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N. 13 - Novembre 2013

I bilanci dell'istruzione
nei Paesi dell'Unione europea
Persone qualificate con le giuste competenze possono contribuire a far uscire i Paesi
dell'Unione europea dalla crisi economica degli ultimi anni e, benché non si possa stabilire
con certezza un legame diretto tra il livello di
finanziamento dei sistemi di istruzione e i risultati di apprendimento degli studenti, vi è un
generale convincimento che investire nell'istruzione e nella formazione di alta qualità
debba continuare ad essere una priorità. Nonostante ciò, il settore dell'istruzione non è
stato immune da misure di austerità, in particolare nei Paesi in cui il risanamento del bilancio deve essere raggiunto in breve tempo.
Lo studio "Funding of Education in Europe:
The Impact of the Economic Crisis " (Finanziamento dell'istruzione in Europa: l'impatto
della crisi economica), prodotto per la Commissione europea dalla rete Eurydice, ha analizzato i finanziamenti destinati a tutti i livelli
dell'istruzione, dalla scuola dell'infanzia all'istruzione superiore, in 35 sistemi educativi
nazionali e regionali1 dal 2000 al 2013.
In particolare si sono esaminati:

Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi,
Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia e Regno Unito. La
Germania e i Paesi Bassi non hanno fornito dati per il
periodo 2010-2012. Per il Regno Unito sono disponibili dati relativamente alla Scozia e al Galles, ma non
all'Inghilterra e all'Irlanda del Nord.
1

1. il contesto economico;
2. la spesa pubblica e l'evoluzione dei bilanci nazionali nel campo dell'istruzione;
3. l'impatto sulla remunerazione e sulla
formazione del personale;
4. i fondi per le infrastrutture educative e
per lo sviluppo delle competenze degli studenti;
5. il sostegno finanziario agli studenti e
l’educazione permanente.
La valutazione dei più recenti cambiamenti relativi alle priorità politiche e di finanziamento dell'istruzione si basa su informazioni raccolte dalla rete Eurydice ed è accompagnata da una visione delle tendenze
a lungo termine elaborata sulla base di dati
statistici disponibili in Eurostat.
1. Il contesto economico
La crisi finanziaria del 2007-2008 e la
conseguente recessione economica hanno
avuto un enorme impatto sulle finanze pubbliche in tutti i paesi europei negli ultimi cinque anni. Il Patto di stabilità e crescita impone agli Stati membri dell'Unione europea di
compiere progressi significativi verso gli obiettivi di bilancio a medio termine, limitando
il debito pubblico al 3% del prodotto interno
lordo (PIL), in modo da garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. La crisi economica ha rivelato forti disparità strutturali tra i 27 paesi dell'Unione
europea.
NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE
Servizio Studi del Senato

Changes in budgets for all education levels in constant prices (ISCED 0-6)
in 2011 compared to 2010 at constant prices

in 2012 compared to 2011 at constant 2010 prices

Increase or decrease
below 1%

Increased by more
than 5%

Decreased by more
than 5%

Increases between 1
and 5%

Decreases between 1
and 5%

Not available

Source: Eurydice

2. La spesa pubblica e l'evoluzione dei bilanci nazionali nel campo dell'istruzione
In molti Paesi dell'Unione, specie in quelli
con un rilevante debito pubblico (Irlanda,
Grecia, Italia e Portogallo), la crisi ha avuto
riflessi sui bilanci relativi al settore
dell'istruzione.
Nel 2011 e/o 2012, tagli ai budget per l'educazione sono stati effettuati in 20 paesi/regioni: in Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Portogallo, Romania, Regno
Unito (Galles) e Croazia i tagli sono stati di oltre il 5 per cento. Al contempo, nove paesi/regioni hanno aumentato i loro budget per
l'istruzione tra 1% e il 5% in termini reali (comunità francese del Belgio, Irlanda, Lettonia,
Austria, Romania, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Islanda); quattro paesi/regioni (comunità
germanofona del Belgio, Lussemburgo, Malta
novembre 2013

e Turchia) hanno avuto un aumento in termini
reali di oltre il 5%. Cipro, Portogallo, Galles,
Repubblica ceca e Slovacchia potrebbero ridurre i loro budget del settore, con percentuali
diverse, nei prossimi anni.
3. L'impatto della crisi sulla remunerazione e sulla formazione del personale
Nella maggior parte dei Paesi europei tra
il 2007 e il 2010, il numero degli insegnanti
ha generalmente seguito i cambiamenti demografici della popolazione scolastica, con
alcune eccezioni. A Cipro, in Austria, Croazia, e in misura minore in Belgio, il numero
di docenti è cresciuto, mentre il numero degli studenti è diminuito tra il 3% e il 5%. Al
contrario, in Italia e nel Regno Unito, i docenti sono diminuiti rispettivamente dello
NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE
Servizio Studi del Senato

