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Introduzione                      La nuova architettura
                                      in Inghilterra


          La nuova architettura
               in Francia


                                              L’acciaio


                       Altre opere


   Il cemento
                                         Bibliografia e Credits
L'idea di realizzare travi in metallo appare in embrione già in epoca classica; sono
state, infatti, trovate tracce di travi metalliche con sezione 13 x 30 cm e lunghezza di
4,5 metri in un tempio di Agrigento (470 a.C. circa), poste a rinforzo degli architravi
lapidei.
Nel medioevo la Chronica Monasterii Casinensis, redatta da Leone di Ostia (circa
1046-1115) descrive alcune ipotesi di 'travi' in bronzo. Nel Rinascimento F. Veranzio
da Sebenico propugna nuovamente l'uso del bronzo per la realizzazione di ponti e
preconizza l'idea della sezione a doppio T, suggerendo la realizzazione di una trave
formata da due lamiere metalliche, disposte a 'coltello', tenute distanziate da setti.
Sempre nel Rinascimento sono perfezionati gli altiforni che permettono di ottenere la
fusione e colata del minerale ferroso entro stampi.




                       Tempio di Giunone
                       di Agrigento
I sistemi industriali, oltre a creare le condizioni per un rapido inurbamento, offrirono ai
costruttori nuovi prodotti, e in particolari proposero materiali dalle straordinarie caratteristiche
di resistenza, come i profilati in ferro a prezzi sempre più bassi e in quantità sempre maggiori.
 
Impulso decisivo allo sviluppo della produzione dei profilati metallici viene dato in particolare
dalla constatazione che le macchine a vapore possono funzionare egregiamente come propulsori
quando abbiano a disposizione dei binari in ferro. Il binario costituisce un primo esempio di
struttura articolata in parti smontabili modulari, prodotte industrialmente.
Galleria delle
                                                                          Macchine, Dutert-
                                                                          Contamin




Il modello rinascimentale è fortemente legato al concetto di continuità strutturale (muratura,
setti), e al concetto di città chiusa-fortificata; la produzione del ‘400 era soprattutto rivolta
all’edificazione di un’architettura aulica e quindi verso chiese, cattedrali e palazzi del potere. La
prospettiva e la costruzione mentale legata ad essa sono al centro dello studio di questi anni e
sostituiscono la vecchia produzione legata ai concetti propri delle conoscenze geometriche e
trigonometriche ( che erano regole base per la costruzione delle piramidi o del pantheon ad
esempio). A partire dal ‘700-’800 Si crea una nuova visione del mondo generata dai codici e dalle
regole prospettiche esalta la simmetria,la centralità e i rapporti proporzionali e questo porta alla
riscoperta dell’ordine architettonico. L’architettura del modello rinascimentale è figurativa, vale
a dire composta da elementi riconoscibili, nominabili e fortemente legati a forme simboliche, e
tutto è ricondotto ad un tipo, ad una figura a priori.
Una prima risposta alla crisi portata dalle nuove idee fu l’eliminazione del concetto di aulico
nella costruzione e la discontinuità della struttura introdotta dall’uso dei nuovi materiali. Si
passa a un approccio scientifico di fare architettura dettato dalla nuova figura di ingegnere che
in questo periodo si pone molto più in primo piano rispetto a quella dell’architetto; nasce in
Francia il politecnico e le prime ricerche verso un approccio scientifico di fare architettura con la
creazione dell’abaco. Nella dinamica e più giovane società americana, piena di nuovi valori e
supportata dal benessere economico, nasce un nuovo modo di fare architettura che sviluppa la
città in altezza: nel 1880 nasce a Chicago il primo grattacielo, costruito secondo le nuove teorie
della struttura a scheletro che però non rispecchiano l’ancora rinascimentale carattere della
facciata. Questa presenza parallela dei due modelli, crea una incompatibilità nella lettura
dell’architettura e forti perplessità negli architetti e uno dei primi che cercò di risolvere il
problema fu Sullivan.




                         La stazione di S.
                         Maria Novella a
                         Firenze



L’edificio simbolo dell’epoca è la stazione ferroviaria che esalta da un lato le potenzialità delle
nuove scoperte (macchina a vapore), ma simboleggia anche la contraddizione ancora presente fra
i nuovi esempi e il vecchio modello rinascimentale che condiziona ancora la facciata degli edifici:
un esempio concreto è la stazione di Milano, mentre con la stazione di S. Maria Novella già
abbiamo un’evoluzione.
Ciò che favorì la separazione tra ingegneri e architetti fu soprattutto la scoperta di nuovi
materiali, quali l’acciaio e il cemento armato, il cui impiego non poteva avvenire, come avveniva
in passato con i materiali tradizionali, sulla base della sola esperienza, ma sulla scorta di precisi
calcoli strutturali.
La nascita di questi nuovi materiali fu possibile grazie alla quella grande riconversione
tecnologica e produttiva che va sotto il nome di «Rivoluzione industriale». In Inghilterra, dalla
prima metà del XVIII secolo, la produzione industriale resa possibile dal vapore, aveva creato la
siderurgia moderna. Gli altiforni rendevano possibile la costruzione di acciai sempre più perfetti
e resistenti. Il loro impiego in architettura avvenne inizialmente nella costruzione di ponti. In
seguito fu estesa alle ossature degli edifici, facilitando la possibilità di realizzare costruzioni
sempre più alte e complesse.
L’impiego dell’acciaio nell’architettura, rese possibile il ritorno al sistema costruttivo trilitico:
infatti con l’acciaio è possibile realizzare strutture rettilinee che, data l’alta resistenza di questo
materiale, possono agevolmente sopportare le tensioni di trazione che si generano nelle
strutture inflesse.




                                                L’altoforno produce ghisa (una lega di ferro e carbonio)
                                                a partire dai minerali di ferro Ematite e Limonite, dagli
                                                ossidi provenienti dai forni di arrostimento della siderite
                                                o da quelli di combustione delle piriti.
L’applicazione del ferro alle costruzioni civili aveva tuttavia avuto importanti precedenti
nell’architettura francese.
Soufflot aveva rinforzato la struttura della chiesa di St. Geneviève (Pantheon) con un
sistema di armature in ferro nascoste all’interno del sistema di conci e muratura (1776);
Victor Louis nel 1786 realizza un tetto in ferro per il Théâtre Français, nel 1790 per il teatro del
Palais Royal;
Nel 1803 L.A. de Cessart costruisce l’elegante passerella del Pont des Arts sulla Senna.
nel 1829 La Galerie d’Orleans, presso il Palais Royal fu la prima galleria ad avere una volta a
botte vetrata, costituita da elementi in ghisa prefabbricati.
 La fondazione dell’Ecole Polytechnique nel 1795 servì a dare respiro a una tecnologia che
voleva essere adeguata ai fasti dell’Impero napoleonico.




       L’Ecole
    Polytechnique




                                                                      St. Geneviève
                                                                       (Pantheon)
Il Panthéon, inizialmente costruito come chiesa, è il tempio in cui sono
sepolti gli uomini illustri di Francia.
Nel 1757, l'architetto Jacques-Germai Soufflot iniziò su incarico di Luigi
XV la costruzione di un'imponente chiesa, dedicata a Sainte-Geneviéve,
sul luogo dove si trovavano i ruderi di una preesistente chiesa anch'essa
dedicata alla santa patrona di Parigi. Nel 1790, con il completamento
della cupola, la costruzione della chiesa poteva dirsi completata.
Durante la Rivoluzione si decise di trasformare la chiesa in Panthéon.
Vennero perciò murate le 42 finestre e in tal modo l'edificio assunse quel
suo aspetto esternamente freddo e internamente tetro, da autentico
mausoleo, che lo caratterizza ancora oggi.
L'architettura del Panthéon sottolinea un chiaro ritorno al classico.
Il pronao, sostenuto da 22 colonne corinzie, con la facciata principale
assai prominente, toglie la vista della cupola che sembra, così, sospesa
nel vuoto.
Il frontone triangolare reca l'iscrizione "Ai grandi uomini, la patria
riconoscente". Il rilievo si rifà alla storia della nazione e vi sono
rappresentati, tra gli altri, Mirabeau, Voltaire, Rousseau e Napoleone e i
suoi generali.
Nel Panthéon riposano le spoglie degli scrittori Victor Hugo e Emile Zola.
La facciata
L'École Polytechnique Fédérale de
Lausanne (EPFL) è il Politecnico
Federale di Losanna (Svizzera),
fondato nel 1853.
La Scuola venne fondata nel 1853
come scuola privata prendendo il
nome di École spéciale de Lausanne.
Nel 1869 divenne il dipartimento
tecnico dell'Académie de Lausanne.
Quando quest'ultima venne
riorganizzata acquisendo lo statuto
di università nel 1890, la facoltà
tecnica cambiò il suo nome in École
d'ingénieurs de l'Université de
Lausanne. Nel 1946 venne
ribattezzata École polytechnique de
l'Université de Lausanne (EPUL).
Dopo il 1851 e il 1862 le Esposizioni universali furono abbandonate dalla Gran Bretagna e
vennero ripetutamente organizzate dalla Francia fors’anche per sfidare il primato commerciale e
industriale britannico.
Tra il 1855 e il 1900 a Parigi vennero organizzate cinque importanti esposizioni in cui avevano
grande rilievo le grandi gallerie d’esposizione delle macchine.
Tra i costruttori si distinse già dal 1867 Gustave Eiffel, con una Galerie des Machines di 35
metri di luce, anello esterno di una serie di ovali concentrici.
Nel 1889 la mostra fu dominata da due manufatti stupefacenti: la Galerie des Machines
progettata da Victor Contamin in collaborazione con l’architetto Dutert, impostata su un arco a
tre cerniere di 107 metri di luce (in cui, tra l’altro, piattaforme mobili su binari sospesi
consentivano di vedere dall’alto l’esposizione) e la Torre Eiffel che costituiva lo sviluppo dei
sistemi studiati da Eiffel nella costruzione di ponti e viadotti (viadotto sul Douro in Portogallo,
nel 1870, viadotto di Garabit del 1884).
La torre può essere infatti descritta come un pilone di viadotto alto 300 metri, poggiato su gambe
iperboliche e rinforzato da archi parabolici. La torre venne dotata immediatamente di grandi
ascensori che correvano su binari inclinati e che servirono, durante la costruzione come rotaie
per gru rampanti, necessarie al sollevamento dei materiali.
Il ponte de Fragnée e l'entrata principale
             dell'Esposizione.               Il parco delle attrazioni
Il pavillon di Montenegro


                            L’arena dei giochi
A lui si deve la concezione di una delle
meraviglie assolute del mondo e
l'appoggio determinante per la
costruzione di uno dei simboli imperituri
della democrazia e della libertà. Stiamo
parlando rispettivamente della
Torre Eiffel e della
Statua della Libertà, entrambi
scaturiti e realizzati dall'unica, geniale
mente dell'ingegnere francese che porta
il nome di Alexandre-Gustave Eiffel. Nato
a Digione il 15 dicembre 1832 iniziò la
sua attività lavorando dapprima con
diverse imprese di costruzione e in un
secondo tempo in proprio, come
ingegnere consulente.
Costruita per l’esposizione universale
e per la commemorazione del
centenario della Rivoluzione
Francese, la Torre Eiffel con in cima
la bandiera francese, fu inaugurata il
31 marzo 1889. Nonostante le critiche
e le contestazioni dei parigini e degli
intellettuali francesi che
accompagnarono la sua costruzione,
la struttura metallica rappresenta
oggi il simbolo di Parigi e attira ogni
anno più di 6 milioni di visitatori.
Trecento metalmeccanici hanno assemblato i 18.038 pezzi di ferro forgiato,
utilizzando mezzo milione di bulloni. Viste le condizioni di sicurezza esistenti
  allora è sorprendente che solo un operaio perse la vita durante i lavori del
               cantiere (durante l'installazione degli ascensori).
  La torre è alta con la sua antenna 304 metri - escludendo le antenne della
televisione sulla sommità, che sono alte 20 metri - e pesa 10.000 tonnellate.
 Era la struttura più alta nel mondo e lo è rimasta per 40 anni. straordinari
                                 nel mondo.
Per il mantenimento della struttura
servono anche 50 tonnellate di
vernice ogni 7 anni. A seconda della
temperatura ambientale l'altezza
della Torre Eiffel può variare di
diversi centimetri a causa della
dilatazione del metallo ( sino a 15 cm
più alta durante le calure estive).
Nelle giornate ventose sulla cima
della torre si possono verificare
oscillazioni sino a 12 cm.
Quando fu costruita, esisteva una
certa resistenza da parte del
pubblico, in quanto pensavano che
sarebbe stata una struttura poco
estetica. Oggi giorno è generalmente
considerata uno degli esempi di arte
architettonica. più
-Il 21 gennaio 1908, il primo messaggio radio a lunga distanza fu mandato dalla torre.

