4. La caratteristica di questo nostro Calendario è il tema: l’Eros, in
quanto componente fondamentale dell’Amore, raccontato nella
sua connotazione al femminile. Celebreremo soprattutto la Donna
ma non con i classici slogan o i consunti luoghi comuni: bensì
quella vera, piena di passioni e incertezze, attenta e frivola; oggi
di fuoco, domani glaciale. Quella Donna che a volte viene frainte-
sa, in questa società “mordi e fuggi”, dove tanti sono disposti a
credere che tutto si può comprare e in certi casi, purtroppo, otte-
nere… anche ricorrendo alla violenza.
Le donne, gli Amori e... i Cavalieri che troverete nel Calendario
sono un ritratto, un piccolo contributo, alla comprensione del
complicato e affascinante universo femminile, raccontato da chi
ha fatto della comunicazione artistica più che un hobby, una Pas-
sione...
QQuuaarrttaa EEddiizziioonnee -- MMaaggggiioo 22001166
a cura di Giovanna Esse
con la collaborazione di Vincenzo Cinanni
6. Tiglio Brume, onestissimo lavoratore si sposò con la bella
Verbena Osche.
La legge matrimoniale di Settorio, luogo in cui la vicenda
accadde, voleva che una donna trovasse marito entro il
ventiseiesimo anno d'età.
A causa della loro povertà, la sposa decise di trovare un
impiego, un lavoro che servisse a rimpinguare il dindarolo
della famiglia Brume. Le giunse all'orecchio che, poco fuo-
ri da Settorio, una duchessa cercasse l'aiuto di una stiratri-
ce. Si chiamava Discenza Hannolen, di 26 anni, non sposa-
ta perchè non osservante della legge dei matrimoni. Si con-
siderava una mangia-uomini.
Verbena, nonostante la nomea che la Hannolen avesse, de-
cise di proporsi come aiutante.
Discenza, fin dal primo incontro troverà nella donna una
compostezza, che è in antinomia con la spregiudicatezza
dei suoi amanti. Verbena sarà... la sua stiratrice, da quel
momento in poi.
Dopo un mese di frequentazione, le due donne raggiunsero
un livello di fiducia, che le spinse a scambiarsi le prime
confidenze.
7. Quando la duchessa Discenza raccontò a Verbena delle sue
notturne scorribande, la Osche stiratrice cominciò ad arros-
sire; subdolamente la nobile Hannolen entrò in particolari
scabrosi, per testare quale fosse la reazione della sua cono-
scente. Verbena, ricambiando la fiducia, parlerà alla du-
chessa dell'amore puro, quel sentimento ricambiato per
quell'angelo lavoratore, Tiglio Brume.
Alla fine di quell'incontro, Discenza le dirà, con aria sibil-
lina:
'' Sei fortunata, cara mia, hai un solo uomo, che ti ami!''. La
Osche, per tutta risposta, guarderà in viso la nobile, ringra-
ziandola con il suo silenzioso, fascinante pudico bacio, sul-
le gote. Un veloce abbraccio, e... via, Verbena esce, con un
dubbio.
Discenza e la sua amica stiratrice s'incontrarono per due
volte, alla settimana. Trascorsero altri trenta giorni, ed i
racconti piccanti della Hannolen, incuriosirono il palato di
Verbena, che provava attrazione per la sua coetanea.
La Osche, quando percepiva la vicinanza della sua amma-
liante amica, riusciva a guardarla, con occhi da uomo. Os-
servava le forme armoniose del corpo giunonico della no-
bildonna, statuaria dea Venere, ispirazione saffica, di tra-
sgressioni sognate.
Entrambe desideravano travalicare il confine del puro amo-
re platonico, ma possedevano una recalcitranza a dichiarar-
si, l'un l'altra.
Eppure, in tutto e per tutto, Discenza e Verbena si sentiva-
no amanti, attratte.
8. Accadde in settembre.
Era un giorno di pioggia, ma Verbena voleva vedere l'ami-
ca, a tutti i costi. S'infagottò in un lungo scialle, ed uscì.
Avevano, nei cuori pulsanti, il desiderio di intime coccole
private, da condividere. C'era un inusuale magnetismo,
quando si trovarono di fronte.
