra sul “mondo” per
persone, agenzie e aziende che
ruotano nel mondo della
creatività per farsi conoscere e
per promuovere la propria
attività.
Questa Settimana:

Nicolo' Bugatto
Rendering 2D e 3D
“Se lo visualizzate noi possiamo
realizzarlo, se lo desiderate lo
immagineremo per voi.”
Domecgi affianca passo passo la
concretizzazione
delle
idee
trasformando intenti nel migliore
risultato possibile.
L’azienda offre un servizio
completo di produzione e postproduzione di: effetti speciali,
filmati industriali e aziendali,
previsualizzazioni architettoniche
e di impatto ambientale, motion
graphics, spot ad elevato impatto
visivo, postproduzione video.

http://domecgi.com; http://www.creathead.it/italian/creativi/rendering-2d-e-3d/bologna/5017/nicolo-bugatto

www.creathead.it info@creathead.it; Tel: 02.8435443
A cura del Dott. Paolo Ceccherini, in collaborazione con la Dott.ssa Federica Bocchino

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 28
“Reaching art” è la rubrica in
collaborazione con Artribune, dedicata ad
un approfondimento sul pensiero e le
opere degli artisti esposti nelle principali
mostre
organizzate
sul
territorio
nazionale.
Questa settimana:
Attersee / Nitsch - Duetto per Napoli
dal 1 dicembre 2013 al 1 marzo 2014
Napoli - Castel dell’Ovo
Un omaggio alla città di Napoli e un
dialogo tra Christian Ludwig, in arte
Attersee (Bratislava 1940), che ha a
lungo frequentato e ammirato il
territorio napoletano, ed Hermann
Nitsch (Vienna, 29 agosto 1938), che qui
ha trovato la sede ideale per il suo
museo. La mostra “Duetto per Napoli”
è, dunque, frutto di un sodalizio
culturale fra due artisti storici che
dialogano tra loro attraverso una
complementarietà di linguaggi (la
pittura e i suoi sconfinamenti) con una
evidente differenza iconografica. Nitsch,
membro
famoso
dell’Azionismo
viennese, il movimento che intorno agli
Anni Sessanta rappresenta (con Günter
Brus,
Otto
Mühl
e
Rudolf
Schwarzkogler) la massima tensione
espressiva della Body Art europea),
opera attraverso rituali performativi che
implicano azioni e scene di gruppo con

Nitsch - Attersee

un risultato teso a valorizzare i sensi attraverso il corpo e la
pittura. Attersee, oggi considerato uno dei massimi esponenti
della pittura oggettiva in Europa, opera anch’egli nell’ambito
pittorico che sconfina oltre la cornice, in altri linguaggi come la
musica. Teatro e musica diventano gli ambiti multimediali
attraverso cui i due artisti affermano la vitalità dell’arte e una
rinnovata energia della vita. Nitsch lavora su una ritualità aperta
verso l’arte totale; Attersee apre verso un immaginario che
coniuga uno spirito nordico e un’ironia pop. Linguaggi che
saranno ben visibili nell’esposizione a Castel dell’Ovo che
presenterà circa 60 opere dei due maestri.

A cura di Claudia Giraud
www.artribune.com

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 29
Il calendario delle Aste della settimana di ArtsLife
25 novembre – 01 dicembre
25 novembre
Arcurial Parigi Art Deco
Christie’s Hong Kong Dipinti moderni cinesi (anche il 26)
Christie’s Londra Arte russa
Christie’s Parigi Arti decorative del XX secolo e design
Dorotheum Vienna Argenti
Minerva Auctions Roma Dipinti antichi e Arte del XIX secolo
Piasa Parigi Gioielli
Sant’Agostino Torino Dipinti dell'800, del '900 e contemporanei
Sotheby’s Londra Arte russa
26 novembre
Arcurial Parigi Design
Bonhams Londra Arti decorative dal 1860
Bonhams Londra Arte greca
Christie’s Hong Kong Gioielli
Christie’s Londra Argenti, ceramiche europee, miniature (anche il 27)
Christie’s Londra Arte orientalista ed europea del XIX secolo
Christie’s Parigi La collezione di Sébastien e Nancy de la Selle
Dorotheum Vienna Jugendstil e arte applicata del XX secolo
Dorotheum Vienna Gioielli
Il Ponte Milano Gioielli, orologi, Fashion Vintage (anche il 27 e il 28)
Minerva Auctions Roma Gioielli, Orologi e Argenti
Pandolfini Firenze Stampe e Disegni dal secolo XVI al secolo XX e Libri Antichi
Piasa Parigi La collezione di Robert Altmann di arte cubana del dopoguerra
Piasa Parigi Arte moderna e contemporanea, arte greca
Sant’Agostino Torino Arredi, argenti, orologi e gioielli
Sotheby’s Hong Kong Snuff Bottles dalla collezione di Mary & George Bloch (Part
VII)
Sotheby’s Londra Arte russa (Day Sale)
Sotheby’s Londra Oggetti d’arte russa, Fabergé e icone
Sotheby’s Milano Arte Moderna e Contemporanea (anche il 27)
Sotheby’s Parigi Libri e manoscritti

www.artslife.com
A cura di ArtsLife, portale di critica ed economia dell’arte

Sotheby’s Parigi Arti decorative del XX secolo e design
Tajan Parigi Arte orientale
27 novembre
Bonhams Londra Arte russa
Christie’s Hong Kong Ceramiche cinesi e oggetti d’arte
Christie’s Hong Kong Orologi
Christie’s Hong Kong La collezione R.F.A Riesco di ceramiche cinesi
Christie’s Hong Kong Porcellane imperiali cinesi: tesori da una collezione privata
americana
Christie’s Londra Gioielli
Dorotheum Vienna Arte contemporanea - Parte I
Pandolfini Firenze Argenti, gioielli e orologi da polso
Sotheby’s Londra Musica, manoscritti e libri continentali
28 novembre
Bloomsbury Londra Libri, manoscritti e opere su carta
Dorotheum Vienna Arte contemporanea - Parte II
Dorotheum Vienna Arte moderna
Pandolfini Firenze Mobili e arredi, dipinti antichi e dipinti del secolo XIX
Porro & C. Milano Dipinti Antichi
Porro & C. Milano Opere d'arte Moderna e Contemporanea
Sotheby’s Pechino Maestri moderni: da Rembrandt a Picasso (fino al 1 dicembre)
29 novembre
Dorotheum Vienna Orologi da polso e da tasca
Farsetti Prato Disegni, Dipinti, Sculture, Grafica, Arte Contemporanea (anche il 30)
Piasa Parigi Arte asiatica
30 novembre
Bloomsbury Londra Mappe antiche
Farsetti Prato Arte Moderna
Meeting Art Vercelli Opere dell'arte Moderna e Contemporanea
1 dicembre
Meeting Art Vercelli Opere dell'arte Moderna e Contemporanea
Meeting Art Vercelli 40 opere di Bruno Landi
Sotheby’s Pechino Arte moderna e contemporanea cinese

www.artslife.com/tv
ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 30
Banca MPS presenta:
Arte, Cultura e Creatività Al Tempo Della Crisi

Banca Monte dei Paschi di Siena

…Il potere non è nella forza, ma nella conoscenza…
A. Gramsci
Le industrie culturali rappresentano un insieme variegato ed in forte
evoluzione, del quale non è semplice tracciare i confini.

Arte, Cultura e Creatività al Tempo della Crisi
La classificazione delle industrie culturali
Economia, creatività e cultura al tempo della crisi

I numeri della cultura in Italia
Il crowdfunding come finanziamento alternativo

Interverranno:
Francesco Fanti, Responsabile Area Private Banking, Banca Monte dei
Paschi di Siena
Paolo Cuccia, Presidente Gambero Rosso Holding S.p.A. (Gambero
Rosso), Presidente Artribune s.r.l.
Paola Gribaudo, Curatore editoriale, Chevalier de l’Ordre des Arts et
des Lettres
Luca Fiorito, Docente di Economia, Università degli Studi di Palermo
Paolo Ceccherini, Area Research e Investor Relations, Banca Monte
dei Paschi di Siena

Venerdì 13 Dicembre 2013
ore 6:00 p.m.

Luiss Guido Carli
Roma, Viale Pola 12 - Aula n. 13

Al termine del convegno seguirà un brindisi di saluti

Info: 0577-298424

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 31
L’Appuntamento In Evidenza Della Settimana

Mohsen Taasha Wahidi
MAIN d13 | one KaBuL (...) two TESsin [THE RIVERS]
21 Novembre 2013 – 26 Gennaio 2014
Theca Gallery – Lugano

Mohsen Taasha Wahidi – In the Seventh Sky
Acquarello e argilla su carta, 32x615 cm
Opera esposta a dOCUMENTA13 (KASSEL, Germania 2012)

Mohsen Taasha Wahidi è un giovane artista afghano appartenente alla minoranza
etnica degli Hazara. Si è diplomato al National Art Institute of Afghanistan e nel 2010
ha vinto il National Contemporary Prize dell’Afghanistan.
Ci sono tre fiumi importanti nella vita di Mohsen Taasha Wahidi: il Kabul, che da il
nome alle sua città natale, il Meno, che bagna il lembo di terra attorno a Kassel
(Germania) dove si è tenuta la sua mostra più importante, dOCUMENTA13, e il Ticino.
Quest’ultimo è il fiume che dà il nome all’omonimo cantone in cui ha sede Theca
Gallery, a Lugano, dove si tiene la sua mostra personale [The Rivers]. L’esposizione,
curata dal gallerista stesso, Andrea Carlo Alpini, raccoglie opere prodotte tra il 2009 e il
2013 dal giovane artista afghano.
La finalità della mostra è triplice. Da una parte dare una retrospettiva al collezionismo
svizzero e internazionale dei migliori lavori dell’artista, dall’altra parte è volta alla
produzione del primo catalogo ragionato sull’artista, e infine riprendere il rapporto
dell’arte contemporanea con la storia attraverso alcuni elementi. Tra questi fattori si
segnalano l’importanza della figura di Alighiero Boetti e il suo rapporto con
l’Afghanistan e la scrittura, e poi il rapporto con le radici letterarie, ovvero la poesia “I
Fiumi” di Giuseppe Ungaretti, in cui il poeta ripercorre la propria storia in molteplici
bagni nei fiumi della sua vita.

A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini, direttore Theca Gallery di Lugano

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 32
…nel prossimo numero…

Lunedì 02 dicembre:

…Arte Sacra…

http://it.wikipedia.org/wiki/Giudizio_universale_(Michelangelo)

ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013

pag. 33
CONTATTI
Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations
Alessandro Santoni, PhD
Email: alessandro.santoni@banca.mps.it
Tel:+39 0577-293753

Autori della Pubblicazione
Paolo Ceccherini
Responsabile Art Weekly Report
Email: paolo.ceccherini@banca.mps.it
Tel:+39 0577-29-8424

Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio e il Dott. Claudio Coniglio per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report
I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider.

Vuoi ricevere gratuitamente via Email l’Art Weekly Report?