-Padre Theodor Wulf, nel 1910 prese delle misure delle radiazioni sia alla sommità che ai piedi della torre,
scoprendone sulla sommità più di quanto previsto. Scoprì in questo modo i raggi cosmici.

-Nel 1925 l'artista dell'inganno Victor Lustig "vendette" per ben due volte la Torre Eiffel come ferro vecchio.

-Nel 1929 la Torre perse il titolo di struttura più alta del mondo quando fu completato il Chrysler Building di
New York.

-Quando Adolf Hitler visitò Parigi durante la Seconda guerra mondiale, i Francesi disattivarono gli ascensori, in
tal modo sarebbe stato costretto a salire i 1792 gradini fino alla sommità. I Francesi dissero che per causa della
guerra era impossibile trovare il pezzo di ricambio, anche se poche ore dopo la partenza dei Nazisti gli
ascensori funzionarono di nuovo. Hitler rimase ai piedi della Torre Eiffel.

-Il 3 gennaio 1956 un incendio danneggiò la sommità della torre.
-Nel 1959 l'attuale antenna radio fu aggiunta sulla sommità.

-Negli anni ’80 un vecchio ristorante, che si trovava a metà
altezza, fu smantellato con tutta la struttura che lo
sorreggeva. Questo ristorante fu acquistato e ricostruito a New
Orleans, Louisiana sotto il nome di "Tour Eiffel Restaurant" e
più recentemente conosciuto come "Red Room".

-Nell'anno 2000, luci intermittenti e diversi fari sono stati
installati sulla torre. Da allora lo spettacolo luminoso notturno
è diventato un evento quotidiano.

-La torre ha ricevuto il 200.000.000 .mo ospite il 28 novembre
del 2002.

-Il 22 luglio del 2003 alle ore 19.20 scoppiò un incendio nella
sala degli strumenti di tramissione. L'intera torre fu evacuata e
l'incendio fu domato in 40 minuti. Non ci furono vittime.
La torre in fase di costruzione.
NUMERO DI SCALINI : 1665 scalini per i
visitatori più sportivi. Due ascensori trasparenti
salgono sino al secondo piano dove si trovano
molti negozi di souvenirs
La realizzazione della Statua della Libertà
ebbe invece una gestazione più complessa e
stratificata in diversi rivoli, a partire dalle
responsabilità per la progettazione. L'idea
per una statua celebrativa prese piede nel
1865, come monumento simbolo dell'amicizia
Franco-Americana.
Del disegno si occupò lo scultore francese
Frederic August Bartholdi mentre per
progettare il supporto interno e le
intelaiature venne chiamato proprio Gustave
Eiffel.
Dopo i travagli dovuti alla non facile
costruzione il 4 luglio 1884 l'Unione Franco-
Americana tenne una cerimonia per la
presentazione del monumento, poi la statua
venne smontata, i pezzi imballati e inviati via
mare agli Stati Uniti, dove giunse all'Isola
della Libertà il 19 giugno 1885.
La Statua della Libertà, soprannominata dagli
                                                americani "Miss Liberty", si eleva sulle rovine di
                                                un’antica fortezza ottocentesca a Liberty
                                                Island, un isolotto roccioso, di poco più di 5
                                                ettari situato nella Upper Bay, a circa 4 km a
                                                Sud-Ovest di Battery Park. Proclamata nel 1924
                                                monumento nazionale, dal 1937 la Statua della
                                                Libertà viene gestita dal National Park Service.
                                                L’idea di realizzare un monumento che
                                                simboleggiasse la concezione americana della
                                                libertà politica venne, nel 1865, al
                                                repubblicano francese Edouard de Laboulaye e
                                                fu accolta con entusiasmo dallo scultore suo
                                                compatriota Frédéric Auguste Bartholdi.


I due organizzarono una lotteria per raccogliere i 250.000 dollari necessari alla costruzione del
monumento il cui avambraccio e la cui torcia vennero esposti, nel luglio 1876, alla Centennial
Exhibition di Filadelfia. L’opera completa rimase quindi a Parigi fino a quando, grazie ai 100.000
dollari raccolti in seguito a una sottoscrizione lanciata da Joseph Pulitzer, l’editore del giornale
New York World, vennero completati i lavori di costruzione del basamento sulla Bedloe’ Island e
la statua poté finalmente essere trasportata in America. Il 28 ottobre 1886, nel porto di New
York, si tenne la cerimonia di inaugurazione del monumento alla presenza di Bartholdi e del
Presidente americano Grover Cleveland.
Ponte Maria Pia a
                         Oporto
                                                                      Garabit sulla Truier
    Dal 1858 diresse i cantieri della compagnia di Bordeaux e costruì il viadotto sulla Garonna a
   Levallois-Perret. Nel 1867 costruì una propria azienda per la costruzione di laminati in acciaio
      diventando presto un tecnico di fama internazionale nell'impiego di questo materiale.
        Nello stesso anno iniziò un lavoro di sperimentazione sull'uso delle "travi reticolari“.
  Nel 1876 assieme a Boileau costruì a Parigi il primo edificio in ferro e vetro, il "Magazin au Bon
Marché", situato in rue de Sèvres, e l'anno successivo il primo dei suoi grandi ponti in ferro: il ponte
                                     Maria Pia sul Duero a Oporto.
Nel periodo 1880-1884 progettò e realizzò il viadotto di "Garabit sulla Truier", opera di straordinaria
concezione che già metteva in luce tutte le sue visionarie potenzialità. Ed è all'Esposizione del 1889
  che Eiffel diede fondo alla sua visionarietà costruendo la famosa torre parigina che ancora oggi
        porta il suo nome, espressione completa di un'impostazione tecnica tesa a ottenere
         contemporaneamente alte qualità di flessibilità e resistenza con un minimo peso.
Il ponte Mativa, o Hennebique,
             Hennebique, costruzione                       Parigi

L’associazione di ferro e calcestruzzo in sistemi di solidità monolitica, dopo una serie di tentativi,
trovò una soluzione di straordinaria efficacia nel Beton armé brevettato nel 1892 da
François Hennebique. Già, in alcune travi composite, la resistenza del ferro alla trazione era
stata sfruttata associandola alla resistenza alla compressione del cemento; Hennebique risolse il
problema delle giunzioni grazie all’uso di tondini in ferro che, piegati e agganciati insieme prima
di essere annegati nel cemento, costituivano giunti straordinariamente organici consentendo di
legare sostegno e solaio in un insieme monolitico.
Il successo della società di Hennebique si ebbe nel 1898, con la straordinaria diffusione di
manufatti in Beton armé in tutta Europa; più tardi vennero sviluppate varianti in cui veniva
introdotto il mattone che, secondo Anatole de Baudot (architetto razionalista) precipuamente
interessava gli architetti.
Il nuovo sistema consentiva la costruzione di grandi sale; permetteva di liberare il sistema
distributivo dai muri portanti, di realizzare aggetti inaspettati e dava grande resistenza ad edifici
destinati a straordinarie sollecitazioni strutturali.
L’impiego del calcestruzzo armato per la costruzione di ponti ferroviari inizia a
diffondersi ai primi del Novecento; in Italia i primi ponti con questo materiale sono
realizzati nel 1904 lungo la Val Brembana, in Francia, patria del calcestruzzo armato
grazie alle sperimentazioni di Lambot, Monier, Coignet e, soprattutto Hennebique, l’uso
del materiale si diffonde così rapidamente da richiedere la compilazione di una delle
prime normative in materia (1891) con l’introduzione di stati tensionali di sicurezza per il
calcestruzzo e l’acciaio in relazione alla tipologia di manufatto.
In Francia erano, infatti, diffusi numerosi brevetti per realizzare opere in calcestruzzo
armato che, lentamente, si ridussero ai due brevetti principali, quello di Monier e quello
di Hennebique, che adombrarono tutti gli altri sistemi. Mentre il sistema Monier si
presentava più legato alla tradizione costruttiva e supportato da calcolazioni complesse,
quello Hennebique era supportato da una teoria sulla resistenza dei materiali compositi e
da un procedimento di calcolo fondato sul principio delle tensioni ammissibili di più
facileapplicazione.
Hennebique per anni custodì gelosamente il suo procedimento di calcolo fino a quando,
con abilità imprenditoriale, distribuì in concessione e a livello internazionale il suo
brevetto, detenendone i diritti per anni.
Ponte sulla Mescla




