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NEWSLETTER DEL DOLL COLLECTORS’ CLUB ITALIA
NOVEMBRE 2010www.dcci-italia.com
ph:Crazydolls;OOAK:Neige,bySimoneDell'Erba
5588
s’
numero 58
Giri di bambole
L'attesa fa parte del piacere
Assaggio di saggio
Quello che le Barbie non dicono
Barbie sugli sci
Conversazione con…
Disturbing Dollies
rubriche
Bambole del Mese
Notizie dal Club
Doll Artist - Adesso stampo io!
Barbie Link
Walk of Fame/Lady Gaga
ARTtenzione
Chi fa la Doll News:
Editor-in-chief:
Daniela Ferrando (DF)
Art director
Emma Gilardi
Public relations
Staff Milano
+ tutti i collezionisti,
preziosi autori
di rubriche, articoli, foto!
Doll Collectors’ news è una pubblicazione indipendente a cura del Doll Collectors’
Club Italia. Non è in vendita ed è distribuita gratis esclusivamente ai soci del Club.
Nessun articolo può essere riprodotto anche in parte senza l’autorizzazione scritta
del Doll Collectors’ Club Italia.
E D I T O R I A L E
s’
Onestamente la Rimini Fashion Dolls Convention a fine estate è il degno tra-
monto di una stagione gloriosa. Una ventata di aria serena dopo una sta-
gione di caldo soffocante. Onestamente quest'anno c'era molta voglia di
stare insieme, di divertirsi, di mettersi in gioco: voglia di comprare e di com-
parare, voglia di inquisire e acquisire, voglia di comprendere e apprendere.
Onestamente bisogna dire che Marinella è una organizzatrice impeccabile.
Eppure solo dopo ho saputo che era e con buona ragione piena di ansie e
preoccupazioni; eppure come sempre è stata materna e accogliente, atten-
ta alle esigenze di tutti, quasi leggera, eppure “teutonica “ nella cura dei
particolari. Onestamente c'erano tante cose buone, e alcune addirittura mi-
gliori, belle e talora meno interessanti, insolite ma spesso comuni e bana-
li, così come solo la moltitudine può essere.
Onestamente alla mia età sono ancora impressionato dalle cose stridenti.
Onestamente mi imbarazzano le BJD. Troppo infantili e bianche, troppo al-
la moda e troppo cariche di significati e simboli. Mi sgomentano gli occhi di
vetro che ti fissano vuoti, mi preoccupa l'affetto “incantato” di molti che
possiedono una BJD. Sia bambina, che adolescente, draghetto o maialino
è definitivamente sconvolgente. Io ne ho una (dovrei dire uno poiché è un
maschio) eppure lo tocco con circospezione, ho difficoltà a vestirlo (ma ho
un mare di abiti) perché mi mette a disagio infilargli le mutande.
Onestamente mi piace l'entusiasmo con cui il dream team della prima Ita-
lian Doll Convention promuove l'evento, mi piace di meno la supponenza
con la quale alcuni di loro si autopromuovono quali “cultori speciali della
materia”: ma è la vita.
Onestamente sono perplesso davanti alla scarsità dei partecipanti al con-
test, ed alla scarsa qualità generale delle realizzazioni.
A prescindere da certezze come la creazione di Chan Park con interventi di
resculpting, e guizzi ironici come la Barbie cinquantunenne che calpesta la
foto di due Ken che si abbracciano (ha scoperto soltanto ora che forse è
gay?), ho visto un eccessivo tripudio di varici, rughe e occhiaie. E in più ho
visto alcune oscene meringone incrostate di perline e paillettes, perdipiù
definitivamente fuori tema. Quando ho chiesto a una partecipante di spie-
garmi l'attinenza con il tema piuttosto che rispondermi “a cinquantunanni
sono ancora brillante (?)” avrebbe dovuto onestamente dirmi “so fare solo
questo”
Onestamente: Antonio
ONESTAMENTE
DCCINEWS58 3
B
uon compleanno a... Ken! Kenneth Carson,
meglio conosciuto come Ken l'eterno fidan-
zato di Barbie, il prossimo 2011 compirà 50
anni e noi insieme a lui, celebreremo questa bam-
bola maschile. Forse la prima fashion doll maschi-
le e adulta, creata per un pubblico femminile e con
pari dignità (parliamo di abiti e accessori) della sua
controparte, che ha accompagnato Barbie come
sua spalla per 5 decadi, coronando piccoli sogni
d'amore, o questo vorremmo che fosse. Un fidanza-
to, un eroe sportivo, un dottore, un campione olim-
pico, una rock star, insomma un compagno di gio-
co e alleato in tutte le avventure che milioni di bam-
bini hanno creato con lui e Barbie.
