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collanasentierid’autore 6
ideaMontagna
editoria e alpinismo
Escursioni ad anello
nelle Dolomiti Occidentali
66 itinerari in:
Brenta
Làtemar
Catinaccio
Sassolungo
Odle-Puez-Putia
Sella
Marmolada
Pale di San Martino
5
l Prefazione
Prima edizione: _______
ISBN: _________
Idea Montagna Editoria e Alpinismo
Via Guido Rossa, 17 - 35016 Piazzola sul Brenta PD
Tel. 049 9601797 - Fax 049 8840000
info@ideamontagna.it - www.ideamontagna.it
Coordinamento generale: Francesco Cappellari
Progetto grafico: Rossella Benetollo - Officina Creativa - Padova
Impaginazione, elaborazione immagini, disegni:
Irene Cappellari - Idea Montagna Editoria e Alpinismo
Stampa: Litocenter Srl per conto di Idea Montagna Editoria e Alpinismo
Foto di copertina: ______
Pagina 2: _____________________
Tutti i diritti riservati.
È vietata la riproduzione anche parziale
degli scritti, dei disegni e delle fotografie.
Avvertenza: questa guida è compilata con la massima coscienziosità ma non si garantisce per eventuali errori o incom-
pletezze. L’uso delle informazioni contenute in quest’opera è a proprio rischio. L’autore e l’editore non si assumono
quindi nessuna responsabilità per eventuali incidenti o qualsiasi altra conseguenza.
Una lunga escursione ad anello trasmette a chi la percorre una sensazione speciale, quasi ma-
gica. Si ha infatti la sensazione di aver compiuto non tanto una camminata intorno a una mon-
tagna, ma un vero e proprio viaggio, dove ogni passo regala emozioni sempre nuove, dove le
visioni e le prospettive non hanno niente di noto. È il fascino dell’eterno inizio, della continua
scoperta e quando si torna al punto di partenza si assapora con la memoria il cammino per-
corso. Le Dolomiti permettono spesso di vivere questa esperienza, certamente non solo per la
loro naturale propensione, orografica e geografica, ad essere “aggirate”, ma anche per le loro
caratteristiche ambientali e per il loro aspetto, sorprendenti e imprevedibili.
Tra tutti gli itinerari possibili, Roberto Ciri e Denis Perilli, hanno selezionato oltre 60 percorsi sol-
tanto nelle Dolomiti Occidentali e già questo dimostra quante infinite possibilità escursionistiche
forniscano i Monti Pallidi. La scelta degli autori è quanto mai studiata e nello stesso tempo coin-
volgente, evidente dimostrazione non solo di una profonda conoscenza di questo “patrimonio
dell’umanità”, ma anche di una passione straordinaria per queste montagne, che li ha portati a
interiorizzare panorami e sentieri, a restituire al lettore qualche cosa di più di una semplice rela-
zione. Scorrendo l’indice del volume, i gruppi elencati sembrano, al primo superficiale sguardo,
ampiamente noti, quasi scontati. Al contrario essi riservano numerose e continue sorprese, così
come si può capire leggendo con più attenzione gli itinerari riportati in questo libro.
Lasciandoci guidare dagli autori, dalle loro parole, dalle loro immagini, dagli approfondimenti
naturalistici e storici che essi propongono, scopriremo come si possa vedere con occhi nuovi
le cattedrali rocciose del Brenta o il deserto dolomitico del Sella e condurremo passi e sguardi
verso le solitarie dorsali secondarie del gruppo della Marmolada o in direzione degli angoli più
silenziosi della Val Canali.
Andrea Greci
PREFAZIONE
98
SENTIERI D’AUTORE l Prealpi BrescianeSENTIERI D’AUTORE l Prealpi Bresciane
INDICE
• Prefazione	5
• Introduzione	6
• Le Dolomiti	 10
• Carta generale	 15
• Il territorio delle Dolomiti Occidentali	 15
• La struttura del paesaggio dolomitico	 16
• Storia geologica delle Dolomiti Occidentali 17
• Flora e fauna	 17
• Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco
	 e aree protette	 17
• Cenni storici	 18
• Guida alla consultazione	 17
• In caso di emergenza: come effettuare
	 una chiamata di soccorso	 18
• Informazioni e recapiti utili	 18
• Avvertenze	 17
• Gli autori	 18
• Ringraziamenti	 17
UNO • Dolomiti di Brenta 	 19
1 • Cima d’Ambiéz	 21
2 • Cima Tosa e Crozzon di Brenta	 24
3 • Cima Ceda	 29
4 • Bocchette Centrali	 31
5 • Bocchette Alte	 33
6 • Cima Brenta	 36
7 • Cima del Grosté	 46
8 • Pietra Grande	 31
9 • Monte Peller	 33
10 • Catena della Campa	 36
11 • Croz dell’Altissimo, Cima dei Lasteri
	 e Piz Galin	 46
DUE • Làtemar 	 49
12 • Cima Valsorda	 50
13 • Campanili del Làtemar	 50
TRE • Catinaccio 	 93
14 • Roda di Vael	 94
15 • Coronelle e Mugoni	 97
16 • Cima Catinaccio	 101
17 • Cime del Principe	 105
18 • Molignon e Catinaccio d’Antermoia 	 109
19 • Cima Scalieret	 110
20 • Larsec	 112
QUATTRO • Sassolungo 	 129
21 • Sassopiatto 	 130
22 • Sassolungo		 132
23 • Sassolungo e Sassopiatto		 135
CINQUE • Odle-Puez-Putia 	 181
24 • Odle	 182
25 • Odle di Eores	 184
26 • Sass de Putia	 186
27 • Puez	 189
28 • Sass Ciampac	 190
29 • Sassongher	 191
SEI • Sella		 215
30 • Mésules	 216
31 • Masores de Pissadù		 217
32 • Cima Pissadù e Sass de Mezdì	 219
33 • Piz da Lech de Boè	 225
34 • Piz Boè 	 226
35 • Col Aut e Col Turond	 228
36 • Sass Pordoi	 229
SETTE • Marmolada	 243
37 • Vallaccia	 245
38 • Monzoni	 246
39 • Catena di Costabella	 248
40 • Col Ombert	 252
41 • Collac e Sasso Nero	 258
42 • Cresta del Padon	 260
43 • Marmolada	 261
44 • Cima Ombretta e Sasso Vernale	 262
45 • Cima Ombrettola	 266
46 • Sasso di Valfredda	 270
47 • Monte Fop e Pale del Fop	 274
48 • Cime d’Auta	 252
49 • Sasso Bianco	 258
OTTO • Pale di San Martino	 279
50 • Cimerlo	 280
51 • Cima della Madonna e Sass Maor	 281
52 • Cima di Ball	 281
53 • Cima di Val di Roda	 285
54 • Pala di San Martino	 289
55 • Croda della Pala	 289
56 • Cima Corona e Cima delle Comelle 	 290
57 • Cima Vezzana e Cimon de la Pala	 291
58 • Monte Mulàz	 293
59 • Cima del Focobòn	 294
60 • Sasso Negro	 298
61 • Cima Canali	 302
62 • Campanili d’Ostio e Cima di Sedole	 306
63 • Fradusta e Cima dei Lastéi	 270
64 • Vani Alti e Sass d’Ortiga	 274
65 • Pala della Madonna	 252
66 • Cima d’Oltro	 258
• Tabelle delle difficoltà	 17
Rifugio Alpe di Tires
Dolomiti, Alto Adige
Gli odori e i colori di una natura intatta,
la quiete, un paesaggio mozzafiato:
è quello che troverete nelle vostre escur-
sioni alla conquista dell’Alpe di Tires.