Per la prima volta, il corpo umido di lacrime del cielo fu
scaldato dal tepore del camino della duchessa, la donna Di-
scenza, che si face timida.
Trascorsero una notte d'amor puro, come non saprei de-
scrivere.
10. Ieri t'amavo.
Più della mia vita tenevo a te,
innocente, servivo il tuo piacere,
la mia coppa era tua, ogni foro, ogni cunetta
si faceva culla per le tue carezze,
anfratto della tua goduria,
ricettacolo attento del tuo seme prezioso.
Lo apprezzavo per ore, dopo l'amore,
ne sentivo l'odore:
“Ecco, gli appartengo!”
Mi sentivo marchiata come schiava
dal mio unico padrone prepotente.
E tu… ?
Tu sei venuto dentro lei?
Lasciandomi asciutta,
come un alveo nel deserto.
Assetata, inutilmente sdraiata:
odalisca dimenticata...
(segue)
11. Bravo!
Mi hai insegnato il piacere,
quello mio: egoistico, lussurioso.
Bravo, e addio!
Ora, che sei lontano,
lei mi insegna che le braccia e le mani,
la carne e le lingue…
non hanno sesso sul letto,
qui, dove il tuo corpo inutile
ha lasciato solo un solco vuoto...
13. “Pianissimo”
Lui l'accolse come al solito, affettuosamente, ma con di-
stacco. La invitò a sedersi al piano, un bellissimo pianofor-
te a mezza coda Bernstein, e la lezione cominciò. Ma quel
giorno successe qualcosa. Mentre lei suonava, lui le ap-
poggiò le mani sul collo "Non ti dispiace, se mi scaldo un
po’?" disse. In effetti, aveva mani fredde come il marmo.
Lei scosse la testa, piuttosto imbarazzata e stupita da
quell'insolito comportamento. Ma non era ancora tutto.
Mentre lei continuava a suonare, le mani di lui, attraverso
lo scollo della camicetta, cominciarono a scendere, imper-
cettibilmente, ma inequivocabilmente, verso il seno. Quan-
do stava per arrivare al "clou", lei lo fermò, mettendo una
mano sopra la sua. Non avrebbe voluto fermarlo, ma si
vergognava moltissimo e soprattutto pensava di doverlo fa-
re, altrimenti lui cosa avrebbe creduto? Che era una facile,
una sgualdrinella da quattro soldi! Lui si ritrasse, immedia-
tamente. "Ti sei offesa?" chiese "No" rispose lei, rossa di
vergogna "Non mi sono offesa, ma preferisco che non lo
faccia" disse "Ora mi disprezzi?" chiese ancora lui "Puoi
avere due reazioni: una di piacere per il mio interesse, l'al-
tra di disprezzo." continuò ancora lui. Come la faceva faci-
le! Sembrava che al mondo fosse tutto bianco o nero, men-
tre lei percepiva una miriade di colori e non ci stava capen-
do più niente. E il suo tocco l'aveva turbata, profondamente
turbata.
14. "Credo sia meglio che vada a casa" disse ancora lei "Come
vuoi" rispose lui "Ma...tornerai?" chiese, esitando. La paura
di aver superato un limite invalicabile, lo stava attanaglian-
do. Lei ne provò compassione.
15. “Andante, con Brio… FFF”
Alla lezione successiva, al suo arrivo, lui la fece sedere sul
divano, per parlare un po’ e lei gli chiese di suonarle qual-
cosa. Lui non si fece pregare e suonò, magistralmente, il
malinconico, meraviglioso, struggente Notturno in Mi mi-
nore di Chopin. La ragazza ascoltava, rapita.
Al termine del pezzo, si sedette accanto a lei sul divano, e
iniziarono a conversare amabilmente, come due vecchi a-
mici. D'improvviso, calò il silenzio. Si guardarono negli
occhi. Lui si avvicinò e la baciò. Valentina rispose al bacio.
Un bacio lungo un'eternità. Lentamente, poi, di nuovo, la
mano di lui si mosse verso il seno. E stavolta lei non lo
fermò. Pensava ancora sì, di doverlo fermare, ma le mani
non ubbidivano più ai suoi comandi. Quando si staccarono,
lui, dolcissimo, le disse "vieni" e, facendola alzare, la con-
dusse in camera.