DISCLAIMER: La presente analisi è stata predisposta esclusivamente a fini d’informazione. Il presente documento non costituisce offerta o invito alla
vendita o all’acquisto di titoli o di qualsivoglia altro bene, esercizio o attività in esso descritti, né potrà costituire la base di alcun contratto. Nessun
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affidamento che possa esservi fatto da alcuno. Banca Monte dei Paschi non si assume alcun impegno a fornire al destinatario alcun accesso ad
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stessa, potrà essere contattato direttamente in relazione alle presenti informazioni.
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  • 1. …“The Art of Automobile”… 25 Novembre 2013 n.180 Sotheby’s: 1955 Lincoln Indianapolis Concept Car Area Research e Investor Relations Monte dei Paschi di Siena Seguici anche su
  • 2. Nero su Bianco Per essere forti ed essere vincenti, bisogna arrivare a prendere la bandiera a schiaffi Marco Simoncelli Marco Simoncelli A cura del Dott. Paolo Ceccherini ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 2
  • 3. Andamento mensile del Mps Art Market Value Index degli ultimi tre anni (25/11/2010 – 25/11/2013) 170 +65.4% 150 +50.4% 130 Matrice di correlazione (X): MPS Index Vs. S&P 500 (Y): MPS Index Vs. FTSE Mib 110 90 -10.6% X +84.5% 70 50 Y +32.2% 30 Mps Art Market Value FTSE Mib S&P 500 Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider. Il rendimento espresso dall’MPS Art Market Value Index resta superiore agli altri due indici considerati, raggiungendo nel triennio la performance del +65.4%, rispetto al +50.4% dello S&P500 e al dato del -10.6% di Piazza Affari. Con riferimento alle performance dei 3 indici dall’inizio dell’anno (01/01/2013) ad oggi, si registrano le seguenti variazioni: miglior performer il MPS Art Market Value Index (+46.1%) seguito dal S&P500 (+23.5%), chiude il Ftse Mib (+15.5%). L’analisi mensile del MPS Art Market Value Index* mostra negli ultimi tre anni (Novembre 2010 – Novembre 2013) una correlazione con il Ftse Mib** diretta (+32,2%); rimane positiva la correlazione con il principale indice del mercato americano S&P 500, il cui dato aggiornato sull’ultima settimana si attesta a: +84.5%. * Indice costruito su un paniere di 10 società quotate su mercati finanziari internazionali e operanti nel comparto artistico, ponderato per le capitalizzazioni medie giornaliere; l’indice è espresso in dollari poiché il fatturato del mercato artistico è realizzato prevalentemente in tale valuta (principio di competenza territoriale). ** Tutti e tre gli indici sono espressi in dollari Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 3
  • 4. Andamento settimanale del Mps Art Market Value Index (dal 18/11/2013 al 22/11/2013) 103 In salita il FTSE Mib (+1.16%). l’indice Ftsemib, pur risultando tra i più deboli nella seduta di venerdì, è riuscito comunque a chiudere la settimana con un rialzo. Al suo interno spicca il deciso rialzo di Ferragamo che chiude le ultime cinque seduta con un guadagno di quasi il 9% dopo i positivi conti trimestrali. Misto l’andamento invece del comparto bancario. In salita l’ S&P 500 (+0.37%). Si chiude la settima settimana consecutiva in positivo per i principali indici, la miglior serie consecutiva di rialzi da quasi tre anni. In attesa di conoscere le future mosse della Fed sembra ancora prevalere l’ottimismo tra gli operatori che si sta traducendo anche in un deciso calo della volatilità (indice Vix prossimo al 12%). A livello settoriale la seduta di venerdì ha visto prevalere gli acquisti sui comparti health care e media, mentre si è mosso in controtendenza il comparto tecnologico trainato al ribasso da Intel. + 1.63% +1.16% 101 +0.37% 99 97 18/11/2013 apertura lunedì 19/11/13 20/11/13 Mps Art Market Value 21/11/13 S&P 500 22/11/13 Prezzo di chiusura venerdì Ftse Mib Fonte: Il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti da info provider. Cristie’s, Hong Kong, CHU TEH-CHUN, Untitled, venduto a 9,1 milioni di dollari Settimana positiva per il Mps Art Market Value Index (+1.63%). Tra le aste della settimana spicca l’asian Contemporary art e l’asta sulle automobili con risultati importanti: - per Christie’s ottimi risultati per l’asta “Asian 20th Century & Contemporary Art (Evening Sale)” battuta ad Hong Kong, ha realizzato oltre $ 121 milioni di dollari. - per Sotheby’s eccezionali risultati nell’asta ” Art of the Automobile”, presentata a New York il 21 Novembre realizzando $ 62,797,500. Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 4
  • 5. Andamento semestrale del Mps Art Global Painting Index negli ultimi sette anni (01/01/2006 – 30/06/2013) MPS Global Painting Art Index (in $) 400 350 300 250 200 150 100 50 0 Confronto 1H13 vs 1H12 -18,4%  I risultati consuntivi del I semestre 2013 mostrano un lieve calo rispetto al precedente semestre e dopo la fase di assestamento degli ultimi 3 anni: il MPS Global Painting Index è in diminuzione del -18,4 % su a.p.  Il mercato resta ancora lontano dal picco del 2008, favorito dal boom dell’arte contemporanea e dall’effetto valuta, e la ripresa sembra oggi ostacolata nei segmenti a maggior capitalizzazione: MPS Art Prewar Index (-35,3% su a.p.) e Mps Art Post war Index (4,6% su a.p.) in ribasso nonostante i record mondiali di questo semestre. Fonte: il grafico è frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste.  Il catalogo fa la differenza: la clientela è molto più attenta ed esigente rispetto alla fase euforica del 2008. Bene le opere di qualità, a conferma di un pubblico orientato per i capolavori di rilevanza storica.  Il rafforzamento del $ sulla sterlina, ha influito negativamente sulla performance complessiva dell’indice globale, anche se l’effetto è stato parzialmente compensato dalla crescita dell’Euro. Per poter accedere a tutti i lavori sul mercato dell’arte visita il sito: http://www.mps.it/Investor+Relations/ResearchAnalisis/Settori/MercatoArte/default.htm ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 5
  • 6. Automobili in Asta Erano passati oltre dieci anni dall’ultima importante asta di automobili a Manhattan, ma i $62,797,500 di fatturato realizzati il 21 Novembre con Art of the Automobile, l’asta presentata da Sotheby’s e RM Auctions, leader globale nel campo delle aste automobilistiche attivo dal 1976, sono una testimonianza dell’interesse di un gran numero di collezionisti. Hanno partecipato, infatti, compratori provenienti da 17 paesi diversi, un 15% dei quali non avevano mai partecipato prima ad un’asta di automobili; venduto il 93% dei lotti da un catalogo composto da 31 automobili in grado di raccontare oltre un secolo di storia dell’automobilismo e del design, 2 motocicli e anche 7 pezzi d’arte. 16 lotti hanno superato il milione di dollari di aggiudicazione e ben 11 sono stati i nuovi record mondiali raggiunti. Ha realizzato il nuovo record di vendita, con un’aggiudicazione da $14,300,000, la Ferrari 250 LM del 1964, top lot dell’asta. Stimata tra i $12,000,000 – 15,000,000, questa Ferrari è il ventiquattresimo esemplare dei soli 32 prodotti, con un motore V12 da 320 cavalli, montato in posizione centrale. E’ stata un auto da corsa di successo nelle competizioni dell’epoca, fino a classificarsi ottava alla 24h di Dayton, nel 1968. 1/2 La Ferrari 250 LM era stata progettata per sostituire un altro modello di Ferrari, anch’esso presente in asta e tra le migliori aggiudicazioni di questa vendita, la Ferrari 250 GT SWB “Competition” Berlinetta Speciale, del 1959. Aggiudicata per $7,040,000 (stima iniziale $6,500,000 — 8,500,000), la sua carrozzeria era stata disegnata da Giorgetto Giugiaro e realizzata dalla Carrozzeria Bertone, su commissione di Enrico Wax; in questo modello erano state introdotte una serie di cifre stilistiche che sono diventate caratteristiche di diversi modelli negli anni successivi. Sono state sei in totale le Ferrari proposte in quest’asta, inclusa una Ferrari 108 Testarossa nella versione “giocattolo”, uno dei cinque esemplari prodotti per i giovanissimi appassionati di automobilismo della fine degli anni ’50. La Ferrari 108 Testarossa rappresenta uno dei pezzi per bambini realizzato con il più alto standard qualitativo, prodotto da Modena Ferrarina Italia; ha l’aspetto e le caratteristiche di una 250 Testarossa, solo in scala ridotta. Assemblata a mano e con i migliori componenti, ha un motore elettrico da 180 watt e 0,3 cavalli di potenza, nonostante sia nata per essere utilizzata da bambini. Era stata distribuita da Luigi Chinetti Motors, di New York, l’unico importatore di Ferrari negli Stati Uniti attivo in quegli anni; stimata $50,000-75,000, è stata aggiudicata per $126,500. FERRARI 250 GT SWB "COMPETITION" BERLINETTA SPECIALE, 1959 Coachwork by Carrozzeria Bertone Design by Giorgetto Giugiaro Chassis no. 1739GT Engine no. 1739 www.sothebys.com A cura della Dott.ssa Manuela Porcu ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 6
  • 7. Automobili in Asta Una sola delle Ferrari proposte è rimasta invenduta, la F310 B, auto da corsa del 1997, guidata dal sette volte campione del mondo Michael Schumacher e da Eddie Irvine, stimata $750,000 — 950,000. Oltre all’attenzione verso il design e la rarità dei modelli, è stato proposto in asta anche un focus sulla storia culturale della società newyorkese. La Cadillac Custom Limousine “The Duchess” del 1941 era stata costruita per il Duca e la Duchessa di Windsor come automobile per il loro periodo di residenza a New York; stimata $500,000 — 800,000, è rimasta invenduta. La Aston Martin DB2/4 Mk II ‘Supersonic’ del 1956, regalo del newyorkese Richard Cowell a sua moglie Gail Vanderbilt Whitney, è stata aggiudicata per $2,310,000, mentre la Brewster Park Drag del 1892, capolavoro vittoriano, posseduta da Hamilton McKown Twombly e Florence Adele Vanderbilt, che stabilirono la loro residenza nella Fifth Avenue, è stata aggiudicata per $253,000: le finiture di questo esemplare sono personalizzate nel colore della Casa dei Vanderbilt, ed è stato un pezzo particolarmente significativo per la storia della vita sociale di New York. 2/2 FERRARI 250 LM, 1964 Coachwork by Carrozzeria Scaglietti Chassis no. 6107 BREWSTER PARK DRAG, 1892 Coach 19407 Credits: Sotheby’s FERRARI 180 TESTA ROSSA CHILDREN'S CAR, 1958 www.sothebys.com A cura della Dott.ssa Manuela Porcu ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 7
  • 8. Prossimo appuntamento da Sotheby’s Milano: l’asta di Arte Contemporanea del 26 e 27 novembre Grande attesa per l’asta dei arte contemporanea che avrà luogo a Milano i prossimi 26 (ore 19) e 27 (ore 15) novembre da Sotheby’s. L’evento è importante perché fornisce le indicazioni di mercato più rilevanti per l’arte contemporanea italiana, e sarà interessante vedere se oltre ai nomi già noti, come Fontana, Manzoni, Boetti, ci saranno altri artisti in grado di influenzare il mercato nel prossimo futuro. Un nome che ha fatto registrare ottimi risultati di recente e che qui sarà presente con opere importanti è quello di Enrico Castellani. Il catalogo dell’asta è già disponibile per la consultazione online sul sito di Sotheby’s. Ci limitiamo a segnalare i lotti che dovrebbero catalizzare l’interesse dei collezionisti. Da osservare anche che ci sarà un solo monocromo di Manzoni in questa occasione, e sarà appassionante vedere come andranno le opere di altri artisti potenzialmente rilevanti come Rotelli, Accardi, Novelli. A cura del Dott. Andrea Dardi E.Castellani – Superficie bianca (1965) Stima: 290.000-300.000 euro Opera appartenente ad una collezione privata Afro – Composizione (1957) Stima: 150.000-200.000 euro Opera proveniente da una collezione privata milanese L.Fontana – Concetto spaziale, Attese (1964) Stima: 420.000600.000 eur Opera d’avanguardia, taglio blu A.Burri - Senza titolo (1952) Olio, vinavil, sabbia, sacco e collage su tela Stima: 250.000-350.000 euro Opera proveniente da una collezione privata americana e che è stata inclusa nella prima personale dell’artista nel 1953 M.Schifano – Palo Alto (1960) Stima: 150.000-200.000 euro Uno dei primi monocromi pittorici dell’artista appartenente ad una collezione privata R.Guttuso – La strada (1956) Stima: 100.000-150.000 euro Dipinto appartenente ad un ciclo di opere in cui gli uomini vengono colti nel vivo delle loro attività quotidiane in una condizione di affollata solitudine alienante ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 8
