4. Il Rinascimento è il periodo della storia dell'arte
compreso tra il XV e il XVI secolo, che interessò
gli ambiti della pittura, della scultura e
dell'architettura e delle arti cosiddette minori.
I principi base di questa "rinascita", descritta e
celebrata da Giorgio Vasari nelle sue Vite,
furono il ritorno alle forme classiche dell'arte
romana antica, l'adozione di un metodo
"sperimentale" nello studio della natura e la
concezione dell'individuo come misura e centro
dell'universo.
Leonardo da Vinci: Uomo Vitruviano
5. Pittori, scultori e architetti si avvalsero per la prima volta di ricerche di
anatomia, ottica, matematica e geometria, trasponendone i risultati
nella loro arte.
La più rilevante novità consistette nell'elaborazione della
PROSPETTIVA LINEARE (o “matematica”) un metodo di descrizione
figurativa del reale che consente di correlare tutte le parti della
composizione artistica entro rapporti e proporzioni reciproche,
all'apparenza perfettamente rispondenti alla visione effettiva.
Raffaello:
Scuola di Atene
6. La prospettiva lineare è stata inventata per realizzare immagini
spaziali geometriche viste da un solo punto e a occhi fermi.
Si tratta di un procedimento grafico convenzionale che il cervello è in
grado di leggere e decodificare.
Vengono stabilite l'altezza della linea d'orizzonte (LO), la linea
immaginaria che passa costantemente a livello dell'occhio e la
posizione della linea di terra (LT) che è anch'essa convenzionale e
rappresenta la linea di base. Sulla linea dell'orizzonte è collocato il
punto di fuga principale P, che è la proiezione del raggio visivo
perpendicolare all'occhio dell'osservatore e il punto verso cui
convergono tutte le linee della rappresentazione grafica prospettica.
7. Copiando qualunque veduta, la linea d'orizzonte si manterrà sempre a livello
dell'occhio dell'osservatore. Così se l'osservatore copierà un veduta stando a livello
del terreno, l'orizzonte gli apparirà vicino ed egli avrà una visuale limitata;
se copierà da una altezza maggiore la linea dell'orizzonte si sposterà più lontano e la
visione sarà più ampia; se invece salirà ancora più in alto, l'orizzonte si allontanerà
ancora, consentendo una visione molto più ampia.
8. Gli artisti rinascimentali, come i
navigatori e gli esploratori loro
contemporanei, furono mossi da
spirito d'avventura e desiderio di
conoscenza: iniziarono a pensare
alla loro opera come a un
osservatorio privilegiato sul
mondo, che doveva dunque essere
raffigurato con rigore realistico.
Così, ad esempio, la
rappresentazione del paesaggio,
incentrata nella pittura precedente
sulla precisa descrizione di singoli
elementi (alberi, fiori, piante,
animali, costruzioni) considerati a
sé stanti, diede luogo a vedute
articolate ma armoniche, in cui
oggetti e personaggi sono
coordinati tra loro dalle leggi della
Francesco del Cossa: Aprile
prospettiva.
9. SCULTURA
ARCHITETTURA
PITTURA NEL PRIMO RINASCIMENTO
SVILUPPO DELLE ARTI TRA ‘400 E ‘500
IL CINQUECENTO
Michelangelo: Particolare della Creazione di Adamo
10. Agli inizi del XV secolo, tre artisti
attivi a Firenze apportarono
innovazioni destinate a provocare
il decisivo distacco dal gotico:
Lorenzo Ghiberti, Filippo
Brunelleschi e Donatello.
Lorenzo Ghiberti realizzò i due
portali (1403-1424 e 1425-1452) in
bronzo dorato del Battistero di
Firenze, in cui la rappresentazione
della profondità spaziale e la resa
realistica delle figure umane
costituiscono uno stacco netto
dalla tradizione.
Ghiberti: Storie di Isacco
11. Donatello esercitò una grande
influenza sui contemporanei per la
carica espressiva delle sue sculture,
inedita a quel tempo, e per i modelli
e canoni stilistici attinti all'arte
antica, che egli studiò
approfonditamente recandosi in
prima persona a Roma.
