2. I nostri economisti di riferimento
I
Georg Friedrich Knapp John Maynard Keynes Abba P. Lerner
Hyman Minsky Wynne Godley
3. I nostri economisti di riferimento
Warren Mosler Stephanie Bell Kelton Mathew Forstater
Bill Mitchell Randall Wray Alain Parguez
4. Perché è importante capire
l’economia?
“Lo scopo di studiare economia
non è quello di acquisire un
insieme di risposte prestabilite ai
quesiti economici, ma diquesiti economici, ma di
imparare come evitare di essere
raggirati dagli economisti”.
Joan Robinson, 1973
5. Perché è importante capire
l’economia?
“Le idee degli economisti e dei filosofi
politici, tanto quelle giuste quanto quelle
sbagliate, sono più potenti di quanto
comunemente si creda. In realtà il
mondo è governato da poco altro. Glimondo è governato da poco altro. Gli
uomini pratici, che si ritengono
completamente liberi da ogni influenza
intellettuale, sono generalmente schiavi di
qualche economista defunto”.
John Maynard Keynes ,1936.
7. “Non ci sono i soldi!!!”
“In questo momento le risorse scarseggiano; la
coperta resterà corta”.
G. Napolitano, 4 novembre 2013.
“Mettiamoci in testa che la ricchezza non si
inventa con la fantasia, abbiamo dei vincoli e li
dobbiamo rispettare, si può spostare da una parte
all'altra una somma ma i numeri devono tornare”.
F. Zanonato, 4 novembre 2013
8. Cosa sono i soldi?
Esistono 2 tipi di attività:
ATTIVITÀ REALI: oggetti concreti, che sono una
ricchezza «in sé» (case, terreni, cibo, ecc…)ricchezza «in sé» (case, terreni, cibo, ecc…)
ATTIVITÀ FINANZIARIE: non hanno un’utilità
intrinseca. Il denaro è ovviamente un’attività
finanziaria (altre attività finanziarie: titoli di Stato,
obbligazioni, conti correnti).
9. Alcune caratteristiche della moneta:
La moneta moderna non ha valore in sé. Dal
1971: termina la convertibilità del dollaro in oro e
non quindi nessuna valuta è più convertibile in
alcuna merce.
La moneta è un’attività accettata come mezzo perLa moneta è un’attività accettata come mezzo per
regolare gli obblighi di pagamento fra due
soggetti e detrmina anche l’ammonatere di tali
obblighi.
È di fatto un’unità di misura che regola il rapporto
fra un creditore e un debitore.
10. Chi sceglie questa moneta?
“La moneta è una creatura dello
Stato”
Abba Lerner, 1947Abba Lerner, 1947
Ogni Stato sceglie un’unità di
misura (unità di conto) che
utilizza per la propria spesa e
accetta come unico mezzo per il
regolamento degli obblighi
fiscali (pagamento imposte).
11. Perché voi cittadini accettate questa
moneta? [1/2]
1) Io, Stato, decido di adottare come moneta il
fiorino.
2) Stabilisco per legge che le imposte possono
essere pagate soltanto in fiorini.essere pagate soltanto in fiorini.
3) Voi, cittadini, avrete bisogno di fiorini per
pagarmi le imposte (pena: la galera o Equitalia),
quindi dovete attendere che io emetta fiorini
finalizzati alla realizzazione di qualcosa (scuola,
strada, ospedale).
12. Perché voi cittadini accettate
questa moneta? [2/2]
4) Io, Stato, vi incaricherò di realizzare una di
queste strutture, e vi pagherò per farlo, e voi
sarete ben lieti di lavorere per me. In modo da
avere il denaro necessario per pagarmi leavere il denaro necessario per pagarmi le
imposte.
5) Ecco dunque che la valuta scelta dallo Stato
assume valore all’interno delle transazioni
private (compravendita di beni e servizi).
13. Riepilogando:
Senza imposizione fiscale la moneta non ha valore.
Senza la spesa dello Stato i cittadini non possono pagare
le tasse.
È la spesa dello Stato che consente ai cittadini di
pagare le imposte e non il contrario.
Le imposte non servono a finanziare la spesa. Servono
allo Stato prima di tutto a imporre l’uso della propria
valuta e a dargli valore.
14. Cosa succede ai nostri soldi quando
paghiamo le tasse?
“Le tasse non finiscono da nessuna parte!
Non vengono accumulate in nessun luogo e
certamente non ‘finanziano’ la spesa. Il
settore non governativo non può pagare le
sue tasse finché il governo non spende! Èsue tasse finché il governo non spende! È
bene pensare alle tasse come a un
drenaggio di liquidità che riflette la volontà
da parte del governo di diminuire la
capacità di spesa del settore non
governativo”.
Bill Mitchell
(Università di Newcastle, Australia)
15. E se non credete (giustamente) a me:
“La necessità che alcune imposte debbano
essere pagate in una particolare carta
moneta può fare in modo che quella
moneta abbia un certo valore anche se
non convertibile. […] Un principe, che
potesse sancire che una certa parte dellepotesse sancire che una certa parte delle
sue imposte debbano essere pagate in una
carta moneta di un certo tipo, potrebbe, in
virtù di questo, dare un certo valore a
questa moneta”.