Una volta arrivati troverete un rifugio
accogliente, una cucina genuina, tramon-
ti spettacolari e serate indimenticabili.
Il rifugio è aperto da inizio giugno a metá
ottobre ed è raggiungibile dall’Alpe di
Siusi, da Tires o da Campitello di Fassa.
Fam. Judith e Stefan Perathoner
Tel. 0471 727 958 · info@alpeditires.com
2.440m
Alpe di Tires
Rifugio
• Cima Valsorda
• Campanili del Làtemar
Làtemar
DUE
125124
Sentieri d’Autore l LàtemarSentieri d’Autore l Escursioni ad anelloDOLOMITI D’OLTREPIAVE l Duranno e Cima dei Preti
I principali accessi al gruppo sono:
- a nord il Passo di Costalunga (che raccorda la Val d’Ega
con la Val di Fassa) per raggiungere la Cresta del Làtemar
- a est il limite fra la Val di Fassa e la Val di Fiemme: da
Forno si ha accesso alla Valsorda e quindi al Rif. Torre
di Pisa
- a sud est Predazzo e i suoi impianti di risalita verso l’Alpe di
Pampeago (verificare i periodi d’apertura)
- a sud ovest l’Alpe di Pampeago, raggiungibile a sud da
Tesero per la Val di Stava e a nord da San Floriano/Obe-
reggen e la Val d’Ega.
Durante il periodo Ladinico (234–227 MA) l’attuale zona dolomitica sprofondò in un mare pro-
fondo e le vecchie piattaforme rocciose si ruppero in enormi blocchi e si inclinarono, creando siti
a basse profondità ottimali per la crescita di nuovi organismi in grado di depositare carbonato di
calcio. Il Làtemar deve la propria origine proprio ad una di queste nuove scogliere ad accresci-
mento rapido, in grado di compensare la subsidenza del fondale marino. A differenza di quello
che avvenne in altri gruppi, qui non ci furono processi di dolomitizzazione e quindi la roccia
che compone gran parte del massiccio è denominata Calcare del Làtemar. Circa 228 MA fa la
zona fu scossa da importanti eventi geologici, con terremoti, fessurazioni e risalite di magma che
hanno originato i filoni di scure rocce basaltiche (dicchi) oggi osservabili.
La visione dei Campanili del Làtemar che svettano sopra l’azzurro intenso del Lago di Carezza cir-
condato da ombrosi boschi è una delle cartoline dolomitiche che ha fatto il giro del mondo, eppure
questo gruppo montuoso rimane poco frequentato e quindi particolarmente integro. A nord del
Làtemar, sotto le pareti verticali, si trova il Labirinto del Làtemar, una ciclopica frana caduta
dallo Schenon (ha riempito il Lago superiore di Carezza)
ora attraversata da un suggestivo sentiero che si snoda
fra enormi massi dalle bizzarre forme. Il percorso entra
anche nella Foresta del Làtemar, uno dei più bei boschi
di abete rosso (Picea abies) e larice (Larix decidua) delle
Alpi.
Il Làtemar ospita due specie botaniche che, durante i pe-
riodi glaciali, si sono rifugiate nelle zone poste a quote
elevate, oltre i limiti altitudinali della calotta ghiacciata.
Si tratta della rarissima sassifraga di Facchini (Saxifraga
facchinii), scoperta proprio qui da Friedrich Leybold nel 1854, e della draba delle Dolomiti
(Draba dolomitica).
Si racconta che nel Lago di Carezza si vedano riflessi tutti i colori dell’iride. La leggenda narra che
lo stregone del Làtemar si fosse innamorato di Ondina, la ninfa che abitava il lago e tentò di ra-
Il Gruppo del Làtemar è racchiuso tra il Passo di Costa-
lunga a nord, la Val di Fassa a nord est, la Val di Fiemme
a est e a meridione e il Passo di Lavazè a ovest. La sua
estensione è piuttosto ridotta e la morfologia risulta asim-
metrica, con pareti verticali e campanili che incombono
sul Passo di Costalunga e pendii molto più morbidi sui
versanti trentini. La forma è quella di un ferro di cavallo
aperto verso oriente e completamente circondato da fitti
boschi, soprattutto sui versanti della Val di Fiemme e del
Passo di Costalunga. Il nome della montagna è attestato
già nel 1100 come Laitemâr e deriva da un maso omo-
nimo. La classificazione SOIUSA considera quattro sotto-
gruppi: la Cresta del Làtemar, il Sottogruppo di Valsorda,
le Propaggini Meridionali e l’Altopiano di Nova Ponente.
Gli ultimi due, con caratteristiche di quote minori, non
rientrano nelle aree considerate in questa guida.
Prettamente dolomitica ed esteticamente spettacolare è
la Cresta del Làtemar (o Sottogruppo di Carezza, dal
P.so di Costalunga al Forcellone), che costituisce la parte
settentrionale del gruppo. Qui vi si trovano le maggiori
elevazioni: da est verso ovest la Cima Popa (2481 m), il Cornon (2791 m), lo Schenon (2800
m), la Torre Christomannos (2800 m), il Cimon del Làtemar (2846 m), la Torre Diamantidi
(2750 m), i Campanili del Làtemar (2842 m), la Cima del Forcellone (2749 m). Verso nord la
Cresta scende a picco verso il Lago di Carezza, mentre a sud si raccorda attraverso i Lastei con
la profonda Valsorda che si incunea nel cuore del gruppo.
Il Sottogruppo di Valsorda (dal Forcellone al P.so di Pampeago) occupa l’area sud occidentale del
gruppo e si congiunge con la Cresta del Làtemar ad ovest presso la Forc. dei Camosci (2636 m). Le
principalivettesonolaCimaValsorda(2752m),laCimaValbona (2660m)ela Cima Feudo(2565m).
Làtemar
Vista sulle Torri del Làtemar
(foto Marco Salaris)
La surreale cartolina del Làtemar che si
specchia sul Lago di Carezza
La “lunare” Valsorda
Le bianche rocce calcaree del Làtemar sono
frequentemente intercalate a filoni di scure
rocce vulcaniche basaltiche
127126
Sentieri d’Autore l LàtemarSentieri d’Autore l Escursioni ad anello
pirla. Consigliato dalla Stria del Masarè cercò di attirarla facendo apparire un arcobaleno sul lago.
La ninfa uscì dall’acqua, ma scorse lo stregone e fuggì. Lo stregone infuriato prese l’arcobaleno
e lo gettò in mille pezzi nel lago, donandogli quindi tutti i colori dell’iride.
