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                 GEMELLO MARCO
                 F.
                 Classe 3a E 2004-
                 2005
MIchelangelo: Giudizio Universale
MIchelangelo: La Pietà
Il Rinascimento è il periodo della storia dell'arte
     compreso tra il XV e il XVI secolo, che interessò
     gli ambiti della pittura, della scultura e
     dell'architettura e delle arti cosiddette minori.
     I principi base di questa "rinascita", descritta e
     celebrata da Giorgio Vasari nelle sue Vite,
     furono il ritorno alle forme classiche dell'arte
     romana antica, l'adozione di un metodo
     "sperimentale" nello studio della natura e la
     concezione dell'individuo come misura e centro
     dell'universo.


Leonardo da Vinci: Uomo Vitruviano
Pittori, scultori e architetti si avvalsero per la prima volta di ricerche di
anatomia, ottica, matematica e geometria, trasponendone i risultati
nella loro arte.
La più rilevante novità consistette nell'elaborazione della
PROSPETTIVA LINEARE (o “matematica”) un metodo di descrizione
figurativa del reale che consente di correlare tutte le parti della
composizione artistica entro rapporti e proporzioni reciproche,
all'apparenza perfettamente rispondenti alla visione effettiva.




                                                                  Raffaello:
                                                                  Scuola di Atene
La prospettiva lineare è stata inventata per realizzare immagini
spaziali geometriche viste da un solo punto e a occhi fermi.
Si tratta di un procedimento grafico convenzionale che il cervello è in
grado di leggere e decodificare.
Vengono stabilite l'altezza della linea d'orizzonte (LO), la linea
immaginaria che passa costantemente a livello dell'occhio e la
posizione della linea di terra (LT) che è anch'essa convenzionale e
rappresenta la linea di base. Sulla linea dell'orizzonte è collocato il
punto di fuga principale P, che è la proiezione del raggio visivo
perpendicolare all'occhio dell'osservatore e il punto verso cui
convergono tutte le linee della rappresentazione grafica prospettica.
Copiando qualunque veduta, la linea d'orizzonte si manterrà sempre a livello
dell'occhio dell'osservatore. Così se l'osservatore copierà un veduta stando a livello
del terreno, l'orizzonte gli apparirà vicino ed egli avrà una visuale limitata;
se copierà da una altezza maggiore la linea dell'orizzonte si sposterà più lontano e la
visione sarà più ampia; se invece salirà ancora più in alto, l'orizzonte si allontanerà
ancora, consentendo una visione molto più ampia.
Gli artisti rinascimentali, come i
                              navigatori e gli esploratori loro
                              contemporanei, furono mossi da
                              spirito d'avventura e desiderio di
                              conoscenza: iniziarono a pensare
                              alla loro opera come a un
                              osservatorio privilegiato sul
                              mondo, che doveva dunque essere
                              raffigurato con rigore realistico.
                              Così, ad esempio, la
                              rappresentazione del paesaggio,
                              incentrata nella pittura precedente
                              sulla precisa descrizione di singoli
                              elementi (alberi, fiori, piante,
                              animali, costruzioni) considerati a
                              sé stanti, diede luogo a vedute
                              articolate ma armoniche, in cui
                              oggetti e personaggi sono
                              coordinati tra loro dalle leggi della
Francesco del Cossa: Aprile
                              prospettiva.
SCULTURA

      ARCHITETTURA

         PITTURA NEL PRIMO RINASCIMENTO

                      SVILUPPO DELLE ARTI TRA ‘400 E ‘500

                                                     IL CINQUECENTO
Michelangelo: Particolare della Creazione di Adamo
Agli inizi del XV secolo, tre artisti
attivi a Firenze apportarono
innovazioni destinate a provocare
il decisivo distacco dal gotico:
Lorenzo Ghiberti, Filippo
Brunelleschi e Donatello.

Lorenzo Ghiberti realizzò i due
portali (1403-1424 e 1425-1452) in
bronzo dorato del Battistero di
Firenze, in cui la rappresentazione
della profondità spaziale e la resa
realistica delle figure umane
costituiscono uno stacco netto
dalla tradizione.
                                        Ghiberti: Storie di Isacco
Donatello esercitò una grande
influenza sui contemporanei per la
carica espressiva delle sue sculture,
inedita a quel tempo, e per i modelli
e canoni stilistici attinti all'arte
antica, che egli studiò
approfonditamente recandosi in
prima persona a Roma.
La celebre statua bronzea del David
fu la prima, dopo l'epoca classica,
realizzata a grandezza quasi naturale
e a tutto tondo. Le sue statue (in
marmo, legno, terracotta) e i suoi
bassorilievi, nei quali aveva
introdotto l'uso della prospettiva,
divennero punto di riferimento
fondamentale per la scultura di tutto
il Quattrocento e di buona parte del
secolo successivo.
                                        Donatello: David
Filippo Brunelleschi sviluppò e codificò le leggi della prospettiva
lineare; adottò inoltre nelle sue opere architettoniche gli ordini
classici ed elaborò un metodo di costruzione e articolazione degli
spazi fondato su precise corrispondenze matematiche.
                                                 Misura e razionalità
                                                 sono espresse al
                                                 massimo grado nel suo
                                                 capolavoro, l'enorme
                                                 cupola ottagonale del
                                                 Duomo di Firenze
                                                 (iniziata nel 1436),
                                                 considerata una delle più
                                                 grandiose realizzazioni
                                                 in campo artistico e
                                                 ingegneristico di tutti i
                                                 tempi.
Grande figura dell’architettura rinascimentale fu Leon Battista Alberti,
architetto geniale e raffinato umanista, unì la profonda conoscenza
filologica dei testi antichi a un'eccezionale padronanza delle tecniche
costruttive e dei principi strutturali dell'architettura romana.
Nelle sue opere architettoniche, come negli importanti trattati teorici,
seppe sintetizzare tutte le innovazioni dei contemporanei germogliate sul
ceppo delle pratiche antiche.