  • 9. Ford Model T: nasce la motorizzazione di massa 1/2 Da Sinistra J.Kerouac, Charlie Parker, sotto Jean-Michel Basquiat «“Costruirò un’automobile per le masse. Sarà abbastanza grande per la famiglia, ma abbastanza piccola perché possa soddisfare le esigenze di un singolo individuo. Sarà costruita con i materiali migliori, dagli uomini migliori che si possano trovare sul mercato, seguendo i progetti più semplici che la moderna ingegneria possa elaborare. Ma avrà un prezzo così basso che ogni uomo con un buon salario potrà comprarsene una e godere con la sua famiglia la benedizione di ore piacevoli nei grandi spazi aperti di Dio”. ”». (Henry Ford parlando della Ford Model T) La Ford Model T anche conosciuta semplicemente come Ford T o con il nomignolo di “Tin Lizzy” cioè lucertolina di latta (utilitaria), è l’automobile che più ha inciso sulla civiltà del XX secolo. È grazie al genio di Henry Ford (del quale il 30 luglio 2013 ricorrevano i 150 anni della sua nascita), ed a altri pochi fidati collaboratori, tra i quali occorre almeno menzionare il giovane ingegnere ungherese Joseph Galamb, l’altro ingegnere americano George Wills ed il modellista esperto in fusioni Charles Sorensen, che dalle officine di Piquette Avenue a Detroit, il 24 settembre 1908, viene sfornato il primo esemplare di Ford Model T, dando il via al primo modello di autovettura unico e standardizzato prodotto in serie. Dopo soli 11 mesi già veniva varcato il traguardo dei 10.000 esemplari prodotti; la sua A cura del Dott. Simone D’Onofrio http://it.wikipedia.org/wiki/Henry_Ford/ produzione poi aumentò esponenzialmente nel 1913 grazie all’introduzione della catena di montaggio, e nel 1918 la metà delle auto circolanti negli USA erano Ford T. La Model T nasce all’insegna della massima robustezza, semplicità ed economicità costruttiva: spaziosa per una famiglia, facile da guidare, funzionale, senza accessori superflui, prerogative irrinunciabili in un’automobile che vuole proporsi come mezzo per lo sviluppo di una motorizzazione di massa. Diceva Ford “tutto quello che non c’è non si può rompere”. Gli ultimi modelli prodotti a fine serie montavano un motore di 2900 cc che sviluppava una potenza di appena 20 CV, facendole raggiungere la “straordinaria” velocità per l’epoca di circa 70 km orari. La Model T venne offerta inizialmente sul mercato al prezzo base di 850 Dollari, una quotazione apparentemente elevata rispetto alle possibilità della classe media americana (cifra che corrispondeva più o meno alla retribuzione annuale di un maestro di scuola), ma che comunque stabiliva un nuovo parametro di riferimento sotto il profilo del rapporto qualità/prezzo. Cosa ancora più importante, la “T” rende l’automobile un sogno realizzabile e alla portata di tutti, anche e soprattutto grazie ai comodi pagamenti rateali messi a disposizione dalle rete Ford. Secondo Robert Lacey, uno dei più esperti e documentati biografi di Henry Ford, “La Model T ha trasformato un giocattolo degli europei ricchi in un diritto congenito delle masse americane, dando vita al più strano degli innamoramenti; il perenne rapporto emotivo che lega ogni ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 9
  • 10. Ford Model T: nasce la motorizzazione di massa Operai all’opera presso la catena di montaggio della fabbrica Ford di Detroit americano alla sua automobile”. Grazie a “Tin Lizzy” l’automobile cessa infatti di essere uno snobbistico e ostentatorio passatempo riservato a una ristrettissima élite di facoltosi, diventando un pratico e versatile mezzo per la mobilità individuale, alla portata di tutte le tasche e all’altezza di tutte le esigenze. Con la nascita della Model T quindi l’automobile cessa di essere solo un lussuoso mezzo di trasporto di persone, divenendo anche uno strumento per il lavoro e la professione, un fedele alleato portatore di benessere e progresso sociale, una sorta di complemento antropomorfo dell’individuo meritevole di ogni cura e attenzione. Prima autovettura concepita come modello unico e standardizzato e soprattutto costruita in serie, restò in produzione per 20 anni dal 1908 al 1928 (alla fine di quell’anno negli USA circolava un’autovettura ogni 5 abitanti, in Gran Bretagna una ogni 43, ed in Italia solo una ogni 325), raggiungendo a fine serie la cifra astronomica di 15.007.033 modelli prodotti, record superato solo nel 1972 dal Maggiolino Volkswagen. A cura del Dott. Simone D’Onofrio “Ogni cliente può ottenere una Ford T colorata di qualunque colore desideri, purché sia nero” (Henry Ford). 2/2 Pietra miliare nella storia dell’automobile e della motorizzazione su scala planetaria, la Ford Model T finirà per ricoprire anche una essenziale funzione aggregativa e sociale per la giovane nazione americana. Diceva infatti sempre Robert Lacey, “…insieme alla radio, fu la Model T che trasformò l’America da continente di agglomerati individuali in una vasta comunità”.” Trasformazione che di li a poco avrebbe, grazie allo sviluppo frenetico dei mezzi di comunicazione, ed alla produzione in serie, interessato tutto il mondo. Henry Ford Henry Ford (Dearborn, 30 luglio 1863 – Detroit, 7 aprile 1947) è stato un imprenditore statunitense. Fu uno dei fondatori della Ford Motor Company, società produttrice di automobili, ancora oggi una delle maggiori del settore negli Stati Uniti e nel mondo. Tramite essa, guadagnò un capitale stimato in 199 miliardi di dollari, cosa che lo renderebbe la nona persona più ricca della storia. Figlio di agricoltori di origine irlandese, nel 1888 si trasferì a Detroit dove venne assunto dalla società d'elettricità di Thomas Alva Edison, uno dei padri della lampadina.[3] Durante il tempo libero si dedicò alla costruzione di un'automobile con il motore a combustione interna inventato da Carl Benz e Gottlieb Daimler pochi anni prima. Il primo prototipo di quadriciclo costruito da Ford, nel garage della propria abitazione, fu sperimentato su strada il 4 giugno 1896. Fonte: http://blog.thehenryford.org/2012/03/explori ng-the-origins-of-greenfield-village/ ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 10
  • 11. Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità...Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia. ” Manifesto del Futurismo, 1909 Icone di progresso e di velocità, i moderni mezzi di trasporto, fin dalla loro comparsa nelle società industriali di fine XIX secolo-inizio XX secolo esercitano una profonda attrattiva su artisti e fotografi. Il pittore immpressionista Claude Monet realizza “Gare Saint-Lazare” nel 1877 mentre vedute di nuove città metropolitane popolano le foto in bianco e nero. Del resto già il passato conosce predecessori celebri che, affascinati dal dinamismo e dall'evoluzione della specie umana, elaborano progetti di macchine rivoluzionarie, esempio fra tutti, Leonardo da Vinci e le sue macchine rinascimentali. Nel XX secolo, innovazioni tecnologiche, industriali, scientifiche, affascinano artisti d'avanguardia, i Futuristi. Il 1909 é l'anno di nascita del movimento ad opera di Filippo Tommaso Marinetti. Nel primo manifesto viene esaltata la volontà di tagliare in maniera netta con il passato e con la tradizione a favore della vita moderna, della civiltà meccanica. A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci Non tanto l'estetica quanto il senso del movimento e la potenza dell'automobile sono fonte d'ispirazione, una velocità incontenibile capace, ad esempio, di invadere, in “velocità + paesaggio” di Giacomo Balla (1913), anche la cornice. Il secondo dopoguerra è l'inizio di una nuova società dei consumi, fondata sul benessere economico, sull'accorciarsi delle distanze fra classi sociali e su nuove esigenze di costume. Per far fronte a nuovi bisogni e nuovi desideri, alcune aziende hanno saputo fornire la giusta risposta, producendo oggetti di stile capaci di conquistare fin da subito un vasto pubblico, entrando in maniera dirompente nelle abitudini quotidiane e nell'immaginario collettivo, attraversando generazioni. 1/3 Le sportive più amate La casa automobilistica italiana Ferrari nasce nel 1939 a Modena, con la fondazione ad opera di Enzo Ferrari della Auto Avio Costruzioni. La costruzione di autovetture diventa l'attività principale solo nel 1947. Diversi i passaggi di denominazione: Auto Costruzioni Ferrari (1957), SAFAC (1960), Ferrari S.p.A. (1965). Grande fu la passione di Enzo Ferrari per le corse automobilistiche. La Ferrari S.p.A. gestisce la Scuderia Ferrari, con sede a Maranello, nella provincia di Modena. Fin dalla sua prima edizione, nel 1950, la Ferrari partecipa a tutte le edizioni del Campionato del Mondo di Formula 1. Vanta il maggior numero di successi: 15 titoli di Campione del mondo piloti, 16 titoli di Campione del mondo costruttori e 221 vittorie in un Gran Premio. Piloti famosi hanno corso per la Rossa, Tazio Nuvolari, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, Michael Schumacher, Eddie Irvine, Felipe Massa e Fernando Alonso, per citarne alcuni. Marchio ufficiale é il cavallino rampante, simbolo di coraggio e temerarietà, attribuibile a quello che l'aviatore romagnolo Francesco Baracca, distintosi nella prima guerra mondiale, faceva dipingere sulle fiancate dei suoi aerei. Nel 1923, in occasione dalla vittoria del Gran Premio del Circuito di Savio, frazione di Ravenna, la madre dell'aviatore propose a Ferrari di utilizzare, come portafortuna, il cavallino del figlio sulle sue macchine. Il marchio attuale venne realizzato nel 1945 dall'incisore milanese Eligio Gerosa, modificando il disegno del cavallo e aggiungendo lo sfondo giallo canarino, uno dei colori di Modena. Il rosso delle auto da corsa Ferrari deriva da disposizioni diffuse nel Fig. 1: Giacomo Balla, velocità+paesaggio, 1913. periodo tra le due guerre mondiali: secondo un provvedimento della Federazione Internazionale dell'Automobile, il colore rosso contraddistingueva le vetture italiane che gareggiavano in campionati automobilistici, il blu le auto francesi, il bianco le auto tedesche, il verde le auto inglesi. La Ferrari 125 S del 1947, prodotta in soli due esemplari, fu la prima autovettura a portare il nome Ferrari. Debutta al Gran Premio d'Italia nel 1948, a Torino, guidata dal francese Raymond Sommer, ottenendo un terzo posto dietro Wimille dell'Alfa Romeo e Villoresi della Maserati. Dal 1988, anno della scomparsa di Enzo Ferrari, la FIAT subentra per il 90% del pacchetto azionario. Nel 2006 la Mubadala, società finanziaria degli Emirati Arabi Uniti, promotrice della costruzione del Ferrari World ad Abu Dhabi, viene in possesso del 5% delle azioni, riacquistate nel 2010 dalla Ferrari. Nel 2013, a Shanghai, viene inaugurato il primo museo estero della Ferrari. Negli anni, la collaborazione stilistica con la Pininfarina e l'apporto di illustri progettisti e designer hanno contribuito a trasformare le autovetture Ferrari in oggetti di lusso dallo stile unico, richiesti in tutto il mondo. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 11