Nell'esperienza di
ognuno di noi Ken ha
un posto speciale, ma-
gari non grande quan-
to Barbie ma nei ricor-
di di tutti c'è anche lui:
chi lo ha preferito a
Barbie, chi non lo ha
mai amato e chi invece ne avrebbe voluto uno ma
non potendolo avere creava un suo alter ego con
altri giocattoli. In un angolino dei miei ricordi c'è lo
“Sport & Shave” che ho avuto tardi, verso i 9 anni
ed era già “fuori moda” di almeno 2 anni. Mi piace-
va per i minuscoli accessori che aveva in dote, ca-
ratteristica che solo da adulto ho compreso che Ken
ha da sempre.
Dal breve amarcord torniamo alla festa, nel 2011
la linea collectibles tanto quella playline ci arric-
chirà di tante bambole
maschili.
Le prime immagini che
ho raccolto dal web
(scrivo ai primi di otto-
bre) riguardano le col-
lectibles. Ci sarà un Ken
in gift-set commemora-
tivo del primo apparso
nel 1961, in costumino
e ciabattine che potremo cambiare d'abito metten-
dogli il “Victory Dance”, riproduzione del 1964.
Il più noto
accessorio
di Barbie ha ancora
un suo perché.
Anzi, vari perché.
DCCINEWS584
Vedremo per la prima volta, o quasi, Ken che fa il
modello per la linea “Basics” e Samurai per le
“Dolls of the World”. Lo vedremo anche come guar-
dia russa (tenebroso e con barba sfatta) in prezio-
so silkstone, e chissà cos'altro arriverà!?
In America il bambolo avrà la giusta celebrazione,
la grande convention nazionale di metà anno sarà
in parte dedicata a lui, come fidanzato di Barbie da
50 anni...
L'attenzione per questa volta sarà tutta per Ken,
tutti i riflettori saranno puntati su di lui ma noi, quel-
li che di marketing e elucubrazioni mentali poco
hanno a che fare, possiamo condividere con lui
qualcosa di ancora più speciale, i nostri ricordi e il
nostro affetto... Auguri Ken!
Marco Banfi
www.flickr.com/photos/mood4mod
DCCINEWS58 5
L'appuntamento tipico prima dell'estate, ma solo per il club, che
nel 2009 avevamo saltato, siamo riusciti a riprenderlo quest'anno.
Ci siamo trovati a fine giugno al Crowne Plaza Milan City, in tanti.
Mattina studiosa, pausa pranzo sfiziosa, riffa gaudiosa.
Ecco qualche immagine della giornata. Tra bambole prese di petto
e alle prese con la moda, tra prossimi eventi e giochi psicologici,
pubblico in carne ed ossa, pubblico di vinile, mercatini per
tutte le tasche e premi a sorte di ogni sorta! (DF)
...dal Milano
Club
Meeting
Giri di bambole
DCCINEWS586
A
giugno a Milano ha avuto luogo il Fashion Camp, una conferenza informale sul futuro della moda. Io
(Daniela Ferrando) ho voluto partecipare parlando della relazione che c'è tra le bambole e la moda. Il
pubblico ha reagito molto bene. La presentazione, che ho messo online e che parlava di tanti di voi
DCCI, arriverà presto ad avere 1000 lettori, che non è un numero piccolo - è solo un piccolo step. Da quel-
l'esperienza è scaturita l'idea di creare la prima rubrica online sulle fashion dolls per un vero fashion maga-
zine: ed ecco la sezione I-DOLLS, sul neonato fashionblabla. Questo per dire che se vogliamo che le fashion
dolls e la nostra passione siano più considerate, dobbiamo uscire dai soliti giri, interessare nuove persone,
mostrare esempi e argomenti, sperimentare spazi diversi. (DF)
...dal Fashion Camp,
fashionblabla e...
www.fashioncamp.it www.fashionblabla.it
DCCINEWS56 7
dall'appuntamento
di fine estate …
Rimini Rimini!Cenni frizzanti sulla Convention 2010
È
sempre un bel momento di aggregazione la
convention dollesca riminese! Vuoi per la bra-
vura di Marinella che la organizza e dei suoi
collaboratori, vuoi per il calore dell'ospitalità locale,
vuoi perchè cade in un periodo in cui è ancora pos-
sibile fare due passi sulla battigia e bearsi dell'ulti-
mo sole di fine estate…e le squisite piadine, dove le
mettiamo? !?