La celebre statua bronzea del David
fu la prima, dopo l'epoca classica,
realizzata a grandezza quasi naturale
e a tutto tondo. Le sue statue (in
marmo, legno, terracotta) e i suoi
bassorilievi, nei quali aveva
introdotto l'uso della prospettiva,
divennero punto di riferimento
fondamentale per la scultura di tutto
il Quattrocento e di buona parte del
secolo successivo.
Donatello: David
12. Filippo Brunelleschi sviluppò e codificò le leggi della prospettiva
lineare; adottò inoltre nelle sue opere architettoniche gli ordini
classici ed elaborò un metodo di costruzione e articolazione degli
spazi fondato su precise corrispondenze matematiche.
Misura e razionalità
sono espresse al
massimo grado nel suo
capolavoro, l'enorme
cupola ottagonale del
Duomo di Firenze
(iniziata nel 1436),
considerata una delle più
grandiose realizzazioni
in campo artistico e
ingegneristico di tutti i
tempi.
13. Grande figura dell’architettura rinascimentale fu Leon Battista Alberti,
architetto geniale e raffinato umanista, unì la profonda conoscenza
filologica dei testi antichi a un'eccezionale padronanza delle tecniche
costruttive e dei principi strutturali dell'architettura romana.
Nelle sue opere architettoniche, come negli importanti trattati teorici,
seppe sintetizzare tutte le innovazioni dei contemporanei germogliate sul
ceppo delle pratiche antiche.
Alberti:
Santa Maria Novella,
Firenze
14. Scenari naturalistici e figure
dalla forte carica espressiva
caratterizzano la pittura di
Masaccio, come si osserva negli
affreschi (1427 ca.) per la
Cappella Brancacci della chiesa
di Santa Maria del Carmine a
Firenze, dedicati a episodi della
vita di san Pietro.
Inoltre, nell'affresco della Trinità
(Santa Maria Novella, Firenze)
fece efficacemente ricorso alla
prospettiva, creando una
convincente illusione spaziale.
Masaccio: Trinità
15. Proseguendo nella direzione indicata da Masaccio, anche Paolo Uccello
fu particolarmente attento alle potenzialità pittoriche della prospettiva
lineare: i suoi capolavori sono le tre scene della Battaglia di San
Romano, realizzate negli anni compresi tra il 1456 e il 1460, e
commissionate da Cosimo de' Medici per celebrare la vittoria dei
fiorentini sui senesi (1432).
Nello stesso periodo, Beato Angelico seppe coniugare la perfetta
padronanza della prospettiva con un disegno molto preciso.
Paolo Uccello: Battaglia di San Romano
16. Oltre agli artisti toscani, altri contribuirono alla diffusione dei nuovi
principi e delle nuove tecniche presso diverse corti e città italiane:
a Mantova e Ferrara fu attivo il Pisanello, mentre a Venezia Jacopo
Bellini, padre dei pittori Gentile e Giovanni Bellini, diede l'avvio alla
grande tradizione della pittura veneta.
Gentile Bellini: Miracolo della Croce
17. Alla corte di Federico da Montefeltro, a Urbino, dominò la figura di
Piero della Francesca, grande pittore e autore anche di scritti teorici
sulla prospettiva e trattati di matematica.
Il suo stile geometrico e misurato riecheggia la monumentalità dell'arte
di Masaccio, ma risulta più astratto e cerebrale.
Fu Piero della Francesca inoltre a introdurre l'uso di mischiare la
tempera con la pittura a olio, carico di sviluppi futuri, ad esempio
presso i pittori fiamminghi.
Piero della Francesca: Salomone e la regina di Saba
18. Verso la fine del Quattrocento, la
tecnica della prospettiva aerea e
lineare, i nuovi canoni della
raffigurazione del paesaggio,
l'attenzione alla resa espressiva
delle presenze umane e lo studio
della composizione pittorica
trovarono ulteriore sviluppo
presso molti artisti.
A Firenze Antonio Pollaiolo e il
Verrocchio, entrambi scultori e
pittori, esplorarono le
complessità dell'anatomia
umana e tradussero il frutto di
queste ricerche nelle loro opere.
A. Pollaiolo: Ercole e l’Idra
19. Sandro Botticelli fu autore di dipinti ricchi di riferimenti mitologici
e allegorici, come ad esempio la celebre Nascita di Venere
(realizzata dopo il 1482 e conservata agli Uffizi di Firenze).