Cartografia: Tabacco n. 14 - Val di Fiemme, Lagorai, Làtemar 1:25.000;
Tabacco n. 06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25.000
Rif. Torre di Pisa - 2671 m
Telefono: 0462/501564; Posti letto: 20; Apertura: dal 15/06 al 15/10
Ganischgeralm - 2050 m
Telefono: 0462/814600; Apertura: sempre
Malga La Mens (Mayrl Alm) - 2050 m
Telefono: 0471/618198; Apertura: da metà giugno a inizio ottobre, da dicembre
ad aprile
Zischgalm - 2000 m
Telefono: 0462/813600; Apertura: da metà giugno a ottobre e in inverno
Biv. M. Rigatti - 2620 m
Posti letto: 9; Acqua: si; Apertura: sempre
PUNTI D’APPOGGIO
La Torre di Pisa vista scendendo dal rifugio omonimo verso i Lastei di Valsorda (foto Andrea Costa)
22
22
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504-521
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50
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505
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516A516B
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18
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E
22
9
9
9
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10
18
18
9
9
J
C. Feudo
M. Corona
1907
Pizzi dei Mus
C. Valbona
C. Valsorda
P.so Feudo
Satteljoch
Reiterjoch
P.so Pampeago
Golfrion Bg.
M. Colfrion
Absam
Oberhölz
Alpe di Pampegao
Hohestuhl
Cimon del Làtemar
Latemar
Sp.
Rif.
Torre di Pisa
Corno D’ega
Forc. Forcellone
2671 Torre
dei Muss
Biv. Latemar
A. Sieff
Biv. E. Rigatt
PAMPEAGO
OBEREGGAN
L
a
t
e
m
a r
Laste di Valsorda
Cavignon
V
a
lb
o
n
a
Forc. dei Campanili
Erzlahn S.
C. del Forcellone
13
12
276
Sentieri d’Autore l SellaSentieri d’Autore l Escursioni ad anello
035
277
PUNTO DI PARTENZA:
P.so Pordoi (2239 m)
QUOTA MIN / MAX: 2239 m / 2907 m
DISLIVELLO: 1109 m
LUNGHEZZA: 10,5 km
TEMPO TOTALE: 6,10 h
TIPO DI PERCORSO: sentiero e traccia
segnata
PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Forc. Pordoi,
Rif. Boè
ATTREZZATURA: normale dotazione
escursionistica
PERIODO CONSIGLIATO: luglio - settembre
FREQUENTAZIONE: alta
CIME DA SALIRE: Col Turond (2927 m),
Piz Boè (3152 m)
SENSO DI MARCIA: orario
DIFFICOLTà: EE
Vista sul Col Aut
Col Aut e Col Turond
Avventura fra la testata della Val Lasties e l’Altipiano delle Mèsules
NOTE
La presenza di tratti attrezzati lungo il percorso,
in particolare per raggiungere la cima della Cre-
sta Strenta, consiglia l’utilizzo del set da via fer-
rata per gli escursionisti meno esperti. Per non
dover ripercorrere a piedi la strada asfaltata fra il
P.so Pordoi e l’Ossario durante il ritorno, si con-
siglia di lasciare un’auto al passo e una presso il
piccolo parcheggio prima dell’Ossario, oppure
raggiungere questo in bicicletta dal passo (da
recuperare al ritorno tramite l’auto).
DA VEDERE IN ZONA
Naturalmente merita una rispettosa visita il silenzioso ed impressionante Ossario del Por-
doi. Dal Rif. Boè si possono salire le vicine cime L’Antersas o Zwischenkofel (2907 m), a
nord del rifugio, e il Col Toron o Turond (2927 m) a sud ovest, per tracce su ghiaie in circa
20 minuti.
CENNI STORICI
Il Cimitero Militare Germanico del Pordoi, noto anche come “Ossario del Pordoi”, è un mo-
numento commemorativo eretto dal Volksbund Deutsche Kriegsgräuberfürsorge e. V. in
onore dei caduti della Grande Guerra, in cui riposano 9431 militari, fra soldati dell’arma-
ta austro-ungarica della Prima Guerra Mondiale e soldati tedeschi della Seconda Guerra
Mondiale.
Sella e Ossario del Pordoi visti dal sentiero 680 di rientro dal Viel del Pan e Porta Vescovo (foto Matteo Cattaneo)
279278
Sentieri d’Autore l SellaSentieri d’Autore l Escursioni ad anello
Lastìes verso nord. La salita avviene in un am-
biente incredibile, fra alte pareti, rocce e ghiaie
che fanno perdere “l’ordine di grandezza” degli
spazi. Dopo che il sent. 647 ha svoltato verso
est si risalgono delle facili rocce attrezzate con
cordino metallico che precedono l’ultimo salto
finale fino alla Forc. D’Antersass (2861 m, 1 h),
sospesa fra l’Altipiano delle Mèsules e i due val-
loni di Lastìes e Mesdì. Bellissima
la vista sulla slanciata Torre Berger
(2861 m), posta a guardia dell’alta
Val Mesdì.
4V5 Si prosegue sul sent. 647
salendo verso la cima dell’Anter-
sass (Zwischenkofel, 2907 m, 0,15
h) la cui vetta può essere evitata
seguendo il sentiero attrezzato a
destra per una cengia molto esposta.
5V6 Dall’Antersass si scende brevemente su
ghiaie al Rif. Boè (2873 m, 0,15 h), posto al
centro dell’esteso Gruppo del Sella, con bella
visuale ravvicinata del Piz Boè.
5V6 Dal rifugio si segue il sent. 627 (Alta Via n.
2) in direzione sud e, seguendo il percorso lo-
gico fra lievi saliscendi e orizzontali cenge ghia-
PPV1 Il Sass Pordoi visto dal P.so Pordoi
Il Col Turond o Col Toron (2927 m) e il Col Aut
(2882 m) sono due modeste elevazioni che si
innalzano dall’altopiano sommitale del Grup-
po del Sella appena ad ovest del Rif. Boè. Sul
versante opposto le due vette mostrano il loro
lato più selvaggio, con imponenti pareti che
ricadono tetre a chiudere la testata della Val
Lastìes, ampio vallone che dal cuore del grup-
po cala in direzione della Val di Fassa. La po-
sizione centrale di questa escursione permette
degli abbinamenti molto interessanti con altri
percorsi anulari.
ACCESSO
L’escursione inizia al P.so Pordoi, valico posto
fra la trentina Val di Fassa e la veneta Valle di
Livinallongo. Questo accesso permette di rag-
giungere il Rif. Forc. Pordoi da dove ha inizio il
vero percorso anulare.
DESCRIZIONE
PPV1 Dal P.so Pordoi si segue il sent 627 (Alta
Via n. 2) che si inerpica fra praterie e pietre in
direzione dello stretto intaglio della Forc. Pordoi.
Il panorama è sensazionale, con la bastionata
meridionale del Gruppo del Sella che mostra
tutta la sua maestosità e la parete sud del Sass
Pordoi che attira le maggiori attenzioni. Il tratto
erboso termina al bivio con il sent. 626 (2435
m, 0,50 h) che verso destra porta alla Ferrata C.