Anche quest'anno, due giorni di esposizione a tutto
tondo (per qualche fortunato, anche qualche mo-
mento di riunione e chiacchiere il venerdì, e un'otti-
ma cena al ristorante dell'albergo il sabato sera) al-
l'Hotel Villa Bianca, condite da una mostra veramen-
te spettacolare per numero, varietà e qualità di ele-
menti, le GENE MARSHALL di Antonio Russo: altret-
tanto spettacolari le BJD di tutte le forme e dimen-
sioni che hanno popolato le sale d'ingresso.
La creatività l'ha fatta da padrona; oltre ai consueti
dealers che hanno portato dolls vecchie e nuove, ab-
biamo particolarmente ammirato le creazioni OOAK
di Macinino Magico, deliziose ed estremamente cu-
rate nei dettagli; alcuni preziosi abiti all'uncinetto;
new entries come la simpaticissima Cristina Bisulli;
i vestiti-concept di Patrizio Cipriano; i capolavori OO-
AK di Simone Dall'Erba; i fantastici mobili in minia-
tura di Catia Destro; i sempre-verdi e sempre-bra-
vissimi Magia2000 e Artist Creations; impossibile
nominare tutti…
Il Contest di quest'anno non era facile, richiedeva im-
pegno e studio particolare, quindi un “bravo” specia-
le a chi ha partecipato e al trionfatore Chan Park, con
una Barbie 51enne….in doppiomento e chignon, iro-
nica e ben realizzata.
Un sentito grazie a organizzatori e partecipanti, ci ve-
diamo alla prossima!
Babs
DCCINEWS568
Marinella premia Chan Park
in un mare di bambole
Gene di Antonio Russo,
Raffa by Artist Creations
Babs e Daniela fanno PR per il DCCI
DCCINEWS56 9
Giri di bambole, giri in giro.
Ph di Enixe’s,
Chan Park, Babs, Cristina,Luna, Akemi, Newkriss
DCCINEWS5810
Dal Made in Italy
- gusto, creati-
vità, ingegno -
al *MAD* in
Italy, la pas-
sione per lo stile
e l'eleganza italiana vista
con gli occhi delle bambole.
*MAD* in Italy è l’evento dedi-
cato alle fashion dolls italiane,
oggetto di una recente riscoperta
in tutto il mondo; un'interessante
vetrina della migliore produzione
nazionale di grande tradizione
come Bonomi, Furga, Italocremo-
na, Migliorati. Attraverso le bam-
bole faremo un tuffo nel tempo
passato e ripercorreremo la sto-
ria del costume della seconda
metà del secolo scorso: i mitici
'60 con le Furga Alta Moda, i ri-
voluzionari anni '70 con le Corin-
na Italocremona e tante altre sto-
rie tra le quali quella di Tanya, la
Barbie clone italo/tedesca dalla
complicata vicenda produttiva.
*MAD* in Italy è il tema del con-
corso per costumizzatori, al qua-
le tutti gli artisti sono invitati a
presentare una bambola che rap-
presenti vizi e virtù italiane ispi-
randosi al costume, alla cronaca,
alla storia all'arte e alla cultura
del bel paese.
*MAD* in Italy è l'appuntamento
di domenica 10 Aprile 2011, a
Roma, in via Via Cavour 50/A.
Bambole a Roma crew
info@ bambolearoma.it
*Mad* in Italy
Tutti pazzi per l’Italia
10 April
2011
28 Maggio 2011, sera.
Per la prima volta in una Convention italiana, il FASHION SHOW: ovvero,
la sfilata in costume di persone creative, dollofile, spiritose, che per una
sera vestiranno i panni - letteralmente - della bambola preferita, rico-
struendone nei dettagli il vestito, il trucco, l'acconciatura… pronti per
una parentesi di celebrità, sotto l'obiettivo di amici, fan e fotografi!