Adam Smith, 1776.
16. “La moneta di Stato è ciò che viene
accettato presso gli uffici statali di
pagamento. […] In base a questo, non
è l’emissione mal’accettazione, così la
chiamiamo, ad essere decisiva.
L’accettazione da parte dello Stato
delimita il sistema monetario.delimita il sistema monetario.
Accettazione che va intesa come
accettazione da parte dello Stato
presso gli uffici pubblici di
pagamento”.
Georg Friedrich Knapp, 1924
17. “Qualunque sia stata la storia dell’oro,
oggi, in una normale economia ben
funzionante, la moneta è una creatura
dello Stato. La sua accettabilità
generale, che è la sua caratteristica più
importante, esiste o finisce in relazione
all’accettabilità dello Stato. […] Lo Stato
moderno può fare in modo che qualsiasimoderno può fare in modo che qualsiasi
cosa lui scelga come moneta sia
generalmente accettata. È vero infatti
che una semplice dichiarazione di cosa
sia o cosa non sia moneta non
basterebbe, persino se fosse garantita
dalla prova costituzionale più
convincente dell’assoluta sovranità dello
Stato.
18. Ma, se lo Stato è disposto ad
accettare quella che viene dichiarata
moneta per il pagamento delle
imposte e degli altri obblighi nei suoi
confronti il gioco è fatto. Ogni
persona che avrà degli obblighi verso
lo Stato accetterà i pezzi di carta con
cui potrà regolare tali obblighi, e
tutte le altre persone saranno
disposte ad accettare questi pezzi di
carta perché sanno che coloro checarta perché sanno che coloro che
devono pagare le imposte, in
definitiva, li accetteranno. D’altra
parte, se lo Stato rifiutasse di
accettare un qualche tipo di moneta
per gli obblighi verso esso, sarebbe
difficile credere che essa [la moneta,
nda] manterrebbe molta della sua
generale accettabilità”.
Abba Lerner, 1947
19. “In un’economia in cui il debito
pubblico è la principale attività nei
bilanci delle banche che emettono
depositi, il fatto che le imposte
debbano essere pagate dà valore
alla moneta di quella economia […]
La necessità di pagare le imposteLa necessità di pagare le imposte
significa che le persone lavorano e
producono in modo da ottenere ciò
con cui le imposte possono essere
pagate”.
Hyman Minsky, 1986
20. “In virtù della sua disponibilità ad
accettare un’attività definita per il
pagamento delle imposte e degli
altri obblighi, il governo rende
quella attività accettabile per
chiunque abbia quel tipo di obbligo,chiunque abbia quel tipo di obbligo,
e in definitiva per coloro che hanno
un obbligo verso essi, e così via”.
James Tobin, 1998
21. Quindi le caratteristiche della moneta
sovrana sono:
1) La moneta è priva di valore intrinseco, quindi non
convertibile (lo Stato non promette di convertirla in oro o altri
metalli).
2) Lo Stato è il monopolista della moneta (l’unica entità che ha
il potere di emetterla legalmente). Lo Stato è l’EMETTITOREil potere di emetterla legalmente). Lo Stato è l’EMETTITORE
della moneta, mentre i cittadini sono UTILIZZATORI.
3) Per non limitare il proprio potere e capacità di emessione lo
Stato deve mantenere un tasso di cambio fluttuante (la valuta
deve essere scambiata con altre a un tasso stabilito sul mercato
come incontro di domanda-offerta; la moneta non è
convertibile con altre monete a un rapporto fisso).
22. La gerarchia della moneta:
STATOSTATO
BancheBanche
OROORO
STATOSTATO
……
Fino al 1971
AziendeAziende
CittadiniCittadini
……
23. Come dovrebbe agire lo Stato?
“la stessa gestione della cosa pubblica dovrebbe
ispirarsi al principio di equilibrio dei conti che la
maggior parte delle famiglie italiane applica da sempre”
Mario Monti, 27 ottobre 2012
“Questo governo agirà come un padre di famiglia: un
padre di famiglia non fa debiti”.
Enrico Letta, 29 aprile 2013
24. Come dovrebbe agire lo Stato?
“Mettere a posto le cose a casa nostra dipende non da
quello che chiedono la signora Merkel e Draghi, ma dal
rispetto che dobbiamo ai nostri figli, alle persone che
verranno dopo di noi, rispetto che ci impone di guardare in
modo diverso ai conti pubblici rispetto a chi ha scialacquato
prima di noi”.
Matteo Renzi, 24 febbraio 2014
“Come in famiglia se non ci sono abbastanza soldi sono
mamma e papà che decidono cosa tagliare e cosa no”.
Matteo Renzi, 19 marzo 2014
25. I settori dell’economia
Riepiloghiamo: in economia esistono attività reali e
attività finanziarie.
