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An inventory of artificial and natural urban and peri-urban forest in Lombardy Region

(EMoNFUr Project, LIFE+ 10/ENV/IT/399)

Attività di monitoraggio e primi
risultati del progetto EMoNFUr
OBIETTIVI
Allo scopo di PROTEGGERE le FORESTE URBANE E
PERIURBANE, e di GUIDARLE NELLA LORO
EVOLUZIONE FUTURA il progetto prevede:
Definizione di una RETE DI MONITORAGGIO PERMANENTE
delle foreste urbane e periurbane in Lombardia e Slovenia,
Slovenia,
Svolgimento di un’attività di MONITORAGGIO TRIENNALE
secondo un protocollo condiviso
Definizione di un PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO
ADEGUATO E SOSTENIBILE sia a livello lombardo e sloveno
che EUROPEO
RETE DI MONITORAGGIO
2_Bosco in Città
Nel PARCO NORD MILANO sono state
predisposte 10 Aree di Saggio

1_Parco Nord Milano

5_Foresta della Carpaneta

3_Marinella - Cremona

4_Bosco Fontana
ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO
1. FORESTE
2. BIODIVERSITÀ
• Uccelli

• Farfalle

• Flora&Habitat

3. PEDOLOGIA
4. FITOPATOLOGIA

• Carabidi
1. FORESTE
Il reperimento delle informazioni necessarie al monitoraggio è stato completato nel Novembre 2012.
2012.

Sono stati raccolti dati relativi a PARAMETRI DENTROMETRICI DI ALBERI E ARBUSTI, LEGNO MORTO, STRUTTURA
ARBUSTI,
MORTO,
DEL BOSCO
DUE MACROLIVELLI DI
MONITORAGGIO
1. FORESTE
I rilievi sono stati condotti su AREE DI SAGGIO così strutturate:

2 plots concentrici di grandezze diverse (AdS13, AdS4) e
2 plots satelliti (AdS2a e AdS2b) per ogni unità di campionamento
• ANALISI

DENDROMETRICA E DENDROCRONOLOGICA

AdS13: Area di saggio con raggio di 13 m e superficie di circa 530
m2. Su quest’area sono state condotte le misurazioni
dendrometriche di tutti gli alberi e arbusti con ⌀ (a 1,30 m dal
suolo) maggiore di 10 cm.
AdS4: Area di saggio con raggio di 4 m, e superficie di circa 50 m2,
concentrica e inscritta nella precedente. Su quest’area sono state
condotte le misurazioni dendrometriche di tutti gli alberi e
arbusti con ⌀ (a 1,30 m dal suolo) compreso tra 4,5 cm e 10 cm.
AdS2a e Ads2b: Aree di saggio con raggio di 2 m e superficie di
12.6 m2. Su quest’area sono state condotte le misurazioni
dendrometriche sulla RINNOVAZIONE (alberi e arbusti con
altezza superiore a 50 cm e ⌀ inferiore ai 4,5 cm.
Tutti i dati raccolti sono stati collocati in un sistema di coordinate geografiche. avvalendosi di strumentazione GPS
geografiche.
1. FORESTE

ANALISI DENDROMETRICA

L’analisi dendrometrica preliminare si è focalizzata sulla distribuzione del DIAMETRO A PETTO D’UOMO (DBH)

Questo tipo di valutazione è largamente utilizzata per descrivere la struttura del bosco, in quanto la CRESCITA è
fortemente correlata ai processi FISICI e FISIOLOGICI (Biomassa prodotta e Stoccaggio di CO2).

La distribuzione delle classi diametriche evidenzia, in tutte le aree prese ad esame, un trend “a campana” attorno ai
esame,
campana”
valori medi, tipico dei boschi coetanei. I grafici evidenziano una maggiore regolarità della particella 2A-ND (non
2Adiradata),
diradata), a causa proprio degli interventi di diradamento.
diradamento.
La Particella 2A-ND presenta
2Ainoltre alberi di dimensioni
inferiori e caratteristiche di
stabilità peggiori a causa della
maggiore competizione tra i
singoli soggetti
1. FORESTE

ANALISI DENDROCRONOLOGICA

La crescita degli alberi è sensibilmente influenzata dall’interazione con fattori diversi, sia a grande scala (MALATTIE,
dall’interazione
diversi,
(MALATTIE,
CONDIZIONI CLIMATICHE e INQUINAMENTO) che a scala più puntuale (ATTIVITÀ ANTROPICA, POVERTÀ DEI SUOLI)
INQUINAMENTO)
ANTROPICA,
SUOLI)

Il TASSO DI CRESCITA degli alberi in ambiente urbano (e periurbano) può quindi essere utilizzato per COMPRENDERE
periurbano)
E GUIDARE L’EVOLUZIONE DI TALI FORESTE.
La valutazione è stata
effettuata su dei CAMPIONI DA
CAROTAGGIO prelevati a 1,3 m
dal livello del suolo
Su Quercus cerris e Quercus
robur
si è registrata una
differente
influenza
degli
aspetti climatici sulla crescita.
Nei due grafici si osserva, ad
esempio,
una
maggiore
suscettibilità del cerro rispetto
alla farnia rispetto alla siccità e
alle temperature più elevate
che
si
sono
verificate
nell'estate 2003.

Quercus cerris

2003
Quercus robur

2003
1. FORESTE

ANALISI METEOROLOGICA

In alcune aree di saggio sono state installate delle STAZIONI METEOROLOGICHE allo scopo di garantirsi
l’approvvigionamento a lungo termine di dati relativi a TEMPERATURA e UMIDITÀ
l’approvvigionamento
La collocazione delle Stazioni è la seguente:
• due nel PARCO NORD
• una nella FORESTA DELLA CARPANETA
• una nel BOSCO FONTANA
I dati rilevati verranno utilizzati per VALUTAZIONI DI TIPO
QUALI/QUANTITATIVO
QUALI/QUANTITATIVO con riferimento a:
• Relazioni tra ANDAMENTO MICROCLIMATICO e CRESCITA
DELLE DIVERSE SPECIE
• Influenza dei CAMBIAMENTI CLIMATICI su DIFFUSIONE e
INCIDENZA delle malattie
• Verifica dell’incidenza delle UPF sull’ EFFETTO ISOLA DI
dell’incidenza
CALORE
I dati saranno poi disponibili in tempo reale sul sito
EMoNFUr (http://www.emonfur.eu/ ) grazie alla
trasmissione automatica a un server FTP
1. FORESTE
LA STAZIONE METEO è COSì COMPOSTA:

-Sistema di monitoraggio
- Sensori

• Temperatura dell'aria e umidità relativa
sopra chioma (circa 15 m)
• Temperatura e umidità relativa sotto
chioma (circa 8 m)
• Temperatura dell'aria e umidità relativa 2 m
• Temperatura del suolo a profondità di 5 cm
• Temperatura del suolo a profondità di 30 cm
• Umidità del suolo a profondità di 30 cm

ANALISI METEOROLOGICA
1. FORESTE

ANALISI METEOROLOGICA

L’area di Milano è stato soggetta alla fine degli anni '80 ad UN INCREMENTO DI 1,5 °C DELLE TEMPERATURE MEDIE
ANNUALI e un aumento della siccità estiva, con EFFETTI SIGNIFICATIVI SULLA CRESCITA E LA SALUTE DELLA
VEGETAZIONE FORESTALE.
Confrontando i dati raccolti dalle stazioni meteorologiche di EMoNFUr (dal 2012) con quelli ottenuti dalle 4 stazioni
ARPA rappresentative di Milano (dal 2002) si è verificata L’EFFICACIA DELLE UPF sulla riduzione DELL’ISOLA DI
CALORE
(1)

(2)

1. Media di 4 stazioni ARPA rappresentative (Viale Marche, Piazzale Zavattari, Milano Brera e via Confalonieri)
2. Dati progetto Emonfur
1. FORESTE

PREFERENZE DELL’UTENZA

Il bosco urbano si sta prefigurando con importanza sempre maggiore quale spazio aperto fruibile, e si connota
fruibile,
conseguentemente per le sue funzioni SOCIALI ed ECONOMICHE, oltre che ovviamente AMBIENTALI.
ECONOMICHE,

Per indagare in maniera più approfondita le preferenze dell’utenza in termini di ACCESSIBILITÀ, NATURALITÀ e
ACCESSIBILITÀ, NATURALITÀ
QUALITÀ AMBIENTALE, è stata svolta un’indagine di campo fondata su un questionario riferito a tali tematiche.
AMBIENTALE,
tematiche.

Allo scopo di rendere più efficace il questionario sono state coivolte oltre 50 persone diverse per ETÀ e GENERE.
GENERE.

LE DOMANDE POSTE NELL’INDAGINE HANNO RIGUARDATO I SEGUENTI ASPETTI
NELL’INDAGINE
• DISTANZA (Spaziale e Temporale) dalla Foresta Urbana

• MODALITÀ DI UTILIZZO della Foresta Urbana (Tipologia e Frequenza)
• CONOSCENZA E PERCEZIONE da parte dell’utenza delle FUNZIONI della Foresta
dell’utenza
Urbana
• PERCEZIONE PSICOLOGICA delle diverse tipologie di Foresta Urbana
1. FORESTE

VERIFICA DI NUOVE TECNOLOGIE DI RILEVAMENTO

La tecnologia LIDAR (Laser Imaging Detection and Ranging) sta riscontrando un crescente interesse applicativo in
Ranging)
DENDOMETRICI.
ambito forestale, soprattutto in riferimento alla stima di PARAMETRI DENDOMETRICI.
forestale,
Nel progetto in esame, un’analisi preliminare di dati grezzi derivanti da Telerilevamento passivo si propone di stimare
esame, un’analisi
parametri quali ALTEZZA e VOLUME DELLA CANOPY (per singolo albero), NUMERO DI ALBERI.
ALBERI.
Visualizzazione 3D dei punti LIDAR acquisiti

Sezione della visualizzazione 3D
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

Gli uccelli sono stati monitorati due volte all’anno, durante la stagione della riproduzione (Maggio-Giugno 2012), per
all’anno,
(Maggio2012),
mezzo di punti di ascolto. La durata degli ascolti è stata di 10 minuti. I dati sono stati inseriti all’interno di un
ascolto.
minuti.
all’interno
Database Georiferito.
Georiferito.
Nei diversi punti di ascolto sono state rilevati 113 esemplari di 22 specie.
specie.
Nome italiano
Airone cenerino
Fagiano
Colombaccio
Rondone
Picchio verde
Picchio rosso maggiore
Rondine
Pettirosso
Usignolo
Merlo
Capinera
Pigliamosche
Codibugnolo
Cinciarella
Cinciallegra
Picchio muratore
Gazza
Taccola
Cornacchia grigia*
Storno
Fringuello
Cardellino

Nome scientifico
Ardea cinerea
Phasianus colchicus
Columba palumbus
Apus apus
Picus viridis
Dendrocopus major
Hirundo rustica
Erithacus rubecula
Luscinia megarhynchos
Turdus merula
Sylvia atricapilla
Muscicapa striata
Aegithalos caudatus
Parus caeruleus
Parus major
Sitta europaea
Pica pica
Corvus monedula
Corvus (corone) corone
Sturnus vulgaris
Fringilla coelebs
Carduelis carduelis

Nome Inglese
Grey Heron
Pheasant
Woodpigeon
Common Swift
Green Woodpecker
Great Spotted Woodpecker
Swallow
Robin
Nightingale
Blackbird
Blackcap
Spotted Flycatcher
Long-tailed Tit
Blue Tit
Great Tit
Nuthatch
Magpie
Jackdaw
Carrion Crow
Starling
Chaffinch
Goldfinch
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

Gli uccelli sono stati monitorati due volte all’anno, durante la stagione della riproduzione (Maggio-Giugno 2012),
all’anno,
(Maggio2012),
per mezzo di punti di ascolto. La durata degli ascolti è stata di 10 minuti. I dati sono stati inseriti all’interno di un
ascolto.
minuti.
all’interno
Database Georiferito.
Georiferito.