  • 12. Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari Fig. 2: opera di Enrico Ghinato Enrico Ghinato e Alessandro Gedda sono artisti appartenenti a generazioni diverse, li accomuna la passione per le e auto di lusso, un fascino intramontabile oggi come ieri. Classe 1955, Enrico Ghinato, autodidatta, si forma giovanissimo studiando i maestri rinascimentali e i pittori fiammighi. Dotato di un'invidiabile bravura tecnica, con un'attenzione quasi maniacale per i dettagli, Ghinato abbraccia l'iperrealismo -linguaggio diffuso negli Stati Unisti a partire dagli anni Settanta-, portandolo a estreme sperimentazioni. Le sue automobili dipinte “made in Italy” rasentano la perfezione realistica, invogliano lo spettatore a immaginare di percorrerne le linee sinuose e i dettagli di stile, richiamando l'eccitazione che solo la visione di un modello reale può provocare. Occasionalmente il suo sguardo creativo si posa su alcuni dettagli, ponendoli al centro dell'attenzione e esaltandone il design, particolari dalle sfaccettature ogni volta diverse che invogliano alla pura contemplazione. La mostra «L'auto, la forma e i riflessi», ultima fatica dell'artista presente tra il 2012 e il 2013 al MAUTO di Torino e al MEF di Modena, ha restituito allo sguardo dei visitatori uno studio accurato di volumi, colori, prospettive che da sempre rende le opere di Ghinato difficilmente eguagliabili. A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci Nello stesso periodo il Museo della Musica di Bologna lo invita a dar spazio a forme automobilistiche su un supporto dalla storia leggendaria: nasce la Fender Ferrari 50. Ghinato ha mantenuto nei diversi anni di carriera artistica un livello qualitativamente alto e raffinato; é tuttora considerato uno dei massimi esponenti dell'iperrealismo applicato al settore automobilistico. Classe 1965 , Alessandro Gedda é artista e designer di origine toscana. Nel 2010 dà vita al Design destrutturato: oggetti dall'apparente equilibrio precario poiché privi di una vera e propria struttura portante, realizzati con materiali di recupero -legno, plastica, schede elettroniche...-, sapientemente accostati o incollati. Alla serie “I Giganti” appartiene una tazza grande quasi tre metri, una matita, una coppa di champagne, una Porsche 911, lunga 4,30 metri e composta dall’assemblaggio di ben oltre 6.500 piccoli pezzi di legno, con una cerniera lunga 7 metri che unisce le due metà dell'automobile. Fig. 3: Enrico Ghinato, Fender Ferrari 50 2/3 La casa automobilistica tedesca Porsche nasce nel 1931, con la fondazione, a Stoccarda, dello studio di progettazione ed ingegneria Dr. Ing. h.c. F. Porsche Gmb. Modelli celebri: Modello 356 (1948): prima automobile prodotta in serie con il marchio Porsche, nelle versioni cabrio e coupé, oltre alla Speedster per il mercato americano. Ben presto, al motore tradizionale a 4 cilindri, con singolo albero a camme nel basamento, si affianca, solo per le versioni più sportive, un motore più complesso, con sistema di distribuzione a doppio albero a camme in testa. Un modello quest'ultimo conosciuto come Carrera, in onore della gara automobilistica Carrera Panamericana. 550 Spyder (1953): studiata appositamente per le competizioni, ha come punto di forza l'estrema leggerezza, Sarà proprio al volante di una “550” che James Dean morirà, il 30 settembre 1955, in un incidente stradale. Porsche 911 (1953): vincitrice per ben due volte del Gran Premio di Montecarlo. Nel 1975 nasce una 911 per corse su strada, la Porsche Turbo, vettura molto potente ma difficile da guidare. Problema comune a tutte le vetture turbo di prima generazione é il cosidetto “turbo lag”, un ritardo di erogazione della potenza rispetto al momento in cui viene premuto l'acceleratore, costringendo il pilota ad anticipare l'accelerata e la staccata per ottenere la potenza voluta al momento giusto. In cinquant'anni, sono state prodotte diverse serie della 911, con cilindrate sempre maggiori: 930 (per versioni turbo), 964, 993, 996, 997, Porsche 991, 997. Porsche 959: prodotta a metà degli anni Ottanta in soli 288 esemplari, vince nel 1986 la Parigi-Dakar. Porsche Boxter (1996): modello dalla tenuta di strada eccezionale grazie al posizionamento del motore subito dietro i sedili e all'interno dell'asse posteriore. E' la prima vettura della casa Porsche con raffreddamento non più ad aria ma a liquido. Da questo modello deriva il modello Cayman. Porsche Carrera GT: prodotti quasi 2000 esemplari nei primi anni XXI secolo. Porsche Cayenne (2002): prima SUV della casa, creata in collaborazione con le case automobilistiche Volkswagen e Audi. Nel 2009 viene inaugurato il Porsche Museum, nelle vicinanze della sede storica, situata nel quartiere Zuffenhausen di Stoccarda. Dal 2012, la Volkswagen possiede interamente il capitale sociale della Porsche. Il 2013 é l'anno della Porsche 918, modello dalla potenza e dalle prestazioni più elevati nella storia Porsche delle vetture di strada. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 12
  • 13. Il fascino pittorico della velocità: Porsche e Ferrari Le Porsche sono tra le passioni dell'artista, ne colleziona, soprattutto sono il soggetto principale di numerosi suoi dipinti, dal 2004 a oggi oltre un centinaio. Non solo tele. Nel 2007 celebra questa passione nell'ambito del progetto Porsche Colors, iniziativa itinerante che vede Gedda disquisire sul significato del colore accanto a Francesco Alberoni e Stefano Zecchi. Protagonista assoluta, all'interno delle diverse concessionarie coinvolte, una Porsche Cayman reale dipinta da Gedda con colori accessi e pennellate d'impulso, emotivamente vibranti. L'anno successivo, in occasione della Fiera d'arte milanese MiArt, l'auto viene innalzata con una gru sulla terrazza più alta di Milano, di fronte al Duomo. Seguiranno altre due iniziative dedicate alla Painted Art Car: I fiori di Porsche (2008) e Cayman 2010 (2010). Il fermento creativo di Gedda, alimentato dalla passione per il moderno, la tecnologia e l'antico, lo porta a un susseguirsi di sperimentazioni e progetti Nel 2011, egli dà inizio al un progetto ambizioso, Art Around the World (AAW): un container di 12 metri suddiviso in un laboratorio e in uno studio di pittura tocca i principali paesi del mondo -Russia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Sud Africa – con l'obiettivo di catturare sulla tela, la percezione immediata di diversità, emozioni, energie, colori. A cura della Dott.ssa Giuseppina Greci Nel febbraio del 2012, Gedda espone presso il Salone del Veicolo d'Epoca, Autoclassica di Milano una quarantina di opere, realizzate con la tecnica sketches, schizzi di colore: automobili in corsa, ritratti di personaggi e piloti che hanno caratterizzato il mondo dell'automobile, da Enzo Ferrari, a Ettore Bugatti, Ferruccio Lamborghini, Niki Lauda, Ayrton Senna e molti altri. La passione per la Porsche non si attenua. Qualche mese più tardi, l'artista presenta il progetto “Inseguendo un Mito”, esposizione di tele ad olio che ritraggono auto e pilotimito legati al mondo Porsche. Gedda dipinge solo durante l'estate e la primavera: «Dipingo in un'antica limonaia del Settecento che si affaccia su un parco. Dipingo solo quando torna la luce… Quando torna il sole, e quello che dipingo è totalmente diverso da quello che vedo, eppure lo stimolo arriva da quello». Nell'ottobre del 2011 l'artista varca il portale dell'Accademia d'Arte di San Pietroburgo. Si rivolge ai ragazzi, trasmette loro una profonda convinzione. L'arte é libertà interiore, attraverso di essa si ha la fortuna di liberare una visione, é convinto che il mondo appartenga veramente a chi crede nella bellezza dei propri sogni e delle passioni. E di passione si tratta quando il colore sulle sue tele dà forma alle linee sinuose di auto 3/3 Fig. 4: Alessandro Gedda, Porsche 911, legno e cerniera Fig. 5: la Porsche Cayman dipinta da Gedda viene issata sulla terrazza più alta di fronte al Duomo di Milano, in occasione di MiArt 2008. intramontabili. Sperimentazioni su modelli automobilisti di successo appassionano anche artisti stranieri. Ron Arad, designer e artista israeliano, londinese di formazione artistica, ha trovato nella distruzione delle auto d'epoca un mezzo d'espressione insolito e affascinante, celebrando in particolare la mitica Fiat 500. Nella mostra “In Reverse” al Design Museum Holon di Tel Aviv, grande successo di pubblico ha ottenuto l'installazione realizzata con sei modelli di Fiat 500, pressati come fiori appassiti fino a raggiungere uno spessore di 12 centimetri, incollati alle pareti come quadri e successivamente ultimati con il posizionamento delle ruote, anch'esse schiacciate. L'auto, oggetto funzionale della società contemporanea, viene spogliata di ogni funzione e utilizzo per simulare, le parole dell'artista ne descrivono l'intento, l'incidente di un cartone animato o il disegno di un bambino, evocazione di un'infanzia carica di creatività primordiale, irrazionale, che nella memoria di Arad assume le fattezze della Fiat Topolino Giardinetta appartenuta alla sua famiglia. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 13
  • 14. Alessandro Baricco parla di automobili e motori, ma… …alla sua maniera “Ultimo Parri è un ragazzino che diventa vecchio cercando di mettere in ordine il mondo. Ha cinque anni quando vede la prima automobile, diciannove il giorno di Caporetto, venticinque quando incontra l’amore della sua vita, e molti di più la sera che muore, in un posto lontano. Questa storia è la sua storia”. Può la storia di una vita e di un grande amore essere raccontata in un circuito automobilistico, questo succede nel romanzo “Questa storia” del poliedrico scrittore torinese Alessandro Baricco, che da sempre ci delizia con i suoi scritti carichi di passione e di amore, raccontati sempre con uno stile impareggiabile e fuori dagli schemi tradizionali, con un linguaggio non comune ma sempre scorrevole ed espressivo. Baricco riesce a scrivere “Questa storia” nella quale senza chiaramente voler banalizzare, il famoso binomio: donne e motori, gioie e dolori, trova la sua dimensione più sognante e toccante. Ultimo Parri, il protagonista del romanzo, scopre che l’unico modo per dare un senso alla vita e di darle un equilibrio è di disegnare un circuito, un circuito perfetto. Sarà compito della donna da lui amata percorrerlo curva dopo curva, a bordo di un’autovettura, una sola ed unica volta…proprio come nella vita. A cura del Dott. Simone D’Onofrio http://gruppodilettura.files.wordpress.com/2009/11/questastoria_baricco.jpg 1/2 Il romanzo che pone al centro l’automobile da corsa e le passioni che da essa scaturiscono; comincia descrivendo in maniera sognante e incantevole una delle tante gare automobilistiche che si svolgevano agli albori del ‘900: “Nei giardini del re, a pascolare nella notte provvisoriamente miti, sotto le carcasse di ferro, intorno al cuore di pistoni li aspettavano 224 AUTOMOBILI, ferme sull’erba, in un vago odore di olio e di gloria. Erano lì per correre la grande corsa, da Parigi a Madrid, giù per l’Europa, dalla nebbia al sole. Lasciarmi andare a vedere il sogno, la velocità il miracolo, non fermarmi con uno sguardo triste, questa notte lasciami vivere laggiù sull’orlo del mondo, solo questa notte, poi tornerò Ai giardini di Versailles, madame, parte la corsa dei sogni, madame, PanhardLevassor, 70 cavalli, 4 cilindri fatti di acciaio forato, come i cannoni, madame Potevano arrivare, le AUTOMOBILI, ai 140 chilometri orari, strappati a strade di terra e buche, contro ogni logica e buon senso, in un tempo in cui i treni, sulla scintillante sicurezza dei binari, arrivano con fatica ai 120”. Lo scrittore in questo breve passaggio, riesce con poche parole a farci sentire i “profumi” degli scarichi delle autovetture ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 14