Le sue scelte iconografiche evocano "il ritorno degli antichi dei",
secondo la definizione dello studioso tedesco Aby Warburg: si
rifanno cioè a una classicità idealizzata e paganeggiante.
Botticelli: Nascita di Venere
20. Nell'Italia settentrionale i
principali pittori della seconda
metà del Quattrocento furono
Andrea Mantegna, attivo
soprattutto a Mantova, e il
veneziano Giovanni Bellini.
Tra i capolavori del Mantegna
si ricorda il Cristo morto
(dipinto intorno al
1480, Pinacoteca di
Brera, Milano) e la decorazione
a fresco della Camera degli
Sposi (1465-1474, Palazzo
Ducale, Mantova), che
interessa pareti e soffitto senza
soluzione di
continuità, eliminando Mantegna: Cristo morto
illusionisticamente il confine
tra architettura e
rappresentazione pittorica.
21. Lo stile di Giovanni Bellini –
contraddistinto da ricchezza del
modellato, costruzione della
profondità spaziale attraverso il
colore, effetti luministici vibranti –
influenzò molti pittori della
generazione successiva, quali
Sebastiano del Piombo e Giorgione.
Il frequente ricorso ad accostamenti
cromatici, in contrasto con l'enfasi
posta sul disegno dalla scuola
fiorentina, fu la caratteristica
principale della pittura veneziana.
Nella pala di San Giobbe (1488,
Gallerie dell'Accademia, Venezia),
una delle opere più raffinate di
Bellini, i colori accesi e i contorni
stemperati immergono le figure
silenziose in un'atmosfera dorata.
G. Bellini: Pala di San Giobbe
22. La fine del Quattrocento e i primi
anni del Cinquecento furono
dominati dalle figure di Leonardo e
Michelangelo.
A Firenze, nel 1501 Michelangelo
iniziava a scolpire il marmoreo
David (1501-1504, Accademia,
Firenze), che divenne presto
riferimento per tutta la scultura
posteriore.
Nella tradizione iconografica, il
David era sempre stato raffigurato
nel momento dell'azione;
Michelangelo decise invece di
rappresentare l'attimo precedente al
lancio della pietra, sottolineando
così la decisione, la scelta.
Michelangelo: David
23. Analoga attenzione alle pieghe della psicologia umana fu
all'origine, anche se all'interno di un contesto completamente
diverso, dell'affresco dell'Ultima cena (1495-1497, Santa Maria delle
Grazie, Milano) di Leonardo, in cui viene colto lo stupore degli apostoli
nell'attimo immediatamente successivo all'annuncio di Cristo che uno di
essi lo avrebbe tradito.
Leonardo da Vinci: Ultima Cena
24. La più famosa opera di Leonardo da
Vinci è la Gioconda: la donna
dall'enigmatico sorriso ritratta nel
dipinto era probabilmente Monna Lisa,
sposa del mercante Francesco del
Giocondo. Sullo sfondo di un
paesaggio di acque, boschi e rocce,
ispirato alla campagna lombarda, si
staglia una delle figure femminili più
celebri della pittura di tutti i tempi,
divenuta un simbolo dell'arte stessa e
della sua ambiguità. Studiosi, artisti,
scrittori ed esteti hanno ravvisato nel
volto della Gioconda le sembianze
della bellezza fatale, dell'eterno
femminino, dell'Androgino
primigenio, addirittura un autoritratto
dello stesso Leonardo. L'opera, che
dopo plurivoche letture conserva
intatto il suo misterioso fascino, è
Leonardo da Vinci: La Gioconda esposta al Louvre di Parigi.
25. Con l'ascesa al soglio pontificio di Giulio II, Roma divenne il più
importante centro dell'arte e dell'architettura rinascimentale. Alla
corte papale lavorarono Bramante, Michelangelo e Raffaello.
Bramante fu autore di un progetto per la nuova Basilica di San Pietro
da costruire sulle vestigia dell'antica basilica costantiniana, in cui
prevedeva pianta a croce greca dominata da una cupola centrale.
Dopo la morte di Bramante nel 1514, Michelangelo continuò l’opera
con un progetto che riprese l'idea originaria di Bramante.