Piazzetta, nota per il suo difficile punto iniziale
1V2 La salita si fa ora più faticosa, le pendenze
aumentano e i detriti divengono sempre più fini
e scivolosi. Il canalone va risalito fino alla Forc.
Pordoi, ove è situato il Rif. Forc. Pordoi (2829
m, 1 h). L’ultimo tratto è piuttosto ripido e con-
viene usufruire delle corde metalliche posizio-
nate sulla sinistra.
2V3 Dal rifugio ci si sposta verso nord e si se-
gue la traccia che scende dapprima in direzione
nord e poi verso ovest superando tutto il Vallon
del Foss, profonda incisione che cala verso la
Val Lasties. A sinistra svettano le propaggini set-
tentrionali del Sass Pordoi (2829 m), a destra
invece spicca la levigata parete occidentale del
Col Aut (2882 m). La discesa è ripida, avviene
per lo più su ghiaie, in ambiente solitario e qua-
si astruso dalla confusione che accompagna le
zone più elevate del Sella. Ci si abbassa così fino
alla confluenza del Vallon del Foss con la Val
Lasties (2388 m, 0,30 h).
3V4 Si deve ora risalire la testata della Val
647
647
651
649
626
627
601
627
638
627
647
638
Rif.
Maria
P.so Pordoi
Rif. Forc.
del Pordoi
Rif. Boè Piz le ?????
3009
Piz Boè
3152
P.ta de Larjei
2792
P.ta de Joel
2945
Sass Pordoi
2950
Piccolo Pordoi
2670
Sas Bece
2534
M. Forcia
2356
Col Aut
2882
C. dell'Antersass
2907
Col Toron
2927 Forc.
dai Ciamorces
2-7
1
3
4
5
6
PP
281280
Sentieri d’Autore l SellaSentieri d’Autore l Escursioni ad anello
CIME DA SALIRE
Col Toron o Col Turond (2927 m, EE): cima
arrotondata e facilmente raggiungibile dal lato
del Rif. Boè. Dal rifugio si segue il sent. 627 in
direzione del Rif. Forc. Pordoi e, poco dopo, lo
si abbandona per salire sulla destra verso la
cima. Non c’è un percorso obbligato, si sale as-
secondando la pietraia e in 0,10 h al massimo si
raggiunge la modesta sommità.
Piz Boè (3152 m, EE): può essere raggiunto an-
che salendo dal Rif. Boè attraverso i pendii nord
occidentali. Dal rifugio il ripido e ben visibile
sent. 638 si alza fra le ghiaie fino allo sbocco di
un evidente canalone. Da qui si seguono delle
corde fisse, si sale per una decina di metri e
ci si sposta su una cengia un po’ esposta ver-
so destra. Pochi metri di facili roccette (corda
e gradini metallici) pongono fine al tratto più
impegnativo. Si sale ora per ripido sentiero a
tornanti fino alla Forc. dai Ciamòrcies (3110 m),
si lascia a sinistra la Cresta Strenta e si segue
verso destra la traccia per ghiaie e roccette fino
alla vetta (0,45 h).
NOTE
L’anello può essere percorso anche nel senso
inverso. Tenere presenti le quote elevate e la
possibilità di trovare neve anche in piena estate.
DA VEDERE IN ZONA
Nel versante veneto del P.so Pordoi si trova un ossario che raccoglie, in una tomba comune,
i resti di 454 soldati tedeschi e di 8128 austro-ungarici periti nel corso della Prima Guerra
Mondiale. Nei ripiani esterni sono invece tumulati i resti di 842 caduti tedeschi della Se-
conda Guerra Mondiale. L’ossario è comodamente raggiungibile dal valico seguendo una
stradina asfaltata in leggera discesa fino al parcheggio del piccolo centro visite.
CENNI STORICI
L’Alta Via n. 2 (Alta Via delle leggende) percorre da nord a sud il Gruppo del Sella, attraver-
so la Val Setùs, il Rif. Cavazza al Pisciadù, il Rif. Boè e il Rif. Forc. Pordoi fino al P.so Pordoi.
Tale straordinario itinerario inizia a Bressanone e termina a Feltre dopo un percorso di circa
180 km, percorribili mediamente in 13 giorni. Questa lunga camminata è stata percorsa
per la prima volta dai feltrini Ivano Tisot e Luigi Pillon all’inizio di luglio del 1969, dopo che
era stata presentata sia in Italia che in Germania, mappata ma mai calcata interamente.
Il percorso presenta dei tratti attrezzati e dei nevai, risultando più impegnativo rispetto a
quello ideato tre anni prima e identificato poi con il n. 1. Considerando la lunghezza da città
a città i km sono ben 210. I bivacchi presenti lungo il tracciato sono 2 e i rifugi alpini 14.
5V6 Il Vallon del Foss
iose, si raggiunge il Rif. Forc. Pordoi (2829 m,
1 h). L’ambiente è davvero surreale, sembra di
essere in un deserto pietrificato, dove gli strati
di grigia dolomia e le bancate ricoperte da fini
detriti regnano incontrastate. Basta discostarsi
di poco dal sentiero battuto per poter scorgere
rare ed esili fioriture, come ad esempio quelle
della Silene acaulis che riescono a sopravvivere
anche in queste condizioni, soggette a notevo-
li escursioni termiche, spazzate da forti venti e
colpite dall’intensa radiazione solare.
6V7 Dalla Forc. Pordoi si scende in direzione
del P.so Pordoi, seguendo al contrario il per-
corso di salita fino al bivio col sent. 626 (2435
m, 0,40 h). Davanti si può ammirare la verde
Catena del Padon, scolpita fra le scure rocce
vulcaniche, e al di là di essa il bianco versante
settentrionale della Marmolada.
6VPP Continuando a scendere lungo il sentiero
per prati si torna al P.so Pordoi (0,40 h).
ABBINAMENTI
Questo percorso anulare, posto al centro del
gruppo montuoso, può essere abbinato con
il giro del Sass Pordoi, con il giro di Pissadù e
Sass de Mezdì o con entrambi, consentendo di
effettuare delle lunghe e spettacolari traversa-
te. Abbinandolo con l’anello del Sass Pordoi è
conveniente salire la Val Lastìes completamente
fino alla Forc. d’Antersass e chiudere il percorso
transitando quindi per i rif. Boè e Forc. Pordoi e
prevedendo la discesa verso il P.so Pordoi. L’e-
scursione può essere chiusa ritornando al Pian
dei Schiavaneis come descritto nell’itinerario del
Sass Pordoi. Per questa escursione nel settore
sud occidentale del Sella occorrono almeno 8
ore. Il giro di Col Turond e Col Aut può essere
sommato anche al più settentrionale anello at-
torno alla Cima Pissadù e al Sass de Mezdì. Si
seguono le indicazioni del relativo anello ma,
giunti alla Forc. Antersass, si discende la Val La-
stìes per risalire poi il Vallon del Foss e riportarsi
in quota presso il Rif. Forc. Pordoi e ritornare
successivamente al Rif. Boè. É una lunga escur-
sione che richiede almeno 12 ore e conviene
spezzare in due giorni con pernottamento al Rif.