Per partecipare >
http://www.italiandollconvention.it/sitoitaliano/fashionshow.html
* (il fashion show è APERTO SOLO AI PARTECIPANTI DEL CONVENTION
GALA)
Sfilate* con la vostra Barbie
preferita...e DIVERTITEVI!
Ciao DCCI,questa Doll News sarà nelle vostre mani a partire dal 28 novembre a Calenzano (e poi via via spedi-
ta a chi non c'era), nella solita caotica giornata che quest'anno DCCI dedica al tema METAMORFOSI.
Ok, un tema insolito. Ma a noi piace provocare la vostra super-creatività.
Siamo curiosissimi di vedere chi c'è, cosa c'è, chi vince!
Notizie
dal Club
GRAZIE DCCI!
Con la riffa del Club Meeting di giugno abbiamo
raccolto 400 euro per donarli all'organizzazione
GxG che sostiene l'attività agonistica di un
gruppo di atleti disabili. Il presidente di GxG ci
ha scritto questa lettera di ringraziamento.
Ne siamo onorati e orgogliosi.
Grazie ancora a tutti!
Appuntamenti
nel mondo
11-13 marzo 2011
Paris doll festival
www.dollexpo.fr
27-30 luglio 2011
Barbie and Ken Spring Break 2011
(Fort Lauderdale, FL)
www.barbieconvention.com
In Italia
10 aprile 2011
Un Milione di giocattoli
Mostra mercato del giocattolo d'epoca e da
collezione
Cremona, frazione Cavatigozzi, palestra comunale
www.aigec.it
10 aprile 2011
*Mad* in Italy
6a
edizione di Bambole a Roma
www.bambolearoma.it
28-29 maggio 2011
Italian Doll Convention
www.italiandollconvention.it
27 marzo, 19 giugno, 4 settembre, 18 dicembre
Borsa Scambio Giocattoli e Modellismo
Novegro, Milano
borsascambio@parcoesposizioninovegro.it
www.parcoesposizioninovegro.it
Join us! Stay with us!
Iscriversi o rinnovare l'iscrizione per un anno al
Doll Collectors' Club Italia costa (ancora e
soltanto) 20 euro. Pagabili a scelta:
• 20 euro direttamente al tavolo DCCI
alle convention
• 21 euro via paypal a club dcci@fastwebnet.it
(1 euro per commissioni paypal)
• 20 euro sulla postepay
# 4023 6004 6481 1795
intestata a Gai Cinzia Anna, avvisando
Cinzia del pagamento avvenuto,
all'email cinzia.gai@fastwebnet.it
Grazie!
DCCINEWS58 13
DCCINEWS5814
Avete mai aspettato cinque anni
per avere una bambola? Io sì.
Desideravo assolutamente la Bar-
bie parlante versione francese del
1968 ancora dentro la sua scato-
la originale dopo che avevo visto
quella di Sylvie DANTEC. Lo so,
era un desiderio molto ambizioso
in quanto Sylvie ha pezzi unici e
magnifici. Avevo già delle Barbie
parlanti francesi fuori dalle loro
scatole che avevo riparato, ma
trovavo la scatola molto interes-
sante.
I coperchi in plastica sono verdi
anziché color malva come nelle
versioni degli altri paesi; il nome
MATTEL non figura sulla parte an-
teriore della scatola francese;
inoltre ci sono delle differenze eu-
ropee come l'etichetta sotto il co-
perchio inferiore che indica solo il
nome Barbie e il numero di riferi-
mento, mentre nella versione USA
c'è il disegno della bambola e il
colore dei capelli.
Un dettaglio divertente che riguar-
da l'interno della scatola: vicino
alla testa della bambola c'è una
freccina che indica l'anello da ti-
rare per far parlare la bambola.
Nella versione americana questo
particolare si trova a destra men-
tre nelle versioni europee si trova
a sinistra sotto la coda di cavallo
della bambola così che si fa fatica
a vederla !
Sottigliezze che solo i collezionisti
sanno apprezzare.
Da cinque anni quindi stavo cer-
cando su internet, alle fiere, pres-
so gli amici, questa fatidica bam-
bola in scatola. E poi lo scorso
maggio, vidi su ebay USA una
“French talking Barbie NRFB”.
Era lei. La volevo. Era solo a 150
US$ al momento.Il mio complean-
no era vicino, era un buon segno.
Il mio primo ostacolo: il venditore
che si trovava a Milano accettava
solo offerenti americani.