  • 15. Alessandro Baricco parla di automobili e motori, ma… …alla sua maniera La prima edizione del romanzo, pubblicato nel 2005 da Fandango Libri, presenta una peculiarità: quattro diverse copertine tutte disegnate da Gianluigi Toccafondo. dell’epoca mentre ci sfrecciano davanti nelle strade polverose ed impervie, sembra di vederli e quasi di toccarli gli equipaggi, di solito sempre composti da nobili annoiati, con le cuffiette di cuoio e gli occhialetti calati sugli occhi, con i loro meccanici al seguito che dovevano faticare non poco, durante tutta la notte, per rimettere a punto quei “gioielli” della meccanica. Cosa dovevano pensare gli abitanti delle campagne dell’epoca quando vedevano transitare quei mostri di gomma ed acciaio, più rumorosi che veloci? Cosa avranno provato al passaggio di tale tecnologia che all’epoca doveva avere un non so che di fantascientifico? Il famoso scrittore francese Jules Verne, che con i suoi racconti ricchi di avventure fantastiche aveva anticipato lo sviluppo dei mezzi di trasporto sia per terra che per aria che per mare e nel sottosuolo, moriva in quel periodo, precisamente il 24 marzo del 1905, ma quanti però avevano avuto la fortuna di leggerlo? Tutto all’epoca aveva il fascino dell’ignoto i motori poi anche una aura di sacralità e di deismo! A cura del Dott. Simone D’Onofrio http://gruppodilettura.files.wordpress.com/2009/11/questastoria_baricco.jpg 2/2 Tornando al romanzo di Baricco ed il lungo percorso di vita di Ultimo Parri dall’infanzia alla morte, indirettamente evocata nelle parole dell’amante Elizaveta, saltiamo, dovendo in questo luogo parlare di motori, all’ultimo capitolo ambientato nel 1950, sullo sfondo della classicissima Mille Miglia, dove nelle mura di un’osteria ha luogo un incontro passionale tanto assurdo, quanto furtivo, mentre la Grande Corsa ha attirato tutti magneticamente a sé, stendendo un velo di mistero che verrà svelato nell’epilogo finale e ben 19 anni dopo quando Elizaveta Seller a bordo di una Jaguar… … …si appresterà a compiere l’estremo volere del fu compagno Ultimo. Il suo commento sarà: “Bravo…è stato molto bravo…”. “Per la prima volta sentiva una gran voglia di stringere Ultimo tra le braccia e di toccarlo, e di sentire il suo corpo. Non mi importa di niente, pensò, vorrei solo quello. Voglio una cosa perduta, si disse”. Infine si limitò a dire, in tono perentorio: “Distruggetelo”. Così si conclude la storia anzi “Questa storia” di Ultimo Parri, appassionato di automobili. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 15
  • 16. Collezionisti: 1/2 Un pazzo, giocoso, romantico ponte fra arte e motori incanta il Giardino delle opere di Massimo Lauro La rubrica “Collezionisti” è dedicata ad approfondire, di volta in volta, il pensiero, le scelte e le opere dei principali collezionisti d'arte contemporanea del territorio nazionale. IDENTIKIT Nome e cognome: Massimo Lauro Luogo e data di nascita: Napoli, 3 dicembre 1954 Città di residenza: Napoli Attività lavorativa: Imprenditore Stato civile: Sposato con Angela Maria Favorite; due figli, Andrea di 32 anni e Maria Elena di 30 anni. Prima opera acquistata: Un'opera di Gino De Dominicis Il Giardino dei Lauri si trova a Città della Pieve in provincia di Perugia, ed è lo spazio dedicato all’arte contemporanea creato dai collezionisti Angela e Massimo Lauro per esporre parte della loro collezione personale, attualmente comprendente circa 300 opere. La collezione Lauro, nata nel 1990, accoglie i lavori dei maggiori protagonisti della scena artistica contemporanea nazionale ed internazionale, rappresentando nel suo complesso uno straordinario percorso narrativo attraverso le ricerche più attuali nel campo delle arti visive. Spazio espositivo e dinamico, il Giardino dei Lauri è anche un’associazione no profit che intende sviluppare la sua vocazione quale centro propulsivo di rilievo internazionale per una cultura del contemporaneo in tutto il territorio umbro e toscano. Il capannone de Il Giardino dei Lauri, facciata esterna con veduta dell’opera “Untitled (Fiat 126P, Pink)" dell'artista polacco Piotr Uklanski Massimo, quando e da dove nasce il desiderio di aprire uno spazio come "Il Giardino dei Lauri"? Il Giardino dei Lauri nasce nel 2009, a Città della Pieve in provincia di Perugia. In un primo momento, voleva essere uno spazio, privato, dove collocare le opere più voluminose. Poi, però, già dopo l’installazione dei primi lavori, l’effetto mi piacque molto così decisi di aprirlo al pubblico. Di quanti pezzi è composta oggi la raccolta che trova posto al Giardino dei Lauri? Esiste una linea che ne guida il progetto espositivo? Tra esterno ed interno, ci sono circa 75 opere. Non credo si possa parlare della prevalenza di una scuola artistica particolare o di una tecnica specifica. La collezione comprende opere di diverso genere, stile, tecnica, è aperta a tutte le forme e i linguaggi dell’espressione artistica contemporanea. C’è una ricerca di giovani artisti, quello sì. Direi che l’elemento comune della collezione infatti è proprio la generazione a cui appartengono gli artisti: rientrano tutti nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Che tipo di apertura al pubblico esiste? Lo spazio è aperto al pubblico il venerdì ed il sabato, l’ingresso è gratuito. Angela e Massimo Lauro A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone www.ilgiardinodeilauri.it Oltre che al Giardino dei Lauri, dove trova posto oggi la tua collezione? Alcune opere si trovano nella casa di Napoli, altre nella casa di Città della Pieve adiacente lo spazio denominato "Il Giardino dei Lauri". Altre invece sono in deposito, in attesa di collocazione. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 16
  • 17. Collezionisti: 2/2 Un pazzo, giocoso, romantico ponte fra arte e motori incanta il Giardino delle opere di Massimo Lauro La tua collezione include opere ricollegabili alla tematica dei "Motori": Music Machine di Martin Kersels, Fiat126P di Piotr Uklanski, le lastre di alluminio di Aroon Young, la Motorbike di Vincenzo Rusciano. Descrivici ognuna di loro con un aggettivo. Quella di Kersels, posso solo dire che è di un pazzo completo. Quella di Rusciano direi che è "giocosa". Quelle di Young, sono delle "production paintings". Quella di Uklanski è romantica. Quale è il futuro della tua Collezione e quali sono i nuovi progetti che state realizzando al Giardino dei Lauri? Il futuro della collezione è la collezione, ovvero è curarla e rigenerarla, quando è possibile. Per quanto riguarda lo spazio, abbiamo diverse idee, ma al momento sono ancora in fase di valutazione. Un progetto che portiamo avanti dall’anno scorso è quello di favorire l’incontro di ragazzi e bambini con l’arte. Abbiamo creato una piccola serie di attività relative alle opere dello spazio. Più che altro è una guida per entrare in contatto con la pluralità dei linguaggi espressivi dell’arte contemporanea, stimolando l’interazione, la riflessione e il pensiero. Ci tengo a precisare che l’intento non è didattico. È solo un modo per rendere la visita degli under 18 più interessante e giocosa attraverso un coinvolgimento diretto. Vincenzo Rusciano, Untitled (Motorbike), 2006 Legno, cartone, plexiglass, metallo, stoffa, pneumatici, cm.127x190x83 L’ultima opera che hai comprato? Un’opera di Elad Lassry, giovane artista israeliano che vive a Los Angeles. A cura della Dott.ssa Marianna Agliottone www.ilgiardinodeilauri.it E' in libreria il quarto volume della collana Quaderni del collezionismo, frutto della collaborazione tra Johan & Levi e Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Una collana che raccoglie e restituisce al pubblico le conversazioni tra critici e curatori e collezionisti italiani e stranieri presso la Pinacoteca Agnelli in dieci anni di attività. I Quaderni del collezionismo mettono in luce passioni, motivazioni, approfondimenti ed evidenziano le conseguenze sociali del collezionismo contemporaneo attraverso il racconto di storie curiose e avvincenti che nascono dagli aspetti più “intimi” e “segreti” del vero collezionista, ovvero il gusto artistico, l’amore e talvolta l’ossessione per gli oggetti collezionati. In questo volume sono riuniti gli atti dei seguenti incontri: Massimo Lauro (che trovate anche in questo numero di Art Weekly Report, intervistato per la rubrica Collezionisti) in conversazione con Guido Costa, Claudio Palmigiano in conversazione con Marcella Beccaria, Enea Righi in conversazione con Marco Scotini, Lidia Berlingieri Leopardi in conversazione con Guido Costa. (m. a.) Pinacoteca Agnelli (a cura di) - Quaderni del collezionismo volume 4 Johan & Levi editore, anno 2013 Pagg. 76, € 12,00 ISBN 978-88-6010-103-7 www.johanandlevi.com ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 17
  • 18. Vernice presenta: Art of the Automobile Con questa sezione del report si è voluto interrogare alcuni tra i maggiori operatori nazionali ed internazionali del mondo dell’arte e della cultura, al fine di lasciare loro esprimere un proprio personale punto di vista sulle tendenze attuali del settore, le aspettative future. ***** La riflessione vuole essere uno “spazio libero di espressione”, consapevoli che spesso sia utile sentire voci diverse, per riconoscere meglio la propria. Ferrari 250 LM, 1964 Lotto. Venduto I risultati però non delusero il nome che portava: questo esemplare in particolare, infatti, nel 1968, fu acquistata da Guillermo Ortega e Fausto Merello, piloti della scuderia Raceco, che scelsero di portarla in gara. La 250 LM partecipò così alle 24 Ore di Daytona e Sebring, raccogliendo quale miglior risultato l’8° posto assoluto (ed il primo di categoria) alla gara di Daytona del 1968. La nota curiosa è che il primo proprietario, al contrario, un appassionato californiano di Los Angeles, la utilizzò esclusivamente su strada e la ridipinse in blu per attirare minor attenzioni da parte della polizia. 14,300,000 USD Il 10° piano di Sotheby’s a New York questa settimana si è trasformato in un vero e proprio Salone dell’auto, con l’asta tutta dedicata alle “sculture in movimento” che hanno dominato la scena automobilistica dell’ultimo secolo. Morbide, sinuose, aerodinamiche e innovative, le vetture presentate raccontano una storia di tecnologia e design. Un esempio di come la creatività umana possa raggiungere risultati straordinari quando arte e scienza si incontrano, grazie alle menti di artisti visionari come sono stati i designer del XX secolo. Protagonista indiscussa è stata la Ferrari 250 LM, 1964 che con un prezzo di aggiudicazione pari a 14.3 milioni di dollari è stato il top lot della sessione. Questo gioiello della Casa di Maranello, fece il suo debutto al Salone di Parigi del 1963. Progettata per gareggiare nelle categorie del Granturismo, fu costretta dalla Federazione Internazionale a confrontarsi con le più potenti Sport. A cura di Vernice Progetti culturali www.verniceprogetti.it www.sothebys.com/ F.M.R. TG 500 ‘TIGER’, 1960 Lotto. Venduto 137,500 USD Sotto: Lincoln INDIANAPOLIS EXCLUSIVE STUDY, 1955 Talbot-Lago T150-C SS TEARDROP CABRIOLET, 1938 Lotto. Venduto 7,150,000 USD Gli appassionati di auto da collezione non dovranno attendere molto per una nuova ed emozionante asta: il 1 dicembre Bonhams metterà in vendita la monoposto di Formula 1 guidata dal Micheal Schumacher e con la quale ha vinto il suo primo Campionato Mondiale: la Benetton-Cosworth Ford B194 del 1994. Una curiosità: chi si aggiudicherà il pezzo avrà anche la possibilità di effettuare un test sul Circuito Ascari di Ronda, in Spagna, dove la macchina si trova attualmente. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 18