Boè e ritorno verso la Forc. d’Antersass, riman-
dando la discesa del Vallon del Foss al giorno
successivo. Avendo due giorni a disposizione si
possono studiare anche vari abbinamenti dei
tre anelli, come l’intera traversata del Sella da
sud a nord (o viceversa) superando i due mera-
vigliosi valloni di Lastìes e Mesdì.
1V2 Il Piz Boè visto dal Rif. Forc. Pordoi
5V6 La piramide sommitale del Piz Boè vista dal sotto-
stante sentiero 627

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Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali

  • 1. collanasentierid’autore 6 ideaMontagna editoria e alpinismo Escursioni ad anello nelle Dolomiti Occidentali 66 itinerari in: Brenta Làtemar Catinaccio Sassolungo Odle-Puez-Putia Sella Marmolada Pale di San Martino
  • 2. 5 l Prefazione Prima edizione: _______ ISBN: _________ Idea Montagna Editoria e Alpinismo Via Guido Rossa, 17 - 35016 Piazzola sul Brenta PD Tel. 049 9601797 - Fax 049 8840000 info@ideamontagna.it - www.ideamontagna.it Coordinamento generale: Francesco Cappellari Progetto grafico: Rossella Benetollo - Officina Creativa - Padova Impaginazione, elaborazione immagini, disegni: Irene Cappellari - Idea Montagna Editoria e Alpinismo Stampa: Litocenter Srl per conto di Idea Montagna Editoria e Alpinismo Foto di copertina: ______ Pagina 2: _____________________ Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale degli scritti, dei disegni e delle fotografie. Avvertenza: questa guida è compilata con la massima coscienziosità ma non si garantisce per eventuali errori o incom- pletezze. L’uso delle informazioni contenute in quest’opera è a proprio rischio. L’autore e l’editore non si assumono quindi nessuna responsabilità per eventuali incidenti o qualsiasi altra conseguenza. Una lunga escursione ad anello trasmette a chi la percorre una sensazione speciale, quasi ma- gica. Si ha infatti la sensazione di aver compiuto non tanto una camminata intorno a una mon- tagna, ma un vero e proprio viaggio, dove ogni passo regala emozioni sempre nuove, dove le visioni e le prospettive non hanno niente di noto. È il fascino dell’eterno inizio, della continua scoperta e quando si torna al punto di partenza si assapora con la memoria il cammino per- corso. Le Dolomiti permettono spesso di vivere questa esperienza, certamente non solo per la loro naturale propensione, orografica e geografica, ad essere “aggirate”, ma anche per le loro caratteristiche ambientali e per il loro aspetto, sorprendenti e imprevedibili. Tra tutti gli itinerari possibili, Roberto Ciri e Denis Perilli, hanno selezionato oltre 60 percorsi sol- tanto nelle Dolomiti Occidentali e già questo dimostra quante infinite possibilità escursionistiche forniscano i Monti Pallidi. La scelta degli autori è quanto mai studiata e nello stesso tempo coin- volgente, evidente dimostrazione non solo di una profonda conoscenza di questo “patrimonio dell’umanità”, ma anche di una passione straordinaria per queste montagne, che li ha portati a interiorizzare panorami e sentieri, a restituire al lettore qualche cosa di più di una semplice rela- zione. Scorrendo l’indice del volume, i gruppi elencati sembrano, al primo superficiale sguardo, ampiamente noti, quasi scontati. Al contrario essi riservano numerose e continue sorprese, così come si può capire leggendo con più attenzione gli itinerari riportati in questo libro. Lasciandoci guidare dagli autori, dalle loro parole, dalle loro immagini, dagli approfondimenti naturalistici e storici che essi propongono, scopriremo come si possa vedere con occhi nuovi le cattedrali rocciose del Brenta o il deserto dolomitico del Sella e condurremo passi e sguardi verso le solitarie dorsali secondarie del gruppo della Marmolada o in direzione degli angoli più silenziosi della Val Canali. Andrea Greci PREFAZIONE
  • 3. 98 SENTIERI D’AUTORE l Prealpi BrescianeSENTIERI D’AUTORE l Prealpi Bresciane INDICE • Prefazione 5 • Introduzione 6 • Le Dolomiti 10 • Carta generale 15 • Il territorio delle Dolomiti Occidentali 15 • La struttura del paesaggio dolomitico 16 • Storia geologica delle Dolomiti Occidentali 17 • Flora e fauna 17 • Dolomiti Patrimonio Mondiale Unesco e aree protette 17 • Cenni storici 18 • Guida alla consultazione 17 • In caso di emergenza: come effettuare una chiamata di soccorso 18 • Informazioni e recapiti utili 18 • Avvertenze 17 • Gli autori 18 • Ringraziamenti 17 UNO • Dolomiti di Brenta 19 1 • Cima d’Ambiéz 21 2 • Cima Tosa e Crozzon di Brenta 24 3 • Cima Ceda 29 4 • Bocchette Centrali 31 5 • Bocchette Alte 33 6 • Cima Brenta 36 7 • Cima del Grosté 46 8 • Pietra Grande 31 9 • Monte Peller 33 10 • Catena della Campa 36 11 • Croz dell’Altissimo, Cima dei Lasteri e Piz Galin 46 DUE • Làtemar 49 12 • Cima Valsorda 50 13 • Campanili del Làtemar 50 TRE • Catinaccio 93 14 • Roda di Vael 94 15 • Coronelle e Mugoni 97 16 • Cima Catinaccio 101 17 • Cime del Principe 105 18 • Molignon e Catinaccio d’Antermoia 109 19 • Cima Scalieret 110 20 • Larsec 112 QUATTRO • Sassolungo 129 21 • Sassopiatto 130 22 • Sassolungo 132 23 • Sassolungo e Sassopiatto 135 CINQUE • Odle-Puez-Putia 181 24 • Odle 182 25 • Odle di Eores 184 26 • Sass de Putia 186 27 • Puez 189 28 • Sass Ciampac 190 29 • Sassongher 191 SEI • Sella 215 30 • Mésules 216 31 • Masores de Pissadù 217 32 • Cima Pissadù e Sass de Mezdì 219 33 • Piz da Lech de Boè 225 34 • Piz Boè 226 35 • Col Aut e Col Turond 228 36 • Sass Pordoi 229 SETTE • Marmolada 243 37 • Vallaccia 245 38 • Monzoni 246 39 • Catena di Costabella 248 40 • Col Ombert 252 41 • Collac e Sasso Nero 258 42 • Cresta del Padon 260 43 • Marmolada 261 44 • Cima Ombretta e Sasso Vernale 262 45 • Cima Ombrettola 266 46 • Sasso di Valfredda 270 47 • Monte Fop e Pale del Fop 274 48 • Cime d’Auta 252 49 • Sasso Bianco 258 OTTO • Pale di San Martino 279 50 • Cimerlo 280 51 • Cima della Madonna e Sass Maor 281 52 • Cima di Ball 281 53 • Cima di Val di Roda 285 54 • Pala di San Martino 289 55 • Croda della Pala 289 56 • Cima Corona e Cima delle Comelle 290 57 • Cima Vezzana e Cimon de la Pala 291 58 • Monte Mulàz 293 59 • Cima del Focobòn 294 60 • Sasso Negro 298 61 • Cima Canali 302 62 • Campanili d’Ostio e Cima di Sedole 306 63 • Fradusta e Cima dei Lastéi 270 64 • Vani Alti e Sass d’Ortiga 274 65 • Pala della Madonna 252 66 • Cima d’Oltro 258 • Tabelle delle difficoltà 17 Rifugio Alpe di Tires Dolomiti, Alto Adige Gli odori e i colori di una natura intatta, la quiete, un paesaggio mozzafiato: è quello che troverete nelle vostre escur- sioni alla conquista dell’Alpe di Tires. Una volta arrivati troverete un rifugio accogliente, una cucina genuina, tramon- ti spettacolari e serate indimenticabili. Il rifugio è aperto da inizio giugno a metá ottobre ed è raggiungibile dall’Alpe di Siusi, da Tires o da Campitello di Fassa. Fam. Judith e Stefan Perathoner Tel. 0471 727 958 · info@alpeditires.com 2.440m Alpe di Tires Rifugio