L'amore fu una rivelazione per Valentina, che, a parte
qualche timido approccio sessuale con un paio di coetanei,
era piuttosto inesperta. Le sembrò di essere su una zattera,
in balia di ondate di piacere, che la travolsero con una pas-
sione e una veemenza che, almeno per lei, erano totalmente
sconosciute. Era talmente in estasi da perdere quasi i sensi.
E il senno.
Il fatto la sconvolse completamente. Ma, ancor più scon-
volgente, fu il “ dopo”.
Una volta rivestiti, lui riprese il suo ruolo di insegnante e
pretese di continuare, come se niente fosse, la lezione.
16. "Che ti prende?" ebbe anche il coraggio di chiederle "Hai
cambiato umore!" esclamò. "Certo che ho cambiato umore,
dopo quello che è successo!" pensò Valentina, ma non dis-
se nulla e cercò, in qualche modo, di arrivare alla fine. Riu-
scire a concentrarsi, dopo quello che aveva vissuto, risultò
un'impresa davvero ardua. Lui, invece, aveva ripreso per-
fettamente il controllo di sé stesso, e Valentina non riusciva
davvero a capacitarsene. Non capiva assolutamente come,
dopo l'evidente, meravigliosa passione, dimostrata nei suoi
confronti, potesse essere così tranquillo, sereno e distacca-
to. Valentina si chiese se, per caso, non si fosse immagina-
ta tutto. Al termine della lezione, lui la salutò con un lievis-
simo bacio sulla bocca.
Allora era vero!
18. Ingredienti:
- Una compilation soft a piacere come musica di sottofon-
do
- Alcune candele profumate
- Del lubrificante intimo adatto anche al massaggio, con la
fragranza che il vostro Lui predilige
- Due asciugamani di lino, uno asciutto e uno sempre inu-
midito di acqua fredda
- Un tappetino da pavimento
- Una confezione di profilattici da donna
- Un guanto di lattice
- Un fazzoletto nero
- “Tu” e “Lui”
- Optional: un aggeggio per fotografie
***
Attirate il vostro amore in una stanza buia e fatelo sedere al
centro dell’ambiente. Assicuratevi di non essere disturbati
almeno per un'ora.
Fate partire la musica, poi recatevi da lui e baciatelo al bu-
io, cominciate solo dalle labbra, indugiate sul contorno,
leccatele delicatamente e bagnatele di saliva poi, col fiato,
aspirate fino ad asciugarle; ricominciate il gioco, poi cattu-
rate la sua lingua e giocateci, come fosse un piccolo pene.
Quando sarà ben eccitato, mollatelo nel buio e accendete
una a una le candele, con lentezza esasperante.
19. Fate in modo che ogni vostro movimento sia sensuale e
chinatevi in maniera che la veste che avrete scelto si alzi
maliziosamente sulle vostre cosce e che la scollatura metta
in evidenza i vostri seni.
Avvicinatevi a lui e sussurrategli di non fare niente, assolu-
tamente niente.
Spogliatelo lentamente e completamente nudo.
Allontanatevi di nuovo, spogliatevi voi, adesso, ma senza
mosse o spogliarelli, svestitevi proprio come fareste se lui
non ci fosse.
Ignoratelo!
Se c’è uno specchio tanto meglio... civettate, controllatevi,
assaporatevi, come fareste nell’intimità della vostra came-
retta.
Quando sarete del tutto nude, sistemate gli abiti accurata-
mente, attardandovi per farlo impazzire.
Tornate da lui.
Baciatelo ancora ma più aggressivamente, questa volta.
Fatelo distendere e ignorate completamente il suo cazzo,
soprattutto con le mani.
Mettetevi in piedi e lasciate cadere sulla sua pancia e sul
petto alcune gocce d’olio intimo, lubrificante e profumato.
Salitegli sopra, petto contro petto e gambe contro gambe.
Dovete pesargli, sopra.
Poi restate immobili, lasciando che l’olio si espanda tra i
vostri corpi.
20. Ora appoggiate i gomiti sul tappeto e anche le punte dei
piedi.
Allentate la pressione e iniziate a muovervi delicatamente,
in maniera semicircolare su di lui: ancheggiate leggermen-
te.