8,5% e del 4%, mentre il numero degli studenti è continuato ad aumentare.
Durante il 2011 e il 2012, il numero di insegnanti è diminuito in un terzo dei paesi,
principalmente per una diminuzione del numero di studenti, ma anche per la riduzione
dei finanziamenti pubblici per l'istruzione. In
altri paesi o regioni, il numero di docenti è
aumentato negli ultimi anni a seguito di riforme per favorire l'inclusione di studenti con
bisogni speciali nel sistema educativo (come
in BelgioComunità fiamminga, Grecia, Slovenia e Croazia) e per l'aumento del personale di supporto alla didattica (Malta e Regno UnitoInghilterra).
Gli stipendi e le indennità del personale
scolastico sono stati ridotti o congelati in circa la metà dei paesi presi in esame. A partire dal 2010, l'effetto della recessione economica e la pressione sulle finanze pubbliche sono stati molto più pronunciati e parecchi paesi sono stati quindi costretti ad applicare tagli salariali nel settore pubblico (Irlanda, Spagna e Romania nel 2010/11, Slovenia soprattutto nel 2011/12 e Grecia, Irlanda
e Portogallo in entrambi gli anni). Gli stipendi sono stati congelati in otto paesi nel 2011
e nel 2012 (3 paesi baltici, Bulgaria, Italia,
Ungheria, Slovacchia e Croazia); anche se,
non sono stati applicati tagli veri e propri, gli
stipendi non sono stati indicizzati ai livelli di
inflazione, quindi in pratica si è ridotto il potere d'acquisto delle categorie interessate. In
quattro paesi (Repubblica Ceca, Polonia,
Slovacchia e Islanda), gli stipendi degli insegnanti sono aumentati nel 2012, a seguito
di una riforma salariale.
In diciotto paesi europei, i finanziamenti
per la formazione in servizio degli insegnanti
sono aumentati, in linea con l'obiettivo di migliorare le competenze dei docenti.
4. Le infrastrutture educative e i fondi per
lo sviluppo delle competenze digitali e
per gli studenti con specifici bisogni di
apprendimento
Le riduzioni del numero di plessi scolastici
nei due terzi degli Stati europei tra il 2010 e
il 2012 è in relazione con i cambiamenti demografici. Tuttavia in 7 paesi (Danimarca,

Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Islanda) anche la crisi finanziaria e
economica è tra i motivi principali per la fusione e la soppressione di istituzioni educative. Per quanto riguarda le università, nella
maggior parte dei paesi europei, il loro numero è rimasto stabile, ma in 4 Stati (Bulgaria, Italia, Lettonia e Lituania), gli sforzi per
controllare la spesa pubblica hanno comportato anche la riduzione del numero di istituti.
Tra il 2010 e il 2012, otto paesi europei2
hanno ridotto la spesa centrale o locale per
la costruzione, la manutenzione e la ristrutturazione di edifici scolastici come conseguenza della crisi finanziaria ed economica.
Nei restanti paesi, le spese in conto capitale
per gli istituti dell'infanzia e scolastici sono
rimaste stabili, ma in due paesi (Belgio e
Svezia) è aumentato lo stanziamento per
l'ammodernamento di edifici scolastici o per
rispondere all'aumento del numero degli
studenti. Sette paesi3 hanno ridotto i fondi
pubblici per la costruzione, la manutenzione
e la ristrutturazione di istituti universitari,
mentre tre paesi (Grecia, Polonia e Slovenia) hanno aumentato la spesa in conto capitale per l'istruzione universitaria nel 2011
e/o 2012.
I finanziamenti per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti finora sono in
gran parte sfuggiti all'impatto della crisi economica e finanziaria, ma Spagna, Cipro, Polonia e Islanda hanno contratto la spesa
pubblica relativa alle infrastrutture e agli equipaggiamenti tecnologici delle scuole a
causa della crisi economica. Il Belgio (Comunità francese) e Malta hanno invece aumentato i loro investimenti in attrezzature informatiche per le scuole. Tra il 2010 e il
2012 sia la Bulgaria che l'Italia hanno prima
diminuito e poi incrementato i fondi per le attrezzature informatiche nelle scuole.
I finanziamenti relativi ai programmi di sostegno a livello scolastico, volti a migliorare
gli apprendimenti o a ridurre la dispersione
scolastica, continuano ad essere considerati
2