Lo contattai per chiedergli di ac-
cettare la mia offerta nonostante
fossi francese. E con mia grande
sorpresa, ricevetti risposta da una
collezionista italiana che conosco
molto bene, in quanto lei si occu-
pa della NEWS del club italiano e
mi chiede regolarmente degli arti-
coli su Barbie.
Mi spiegò che la bambola appar-
teneva ad un collezionista italiano,
purtroppo venuto a mancare, e
che il suo partner si era deciso a
L'attesa fa parte
del piaceredi Eric Chatillon, trad. Rossana Cinquanta
DCCINEWS58 15
separarsi dalla collezione del-
l'amico. Siccome non conosceva
bene il mercato, aveva demanda-
to a lei di mettere la bambola par-
lante in vendita.
Conoscevo bene questa coppia
perché li incontrai al Paris Fashion
doll Festival e li invitai da me a
Lione diverse volte. Mi misi in
contatto allora direttamente con il
compagno del mio amico e gli
spiegai che cercavo questa bam-
bola da diverso
tempo e che as-
solutamente la
volevo. Il fatto
poi che questa
bambola fosse
appartenuta ad
un amico, ne
accresceva il
valore senti-
mentale.
Per farla breve
gli chiesi di ven-
dermela diretta-
mente. Temevo
che su Ebay, al-
l'ultimo minuto,
un collezionista
particolarmente svelto aggiunges-
se un dollaro sulla mia offerta
massima.
Il lato più spinoso era il denaro:
ero pronto a pagare il prezzo che
lui mi richiedeva (ma mi ero posto
il limite di 600 euro, senza dirglie-
lo). Il secondo ostacolo: il compa-
gno del mio amico mi rispose
semplicemente:”sono contento di
sentirti e buona fortuna per la tua
offerta su Ebay!”
Il colmo della sfortuna, la vendita
terminava un sabato sera alle
20.30… cascava malissimo,
quella sera avevo già previsto di
andare al ristorante con degli ami-
ci. Li chiamai allora per spiegare il
mio dilemma. Essi compresero
perfettamente e annullai la nostra
uscita per stare davanti al mio
computer all'ora X.
Avevo paura che il mio computer
si piantasse e che la mia connes-
sione internet non reggesse.A far-
la breve, ero nervosissimo. Il mo-
mento tanto atteso arrivò e a po-
chi secondi dalla fine dell'asta of-
frii la cifra massima. Terminata
l'asta mi aggiudicai la bambola
per 356 euro !!!!
Non stavo più nella pelle.Avevo la
bambola a lungo agognata ad un
prezzo modesto. La ricevetti per
posta la vigilia del mio complean-
no. Adoro questa bambola per più
di una ragione perché è proprio
quella che volevo da cinque anni,
il mio compagno me ne ha paga-
ta la metà per il mio compleanno
e poi mi ricorda il mio amico italia-
no. Non è meravigliosa la vita?
DCCINEWS5816
Ultimo assaggio
(del saggio)
Le critiche degli anni Sessanta hanno sottolineato
che il contenuto del “ruolo” era stato definito dalla
Mattel Corporation: “Mentre giocano, le bambine
vengono educate dal settore promozionale della
Mattel Corporation ... crescono con delle aspettative
preparate dalla Mattel”.
Per la giornalista di “Ramparts”: “Lo staff creativo
della Mattel si dedica a quel tipo di ideali che ispira-
no il “Reader's Digest”. Oggi alla Mattel la formazio-
ne della seconda generazione interessa perfino più
dei profitti. L'azienda vuole che le ragazzine realiz-
zino l'ideale femminile americano: quello di una don-
na consumista, attiva, di potere e frigida”.45
Anche le
critiche delle femministe degli anni Sessanta e Set-
tanta vertono su questi due punti, il ruolo della con-
sumatrice e l'immagine della sessualità femminile.
Ai loro occhi Barbie incarna in primo luogo i fantasmi
del consumismo che caratterizzano la società degli
anni Cinquanta, e più in generale la società contem-
poranea.
Più che le buone maniere (secondo la Mattel “Barbie
valorizza la buona educazione e le buone maniere”),
la bambola insegna alle bambine che bisogna con-
quistare la felicità attraverso l'acquisto di quei beni
materiali che vengono riconosciuti socialmente. Il
vangelo di Barbie è un ripetuto “consumismo osten-
tato” : occorre circondarsi di tutti i segni convenzio-
nali della ricchezza per divertirsi (“fun” è la parola di
moda degli anni Novanta), bisogna curare le appa-
renze e seguire tutte le mode. Perché è soprattutto
attraverso i vestiti che si diventa qualcuno (e spe-
cialmente qualcuna) e si diventa “popolari”, un con-
cetto fondamentale per la vita sociale degli anni Cin-
quanta.