  • 4. • Cima Valsorda • Campanili del Làtemar Làtemar DUE
  • 5. 125124 Sentieri d’Autore l LàtemarSentieri d’Autore l Escursioni ad anelloDOLOMITI D’OLTREPIAVE l Duranno e Cima dei Preti I principali accessi al gruppo sono: - a nord il Passo di Costalunga (che raccorda la Val d’Ega con la Val di Fassa) per raggiungere la Cresta del Làtemar - a est il limite fra la Val di Fassa e la Val di Fiemme: da Forno si ha accesso alla Valsorda e quindi al Rif. Torre di Pisa - a sud est Predazzo e i suoi impianti di risalita verso l’Alpe di Pampeago (verificare i periodi d’apertura) - a sud ovest l’Alpe di Pampeago, raggiungibile a sud da Tesero per la Val di Stava e a nord da San Floriano/Obe- reggen e la Val d’Ega. Durante il periodo Ladinico (234–227 MA) l’attuale zona dolomitica sprofondò in un mare pro- fondo e le vecchie piattaforme rocciose si ruppero in enormi blocchi e si inclinarono, creando siti a basse profondità ottimali per la crescita di nuovi organismi in grado di depositare carbonato di calcio. Il Làtemar deve la propria origine proprio ad una di queste nuove scogliere ad accresci- mento rapido, in grado di compensare la subsidenza del fondale marino. A differenza di quello che avvenne in altri gruppi, qui non ci furono processi di dolomitizzazione e quindi la roccia che compone gran parte del massiccio è denominata Calcare del Làtemar. Circa 228 MA fa la zona fu scossa da importanti eventi geologici, con terremoti, fessurazioni e risalite di magma che hanno originato i filoni di scure rocce basaltiche (dicchi) oggi osservabili. La visione dei Campanili del Làtemar che svettano sopra l’azzurro intenso del Lago di Carezza cir- condato da ombrosi boschi è una delle cartoline dolomitiche che ha fatto il giro del mondo, eppure questo gruppo montuoso rimane poco frequentato e quindi particolarmente integro. A nord del Làtemar, sotto le pareti verticali, si trova il Labirinto del Làtemar, una ciclopica frana caduta dallo Schenon (ha riempito il Lago superiore di Carezza) ora attraversata da un suggestivo sentiero che si snoda fra enormi massi dalle bizzarre forme. Il percorso entra anche nella Foresta del Làtemar, uno dei più bei boschi di abete rosso (Picea abies) e larice (Larix decidua) delle Alpi. Il Làtemar ospita due specie botaniche che, durante i pe- riodi glaciali, si sono rifugiate nelle zone poste a quote elevate, oltre i limiti altitudinali della calotta ghiacciata. Si tratta della rarissima sassifraga di Facchini (Saxifraga facchinii), scoperta proprio qui da Friedrich Leybold nel 1854, e della draba delle Dolomiti (Draba dolomitica). Si racconta che nel Lago di Carezza si vedano riflessi tutti i colori dell’iride. La leggenda narra che lo stregone del Làtemar si fosse innamorato di Ondina, la ninfa che abitava il lago e tentò di ra- Il Gruppo del Làtemar è racchiuso tra il Passo di Costa- lunga a nord, la Val di Fassa a nord est, la Val di Fiemme a est e a meridione e il Passo di Lavazè a ovest. La sua estensione è piuttosto ridotta e la morfologia risulta asim- metrica, con pareti verticali e campanili che incombono sul Passo di Costalunga e pendii molto più morbidi sui versanti trentini. La forma è quella di un ferro di cavallo aperto verso oriente e completamente circondato da fitti boschi, soprattutto sui versanti della Val di Fiemme e del Passo di Costalunga. Il nome della montagna è attestato già nel 1100 come Laitemâr e deriva da un maso omo- nimo. La classificazione SOIUSA considera quattro sotto- gruppi: la Cresta del Làtemar, il Sottogruppo di Valsorda, le Propaggini Meridionali e l’Altopiano di Nova Ponente. Gli ultimi due, con caratteristiche di quote minori, non rientrano nelle aree considerate in questa guida. Prettamente dolomitica ed esteticamente spettacolare è la Cresta del Làtemar (o Sottogruppo di Carezza, dal P.so di Costalunga al Forcellone), che costituisce la parte settentrionale del gruppo. Qui vi si trovano le maggiori elevazioni: da est verso ovest la Cima Popa (2481 m), il Cornon (2791 m), lo Schenon (2800 m), la Torre Christomannos (2800 m), il Cimon del Làtemar (2846 m), la Torre Diamantidi (2750 m), i Campanili del Làtemar (2842 m), la Cima del Forcellone (2749 m). Verso nord la Cresta scende a picco verso il Lago di Carezza, mentre a sud si raccorda attraverso i Lastei con la profonda Valsorda che si incunea nel cuore del gruppo. Il Sottogruppo di Valsorda (dal Forcellone al P.so di Pampeago) occupa l’area sud occidentale del gruppo e si congiunge con la Cresta del Làtemar ad ovest presso la Forc. dei Camosci (2636 m). Le principalivettesonolaCimaValsorda(2752m),laCimaValbona (2660m)ela Cima Feudo(2565m). Làtemar Vista sulle Torri del Làtemar (foto Marco Salaris) La surreale cartolina del Làtemar che si specchia sul Lago di Carezza La “lunare” Valsorda Le bianche rocce calcaree del Làtemar sono frequentemente intercalate a filoni di scure rocce vulcaniche basaltiche