I risultati suggeriscono un legame tra ABBONDANZA DELLE SPECIE e STRUTTURA DEL BOSCO
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

Il censimento dei Lepidotteri è stato effettuato 5 volte tra Aprile e Settembre 2012, tramite la realizzazione di 4
2012,
TRANSETTI per ogni area. I dati relativi alle specie e alla loro abbondanza sono stati inseriti all’interno di un Database
area.
georiferito.
georiferito.
Complessivamente sono state rilevate 17 specie nelle diverse aree di studio indagate.
indagate.
Argynnis paphia (Linné, 1758)
Aricia agestis ([Denis & Schiffermüller],
1775)
Celastrina argiolus (Linné, 1758)
Colias crocea (Geoffroy, 1785)
Cupido argiades (Pallas, 1771)
Issoria lathonia (Linné, 1758)
Lasiommata megera (Linné, 1767)
Melitaea athalia (Rottemburg, 1775)
Ochlodes venatus (Bremer & Grey, 1853)
Papilio machaon Linné, 1758
Pararge aegeria (Linné, 1758)
Pieris brassicae (Linné, 1758)
Pieris napi (Linné, 1758)
Polygonia c-album (Linné, 1758)
Polyommatus icarus (Rottemburg, 1775)
Satyrium w-album (Knoch, 1782)
Vanessa atalanta (Linné, 1758)

Numero medio di specie rilevate per ogni Area di Studio.I primi due rilievi
medio di specie rilevate per ogni ripetizione. .
ripetizione.
Studio
Le aree con il maggior numero di specie sono quelle caratterizzate dalla
hanno realizzato un numero superiore di contatti.
contatti.
presenza, nelle vicinanze, di aree agricole (es. Carpaneta)
(es. Carpaneta)
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

La raccolta di dati sulla Flora e gli Habitat è stata effettuata seguendo un protocollo di monitoraggio strutturato su
TRE LIVELLI DI DETTAGLIO. I dati sono stati rilevati in tutte le aree di studio. Nuovamente è stato allestito un
DETTAGLIO.
studio.
Database georiferito che coadiuvasse l’elaborazione delle informazioni.
informazioni.
All’interno delle aree di saggio sono state identificate parcelle di dimensioni differenti: LVP – MVP - SVP
differenti:
LVP (LARGE VEGETATION PLOT) – 2500 m2

• CENSIMENTO DELLE SPECIE VASCOLARI
• CARATTERIZZAZIONE DELL’HABITAT (Sistema BIOHAB)
DELL’HABITAT
BIOHAB)
MVP (MEDIUM VEGETATION PLOT) – 400 m2

• STUDIO FITOSOCIOLOGICO (Descrizione delle comunità)
• CARATTERIZZAZIONE DELLA VEGETAZIONE FORESTALE E
DEL SITO
• VALUTAZIONE DI CAMBIAMENTI VEGETAZIONALI NEL
LUGO PERIODO
LVP (SMALL VEGETATION PLOT) – 10 x 4 m2 = 40 m2

• STUDIO DELLA DINAMICA DI POPOLAZIONE
• VALUTAZIONE DI CAMBIAMENTI SU PICCOLA SCALA
• VALUTAZIONE DI CAMBIAMENTI VEGETAZIONALI NEL
BREVE PERIODO
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

Sono state identificate 99 SPECIE (con un 10% di esemplari erborizzati da determinare)
10%
determinare)
SPETTRO BIOLOGICO GENERALE
Le FANEROFITE sono in generale prevalenti,
prevalenti,
mentre le GEOFITE (di norma abbondanti nelle
foreste naturali) sono molto limitate (1%).
naturali)
EMICRIPTOFITE, TEROFITE e NANOFANEROFITE
sono altresì più abbondanti della norma.
norma.
In particolare l’abbondanza di EMICRIPTOFITE
suggerisce che i boschi non siano ombreggiati a
sufficienza per mantenere le specie forestali
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

SPETTRO COROLOGICO GENERALE
Lo spettro corologico mostra una quota elevata
di specie ESOTICHE e COSMOPOLITE,
COSMOPOLITE,
indiscriminatamente in tutte le aree esaminate.
esaminate.
La percentuale di specie EUROASIATICHE è
invece inferiore rispetto a quanto atteso in
Lombardia.
Lombardia.
2. BIODIVERSITÀ

Uccelli

Farfalle

Flora&Habitat

Carabidi

Il metodo di monitoraggio si avvale di trappole a caduta con etilene glicolico. Il campionamento intererssa 3 aree di
glicolico.
saggio.
saggio. Per ciascuna area viene posta una fila di trappole a una distanza reciproca di 10 m.
Durante il periodo di campionamento le trappole sono lasciate in loco per 7 giorni.
giorni.
IL CENSIMENTO DI QUESTA COMPONENTE È ATTUALMENTE IN CORSO

IL TERMINE PER L’ELABORAZIONE DEI DATI È PREVISTO PER LA PRIMAVERA/ESTATE DEL 2014
L’ELABORAZIONE
PRIMAVERA/ESTATE
3. PEDOLOGIA
Il prelievo dei campioni di suolo nelle aree di studio è stato effettuato nel corso del 2012
Il PRELIEVO ha rispettato un PROTOCOLLO STANDARD che ha previsto:
• Posizionamento casuale di 15 punti nell’area di saggio
nell’area
• Georeferenziazione dei punti

• Valutazione e analisi degli orizzonti organici

• Valutazione e analisi degli orizzonti minerali
APERTURA dei PROFILI PEDOLOGICI
Attuata in modalità manuale o meccanica (un profilo per ciascuna area di saggio)
Ha previsto lo scavo di una buca con dimensioni di circa m 1 x 2 x 2.