                                                        Alberti:
                                                        Santa Maria Novella,
                                                        Firenze
Scenari naturalistici e figure
dalla forte carica espressiva
caratterizzano la pittura di
Masaccio, come si osserva negli
affreschi (1427 ca.) per la
Cappella Brancacci della chiesa
di Santa Maria del Carmine a
Firenze, dedicati a episodi della
vita di san Pietro.
Inoltre, nell'affresco della Trinità
(Santa Maria Novella, Firenze)
fece efficacemente ricorso alla
prospettiva, creando una
convincente illusione spaziale.
                                       Masaccio: Trinità
Proseguendo nella direzione indicata da Masaccio, anche Paolo Uccello
fu particolarmente attento alle potenzialità pittoriche della prospettiva
lineare: i suoi capolavori sono le tre scene della Battaglia di San
Romano, realizzate negli anni compresi tra il 1456 e il 1460, e
commissionate da Cosimo de' Medici per celebrare la vittoria dei
fiorentini sui senesi (1432).
Nello stesso periodo, Beato Angelico seppe coniugare la perfetta
padronanza della prospettiva con un disegno molto preciso.




      Paolo Uccello: Battaglia di San Romano
Oltre agli artisti toscani, altri contribuirono alla diffusione dei nuovi
principi e delle nuove tecniche presso diverse corti e città italiane:
a Mantova e Ferrara fu attivo il Pisanello, mentre a Venezia Jacopo
Bellini, padre dei pittori Gentile e Giovanni Bellini, diede l'avvio alla
grande tradizione della pittura veneta.




            Gentile Bellini: Miracolo della Croce
Alla corte di Federico da Montefeltro, a Urbino, dominò la figura di
Piero della Francesca, grande pittore e autore anche di scritti teorici
sulla prospettiva e trattati di matematica.
Il suo stile geometrico e misurato riecheggia la monumentalità dell'arte
di Masaccio, ma risulta più astratto e cerebrale.
Fu Piero della Francesca inoltre a introdurre l'uso di mischiare la
tempera con la pittura a olio, carico di sviluppi futuri, ad esempio
presso i pittori fiamminghi.




          Piero della Francesca: Salomone e la regina di Saba
Verso la fine del Quattrocento, la
tecnica della prospettiva aerea e
lineare, i nuovi canoni della
raffigurazione del paesaggio,
l'attenzione alla resa espressiva
delle presenze umane e lo studio
della composizione pittorica
trovarono ulteriore sviluppo
presso molti artisti.
A Firenze Antonio Pollaiolo e il
Verrocchio, entrambi scultori e
pittori, esplorarono le
complessità dell'anatomia
umana e tradussero il frutto di
queste ricerche nelle loro opere.
                                     A. Pollaiolo: Ercole e l’Idra
Sandro Botticelli fu autore di dipinti ricchi di riferimenti mitologici
e allegorici, come ad esempio la celebre Nascita di Venere
(realizzata dopo il 1482 e conservata agli Uffizi di Firenze).
Le sue scelte iconografiche evocano "il ritorno degli antichi dei",
secondo la definizione dello studioso tedesco Aby Warburg: si
rifanno cioè a una classicità idealizzata e paganeggiante.




     Botticelli: Nascita di Venere
Nell'Italia settentrionale i
principali pittori della seconda
metà del Quattrocento furono
Andrea Mantegna, attivo
soprattutto a Mantova, e il
veneziano Giovanni Bellini.
Tra i capolavori del Mantegna
si ricorda il Cristo morto
(dipinto intorno al
1480, Pinacoteca di
Brera, Milano) e la decorazione
a fresco della Camera degli
Sposi (1465-1474, Palazzo
Ducale, Mantova), che
interessa pareti e soffitto senza
soluzione di
continuità, eliminando              Mantegna: Cristo morto
illusionisticamente il confine
tra architettura e
rappresentazione pittorica.
Lo stile di Giovanni Bellini –
                                 contraddistinto da ricchezza del
                                 modellato, costruzione della
                                 profondità spaziale attraverso il
                                 colore, effetti luministici vibranti –
                                 influenzò molti pittori della
                                 generazione successiva, quali
                                 Sebastiano del Piombo e Giorgione.
                                 Il frequente ricorso ad accostamenti
                                 cromatici, in contrasto con l'enfasi
                                 posta sul disegno dalla scuola
                                 fiorentina, fu la caratteristica
                                 principale della pittura veneziana.
                                 Nella pala di San Giobbe (1488,
                                 Gallerie dell'Accademia, Venezia),
                                 una delle opere più raffinate di
                                 Bellini, i colori accesi e i contorni
                                 stemperati immergono le figure
                                 silenziose in un'atmosfera dorata.
G. Bellini: Pala di San Giobbe
La fine del Quattrocento e i primi
anni del Cinquecento furono
dominati dalle figure di Leonardo e
Michelangelo.
A Firenze, nel 1501 Michelangelo
iniziava a scolpire il marmoreo
David (1501-1504, Accademia,
Firenze), che divenne presto
riferimento per tutta la scultura
posteriore.
Nella tradizione iconografica, il
David era sempre stato raffigurato
nel momento dell'azione;
Michelangelo decise invece di
rappresentare l'attimo precedente al
lancio della pietra, sottolineando
così la decisione, la scelta.
                                       Michelangelo: David
Analoga attenzione alle pieghe della psicologia umana fu
all'origine, anche se all'interno di un contesto completamente
diverso, dell'affresco dell'Ultima cena (1495-1497, Santa Maria delle
Grazie, Milano) di Leonardo, in cui viene colto lo stupore degli apostoli
nell'attimo immediatamente successivo all'annuncio di Cristo che uno di
essi lo avrebbe tradito.