Irlanda, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Regno Unito (Inghilterra e Irlanda del Nord), e
l'Islanda.
3
Bulgaria, Repubblica ceca, Irlanda, Cipro, Slovacchia, Regno Unito (Inghilterra) e Islanda.
novembre 2013
NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE
Servizio Studi del Senato

importanti; solo la Repubblica Ceca e l'Irlanda hanno diminuito gli stanziamenti relativi a
causa della necessità di ridurre la spesa
pubblica, mentre Belgio, Spagna e Norvegia
hanno di recente aumentato i loro budget
per i programmi specifici di sostegno educativo.
5. Il sostegno finanziario agli studenti e
l'educazione degli adulti
I fondi per il sostegno finanziario pubblico
agli studenti nell'Unione europea sono aumentati tra il 2000 e il 2009, soprattutto in relazione all'assistenza finanziaria prestata agli
studenti universitari, che è cresciuta percentualmente dal 13 % al 17,4 % della spesa
complessiva in materia di istruzione tra il 2001
e il 2009; in Italia si è avuto invece un incremento dei fondi più marcato a livello di istruzione primaria e secondaria4.
Invece a partire dal 2010, anche se la
maggior parte dei paesi ha mantenuto inalterate le disposizioni generali sul diritto allo studio, si è avuta in alcuni paesi una riduzione
parziale della quota di finanziamento per una
o più modalità di supporto a disposizione degli
studenti. In alcuni casi si è assistito a una riduzione del numero dei beneficiari oppure a
un decremento delle risorse a disposizione;
talvolta si sono ridotti gli assegni familiari, oppure è stata ridotta la fornitura di pasti sovvenzionati. Per i trasporti, il servizio ha per lo
più mantenuto inalterate le sue caratteristiche,
e alcuni paesi - ad esempio, Ungheria, Malta,
Romania e Slovenia - recentemente hanno
addirittura incrementato il budget a disposizione per finanziare gli spostamenti degli studenti.
Le conseguenze della crisi finanziaria ed
economica in relazione ai finanziamenti per
l'educazione degli adulti sono state diverse da
paese a paese, ma nella maggior parte dei
casi il risultato è stato il maggiore orientamento a sostegno di gruppi specifici della popolazione.
Ad esempio in alcuni paesi è diventata una
priorità garantire la partecipazione a programmi di educazione dei disoccupati di lun4

Per gli anni più recenti i dati non sono disponibili.
novembre 2013

go termine. Un altro gruppo da sostenere è
quello degli adulti che non sono in possesso
di un titolo di istruzione secondaria superiore.
Infine, alcuni paesi (come Irlanda e Germania)
stanno fornendo nuove opportunità di istruzione formale per gli adulti al fine di favorire la riqualificazione e l'aggiornamento delle loro
competenze e conoscenze.
In dieci paesi, il sostegno all'istruzione degli
adulti è aumentato sia per la creazione di
nuovi fondi sia attraverso l'uso delle risorse
del Fondo sociale europeo (FSE). Danimarca,
Irlanda, Portogallo, Slovenia, Regno Unito (Inghilterra) e Croazia stanno invece limitando il
supporto finanziario per l'apprendimento durante tutto l'arco della vita. Per l'Italia i dati relativi all'istruzione permanente non sono disponibili.
a cura di A. Sanso'

L’ultima nota breve:
Modificazioni apportate dalla Camera al decreto-legge
n. 63/2013, già licenziato
dal Senato (n. 12 - luglio
2013)

nota breve
sintesi di argomenti di attualità del Servizio Studi del
Senato
I testi sono disponibili alla
pagina:
http://www.senato.it – leggi
e documenti – dossier di
documentazione. Servizio
studi – note brevi
progetto grafico the washing machine
www.senato.it