  • 19. Il corsaro e la Ferrari 1/2 Il piccolo e filante bimotore executive P180 della Piaggio Aeroindustries con il logo della Scuderia Ferrari ha già i motori accesi ed è pronto a partire sulla pista di Altenburg (Germania). Aspettiamo il Campione di ritorno dal Gran Premio di Lipsia. “ Com'è andata Max?” gli chiedo. Mi guarda con gli occhi sornioni da ragazzo di periferia romana, mi mostra il trofeo e mi dice: “Andiamo a casa Comandante, torniamo a Roma!” Siamo atterrati venerdì scorso ad Altenburg nei pressi di Lipsia con il nostro Piaggio Avanti P180,. Quasi in contemporanea con il Learjet con a bordo Valentino Rossi. In questi anni i tifosi italiani si sono divisi tra lui e Valentino, suo eterno rivale. Mi sembra di cogliere anche una sfida tra le diverse tecnologie aeronautiche del Learjet americano e il P180della Piaggio: il velivolo dalle performance aerodinamiche sorprendentiin termini di velocità di crociera, altitudine di volo ed efficienza operativa che, insieme all'avveneristico design, lo rendono il più veloce ed avanzato turboelica executive del mondo. E poi che bello il cavallino rampante sulla coda di un aereo che torna a volare dopo Francesco La giustizia distributiva ““ Si ricorderà che il principio di Aristotele suona: a parità di altre cose, gli esseri umani amano esercitare le loro effettive capacità (abilità innate o acquisite) e questo piacere aumenta quanto piu la capacità è applicata o maggiore la sua complessità...esso spiega molti dei nostri più grandi desideri e spiega anche perchè preferiamo fare certe cose e non altre mediante il costante esercizio d'una qualche influenza sul flusso delle nostre azioni.” JOHN RAWLS - Una teoria della giustizia – 1971 . John Bordley Rawls (Baltimora, 21 febbraio 1921 – Lexington, 24 novembre 2002) è stato un filosofo statunitense, figura di spicco della filosofia morale e politica. È stato James Bryant Conant University Professor presso la Harvard University. Il pensiero, la giustizia distributiva: Il vero grande problema della filosofia politica è costituito, secondo John Rawls, non dalla ricerca del bene comune, ma da un'adeguata nozione di giustizia e da un'altrettanto adeguata procedura per comprendere come le nostre istituzioni possono essere più giuste. Il concetto di giusto deve essere considerato prioritario rispetto al bene nella teoria morale, e questo perché, se avviene il contrario, il rischio è quello di non riuscire più ad ottenere una definizione autonoma e indipendente di giustizia. Se è il bene ciò che conta, tutto ciò che massimizza il bene non può che essere giusto e ciò comporta spesso conseguenze moralmente pericolose e controintuitive. L'insistenza sulla priorità della giustizia è al centro della nota critica di Rawls all'utilitarismo, che volendo a tutti i costi massimizzare la felicità comune, semplice somma delle felicità individuali, può giungere a considerare legittima, in certi casi, la violazione di alcune libertà fondamentali. www.lasegolina.it/ http://www.piaggioaero.com/#/it A cura del Dott. Antonio Mangiafico ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 19
  • 20. Il corsaro e la Ferrari Baracca e che lega la Piaggio Aereo alla Ferrari, grazie alla presenza nell'attuale proprietà dell'Ing.Piero Ferrari e ad un accordo di sponsorizzazione tra le due aziende, che ha fatto del P180 l'aereo della scuderia e di Piaggio Aeroindustris lo sponsor di Felipe Massa e del campione del mondo 2007 Kimi Raikonen! Progettato dall'Ing. Alessandro Mazzoni e costruito a Genova, il P180 è attualmente l'unico aereo al mondo disegnato, sviluppato e certificato con una configurazione a tre supercici portanti (tre ali!) prodotto in serie. Il concetto ispiratore del progetto è stato la ricerca della massima efficienza aerodinamica attraverso un design innovativo che assicura notevoli vantaggi e si evidenzia nella particolarità del “musetto”, di forma continua ed affusolata, ad un flusso aerodinamico, studiato in galleria del vento, che si mantiene in gran parte “laminante”, cioè non produce resistenza all'avanzamento. Inoltre la configurazione ad eliche spingenti, cioè montate dietro l'ala principale,, permette di evitare che il flusso turbolento generato dalle eliche “disturbi” l'aerodinamica dell'ala con evidente riduzione di resistenza totale e prestazioni decisamente superiori rispetto ai velivoli ad elica “traente, che fa del P180 un “green aircraft”, grazie al consumo di combustinbile inferiore al 40% rispetto ai jet di pari dimensione. E qui battiamo il Learjet di Valentino!!! Tecnica e passione: ecco l'Italia che ci piace!! Vola bene e veloce il P180 verso casa, 2/2 attraverso la Germania e la Svizzera. Passando sul lago di Como riceviamo l'autorizzazione dai controllori svizzeri a “passare” con “Italia controllo”. “Roma controllo Foxair” li chiamo “Buongiorno Foxair. Avete Max Biagi a bordo?” mi chiedono. “Ma come avranno fatto a sapere”-dico al mio copilota-”se ha appena vinto il Gran Premio??” “Affermativo” rispondo. “Allora siete autorizzati diretti verso Ciampino. E salutateci Max!!” Che gioia!! La leggenda di Max il Corsaro, il vincente, Max l'antipatico che si becca con il giovane Valentino, Max il seduttore sempre accompagnato da donne bellissime, è iniziata quando per la prima volta sale su una moto prestata da amici, a 18 anni. Da allora nulla può fermarlo, sei titoli mondiali vinti in venti anni ai massimi livelli. Max è stato senza dubbio uno dei migliori piloti italiani di sempre e sopratutto uno dei pochi che in tempi recenti ha vinto guidando moto italiane. Le carte vincenti di Max? La grande esperienza ed uno stile di guida pulito ed essenziale, doti innate. A questo vanno aggiunte una grandissima serietà professionale ed una metodicità di lavoro quasi maniacale nella messa a punto del mezzo. Lo scorso anno dopo aver vinto il sesto titolo mondiale in superbike, a 41 anni ha deciso di dare l'addio alle corse. Grazie Corsaro per tutti i fantastici duelli e gli ottimi risultati che hai regalato al motociclismo italiano!!! www.lasegolina.it/ A cura del Dott. Antonio Mangiafico ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 20
  • 21. James Dean, l’icona ribelle di Gioventù Bruciata Nato a Marion, nello stato dell'Indiana, nel Febbraio del 1931, James Dean è l’icona ribelle simbolo delle irrequietezze giovanili dalla personalità poliedrica e a dir poco inconciliabile. Il giovane attore appare: scapestrato e riservato, intimorito ed arrogante, spaesato e audace come le macchine che guidava. Una grande costante per James: la passione per i motori, che gli ha permesso di essere l’indimenticabile protagonista della storica sequenza della corsa letale con le automobili rubate di “Gioventù bruciata”, storico film in cui il giovane adolescente Jim Stark ripercorre il preambolo della sfida in auto, irrefrenabile motivo di vita dell’attore di fama mondiale e causa della sua stessa morte il 30 settembre del 1955 in occasione della gara di Salinas, in California, dove James, perdendo il controllo della sua auto, uscirà di strada con il suo bolide metallizzato da trecento chilometri all'ora: la Porsche spyder 550, un bolide, schiantandosi contro una Ford Sedan. La sua vita e i suoi film, interpretati con una recitazione istintiva e imprevedibile, A cura della Dott.ssa Marialucia Valenti trasmettono una profonda inquietudine, alimentata dalla sua vulnerabilità, dall'ossessione della solitudine e da un'ambiguità sessuale che gli dà un fascino equivoco e febbrile. È stato il primo attore ad aver ottenuto una nomination postuma al Premio Oscar per il suo ruolo nel film: “La valle dell'Eden” vincendo inoltre, il Golden Globe per miglior attore nel 1956 e meritando la candidatura all'Oscar come miglior attore per il film: “Il Gigante”. “Gioventù bruciata” rimane però una delle più celebri interpretazioni di Dean sotto la direzione di Nicholas Ray, interpretando un ragazzo con problemi di delinquenza, alcolismo e rissosità. Fra le scene più famose ricordiamo l'incontro con la graziosa Judy e col maldestro Plato, gli scontri coi ragazzi del quartiere, oltre alla memorabile sequenza della corsa letale con le automobili rubate in riva all'oceano che lo condurranno al tragico finale. Oggi, a quasi sessant’anni dalla morte del giovane attore, vogliamo ricordarlo bello e dannato nelle celebri foto con la “sigaretta in mano” e con una lunga serie di immagini immortalate da artisti di fama internazionale come Andy Warhol e altri fotografi di successo. “Sogna come se dovessi vivere per sempre. Vivi come se dovessi morire oggi” diceva James in uno dei momenti di suo maggior successo, e noi vogliamo ricordarlo così, spavaldo e affascinante seduttore di una generazione, che morì come è vissuto, di corsa. La storica locandina del film Gioventù Bruciata ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 21