    Leonardo da Vinci: Ultima Cena
La più famosa opera di Leonardo da
                                 Vinci è la Gioconda: la donna
                                 dall'enigmatico sorriso ritratta nel
                                 dipinto era probabilmente Monna Lisa,
                                 sposa del mercante Francesco del
                                 Giocondo. Sullo sfondo di un
                                 paesaggio di acque, boschi e rocce,
                                 ispirato alla campagna lombarda, si
                                 staglia una delle figure femminili più
                                 celebri della pittura di tutti i tempi,
                                 divenuta un simbolo dell'arte stessa e
                                 della sua ambiguità. Studiosi, artisti,
                                 scrittori ed esteti hanno ravvisato nel
                                 volto della Gioconda le sembianze
                                 della bellezza fatale, dell'eterno
                                 femminino, dell'Androgino
                                 primigenio, addirittura un autoritratto
                                 dello stesso Leonardo. L'opera, che
                                 dopo plurivoche letture conserva
                                 intatto il suo misterioso fascino, è
Leonardo da Vinci: La Gioconda   esposta al Louvre di Parigi.
Con l'ascesa al soglio pontificio di Giulio II, Roma divenne il più
importante centro dell'arte e dell'architettura rinascimentale. Alla
corte papale lavorarono Bramante, Michelangelo e Raffaello.
Bramante fu autore di un progetto per la nuova Basilica di San Pietro
da costruire sulle vestigia dell'antica basilica costantiniana, in cui
prevedeva pianta a croce greca dominata da una cupola centrale.
Dopo la morte di Bramante nel 1514, Michelangelo continuò l’opera
con un progetto che riprese l'idea originaria di Bramante.




                                                        Basilica di San Pietro,
                                                        Città del Vaticano
Nato a Urbino, Raffaello giunse a Roma nel 1508, lo stesso anno in cui
Michelangelo iniziava gli affreschi della Cappella Sistina.
Architetto e pittore, Raffaello fu incaricato di realizzare le decorazioni
delle Stanze di Giulio II, nei Palazzi Vaticani. Conosciuti in tutto il mondo
sono i suoi affreschi per la Stanza della Segnatura: la Disputa del
Sacramento, ricca di riferimenti teologici sul sacramento dell'Eucaristia, e
La scuola di Atene, che si sviluppa attorno alle due figure di Platone e
Aristotele.




   Raffaello:
   Disputa del
   Sacramento
Lontano dalla capitale continuava intanto     La pennellata fluida,
la grande tradizione della pittura veneta.    l'armonia della
Dalla lezione di Giorgione, maestro del       composizione e la classica
colore dal tratto gentile e delicato, prese   serenità delle figure
avvio l'arte di Tiziano.                      (evidenti ad esempio in
                                              L'Amor sacro e l'Amor
                                              profano, 1515 ca.) sono i
                                              segni distintivi della sua
                                              pittura.
                                              Tiziano eseguì anche molti
                                              ritratti, che divennero presto
                                              modelli indiscussi del
                                              genere, per tutto il secolo e
                                              per buona parte del
                                              successivo. La tradizione
                                              veneziana proseguì per tutto
                                              il Cinquecento con altri
                                              grandi artisti: Lorenzo Lotto,
                                              Veronese e Tintoretto.
     Tiziano: La Vergine col coniglio
A Parma fiorì il genio di Correggio, il cui nome è legato agli
splendidi cicli di affreschi della cosiddetta Camera della Badessa
(1519, refettorio del convento di San Paolo), alla decorazione
della chiesa di San Giovanni Evangelista (1520-1523) e di parte
della cupola del Duomo (1526-1529).
                                        Pittore capace di grande efficacia
                                        espressiva, rivelò un'approfondita
                                        conoscenza della pittura romana
                                        che rielaborò in uno stile
                                        fortemente originale. La ricchezza
                                        di temi e soggetti delle sue opere,
                                        generalmente attinti dalla
                                        mitologia classica, i mossi giochi
                                        di luce, gli scorci prospettici
                                        impostati su sorprendenti punti di
                                        fuga preludono al rifiuto
                                        dell'equilibrio della classicità, e
                                        aprono la strada ai linguaggi più
                                        lirici e decorativi tipici del
                                        manierismo.
                                    Correggio: Madonna di San Gerolamo
Il sacco di Roma del 1527 da parte delle truppe di Carlo V provocò la fuga
dalla città di numerosi artisti, tra cui Giulio Romano.
Egli si stabilì a Mantova, dove Federico Gonzaga gli commissionò la
costruzione e la decorazione di Palazzo Te (iniziate a partire dal 1527): gli
affreschi che impreziosiscono le sale del palazzo rappresentano per molti
aspetti un momento di transizione verso il manierismo.