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  • 1. N. 13 - Novembre 2013 I bilanci dell'istruzione nei Paesi dell'Unione europea Persone qualificate con le giuste competenze possono contribuire a far uscire i Paesi dell'Unione europea dalla crisi economica degli ultimi anni e, benché non si possa stabilire con certezza un legame diretto tra il livello di finanziamento dei sistemi di istruzione e i risultati di apprendimento degli studenti, vi è un generale convincimento che investire nell'istruzione e nella formazione di alta qualità debba continuare ad essere una priorità. Nonostante ciò, il settore dell'istruzione non è stato immune da misure di austerità, in particolare nei Paesi in cui il risanamento del bilancio deve essere raggiunto in breve tempo. Lo studio "Funding of Education in Europe: The Impact of the Economic Crisis " (Finanziamento dell'istruzione in Europa: l'impatto della crisi economica), prodotto per la Commissione europea dalla rete Eurydice, ha analizzato i finanziamenti destinati a tutti i livelli dell'istruzione, dalla scuola dell'infanzia all'istruzione superiore, in 35 sistemi educativi nazionali e regionali1 dal 2000 al 2013. In particolare si sono esaminati: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia e Regno Unito. La Germania e i Paesi Bassi non hanno fornito dati per il periodo 2010-2012. Per il Regno Unito sono disponibili dati relativamente alla Scozia e al Galles, ma non all'Inghilterra e all'Irlanda del Nord. 1 1. il contesto economico; 2. la spesa pubblica e l'evoluzione dei bilanci nazionali nel campo dell'istruzione; 3. l'impatto sulla remunerazione e sulla formazione del personale; 4. i fondi per le infrastrutture educative e per lo sviluppo delle competenze degli studenti; 5. il sostegno finanziario agli studenti e l’educazione permanente. La valutazione dei più recenti cambiamenti relativi alle priorità politiche e di finanziamento dell'istruzione si basa su informazioni raccolte dalla rete Eurydice ed è accompagnata da una visione delle tendenze a lungo termine elaborata sulla base di dati statistici disponibili in Eurostat. 1. Il contesto economico La crisi finanziaria del 2007-2008 e la conseguente recessione economica hanno avuto un enorme impatto sulle finanze pubbliche in tutti i paesi europei negli ultimi cinque anni. Il Patto di stabilità e crescita impone agli Stati membri dell'Unione europea di compiere progressi significativi verso gli obiettivi di bilancio a medio termine, limitando il debito pubblico al 3% del prodotto interno lordo (PIL), in modo da garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. La crisi economica ha rivelato forti disparità strutturali tra i 27 paesi dell'Unione europea.
  • 2. NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE Servizio Studi del Senato Changes in budgets for all education levels in constant prices (ISCED 0-6) in 2011 compared to 2010 at constant prices in 2012 compared to 2011 at constant 2010 prices Increase or decrease below 1% Increased by more than 5% Decreased by more than 5% Increases between 1 and 5% Decreases between 1 and 5% Not available Source: Eurydice 2. La spesa pubblica e l'evoluzione dei bilanci nazionali nel campo dell'istruzione In molti Paesi dell'Unione, specie in quelli con un rilevante debito pubblico (Irlanda, Grecia, Italia e Portogallo), la crisi ha avuto riflessi sui bilanci relativi al settore dell'istruzione. Nel 2011 e/o 2012, tagli ai budget per l'educazione sono stati effettuati in 20 paesi/regioni: in Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Portogallo, Romania, Regno Unito (Galles) e Croazia i tagli sono stati di oltre il 5 per cento. Al contempo, nove paesi/regioni hanno aumentato i loro budget per l'istruzione tra 1% e il 5% in termini reali (comunità francese del Belgio, Irlanda, Lettonia, Austria, Romania, Slovacchia, Finlandia, Svezia e Islanda); quattro paesi/regioni (comunità germanofona del Belgio, Lussemburgo, Malta novembre 2013 e Turchia) hanno avuto un aumento in termini reali di oltre il 5%. Cipro, Portogallo, Galles, Repubblica ceca e Slovacchia potrebbero ridurre i loro budget del settore, con percentuali diverse, nei prossimi anni. 3. L'impatto della crisi sulla remunerazione e sulla formazione del personale Nella maggior parte dei Paesi europei tra il 2007 e il 2010, il numero degli insegnanti ha generalmente seguito i cambiamenti demografici della popolazione scolastica, con alcune eccezioni. A Cipro, in Austria, Croazia, e in misura minore in Belgio, il numero di docenti è cresciuto, mentre il numero degli studenti è diminuito tra il 3% e il 5%. Al contrario, in Italia e nel Regno Unito, i docenti sono diminuiti rispettivamente dello