Queste attività sono detenute e accumulate da diversi
settori:
SETTORE PUBBLICO (lo Stato)
SETTORE PRIVATO (Banche, famiglie e aziende)
SETTORE ESTERO (Resto del mondo: nazioni estere,
banche estere, imprese estere, famiglie estere)
Quindi: LO STATO NON SIAMO NOI!!!
26. Il settore privato (noi)
All’interno di questo
settore la quantità di
ricchezza finanziaria NETTA
non può aumentare senza
un intervento esterno. per
IMPRESE
FAMIGLIE
un intervento esterno. per
una persona che spende per
acquistare un bene reale, ce
ne sarà una che ricava
vendendo quel bene. Non
può esserci aumento di
reddito per tutti
contemporaneamente.
FAMIGLIE
BANCHE
27. Come si arricchisce il settore privato?
Il settore pubblico è il
soggetto che può creare
ricchezza finanziaria
NETTA nel settore privato
attraverso la spesa
pubblica in deficit
STATO
Lo Stato quindi DEVE
SPENDERE IN DEFICIT:
spendere più di quanto
toglie attraverso le
imposte, altrimenti non
può arricchire il settore
privato.
IMPRESE
FAMIGLIE
BANCHE
IMPRESE
FAMIGLIE
BANCHE
28. Cosa deve fare uno Stato per
arricchire i cittadini?
Lo Stato DEVE SPENDERE
per i propri cittadini più
di quanto gli toglie
tramite le imposte, ossia
DEVE spendere in deficit
STATO
DEVE spendere in deficit
per famiglie e imprese.
DEBITO PUBBLICO
=
CREDITO PRIVATO
IMPRESE
FAMIGLIE
BANCHE
29. Esempio di spesa pubblica
Stato decide di costruire una scuola (costo: 100 fiorini)
Lo Stato emette (ossia spende) 100 fiorini e incarica una o
più imprese di realizzare la scuola, quindi accredita sui
loro c/c i 100 fiorini.
Lo Stato nel proprio bilancio registra un deficit di -100Lo Stato nel proprio bilancio registra un deficit di -100
fiorini, che rappresentano il credito delle aziende private e
dei lavoratori che realizzano la scuola.
Quindi:
Il saldo dello Stato è -100
Il saldo del settore privato è +100
30. Il settore estero
Ricchezza finanziaria netta per il
settore privato può arrivare anche dal
settore estero, nel momento in I soldi
che entrano nella nazione sono
superiori a quelli che escono MA……
STATO
ESTERO
FAMIGLIE
IMPRESE
BANCHE
SOLDI CHE
ENTRANO
31. Fare affidamento solo sul settore
estero
1) Non tutti i Paesi possono essere in posizione di
creditori verso l’estero contemporaneamente : è
impossibile!!!
2) Competere ad ogni costo sui mercati esteri può
costringere una nazione a tagliare salari interni.
3) In termini reali esportare significa produrre
qualcosa per poi venderlo al resto del mondo.
33. Il debito pubblico: questo sconosciuto
La somma dei deficit annuali rappresentati dalla
spesa dello Stato meno le tasse che si accumulano
nel tempo, per lo più sotto forma di titoli di Stato
costituisce il debito pubblico.
Quindi, a livello contabile il debito pubblicoQuindi, a livello contabile il debito pubblico
rappresenta il risparmio accumulato dal settore
privato, è la ricchezza finanziaria dei cittadini
Il debito dello Stato NON è il debito dei cittadini
perché lo Stato non è come una famiglia: lo Stato
EMETTE la sua moneta, i cittadini la UTILIZZANO.
34. Il debito pubblico è un problema?
1) Stato non ha bisogno di finanziare la propria spesa con
l’imposizione fiscale.
2) Non ha bisogno di prendere in prestito la valuta attraverso
l’emissione di titoli di Stato.
3) Non può esaurire i soldi perché non ha alcun limite finanziario3) Non può esaurire i soldi perché non ha alcun limite finanziario
(se non quelli autoimposti) ed è SEMPRE solvibile: per spendere
non deve “trovare” prima il denaro quindi.
4) Ripagare il debito significare togliere ricchezza finanziaria al
settore privato.
IL DEBITO PUBBLICO NON PUO’ ESSERE UN PROBLEMA
35. Il debito pubblico non è un numero
magico
“la maggior parte degli 'esperti' confonde la
solvibilità con alcune misure di 'sostenibilità'
basate su un rapporto piuttosto arbitrario fra
disavanzo/PIL e debito/PIL. Questi rapporti
possono essere applicabili sotto un regime di
tasso di cambio fisso o di gold standard, matasso di cambio fisso o di gold standard, ma
sono irrilevanti per un paese che ha una
propria valuta non convertibile. Quando si
parla di un governo sovrano, il disavanzo o il
debito non sono numeri magici o rapporti che
hanno una qualche rilevanza per tutti i paesi
e in tutti i contesti. Non esiste alcuna soglia
che una volta superata sia insostenibile o
conduca a una crescita più bassa”.
Randall Wray, 2010
36. Ciò significa che lo Stato deve
spendere illimitatamente?