                  Particolare degli affreschi della Sala di Psiche
Sansovino si trasferì invece a
Venezia, introducendo il
linguaggio classico
nell'architettura della città
lagunare: a lui si devono
importanti edifici in piazza
San Marco
(Zecca, Loggetta, Libreria
Marciana) e alcuni palazzi
sul Canal Grande (Palazzo
Correr, 1561).




Sansovino: Madonna del Parto
Il ritorno alle forme classiche, studiate con rigore filologico,
impronta tutta l'opera di Andrea Palladio.
I suoi edifici civili a Vicenza (il Palazzo della Ragione, detto Basilica
Palladiana; il Teatro Olimpico, iniziato nel 1580 e terminato da V.
Scamozzi) e le ville (Villa Barbaro a Maser, La Malcontenta, presso
Mira, 1560) divennero modelli archetipici di uno stile, il
"palladiano", che nei secoli successivi si diffuse in tutto il mondo.




            Palladio: La Malcontenta
Nell'Europa settentrionale, nel momento in cui in Italia fiorivano
le prime manifestazioni del Rinascimento, era diffuso lo stile del
gotico internazionale. In Germania e in Francia, nelle Fiandre e
nei Paesi Bassi, la "nuova maniera" rinascimentale fu conosciuta
in ritardo e si impose in forme ibride, che risentivano della
tradizione locale, soprattutto nella rappresentazione del
paesaggio (sempre ricco di particolari) e nella resa della figura
umana.




Bruegel il Vecchio: Il banchetto nuziale
Nei Paesi Bassi, l'introduzione della pittura rinascimentale si deve a
Jan van Eyck.
Il suo stile, come si osserva nella celebre Pala di Gand (1432), si fonda su
una minuziosa attenzione per il mondo naturale.
Van Eyck mise a punto un sistema di prospettiva lineare diverso da quello
affermatosi in Italia, più intuitivo, riducendo al minimo l'uso della
prospettiva aerea per gli sfondi dei paesaggi.
Affascinato dagli oggetti
inanimati, dipinse opere
dalla complessa
iconografia, in cui ogni
minimo dettaglio viene
descritto con grande
precisione e rilievo.
Diversamente dalla
produzione dei maestri
italiani, nei quadri di Van
Eyck mancano del tutto i
riferimenti alla classicità.

                               Van Eyck: Stigmate di San Francesco
Il fiammingo Rogier Van der Weyden, originario delle Fiandre, si
recò invece personalmente in Italia (attorno al 1450), dove i suoi
dipinti furono apprezzati ed esercitarono qualche influsso sui
protagonisti della scuola ferrarese.
Tratto caratterizzante della sua arte, la carica espressiva dei volti e
delle figure (si veda ad esempio la Deposizione, 1435), sconosciuta
alla scuola italiana dell'epoca. Schiacciando il piano prospettico, Van
der Weyden ridusse inoltre la tridimensionalità delle figure.




            Van der Weyden: Deposizione
Fra i più importanti pittori fiamminghi della generazione
 successiva, si ricordano Dierick Bouts e Hugo van der Goes:
 l'opera più famosa di quest'ultimo è il Trittico Portinari (1476,
 Galleria degli Uffizi, Firenze), eseguito per un mecenate
 fiorentino, decisamente lontano dalla pittura toscana
 contemporanea per l'estremo realismo.




Van der Goes: Trittico Portinari
Molto originale fu l'opera di Hieronymus Bosch, pittore che si
colloca in posizione di netta indipendenza rispetto alla tradizione
fiamminga: il Trittico delle delizie (1510-1515 ca., Prado, Madrid)
rappresenta un mondo immaginario e surreale in cui
passato, presente e futuro si fondono in immagini da incubo.




   Bosch: Trittico delle Delizie
Anche in Francia le novità artistiche italiane furono accolte con
una certa lentezza.
Agli inizi del XVI secolo, le idee rinascimentali iniziarono a
imporsi grazie alla presenza di molti artisti italiani alla corte di
Francesco I.                                Il sovrano intendeva infatti
                                           dar vita a una grande corte,
                                           presso il castello di
                                           Fontainebleau (a sud-est di
                                           Parigi), in grado di
                                           rivaleggiare con quelle
                                           italiane.
                                           Tra i più noti artisti della
                                           cosiddetta scuola di
                                           Fontainebleau, che affermò
                                           temi e soggetti manieristi,
                                           furono Rosso Fiorentino,
                                           Luca Penni e Francesco
                                           Primaticcio, già allievo di
                                           Giulio Romano a Mantova.
                                        R. Fiorentino:
                                        Matrimonio della Vergine
In Germania, la pittura
assorbì le nuove
tendenze del
Rinascimento italiano
fondendole
efficacemente con la
tradizione tardogotica.
L'artista più
importante del
Rinascimento tedesco
fu Albrecht Dürer,
pittore e maestro di
arti grafiche.                      Dürer: San girolamo e Melancholia

Le sue perfette incisioni di soggetto allegorico (quali Melancholia I e
San Girolamo nello studio, 1513-14, Louvre, Parigi) diffusero il suo
stile in tutta Europa.
I ritratti e i dipinti affollati di immagini, ricchi di dettagli e
vivacemente colorati, coniugano l'austera magnificenza dello stile
italiano a un'intensità espressiva e a una cura dei particolari tipiche
dell'arte nordeuropea.
Quanto all'architettura, solo verso la fine del XVI secolo venne
realizzata in Spagna una struttura completamente rinascimentale,
l'Escorial, fatto costruire da Filippo II presso Madrid.
L'austera grandiosità del complesso (composto da un monastero, un
seminario, un palazzo e una chiesa) e la totale mancanza di ornamenti
segnarono l'inizio di un nuovo stile architettonico spagnolo.