Lo scavo del profilo è stato eseguito all'interno, (preferibilmente A MARGINE) della
superficie quadrata di 40 x 40 m dell'area di saggio.
3. PEDOLOGIA
Gli OBIETTIVI della VALUTAZIONE DEI PROFILI PEDOLOGICI sono:
sono:

• IDENTIFICARE E DESCRIVERE GLI ORIZZONTI ORGANICI

• IDENTIFICARE E DESCRIVERE GLI ORIZZONTI MINERALI
(Limiti, colore, scheletro, struttura, macroporosità, radici, concentrazioni, effervescenza, pedofauna, nome
colore, scheletro, struttura, macroporosità, radici, concentrazioni, effervescenza, pedofauna,
generico)
• DEFINIRE I LIMITI DI TOPSOIL E SUBSOIL

Gli OBIETTIVI dell’ ANALISI DEGLI ORIZZONTI ORGANICI E MINERALI sono:

• DEFINIRE GLI ORIZZONTI DIAGNOSTICI DEL SUOLO, LE LORO PROPRIETÀ E I MATERIALI
SUOLO,
• CLASSIFICARE DAL PUNTO DI VISTA TASSONOMICO I PROFILI DI SUOLO
L’ OBIETTIVO FINALE sarà

• PREPARARE UNA MONOGRAFIA DI OGNI SUOLO in modo da:

1) Fornire le informazioni raccolte durante lo studio sulle proprietà del suolo e i problemi connessi con la
gestione forestale dello stesso

2) Descrivere la situazione del suolo per ogni area di studio, a un tempo definito, in modo da gettare le basi
per un monitoraggio (e quindi un confronto) a più lungo termine
confronto)
3. PEDOLOGIA

ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°)

ABACO FOTOGRAFICO DEL PROFILO DEL SUOLO

DESCRIZIONE DEL PROFILO DEL SUOLO
Ah

0 - 7 cm

dry; matrix color 10YR 3/2; silty loam; very little few rock fragments, not weathered; large
granular structure, strongly developed; abundant roots, from very fine to medium; no
effervescence to HCl; abrupt wavy lower boundary

A1

7 - 25 cm

dry; matrix color 10YR 3/3; loam; common rock fragments, fine and very fine, not to low
weathered; large subangular blocky structure, moderatately developed; common roots, from very
fine to medium; no effervescence to HCl; little brick fragments; gradual smooth lower boundary

A2

25 - 40 cm

dry; matrix color 10YR 3/3.5; silty loam; common rock fragments, fine and very fine, not to low
weathered; large subangular blocky structure, moderately developed; moderately compacted;
common roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl; little brick and plastic
fragments; clear smooth lower boundary

Btd

40 - 58 cm

slightly moist; matrix color 7.5YR 3/4; sandy loam; abundant rock fragments, fine and very fine,
medium weathered; fine angular blocky structure, slightly developed, tending to massive; heavy
compaction (possibly plow sole); few roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl;
clear wavy lower boundary

Bt

58 - 80 cm

slightly moist; matrix color 7.5YR 3/4; sandy loam; abundant rock fragments, fine and very fine,
medium weathered; medium subangular blocky structure, moderately developed; few roots, from
very fine to medium; no effervescence to HCl; clear wavy lower boundary

BC

80 - 95 cm

slightly moist; matrix color 7.5YR 3.5/4; sandy loam; abundant rock fragments, fine and very
fine, slightly or medium weathered; fine subangular blocky structure, slightly developed;
common roots, fine and very fine; no effervescence to HCl; gradual wavy lower boundary

CB

95 - 130 cm

slightly moist; matrix color 7.5YR 3.5/4; loamy sand; abundant rock fragments, fine and very
fine, low or medium weathered; single grain structure; many roots, fine and very fine; no
effervescence to HCl; clear wavy lower boundary

C

130 - 160 cm

slightly moist; matrix color 10YR 4/3; sandy; abundant rock fragments, fine and very fine, low or
medium weathered; single grain structure; few roots, fine and very fine; very high effervescence
to HCl; unknown lower boundary
3. PEDOLOGIA

ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°)

DATI ANALITICI DEL PROFILO DI SUOLO
PER OGNI PROFILO DI SUOLO IDENTIFICATO SONO STATI VALUTATI IN LABORATORIO:

pH in H20 e KCl
CaCO3 %
C Org. %
N Tot %
C/N
P Disponibile
CSC (Ca2+, Mg2+, Na+, K+)
Diametro delle particelle e classificazione USDA
3. PEDOLOGIA
TREND VERTICALE DI pH, C ORGANICO e RAPPORTO C/N
pH,

ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°)
DESCRIZIONE DEL PROFILO DEL SUOLO

Diagnostic horizons (WRB, 2007):
umbric = 0-40 cm
argic = 40-80 cm
WRB (2007) classification: Haplic Luvisol (Humic,
Epidystric, Endoskeletic)
Soil Taxonomy (2010) classification: Typic
Hapludalf, loamy-skeletal, mixed, mesic
Réferéntiel Pédologique (2008) classification:
NÉOLUVISOL oligosaturé, compacté
Topsoil depth: 0-40 cm
Subsoil depth: 40-80 cm
3. PEDOLOGIA

ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°)

ANALISI DEL pH DEI CAMPIONI
pH in H2O

MAPPATURA DEL pH IN H20 NELLA PARCELLA

pH in KCl

Punto

Topsoil

Subsoil

Punto

Topsoil

Subsoil

T3
T4
T5
T6
T7
T8
T9
T10
T11
T12
T13
T14
T15
P

5,1
5,2
5,6
5,2
5,4
5,0
5,1
5,0
5,0
5,2
4,9
5,1
5,0
5,5

5,3
5,3
5,5
5,4
5,4
5,3
5,0
5,3
5,3
5,3
5,1
5,3
5,2
5,3

T3
T4
T5
T6
T7
T8
T9
T10
T11
T12
T13
T14
T15
P

4,1
4,2
4,5
4,2
4,2
3,9
4,0
4,0
4,0
4,1
4,0
4,0
4,0
4,5

4,2
4,3
4,3
4,3
4,2
4,1
3,9
4,1
4,2
4,2
4,1
4,2
4,2
4,0

Mean
St. dev.
min.
max.

5,09
0,22
4,8
5,6

5,27
0,12
5,0
5,5

Mean
St. dev.
min.
max.