Basilica di San Pietro,
Città del Vaticano
26. Nato a Urbino, Raffaello giunse a Roma nel 1508, lo stesso anno in cui
Michelangelo iniziava gli affreschi della Cappella Sistina.
Architetto e pittore, Raffaello fu incaricato di realizzare le decorazioni
delle Stanze di Giulio II, nei Palazzi Vaticani. Conosciuti in tutto il mondo
sono i suoi affreschi per la Stanza della Segnatura: la Disputa del
Sacramento, ricca di riferimenti teologici sul sacramento dell'Eucaristia, e
La scuola di Atene, che si sviluppa attorno alle due figure di Platone e
Aristotele.
Raffaello:
Disputa del
Sacramento
27. Lontano dalla capitale continuava intanto La pennellata fluida,
la grande tradizione della pittura veneta. l'armonia della
Dalla lezione di Giorgione, maestro del composizione e la classica
colore dal tratto gentile e delicato, prese serenità delle figure
avvio l'arte di Tiziano. (evidenti ad esempio in
L'Amor sacro e l'Amor
profano, 1515 ca.) sono i
segni distintivi della sua
pittura.
Tiziano eseguì anche molti
ritratti, che divennero presto
modelli indiscussi del
genere, per tutto il secolo e
per buona parte del
successivo. La tradizione
veneziana proseguì per tutto
il Cinquecento con altri
grandi artisti: Lorenzo Lotto,
Veronese e Tintoretto.
Tiziano: La Vergine col coniglio
28. A Parma fiorì il genio di Correggio, il cui nome è legato agli
splendidi cicli di affreschi della cosiddetta Camera della Badessa
(1519, refettorio del convento di San Paolo), alla decorazione
della chiesa di San Giovanni Evangelista (1520-1523) e di parte
della cupola del Duomo (1526-1529).
Pittore capace di grande efficacia
espressiva, rivelò un'approfondita
conoscenza della pittura romana
che rielaborò in uno stile
fortemente originale. La ricchezza
di temi e soggetti delle sue opere,
generalmente attinti dalla
mitologia classica, i mossi giochi
di luce, gli scorci prospettici
impostati su sorprendenti punti di
fuga preludono al rifiuto
dell'equilibrio della classicità, e
aprono la strada ai linguaggi più
lirici e decorativi tipici del
manierismo.
Correggio: Madonna di San Gerolamo
29. Il sacco di Roma del 1527 da parte delle truppe di Carlo V provocò la fuga
dalla città di numerosi artisti, tra cui Giulio Romano.
Egli si stabilì a Mantova, dove Federico Gonzaga gli commissionò la
costruzione e la decorazione di Palazzo Te (iniziate a partire dal 1527): gli
affreschi che impreziosiscono le sale del palazzo rappresentano per molti
aspetti un momento di transizione verso il manierismo.
Particolare degli affreschi della Sala di Psiche
30. Sansovino si trasferì invece a
Venezia, introducendo il
linguaggio classico
nell'architettura della città
lagunare: a lui si devono
importanti edifici in piazza
San Marco
(Zecca, Loggetta, Libreria
Marciana) e alcuni palazzi
sul Canal Grande (Palazzo
Correr, 1561).
Sansovino: Madonna del Parto
31. Il ritorno alle forme classiche, studiate con rigore filologico,
impronta tutta l'opera di Andrea Palladio.
I suoi edifici civili a Vicenza (il Palazzo della Ragione, detto Basilica
Palladiana; il Teatro Olimpico, iniziato nel 1580 e terminato da V.
Scamozzi) e le ville (Villa Barbaro a Maser, La Malcontenta, presso
Mira, 1560) divennero modelli archetipici di uno stile, il
"palladiano", che nei secoli successivi si diffuse in tutto il mondo.
Palladio: La Malcontenta
32. Nell'Europa settentrionale, nel momento in cui in Italia fiorivano
le prime manifestazioni del Rinascimento, era diffuso lo stile del
gotico internazionale. In Germania e in Francia, nelle Fiandre e
nei Paesi Bassi, la "nuova maniera" rinascimentale fu conosciuta
in ritardo e si impose in forme ibride, che risentivano della
tradizione locale, soprattutto nella rappresentazione del
paesaggio (sempre ricco di particolari) e nella resa della figura
umana.