La realizzazione del ponte iniziò durante l’estate del 1909 con la costruzione dell’armatura e della centina a
sostegno del getto di calcestruzzo, un’opera lignea imponente che richiese alcuni mesi di lavoro.
Nel settembre di quell’anno si diede inizio al getto di calcestruzzo, completato in un mese, miscelato con
differenti dosaggi in relazione alla tipologia di impiego; per la struttura principale venne preparato un
calcestruzzo dosato a 400 kg di Portland (0,4 m3 di sabbia e 0,8 m3 di ghiaia), per le secondarie a 350 kg,
mentre per il riempimento delle spalle si scese a 300 kg di Portland per metro cubo di calcestruzzo.
Il ponte, ultimato nel novembre di quello stesso anno, fu collaudato secondo i principi delle norme francesi sul
calcestruzzo armato, che prevedeva la nomina di un tecnico esterno incaricato del collaudo e del monitoraggio
annuale dell’opera; il primo collaudo rivelò una freccia in mezzeria di 12 mm pari a 1/5000 della luce. Dalla
relazione del 1912 sappiamo che il ponte fu interessato da un traffico quadruplo rispetto a quello ipotizzato in
fase di progetto; ciononostante, dopo due anni dal collaudo la struttura non mostrava lesioni ne aumenti della
freccia.
L’esperienza del ponte di La Mescla ha permesso di comprendere quella che, molto plausibilmente, è stato uno
dei primi impieghi di opera in calcestruzzo armato assistita da una normativa di riferimento, quella francese
del 1891, che appare “saggiamente intelligente”, imponeva moderati stati tensionali sui materiali e,
soprattutto, introduceva il concetto di monitoraggio e manutenzione programmata del manufatto.
Il ponte di La Mescla venne
realizzato a bow-string, con via di
corsa intermedia, scandita dal
ritmo degli elementi verticali che
collegano l’impalcato all’arco
principale ribassato. Le spalle
poggiano su un calcare compatto




 
rinforzato da un sistema di muri
controventati in calcestruzzo
armato.
Secondo il progetto originario il
ponte avrebbe dovuto supportare
una linea ferroviaria ad un solo
binario con scartamento di un
metro, per cui le due travi
longitudinali principali d’impalcato
vennero posizionate in
                                                                                                                                                                     
corrispondenza dei binari. Le
arcate, con sezione 60 x 40 cm
furono dimensionate, come tutta la
struttura, in base alle indicazioni
dei tecnici dell’atelier Hennebique
e della Circolare del Ministro dei
                                                                                                                                                                Disegni esecutivi
Lavori pubblici Francese del 29                                                                                                                                   del ponte sulla
agosto 1891.                                                                                                                                                          Mescla
È con le occasioni offerte dalle grandi Esposizioni del XIX sec. che l' acciaio esce dalla sua iniziale
sperimentazione e permette agli organismi costruttivi la conquista dei grandi spazi coperti , il cui
problema era stato già posto dalle prime realizzazioni di mercati e stazioni.
Le costruzioni che si richiedono per le Esposizioni Universali devono rappresentare quanto di più
inedito e spettacolare offre la tecnica del tempo .
Questo costituisce un valido incentivo per lasciare una notevole libertà di espressione ai
progettisti , i quali scoprono nel metallo il materiale più adatto a rispondere ai loro scopi . A
ragione si può affermare che queste manifestazioni permettono la sperimentazione di nuovi
sistemi costruttivi, determinando un notevole progresso tecnico , i cui risultati poi serviranno alla
normale edilizia ; parallelamente ne trae vantaggio l' impegno scientifico nell' impostazione e
risoluzione di nuovi problemi di calcolo statico .
In Europa l' impulso maggiore per una nuova architettura di grandi dimensioni è dato dalle
costruzioni dell' Esposizione Universale di Parigi del 1889 , soprattutto dalla Torre di Eiffel
( 1832-1923 ) e dalla Galleria delle Macchine di Dutert e Contamin ; quest' ultima copre un' area
di 115.420 m ed è costituita da archi in acciaio a tre cerniere . I vantaggi dell' utilizzo di una
struttura in acciaio risiedono nella disponibilità di elementi strutturali di dimensioni ridotte : al
contrario di calcestruzzo , legno e laterizi , rispetto all' area occupata , essi lasciano spazi vuoti
che possono nascondere gli impianti , soddisfacendo alle moderne esigenze di ispezionabilità .
La ricerca nel campo dell' acciaio si spinge a livelli sempre più alti e sofisticati , puntando
chiaramente sui sistemi di finitura superficiale e di protezione del metallo .




                                                  Galleria delle
                                                Macchine di Dutert
Ponte sul Firth of
                                                                          Forth, Scozia




Si studiano nuove leghe sempre più resistenti , in grado di sopportare le piogge acide e sbalzi di
temperatura sempre maggiori , acciai il più possibili privi di impurità , per ottenere una
produzione più omogenea con una resa prestazionale costante e un degrado del materiale sempre
più ridotto .
Ai giorni nostri le tendenze che condizionano sempre più il lavoro del progettista , danno luogo ad
una vera e propria rivoluzione architettonica; esse caratterizzano una nuova forma di costruzione
: la struttura spaziale.
Frank Lloyd Wright: Fabbrica E-Z Polish 1905; Unity Temple 1906 Chicago.


Auguste Perret: Casa in rue Franklin n.25 1903, Théâtre des Champs Elysées 1913, Henry
Savage: appartamenti a gradoni in rue Vavin (uso espressivo); Parigi.




Officine Fiat: Lingotto di Matté Trucco a Torino 1915: edificio che si estende per 40 ettari e
ospita una pista di prova sul tetto.




Robert Maillart: costruisce ponti di straordinaria eleganza, archi a tre cerniere a sezione
scatolare, con aperture triangolari nei fianchi: sul Reno a Tavanasa (1905), sull’AAre ad Aarburg
(1911), sull’Arve, Vessey 1936.
Vertici straordinari nella costruzione di grandi sale furono poi raggiunti negli anni ‘30 con la
costruzione di hangar e grandi sale da Pierluigi Nervi.
Frank Lincoln Wright, uno dei più grandi architetti
del Novecento, nasce a Richland Center (Wisconsin)
l'8 giugno 1869. La sua figura è ricordata anche per il
suo temperamento incline alle sfide e alla scoperta
di nuovi orizzonti culturali ed artistici. Il padre è
pastore della chiesa unitaria e musicista; sarà la
madre, Anna Lloyd Jones, donna molto energica, a
spingere il figlio verso la professione di architetto.
Dopo un'infanzia normale e aliena da traumi particolari,
Frank compie studi di architettura molto seri (ingegneria
civile a Madison, Wisconsin, e apprendistato a Chicago
nello studio di Silsbee), fino a diventare allievo di Louis
Sullivan, maestro che lo plasmò culturalmente, fino ad
infondergli quella passione per lo sperimentalismo e la
ricerca di nuove soluzioni che sarà una costante della sua
vita. In particolare farà apprezzare al giovane Wright il
valore degli spazi interni, spronandolo a ricercare
filosofie differenti. Con lui, collabora per la realizzazione
dell'Auditorium di Chicago.
Fabbrica E-Z Polish
                            di Chicago
                                                           In seguito, divenuto un nome
                                                           rispettato nell'ambiente, i suoi scritti
                                                           ottengono molta attenzione sia da
                                                           parte degli specialisti che da parte
                                                           del grande pubblico. Nelle sue
                                                           considerazioni l'accento è posto alla
  In altri termini
   l'architettura                                          ricerca della semplicità e alla volontà
organica è quella "
                                                           di trovare l'ispirazione attraverso i
                                                           motivi e i materiali della natura,
                                                           senza considerare il suo netto rifiuto
                                                           di espedienti decorativi di qualsiasi
                                                           natura. Questa concezione delle linee
                                                           architettoniche e degli spazi prenderà
                                                           il nome, dopo Wright, di "architettura
                                                           organica".
    In altri termini l’architettura organica è quella filosofia della costruzione che intende
    sviluppare le sue opere come un organismo, senza schemi geometrici preordinati; secondo i
    suoi teorici e artefici, è l'architettura ideale per l'uomo, tagliata su misura per lui, nata
    intorno a lui e cresciuta con lui come se fosse il suo corpo.
    E' un tipo di concezione che rispecchia per certi versi le valenze individualistiche della
    società americana e Frank Lloyd Wright, durante il suo operato, si è posto come riferimento
    assoluto per tutto il movimento.
In tutto questo gioca anche l'opposizione alla
tradizione europea, nei confronti della quali gli
architetti e gli artisti americani in genere avevano
sempre sentito un senso di inferiorità. Lloyd Wright,
invece, si propone di rinnegare qualsiasi tradizione
costituita, e perciò qualsiasi stilistica europea,
orientandosi piuttosto verso le forme estremo-
orientali (soprattutto giapponesi) e americane (maya,
indios, ecc.). I suoi ideali lo portano a rivolgersi ad
una committenza "media", ed a pensare "l'entità"
casa, proprio per questa committenza. Ecco allora le
sue abitazioni unifamiliari, a contatto con il terreno,
semplici e a dimensione umana.                                  Unity Temple di
                                                                    Chicago
Nella sua lunghissima carriera, durata più di 70 anni, Frank
Lloyd Wright disegnerà oltre un migliaio di progetti tra
case, uffici, chiese, scuole, biblioteche, ponti, musei e
altro ancora. Progetta anche arredi, tessuti, lampade,
oggetti per la tavola, argenti, tele e arti grafiche. E'
inoltre uno scrittore prolifico, un educatore ed un filosofo.
Wright è considerato dalla maggior parte degli esponenti
autorevoli del settore come il più grande architetto del XX
secolo.
Pioniere del cemento armato e precorritore del
movimento moderno, Auguste Perret (1874-1954)
rappresenta un caso singolare nella storia
dell’architettura del Novecento. Dopo mezzo secolo
di rispettoso oblio, viene ricordato con una prima
grande mostra monografica, dal titolo La poetica del
cemento armato, ospitata alla GAM di Torino e
diretta a Parigi.
Quando nel 1905 Perret fonda con i suoi fratelli
quella che sarà destinata ad essere una delle
agenzie di costruzioni più conosciute, la modernità è
in incubazione. Il linguaggio architettonico usato da
Perret, sia nel progettare chiese sia nel disegnare
hangar e silos per parcheggi (veri edifici dei tempi
moderni), riuscì ad applicare il razionalismo
progettuale alla rudezza percettiva del cemento
armato, offrendo a quest’ultimo un ruolo innovativo
e autosufficiente sotto il profilo estetico. Perret è
l’Eiffel del cemento armato.
Apprezzato anche per la sua capacità di
                    abbattere i costi con una progettazione
                    essenziale, dopo le prime costruzioni come il
                    Casinò di Saint Malò (1899) e la Casa d’abitazione
                    di Rue Franklin a Parigi (1903) Auguste Perret
                    giunse alla piena affermazione del proprio
                    pensiero con il Garage di Ponthieu (1906) e il
                    Teatro di Champs Elysées (1910-13), architetture
                    che rivoluzionavano i rapporti tra gli elementi,
                    ridefinendo il concetto di ornamento e
                    proiettando le strutture portanti sulle facciate
                    degli edifici, in bella vista. Perret sostenne in tal
                    modo il suo principio di "sincerità costruttiva",
                    poi ripreso da Mies van der Rohe e Le Corbusier.



   Casa in rue
Franklin, Auguste
     Perret
(1864 - 1934) Mattè Trucco - la cui fama è legata alla
costruzione del Lingotto - si laurea in Ingegneria Meccanica al
Politecnico di Torino nel 1893. Assunto alle Officine
Meccaniche Ansaldi che nel 1906 vengono assorbite dalla Fiat,
passa con loro nella nuova azienda dove, come Direttore del
Reparto Officine Meccaniche e Fonderie di via Cuneo, si occupa
non solo dello studio di motori diesel ma anche della
progettazione dei nuovi stabilimenti Fiat Grandi Motori.
Dal 1913 si dedica a tempo pieno alle costruzioni industriali:
progetta gli stabilimenti San Giorgio di La Spezia, interviene
nei lavori di ampliamento degli stabilimenti Fiat e nella
costruzione delle Officine Villar Perosa.
Nel dopoguerra costruisce lo stabilimento del Lingotto, l'opera
che reca la sua impronta più significativa e che fa di lui un
precursore dell'architettura funzionale. Altri sue realizzazioni
sono la diga sul fiume Tanaro presso Pollenzo, la grande cupola
coperta del Teatro Regio di Torino e ultima, nel 1928, la
centrale idroelettrica delle Officine di Perosa. Negli anni venti
entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fiat.
 