Di colpo la moltitudine di amici che circonda Barbie
acquista un particolare rilievo. Secondo l'analisi di
David Riesman in La folla solitaria, negli anni Cin-
quanta gli americani sono diventati dei consumato-
ri la cui condizione sociale non è determinata solo
da ciò che possono acquistare, ma anche dal grado
di conformità delle loro attitudini in fatto di consumo
rispetto alle scelte dei loro pari (peer group). Ripren-
dendo l'osservazione di Riesman sulla socializzazio-
ne del gusto, possiamo dire che Barbie invita le
bambine a conformarsi alle mode e a credere che
ogni attività esiga una tenuta particolare. Mentre i
prodotti di massa diventano tutti sensibilmente
uguali, Barbie insegna alle bambine ad operare del-
le distinzioni che abbiano un valore sociale. I suoi ve-
stiti, ad esempio, sono di tre tipi, che corrispondono
a “una linea economica, una linea di medio prezzo e
una linea firmata”.
… è verooo. L'America da Reader's Digest era la scena delle prime Barbie.
Quanta strada da allora. Quanta strada anche noi, per leggere qsto saggio fino alla fine. (DF)
DCCINEWS58 17
Giocare con Barbie significa dunque essere iniziate
al consumo come attività primaria. Non è forse si-
gnificativo il fatto che dal 1959 al 1964 la Mattel ha
prodotto una tenuta da “compratrice dei suburbs”?
È il caso inoltre di sottolineare che tutti gli accesso-
ri prodotti dalla Mattel negli anni Sessanta sono con-
nessi ad attività ricreative. Negli anni Settanta Bar-
bie si è iscritta al college, ma come fa notare Mari-
lyn F. Motz, il suo campus si riduceva a una camera
nel pensionato universitario, un soda shop con cabi-
na telefonica, uno stadio di football e un drive in.46
Secondo un collezionista, c'è stato un periodo in cui
l'universo di Barbie comprendeva cinquantadue
amici, parenti e animali del cuore (pets).
Nel 1950 David Riesman descrive la socializzazione
nella società dei consumi in questi termini: “Affer-
marsi diventa quasi sinonimo di farsi degli amici, o
perlomeno di avere gli amici giusti”. Quando la po-
polarità o l'essere accettati dai propri pari rappre-
senta lo scopo principale nella vita, allora: “Le ami-
cizie e le persone stesse vengono considerate come
i beni di consumo più importanti; proprio il gruppo
dei pari costituisce l'oggetto di consumo principale”.
Secondo Marilyn Motz, la creazione di Barbie e dei
suoi amici consentirebbe alle bambine di comperar-
si un peer group, di “collezionare letteralmente de-
gli amici”.
Viene da chiedersi se, con il personaggio di Ken
(“Barbie e Ken sono inseparabili fin dal 1961”), la
bambola Barbie non ha mostrato fino a che punto si
possono strumentalizzare i rapporti umani. Tutti i
commenti - da quelli favorevoli della Mattel, come
“Barbie non è volubile”,“Barbie, una donna sexy, di-
sinvolta, anticonformista, ma pura”, oppure “Barbie
l'adolescente ideale, sexy ma innocente” (Documen-
tazione Mattel France, pp. 19-20), alle critiche se-
condo le quali “l'anatomia femminile di Barbie è ap-
pena accennata, con il chiaro intento di sollecitare
l'immaginazione e non di procurare piacere a lei e a
Ken”, o “Barbie lascia intravedere una dimensione
erotica pur rimanendo casta”47
- tutti i commenti di-
cono chiaramente che fra Barbie e Ken non accade
mai nulla di moralmente riprovevole. Ne consegue
che il personaggio di Ken è soltanto un accessorio in
più; la giornalista di “Ramparts” conclude che “Se
vai ad una festa hai bisogno di un tocco di mascoli-
nità. Questo è tutto ciò che Ken può offrire”.48
Il messaggio di Barbie sarebbe dunque quello rias-
sunto da Marilyn Motz: “Sii ricca, bella, popolare, e
soprattutto divertiti”. Tutto qui. Eppure alcune fem-
ministe di oggi la difendono, sostenendo che la bam-
bola Barbie ha avuto un ruolo positivo. Sarà forse un
segno dei tempi o dell'evoluzione del femminismo,
ma veniamo a sapere che delle “Barbie fans” dive-
nute “femministe adulte” vedono in Barbie “una
donna influente, che non si è mai lasciata condizio-
nare da Ken”.Alcune sostengono perfino che Barbie
è stata “una bambola veramente rivoluzionaria, che
non ha represso ma che anzi ha ispirato l'immagina-
zione delle ragazzine”; “in particolare nei suoi primi
anni di vita Barbie rappresentava un'alternativa libe-
ratoria all'immagine onnipresente della donna ritrat-
ta come una casalinga sgobbona”.49
Chissà se queste interpretazioni più recenti aggiun-
gono qualche nuovo elemento sul significato reale
della bambola. Potrebbero essere soltanto dei fanta-
smi, perché chi può capire l'uso che le bambine fan-
no delle loro bambole e gli effetti che si ripercuoto-
no sulla loro vita di adulte?