4,08
0,17
3,9
4,5

4,16
0,11
3,9
4,3
CONCLUSIONI
• Una struttura del bosco più complessa, con alberi di dimensioni più grandi ed eventuali alberi ed
arbusti nel piano dominato determina una migliore qualità della biodiversità vegetale: minori
specie sinantropiche, più specie tipiche dell’ambiente forestale (nemorali)
• Esiste un rapporto tra struttura verticale del bosco, dimensione degli alberi e qualità e numero
delle specie ornitiche di migliore pregio. Più il bosco è complesso e caratterizzato da alberature di
grande dimensione migliore è la qualità dell’avifauna
• Un soprassuolo più articolato dal punto di vista delle chiome e con maggiore complessità dal
punto di vista della struttura, caratterizzato dalla presenza di chiarie è maggiormente apprezzato
dai fruitori
• La foresta urbana ha un impatto significativo nei confronti dell’Isola di Calore. Nelle foreste
urbane si registrano infatti 0,5 gradi di temperatura media in meno.
www.emonfur.eu

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  • 1. An inventory of artificial and natural urban and peri-urban forest in Lombardy Region (EMoNFUr Project, LIFE+ 10/ENV/IT/399) Attività di monitoraggio e primi risultati del progetto EMoNFUr
  • 2. OBIETTIVI Allo scopo di PROTEGGERE le FORESTE URBANE E PERIURBANE, e di GUIDARLE NELLA LORO EVOLUZIONE FUTURA il progetto prevede: Definizione di una RETE DI MONITORAGGIO PERMANENTE delle foreste urbane e periurbane in Lombardia e Slovenia, Slovenia, Svolgimento di un’attività di MONITORAGGIO TRIENNALE secondo un protocollo condiviso Definizione di un PROTOCOLLO DI MONITORAGGIO ADEGUATO E SOSTENIBILE sia a livello lombardo e sloveno che EUROPEO
  • 3. RETE DI MONITORAGGIO 2_Bosco in Città Nel PARCO NORD MILANO sono state predisposte 10 Aree di Saggio 1_Parco Nord Milano 5_Foresta della Carpaneta 3_Marinella - Cremona 4_Bosco Fontana
  • 4. ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO 1. FORESTE 2. BIODIVERSITÀ • Uccelli • Farfalle • Flora&Habitat 3. PEDOLOGIA 4. FITOPATOLOGIA • Carabidi
  • 5. 1. FORESTE Il reperimento delle informazioni necessarie al monitoraggio è stato completato nel Novembre 2012. 2012. Sono stati raccolti dati relativi a PARAMETRI DENTROMETRICI DI ALBERI E ARBUSTI, LEGNO MORTO, STRUTTURA ARBUSTI, MORTO, DEL BOSCO DUE MACROLIVELLI DI MONITORAGGIO
  • 6. 1. FORESTE I rilievi sono stati condotti su AREE DI SAGGIO così strutturate: 2 plots concentrici di grandezze diverse (AdS13, AdS4) e 2 plots satelliti (AdS2a e AdS2b) per ogni unità di campionamento • ANALISI DENDROMETRICA E DENDROCRONOLOGICA AdS13: Area di saggio con raggio di 13 m e superficie di circa 530 m2. Su quest’area sono state condotte le misurazioni dendrometriche di tutti gli alberi e arbusti con ⌀ (a 1,30 m dal suolo) maggiore di 10 cm. AdS4: Area di saggio con raggio di 4 m, e superficie di circa 50 m2, concentrica e inscritta nella precedente. Su quest’area sono state condotte le misurazioni dendrometriche di tutti gli alberi e arbusti con ⌀ (a 1,30 m dal suolo) compreso tra 4,5 cm e 10 cm. AdS2a e Ads2b: Aree di saggio con raggio di 2 m e superficie di 12.6 m2. Su quest’area sono state condotte le misurazioni dendrometriche sulla RINNOVAZIONE (alberi e arbusti con altezza superiore a 50 cm e ⌀ inferiore ai 4,5 cm. Tutti i dati raccolti sono stati collocati in un sistema di coordinate geografiche. avvalendosi di strumentazione GPS geografiche.
  • 7. 1. FORESTE ANALISI DENDROMETRICA L’analisi dendrometrica preliminare si è focalizzata sulla distribuzione del DIAMETRO A PETTO D’UOMO (DBH) Questo tipo di valutazione è largamente utilizzata per descrivere la struttura del bosco, in quanto la CRESCITA è fortemente correlata ai processi FISICI e FISIOLOGICI (Biomassa prodotta e Stoccaggio di CO2). La distribuzione delle classi diametriche evidenzia, in tutte le aree prese ad esame, un trend “a campana” attorno ai esame, campana” valori medi, tipico dei boschi coetanei. I grafici evidenziano una maggiore regolarità della particella 2A-ND (non 2Adiradata), diradata), a causa proprio degli interventi di diradamento. diradamento. La Particella 2A-ND presenta 2Ainoltre alberi di dimensioni inferiori e caratteristiche di stabilità peggiori a causa della maggiore competizione tra i singoli soggetti
  • 8. 1. FORESTE ANALISI DENDROCRONOLOGICA La crescita degli alberi è sensibilmente influenzata dall’interazione con fattori diversi, sia a grande scala (MALATTIE, dall’interazione diversi, (MALATTIE, CONDIZIONI CLIMATICHE e INQUINAMENTO) che a scala più puntuale (ATTIVITÀ ANTROPICA, POVERTÀ DEI SUOLI) INQUINAMENTO) ANTROPICA, SUOLI) Il TASSO DI CRESCITA degli alberi in ambiente urbano (e periurbano) può quindi essere utilizzato per COMPRENDERE periurbano) E GUIDARE L’EVOLUZIONE DI TALI FORESTE. La valutazione è stata effettuata su dei CAMPIONI DA CAROTAGGIO prelevati a 1,3 m dal livello del suolo Su Quercus cerris e Quercus robur si è registrata una differente influenza degli aspetti climatici sulla crescita. Nei due grafici si osserva, ad esempio, una maggiore suscettibilità del cerro rispetto alla farnia rispetto alla siccità e alle temperature più elevate che si sono verificate nell'estate 2003. Quercus cerris 2003 Quercus robur 2003