Lo stabilimento FIAT del Lingotto fu progettato e costruito, a partire dal 1915, dall'architetto
Giacomo Mattè Trucco. Con le sue misure grandiose divenne il simbolo delle aspirazioni ala
modernità dell'Italia del tempo. Con ben cinque piani di officine si ispirava alla struttura delle
catene di montaggio della casa automobilistica statunitense Ford. I lavori iniziarono nella
primavera del 1917, lo stabilimento principale fu terminato nel 1922 e l'inaugurazione avvenne
l'anno successivo, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. L'opera suscitò l'ammirazione del
famosissimo architetto francese Le Corbusier, uno dei principi dell'architettura del Novecento,
che nel suo libro Vers une architecture definiva lo stabilimento del Lingotto certamente uno degli
spettacoli più impressionanti forniti dal mondo dell'industria.
Nel 1935 furono costruite,
sempre su progetto di Mattè
Trucco, le rampe elicoidali
alla testata dei corpi lunghi.
Dal piano terra, e dai vari
piani di lavorazione, le auto
ebbero così la possibilità di
accedere direttamente alla
pista di collaudo,
concludendo, all'interno
stesso della fabbrica, il
ciclo completo della
lavorazione.
La pista, di un eccezionale rilievo
plastico, occupa l'intero piano di
copertura delle officine. Due
rettilinei di 443 metri l'uno,
raccordati da curve paraboliche,
formano un tracciato continuo per il
collaudo delle vetture appena uscite
dalla linea di produzione.
Costruita contemporaneamente alle
officine, la palazzina uffici era
destinata alle funzioni direzionali ed
amministrative, oltre a funzioni
accessorie (mensa, scuola allievi). La
struttura è strettamente funzionale
alla distribuzione interna,
organizzata su una manica doppia e
corridoio centrale.
Oltre a quella del catenoide esiste un altro tipo di minimalità a cui conduce la catenaria. Invece
di farla ruotare, possiamo traslarla per un pò in direzione trasversa, ad esempio perpendicolare,
al suo piano; in questo modo otteniamo una superficie che è detta superficie catenaria e che ha
grande interesse nell'ingegneria.
Infatti, per via geometrica, è possibile dimostrare che la catenaria rovesciata è l'unica curva tale
che la tensione del peso applicato su di essa si distribuisce lungo la tangente, scaricando tutto il
peso sugli estremi.
Di questa sorprendente proprietà fisica della catenaria fece ampio uso l'ingegnere svizzero Robert
Maillart (1872-1940) nella progettazione delle sue rivoluzionarie costruzioni in cemento armato.
Fra queste ricordiamo i ponti, ben noti agli ingegneri come ponti di Maillart; l'immagine seguente
è una foto del ponte Salgina-Tobel in Svizzera. L'arco portante, avendo appunto la forma di una
superficie catenaria capovolta non subisce alcuno sforzo di flessione, ma trasmette solo forze di
compressione pura.




                             Ponte Salgina-
                             Tobel (Svizzera)
La forma semplice ed essenziale di queste strutture procurò a Maillart qualche critica da parte
dei suoi colleghi che le vedevano più espressione di un genio artistico che non, come è di fatto,
di una profonda conoscenza delle forme, delle strutture, delle moderne tecniche costruttive e
dei materiali.




                                                                        Robert Maillart

                             Schwandbach Bridge


Di fatto, in conseguenza delle proprietà geometriche menzionate, per Maillart le due parti
principali di cui la costruzione si compone, l'impalcato stradale e l'arco portante (ossia il ponte)
che sostiene il piano viabile sul vuoto, costituiscono un'unità inscindibile: l'impalcatura non è un
peso morto che grava sulla struttura di sostegno ma, fondendosi con questa, a causa della sua
forma, contribuisce concretamente alla resistenza della compagine reagente
L’Inghilterra, alla fine del secolo VIII, si presentava sicuramente come una delle nazioni
occidentali più prospere e più avanzate a livello industriale : questo sviluppo portò ben presto ad
una massiccia produzione in serie degli oggetti di consumo . Per dare una prova consistente della
sua supremazia in questo campo, dunque, l’Inghilterra decise di organizzare per il 1851 una
colossale mostra aperta a tutte le altre nazioni europee, che prese il nome di “Esposizione dei
prodotti industriali di tutte le nazioni” e venne allestita nella città di Londra. Le forze impegnate
per la realizzazione del vasto ed ambizioso progetto furono davvero immani : fu il principe
Alberto, marito della regina Vittoria, ad occuparsi della creazione di un’apposita commissione
per la realizzazione di un edificio atto ad accogliere la mostra . L’architetto J. Paxton progettò il
Crystal Palace, che rappresentò il primo vero “prefabbricato”, tutto in vetro ed acciaio, per
ospitare “come in uno scrigno di vetro” l’Esposizione .
 




            Un'immagine
            dell'inaugurazione
            dell'Exhibition da
            parte della regina
            Vittoria
Joseph Paxton

Risale al 1851 la costruzione del Crystal Palace progettato dal giardiniere Joseph Paxton:
destinato ad ospitare la Great Exibition del 1851, era in sostanza un’enorme serra, a pianta
rettangolare, disposta su tre gradoni, con un transetto centrale dall’alto tetto ricurvo; anche il
perimetro era costituito da grandi vetrate continue. La costruzione era strutturata a partire da
un modulo fondamentale di rivestimento di 2,4 m., che copriva un sistema di campate articolate
gerarchicamente in altezza da 7,3 a 22 metri. L’aspetto più ingegnoso dell’opera era
probabilmente costituito dall’impianto di gronde e scarichi: la forma delle cornici di sostegno era
infatti studiata per convogliare l’acqua piovana ai pilastri metallici tubolari. I più gravi problemi
da risolvere riguardarono la massiccia produzione di elementi metallici e in vetro. Il montaggio
sistematico si concluse in soli 4 mesi; per garantire la necessaria maneggevolezza, Paxton
progettò la struttura in modo nessun elemento della costruzione pesasse più di una tonnellata. In
totale si trattava di 93000 mq. di vetro che produssero per la verità anche notevoli problemi
climatici e di temperatura.
Alla mostra furono esposte le opere più diverse, dalle macchine industriali, alle locomotive, agli
oggetti di uso comune e domestico, alle raffinate produzioni delle vetrerie francesi : si
alternavano oggetti palesemente prodotti in serie ad uso commerciale ed altri prodotti ancora
artigianalmente . Per preservare la sopravvivenza di questi ultimi, che era ormai seriamente
minacciati dalla massiccia produzione industriale, molti artisti si impegnarono a rendere le loro
opere “uniche” e preziose, grazie soprattutto da un lato all’appoggio della borghesia, che voleva
che l’oggetto d’arte rimanesse uno status symbol di una ben precisa classe sociale – ed aborriva,
dunque, la diffusione di questi prodotti fra le classi sociali “inferiori” – e dall’altro alle
applicazioni tecnologiche dell’epoca, come la galvanoplastica, che consentiva di dorare o
argentare anche i metalli vili con lamine sottilissime .




                                                                          Gli interni del
                                                                          Crystal Palace
Il Crystal Palace venne distrutto il 5 ottobre 1858 in seguito ad uno spaventoso
                 incendio durante l’incontro per l’annuale fiera.
 GALLERIA VITTORIO EMANUELE II, MILANO




 COALBROOKDALE COMPANY




 ART NOUVEAU
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto che collega piazza della Scala e
piazza Duomo tra loro e con due vie perpendicolari ad esse. Lo stile con cui è disegnata è
eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento
milanese.
Nella prima metà del XIX secolo Milano guardava alle
grandi capitali europee come Londra e Parigi come
esempio di urbanizzazione. Soprattutto perché la città si
stava scoprendo come principale città industriale della
penisola e le innovazioni tecnologiche erano il simbolo
della seconda rivoluzione industriale e di conseguenza del
grande cambiamento sociale che si era messo in moto. La
tour Eiffel, il ponte di ferro sul Severn, erano un esempio
di come la tecnologia fosse al servizio dell'architettura
anche con un discreto senso estetico.
Nel 1859 si fece seria l'idea di un passaggio coperto che collegasse piazza Duomo a piazza della
Scala: simile alla Galleria de Cristoforis, sempre a Milano a San Babila, ma più grande e più
borghese, da dedicare magari al re che portò Milano ad unificarsi al Regno d'Italia.
La zona prescelta era quella a sinistra del Duomo, edificata con piccole costruzioni non consoni
all'immagine che la municipalità voleva dare. Il comune indisse un concorso internazionale al
quale parteciparono 176 architetti e che vide vincitore il giovane Giuseppe Mengoni, il quale
propose una lunga galleria attraversata da un braccio, con al centro dell'incrocio una grande
"sala" ottagonale: la copertura prevedeva un'ossatura in ferro e il resto in vetro
I due ingressi principali, quelli del
braccio più lungo, previdero inoltre
due grandi archi trionfali. I capitali
necessari si trovarono costituendo una
società in Inghilterra promettendo
ricavi dalle proprietà in costruzione,
la stessa che fabbricò l'ossatura in
ferro e la spedì a Parigi per essere
assemblata. Quando questa società
fallì, il Comune di Milano assunse la
proprietà e continuò a fornire il
capitale necessario.
Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa
della prima pietra da parte di re
Vittorio Emanuele II di Savoia e due
anni più tardi si inaugurò la Galleria,
anche se non completamente
terminata.
Circa dodici anni dopo finalmente il
complesso fu terminato. Giuseppe
Mengoni, l'ideatore della Galleria, vi
morì proprio precipitando dalla cupola
durante un'ispezione il 30 dicembre
1877.
La Compagnia Coalbrookdale fu formata nel 1709 da Abraham Darby. Sarebbe presto divenuta la
più grande e la più famosa fonderia del mondo e, durante il 18° e 19° secolo, le innovazioni che
Abraham Darby e i suoi discendenti introdussero a Coalbrookdale dettero un contributo alla
rivoluzione dell'industria del ferro


                                                                 Il ponte sul fiume
                                                                       Severn




La fusione e la costruzione del ponte in ferro sul fiume Severn nel 1779 è ricordata come la più
grandiosa realizzazione della Coalbrookdale Company. Un altro primato mondiale riguarda la
locomotiva a vapore per le ferrovie 'Trevithick', che fu assemblata e sperimentata a
Coalbrookdale. Inoltre la Compagnia produsse piastre in ferro battuto per la SS Great Britain, la
prima nave a elica interamente in acciaio.
Intorno al 1835, fu raggiunta una nuova dimensione della fusione da parte di Francis Darby.
Francis aveva una grande passione per l'arte e, sotto la sua guida, la fonderia iniziò a produrre
fusioni ornamentali, compresi tavoli e arredi per giardino a fianco di grandi progetti come i
cancelli e le ringhiere di "Hyde Park". I successi della Compagnia furono riconosciuti alla Grande
Esposizione del 1851, quando fu insignita della Council Medal per la qualità e la varietà delle
realizzazioni Coalbrookdale.
Da ultimo è opportuno ricordare gli effetti che la passione per le forme del mondo vegetale
ebbero anche e soprattutto in architettura, dando vita all’Art Nouveau, più nota con il nome di
Stile Liberty. Questo vero e proprio movimento prese avvio verso il 1890 e si diffuse ampiamente
in Europa ed in America, assumendo denominazioni diverse a seconda del paese interessato :
Sezessionstil in Austria, Jugendstil in Germania, Stile floreale in Italia, e così via.