   Veduta esterna e campanile dell’Escorial, Madrid
Copyright © Marco Flavio Gemello 2005

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Rinascimento

  • 1.
  • 2. Realizzato da: GEMELLO MARCO F. Classe 3a E 2004- 2005 MIchelangelo: Giudizio Universale
  • 4. Il Rinascimento è il periodo della storia dell'arte compreso tra il XV e il XVI secolo, che interessò gli ambiti della pittura, della scultura e dell'architettura e delle arti cosiddette minori. I principi base di questa "rinascita", descritta e celebrata da Giorgio Vasari nelle sue Vite, furono il ritorno alle forme classiche dell'arte romana antica, l'adozione di un metodo "sperimentale" nello studio della natura e la concezione dell'individuo come misura e centro dell'universo. Leonardo da Vinci: Uomo Vitruviano
  • 5. Pittori, scultori e architetti si avvalsero per la prima volta di ricerche di anatomia, ottica, matematica e geometria, trasponendone i risultati nella loro arte. La più rilevante novità consistette nell'elaborazione della PROSPETTIVA LINEARE (o “matematica”) un metodo di descrizione figurativa del reale che consente di correlare tutte le parti della composizione artistica entro rapporti e proporzioni reciproche, all'apparenza perfettamente rispondenti alla visione effettiva. Raffaello: Scuola di Atene
  • 6. La prospettiva lineare è stata inventata per realizzare immagini spaziali geometriche viste da un solo punto e a occhi fermi. Si tratta di un procedimento grafico convenzionale che il cervello è in grado di leggere e decodificare. Vengono stabilite l'altezza della linea d'orizzonte (LO), la linea immaginaria che passa costantemente a livello dell'occhio e la posizione della linea di terra (LT) che è anch'essa convenzionale e rappresenta la linea di base. Sulla linea dell'orizzonte è collocato il punto di fuga principale P, che è la proiezione del raggio visivo perpendicolare all'occhio dell'osservatore e il punto verso cui convergono tutte le linee della rappresentazione grafica prospettica.
  • 7. Copiando qualunque veduta, la linea d'orizzonte si manterrà sempre a livello dell'occhio dell'osservatore. Così se l'osservatore copierà un veduta stando a livello del terreno, l'orizzonte gli apparirà vicino ed egli avrà una visuale limitata; se copierà da una altezza maggiore la linea dell'orizzonte si sposterà più lontano e la visione sarà più ampia; se invece salirà ancora più in alto, l'orizzonte si allontanerà ancora, consentendo una visione molto più ampia.
  • 8. Gli artisti rinascimentali, come i navigatori e gli esploratori loro contemporanei, furono mossi da spirito d'avventura e desiderio di conoscenza: iniziarono a pensare alla loro opera come a un osservatorio privilegiato sul mondo, che doveva dunque essere raffigurato con rigore realistico. Così, ad esempio, la rappresentazione del paesaggio, incentrata nella pittura precedente sulla precisa descrizione di singoli elementi (alberi, fiori, piante, animali, costruzioni) considerati a sé stanti, diede luogo a vedute articolate ma armoniche, in cui oggetti e personaggi sono coordinati tra loro dalle leggi della Francesco del Cossa: Aprile prospettiva.
  • 9. SCULTURA ARCHITETTURA PITTURA NEL PRIMO RINASCIMENTO SVILUPPO DELLE ARTI TRA ‘400 E ‘500 IL CINQUECENTO Michelangelo: Particolare della Creazione di Adamo
  • 10. Agli inizi del XV secolo, tre artisti attivi a Firenze apportarono innovazioni destinate a provocare il decisivo distacco dal gotico: Lorenzo Ghiberti, Filippo Brunelleschi e Donatello. Lorenzo Ghiberti realizzò i due portali (1403-1424 e 1425-1452) in bronzo dorato del Battistero di Firenze, in cui la rappresentazione della profondità spaziale e la resa realistica delle figure umane costituiscono uno stacco netto dalla tradizione. Ghiberti: Storie di Isacco
  • 11. Donatello esercitò una grande influenza sui contemporanei per la carica espressiva delle sue sculture, inedita a quel tempo, e per i modelli e canoni stilistici attinti all'arte antica, che egli studiò approfonditamente recandosi in prima persona a Roma. La celebre statua bronzea del David fu la prima, dopo l'epoca classica, realizzata a grandezza quasi naturale e a tutto tondo. Le sue statue (in marmo, legno, terracotta) e i suoi bassorilievi, nei quali aveva introdotto l'uso della prospettiva, divennero punto di riferimento fondamentale per la scultura di tutto il Quattrocento e di buona parte del secolo successivo. Donatello: David
  • 12. Filippo Brunelleschi sviluppò e codificò le leggi della prospettiva lineare; adottò inoltre nelle sue opere architettoniche gli ordini classici ed elaborò un metodo di costruzione e articolazione degli spazi fondato su precise corrispondenze matematiche. Misura e razionalità sono espresse al massimo grado nel suo capolavoro, l'enorme cupola ottagonale del Duomo di Firenze (iniziata nel 1436), considerata una delle più grandiose realizzazioni in campo artistico e ingegneristico di tutti i tempi.