  • 22. AMATO PATRIARCA: il ritratto del rombo Artista contemporaneo che lavora nella frizzante Milano, studia pittura, scultura, architettura, ma realizza anche disegni di moda e costumi. Inizia a viaggiare sin da giovanissimo: Parigi e poi l’Europa, ma anche in America, Australia e Indonesia per scoprire la sua identità di cittadino del mondo. Amato Patriarca dipinge, disegna, inventa, ama. l suo linguaggio è la risultante di queste componenti che insieme si traducono in una carica esplosiva di colore, movimento, energia. Egli è un artista che mette sulle sue tele uno spartito del quotidiano, uno spaccato della routine cittadina, delle sue passioni, dei sogni, dell’amore, dei giochi e dello sport che tanto ama. Amato Patriarca si narra senza veli, impregna le sue tele di passione e intensità, ogni gesto è vibrante, sicuro, forte; il colore è denso di grande brillantezza, letteralmente bagnato di luce, espressione di un animo acuto e sensibile. Egli avendo viaggiato molto consegna una cronaca dettagliata di un “repertorio umano singolare e vario, ci regala ritratti e racconti delle città che ha visitato e che ama: da New York a Milano, dall’Australia all’Indonesia. Patriarca avendo percorso le strade del mondo porta le sue opere ad essere stazioni dove architettura, vita e spirito brillano tra i circuiti del colore”. Tutto nei dipinti di questo eclettico artista si costruisce attraverso il colore, un colore A cura di Grisca Grava piatto, saturo ma che riesce a creare chiaroscuri di raffinata bellezza in cui le immagini sembrano avere movimento e atmosfera. Nella sua produzione si rincorrono temi costanti e ricorrenti: le città, i ritratti, l’eros, le carte da gioco ma anche la sua grande passione per le gare di Formula 1 e di Moto GP, in cui il movimento cromatico trasforma le immagini rendendole animate e vibranti, tanto che sembra di sentirla l’atmosfera del Gran Premio, il rombo dei motori, la luce che rende tutto evanescente per la calura dell’asfalto. Amato Patriarca è affascinato dalla velocità ed è proprio la velocità a impregnare questi lavori originalissimi, il gusto per il rischio, il piacere di spingersi sino al limite delle cose tipico dell’ambiente automobilistico, che qui sono perfettamente rappresentati. In tutte le opere in cui la velocità e i motori sono gli unici protagonisti, Amato Patriarca dipinge le sue auto sempre con la livrea del Team Ferrari, che oltre ad essere un chiaro richiamo alle eccellenze del Made in Italy hanno permesso ad Amato Patriarca di dare ai suoi lavori un respiro internazionale tanto da essere molto apprezzato, oltre che all’interno dei confini nazionali, moltissimo anche all’estero. Numerose infatti le mostre che l’artista ha tenuto all’estero nei maggiori musei e nelle più conosciute gallerie d’arte di tante città d’Europa e d’oltre oceano. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 22
  • 23. Alfa Romeo Giulietta: un sogno divenuto realtà Simbolo del made in Italy per una qualità d’eccellenza, la casa automobilistica Alfa Romeo ha dato origine oltre mezzo secolo fa alla sua creazione principale. Si tratta della Giulietta, un’auto che incarna perfettamente lo stile dell’azienda, ispirato all’unicità e all’eleganza. Il primo tentativo di “industrialità” fa riferimento alla berlina 1900 del periodo post-bellico, ma la gamma Giulietta vede il suo reale esordio con la nascita della coupé Sprint nel 1954, anno che segna l’inizio di una produzione non più d’élite, ma bensì di massa. Giulietta Sprint 1954 Gli anni Cinquanta rappresentano quindi le fondamenta di un incredibile “esperimento produttivo”, che deve la sua notorietà anche al nome. Tra le varie leggende, la più "accreditata“ narra che l'assonanza tra "Giulietta" e "Romeo“ deriva da un principe russo che trovandosi dinanzi a otto dirigenti dell'azienda milanese dichiarò: «Siete otto Romeo e nemmeno una Giulietta». Ad ogni modo, leggende o no, la denominazione "Alfa Romeo Giulietta" è stata una mirabile intuizione dal punto di vista commerciale. Giulietta Spider 1955 Dopo una serie di modelli, il 1959 è l’anno della Giulietta Berlina, antenata della sua erede Giulia che nel tempo è divenuta il capostipite delle odierne Alfa Romeo. Ma le nuove GT sapranno reggere lo scettro della regina degli anni Sessanta? Le sue prestazioni di rilievo l’hanno infatti resa un’innovazione importante, espressa al meglio dallo slogan dell’epoca: “Giulia: l’ha disegnata il vento” La Giulietta rappresenta così un elemento cardine nella storia delle automobili, dotata di una tale bellezza da farla ribattezzare come la “fidanzata d’Italia”. Giulietta Sprint Speciale 1959 Giulietta Berlina 1959 “Io sono Giulietta, e sono fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni” A cura della Dott.ssa Giulia Ferri ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 23
  • 24. Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo 1/3 Passaggio del Moto Racing a Chiusdino nel 1981 In occasione delle celebrazioni per il suo 150° anniversario, Martini & Rossi organizza, in collaborazione con il MAUTO di Torino, una grande mostra dedicata ai successi del Martini Racing: 45 anni di una lunga e mitica avventura, raccontata attraverso le protagoniste che hanno segnato la storia delle competizioni motoristiche. Martini Racing: un nome che evoca immediatamente la passione per i motori, ma anche tecnica, innovazione e design, un marchio, un team e uno stile che occupano un posto particolare nella storia delle competizioni automobilistiche, non solo per aver dato vita ad una delle prime sponsorizzazioni della storia e per l’inconfondibile livrea delle vetture, ma perché, in 45 anni di storia, il Martini Racing si è imposto in tutte le principali specialità delle quattroruote, vantando un palamares da record: dalla Formula 1 ai massacranti Rally, dall’Endurance al campionato tedesco DTM, la massima espressione mondiale per le vetture Turismo. A cura della Dott.ssa Giulia Ferri La storia del Martini Racing inizia ufficialmente il 27 dicembre del 1970 quando, sul circuito tedesco di Hockenheim, vengono svelati i colori ufficiali scelti per decorare le Porsche 917 destinate al Mondiale Marche 1971: una serie di strisce blu, azzurre e rosse su campo argento, un insieme cromatico che scriverà pagine indimenticabili nella storia dell’automobilismo, una firma destinata a lasciare una traccia indelebile in tutte le maggiori specialità del motorsport. Da quel momento Martini Racing è stata al fianco dei marchi più famosi, Porsche, Ferrari, Alfa Romeo, Lotus, Brabham, Lancia, Ford. Da semplice sponsor è diventato un protagonista, un interprete di primo piano che ha sempre avuto nel suo DNA il sapore della sfida, la voglia di sperimentare, di precorrere i tempi, di costruire il proprio successo sul coraggio e sulla visione di lungo termine. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 24
  • 25. Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo 2/3 Maurizio Cibrario, Presidente Onorario di Martini & Rossi: “Nei suoi 150 anni di storia Martini & Rossi è sempre stata all’avanguardia nella comunicazione. Ma moltissimo si è fatto anche nel settore dello sport. Si cominciò, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, con l’affiancare il ciclismo di epici Giri d’Italia; e ben presto, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si pensò di creare qualcosa nell’ambito della velocità e delle corse automobilistiche. Sul volgere degli anni Sessanta nacque finalmente l’idea di sponsorizzare una vera e propria scuderia di corse, impegnata nelle gare di Endurance, Formula 1, Turismo e Rally: il Martini Racing Team. E venne spontaneo, per individuarne il logo, riprendere i colori del Martini International Club che diedero così vita alle inconfondibili strisce rosso-azzurro-blu del Martini Racing. Fu uno sforzo senza precedenti, che è durato oltre quarant’anni assicurando sempre la visione sportiva di un prodotto giovane e di successo. Il fenomeno del Martini Racing nasce dall’idea di Vittorio e Gregorio Rossi di Montelera di creare un team motoristico. Fu un’operazione unica nel suo genere, e le personalità diverse dei due fratelli hanno conferito al Gruppo elementi importanti quali la visione e la realizzazione. La scuderia Martini Racing si è distinta soprattutto nell’ambito dei Rally, con sei vittorie mondiali consecutive che, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, ne hanno consacrato il mito. Tutto ciò ha portato alla creazione di qualcosa che, se guardiamo a quel periodo con gli occhi di oggi, ci fa parlare di “mito”. Ma un mito è tale perché tende a ritornare. Anche per questo la mostra allestita al Museo Nazionale dell’Automobile si intitola “MARTINI RACING. INSEGUENDO IL MITO”: perché se da una parte ci propone la visione storica di quello che è stato, dall’altra ci offre infiniti spunti per riaprire il discorso. E ci lancia verso un futuro dove la livrea rosso-azzurro-blu avrà ancora un posto di primo piano.“ La mostra “MARTINI RACING, INSEGUENDO IL MITO” vuole celebrare questa indimenticabile avventura, nei molti aspetti che l’hanno caratterizzata. A partire dalle protagoniste: la Porsche 917, che nel 1971 ha regalato al Martini Racing la prima vittoria nella leggendaria 24 Ore di Le Mans, alle Brabham e Lotus di Formula 1; le Lancia, vincitrici per ben sette volte nel mondiale Rally, l’Alfa Romeo 155 DTM, la categoria regina delle gare turismo. Il tutto calato in un mondo di immagini e filmati che ricreano tutto ciò che ha fatto del Martini Racing un modo di stile, eleganza, coraggio: dai protagonisti e testimoni delle vittorie con i loro segreti, dagli aspetti tecnici al design inconfondibile. A cura della Dott.ssa Giulia Ferri ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 25
  • 26. Martini Racing: celebrazione dei motori e non solo 3/3 Lanciadelta 1988_safariwinner Porsche 917_1971 Porsche 911gt3_2013 Lotus 80_1979 A cura della Dott.ssa Giulia Ferri ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 26
  • 27. Vespa Piaggio: un viaggio nella storia italiana Era il 1946. Era l’anno in cui nasceva un mito: la Vespa! Un veicolo ideato per essere destinato ad una grandissima celebrità, grazie soprattutto al lavoro progettuale di Enrico Piaggio. Le grandi doti di inventore trasmesse dal padre Rinaldo in ambito aeronautico sono il punto di partenza per una produzione originale e rivoluzionaria nel periodo del dopoguerra, che ha visto l’ingegnere Corradino D’Ascanio quale protagonista alla realizzazione del motociclo nello stabilimento di Pontedera. Il nome merita sicuramente attenzione, coniato dallo stesso Enrico che trovandosi davanti ad un veicolo dalla parte centrale molto ampia e dalla vita stretta, esclamò: «Sembra una vespa!» E Vespa fu. La presentazione al pubblico del primo esemplare, la Vespa 98cc, suscita forte curiosità, ma A cura della Dott.ssa Giulia Ferri gli esperti del mercato si dividono tra chi la reputa un’idea geniale e chi rimane scettico. Per far fronte alle iniziali difficoltà, la Piaggio decide quindi di offrire la diffusione della Vespa alla rete commerciale della Lancia. Negli ultimi mesi del ‘47 la produzione inizia così a decollare, soprattutto con l’uscita della Vespa 125. Il "miracolo" Vespa diviene una realtà affermata, che conta al giorno d’oggi quasi 17 milioni di unità prodotte. Il crescente interesse anche a livello internazionale fa della Vespa Piaggio il prodotto italiano per eccellenza, riconosciuto come sinonimo di libertà. Fenomeno di costume, la Vespa, diretta avversaria della Lambretta Innocenti, caratterizza un’intera epoca apparendo nella letteratura e nelle immagini pubblicitarie come simbolo di una società che sta cambiando. Ma è soprattutto nel cinema che gioca un ruolo da protagonista, e negli anni della Dolce Vita l’Italia viene appunto descritta come il “Paese della Vespa”. Irrinunciabile compagna di viaggio, il più bel ricordo fa risalire i nostri pensieri al 1953, anno del film Vacanze Romane di William Wyler, in cui la principessa Anna ed il giornalista Bradley, interpretati da Audrey Hepburn e Gregory Peck, ci fanno scoprire una meravigliosa Roma senza tempo. Un classico intramontabile come lo è del resto la mitica Vespa. Un connubio che è stato addirittura celebrato con la mostra “La Vespa e il Cinema”, che ripercorre i momenti più importanti tra la settima arte e la motocicletta più famosa al mondo, raccogliendo successo ovunque, a testimonianza della sua universalità. ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 27