                                                              Un ingresso della
                                                              metropolitana a
                                                               Parigi in stile
                                                                  “Liberty”




Il nome Art Nouveau deriva dall’insegna del negozio di “oggetti d’arte e creazioni moderne”
aperto da A. Bing a Parigi nel 1895. Il Liberty prese spunto dalle teorie della “Arts & Crafts” di
Morris : linee curve e colore divennero i protagonisti ovunque, dai ferri battuti degli ingressi alla
Metropolitana a Parigi, ai balconi ed all’arredo degli interni .
www.wikipedia.com


   www.tecnologos.it


www.parissweethome.com


    www.leonardo.it


    www.archinfo.it
Questa mucca fu fotografata nel 1970…




                                        …quindi è morta…
Presentation by EMIDIO SANTILLI




“…così spalanco le finestre, e ti guardo attraverso il cielo…”

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L'architettura del ferro e dei nuovi materiali

  • 1.
  • 2. Introduzione La nuova architettura in Inghilterra La nuova architettura in Francia L’acciaio Altre opere Il cemento Bibliografia e Credits
  • 3. L'idea di realizzare travi in metallo appare in embrione già in epoca classica; sono state, infatti, trovate tracce di travi metalliche con sezione 13 x 30 cm e lunghezza di 4,5 metri in un tempio di Agrigento (470 a.C. circa), poste a rinforzo degli architravi lapidei. Nel medioevo la Chronica Monasterii Casinensis, redatta da Leone di Ostia (circa 1046-1115) descrive alcune ipotesi di 'travi' in bronzo. Nel Rinascimento F. Veranzio da Sebenico propugna nuovamente l'uso del bronzo per la realizzazione di ponti e preconizza l'idea della sezione a doppio T, suggerendo la realizzazione di una trave formata da due lamiere metalliche, disposte a 'coltello', tenute distanziate da setti. Sempre nel Rinascimento sono perfezionati gli altiforni che permettono di ottenere la fusione e colata del minerale ferroso entro stampi. Tempio di Giunone di Agrigento
  • 4. I sistemi industriali, oltre a creare le condizioni per un rapido inurbamento, offrirono ai costruttori nuovi prodotti, e in particolari proposero materiali dalle straordinarie caratteristiche di resistenza, come i profilati in ferro a prezzi sempre più bassi e in quantità sempre maggiori.   Impulso decisivo allo sviluppo della produzione dei profilati metallici viene dato in particolare dalla constatazione che le macchine a vapore possono funzionare egregiamente come propulsori quando abbiano a disposizione dei binari in ferro. Il binario costituisce un primo esempio di struttura articolata in parti smontabili modulari, prodotte industrialmente.
  • 5. Galleria delle Macchine, Dutert- Contamin Il modello rinascimentale è fortemente legato al concetto di continuità strutturale (muratura, setti), e al concetto di città chiusa-fortificata; la produzione del ‘400 era soprattutto rivolta all’edificazione di un’architettura aulica e quindi verso chiese, cattedrali e palazzi del potere. La prospettiva e la costruzione mentale legata ad essa sono al centro dello studio di questi anni e sostituiscono la vecchia produzione legata ai concetti propri delle conoscenze geometriche e trigonometriche ( che erano regole base per la costruzione delle piramidi o del pantheon ad esempio). A partire dal ‘700-’800 Si crea una nuova visione del mondo generata dai codici e dalle regole prospettiche esalta la simmetria,la centralità e i rapporti proporzionali e questo porta alla riscoperta dell’ordine architettonico. L’architettura del modello rinascimentale è figurativa, vale a dire composta da elementi riconoscibili, nominabili e fortemente legati a forme simboliche, e tutto è ricondotto ad un tipo, ad una figura a priori.
  • 6. Una prima risposta alla crisi portata dalle nuove idee fu l’eliminazione del concetto di aulico nella costruzione e la discontinuità della struttura introdotta dall’uso dei nuovi materiali. Si passa a un approccio scientifico di fare architettura dettato dalla nuova figura di ingegnere che in questo periodo si pone molto più in primo piano rispetto a quella dell’architetto; nasce in Francia il politecnico e le prime ricerche verso un approccio scientifico di fare architettura con la creazione dell’abaco. Nella dinamica e più giovane società americana, piena di nuovi valori e supportata dal benessere economico, nasce un nuovo modo di fare architettura che sviluppa la città in altezza: nel 1880 nasce a Chicago il primo grattacielo, costruito secondo le nuove teorie della struttura a scheletro che però non rispecchiano l’ancora rinascimentale carattere della facciata. Questa presenza parallela dei due modelli, crea una incompatibilità nella lettura dell’architettura e forti perplessità negli architetti e uno dei primi che cercò di risolvere il problema fu Sullivan. La stazione di S. Maria Novella a Firenze L’edificio simbolo dell’epoca è la stazione ferroviaria che esalta da un lato le potenzialità delle nuove scoperte (macchina a vapore), ma simboleggia anche la contraddizione ancora presente fra i nuovi esempi e il vecchio modello rinascimentale che condiziona ancora la facciata degli edifici: un esempio concreto è la stazione di Milano, mentre con la stazione di S. Maria Novella già abbiamo un’evoluzione.
  • 7. Ciò che favorì la separazione tra ingegneri e architetti fu soprattutto la scoperta di nuovi materiali, quali l’acciaio e il cemento armato, il cui impiego non poteva avvenire, come avveniva in passato con i materiali tradizionali, sulla base della sola esperienza, ma sulla scorta di precisi calcoli strutturali. La nascita di questi nuovi materiali fu possibile grazie alla quella grande riconversione tecnologica e produttiva che va sotto il nome di «Rivoluzione industriale». In Inghilterra, dalla prima metà del XVIII secolo, la produzione industriale resa possibile dal vapore, aveva creato la siderurgia moderna. Gli altiforni rendevano possibile la costruzione di acciai sempre più perfetti e resistenti. Il loro impiego in architettura avvenne inizialmente nella costruzione di ponti. In seguito fu estesa alle ossature degli edifici, facilitando la possibilità di realizzare costruzioni sempre più alte e complesse. L’impiego dell’acciaio nell’architettura, rese possibile il ritorno al sistema costruttivo trilitico: infatti con l’acciaio è possibile realizzare strutture rettilinee che, data l’alta resistenza di questo materiale, possono agevolmente sopportare le tensioni di trazione che si generano nelle strutture inflesse. L’altoforno produce ghisa (una lega di ferro e carbonio) a partire dai minerali di ferro Ematite e Limonite, dagli ossidi provenienti dai forni di arrostimento della siderite o da quelli di combustione delle piriti.
  • 8. L’applicazione del ferro alle costruzioni civili aveva tuttavia avuto importanti precedenti nell’architettura francese. Soufflot aveva rinforzato la struttura della chiesa di St. Geneviève (Pantheon) con un sistema di armature in ferro nascoste all’interno del sistema di conci e muratura (1776); Victor Louis nel 1786 realizza un tetto in ferro per il Théâtre Français, nel 1790 per il teatro del Palais Royal; Nel 1803 L.A. de Cessart costruisce l’elegante passerella del Pont des Arts sulla Senna. nel 1829 La Galerie d’Orleans, presso il Palais Royal fu la prima galleria ad avere una volta a botte vetrata, costituita da elementi in ghisa prefabbricati.  La fondazione dell’Ecole Polytechnique nel 1795 servì a dare respiro a una tecnologia che voleva essere adeguata ai fasti dell’Impero napoleonico. L’Ecole Polytechnique St. Geneviève (Pantheon)
  • 9. Il Panthéon, inizialmente costruito come chiesa, è il tempio in cui sono sepolti gli uomini illustri di Francia. Nel 1757, l'architetto Jacques-Germai Soufflot iniziò su incarico di Luigi XV la costruzione di un'imponente chiesa, dedicata a Sainte-Geneviéve, sul luogo dove si trovavano i ruderi di una preesistente chiesa anch'essa dedicata alla santa patrona di Parigi. Nel 1790, con il completamento della cupola, la costruzione della chiesa poteva dirsi completata. Durante la Rivoluzione si decise di trasformare la chiesa in Panthéon. Vennero perciò murate le 42 finestre e in tal modo l'edificio assunse quel suo aspetto esternamente freddo e internamente tetro, da autentico mausoleo, che lo caratterizza ancora oggi. L'architettura del Panthéon sottolinea un chiaro ritorno al classico. Il pronao, sostenuto da 22 colonne corinzie, con la facciata principale assai prominente, toglie la vista della cupola che sembra, così, sospesa nel vuoto. Il frontone triangolare reca l'iscrizione "Ai grandi uomini, la patria riconoscente". Il rilievo si rifà alla storia della nazione e vi sono rappresentati, tra gli altri, Mirabeau, Voltaire, Rousseau e Napoleone e i suoi generali. Nel Panthéon riposano le spoglie degli scrittori Victor Hugo e Emile Zola.
  • 11. L'École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) è il Politecnico Federale di Losanna (Svizzera), fondato nel 1853. La Scuola venne fondata nel 1853 come scuola privata prendendo il nome di École spéciale de Lausanne. Nel 1869 divenne il dipartimento tecnico dell'Académie de Lausanne. Quando quest'ultima venne riorganizzata acquisendo lo statuto di università nel 1890, la facoltà tecnica cambiò il suo nome in École d'ingénieurs de l'Université de Lausanne. Nel 1946 venne ribattezzata École polytechnique de l'Université de Lausanne (EPUL).
  • 12. Dopo il 1851 e il 1862 le Esposizioni universali furono abbandonate dalla Gran Bretagna e vennero ripetutamente organizzate dalla Francia fors’anche per sfidare il primato commerciale e industriale britannico. Tra il 1855 e il 1900 a Parigi vennero organizzate cinque importanti esposizioni in cui avevano grande rilievo le grandi gallerie d’esposizione delle macchine. Tra i costruttori si distinse già dal 1867 Gustave Eiffel, con una Galerie des Machines di 35 metri di luce, anello esterno di una serie di ovali concentrici. Nel 1889 la mostra fu dominata da due manufatti stupefacenti: la Galerie des Machines progettata da Victor Contamin in collaborazione con l’architetto Dutert, impostata su un arco a tre cerniere di 107 metri di luce (in cui, tra l’altro, piattaforme mobili su binari sospesi consentivano di vedere dall’alto l’esposizione) e la Torre Eiffel che costituiva lo sviluppo dei sistemi studiati da Eiffel nella costruzione di ponti e viadotti (viadotto sul Douro in Portogallo, nel 1870, viadotto di Garabit del 1884). La torre può essere infatti descritta come un pilone di viadotto alto 300 metri, poggiato su gambe iperboliche e rinforzato da archi parabolici. La torre venne dotata immediatamente di grandi ascensori che correvano su binari inclinati e che servirono, durante la costruzione come rotaie per gru rampanti, necessarie al sollevamento dei materiali.
  • 13. Il ponte de Fragnée e l'entrata principale dell'Esposizione. Il parco delle attrazioni
  • 14. Il pavillon di Montenegro L’arena dei giochi