  • 9. 1. FORESTE ANALISI METEOROLOGICA In alcune aree di saggio sono state installate delle STAZIONI METEOROLOGICHE allo scopo di garantirsi l’approvvigionamento a lungo termine di dati relativi a TEMPERATURA e UMIDITÀ l’approvvigionamento La collocazione delle Stazioni è la seguente: • due nel PARCO NORD • una nella FORESTA DELLA CARPANETA • una nel BOSCO FONTANA I dati rilevati verranno utilizzati per VALUTAZIONI DI TIPO QUALI/QUANTITATIVO QUALI/QUANTITATIVO con riferimento a: • Relazioni tra ANDAMENTO MICROCLIMATICO e CRESCITA DELLE DIVERSE SPECIE • Influenza dei CAMBIAMENTI CLIMATICI su DIFFUSIONE e INCIDENZA delle malattie • Verifica dell’incidenza delle UPF sull’ EFFETTO ISOLA DI dell’incidenza CALORE I dati saranno poi disponibili in tempo reale sul sito EMoNFUr (http://www.emonfur.eu/ ) grazie alla trasmissione automatica a un server FTP
  • 10. 1. FORESTE LA STAZIONE METEO è COSì COMPOSTA: -Sistema di monitoraggio - Sensori • Temperatura dell'aria e umidità relativa sopra chioma (circa 15 m) • Temperatura e umidità relativa sotto chioma (circa 8 m) • Temperatura dell'aria e umidità relativa 2 m • Temperatura del suolo a profondità di 5 cm • Temperatura del suolo a profondità di 30 cm • Umidità del suolo a profondità di 30 cm ANALISI METEOROLOGICA
  • 11. 1. FORESTE ANALISI METEOROLOGICA L’area di Milano è stato soggetta alla fine degli anni '80 ad UN INCREMENTO DI 1,5 °C DELLE TEMPERATURE MEDIE ANNUALI e un aumento della siccità estiva, con EFFETTI SIGNIFICATIVI SULLA CRESCITA E LA SALUTE DELLA VEGETAZIONE FORESTALE. Confrontando i dati raccolti dalle stazioni meteorologiche di EMoNFUr (dal 2012) con quelli ottenuti dalle 4 stazioni ARPA rappresentative di Milano (dal 2002) si è verificata L’EFFICACIA DELLE UPF sulla riduzione DELL’ISOLA DI CALORE (1) (2) 1. Media di 4 stazioni ARPA rappresentative (Viale Marche, Piazzale Zavattari, Milano Brera e via Confalonieri) 2. Dati progetto Emonfur
  • 12. 1. FORESTE PREFERENZE DELL’UTENZA Il bosco urbano si sta prefigurando con importanza sempre maggiore quale spazio aperto fruibile, e si connota fruibile, conseguentemente per le sue funzioni SOCIALI ed ECONOMICHE, oltre che ovviamente AMBIENTALI. ECONOMICHE, Per indagare in maniera più approfondita le preferenze dell’utenza in termini di ACCESSIBILITÀ, NATURALITÀ e ACCESSIBILITÀ, NATURALITÀ QUALITÀ AMBIENTALE, è stata svolta un’indagine di campo fondata su un questionario riferito a tali tematiche. AMBIENTALE, tematiche. Allo scopo di rendere più efficace il questionario sono state coivolte oltre 50 persone diverse per ETÀ e GENERE. GENERE. LE DOMANDE POSTE NELL’INDAGINE HANNO RIGUARDATO I SEGUENTI ASPETTI NELL’INDAGINE • DISTANZA (Spaziale e Temporale) dalla Foresta Urbana • MODALITÀ DI UTILIZZO della Foresta Urbana (Tipologia e Frequenza) • CONOSCENZA E PERCEZIONE da parte dell’utenza delle FUNZIONI della Foresta dell’utenza Urbana • PERCEZIONE PSICOLOGICA delle diverse tipologie di Foresta Urbana
  • 13. 1. FORESTE VERIFICA DI NUOVE TECNOLOGIE DI RILEVAMENTO La tecnologia LIDAR (Laser Imaging Detection and Ranging) sta riscontrando un crescente interesse applicativo in Ranging) DENDOMETRICI. ambito forestale, soprattutto in riferimento alla stima di PARAMETRI DENDOMETRICI. forestale, Nel progetto in esame, un’analisi preliminare di dati grezzi derivanti da Telerilevamento passivo si propone di stimare esame, un’analisi parametri quali ALTEZZA e VOLUME DELLA CANOPY (per singolo albero), NUMERO DI ALBERI. ALBERI. Visualizzazione 3D dei punti LIDAR acquisiti Sezione della visualizzazione 3D
  • 14. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi Gli uccelli sono stati monitorati due volte all’anno, durante la stagione della riproduzione (Maggio-Giugno 2012), per all’anno, (Maggio2012), mezzo di punti di ascolto. La durata degli ascolti è stata di 10 minuti. I dati sono stati inseriti all’interno di un ascolto. minuti. all’interno Database Georiferito. Georiferito. Nei diversi punti di ascolto sono state rilevati 113 esemplari di 22 specie. specie. Nome italiano Airone cenerino Fagiano Colombaccio Rondone Picchio verde Picchio rosso maggiore Rondine Pettirosso Usignolo Merlo Capinera Pigliamosche Codibugnolo Cinciarella Cinciallegra Picchio muratore Gazza Taccola Cornacchia grigia* Storno Fringuello Cardellino Nome scientifico Ardea cinerea Phasianus colchicus Columba palumbus Apus apus Picus viridis Dendrocopus major Hirundo rustica Erithacus rubecula Luscinia megarhynchos Turdus merula Sylvia atricapilla Muscicapa striata Aegithalos caudatus Parus caeruleus Parus major Sitta europaea Pica pica Corvus monedula Corvus (corone) corone Sturnus vulgaris Fringilla coelebs Carduelis carduelis Nome Inglese Grey Heron Pheasant Woodpigeon Common Swift Green Woodpecker Great Spotted Woodpecker Swallow Robin Nightingale Blackbird Blackcap Spotted Flycatcher Long-tailed Tit Blue Tit Great Tit Nuthatch Magpie Jackdaw Carrion Crow Starling Chaffinch Goldfinch
  • 15. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi Gli uccelli sono stati monitorati due volte all’anno, durante la stagione della riproduzione (Maggio-Giugno 2012), all’anno, (Maggio2012), per mezzo di punti di ascolto. La durata degli ascolti è stata di 10 minuti. I dati sono stati inseriti all’interno di un ascolto. minuti. all’interno Database Georiferito. Georiferito. I risultati suggeriscono un legame tra ABBONDANZA DELLE SPECIE e STRUTTURA DEL BOSCO