  • 3. NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE Servizio Studi del Senato 8,5% e del 4%, mentre il numero degli studenti è continuato ad aumentare. Durante il 2011 e il 2012, il numero di insegnanti è diminuito in un terzo dei paesi, principalmente per una diminuzione del numero di studenti, ma anche per la riduzione dei finanziamenti pubblici per l'istruzione. In altri paesi o regioni, il numero di docenti è aumentato negli ultimi anni a seguito di riforme per favorire l'inclusione di studenti con bisogni speciali nel sistema educativo (come in BelgioComunità fiamminga, Grecia, Slovenia e Croazia) e per l'aumento del personale di supporto alla didattica (Malta e Regno UnitoInghilterra). Gli stipendi e le indennità del personale scolastico sono stati ridotti o congelati in circa la metà dei paesi presi in esame. A partire dal 2010, l'effetto della recessione economica e la pressione sulle finanze pubbliche sono stati molto più pronunciati e parecchi paesi sono stati quindi costretti ad applicare tagli salariali nel settore pubblico (Irlanda, Spagna e Romania nel 2010/11, Slovenia soprattutto nel 2011/12 e Grecia, Irlanda e Portogallo in entrambi gli anni). Gli stipendi sono stati congelati in otto paesi nel 2011 e nel 2012 (3 paesi baltici, Bulgaria, Italia, Ungheria, Slovacchia e Croazia); anche se, non sono stati applicati tagli veri e propri, gli stipendi non sono stati indicizzati ai livelli di inflazione, quindi in pratica si è ridotto il potere d'acquisto delle categorie interessate. In quattro paesi (Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Islanda), gli stipendi degli insegnanti sono aumentati nel 2012, a seguito di una riforma salariale. In diciotto paesi europei, i finanziamenti per la formazione in servizio degli insegnanti sono aumentati, in linea con l'obiettivo di migliorare le competenze dei docenti. 4. Le infrastrutture educative e i fondi per lo sviluppo delle competenze digitali e per gli studenti con specifici bisogni di apprendimento Le riduzioni del numero di plessi scolastici nei due terzi degli Stati europei tra il 2010 e il 2012 è in relazione con i cambiamenti demografici. Tuttavia in 7 paesi (Danimarca, Italia, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Islanda) anche la crisi finanziaria e economica è tra i motivi principali per la fusione e la soppressione di istituzioni educative. Per quanto riguarda le università, nella maggior parte dei paesi europei, il loro numero è rimasto stabile, ma in 4 Stati (Bulgaria, Italia, Lettonia e Lituania), gli sforzi per controllare la spesa pubblica hanno comportato anche la riduzione del numero di istituti. Tra il 2010 e il 2012, otto paesi europei2 hanno ridotto la spesa centrale o locale per la costruzione, la manutenzione e la ristrutturazione di edifici scolastici come conseguenza della crisi finanziaria ed economica. Nei restanti paesi, le spese in conto capitale per gli istituti dell'infanzia e scolastici sono rimaste stabili, ma in due paesi (Belgio e Svezia) è aumentato lo stanziamento per l'ammodernamento di edifici scolastici o per rispondere all'aumento del numero degli studenti. Sette paesi3 hanno ridotto i fondi pubblici per la costruzione, la manutenzione e la ristrutturazione di istituti universitari, mentre tre paesi (Grecia, Polonia e Slovenia) hanno aumentato la spesa in conto capitale per l'istruzione universitaria nel 2011 e/o 2012. I finanziamenti per lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti finora sono in gran parte sfuggiti all'impatto della crisi economica e finanziaria, ma Spagna, Cipro, Polonia