“Certamente, esiste un limite alla capacità di spesa del
governo e sicuramente esso non dovrebbe spendere in
maniera illimitata. Eppure, il governo sovrano non è
vincolato da un punto di vista finanziario, ossia non può
mai trovarsi in una situazione di insolvenza. Di nuovo,
esso è certamente vincolato in termini reali, ciò
significa che può verificarsi un altro tipo di problema di
sostenibilità: quante risorse all'interno di una nazionesostenibilità: quante risorse all'interno di una nazione
possono essere mobilitate dal governo? Dato il livello
di risorse che il settore non governativo vuole
mobilitare, quanto dovrebbe essere ampio il disavanzo
pubblico per mobilitare il resto? Più di cinquant'anni fa,
Abba Lerner fornì la risposta a questa domanda. Se ci
sono persone disoccupate involontarie (dovremmo
aggiungere sottoccupate) significa che il disavanzo è
troppo basso”.
Randall Wray, 2010
39. Che cos’è la disoccupazione?
“Quando le persone hanno bisogno di
denaro e cercano lavoro per
guadagnarselo, come la chiamiamo questa
situazione? Disoccupazione.
Se nessuno avesse bisogno del denaro, non
esisterebbe il problema dellaesisterebbe il problema della
disoccupazione. Quindi la tassazione da
parte del governo è la causa del fatto che
tutti cerchiamo un lavoro, e quindi della
disoccupazione. Ecco che allora il Governo
può spendere i suoi pezzi di carta, che
altrimenti non avrebbero alcun valore,
per assumere le persone che andranno a
lavorare nel pubblico impiego, quelle stesse
persone che le tasse hanno reso
disoccupate”.
40. “Ma se la tassazione non è seguita da una
spesa che fa assumere tutte le persone
disoccupate, qual è il senso di questa
manovra?
“Ci sono dunque due ragioni per cui le
persone lavorano per la moneta: dovete
pensare all'economia nel suo insieme, non al
singolo individuo. […] quando il Governo
pensare all'economia nel suo insieme, non al
singolo individuo. […] quando il Governo
spende la sua moneta, o la si usa per pagare
le tasse, o può essere risparmiata. Se non ci
fosse nessuno che paga le tasse e nessuno che
risparmia, il Governo non avrebbe ragione di
spendere.
41. “Perciò, quando il Governo non spende
abbastanza da soddisfare la necessità
di pagare le tasse e di risparmiare,
l'economia non ha abbastanza moneta
per fare ciò che vuole fare e ci sonoper fare ciò che vuole fare e ci sono
persone che cercano lavoro e non
possono trovarlo: quelli che chiamiamo
disoccupati”.
42. Come lo risolviamo questo problema?
“E' davvero semplice: o assumiamo le persone
che adesso sono disoccupate, oppure
riduciamo le tasse. In entrambi i casi, questo
comporta che il deficit diventi più alto.
Quindi, quello che sto affermando è che la
disoccupazione è SEMPRE la prova che il
deficit è troppo basso”.
Warren Mosler, 14 febbraio 2014
43. Cosa propone di fare la MMT contro
la disoccupazione?
Creare la piena occupazione: il
governo diventa datore di lavoro
di ultima istanza per chiunquedi ultima istanza per chiunque
voglia lavorare
Realizzare il pieno Stato sociale
44. Costi della disoccupazione
COSTI DIRETTI:
- Perdita di reddito
COSTI INDIRETTI:
– Esclusione sociale
– Perdita di know-how
– Danni psicologici
(depressioni, suicidi)(depressioni, suicidi)
– Salute scarsa e riduzione della
speranza di vita
– Perdita di motivazioni
– Disgregazione della vita familiare e
delle
relazioni umane (divorzi, violenze
domestiche)
– Aumento della criminalità
45. I Programmi di Lavoro
Garantito (PLG) o lavoro di transizione
1) Lo Stato diventa datore di lavoro di ultima istanza (Minsky),
offrendo un posto di lavoro a ogni persona che voglia e sia in
grado di lavorare (senza distinzione di razza, genere,
educazione, esperienza lavorativa e a prescindere da
dall’andamento dell’economia)
2) Lo Stato stabilisce un salario minimo che possa permettere al
lavoratore di vivere in modo decoroso.
3) Lo Stato individua i settori su cui il mercato non ritiene
conveniente investire (es: servizi socio-sanitari e di pubblica
utilità, green jobs), in seguito forma i lavoratori che verranno poi
impiegati sul campo.
46. Non è statalismo
4) Elemento stabilizzatore anti-ciclico e
transitorio: il PLG si espanderà quando l’economia
è in fase di recessione e si ridurrà quando
l’economia sarà in crescita e preparerà lavoratori a
tornare nel settore privato (o pubblico).
Recessione Lo Stato assume (Il PLG si
espande) Aumentano i redditi Aumenta la
domanda di beni/servizi Aumenta la
produzione di beni/servizi Le imprese private
riniziano ad assumere Il PLG si riduce
47. Benefici del PLG
Abbattimento disoccupazione.