Da questo momento in poi, il vostro movimento base, co-
me fosse una danza sensuale, dovrà essere sempre una spe-
cie di spira sinuosa, accennata con tutto il corpo: parte dal-
la testa, dalla radice del collo e, formando una specie di
piccola “esse” nello spazio, scende inarcandovi la schiena,
fino a spegnersi tra le anche, all’altezza del vostro pube.
Muovetevi sempre a scatti, lenti o veloci, a seconda che
siate su di lui o che vi mostriate nella stanza, alla luce delle
candele.
Ora voi siete bellissime... ricordatelo bene.
Buttate nei rifiuti tutti luoghi comuni, le taglie forti e quelle
deboli e le misure del reggipetto.
Adesso voi siete una macchina per eccitare. E’ ciò che fa-
rete (e non come siete fatte) la droga del vostro amante.
Muovetevi su di lui, strisciategli sopra, sfioratelo, e non vi
preoccupate di strapazzargli il membro, anche se eretto.
Massaggiatelo con tutto il corpo, le spalle, i seni, la pancia,
le anche.
Se siete abbastanza “atletiche” potete ripetere le stesse ope-
razioni, dopo, ma voltate di schiena.
21. Poggiatevi su di lui senza esagerare e, spingendovi sui tal-
loni, massaggiatelo con le natiche, la schiena e l’interno
delle cosce.
Dopo, alzatevi e lasciatelo solo, con l’ordine, sussurrato, di
non toccarsi: Lui oggi è vostro!
Fingete di risistemare le cose, spostate le candele, trovate
una scusa per muovervi davanti ai suoi occhi stupiti e, aiu-
tandovi col ritmo della musica, continuate a disegnare le
spire col vostro corpo.
Tornate da lui e sedetegli accanto, all’altezza dei fianchi.
Bendatelo col fazzoletto nero.
Con una mano formate una coppa sotto la sacca dello scro-
to e tenetela ben ferma, con decisione, per infondergli calo-
re.
Intanto con l’altra mano, aperta a ventaglio, carezzategli il
basso ventre, fino alla radice del pene, senza mai salire più
sopra, però.
Quando vedrete che inizia a rispondere alle vostre carezze,
che il cazzo comincia a svettare e lui tende ad arcuarsi, in-
volontariamente, sulla schiena, prendete rapidamente la to-
vaglia, umida e fredda, e ponetela sulla sacca che contiene
le palle, facendolo sussultare.
Non rispondete alle sue domande né alle sue preghiere, non
fermatevi, non lo rassicurate... ignoratelo!
Ripetete l’operazione, col caldo e col freddo, sulla radice
dei suoi genitali.
22. Dopo un po’ di patimenti, accostate il viso alla zona eroge-
na: non toccate il cazzo con le dita ma alitateci sopra con la
bocca.
Dopo qualche minuto di spasimi, baciatelo proprio sul
glande, sia che il suo pene sembri come circonciso, sia che
abbia la testa ricoperta dalla pelle tesa del prepuzio, ma
senza introdurvi il cazzo nella bocca... adoperate solo un
continuo e perverso gioco di labbra. Solo la lingua, instan-
cabile, esplorerà, a piccoli guizzi ogni rotondità e ogni an-
fratto, cercando di infiltrarsi nei più inaccessibili meati.
Adesso fate voltare il vostro uomo e fate in modo che si
metta a quattro zampe, come un cagnolino, sul tappeto.
Voi adesso starete in piedi.
Aprite le gambe e mettetevi a cavalcioni su di lui, con la
faccia rivolta verso i piedi.
Sedetegli sopra, appoggiandovi con le gambe molto aperte
ma senza pesargli eccessivamente.
Fate in modo che si senta in vostro possesso, però.
Premete un poco e allargatevi perchè senta, nell’incavo
della schiena, il calore e l’umidità delle grandi labbra spa-
lancate.
Adesso che siete perfettamente in posizione, carezzategli le
natiche con delicatezza e poi somministrategli piccoli
schiaffetti, come se voleste confortarlo.
In effetti, subito dopo, lo fustigherete senza violenza ma,
con decisione, servendovi dello straccio bagnato.
23. Colpi dati per gioco, ma decisi e mortificanti e, se accenna
a ribellarsi, premetegli sopra con il pube, per farlo star
buono.
Dopo una giusta dose di fustigate, scendete da cavalcioni e
sbendatelo.