  • 13. Grande figura dell’architettura rinascimentale fu Leon Battista Alberti, architetto geniale e raffinato umanista, unì la profonda conoscenza filologica dei testi antichi a un'eccezionale padronanza delle tecniche costruttive e dei principi strutturali dell'architettura romana. Nelle sue opere architettoniche, come negli importanti trattati teorici, seppe sintetizzare tutte le innovazioni dei contemporanei germogliate sul ceppo delle pratiche antiche. Alberti: Santa Maria Novella, Firenze
  • 14. Scenari naturalistici e figure dalla forte carica espressiva caratterizzano la pittura di Masaccio, come si osserva negli affreschi (1427 ca.) per la Cappella Brancacci della chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze, dedicati a episodi della vita di san Pietro. Inoltre, nell'affresco della Trinità (Santa Maria Novella, Firenze) fece efficacemente ricorso alla prospettiva, creando una convincente illusione spaziale. Masaccio: Trinità
  • 15. Proseguendo nella direzione indicata da Masaccio, anche Paolo Uccello fu particolarmente attento alle potenzialità pittoriche della prospettiva lineare: i suoi capolavori sono le tre scene della Battaglia di San Romano, realizzate negli anni compresi tra il 1456 e il 1460, e commissionate da Cosimo de' Medici per celebrare la vittoria dei fiorentini sui senesi (1432). Nello stesso periodo, Beato Angelico seppe coniugare la perfetta padronanza della prospettiva con un disegno molto preciso. Paolo Uccello: Battaglia di San Romano
  • 16. Oltre agli artisti toscani, altri contribuirono alla diffusione dei nuovi principi e delle nuove tecniche presso diverse corti e città italiane: a Mantova e Ferrara fu attivo il Pisanello, mentre a Venezia Jacopo Bellini, padre dei pittori Gentile e Giovanni Bellini, diede l'avvio alla grande tradizione della pittura veneta. Gentile Bellini: Miracolo della Croce
  • 17. Alla corte di Federico da Montefeltro, a Urbino, dominò la figura di Piero della Francesca, grande pittore e autore anche di scritti teorici sulla prospettiva e trattati di matematica. Il suo stile geometrico e misurato riecheggia la monumentalità dell'arte di Masaccio, ma risulta più astratto e cerebrale. Fu Piero della Francesca inoltre a introdurre l'uso di mischiare la tempera con la pittura a olio, carico di sviluppi futuri, ad esempio presso i pittori fiamminghi. Piero della Francesca: Salomone e la regina di Saba
  • 18. Verso la fine del Quattrocento, la tecnica della prospettiva aerea e lineare, i nuovi canoni della raffigurazione del paesaggio, l'attenzione alla resa espressiva delle presenze umane e lo studio della composizione pittorica trovarono ulteriore sviluppo presso molti artisti. A Firenze Antonio Pollaiolo e il Verrocchio, entrambi scultori e pittori, esplorarono le complessità dell'anatomia umana e tradussero il frutto di queste ricerche nelle loro opere. A. Pollaiolo: Ercole e l’Idra
  • 19. Sandro Botticelli fu autore di dipinti ricchi di riferimenti mitologici e allegorici, come ad esempio la celebre Nascita di Venere (realizzata dopo il 1482 e conservata agli Uffizi di Firenze). Le sue scelte iconografiche evocano "il ritorno degli antichi dei", secondo la definizione dello studioso tedesco Aby Warburg: si rifanno cioè a una classicità idealizzata e paganeggiante. Botticelli: Nascita di Venere
  • 20. Nell'Italia settentrionale i principali pittori della seconda metà del Quattrocento furono Andrea Mantegna, attivo soprattutto a Mantova, e il veneziano Giovanni Bellini. Tra i capolavori del Mantegna si ricorda il Cristo morto (dipinto intorno al 1480, Pinacoteca di Brera, Milano) e la decorazione a fresco della Camera degli Sposi (1465-1474, Palazzo Ducale, Mantova), che interessa pareti e soffitto senza soluzione di continuità, eliminando Mantegna: Cristo morto illusionisticamente il confine tra architettura e rappresentazione pittorica.
  • 21. Lo stile di Giovanni Bellini – contraddistinto da ricchezza del modellato, costruzione della profondità spaziale attraverso il colore, effetti luministici vibranti – influenzò molti pittori della generazione successiva, quali Sebastiano del Piombo e Giorgione. Il frequente ricorso ad accostamenti cromatici, in contrasto con l'enfasi posta sul disegno dalla scuola fiorentina, fu la caratteristica principale della pittura veneziana. Nella pala di San Giobbe (1488, Gallerie dell'Accademia, Venezia), una delle opere più raffinate di Bellini, i colori accesi e i contorni stemperati immergono le figure silenziose in un'atmosfera dorata. G. Bellini: Pala di San Giobbe