Scomparsa degli ammortizzatori sociali: sussidi di
disoccupazione, cassa integrazione e altre forme di
spese “tampone” e assistenzialiste.
Sensibile abbattimento dei costi sociali (criminalità,Sensibile abbattimento dei costi sociali (criminalità,
depressione, suicidi, violenze domestiche).
Il PLG garantisce l’attività e l’esperienza dei lavoratori,
quindi evita la perdita di conoscenze e competenze,
utili per essere riassorbiti dalle imprese del settore
privato.
48. Un crimine contro l’umanità
“La disoccupazione è veramente un
crimine contro l’umanità senza scusanti,
perpetrato da governi che si rifiutano di
permettere deficit sufficienti per
consentire alla popolazione di pagare le
tasse e di risparmiare. Intenzionalmentetasse e di risparmiare. Intenzionalmente
o no, costoro hanno sangue sulle loro
mani. Sono pienamente responsabili per
la morte e la distruzione delle vite e dei
beni che si lasciano dietro di sé”.
Warren Mosler
Economista, fondatore della MMT
49. Perché “non ci sono i soldi”? Il
problema EURO
L’Unione Monetaria Europea è un caso
eccezionale e unico nella storia:
La valuta è DIVISA dallo Stato: Euro è una
valuta straniera per i singoli Stati.valuta straniera per i singoli Stati.
Stati dell’Eurozona hanno ceduto la loro
sovranità monetaria e il loro potere di
emissione della moneta: non sono più
EMETTITORI che possono creare l’Euro ma
solo UTILIZZATORI dell’Euro.
53. La piramide del denaro con l’Euro
STATOSTATO
BCBC
BCEBCE
BancheBancheBCBC
BancheBanche
Aziende e
famiglie
Aziende e
famiglie
BancheBanche
STATOSTATO
Aziende e
famiglie
Aziende e
famiglie
54. Cosa significa questo per gli Stati
dell’Eurozona?
Gli Stati hanno PERSO la loro SOVRANITA’ MONETARIA:
non sono più EMETTITORI MA UTILZZATORI
DELL’EURO.
Gli Stati devono finanziarsi sul mercato: prendere in
prestito il denaro necessario a finanziare la propriaprestito il denaro necessario a finanziare la propria
spesa (sanità, pensioni, scuola...) sul mercato dei
capitali privati.
I privati (in gran parte banche) stabiliscono le condizioni
di prestito (il tasso d’interesse) in base alla situazione
economica dei vari paesi (da lì il problema dello
SPREAD).
55. Debito Pubblico che è un problema
Come si ripaga questo debito?
1. Aumentare imposte che servono realmente a
ripagare il debito e gli euro vengono presi
dall’economia reale (famiglie e aziende).
2. Lo Stato può essere costretto a tagliare la2. Lo Stato può essere costretto a tagliare la
spesa pubblica (sanità, pensioni, scuola…).
3. Lo Stato può vendere beni pubblici o
privatizzare i servizi.
4. Indebitarsi a tassi sempre più onerosi fissati dai
mercati.
56. Da emittitori a utilizzatori della
valuta
“Quel che è avvenuto in effetti è che entrando
nell’euro, Spagna e Italia si sono effettivamente
ridotte a Paesi del terzo mondo che DEVONO
PRENDERE IN PRESTITO UNA MONETA
STRANIERA CON TUTTI I DANNI CHE CIÒ
IMPLICA. In particolare, da quando i Paesi
dell’Eurozona non possono stampare moneta,dell’Eurozona non possono stampare moneta,
nemmeno in caso di emergenza, sono soggetti
a interruzioni di fondi [da parte dei mercati]
diversamente dai paesi che emettono la
propria valuta – e il risultato è quello che
vediamo oggi”.
Paul Krugman, Premio Nobel per l’economia
New York Times, 10 novembre 2011
57. Attualmente professore alla London
School of Economics e professore emerito
all’Università Leuven.
Ha lavorato al Fondo Monetario
Internazionale e alla Banca Centrale.
Editorialista del Financial Times.
“[…] hanno perso la loro capacità di
EMETTERE DEBITO IN UNA MONETAEMETTERE DEBITO IN UNA MONETA
SULLA QUALE HANNO IL PIENO
CONTROLLO. […] Ciò non avviene per i
Paesi che possono EMETTERE DEBITO
NELLA PROPRIA VALUTA. In questi
Paesi la banca centrale può sempre
fornire liquidità al [governo, nda]
sovrano per evitare il fallimento”.
Paul De Grauwe, 2011
58. Ha insegnato all’Università di Cambridge.
Ha lavorato al ministero del Tesoro
britannico.
“Se un governo non ha più la propria
valuta, non solo rinuncia ‘al controllo
sulla politica monetaria’ normalmentesulla politica monetaria’ normalmente
intesa; ma anche la sua capacità di spesa
viene vincolata in un modo del tutto
nuovo. […] e ciò POTREBBE RISULTARE
ECCESSIVAMENTE COSTOSO O PERSINO
IMPOSSIBILE, in particolare in ‘situazione
di particolare emergenza’”.