  • 16. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi Il censimento dei Lepidotteri è stato effettuato 5 volte tra Aprile e Settembre 2012, tramite la realizzazione di 4 2012, TRANSETTI per ogni area. I dati relativi alle specie e alla loro abbondanza sono stati inseriti all’interno di un Database area. georiferito. georiferito. Complessivamente sono state rilevate 17 specie nelle diverse aree di studio indagate. indagate. Argynnis paphia (Linné, 1758) Aricia agestis ([Denis & Schiffermüller], 1775) Celastrina argiolus (Linné, 1758) Colias crocea (Geoffroy, 1785) Cupido argiades (Pallas, 1771) Issoria lathonia (Linné, 1758) Lasiommata megera (Linné, 1767) Melitaea athalia (Rottemburg, 1775) Ochlodes venatus (Bremer & Grey, 1853) Papilio machaon Linné, 1758 Pararge aegeria (Linné, 1758) Pieris brassicae (Linné, 1758) Pieris napi (Linné, 1758) Polygonia c-album (Linné, 1758) Polyommatus icarus (Rottemburg, 1775) Satyrium w-album (Knoch, 1782) Vanessa atalanta (Linné, 1758) Numero medio di specie rilevate per ogni Area di Studio.I primi due rilievi medio di specie rilevate per ogni ripetizione. . ripetizione. Studio Le aree con il maggior numero di specie sono quelle caratterizzate dalla hanno realizzato un numero superiore di contatti. contatti. presenza, nelle vicinanze, di aree agricole (es. Carpaneta) (es. Carpaneta)
  • 17. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi La raccolta di dati sulla Flora e gli Habitat è stata effettuata seguendo un protocollo di monitoraggio strutturato su TRE LIVELLI DI DETTAGLIO. I dati sono stati rilevati in tutte le aree di studio. Nuovamente è stato allestito un DETTAGLIO. studio. Database georiferito che coadiuvasse l’elaborazione delle informazioni. informazioni. All’interno delle aree di saggio sono state identificate parcelle di dimensioni differenti: LVP – MVP - SVP differenti: LVP (LARGE VEGETATION PLOT) – 2500 m2 • CENSIMENTO DELLE SPECIE VASCOLARI • CARATTERIZZAZIONE DELL’HABITAT (Sistema BIOHAB) DELL’HABITAT BIOHAB) MVP (MEDIUM VEGETATION PLOT) – 400 m2 • STUDIO FITOSOCIOLOGICO (Descrizione delle comunità) • CARATTERIZZAZIONE DELLA VEGETAZIONE FORESTALE E DEL SITO • VALUTAZIONE DI CAMBIAMENTI VEGETAZIONALI NEL LUGO PERIODO LVP (SMALL VEGETATION PLOT) – 10 x 4 m2 = 40 m2 • STUDIO DELLA DINAMICA DI POPOLAZIONE • VALUTAZIONE DI CAMBIAMENTI SU PICCOLA SCALA • VALUTAZIONE DI CAMBIAMENTI VEGETAZIONALI NEL BREVE PERIODO
  • 18. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi Sono state identificate 99 SPECIE (con un 10% di esemplari erborizzati da determinare) 10% determinare) SPETTRO BIOLOGICO GENERALE Le FANEROFITE sono in generale prevalenti, prevalenti, mentre le GEOFITE (di norma abbondanti nelle foreste naturali) sono molto limitate (1%). naturali) EMICRIPTOFITE, TEROFITE e NANOFANEROFITE sono altresì più abbondanti della norma. norma. In particolare l’abbondanza di EMICRIPTOFITE suggerisce che i boschi non siano ombreggiati a sufficienza per mantenere le specie forestali
  • 19. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi SPETTRO COROLOGICO GENERALE Lo spettro corologico mostra una quota elevata di specie ESOTICHE e COSMOPOLITE, COSMOPOLITE, indiscriminatamente in tutte le aree esaminate. esaminate. La percentuale di specie EUROASIATICHE è invece inferiore rispetto a quanto atteso in Lombardia. Lombardia.
  • 20. 2. BIODIVERSITÀ Uccelli Farfalle Flora&Habitat Carabidi Il metodo di monitoraggio si avvale di trappole a caduta con etilene glicolico. Il campionamento intererssa 3 aree di glicolico. saggio. saggio. Per ciascuna area viene posta una fila di trappole a una distanza reciproca di 10 m. Durante il periodo di campionamento le trappole sono lasciate in loco per 7 giorni. giorni. IL CENSIMENTO DI QUESTA COMPONENTE È ATTUALMENTE IN CORSO IL TERMINE PER L’ELABORAZIONE DEI DATI È PREVISTO PER LA PRIMAVERA/ESTATE DEL 2014 L’ELABORAZIONE PRIMAVERA/ESTATE
  • 21. 3. PEDOLOGIA Il prelievo dei campioni di suolo nelle aree di studio è stato effettuato nel corso del 2012 Il PRELIEVO ha rispettato un PROTOCOLLO STANDARD che ha previsto: • Posizionamento casuale di 15 punti nell’area di saggio nell’area • Georeferenziazione dei punti • Valutazione e analisi degli orizzonti organici • Valutazione e analisi degli orizzonti minerali APERTURA dei PROFILI PEDOLOGICI Attuata in modalità manuale o meccanica (un profilo per ciascuna area di saggio) Ha previsto lo scavo di una buca con dimensioni di circa m 1 x 2 x 2. Lo scavo del profilo è stato eseguito all'interno, (preferibilmente A MARGINE) della superficie quadrata di 40 x 40 m dell'area di saggio.
  • 22. 3. PEDOLOGIA Gli OBIETTIVI della VALUTAZIONE DEI PROFILI PEDOLOGICI sono: sono: • IDENTIFICARE E DESCRIVERE GLI ORIZZONTI ORGANICI • IDENTIFICARE E DESCRIVERE GLI ORIZZONTI MINERALI (Limiti, colore, scheletro, struttura, macroporosità, radici, concentrazioni, effervescenza, pedofauna, nome colore, scheletro, struttura, macroporosità, radici, concentrazioni, effervescenza, pedofauna, generico) • DEFINIRE I LIMITI DI TOPSOIL E SUBSOIL Gli OBIETTIVI dell’ ANALISI DEGLI ORIZZONTI ORGANICI E MINERALI sono: • DEFINIRE GLI ORIZZONTI DIAGNOSTICI DEL SUOLO, LE LORO PROPRIETÀ E I MATERIALI SUOLO, • CLASSIFICARE DAL PUNTO DI VISTA TASSONOMICO I PROFILI DI SUOLO L’ OBIETTIVO FINALE sarà • PREPARARE UNA MONOGRAFIA DI OGNI SUOLO in modo da: 1) Fornire le informazioni raccolte durante lo studio sulle proprietà del suolo e i problemi connessi con la gestione forestale dello stesso 2) Descrivere la situazione del suolo per ogni area di studio, a un tempo definito, in modo da gettare le basi per un monitoraggio (e quindi un confronto) a più lungo termine confronto)