  • 15. A lui si deve la concezione di una delle meraviglie assolute del mondo e l'appoggio determinante per la costruzione di uno dei simboli imperituri della democrazia e della libertà. Stiamo parlando rispettivamente della Torre Eiffel e della Statua della Libertà, entrambi scaturiti e realizzati dall'unica, geniale mente dell'ingegnere francese che porta il nome di Alexandre-Gustave Eiffel. Nato a Digione il 15 dicembre 1832 iniziò la sua attività lavorando dapprima con diverse imprese di costruzione e in un secondo tempo in proprio, come ingegnere consulente.
  • 16. Costruita per l’esposizione universale e per la commemorazione del centenario della Rivoluzione Francese, la Torre Eiffel con in cima la bandiera francese, fu inaugurata il 31 marzo 1889. Nonostante le critiche e le contestazioni dei parigini e degli intellettuali francesi che accompagnarono la sua costruzione, la struttura metallica rappresenta oggi il simbolo di Parigi e attira ogni anno più di 6 milioni di visitatori.
  • 17. Trecento metalmeccanici hanno assemblato i 18.038 pezzi di ferro forgiato, utilizzando mezzo milione di bulloni. Viste le condizioni di sicurezza esistenti allora è sorprendente che solo un operaio perse la vita durante i lavori del cantiere (durante l'installazione degli ascensori). La torre è alta con la sua antenna 304 metri - escludendo le antenne della televisione sulla sommità, che sono alte 20 metri - e pesa 10.000 tonnellate. Era la struttura più alta nel mondo e lo è rimasta per 40 anni. straordinari nel mondo.
  • 18. Per il mantenimento della struttura servono anche 50 tonnellate di vernice ogni 7 anni. A seconda della temperatura ambientale l'altezza della Torre Eiffel può variare di diversi centimetri a causa della dilatazione del metallo ( sino a 15 cm più alta durante le calure estive). Nelle giornate ventose sulla cima della torre si possono verificare oscillazioni sino a 12 cm. Quando fu costruita, esisteva una certa resistenza da parte del pubblico, in quanto pensavano che sarebbe stata una struttura poco estetica. Oggi giorno è generalmente considerata uno degli esempi di arte architettonica. più
  • 19. -Il 21 gennaio 1908, il primo messaggio radio a lunga distanza fu mandato dalla torre. -Padre Theodor Wulf, nel 1910 prese delle misure delle radiazioni sia alla sommità che ai piedi della torre, scoprendone sulla sommità più di quanto previsto. Scoprì in questo modo i raggi cosmici. -Nel 1925 l'artista dell'inganno Victor Lustig "vendette" per ben due volte la Torre Eiffel come ferro vecchio. -Nel 1929 la Torre perse il titolo di struttura più alta del mondo quando fu completato il Chrysler Building di New York. -Quando Adolf Hitler visitò Parigi durante la Seconda guerra mondiale, i Francesi disattivarono gli ascensori, in tal modo sarebbe stato costretto a salire i 1792 gradini fino alla sommità. I Francesi dissero che per causa della guerra era impossibile trovare il pezzo di ricambio, anche se poche ore dopo la partenza dei Nazisti gli ascensori funzionarono di nuovo. Hitler rimase ai piedi della Torre Eiffel. -Il 3 gennaio 1956 un incendio danneggiò la sommità della torre.
  • 20. -Nel 1959 l'attuale antenna radio fu aggiunta sulla sommità. -Negli anni ’80 un vecchio ristorante, che si trovava a metà altezza, fu smantellato con tutta la struttura che lo sorreggeva. Questo ristorante fu acquistato e ricostruito a New Orleans, Louisiana sotto il nome di "Tour Eiffel Restaurant" e più recentemente conosciuto come "Red Room". -Nell'anno 2000, luci intermittenti e diversi fari sono stati installati sulla torre. Da allora lo spettacolo luminoso notturno è diventato un evento quotidiano. -La torre ha ricevuto il 200.000.000 .mo ospite il 28 novembre del 2002. -Il 22 luglio del 2003 alle ore 19.20 scoppiò un incendio nella sala degli strumenti di tramissione. L'intera torre fu evacuata e l'incendio fu domato in 40 minuti. Non ci furono vittime.
  • 21. La torre in fase di costruzione.
  • 22. NUMERO DI SCALINI : 1665 scalini per i visitatori più sportivi. Due ascensori trasparenti salgono sino al secondo piano dove si trovano molti negozi di souvenirs
  • 23. La realizzazione della Statua della Libertà ebbe invece una gestazione più complessa e stratificata in diversi rivoli, a partire dalle responsabilità per la progettazione. L'idea per una statua celebrativa prese piede nel 1865, come monumento simbolo dell'amicizia Franco-Americana. Del disegno si occupò lo scultore francese Frederic August Bartholdi mentre per progettare il supporto interno e le intelaiature venne chiamato proprio Gustave Eiffel. Dopo i travagli dovuti alla non facile costruzione il 4 luglio 1884 l'Unione Franco- Americana tenne una cerimonia per la presentazione del monumento, poi la statua venne smontata, i pezzi imballati e inviati via mare agli Stati Uniti, dove giunse all'Isola della Libertà il 19 giugno 1885.
  • 24. La Statua della Libertà, soprannominata dagli americani "Miss Liberty", si eleva sulle rovine di un’antica fortezza ottocentesca a Liberty Island, un isolotto roccioso, di poco più di 5 ettari situato nella Upper Bay, a circa 4 km a Sud-Ovest di Battery Park. Proclamata nel 1924 monumento nazionale, dal 1937 la Statua della Libertà viene gestita dal National Park Service. L’idea di realizzare un monumento che simboleggiasse la concezione americana della libertà politica venne, nel 1865, al repubblicano francese Edouard de Laboulaye e fu accolta con entusiasmo dallo scultore suo compatriota Frédéric Auguste Bartholdi. I due organizzarono una lotteria per raccogliere i 250.000 dollari necessari alla costruzione del monumento il cui avambraccio e la cui torcia vennero esposti, nel luglio 1876, alla Centennial Exhibition di Filadelfia. L’opera completa rimase quindi a Parigi fino a quando, grazie ai 100.000 dollari raccolti in seguito a una sottoscrizione lanciata da Joseph Pulitzer, l’editore del giornale New York World, vennero completati i lavori di costruzione del basamento sulla Bedloe’ Island e la statua poté finalmente essere trasportata in America. Il 28 ottobre 1886, nel porto di New York, si tenne la cerimonia di inaugurazione del monumento alla presenza di Bartholdi e del Presidente americano Grover Cleveland.
  • 25. Ponte Maria Pia a Oporto Garabit sulla Truier Dal 1858 diresse i cantieri della compagnia di Bordeaux e costruì il viadotto sulla Garonna a Levallois-Perret. Nel 1867 costruì una propria azienda per la costruzione di laminati in acciaio diventando presto un tecnico di fama internazionale nell'impiego di questo materiale. Nello stesso anno iniziò un lavoro di sperimentazione sull'uso delle "travi reticolari“. Nel 1876 assieme a Boileau costruì a Parigi il primo edificio in ferro e vetro, il "Magazin au Bon Marché", situato in rue de Sèvres, e l'anno successivo il primo dei suoi grandi ponti in ferro: il ponte Maria Pia sul Duero a Oporto. Nel periodo 1880-1884 progettò e realizzò il viadotto di "Garabit sulla Truier", opera di straordinaria concezione che già metteva in luce tutte le sue visionarie potenzialità. Ed è all'Esposizione del 1889 che Eiffel diede fondo alla sua visionarietà costruendo la famosa torre parigina che ancora oggi porta il suo nome, espressione completa di un'impostazione tecnica tesa a ottenere contemporaneamente alte qualità di flessibilità e resistenza con un minimo peso.
  • 26. Il ponte Mativa, o Hennebique, Hennebique, costruzione Parigi L’associazione di ferro e calcestruzzo in sistemi di solidità monolitica, dopo una serie di tentativi, trovò una soluzione di straordinaria efficacia nel Beton armé brevettato nel 1892 da François Hennebique. Già, in alcune travi composite, la resistenza del ferro alla trazione era stata sfruttata associandola alla resistenza alla compressione del cemento; Hennebique risolse il problema delle giunzioni grazie all’uso di tondini in ferro che, piegati e agganciati insieme prima di essere annegati nel cemento, costituivano giunti straordinariamente organici consentendo di legare sostegno e solaio in un insieme monolitico. Il successo della società di Hennebique si ebbe nel 1898, con la straordinaria diffusione di manufatti in Beton armé in tutta Europa; più tardi vennero sviluppate varianti in cui veniva introdotto il mattone che, secondo Anatole de Baudot (architetto razionalista) precipuamente interessava gli architetti. Il nuovo sistema consentiva la costruzione di grandi sale; permetteva di liberare il sistema distributivo dai muri portanti, di realizzare aggetti inaspettati e dava grande resistenza ad edifici destinati a straordinarie sollecitazioni strutturali.
  • 27. L’impiego del calcestruzzo armato per la costruzione di ponti ferroviari inizia a diffondersi ai primi del Novecento; in Italia i primi ponti con questo materiale sono realizzati nel 1904 lungo la Val Brembana, in Francia, patria del calcestruzzo armato grazie alle sperimentazioni di Lambot, Monier, Coignet e, soprattutto Hennebique, l’uso del materiale si diffonde così rapidamente da richiedere la compilazione di una delle prime normative in materia (1891) con l’introduzione di stati tensionali di sicurezza per il calcestruzzo e l’acciaio in relazione alla tipologia di manufatto. In Francia erano, infatti, diffusi numerosi brevetti per realizzare opere in calcestruzzo armato che, lentamente, si ridussero ai due brevetti principali, quello di Monier e quello di Hennebique, che adombrarono tutti gli altri sistemi. Mentre il sistema Monier si presentava più legato alla tradizione costruttiva e supportato da calcolazioni complesse, quello Hennebique era supportato da una teoria sulla resistenza dei materiali compositi e da un procedimento di calcolo fondato sul principio delle tensioni ammissibili di più facileapplicazione. Hennebique per anni custodì gelosamente il suo procedimento di calcolo fino a quando, con abilità imprenditoriale, distribuì in concessione e a livello internazionale il suo brevetto, detenendone i diritti per anni.
  • 28. Ponte sulla Mescla La realizzazione del ponte iniziò durante l’estate del 1909 con la costruzione dell’armatura e della centina a sostegno del getto di calcestruzzo, un’opera lignea imponente che richiese alcuni mesi di lavoro. Nel settembre di quell’anno si diede inizio al getto di calcestruzzo, completato in un mese, miscelato con differenti dosaggi in relazione alla tipologia di impiego; per la struttura principale venne preparato un calcestruzzo dosato a 400 kg di Portland (0,4 m3 di sabbia e 0,8 m3 di ghiaia), per le secondarie a 350 kg, mentre per il riempimento delle spalle si scese a 300 kg di Portland per metro cubo di calcestruzzo. Il ponte, ultimato nel novembre di quello stesso anno, fu collaudato secondo i principi delle norme francesi sul calcestruzzo armato, che prevedeva la nomina di un tecnico esterno incaricato del collaudo e del monitoraggio annuale dell’opera; il primo collaudo rivelò una freccia in mezzeria di 12 mm pari a 1/5000 della luce. Dalla relazione del 1912 sappiamo che il ponte fu interessato da un traffico quadruplo rispetto a quello ipotizzato in fase di progetto; ciononostante, dopo due anni dal collaudo la struttura non mostrava lesioni ne aumenti della freccia. L’esperienza del ponte di La Mescla ha permesso di comprendere quella che, molto plausibilmente, è stato uno dei primi impieghi di opera in calcestruzzo armato assistita da una normativa di riferimento, quella francese del 1891, che appare “saggiamente intelligente”, imponeva moderati stati tensionali sui materiali e, soprattutto, introduceva il concetto di monitoraggio e manutenzione programmata del manufatto.