Wynne Godley, 31 agosto 1997
59. Insegna all’Università del Missouri
Kansas-City.
“Per come è attualmente disegnata
l’Unione Monetaria Europea avrà una
banca centrale (la BCE) ma non avrà
nessun braccio fiscale. […] Sarà come se
ogni paese membro dell’EMU tentasse di
GESTIRE LA POLITICA FISCALE IN UNAGESTIRE LA POLITICA FISCALE IN UNA
VALUTA STRANIERA; la spesa in deficit
richiederà prestiti in valuta straniera
conformemente ai dettami dei mercati
privati”.
Randall Wray, 1998
60. Ma gli economisti erano praticamente
tutti concordi
• Rodiger Dornbusch, 1996
• Milton friedman, 1998
• Alain Parguez, 1999
• Mathew Forstater, 1999
• Warren Mosler, 2001
• James Tobin, 2001
• Stephanie Bell Kelton, 2002
• Nouriel Roubini, 2006
• Paul Krugman, 2012
• Joseph Stiglitz, 2013
• Amartya Sen, 2013
• James Myrrless, 2013
• Christopher Pissarides, 2013
61. E lo confessano gli stessi architetti
dell’Euro
“[…] per ragioni sia politico-ideologiche sia
tecnologiche l'Unione ha fatto la scelta di
liberalizzare i movimenti di capitali al suo interno
ma anche all'esterno. Come lei dice, vantaggio per i
risparmiatori meno per i governi. E quindi questa
libertà, forse più ancora delle altre, mette in
rapporto più stretto mercato e politica, toglie un
vincolo all'operatività di mercati e IRROBUSTISCE
rapporto più stretto mercato e politica, toglie un
vincolo all'operatività di mercati e IRROBUSTISCE
UN VINCOLO SULL'OPERATORE PUBBLICO. […] Gli
Stati membri si illudono se pensano se pensano di
avere ancora una piena sovranità fiscale nazionale.
Essi l'hanno già LARGAMENTE PERDUTA A
VANTAGGIO DEI MERCATI”.
Mario Monti, Intervista sull'Italia in Europa, a cura
di Federico Rampini, 1998.
62. Euro e mercato:
“I cambiamenti [del sistema
pensionistico, nda] ERANO
NECESSARI PER COMPIACERE
I MERCATI FINANZIARI,
altrimenti ci sarebero state
conseguenze ‘devastanti’”.
altrimenti ci sarebero state
conseguenze ‘devastanti’”.
Elsa Fornero, ex ministro del
lavoro, 15 novembre 2012.
63. Se L’Euro non funziona perché
continuare a fare sacrifici?
“Lavoriamo con tutte le nostre forze per gli Stati uniti d'Europa”.
E. Letta, 9 maggio 2013
“Auguro ai miei figli, alla nuova generazione, che davvero si realizzino gli
Stati Uniti d'Europa, che l'Europa sia un sogno e una speranza, e non unStati Uniti d'Europa, che l'Europa sia un sogno e una speranza, e non un
incubo”
Matteo Renzi, 9 maggio 2013
“Sono fiducioso che il governo tedesco sarà un governo che sara' con noi
sulla strada della legislatura della crescita. Anche la Germania capisce e
capirà che e' necessario che tutta l'Europa cresca”.
E. Letta, 7 novembre 2013
64. Come dovrebbero funzionare gli
Stati Uniti d’Europa
1) Un ministero del Tesoro Europeo e
quindi una politica europea di spesa
pubblica.
2) Eventuali trasferimenti dalla zone
più ricche a quelle più povere.
3) Coordinamento delle politiche
volto ad evitare squilibri fra le varie
aree.
67. Cosa ha fatto la Germania entrando
nell’Euro?
“…il successo delle riforme tedesche,
iniziate nel 2003 con una liberalizzazione
del mercato del lavoro e un aumento degli
stipendi reali inferiore all' incremento della
produttività. Poi è seguito il taglio dei costi
del sistema sociale, l'aumento dell' età
produttività. Poi è seguito il taglio dei costi
del sistema sociale, l'aumento dell' età
pensionabile a 67 anni, la creazione di un
segmento di bassi salari”.
Roland Berger, consulente governo tedesco,
Corriere della sera
69. Lo dice anche la Commissione Europea
“La Germania negli ultimi 10 anni ha esercitato una
enorme moderazione salariale per poter diventare piu'
competitivita - e questo ha avuto conseguenze per gli
altri stati EU […] GLI SQUILIBRI NELL’EUROZONA NON
SONO SOLO IL RISULTATO DI POLITICHE SBAGLIATE NEI
PAESI IN CRISI. LA GERMANIA HA AVUTO UN RUOLO
IMPORTANTE, con la sua politica mercantilista haIMPORTANTE, con la sua politica mercantilista ha
rafforzato gli squilibri in Europa e causato la crisi. In
futuro dovremo seguire da vicino lo sviluppo dei salari a
livello europeo e fare in modo che all'interno dell'area
monetaria non divergano in maniera così forte, come è
accaduto negli anni precedenti”.