  • 6. 127126 Sentieri d’Autore l LàtemarSentieri d’Autore l Escursioni ad anello pirla. Consigliato dalla Stria del Masarè cercò di attirarla facendo apparire un arcobaleno sul lago. La ninfa uscì dall’acqua, ma scorse lo stregone e fuggì. Lo stregone infuriato prese l’arcobaleno e lo gettò in mille pezzi nel lago, donandogli quindi tutti i colori dell’iride. Cartografia: Tabacco n. 14 - Val di Fiemme, Lagorai, Làtemar 1:25.000; Tabacco n. 06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25.000 Rif. Torre di Pisa - 2671 m Telefono: 0462/501564; Posti letto: 20; Apertura: dal 15/06 al 15/10 Ganischgeralm - 2050 m Telefono: 0462/814600; Apertura: sempre Malga La Mens (Mayrl Alm) - 2050 m Telefono: 0471/618198; Apertura: da metà giugno a inizio ottobre, da dicembre ad aprile Zischgalm - 2000 m Telefono: 0462/813600; Apertura: da metà giugno a ottobre e in inverno Biv. M. Rigatti - 2620 m Posti letto: 9; Acqua: si; Apertura: sempre PUNTI D’APPOGGIO La Torre di Pisa vista scendendo dal rifugio omonimo verso i Lastei di Valsorda (foto Andrea Costa) 22 22 2323 23 22 22 516 516 504-521 50 50 505 505 504 504 521 521 18-516 516 516A516B 516 18 18 18 E 22 9 9 9 18 10 18 18 9 9 J C. Feudo M. Corona 1907 Pizzi dei Mus C. Valbona C. Valsorda P.so Feudo Satteljoch Reiterjoch P.so Pampeago Golfrion Bg. M. Colfrion Absam Oberhölz Alpe di Pampegao Hohestuhl Cimon del Làtemar Latemar Sp. Rif. Torre di Pisa Corno D’ega Forc. Forcellone 2671 Torre dei Muss Biv. Latemar A. Sieff Biv. E. Rigatt PAMPEAGO OBEREGGAN L a t e m a r Laste di Valsorda Cavignon V a lb o n a Forc. dei Campanili Erzlahn S. C. del Forcellone 13 12
  • 7. 276 Sentieri d’Autore l SellaSentieri d’Autore l Escursioni ad anello 035 277 PUNTO DI PARTENZA: P.so Pordoi (2239 m) QUOTA MIN / MAX: 2239 m / 2907 m DISLIVELLO: 1109 m LUNGHEZZA: 10,5 km TEMPO TOTALE: 6,10 h TIPO DI PERCORSO: sentiero e traccia segnata PUNTI DI APPOGGIO: Rif. Forc. Pordoi, Rif. Boè ATTREZZATURA: normale dotazione escursionistica PERIODO CONSIGLIATO: luglio - settembre FREQUENTAZIONE: alta CIME DA SALIRE: Col Turond (2927 m), Piz Boè (3152 m) SENSO DI MARCIA: orario DIFFICOLTà: EE Vista sul Col Aut Col Aut e Col Turond Avventura fra la testata della Val Lasties e l’Altipiano delle Mèsules NOTE La presenza di tratti attrezzati lungo il percorso, in particolare per raggiungere la cima della Cre- sta Strenta, consiglia l’utilizzo del set da via fer- rata per gli escursionisti meno esperti. Per non dover ripercorrere a piedi la strada asfaltata fra il P.so Pordoi e l’Ossario durante il ritorno, si con- siglia di lasciare un’auto al passo e una presso il piccolo parcheggio prima dell’Ossario, oppure raggiungere questo in bicicletta dal passo (da recuperare al ritorno tramite l’auto). DA VEDERE IN ZONA Naturalmente merita una rispettosa visita il silenzioso ed impressionante Ossario del Por- doi. Dal Rif. Boè si possono salire le vicine cime L’Antersas o Zwischenkofel (2907 m), a nord del rifugio, e il Col Toron o Turond (2927 m) a sud ovest, per tracce su ghiaie in circa 20 minuti. CENNI STORICI Il Cimitero Militare Germanico del Pordoi, noto anche come “Ossario del Pordoi”, è un mo- numento commemorativo eretto dal Volksbund Deutsche Kriegsgräuberfürsorge e. V. in onore dei caduti della Grande Guerra, in cui riposano 9431 militari, fra soldati dell’arma- ta austro-ungarica della Prima Guerra Mondiale e soldati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale. Sella e Ossario del Pordoi visti dal sentiero 680 di rientro dal Viel del Pan e Porta Vescovo (foto Matteo Cattaneo)
  • 8. 279278 Sentieri d’Autore l SellaSentieri d’Autore l Escursioni ad anello Lastìes verso nord. La salita avviene in un am- biente incredibile, fra alte pareti, rocce e ghiaie che fanno perdere “l’ordine di grandezza” degli spazi. Dopo che il sent. 647 ha svoltato verso est si risalgono delle facili rocce attrezzate con cordino metallico che precedono l’ultimo salto finale fino alla Forc. D’Antersass (2861 m, 1 h), sospesa fra l’Altipiano delle Mèsules e i due val- loni di Lastìes e Mesdì. Bellissima la vista sulla slanciata Torre Berger (2861 m), posta a guardia dell’alta Val Mesdì. 4V5 Si prosegue sul sent. 647 salendo verso la cima dell’Anter- sass (Zwischenkofel, 2907 m, 0,15 h) la cui vetta può essere evitata seguendo il sentiero attrezzato a destra per una cengia molto esposta. 5V6 Dall’Antersass si scende brevemente su ghiaie al Rif. Boè (2873 m, 0,15 h), posto al centro dell’esteso Gruppo del Sella, con bella visuale ravvicinata del Piz Boè. 5V6 Dal rifugio si segue il sent. 627 (Alta Via n. 2) in direzione sud e, seguendo il percorso lo- gico fra lievi saliscendi e orizzontali cenge ghia- PPV1 Il Sass Pordoi visto dal P.so Pordoi Il Col Turond o Col Toron (2927 m) e il Col Aut (2882 m) sono due modeste elevazioni che si innalzano dall’altopiano sommitale del Grup- po del Sella appena ad ovest del Rif. Boè. Sul versante opposto le due vette mostrano il loro lato più selvaggio, con imponenti pareti che ricadono tetre a chiudere la testata della Val Lastìes, ampio vallone che dal cuore del grup- po cala in direzione della Val di Fassa. La po- sizione centrale di questa escursione permette degli abbinamenti molto interessanti con altri percorsi anulari. ACCESSO L’escursione inizia al P.so Pordoi, valico posto fra la trentina Val di Fassa e la veneta Valle di Livinallongo. Questo accesso permette di rag- giungere il Rif. Forc. Pordoi da dove ha inizio il vero percorso anulare. DESCRIZIONE PPV1 Dal P.so Pordoi si segue il sent 627 (Alta Via n. 2) che si inerpica fra praterie e pietre in direzione dello stretto intaglio della Forc. Pordoi. Il panorama è sensazionale, con la bastionata meridionale del Gruppo del Sella che mostra tutta la sua maestosità e la parete sud del Sass Pordoi che attira le maggiori attenzioni. Il tratto erboso termina al bivio con il sent. 626 (2435 m, 0,50 h) che verso destra porta alla Ferrata C. Piazzetta, nota per il suo difficile punto iniziale 1V2 La salita si fa ora più faticosa, le pendenze aumentano e i detriti divengono sempre più fini e scivolosi. Il canalone va risalito fino alla Forc. Pordoi, ove è situato il Rif. Forc. Pordoi (2829 m, 1 h). L’ultimo tratto è piuttosto ripido e con- viene usufruire delle corde metalliche posizio- nate sulla sinistra. 2V3 Dal rifugio ci si sposta verso nord e si se- gue la traccia che scende dapprima in direzione nord e poi verso ovest superando tutto il Vallon del Foss, profonda incisione che cala verso la Val Lasties. A sinistra svettano le propaggini set- tentrionali del Sass Pordoi (2829 m), a destra invece spicca la levigata parete occidentale del Col Aut (2882 m). La discesa è ripida, avviene per lo più su ghiaie, in ambiente solitario e qua- si astruso dalla confusione che accompagna le zone più elevate del Sella. Ci si abbassa così fino alla confluenza del Vallon del Foss con la Val Lasties (2388 m, 0,30 h). 3V4 Si deve ora risalire la testata della Val 647 647 651 649 626 627 601 627 638 627 647 638 Rif. Maria P.so Pordoi Rif. Forc. del Pordoi Rif. Boè Piz le ????? 3009 Piz Boè 3152 P.ta de Larjei 2792 P.ta de Joel 2945 Sass Pordoi 2950 Piccolo Pordoi 2670 Sas Bece 2534 M. Forcia 2356 Col Aut 2882 C. dell'Antersass 2907 Col Toron 2927 Forc. dai Ciamorces 2-7 1 3 4 5 6 PP