Le sceneggiature preparate dalla Mattel o i giochi
proposti dal “Journal de Barbie” possono influenza-
re i giochi delle bambine, ma è difficile stabilire fino
a che punto li condizionino.50
Rimane sempre infatti la possibilità di dare libero
corso all'immaginazione, e se qualsiasi oggetto può
trasformarsi in un gioco, qualsiasi giocattolo può an-
che essere allontanato dall'uso che gli era stato at-
tribuito. Ci sono bambine che trasformano in giova-
ni donne anche i loro bambolotti, li vestono con abi-
ti da sera e gli fanno vivere ogni tipo di avventura.
continua a pag 20>
Confezionare da soli i vestitini per
le proprie bambole è sempre una
soddisfazione!
Ma trovare il tessuto adatto, con la
stampa in scala, esattamente co-
me ce l'abbiamo in mente non è
sempre facile. E allora perché non
imparare a stampare da soli sulla
stoffa? Non è difficile, bastano un
ferro da stiro e la carta transfer per
tessuti. Innanzi tutto dobbiamo de-
cidere che tipo di stampa vogliamo
realizzare: piazzata o all-over.
Le stampe piazzate sono le più
semplici, perché sono quelle che
compaiono una sola volta sull'in-
dumento, possono essere asim-
metriche e dai contorni irregolari;
ad esempio una stampa sul da-
vanti di una maglietta.
Le stampe all-over, invece, sono
quelle che si ripetono su tutta la
stoffa e devono essere pensate in
modo che, riproducendole più
volte una accanto all'altra, il dise-
gno risulti uniforme ed armonio-
so. In genere si usa disegnare
una texture quadrata o rettango-
lare, perfettamente affiancabile e
riproducibile.
Creiamo e personalizziamo le no-
stre grafiche.
Per coloro che non sanno utilizza-
re software di grafica, basta scari-
care delle grafiche già pronte dal
web. Ricordate che qualsiasi
immagine può diventare una
stampa.
Ora che abbiamo la grafica dob-
biamo stamparla sulla carta tran-
sfer, con una normalissima stam-
pante ad inchiostro, in formato A4.
Facciamo attenzione a specchiare
la stampa, soprattutto se ci sono
delle scritte, perché quando an-
dremo a trasferire la stampa sul
tessuto, verrà specchiata di nuovo
e quindi risulterà dritta. Se non lo
facciamo, invece, risulterà rove-
sciata.
Ritagliamo la superficie da stam-
pare e posizioniamola sulla stoffa.
Consiglio di stampare il tessuto
prima di tagliare e cucire il vestiti-
no, così non rischieremo di rovina-
re l'abito con il ferro.
Quindi stiriamo con il ferro ben
caldo per una trentina di secondi,
muovendolo leggermente in modo
che non si attacchi e non bruci la
stoffa.
Se la stoffa è particolarmente de-
licata o parzialmente sintetica è
meglio interporre un panno di co-
tone, così da non rovinare stampa
e stoffa.
La stampa sarà pronta quando la
cartina che la ricopre si stacca fa-
cilmente.
In linea di massima il procedimen-
to è questo, ma siccome ci sono
diversi tipi di carta transfer in
commercio e in genere tutte le
confezioni riportano le istruzioni
d'uso, è buona norma seguire
quelle consigliate.