Laszlò Andor, Commissario Europeo agli Affari sociali, 26
settembre 2012
70. E i trasferimenti fiscali come dovrebbero
funzionare. Uno sguardo agli USA.
71. E cosa dicono in Germania:
“MAI EUROBOND FINCHE VIVO”.
A. Merkel, 27 giugno 2012.
“non ci saranno eurobond [titoli del“non ci saranno eurobond [titoli del
debito pubblico a livello europeo,
nda]… LA CONDIVISIONE DEI DEBITI E’
SBAGLIATA”.
A. Merkel, 21 settembre 2013.
72. E in Europa cosa dicono?
“L’UNIONE EUROPEA NON DIVENTERA’ MAI GLI STATI UNITI
D’EUROPA. Siamo 27 o 28 con la Croazia, ciascuno ha la sua storia,
per alcuni lunga 200 anni, come per Belgio e per altri è una storia di
migliaia di anni. NON SIAMO COM,E UNO STATO AMERICANO.
Abbiamo le nostre lingue, 23 in Europa. Abbiamo un’identità
particolare in ogni nostro stato membro e situazioni molto
specifiche dovute alla nostra storia”.
H. Van Rompuy, 9 maggio 2012.
“Una politica di bilancio comune all’interno dell’Unione Europea
APPARE OGGI POCO CREDIBILE perché essa viene vista come un
modo per trasferire su altri Paesi il peso degli sprechi del passato”
M. Draghi, 27 settembre 2013.
74. I veri costi della politica sono le
decisioni sbagliate
75. Quale democrazia dovremmo
aspettarci in Europa
Federico Rampini: “Perché la Commissione
europea ha accettato di diventare il capro
espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei
sacrifici?”.
Risposta di Monti: “Perché, tutto sommato,Risposta di Monti: “Perché, tutto sommato,
alle istituzioni europee interessava che i
Paesi facessero politiche di risanamento. E
hanno accettato l’onere
dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE,
PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO
ELETTORALE. Solo che questo un po’ per
volta ha reso grigia e poi nera l’immagine
dell’Europa presso i cittadini”.
Mario Monti, 1998
76. “Prendiamo una decisione, poi la
mettiamo sul tavolo e aspettiamo un
po’ per vedere cosa succede. Se non
provoca proteste né rivolte,
perché LA MAGGIOR PARTE DELLA
GENTE NON CAPISCE NIENTE DI
COSA E’ STATO DECISO, andiamoCOSA E’ STATO DECISO, andiamo
avanti passo dopo passo fino
al PUNTO DI NON RITORNO”.
Jean Claude Juncker, (ex presidente
dell’Eurogruppo), 21 dicembre 1999
77. “La costruzione europea è una
rivoluzione, anche se i rivoluzionari non
sono dei cospiratori pallidi e magri, ma
degli impiegati, dei funzionari, dei
banchieri e dei professori.
[…] L’EUROPA NON NASCE DA UN
MOVIMENTO DEMOCRATICO. […] Tra il
polo del consenso popolare e quello
della leadership di alcuni governanti,
l’Europa è nata seguendo un metodo
che potremmo definire con il termine
di DISPOTISMO ILLUMINATO”.
Tommaso Padoa Schioppa, 1999
78. “Sono sicuro che l’Euro ci
costringerà a introdurre un nuovo
insieme di strumenti di politica
economica. Proporli adesso è
politicamente impossibile. MA UN
BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI e
si creeranno i nuovi strumenti”.si creeranno i nuovi strumenti”.
Romano Prodi, 2001
79. “Nell’Europa continentale, un programma
completo di riforme strutturali deve oggi
spaziare nei campi delle pensioni, della
sanità, del mercato del lavoro, della scuola e
in altri ancora. Ma dev’essere guidato da un
unico principio: ATTENUARE QUEL
DIAFRAMMA DI PROTEZIONI CHE NEL
CORSO DEL VENTESIMO SECOLO HANNOCORSO DEL VENTESIMO SECOLO HANNO
PROGRESSIVAMENTE ALLONTANATO
L’INDIVIDUO DAL CONTATTO DIRETTO CON
LA DUREZZA DEL VIVERE, con i rovesci della
fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi
difetti o qualità”.
Tommaso Padoa Schioppa, 2003
80. “Essi [i leader Europei] hanno deciso
che il documento avrebbe dovuto
essere illeggibile. Essendo illeggibile
allora non sarebbe stato costituzionale
[…] Se fosse stato comprensibile, ci
sarebbero state ragioni per sottoporlo
a referendum, perché avrebbe
significato che c’era qualcosa di nuovo
[il riferimento qui è alla Costituzione
Europea bocciata nel 2005, nda]. I
[il riferimento qui è alla Costituzione
Europea bocciata nel 2005, nda]. I
primi ministri non produrranno niente
direttamente perché si sentono più al
sicuro con la cosa illeggibile. Essi
possono presentarla meglio, in modo
da EVITARE PERICOLOSI
REFERENDUM”.
