16_10_2015, Quitidiano Nazionale. El Greco exhibition. Maria Paphiti quoted
1. Come la storia
quando diventa cinema. La caccia
a un dipinto rubato dai nazisti –
“Ritratto di Gentiluomo” di El
Greco – e recuperato dai legittimi
proprietari,eredi di una riccafami-
glia ebrea, dopo ben 70 anni. Pro-
prio come accade sul grande scher-
mo in “Woman in Gold”, film
uscito ieri nelle sale italiane, nel
quale il regista Simon Curtis narra
le vicende dell’aristocratica vien-
nese Maria Altmann (interpretata
da una straordinaria Helen Mir-
ren): anche lei insegue fino all’ulti-
mo respiro un dipinto, “La dama
in oro”, ritratto di famiglia realiz-
zata da Gustav Klimt nel 1907.
Maria Paphiti,storica dell’arte spe-
cializzata nel periodo giovanile di
El Greco e membro del comitato
scientifico della grande mostra
che aprirà a Treviso il 24 ottobre,
ha portato in Italia il capolavoro
del maestro greco che era stato se-
questrato dalla Gestapo nel 1944.
della caccia al
tesoro a lieto fine, il “Ritratto di
Gentiluomo”, era appeso nell’ele-
gante appartamento di Julius Prie-
ster, industriale ebreo viennese e
grande collezionista. In seguito
all’annessione dell’Austria alla
Germania, nel marzo del 1938 Ju-
lius Priester fuggì da Vienna insie-
me con la moglie Camilla per rag-
giungere Parigi prima e Città del
Messico dopo due anni; tutta la
sua collezione d’arte, tra cui il ri-
tratto conteso, fu portata via dai
nazisti, vittima dell’esproprio dei
beni culturali di proprietà delle fa-
miglie ebree.
Come accade nel film di Curtis –
che vanta il merito di affrontare il
tema dei beni artistici sottratti dal
Terzo Reich – alla fine della secon-
da guerra mondiale, anche Julius
Priester decise di avviare le indagi-
ni per riappropriarsi dei suoi ama-
tissimi tesori rubati da mani rapa-
ci. Le ricerche andarono avanti
per anni ma inutilmente e conti-
nuarono anche dopo la sua morte,
nel 1954. «Sì, i suoi sforzi sono sta-
ti ripresi dagli eredi e, più recente-
mente, dalla Commissione per le
opere d’arte saccheggiate in Euro-
pa (Commission for Looted Art in
Europe) per loro conto», dice Ma-
ria Paphiti.
e frammentariele informa-
zioni su “che fine avesse fatto” il
ritratto: nel 1953, la polizia federa-
le austriaca informò Priester che
la Gestapo aveva venduto il dipin-
to di El Greco a “Knoedler”, me-
diatori d’arte di New York e che,
per vie traverse, il quadro era arri-
vato negli Stati Uniti nel 1952.
«Riapparve alla mostra organizza-
ta nel 1990 a Creta, in occasione
del 450° anniversario della nascita
di Dominikos Theotokopoulos, in
arte El Greco – sottolinea la stori-
ca dell’arte –. Ma il catalogo fornì
una provenienza incompleta:
«“Ritter von Schoeller”, Vienna;
Knoedler Gallery, New York». Lo
scopo, ovviamente, era maschera-
re l’identità del dipinto e osteggiar-
ne quindi il recupero.
Ventiquattro anni dopo, nel 2014,
il “Ritratto di Gentiluomo” è stato
messo in vendita, sempre nella
Grande Mela. Ed è lì che è emersa
la sua vera origine e la Commissio-
ne, che stava conducendo le inda-
gini per conto degli eredi Priester,
ha immediatamente avviato la ri-
chiesta per farne rientrare in pos-
sesso la famiglia: imbarazzi, pat-
teggiamenti e infine, sulla base di
prove conclusive, è stato raggiun-
to un accordo. Nel marzo scorso, il
“Ritratto” trafugato dai nazisti è
stato restituito ai legittimi proprie-
tari, che lo hanno portato in In-
ghilterra, prima di lasciarlo venire
a Treviso, dove sarà mostrato per
la prima volta.
molto commovente
quando lo hanno visto per la pri-
ma volta – confida Anne Webber,
co-presidente della Commissione
–; il quadro era ancora montato
nella stessa cornice in cui si trova-
va quando era appeso sopra il co-
mò, nella sala da pranzo di casa
Priester. Ci sono voluti oltre 70 an-
ni per riunire il “Ritratto di Genti-
luono” con i suoi legittimi proprie-
tari. Siamo felici per la famiglia».
la più importante retrospettiva mai realizzata prima
in Italia dedicata a Doménikos Theotokópoulos, El Greco.
Una mostra che ha l’obiettivo di svelare al grande pubblico
l’affascinante avventura umana e artistica che il maestro
del ’500 ha vissuto nel nostro Paese. «Abbiamo voluto
proporre, con il patrocinio del Mibact, le opere meno ovvie,
più insolite eppure più peculiari per indicare la metamorfosi
di uno dei più grandi artisti del mondo mediterraneo nel
Rinascimento, e anche inediti, come il “San Demetrio” (ante
1567) e un dipinto mai mostrato prima al pubblico:
“Ritratto di Gentiluomo”, esposto in anteprima mondiale per
l’evento», anticipa Lionello Puppi, curatore della mostra.
Per la prima volta in Europa anche la “Crocifissione”
dipinta su rame, che appartiene a un importante collezionista
privato del Texas. E ancora, l’altarolo detto “Trittico di
Modena” (1567-1568 ca.), la “Guarigione del Cieco” (1573
ca.) e “L’adorazione dei Pastori” (1568-1569 ca.).
L’esposizione nasce da un progetto scientifico che si basa su
oltre 50 anni di studi di uno dei maggiori esperti al mondo di
El Greco, il professor Puppi, curatore della rassegna che
parte da Creta, l’isola in cui El Greco è nato e dove ha mosso
i primi passi come artista, passando per Venezia e Roma,
dove entrò in contatto con artisti come Tiziano e
Parmigianino, fino alla Spagna. Ed è lì che El Greco
concluse la sua carriera e la sua vita, lasciando al mondo
un’eredità che ha ispirato molti artisti. “El Greco in Italia.
Metamorfosi di un Genio” in arrivo a Treviso, nelle sale di
Casa dei Carraresi, dal 24 ottobre al 10 aprile 2016 (info
www.elgrecotreviso.it).