  • 29. Il ponte di La Mescla venne realizzato a bow-string, con via di corsa intermedia, scandita dal ritmo degli elementi verticali che collegano l’impalcato all’arco principale ribassato. Le spalle poggiano su un calcare compatto   rinforzato da un sistema di muri controventati in calcestruzzo armato. Secondo il progetto originario il ponte avrebbe dovuto supportare una linea ferroviaria ad un solo binario con scartamento di un metro, per cui le due travi longitudinali principali d’impalcato vennero posizionate in                                                                                                                                                                   corrispondenza dei binari. Le arcate, con sezione 60 x 40 cm furono dimensionate, come tutta la struttura, in base alle indicazioni dei tecnici dell’atelier Hennebique e della Circolare del Ministro dei Disegni esecutivi Lavori pubblici Francese del 29 del ponte sulla agosto 1891. Mescla
  • 30. È con le occasioni offerte dalle grandi Esposizioni del XIX sec. che l' acciaio esce dalla sua iniziale sperimentazione e permette agli organismi costruttivi la conquista dei grandi spazi coperti , il cui problema era stato già posto dalle prime realizzazioni di mercati e stazioni. Le costruzioni che si richiedono per le Esposizioni Universali devono rappresentare quanto di più inedito e spettacolare offre la tecnica del tempo . Questo costituisce un valido incentivo per lasciare una notevole libertà di espressione ai progettisti , i quali scoprono nel metallo il materiale più adatto a rispondere ai loro scopi . A ragione si può affermare che queste manifestazioni permettono la sperimentazione di nuovi sistemi costruttivi, determinando un notevole progresso tecnico , i cui risultati poi serviranno alla normale edilizia ; parallelamente ne trae vantaggio l' impegno scientifico nell' impostazione e risoluzione di nuovi problemi di calcolo statico .
  • 31. In Europa l' impulso maggiore per una nuova architettura di grandi dimensioni è dato dalle costruzioni dell' Esposizione Universale di Parigi del 1889 , soprattutto dalla Torre di Eiffel ( 1832-1923 ) e dalla Galleria delle Macchine di Dutert e Contamin ; quest' ultima copre un' area di 115.420 m ed è costituita da archi in acciaio a tre cerniere . I vantaggi dell' utilizzo di una struttura in acciaio risiedono nella disponibilità di elementi strutturali di dimensioni ridotte : al contrario di calcestruzzo , legno e laterizi , rispetto all' area occupata , essi lasciano spazi vuoti che possono nascondere gli impianti , soddisfacendo alle moderne esigenze di ispezionabilità . La ricerca nel campo dell' acciaio si spinge a livelli sempre più alti e sofisticati , puntando chiaramente sui sistemi di finitura superficiale e di protezione del metallo . Galleria delle Macchine di Dutert
  • 32. Ponte sul Firth of Forth, Scozia Si studiano nuove leghe sempre più resistenti , in grado di sopportare le piogge acide e sbalzi di temperatura sempre maggiori , acciai il più possibili privi di impurità , per ottenere una produzione più omogenea con una resa prestazionale costante e un degrado del materiale sempre più ridotto . Ai giorni nostri le tendenze che condizionano sempre più il lavoro del progettista , danno luogo ad una vera e propria rivoluzione architettonica; esse caratterizzano una nuova forma di costruzione : la struttura spaziale.
  • 33. Frank Lloyd Wright: Fabbrica E-Z Polish 1905; Unity Temple 1906 Chicago. Auguste Perret: Casa in rue Franklin n.25 1903, Théâtre des Champs Elysées 1913, Henry Savage: appartamenti a gradoni in rue Vavin (uso espressivo); Parigi. Officine Fiat: Lingotto di Matté Trucco a Torino 1915: edificio che si estende per 40 ettari e ospita una pista di prova sul tetto. Robert Maillart: costruisce ponti di straordinaria eleganza, archi a tre cerniere a sezione scatolare, con aperture triangolari nei fianchi: sul Reno a Tavanasa (1905), sull’AAre ad Aarburg (1911), sull’Arve, Vessey 1936. Vertici straordinari nella costruzione di grandi sale furono poi raggiunti negli anni ‘30 con la costruzione di hangar e grandi sale da Pierluigi Nervi.
  • 34. Frank Lincoln Wright, uno dei più grandi architetti del Novecento, nasce a Richland Center (Wisconsin) l'8 giugno 1869. La sua figura è ricordata anche per il suo temperamento incline alle sfide e alla scoperta di nuovi orizzonti culturali ed artistici. Il padre è pastore della chiesa unitaria e musicista; sarà la madre, Anna Lloyd Jones, donna molto energica, a spingere il figlio verso la professione di architetto. Dopo un'infanzia normale e aliena da traumi particolari, Frank compie studi di architettura molto seri (ingegneria civile a Madison, Wisconsin, e apprendistato a Chicago nello studio di Silsbee), fino a diventare allievo di Louis Sullivan, maestro che lo plasmò culturalmente, fino ad infondergli quella passione per lo sperimentalismo e la ricerca di nuove soluzioni che sarà una costante della sua vita. In particolare farà apprezzare al giovane Wright il valore degli spazi interni, spronandolo a ricercare filosofie differenti. Con lui, collabora per la realizzazione dell'Auditorium di Chicago.
  • 35. Fabbrica E-Z Polish di Chicago In seguito, divenuto un nome rispettato nell'ambiente, i suoi scritti ottengono molta attenzione sia da parte degli specialisti che da parte del grande pubblico. Nelle sue considerazioni l'accento è posto alla In altri termini l'architettura ricerca della semplicità e alla volontà organica è quella " di trovare l'ispirazione attraverso i motivi e i materiali della natura, senza considerare il suo netto rifiuto di espedienti decorativi di qualsiasi natura. Questa concezione delle linee architettoniche e degli spazi prenderà il nome, dopo Wright, di "architettura organica". In altri termini l’architettura organica è quella filosofia della costruzione che intende sviluppare le sue opere come un organismo, senza schemi geometrici preordinati; secondo i suoi teorici e artefici, è l'architettura ideale per l'uomo, tagliata su misura per lui, nata intorno a lui e cresciuta con lui come se fosse il suo corpo. E' un tipo di concezione che rispecchia per certi versi le valenze individualistiche della società americana e Frank Lloyd Wright, durante il suo operato, si è posto come riferimento assoluto per tutto il movimento.
  • 36. In tutto questo gioca anche l'opposizione alla tradizione europea, nei confronti della quali gli architetti e gli artisti americani in genere avevano sempre sentito un senso di inferiorità. Lloyd Wright, invece, si propone di rinnegare qualsiasi tradizione costituita, e perciò qualsiasi stilistica europea, orientandosi piuttosto verso le forme estremo- orientali (soprattutto giapponesi) e americane (maya, indios, ecc.). I suoi ideali lo portano a rivolgersi ad una committenza "media", ed a pensare "l'entità" casa, proprio per questa committenza. Ecco allora le sue abitazioni unifamiliari, a contatto con il terreno, semplici e a dimensione umana. Unity Temple di Chicago Nella sua lunghissima carriera, durata più di 70 anni, Frank Lloyd Wright disegnerà oltre un migliaio di progetti tra case, uffici, chiese, scuole, biblioteche, ponti, musei e altro ancora. Progetta anche arredi, tessuti, lampade, oggetti per la tavola, argenti, tele e arti grafiche. E' inoltre uno scrittore prolifico, un educatore ed un filosofo. Wright è considerato dalla maggior parte degli esponenti autorevoli del settore come il più grande architetto del XX secolo.
  • 37. Pioniere del cemento armato e precorritore del movimento moderno, Auguste Perret (1874-1954) rappresenta un caso singolare nella storia dell’architettura del Novecento. Dopo mezzo secolo di rispettoso oblio, viene ricordato con una prima grande mostra monografica, dal titolo La poetica del cemento armato, ospitata alla GAM di Torino e diretta a Parigi. Quando nel 1905 Perret fonda con i suoi fratelli quella che sarà destinata ad essere una delle agenzie di costruzioni più conosciute, la modernità è in incubazione. Il linguaggio architettonico usato da Perret, sia nel progettare chiese sia nel disegnare hangar e silos per parcheggi (veri edifici dei tempi moderni), riuscì ad applicare il razionalismo progettuale alla rudezza percettiva del cemento armato, offrendo a quest’ultimo un ruolo innovativo e autosufficiente sotto il profilo estetico. Perret è l’Eiffel del cemento armato.
  • 38. Apprezzato anche per la sua capacità di abbattere i costi con una progettazione essenziale, dopo le prime costruzioni come il Casinò di Saint Malò (1899) e la Casa d’abitazione di Rue Franklin a Parigi (1903) Auguste Perret giunse alla piena affermazione del proprio pensiero con il Garage di Ponthieu (1906) e il Teatro di Champs Elysées (1910-13), architetture che rivoluzionavano i rapporti tra gli elementi, ridefinendo il concetto di ornamento e proiettando le strutture portanti sulle facciate degli edifici, in bella vista. Perret sostenne in tal modo il suo principio di "sincerità costruttiva", poi ripreso da Mies van der Rohe e Le Corbusier. Casa in rue Franklin, Auguste Perret
  • 39. (1864 - 1934) Mattè Trucco - la cui fama è legata alla costruzione del Lingotto - si laurea in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino nel 1893. Assunto alle Officine Meccaniche Ansaldi che nel 1906 vengono assorbite dalla Fiat, passa con loro nella nuova azienda dove, come Direttore del Reparto Officine Meccaniche e Fonderie di via Cuneo, si occupa non solo dello studio di motori diesel ma anche della progettazione dei nuovi stabilimenti Fiat Grandi Motori. Dal 1913 si dedica a tempo pieno alle costruzioni industriali: progetta gli stabilimenti San Giorgio di La Spezia, interviene nei lavori di ampliamento degli stabilimenti Fiat e nella costruzione delle Officine Villar Perosa. Nel dopoguerra costruisce lo stabilimento del Lingotto, l'opera che reca la sua impronta più significativa e che fa di lui un precursore dell'architettura funzionale. Altri sue realizzazioni sono la diga sul fiume Tanaro presso Pollenzo, la grande cupola coperta del Teatro Regio di Torino e ultima, nel 1928, la centrale idroelettrica delle Officine di Perosa. Negli anni venti entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fiat.  
  • 40. Lo stabilimento FIAT del Lingotto fu progettato e costruito, a partire dal 1915, dall'architetto Giacomo Mattè Trucco. Con le sue misure grandiose divenne il simbolo delle aspirazioni ala modernità dell'Italia del tempo. Con ben cinque piani di officine si ispirava alla struttura delle catene di montaggio della casa automobilistica statunitense Ford. I lavori iniziarono nella primavera del 1917, lo stabilimento principale fu terminato nel 1922 e l'inaugurazione avvenne l'anno successivo, alla presenza del re Vittorio Emanuele III. L'opera suscitò l'ammirazione del famosissimo architetto francese Le Corbusier, uno dei principi dell'architettura del Novecento, che nel suo libro Vers une architecture definiva lo stabilimento del Lingotto certamente uno degli spettacoli più impressionanti forniti dal mondo dell'industria.