  • 23. 3. PEDOLOGIA ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°) ABACO FOTOGRAFICO DEL PROFILO DEL SUOLO DESCRIZIONE DEL PROFILO DEL SUOLO Ah 0 - 7 cm dry; matrix color 10YR 3/2; silty loam; very little few rock fragments, not weathered; large granular structure, strongly developed; abundant roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl; abrupt wavy lower boundary A1 7 - 25 cm dry; matrix color 10YR 3/3; loam; common rock fragments, fine and very fine, not to low weathered; large subangular blocky structure, moderatately developed; common roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl; little brick fragments; gradual smooth lower boundary A2 25 - 40 cm dry; matrix color 10YR 3/3.5; silty loam; common rock fragments, fine and very fine, not to low weathered; large subangular blocky structure, moderately developed; moderately compacted; common roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl; little brick and plastic fragments; clear smooth lower boundary Btd 40 - 58 cm slightly moist; matrix color 7.5YR 3/4; sandy loam; abundant rock fragments, fine and very fine, medium weathered; fine angular blocky structure, slightly developed, tending to massive; heavy compaction (possibly plow sole); few roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl; clear wavy lower boundary Bt 58 - 80 cm slightly moist; matrix color 7.5YR 3/4; sandy loam; abundant rock fragments, fine and very fine, medium weathered; medium subangular blocky structure, moderately developed; few roots, from very fine to medium; no effervescence to HCl; clear wavy lower boundary BC 80 - 95 cm slightly moist; matrix color 7.5YR 3.5/4; sandy loam; abundant rock fragments, fine and very fine, slightly or medium weathered; fine subangular blocky structure, slightly developed; common roots, fine and very fine; no effervescence to HCl; gradual wavy lower boundary CB 95 - 130 cm slightly moist; matrix color 7.5YR 3.5/4; loamy sand; abundant rock fragments, fine and very fine, low or medium weathered; single grain structure; many roots, fine and very fine; no effervescence to HCl; clear wavy lower boundary C 130 - 160 cm slightly moist; matrix color 10YR 4/3; sandy; abundant rock fragments, fine and very fine, low or medium weathered; single grain structure; few roots, fine and very fine; very high effervescence to HCl; unknown lower boundary
  • 24. 3. PEDOLOGIA ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°) DATI ANALITICI DEL PROFILO DI SUOLO PER OGNI PROFILO DI SUOLO IDENTIFICATO SONO STATI VALUTATI IN LABORATORIO: pH in H20 e KCl CaCO3 % C Org. % N Tot % C/N P Disponibile CSC (Ca2+, Mg2+, Na+, K+) Diametro delle particelle e classificazione USDA
  • 25. 3. PEDOLOGIA TREND VERTICALE DI pH, C ORGANICO e RAPPORTO C/N pH, ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°) DESCRIZIONE DEL PROFILO DEL SUOLO Diagnostic horizons (WRB, 2007): umbric = 0-40 cm argic = 40-80 cm WRB (2007) classification: Haplic Luvisol (Humic, Epidystric, Endoskeletic) Soil Taxonomy (2010) classification: Typic Hapludalf, loamy-skeletal, mixed, mesic Réferéntiel Pédologique (2008) classification: NÉOLUVISOL oligosaturé, compacté Topsoil depth: 0-40 cm Subsoil depth: 40-80 cm
  • 26. 3. PEDOLOGIA ESEMPIO DI MONOGRAFIA (plot PNM 14°) ANALISI DEL pH DEI CAMPIONI pH in H2O MAPPATURA DEL pH IN H20 NELLA PARCELLA pH in KCl Punto Topsoil Subsoil Punto Topsoil Subsoil T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9 T10 T11 T12 T13 T14 T15 P 5,1 5,2 5,6 5,2 5,4 5,0 5,1 5,0 5,0 5,2 4,9 5,1 5,0 5,5 5,3 5,3 5,5 5,4 5,4 5,3 5,0 5,3 5,3 5,3 5,1 5,3 5,2 5,3 T3 T4 T5 T6 T7 T8 T9 T10 T11 T12 T13 T14 T15 P 4,1 4,2 4,5 4,2 4,2 3,9 4,0 4,0 4,0 4,1 4,0 4,0 4,0 4,5 4,2 4,3 4,3 4,3 4,2 4,1 3,9 4,1 4,2 4,2 4,1 4,2 4,2 4,0 Mean St. dev. min. max. 5,09 0,22 4,8 5,6 5,27 0,12 5,0 5,5 Mean St. dev. min. max. 4,08 0,17 3,9 4,5 4,16 0,11 3,9 4,3
  • 27. CONCLUSIONI • Una struttura del bosco più complessa, con alberi di dimensioni più grandi ed eventuali alberi ed arbusti nel piano dominato determina una migliore qualità della biodiversità vegetale: minori specie sinantropiche, più specie tipiche dell’ambiente forestale (nemorali) • Esiste un rapporto tra struttura verticale del bosco, dimensione degli alberi e qualità e numero delle specie ornitiche di migliore pregio. Più il bosco è complesso e caratterizzato da alberature di grande dimensione migliore è la qualità dell’avifauna • Un soprassuolo più articolato dal punto di vista delle chiome e con maggiore complessità dal punto di vista della struttura, caratterizzato dalla presenza di chiarie è maggiormente apprezzato dai fruitori • La foresta urbana ha un impatto significativo nei confronti dell’Isola di Calore. Nelle foreste urbane si registrano infatti 0,5 gradi di temperatura media in meno.