  • 28. Creathead: La creatività che fa Community Creathead è una community online , il luogo virtuale ideale, una finestra sul “mondo” per persone, agenzie e aziende che ruotano nel mondo della creatività per farsi conoscere e per promuovere la propria attività. Questa Settimana: Nicolo' Bugatto Rendering 2D e 3D “Se lo visualizzate noi possiamo realizzarlo, se lo desiderate lo immagineremo per voi.” Domecgi affianca passo passo la concretizzazione delle idee trasformando intenti nel migliore risultato possibile. L’azienda offre un servizio completo di produzione e postproduzione di: effetti speciali, filmati industriali e aziendali, previsualizzazioni architettoniche e di impatto ambientale, motion graphics, spot ad elevato impatto visivo, postproduzione video. http://domecgi.com; http://www.creathead.it/italian/creativi/rendering-2d-e-3d/bologna/5017/nicolo-bugatto www.creathead.it info@creathead.it; Tel: 02.8435443 A cura del Dott. Paolo Ceccherini, in collaborazione con la Dott.ssa Federica Bocchino ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 28
  • 29. “Reaching art” è la rubrica in collaborazione con Artribune, dedicata ad un approfondimento sul pensiero e le opere degli artisti esposti nelle principali mostre organizzate sul territorio nazionale. Questa settimana: Attersee / Nitsch - Duetto per Napoli dal 1 dicembre 2013 al 1 marzo 2014 Napoli - Castel dell’Ovo Un omaggio alla città di Napoli e un dialogo tra Christian Ludwig, in arte Attersee (Bratislava 1940), che ha a lungo frequentato e ammirato il territorio napoletano, ed Hermann Nitsch (Vienna, 29 agosto 1938), che qui ha trovato la sede ideale per il suo museo. La mostra “Duetto per Napoli” è, dunque, frutto di un sodalizio culturale fra due artisti storici che dialogano tra loro attraverso una complementarietà di linguaggi (la pittura e i suoi sconfinamenti) con una evidente differenza iconografica. Nitsch, membro famoso dell’Azionismo viennese, il movimento che intorno agli Anni Sessanta rappresenta (con Günter Brus, Otto Mühl e Rudolf Schwarzkogler) la massima tensione espressiva della Body Art europea), opera attraverso rituali performativi che implicano azioni e scene di gruppo con Nitsch - Attersee un risultato teso a valorizzare i sensi attraverso il corpo e la pittura. Attersee, oggi considerato uno dei massimi esponenti della pittura oggettiva in Europa, opera anch’egli nell’ambito pittorico che sconfina oltre la cornice, in altri linguaggi come la musica. Teatro e musica diventano gli ambiti multimediali attraverso cui i due artisti affermano la vitalità dell’arte e una rinnovata energia della vita. Nitsch lavora su una ritualità aperta verso l’arte totale; Attersee apre verso un immaginario che coniuga uno spirito nordico e un’ironia pop. Linguaggi che saranno ben visibili nell’esposizione a Castel dell’Ovo che presenterà circa 60 opere dei due maestri. A cura di Claudia Giraud www.artribune.com ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 29
  • 30. Il calendario delle Aste della settimana di ArtsLife 25 novembre – 01 dicembre 25 novembre Arcurial Parigi Art Deco Christie’s Hong Kong Dipinti moderni cinesi (anche il 26) Christie’s Londra Arte russa Christie’s Parigi Arti decorative del XX secolo e design Dorotheum Vienna Argenti Minerva Auctions Roma Dipinti antichi e Arte del XIX secolo Piasa Parigi Gioielli Sant’Agostino Torino Dipinti dell'800, del '900 e contemporanei Sotheby’s Londra Arte russa 26 novembre Arcurial Parigi Design Bonhams Londra Arti decorative dal 1860 Bonhams Londra Arte greca Christie’s Hong Kong Gioielli Christie’s Londra Argenti, ceramiche europee, miniature (anche il 27) Christie’s Londra Arte orientalista ed europea del XIX secolo Christie’s Parigi La collezione di Sébastien e Nancy de la Selle Dorotheum Vienna Jugendstil e arte applicata del XX secolo Dorotheum Vienna Gioielli Il Ponte Milano Gioielli, orologi, Fashion Vintage (anche il 27 e il 28) Minerva Auctions Roma Gioielli, Orologi e Argenti Pandolfini Firenze Stampe e Disegni dal secolo XVI al secolo XX e Libri Antichi Piasa Parigi La collezione di Robert Altmann di arte cubana del dopoguerra Piasa Parigi Arte moderna e contemporanea, arte greca Sant’Agostino Torino Arredi, argenti, orologi e gioielli Sotheby’s Hong Kong Snuff Bottles dalla collezione di Mary & George Bloch (Part VII) Sotheby’s Londra Arte russa (Day Sale) Sotheby’s Londra Oggetti d’arte russa, Fabergé e icone Sotheby’s Milano Arte Moderna e Contemporanea (anche il 27) Sotheby’s Parigi Libri e manoscritti www.artslife.com A cura di ArtsLife, portale di critica ed economia dell’arte Sotheby’s Parigi Arti decorative del XX secolo e design Tajan Parigi Arte orientale 27 novembre Bonhams Londra Arte russa Christie’s Hong Kong Ceramiche cinesi e oggetti d’arte Christie’s Hong Kong Orologi Christie’s Hong Kong La collezione R.F.A Riesco di ceramiche cinesi Christie’s Hong Kong Porcellane imperiali cinesi: tesori da una collezione privata americana Christie’s Londra Gioielli Dorotheum Vienna Arte contemporanea - Parte I Pandolfini Firenze Argenti, gioielli e orologi da polso Sotheby’s Londra Musica, manoscritti e libri continentali 28 novembre Bloomsbury Londra Libri, manoscritti e opere su carta Dorotheum Vienna Arte contemporanea - Parte II Dorotheum Vienna Arte moderna Pandolfini Firenze Mobili e arredi, dipinti antichi e dipinti del secolo XIX Porro & C. Milano Dipinti Antichi Porro & C. Milano Opere d'arte Moderna e Contemporanea Sotheby’s Pechino Maestri moderni: da Rembrandt a Picasso (fino al 1 dicembre) 29 novembre Dorotheum Vienna Orologi da polso e da tasca Farsetti Prato Disegni, Dipinti, Sculture, Grafica, Arte Contemporanea (anche il 30) Piasa Parigi Arte asiatica 30 novembre Bloomsbury Londra Mappe antiche Farsetti Prato Arte Moderna Meeting Art Vercelli Opere dell'arte Moderna e Contemporanea 1 dicembre Meeting Art Vercelli Opere dell'arte Moderna e Contemporanea Meeting Art Vercelli 40 opere di Bruno Landi Sotheby’s Pechino Arte moderna e contemporanea cinese www.artslife.com/tv ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 30
  • 31. Banca MPS presenta: Arte, Cultura e Creatività Al Tempo Della Crisi Banca Monte dei Paschi di Siena …Il potere non è nella forza, ma nella conoscenza… A. Gramsci Le industrie culturali rappresentano un insieme variegato ed in forte evoluzione, del quale non è semplice tracciare i confini. Arte, Cultura e Creatività al Tempo della Crisi La classificazione delle industrie culturali Economia, creatività e cultura al tempo della crisi I numeri della cultura in Italia Il crowdfunding come finanziamento alternativo Interverranno: Francesco Fanti, Responsabile Area Private Banking, Banca Monte dei Paschi di Siena Paolo Cuccia, Presidente Gambero Rosso Holding S.p.A. (Gambero Rosso), Presidente Artribune s.r.l. Paola Gribaudo, Curatore editoriale, Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres Luca Fiorito, Docente di Economia, Università degli Studi di Palermo Paolo Ceccherini, Area Research e Investor Relations, Banca Monte dei Paschi di Siena Venerdì 13 Dicembre 2013 ore 6:00 p.m. Luiss Guido Carli Roma, Viale Pola 12 - Aula n. 13 Al termine del convegno seguirà un brindisi di saluti Info: 0577-298424 ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 31
  • 32. L’Appuntamento In Evidenza Della Settimana Mohsen Taasha Wahidi MAIN d13 | one KaBuL (...) two TESsin [THE RIVERS] 21 Novembre 2013 – 26 Gennaio 2014 Theca Gallery – Lugano Mohsen Taasha Wahidi – In the Seventh Sky Acquarello e argilla su carta, 32x615 cm Opera esposta a dOCUMENTA13 (KASSEL, Germania 2012) Mohsen Taasha Wahidi è un giovane artista afghano appartenente alla minoranza etnica degli Hazara. Si è diplomato al National Art Institute of Afghanistan e nel 2010 ha vinto il National Contemporary Prize dell’Afghanistan. Ci sono tre fiumi importanti nella vita di Mohsen Taasha Wahidi: il Kabul, che da il nome alle sua città natale, il Meno, che bagna il lembo di terra attorno a Kassel (Germania) dove si è tenuta la sua mostra più importante, dOCUMENTA13, e il Ticino. Quest’ultimo è il fiume che dà il nome all’omonimo cantone in cui ha sede Theca Gallery, a Lugano, dove si tiene la sua mostra personale [The Rivers]. L’esposizione, curata dal gallerista stesso, Andrea Carlo Alpini, raccoglie opere prodotte tra il 2009 e il 2013 dal giovane artista afghano. La finalità della mostra è triplice. Da una parte dare una retrospettiva al collezionismo svizzero e internazionale dei migliori lavori dell’artista, dall’altra parte è volta alla produzione del primo catalogo ragionato sull’artista, e infine riprendere il rapporto dell’arte contemporanea con la storia attraverso alcuni elementi. Tra questi fattori si segnalano l’importanza della figura di Alighiero Boetti e il suo rapporto con l’Afghanistan e la scrittura, e poi il rapporto con le radici letterarie, ovvero la poesia “I Fiumi” di Giuseppe Ungaretti, in cui il poeta ripercorre la propria storia in molteplici bagni nei fiumi della sua vita. A cura del Dott. Andrea Carlo Alpini, direttore Theca Gallery di Lugano ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 32
  • 33. …nel prossimo numero… Lunedì 02 dicembre: …Arte Sacra… http://it.wikipedia.org/wiki/Giudizio_universale_(Michelangelo) ART WEEKLY – 25 NOVEMBRE 2013 pag. 33
  • 34. CONTATTI Responsabile Area Pianificazione Strategica, Research & Investor Relations Alessandro Santoni, PhD Email: alessandro.santoni@banca.mps.it Tel:+39 0577-293753 Autori della Pubblicazione Paolo Ceccherini Responsabile Art Weekly Report Email: paolo.ceccherini@banca.mps.it Tel:+39 0577-29-8424 Si ringrazia, il Dott. Simone D’Onofrio e il Dott. Claudio Coniglio per la preziosa collaborazione alla realizzazione del report I grafici sono frutto di elaborazione dell’Area Research, sulla base di dati provenienti dai siti delle principali case d’aste e dai principali infoprovider. Vuoi ricevere gratuitamente via Email l’Art Weekly Report? DISCLAIMER: La presente analisi è stata predisposta esclusivamente a fini d’informazione. Il presente documento non costituisce offerta o invito alla vendita o all’acquisto di titoli o di qualsivoglia altro bene, esercizio o attività in esso descritti, né potrà costituire la base di alcun contratto. Nessun affidamento potrà essere fatto per alcuna finalità sulle predette informazioni. Banca Monte dei Paschi non ha provveduto a verifica indipendente delle informazioni e non intende fornire alcuna dichiarazione o garanzia, esplicita o implicita, in merito all’accuratezza o completezza delle informazioni contenute nel presente documento. Nei limiti consentiti dalla legislazione vigente, la Società (inclusi suoi amministratori, partner, dipendenti, consulenti o altri soggetti) declina ogni responsabilità in relazione a qualsivoglia informazione ovvero omissione di cui al presente documento, ovvero all’eventuale affidamento che possa esservi fatto da alcuno. Banca Monte dei Paschi non si assume alcun impegno a fornire al destinatario alcun accesso ad informazioni aggiuntive ovvero ad aggiornarle o correggerle. Le presenti informazioni non potranno essere estratte, riassunte, distribuite, riprodotte o utilizzate senza il previo consenso di Banca Monte dei Paschi. La ricezione delle presenti informazioni da parte di qualsivoglia soggetto e le informazioni stesse di cui al presente documento non costituiscono, né dovranno essere ritenute come costituenti, prestazione di consulenza all’investimento a detto soggetto da parte di Banca Monte dei Paschi. In nessuna circostanza, Banca Monte dei Paschi, ovvero qualsivoglia azionista, controllata o dipendente della stessa, potrà essere contattato direttamente in relazione alle presenti informazioni.