  • 41. Nel 1935 furono costruite, sempre su progetto di Mattè Trucco, le rampe elicoidali alla testata dei corpi lunghi. Dal piano terra, e dai vari piani di lavorazione, le auto ebbero così la possibilità di accedere direttamente alla pista di collaudo, concludendo, all'interno stesso della fabbrica, il ciclo completo della lavorazione.
  • 42. La pista, di un eccezionale rilievo plastico, occupa l'intero piano di copertura delle officine. Due rettilinei di 443 metri l'uno, raccordati da curve paraboliche, formano un tracciato continuo per il collaudo delle vetture appena uscite dalla linea di produzione. Costruita contemporaneamente alle officine, la palazzina uffici era destinata alle funzioni direzionali ed amministrative, oltre a funzioni accessorie (mensa, scuola allievi). La struttura è strettamente funzionale alla distribuzione interna, organizzata su una manica doppia e corridoio centrale.
  • 43. Oltre a quella del catenoide esiste un altro tipo di minimalità a cui conduce la catenaria. Invece di farla ruotare, possiamo traslarla per un pò in direzione trasversa, ad esempio perpendicolare, al suo piano; in questo modo otteniamo una superficie che è detta superficie catenaria e che ha grande interesse nell'ingegneria. Infatti, per via geometrica, è possibile dimostrare che la catenaria rovesciata è l'unica curva tale che la tensione del peso applicato su di essa si distribuisce lungo la tangente, scaricando tutto il peso sugli estremi. Di questa sorprendente proprietà fisica della catenaria fece ampio uso l'ingegnere svizzero Robert Maillart (1872-1940) nella progettazione delle sue rivoluzionarie costruzioni in cemento armato. Fra queste ricordiamo i ponti, ben noti agli ingegneri come ponti di Maillart; l'immagine seguente è una foto del ponte Salgina-Tobel in Svizzera. L'arco portante, avendo appunto la forma di una superficie catenaria capovolta non subisce alcuno sforzo di flessione, ma trasmette solo forze di compressione pura. Ponte Salgina- Tobel (Svizzera)
  • 44. La forma semplice ed essenziale di queste strutture procurò a Maillart qualche critica da parte dei suoi colleghi che le vedevano più espressione di un genio artistico che non, come è di fatto, di una profonda conoscenza delle forme, delle strutture, delle moderne tecniche costruttive e dei materiali. Robert Maillart Schwandbach Bridge Di fatto, in conseguenza delle proprietà geometriche menzionate, per Maillart le due parti principali di cui la costruzione si compone, l'impalcato stradale e l'arco portante (ossia il ponte) che sostiene il piano viabile sul vuoto, costituiscono un'unità inscindibile: l'impalcatura non è un peso morto che grava sulla struttura di sostegno ma, fondendosi con questa, a causa della sua forma, contribuisce concretamente alla resistenza della compagine reagente
  • 45. L’Inghilterra, alla fine del secolo VIII, si presentava sicuramente come una delle nazioni occidentali più prospere e più avanzate a livello industriale : questo sviluppo portò ben presto ad una massiccia produzione in serie degli oggetti di consumo . Per dare una prova consistente della sua supremazia in questo campo, dunque, l’Inghilterra decise di organizzare per il 1851 una colossale mostra aperta a tutte le altre nazioni europee, che prese il nome di “Esposizione dei prodotti industriali di tutte le nazioni” e venne allestita nella città di Londra. Le forze impegnate per la realizzazione del vasto ed ambizioso progetto furono davvero immani : fu il principe Alberto, marito della regina Vittoria, ad occuparsi della creazione di un’apposita commissione per la realizzazione di un edificio atto ad accogliere la mostra . L’architetto J. Paxton progettò il Crystal Palace, che rappresentò il primo vero “prefabbricato”, tutto in vetro ed acciaio, per ospitare “come in uno scrigno di vetro” l’Esposizione .   Un'immagine dell'inaugurazione dell'Exhibition da parte della regina Vittoria
  • 46. Joseph Paxton Risale al 1851 la costruzione del Crystal Palace progettato dal giardiniere Joseph Paxton: destinato ad ospitare la Great Exibition del 1851, era in sostanza un’enorme serra, a pianta rettangolare, disposta su tre gradoni, con un transetto centrale dall’alto tetto ricurvo; anche il perimetro era costituito da grandi vetrate continue. La costruzione era strutturata a partire da un modulo fondamentale di rivestimento di 2,4 m., che copriva un sistema di campate articolate gerarchicamente in altezza da 7,3 a 22 metri. L’aspetto più ingegnoso dell’opera era probabilmente costituito dall’impianto di gronde e scarichi: la forma delle cornici di sostegno era infatti studiata per convogliare l’acqua piovana ai pilastri metallici tubolari. I più gravi problemi da risolvere riguardarono la massiccia produzione di elementi metallici e in vetro. Il montaggio sistematico si concluse in soli 4 mesi; per garantire la necessaria maneggevolezza, Paxton progettò la struttura in modo nessun elemento della costruzione pesasse più di una tonnellata. In totale si trattava di 93000 mq. di vetro che produssero per la verità anche notevoli problemi climatici e di temperatura.
  • 47. Alla mostra furono esposte le opere più diverse, dalle macchine industriali, alle locomotive, agli oggetti di uso comune e domestico, alle raffinate produzioni delle vetrerie francesi : si alternavano oggetti palesemente prodotti in serie ad uso commerciale ed altri prodotti ancora artigianalmente . Per preservare la sopravvivenza di questi ultimi, che era ormai seriamente minacciati dalla massiccia produzione industriale, molti artisti si impegnarono a rendere le loro opere “uniche” e preziose, grazie soprattutto da un lato all’appoggio della borghesia, che voleva che l’oggetto d’arte rimanesse uno status symbol di una ben precisa classe sociale – ed aborriva, dunque, la diffusione di questi prodotti fra le classi sociali “inferiori” – e dall’altro alle applicazioni tecnologiche dell’epoca, come la galvanoplastica, che consentiva di dorare o argentare anche i metalli vili con lamine sottilissime . Gli interni del Crystal Palace
  • 48. Il Crystal Palace venne distrutto il 5 ottobre 1858 in seguito ad uno spaventoso incendio durante l’incontro per l’annuale fiera.
  • 49.  GALLERIA VITTORIO EMANUELE II, MILANO  COALBROOKDALE COMPANY  ART NOUVEAU
  • 50. La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto che collega piazza della Scala e piazza Duomo tra loro e con due vie perpendicolari ad esse. Lo stile con cui è disegnata è eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese. Nella prima metà del XIX secolo Milano guardava alle grandi capitali europee come Londra e Parigi come esempio di urbanizzazione. Soprattutto perché la città si stava scoprendo come principale città industriale della penisola e le innovazioni tecnologiche erano il simbolo della seconda rivoluzione industriale e di conseguenza del grande cambiamento sociale che si era messo in moto. La tour Eiffel, il ponte di ferro sul Severn, erano un esempio di come la tecnologia fosse al servizio dell'architettura anche con un discreto senso estetico. Nel 1859 si fece seria l'idea di un passaggio coperto che collegasse piazza Duomo a piazza della Scala: simile alla Galleria de Cristoforis, sempre a Milano a San Babila, ma più grande e più borghese, da dedicare magari al re che portò Milano ad unificarsi al Regno d'Italia. La zona prescelta era quella a sinistra del Duomo, edificata con piccole costruzioni non consoni all'immagine che la municipalità voleva dare. Il comune indisse un concorso internazionale al quale parteciparono 176 architetti e che vide vincitore il giovane Giuseppe Mengoni, il quale propose una lunga galleria attraversata da un braccio, con al centro dell'incrocio una grande "sala" ottagonale: la copertura prevedeva un'ossatura in ferro e il resto in vetro
  • 51. I due ingressi principali, quelli del braccio più lungo, previdero inoltre due grandi archi trionfali. I capitali necessari si trovarono costituendo una società in Inghilterra promettendo ricavi dalle proprietà in costruzione, la stessa che fabbricò l'ossatura in ferro e la spedì a Parigi per essere assemblata. Quando questa società fallì, il Comune di Milano assunse la proprietà e continuò a fornire il capitale necessario. Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra da parte di re Vittorio Emanuele II di Savoia e due anni più tardi si inaugurò la Galleria, anche se non completamente terminata. Circa dodici anni dopo finalmente il complesso fu terminato. Giuseppe Mengoni, l'ideatore della Galleria, vi morì proprio precipitando dalla cupola durante un'ispezione il 30 dicembre 1877.
  • 52. La Compagnia Coalbrookdale fu formata nel 1709 da Abraham Darby. Sarebbe presto divenuta la più grande e la più famosa fonderia del mondo e, durante il 18° e 19° secolo, le innovazioni che Abraham Darby e i suoi discendenti introdussero a Coalbrookdale dettero un contributo alla rivoluzione dell'industria del ferro Il ponte sul fiume Severn La fusione e la costruzione del ponte in ferro sul fiume Severn nel 1779 è ricordata come la più grandiosa realizzazione della Coalbrookdale Company. Un altro primato mondiale riguarda la locomotiva a vapore per le ferrovie 'Trevithick', che fu assemblata e sperimentata a Coalbrookdale. Inoltre la Compagnia produsse piastre in ferro battuto per la SS Great Britain, la prima nave a elica interamente in acciaio. Intorno al 1835, fu raggiunta una nuova dimensione della fusione da parte di Francis Darby. Francis aveva una grande passione per l'arte e, sotto la sua guida, la fonderia iniziò a produrre fusioni ornamentali, compresi tavoli e arredi per giardino a fianco di grandi progetti come i cancelli e le ringhiere di "Hyde Park". I successi della Compagnia furono riconosciuti alla Grande Esposizione del 1851, quando fu insignita della Council Medal per la qualità e la varietà delle realizzazioni Coalbrookdale.
  • 53. Da ultimo è opportuno ricordare gli effetti che la passione per le forme del mondo vegetale ebbero anche e soprattutto in architettura, dando vita all’Art Nouveau, più nota con il nome di Stile Liberty. Questo vero e proprio movimento prese avvio verso il 1890 e si diffuse ampiamente in Europa ed in America, assumendo denominazioni diverse a seconda del paese interessato : Sezessionstil in Austria, Jugendstil in Germania, Stile floreale in Italia, e così via. Un ingresso della metropolitana a Parigi in stile “Liberty” Il nome Art Nouveau deriva dall’insegna del negozio di “oggetti d’arte e creazioni moderne” aperto da A. Bing a Parigi nel 1895. Il Liberty prese spunto dalle teorie della “Arts & Crafts” di Morris : linee curve e colore divennero i protagonisti ovunque, dai ferri battuti degli ingressi alla Metropolitana a Parigi, ai balconi ed all’arredo degli interni .
  • 54. www.wikipedia.com www.tecnologos.it www.parissweethome.com www.leonardo.it www.archinfo.it
  • 55. Questa mucca fu fotografata nel 1970… …quindi è morta…
  • 56. Presentation by EMIDIO SANTILLI “…così spalanco le finestre, e ti guardo attraverso il cielo…”