e Islanda hanno contratto la spesa pubblica relativa alle infrastrutture e agli equipaggiamenti tecnologici delle scuole a causa della crisi economica. Il Belgio (Comunità francese) e Malta hanno invece aumentato i loro investimenti in attrezzature informatiche per le scuole. Tra il 2010 e il 2012 sia la Bulgaria che l'Italia hanno prima diminuito e poi incrementato i fondi per le attrezzature informatiche nelle scuole. I finanziamenti relativi ai programmi di sostegno a livello scolastico, volti a migliorare gli apprendimenti o a ridurre la dispersione scolastica, continuano ad essere considerati 2 Irlanda, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Regno Unito (Inghilterra e Irlanda del Nord), e l'Islanda. 3 Bulgaria, Repubblica ceca, Irlanda, Cipro, Slovacchia, Regno Unito (Inghilterra) e Islanda. novembre 2013
  • 4. NOTA BREVE: I bilanci dell'istruzione nei Paesi UE Servizio Studi del Senato importanti; solo la Repubblica Ceca e l'Irlanda hanno diminuito gli stanziamenti relativi a causa della necessità di ridurre la spesa pubblica, mentre Belgio, Spagna e Norvegia hanno di recente aumentato i loro budget per i programmi specifici di sostegno educativo. 5. Il sostegno finanziario agli studenti e l'educazione degli adulti I fondi per il sostegno finanziario pubblico agli studenti nell'Unione europea sono aumentati tra il 2000 e il 2009, soprattutto in relazione all'assistenza finanziaria prestata agli studenti universitari, che è cresciuta percentualmente dal 13 % al 17,4 % della spesa complessiva in materia di istruzione tra il 2001 e il 2009; in Italia si è avuto invece un incremento dei fondi più marcato a livello di istruzione primaria e secondaria4. Invece a partire dal 2010, anche se la maggior parte dei paesi ha mantenuto inalterate le disposizioni generali sul diritto allo studio, si è avuta in alcuni paesi una riduzione parziale della quota di finanziamento per una o più modalità di supporto a disposizione degli studenti. In alcuni casi si è assistito a una riduzione del numero dei beneficiari oppure a un decremento delle risorse a disposizione; talvolta si sono ridotti gli assegni familiari, oppure è stata ridotta la fornitura di pasti sovvenzionati. Per i trasporti, il servizio ha per lo più mantenuto inalterate le sue caratteristiche, e alcuni paesi - ad esempio, Ungheria, Malta, Romania e Slovenia - recentemente hanno addirittura incrementato il budget a disposizione per finanziare gli spostamenti degli studenti. Le conseguenze della crisi finanziaria ed economica in relazione ai finanziamenti per l'educazione degli adulti sono state diverse da paese a paese, ma nella maggior parte dei casi il risultato è stato il maggiore orientamento a sostegno di gruppi specifici della popolazione. Ad esempio in alcuni paesi è diventata una priorità garantire la partecipazione a programmi di educazione dei disoccupati di lun4 Per gli anni più recenti i dati non sono disponibili. novembre 2013 go termine. Un altro gruppo da sostenere è quello degli adulti che non sono in possesso di un titolo di istruzione secondaria superiore. Infine, alcuni paesi (come Irlanda e Germania) stanno fornendo nuove opportunità di istruzione formale per gli adulti al fine di favorire la riqualificazione e l'aggiornamento delle loro competenze e conoscenze. In dieci paesi, il sostegno all'istruzione degli adulti è aumentato sia per la creazione di nuovi fondi sia attraverso l'uso delle risorse del Fondo sociale europeo (FSE). Danimarca, Irlanda, Portogallo, Slovenia, Regno Unito (Inghilterra) e Croazia stanno invece limitando il supporto finanziario per l'apprendimento durante tutto l'arco della vita. Per l'Italia i dati relativi all'istruzione permanente non sono disponibili. a cura di A. Sanso' L’ultima nota breve: Modificazioni apportate dalla Camera al decreto-legge n. 63/2013, già licenziato dal Senato (n. 12 - luglio 2013) nota breve sintesi di argomenti di attualità del Servizio Studi del Senato I testi sono disponibili alla pagina: http://www.senato.it – leggi e documenti – dossier di documentazione. Servizio studi – note brevi progetto grafico the washing machine www.senato.it