  • 9. 281280 Sentieri d’Autore l SellaSentieri d’Autore l Escursioni ad anello CIME DA SALIRE Col Toron o Col Turond (2927 m, EE): cima arrotondata e facilmente raggiungibile dal lato del Rif. Boè. Dal rifugio si segue il sent. 627 in direzione del Rif. Forc. Pordoi e, poco dopo, lo si abbandona per salire sulla destra verso la cima. Non c’è un percorso obbligato, si sale as- secondando la pietraia e in 0,10 h al massimo si raggiunge la modesta sommità. Piz Boè (3152 m, EE): può essere raggiunto an- che salendo dal Rif. Boè attraverso i pendii nord occidentali. Dal rifugio il ripido e ben visibile sent. 638 si alza fra le ghiaie fino allo sbocco di un evidente canalone. Da qui si seguono delle corde fisse, si sale per una decina di metri e ci si sposta su una cengia un po’ esposta ver- so destra. Pochi metri di facili roccette (corda e gradini metallici) pongono fine al tratto più impegnativo. Si sale ora per ripido sentiero a tornanti fino alla Forc. dai Ciamòrcies (3110 m), si lascia a sinistra la Cresta Strenta e si segue verso destra la traccia per ghiaie e roccette fino alla vetta (0,45 h). NOTE L’anello può essere percorso anche nel senso inverso. Tenere presenti le quote elevate e la possibilità di trovare neve anche in piena estate. DA VEDERE IN ZONA Nel versante veneto del P.so Pordoi si trova un ossario che raccoglie, in una tomba comune, i resti di 454 soldati tedeschi e di 8128 austro-ungarici periti nel corso della Prima Guerra Mondiale. Nei ripiani esterni sono invece tumulati i resti di 842 caduti tedeschi della Se- conda Guerra Mondiale. L’ossario è comodamente raggiungibile dal valico seguendo una stradina asfaltata in leggera discesa fino al parcheggio del piccolo centro visite. CENNI STORICI L’Alta Via n. 2 (Alta Via delle leggende) percorre da nord a sud il Gruppo del Sella, attraver- so la Val Setùs, il Rif. Cavazza al Pisciadù, il Rif. Boè e il Rif. Forc. Pordoi fino al P.so Pordoi. Tale straordinario itinerario inizia a Bressanone e termina a Feltre dopo un percorso di circa 180 km, percorribili mediamente in 13 giorni. Questa lunga camminata è stata percorsa per la prima volta dai feltrini Ivano Tisot e Luigi Pillon all’inizio di luglio del 1969, dopo che era stata presentata sia in Italia che in Germania, mappata ma mai calcata interamente. Il percorso presenta dei tratti attrezzati e dei nevai, risultando più impegnativo rispetto a quello ideato tre anni prima e identificato poi con il n. 1. Considerando la lunghezza da città a città i km sono ben 210. I bivacchi presenti lungo il tracciato sono 2 e i rifugi alpini 14. 5V6 Il Vallon del Foss iose, si raggiunge il Rif. Forc. Pordoi (2829 m, 1 h). L’ambiente è davvero surreale, sembra di essere in un deserto pietrificato, dove gli strati di grigia dolomia e le bancate ricoperte da fini detriti regnano incontrastate. Basta discostarsi di poco dal sentiero battuto per poter scorgere rare ed esili fioriture, come ad esempio quelle della Silene acaulis che riescono a sopravvivere anche in queste condizioni, soggette a notevo- li escursioni termiche, spazzate da forti venti e colpite dall’intensa radiazione solare. 6V7 Dalla Forc. Pordoi si scende in direzione del P.so Pordoi, seguendo al contrario il per- corso di salita fino al bivio col sent. 626 (2435 m, 0,40 h). Davanti si può ammirare la verde Catena del Padon, scolpita fra le scure rocce vulcaniche, e al di là di essa il bianco versante settentrionale della Marmolada. 6VPP Continuando a scendere lungo il sentiero per prati si torna al P.so Pordoi (0,40 h). ABBINAMENTI Questo percorso anulare, posto al centro del gruppo montuoso, può essere abbinato con il giro del Sass Pordoi, con il giro di Pissadù e Sass de Mezdì o con entrambi, consentendo di effettuare delle lunghe e spettacolari traversa- te. Abbinandolo con l’anello del Sass Pordoi è conveniente salire la Val Lastìes completamente fino alla Forc. d’Antersass e chiudere il percorso transitando quindi per i rif. Boè e Forc. Pordoi e prevedendo la discesa verso il P.so Pordoi. L’e- scursione può essere chiusa ritornando al Pian dei Schiavaneis come descritto nell’itinerario del Sass Pordoi. Per questa escursione nel settore sud occidentale del Sella occorrono almeno 8 ore. Il giro di Col Turond e Col Aut può essere sommato anche al più settentrionale anello at- torno alla Cima Pissadù e al Sass de Mezdì. Si seguono le indicazioni del relativo anello ma, giunti alla Forc. Antersass, si discende la Val La- stìes per risalire poi il Vallon del Foss e riportarsi in quota presso il Rif. Forc. Pordoi e ritornare successivamente al Rif. Boè. É una lunga escur- sione che richiede almeno 12 ore e conviene spezzare in due giorni con pernottamento al Rif. Boè e ritorno verso la Forc. d’Antersass, riman- dando la discesa del Vallon del Foss al giorno successivo. Avendo due giorni a disposizione si possono studiare anche vari abbinamenti dei tre anelli, come l’intera traversata del Sella da sud a nord (o viceversa) superando i due mera- vigliosi valloni di Lastìes e Mesdì. 1V2 Il Piz Boè visto dal Rif. Forc. Pordoi 5V6 La piramide sommitale del Piz Boè vista dal sotto- stante sentiero 627