Bruegel il Vecchio: Il banchetto nuziale
33. Nei Paesi Bassi, l'introduzione della pittura rinascimentale si deve a
Jan van Eyck.
Il suo stile, come si osserva nella celebre Pala di Gand (1432), si fonda su
una minuziosa attenzione per il mondo naturale.
Van Eyck mise a punto un sistema di prospettiva lineare diverso da quello
affermatosi in Italia, più intuitivo, riducendo al minimo l'uso della
prospettiva aerea per gli sfondi dei paesaggi.
Affascinato dagli oggetti
inanimati, dipinse opere
dalla complessa
iconografia, in cui ogni
minimo dettaglio viene
descritto con grande
precisione e rilievo.
Diversamente dalla
produzione dei maestri
italiani, nei quadri di Van
Eyck mancano del tutto i
riferimenti alla classicità.
Van Eyck: Stigmate di San Francesco
34. Il fiammingo Rogier Van der Weyden, originario delle Fiandre, si
recò invece personalmente in Italia (attorno al 1450), dove i suoi
dipinti furono apprezzati ed esercitarono qualche influsso sui
protagonisti della scuola ferrarese.
Tratto caratterizzante della sua arte, la carica espressiva dei volti e
delle figure (si veda ad esempio la Deposizione, 1435), sconosciuta
alla scuola italiana dell'epoca. Schiacciando il piano prospettico, Van
der Weyden ridusse inoltre la tridimensionalità delle figure.
Van der Weyden: Deposizione
35. Fra i più importanti pittori fiamminghi della generazione
successiva, si ricordano Dierick Bouts e Hugo van der Goes:
l'opera più famosa di quest'ultimo è il Trittico Portinari (1476,
Galleria degli Uffizi, Firenze), eseguito per un mecenate
fiorentino, decisamente lontano dalla pittura toscana
contemporanea per l'estremo realismo.
Van der Goes: Trittico Portinari
36. Molto originale fu l'opera di Hieronymus Bosch, pittore che si
colloca in posizione di netta indipendenza rispetto alla tradizione
fiamminga: il Trittico delle delizie (1510-1515 ca., Prado, Madrid)
rappresenta un mondo immaginario e surreale in cui
passato, presente e futuro si fondono in immagini da incubo.
Bosch: Trittico delle Delizie
37. Anche in Francia le novità artistiche italiane furono accolte con
una certa lentezza.
Agli inizi del XVI secolo, le idee rinascimentali iniziarono a
imporsi grazie alla presenza di molti artisti italiani alla corte di
Francesco I. Il sovrano intendeva infatti
dar vita a una grande corte,
presso il castello di
Fontainebleau (a sud-est di
Parigi), in grado di
rivaleggiare con quelle
italiane.
Tra i più noti artisti della
cosiddetta scuola di
Fontainebleau, che affermò
temi e soggetti manieristi,
furono Rosso Fiorentino,
Luca Penni e Francesco
Primaticcio, già allievo di
Giulio Romano a Mantova.
R. Fiorentino:
Matrimonio della Vergine
38. In Germania, la pittura
assorbì le nuove
tendenze del
Rinascimento italiano
fondendole
efficacemente con la
tradizione tardogotica.
L'artista più
importante del
Rinascimento tedesco
fu Albrecht Dürer,
pittore e maestro di
arti grafiche. Dürer: San girolamo e Melancholia
Le sue perfette incisioni di soggetto allegorico (quali Melancholia I e
San Girolamo nello studio, 1513-14, Louvre, Parigi) diffusero il suo
stile in tutta Europa.
I ritratti e i dipinti affollati di immagini, ricchi di dettagli e
vivacemente colorati, coniugano l'austera magnificenza dello stile
italiano a un'intensità espressiva e a una cura dei particolari tipiche
dell'arte nordeuropea.
39. Quanto all'architettura, solo verso la fine del XVI secolo venne
realizzata in Spagna una struttura completamente rinascimentale,
l'Escorial, fatto costruire da Filippo II presso Madrid.
L'austera grandiosità del complesso (composto da un monastero, un
seminario, un palazzo e una chiesa) e la totale mancanza di ornamenti
segnarono l'inizio di un nuovo stile architettonico spagnolo.
Veduta esterna e campanile dell’Escorial, Madrid