  • 22. La fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento furono dominati dalle figure di Leonardo e Michelangelo. A Firenze, nel 1501 Michelangelo iniziava a scolpire il marmoreo David (1501-1504, Accademia, Firenze), che divenne presto riferimento per tutta la scultura posteriore. Nella tradizione iconografica, il David era sempre stato raffigurato nel momento dell'azione; Michelangelo decise invece di rappresentare l'attimo precedente al lancio della pietra, sottolineando così la decisione, la scelta. Michelangelo: David
  • 23. Analoga attenzione alle pieghe della psicologia umana fu all'origine, anche se all'interno di un contesto completamente diverso, dell'affresco dell'Ultima cena (1495-1497, Santa Maria delle Grazie, Milano) di Leonardo, in cui viene colto lo stupore degli apostoli nell'attimo immediatamente successivo all'annuncio di Cristo che uno di essi lo avrebbe tradito. Leonardo da Vinci: Ultima Cena
  • 24. La più famosa opera di Leonardo da Vinci è la Gioconda: la donna dall'enigmatico sorriso ritratta nel dipinto era probabilmente Monna Lisa, sposa del mercante Francesco del Giocondo. Sullo sfondo di un paesaggio di acque, boschi e rocce, ispirato alla campagna lombarda, si staglia una delle figure femminili più celebri della pittura di tutti i tempi, divenuta un simbolo dell'arte stessa e della sua ambiguità. Studiosi, artisti, scrittori ed esteti hanno ravvisato nel volto della Gioconda le sembianze della bellezza fatale, dell'eterno femminino, dell'Androgino primigenio, addirittura un autoritratto dello stesso Leonardo. L'opera, che dopo plurivoche letture conserva intatto il suo misterioso fascino, è Leonardo da Vinci: La Gioconda esposta al Louvre di Parigi.
  • 25. Con l'ascesa al soglio pontificio di Giulio II, Roma divenne il più importante centro dell'arte e dell'architettura rinascimentale. Alla corte papale lavorarono Bramante, Michelangelo e Raffaello. Bramante fu autore di un progetto per la nuova Basilica di San Pietro da costruire sulle vestigia dell'antica basilica costantiniana, in cui prevedeva pianta a croce greca dominata da una cupola centrale. Dopo la morte di Bramante nel 1514, Michelangelo continuò l’opera con un progetto che riprese l'idea originaria di Bramante. Basilica di San Pietro, Città del Vaticano
  • 26. Nato a Urbino, Raffaello giunse a Roma nel 1508, lo stesso anno in cui Michelangelo iniziava gli affreschi della Cappella Sistina. Architetto e pittore, Raffaello fu incaricato di realizzare le decorazioni delle Stanze di Giulio II, nei Palazzi Vaticani. Conosciuti in tutto il mondo sono i suoi affreschi per la Stanza della Segnatura: la Disputa del Sacramento, ricca di riferimenti teologici sul sacramento dell'Eucaristia, e La scuola di Atene, che si sviluppa attorno alle due figure di Platone e Aristotele. Raffaello: Disputa del Sacramento
  • 27. Lontano dalla capitale continuava intanto La pennellata fluida, la grande tradizione della pittura veneta. l'armonia della Dalla lezione di Giorgione, maestro del composizione e la classica colore dal tratto gentile e delicato, prese serenità delle figure avvio l'arte di Tiziano. (evidenti ad esempio in L'Amor sacro e l'Amor profano, 1515 ca.) sono i segni distintivi della sua pittura. Tiziano eseguì anche molti ritratti, che divennero presto modelli indiscussi del genere, per tutto il secolo e per buona parte del successivo. La tradizione veneziana proseguì per tutto il Cinquecento con altri grandi artisti: Lorenzo Lotto, Veronese e Tintoretto. Tiziano: La Vergine col coniglio
  • 28. A Parma fiorì il genio di Correggio, il cui nome è legato agli splendidi cicli di affreschi della cosiddetta Camera della Badessa (1519, refettorio del convento di San Paolo), alla decorazione della chiesa di San Giovanni Evangelista (1520-1523) e di parte della cupola del Duomo (1526-1529). Pittore capace di grande efficacia espressiva, rivelò un'approfondita conoscenza della pittura romana che rielaborò in uno stile fortemente originale. La ricchezza di temi e soggetti delle sue opere, generalmente attinti dalla mitologia classica, i mossi giochi di luce, gli scorci prospettici impostati su sorprendenti punti di fuga preludono al rifiuto dell'equilibrio della classicità, e aprono la strada ai linguaggi più lirici e decorativi tipici del manierismo. Correggio: Madonna di San Gerolamo
  • 29. Il sacco di Roma del 1527 da parte delle truppe di Carlo V provocò la fuga dalla città di numerosi artisti, tra cui Giulio Romano. Egli si stabilì a Mantova, dove Federico Gonzaga gli commissionò la costruzione e la decorazione di Palazzo Te (iniziate a partire dal 1527): gli affreschi che impreziosiscono le sale del palazzo rappresentano per molti aspetti un momento di transizione verso il manierismo. Particolare degli affreschi della Sala di Psiche
  • 30. Sansovino si trasferì invece a Venezia, introducendo il linguaggio classico nell'architettura della città lagunare: a lui si devono importanti edifici in piazza San Marco (Zecca, Loggetta, Libreria Marciana) e alcuni palazzi sul Canal Grande (Palazzo Correr, 1561). Sansovino: Madonna del Parto
