3. La peste nella storia
1628 – 1629: carestie invadono il nord
d’Italia; tumulti nelle città
1630: i Lanzichenecchi arrivano a
Mantova inviati da Ferdinando II ed
espugnano la città
Mantova è distrutta; dopo il ritiro dei
mercenari dilaga la peste
Le autorità sanitarie impongono invano
l’isolamento dei paesi colpiti
dall’epidemia: in poco tempo la peste
imperversa in tutto il settentrione
4. La peste nel romanzo
FATTI
PERSONAGGI
Come cambiano?
Cecilia e la madre
Come giudicano la peste?
La folla Ludovico Settala
I monatti Ambrogio Spinola
TEMI
La follia Bene e male
LUOGHI
5. Fatti
Scoppia la peste a Chiuso, e da lì a Bellano, a Lecco e in
Valsassina
1629 Il tribunale della sanità prende provvedimenti (bullette)
Un soldato porta il contagio a Milano
La peste cova in Milano
I Cappuccini assumono l’organizzazione del lazzaretto
Esplode la prima furia contro gli untori
Dilaga il delirio collettivo (compaiono strane macchie sulle case)
1630 Grida contro gli ignoti che hanno generato il terrore
I decurioni si rivolgono al governatore, senza ottenere aiuti
Processione con la reliquia di San Carlo
Dopo la processione, il contagio si diffonde mietendo centinaia
di migliaia di vittime
Fine 1630 Fine del contagio
6. I personaggi
Come cambiano? Come giudicano la
peste?
Don Rodrigo: nel Renzo e Don Abbondio,
dramma della fine interpretano la peste
sembra ritrovare una come castigo di Dio,
giusta punizione contro i
coscienza sopita; malvagi (Don Rodrigo).
Il Griso: si rivela un Per Fra Cristoforo, la peste
traditore; è "insieme castigo e
misericordia”, «perché
Bortolo: dimostra di aiuta l'uomo a
essere diventato comprendere il suo limite
egoista; ma nel frattempo gli offre
un’occasione di
conversione e di
riavvicinamento a Dio».
7. I personaggi
La folla I monatti
è dominata da passioni Il termine "monatto" indica
semplicemente coloro ai quali
irrazionali: era affidato il compito di "levar
i pregiudizi superstiziosi dalle case, dalle strade e dal
lazzaretto gli infermi e governarli;
che impediscono anche di bruciare, di purgare la roba
solo di pronunciare la infetta e sospetta".
parola "peste"; Negli ultimi quattordici capitoli
il malinteso desiderio vengono nominati più volte.
di giustizia, di trovare e
punire i colpevoli della
calamità che travolge
tutti.
8. I personaggi
Ludovico Settala Ambrogio Spinola
Professore di filosofia Fu governatore di
a Milano era uno Milano nel 1629-30.
degli uomini più Quando i cittadini gli
autorevoli del suo esposero i problemi
tempo. Egli cercava della città ormai in
di convincere i preda alla peste e
milanesi dell' arrivo
della peste in città; priva di risorse
riuscì a salvarsi dopo economiche,
essersi rifugiato in ottennero come
casa di amici per risposta solo
sfuggire alla folla inconcludenti
inferocita. promesse.
9. I personaggi
Cecilia e la madre
L’episodio di Cecilia e di sua madre non è
essenziale per lo sviluppo della storia ma è
uno dei più famosi passi del romanzo,
poiché dimostra come l’essere umano
possa mantenere intatta la propria dignità
anche nel dolore più profondo e, anzi,
ricavare da esso una forza che lo porta ad
accettare serenamente la morte.
10. I temi
La follia
Manzoni ci presenta la peste come una
perversa e progressiva follia che travolge
tutti:
alla gente piace attribuire i mali alla follia
umana;
la follia nella peste non fu il risultato di
condizioni storiche, ma derivava dall'animo
dei singoli e dalla società.
11. I temi
Bene e male
Nel «guazzabuglio» del cuore umano, il
male e il bene si mescolano e non c’è
situazione, per quanto negativa, che non
lasci intravedere aspetti positivi: la figura del
prete che confessa, la dignità dolorosa
della madre di Cecilia o l’abitudine di
invitare la gente di riunirsi in preghiera
12. I luoghi
Milano Il lazzaretto
La città appare a Il lazzaretto di Milano è
Renzo completamente stato costruito per
trasformata rispetto a ricoverare gli ammalati
quella che aveva
di peste
conosciuto. Prima
ancora di entrarci vede
alzarsi una colonna di
fumo scuro per i vestiti
che vengono bruciati.
Le strade sono deserte
(vi passano quasi solo i
monatti) e piene di
cadaveri.
13. La peste nella letteratura
Tucidide
Boccaccio
Defoe
Poe
King
14. Tucidide
Tucidide è stato uno storico e
generale ateniese, uno dei principali
esponenti della letteratura greca
grazie al suo capolavoro: “La Guerra
del Peloponneso”.
Nella descrizione della peste di
Atene, che colpì la città nel 430-429
a.C., Tucidide si rivela acuto e
attento osservatore della realtà. Egli
descrive i sintomi e gli effetti sul
corpo con la precisione di un referto
medico, per poi allargare il discorso
sui sentimenti personali, la solitudine,
lo scoraggiamento e la sfrenatezza
dei costumi.
15. Boccaccio
Nel 1348 una gravissima epidemia
di peste colpì la città di Firenze. Di
questo abbiamo molte
testimonianze grazie soprattutto al
romanzo "Decameron" di Giovanni
Boccaccio : il manoscritto infatti,
oltre a descrivere scrupolosamente
i fatti realmente accaduti,
racconta di dieci giovani (sette
fanciulle e tre ragazzi) che per
sfuggire al contagio decidono di
rifugiarsi in una delle loro numerose
ville di campagna, dove
passeranno il loro tempo
raccontandosi storie.
Nel romanzo di Boccaccio la peste
è solamente un polo negativo che
serve a dar risalto e valore al polo
positivo che seguirà.
16. Defoe
Questo scrittore inglese dedicò
alla peste londinese del 1665
un'opera intitolata appunto "LA
PESTE A LONDRA".
La cronaca dell'anno 1665 inizia
con una descrizione sui primi casi
di peste. Il protagonista, un
sellaio, benché assista alla
partenza di molti ricchi
concittadini, decide di non
abbandonare la città per non
lasciare i suoi affari. Egli, come
tutti, s'interroga sui possibili motivi
dell'epidemia e mentre lui riesce
a darsi una spiegazione
basandosi su eventi naturali, la
popolazione attribuisce il
fenomeno al passaggio di una
cometa, portatrice di sventura.
17. Poe
Lo scrittore americano
(1809-1849) dedicò due racconti
alla nostra tematica:
"La maschera della morte rossa "
e "Re peste “; il primo più
drammatico e inquietante, il
secondo più grottesco e comico.
18. King
Ne “L'ombra dello scorpione”
un'epidemia di sconvolgente
violenza uccide in poco più di
una settimana la maggior
parte degli abitanti degli Stati
Uniti. La peste viene letta in
questo romanzo come una
vera e propria Apocalisse,
rimarcando l'aspetto
esplicitamente sacro della
storia narrata.