Lasciate che vi veda mentre organizzate, con una specie di
rilassata professionalità, il gioco successivo.
Prendete la bustina con il profilattico da donna, apritela e
sfilatelo davanti ai suoi occhi, poi ritornate al suo fianco e
mettevi in ginocchio.
Posate il profilattico sulla sua schiena e, intanto, calzate
sulla sinistra il guanto monouso.
Bagnatevi le mani con un poco d’olio e, aiutandovi, con le
dita ungetegli le natiche e il pene.
Con la mano guantata gli carezzerete i glutei, scendendo
sempre più giù, tra le sue cosce, fino a prendergli tra le
mani le palle e il cazzo, tirando da sotto.
Quando l’asta sarà ritta e possente, prendetegliela nella
mano destra e cominciate a mungerlo a scatti, con movi-
menti sempre più decisi.
Continuate questa sega spietata senza fermarvi e sempre in
maniera molto meccanica.
Intanto, con la sinistra, spingetevi fin dove la vostra fanta-
sia e la sua tolleranza vi permettono, continuando sempre a
carezzare il sedere, scendendogli costantemente sotto il
corpo.
Salite e scendete tra le sue chiappe e cercate di infilargli
una o due dita, delicatamente, nello sfintere.
24. Fermatevi solo se le sue rimostranze diventano inaccettabi-
li, altrimenti insistete e spingete, fino a quando il buco di-
venta rilassato e le dita lo penetreranno fino in fondo
all’ano, agevolmente.
Quando vi renderete conto che è allo spasimo e sta per rag-
giungere il piacere, rapidamente, uscitegli dal culo e, con la
sinistra, piazzate il preservativo, a mo’ di secchiello, sotto
il glande, facendo molta attenzione al momento in cui ini-
zia la sborrata.
Bloccate la mano che masturba, tutta verso l’alto, verso la
radice, lasciando la parte anteriore del cazzo libera di sfo-
garsi e di staffilare nell’aria, ripetutamente.
Mentre viene, abbarbicatevi ai suoi fianchi e tenetevi a lui,
delicatamente, ma con decisione, non lasciatelo finché non
si sarà, evidentemente, calmato.
Ora, mostrategli tutto lo sperma che avete raccolto dal suo
scroto e poi... consegnatevi nelle sue mani. Adesso tocca a
lui, mentre voi assaporate i profumi e i sapori di questa e-
sperienza carnale.
Ora sarete voi, invece, a stendervi sul tappetino, mentre il
vostro lui si riprende.
Di nuovo incuranti della sua presenza, stendetevi supine e,
davanti ai suoi occhi, siate più porche che mai, infilandovi
il profilattico riempito da poco, ancora caldo di lui, nella
vagina.
25. Iniziate a masturbarvi, con le ginocchia piegate e la figa
molto aperta e vedrete che, appena sarete pronte per venire
a vostra volta, l’uomo, che avrete invitato al vostro ban-
chetto d’amore, non resisterà e, saltandovi addosso, si met-
terà a chiavarvi come un ossesso, inzuppando il suo cazzo,
nuovamente duro, nel liquido mare della sua precedente
sborrata.
Fate buon gioco, dolci ancelle.
27. NNaauugghhttyy PPeenncciill
by Mauro A.
Mauro A. è un illustratore specializzato nella realizzazione di af-
fascinanti ed eleganti progetti grafici. Incantato, come tanti artisti,
dalla versatile, incomparabile, bellezza del corpo femminile, nei
suoi nudi, banalmente e volutamente definiti col termine “Pin Up”,
Mauro riesce a coglie quel mix scabroso, tipicamente femminile,
quella soave contraddizione, che si estrinseca dalle sue tavole:
innocenza, sensualità… mistero.
Ogni opera di Mauro, nella raffinata e sapiente semplicità del trat-
to è un incanto per i sensi: impossibile descrivere la ridda di emo-
zioni che solo l’originale può trasmettere. Laddove la carta, lie-
vemente ruvida, trattiene e trasmette tutta l’emozione dell’artista
e dell’anima erotica della sua modella.
Le Opere di Mauro A. sono pezzi unici e rari, vengono realizzate
in grande formato e inviate complete di cornice a giorno.
Per richieste, curiosità o informazioni:
CONTATTI: meetown@outlook.it