Giuliano Amato, 2007
81. “I governi non fanno sempre la cosa
giusta. Se i governi facessero
sempre la cosa giusta non ci
troveremmo nella situazione in cui
ci troviamo oggi. LE DECISIONI
PRESE DALLA MAGGIOR PARTE
DELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHEDELLE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE
NEL MONDO SONO MOLTO SPESSO
SBAGLIATE”.
José Manuel Barroso, Presidente
Commissione Europea, 2010
82. “Abbiamo minuziosamente ‘dimenticato’
di includere l’articolo per uscire da
Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e
io ho il privilegio di averne fatto parte, che
hanno partecipato alla stesura delle prime
bozze del Trattato di Maastricht, hanno…o
meglio ci siamo incoraggiati a fare in
modo che uscirne … sia impossibile.
Abbiamo attentamente “dimenticato” di
scrivere l’articolo che permetta di
Abbiamo attentamente “dimenticato” di
scrivere l’articolo che permetta di
uscirne. NON È STATO MOLTO
DEMOCRATICO, naturalmente, ma è stata
un’ottima garanzia per rendere le cose più
difficili, per costringerci ad andare avanti”.
Jacques Attali, 2011
83. “Le leadership politiche dei singoli Paesi
europei non hanno la forza di portare
definitivamente la questione al tavolo delle
decisioni SENZA LO STRESS E L’IMPULSO CHE
SOLTANTO LE CRISI RIESCONO A DARE.
L’EUROPA E’ NATA PER VIA DELLA GUERRA,
SENZA LA GUERRA PROBABILMENTE NON CI
SAREBBE STATA L’EUROPA. E CON LA CRISI E’
ARRIVATA UNA SORTA DI GUERRA.[…] Se
non approfittiamo della crisi perdiamo una
grande opportunità. Ce lo dicono le terribiligrande opportunità. Ce lo dicono le terribili
immagini della Grecia, le difficoltà dei singoli
Paesi membri, e soprattutto il fatto che tutti i
leader politici europei CHIEDONO OGGI UN
VINCOLO ESTERNO PER IMPORRE A
ELETTORATI, CORPORAZIONI E CORPI
INTERMEDI RILUTTANTI, SCELTE NECESSARIE
CHE NESSUNO HA LA FORZA DI IMPORRE
AUTONOMAMENTE”.
Enrico Letta, 2010
84. “Non dobbiamo sorprenderci
che L’EUROPA ABBIA BISOGNO DI
CRISI E DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI
AVANTI. I passi avanti dell’Europa sono
per definizione cessioni di parti delle
sovranità nazionali a un livello
comunitario. È chiaro che il potere
politico ma anche il senso di
appartenenza dei cittadini a una
politico ma anche il senso di
appartenenza dei cittadini a una
collettività nazionale possono essere
pronti a queste cessioni solo quando il
costo politico e psicologico del non
farle diventa superiore al costo del
farle perché c’è una crisi in atto visibile,
conclamata”.
Mario Monti, 2011
85. “In questo momento stiamo
distruggendo la domanda
interna attraverso il
consolidamento fiscale”
Mario Monti, 30 maggio 2012
alla CNBC
86. “Il consolidamento fiscale sta
producendo risultati, il dolore sta
dando i suoi frutti.[…] Abbiamo
bisogno di toni più morbidi,
mentre ci muoviamo nella stessamentre ci muoviamo nella stessa
direzione”.
Carlo Pier Padoan,
29 aprile 2013 al Wall Street Journal
87. Per approfondire:
1) Paolo Barnard, Per chiunque: tutto quello che dovete sapere di economia per vivere bene. in una botta
sola.
2) Paolo Barnard, Nonna ti spiego la crisi economica
3) Daniele Della Bona, Paul Krugman e la valuta
4) Daniele Della Bona, La formula dei saldi settoriali
5) Dario De Angelis, Le tasse non finanziano la spesa pubblica
6) Warren Mosler, Il debito pubblico americano in 10 punti
7) Randall Wray, Un debito sovrano eccessivo compromette davvero la crescita?
8) Randall Wray, È giunto il momento di creare occupazione diretta
9) Mathew Forstater, Green jobs: affrontare le criticità riguardanti l’ambiente, posto di lavoro e occupazione
10) Pavlina Tcherneva, Politiche fiscali alternative: perché la job guarantee è superiore
11) Warren Mosler, Riti di passaggio
12) Alain Parguez, Il fallimento atteso dell’Unione Economica e Monetaria: una falsa moneta contro
l’economia reale
13) Daniele della Bona, L’irrealtà degli Stati Uniti d’Europa
14) Daniele Della Bona, Le radici anti-democariche dell’Euro nelle parole dei loro stessi padri fondatori
15) Randall Wray, La MMT risponde all’iperinflazione (parte 1, 2 e 3)
16) Daniele Della Bona, Come si finanziava l’Italia prima del divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia
17) Video: Warren Mosler spiega come uscire dall’Euro, Chianciano 14 gennaio 2014