  • 31. Il ritorno alle forme classiche, studiate con rigore filologico, impronta tutta l'opera di Andrea Palladio. I suoi edifici civili a Vicenza (il Palazzo della Ragione, detto Basilica Palladiana; il Teatro Olimpico, iniziato nel 1580 e terminato da V. Scamozzi) e le ville (Villa Barbaro a Maser, La Malcontenta, presso Mira, 1560) divennero modelli archetipici di uno stile, il "palladiano", che nei secoli successivi si diffuse in tutto il mondo. Palladio: La Malcontenta
  • 32. Nell'Europa settentrionale, nel momento in cui in Italia fiorivano le prime manifestazioni del Rinascimento, era diffuso lo stile del gotico internazionale. In Germania e in Francia, nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, la "nuova maniera" rinascimentale fu conosciuta in ritardo e si impose in forme ibride, che risentivano della tradizione locale, soprattutto nella rappresentazione del paesaggio (sempre ricco di particolari) e nella resa della figura umana. Bruegel il Vecchio: Il banchetto nuziale
  • 33. Nei Paesi Bassi, l'introduzione della pittura rinascimentale si deve a Jan van Eyck. Il suo stile, come si osserva nella celebre Pala di Gand (1432), si fonda su una minuziosa attenzione per il mondo naturale. Van Eyck mise a punto un sistema di prospettiva lineare diverso da quello affermatosi in Italia, più intuitivo, riducendo al minimo l'uso della prospettiva aerea per gli sfondi dei paesaggi. Affascinato dagli oggetti inanimati, dipinse opere dalla complessa iconografia, in cui ogni minimo dettaglio viene descritto con grande precisione e rilievo. Diversamente dalla produzione dei maestri italiani, nei quadri di Van Eyck mancano del tutto i riferimenti alla classicità. Van Eyck: Stigmate di San Francesco
  • 34. Il fiammingo Rogier Van der Weyden, originario delle Fiandre, si recò invece personalmente in Italia (attorno al 1450), dove i suoi dipinti furono apprezzati ed esercitarono qualche influsso sui protagonisti della scuola ferrarese. Tratto caratterizzante della sua arte, la carica espressiva dei volti e delle figure (si veda ad esempio la Deposizione, 1435), sconosciuta alla scuola italiana dell'epoca. Schiacciando il piano prospettico, Van der Weyden ridusse inoltre la tridimensionalità delle figure. Van der Weyden: Deposizione
  • 35. Fra i più importanti pittori fiamminghi della generazione successiva, si ricordano Dierick Bouts e Hugo van der Goes: l'opera più famosa di quest'ultimo è il Trittico Portinari (1476, Galleria degli Uffizi, Firenze), eseguito per un mecenate fiorentino, decisamente lontano dalla pittura toscana contemporanea per l'estremo realismo. Van der Goes: Trittico Portinari
  • 36. Molto originale fu l'opera di Hieronymus Bosch, pittore che si colloca in posizione di netta indipendenza rispetto alla tradizione fiamminga: il Trittico delle delizie (1510-1515 ca., Prado, Madrid) rappresenta un mondo immaginario e surreale in cui passato, presente e futuro si fondono in immagini da incubo. Bosch: Trittico delle Delizie
  • 37. Anche in Francia le novità artistiche italiane furono accolte con una certa lentezza. Agli inizi del XVI secolo, le idee rinascimentali iniziarono a imporsi grazie alla presenza di molti artisti italiani alla corte di Francesco I. Il sovrano intendeva infatti dar vita a una grande corte, presso il castello di Fontainebleau (a sud-est di Parigi), in grado di rivaleggiare con quelle italiane. Tra i più noti artisti della cosiddetta scuola di Fontainebleau, che affermò temi e soggetti manieristi, furono Rosso Fiorentino, Luca Penni e Francesco Primaticcio, già allievo di Giulio Romano a Mantova. R. Fiorentino: Matrimonio della Vergine
  • 38. In Germania, la pittura assorbì le nuove tendenze del Rinascimento italiano fondendole efficacemente con la tradizione tardogotica. L'artista più importante del Rinascimento tedesco fu Albrecht Dürer, pittore e maestro di arti grafiche. Dürer: San girolamo e Melancholia Le sue perfette incisioni di soggetto allegorico (quali Melancholia I e San Girolamo nello studio, 1513-14, Louvre, Parigi) diffusero il suo stile in tutta Europa. I ritratti e i dipinti affollati di immagini, ricchi di dettagli e vivacemente colorati, coniugano l'austera magnificenza dello stile italiano a un'intensità espressiva e a una cura dei particolari tipiche dell'arte nordeuropea.
  • 39. Quanto all'architettura, solo verso la fine del XVI secolo venne realizzata in Spagna una struttura completamente rinascimentale, l'Escorial, fatto costruire da Filippo II presso Madrid. L'austera grandiosità del complesso (composto da un monastero, un seminario, un palazzo e una chiesa) e la totale mancanza di ornamenti segnarono l'inizio di un nuovo stile architettonico spagnolo. Veduta esterna e campanile dell’Escorial, Madrid
  • 40. Copyright © Marco Flavio Gemello 2005