Buon divertimento!
DCCINEWS5818
Adesso
stampo io!Pamela De Lorenzi
Materiale occorren
Carta transfer per tessuto
(reperibile nei negozi specializzata
in articoli da stampa - es: Prink
- o nella grande distribuzione elettronic
- es: Mediaworld )
Tessuto
(meglio se di cotone e a tinte chiare)
Ferro da stiro
Stampante a getto d'inchiostro
(Forbici) ... dettaglio trascurabile.
Stampa piazzata:
la grafica di una T-shirt
nte
ca
ddoollll aarrttiisstt
Consigli Utili
Le carte transfer funzionano meglio
con tessuti di cotone (o comunque di fi-
bre naturali) a fondo chiaro, meglio se
bianco, perché la stampa tende ad an-
dare in trasparenza, quindi la tinta del-
lo sfondo ne influenza i colori.
NB: le stampanti comuni non stampa-
no il colore bianco, quindi non c'è in-
chiostro nelle parti bianche della grafi-
ca, motivo per cui, una volta trasferita
sul tessuto, quella zona mostrerà il co-
lore di sfondo.
Esistono delle carte transfer per
stampe coprenti o su fondo nero, ma
sono più difficili da trovare e hanno un
procedimento di stampa leggermente
diverso da quello descritto qui, quindi
seguite sempre attentamente le istru-
zioni riportate sulla confezione.
DCCINEWS5820
Il problema nel caso di Barbie è che il packaging,
l'universo che le hanno costruito intorno e la pres-
sione della pubblicità scritta e audiovisiva incarnano
dei valori e dei modelli che sono onnipresenti in que-
sta società, e che vengono già proposti con ogni al-
tro mezzo.Tutto ciò contribuisce ad orientare pesan-
temente i giochi . L'antologia di Mondo Barbie fa ca-
pire che esistono innumerevoli modi d'uso e di de-
viazione dall'uso della bambola Barbie. Speriamo
che esista ancora un angolo dell'immaginario infan-
tile estraneo ai condizionamenti della Mattel.
CONCLUSIONE
Possiamo solo ammirare l'abilità commerciale della
Mattel, l'ingegnosità delle sue strategie di marke-
ting, il senso delle pubbliche relazioni e delle trova-
te pubblicitarie, l'astuzia di aver presentato Barbie
come una persona e la capacità di impadronirsi di
tutte le mode, incluse le più recenti e quelle appa-
rentemente meno conformiste. Senza dubbio Barbie
sa riconoscere l'aria che tira. Così si può passare an-
che dal cross-dressing al cross-selling (vendere gio-
chi per bambine ai bambini e viceversa) o al gender-
bending.51
Ma tutto questo basta forse a spiegare la
“barbimania”, la longevità di Barbie e la sua natura
emblematica?
Bambola mediatica e planetaria, Barbie ha acquisito
un valore sociale grazie agli oggetti, ai vestiti, all'uni-
verso di paccottiglia che la circonda, ed è diventata
una “eroina popolare” attraverso le sceneggiature
prodotte dalla Mattel.52
Perché per vendere e per in-
durre le bambine al consumo occorrono delle fiabe,
dei racconti di fate moderni.
La Mattel non è soltanto produttrice di giocattoli, è
anche una racconta-favole di scala mondiale. Non è
Big Brother, ma Big Mother: Mother Mattel ha sosti-
tuito Mother Goose. E l'azienda ha la ferma intenzio-
ne di mantenere il controllo sulle proprie storie, co-
me dimostra l'aneddoto riportato dal “San Francisco
Chronicle” del 3 aprile 1993: “Da alcuni mesi una
sensitiva di San Anselmo di nome Barbara Bell si è
messa in contatto con l'essenza spirituale di Barbie.
Ha pubblicato un'inserzione su una rivista di parap-
sicologia, offrendosi di rispondere per conto della
bambola alle lettere dei lettori per tre dollari a lette-
ra. Sono arrivate duecento lettere e Barbie ha rispo-
sto su carta rosa, con toni dolci e saggi: Barbie dice
di non preoccuparsi, tutto si aggiusterà, ama il tuo
vicino. Cordiali saluti, Barbie. Sembra però che la co-
sa debba finire. 'Il suo uso del nome di Barbie po-
trebbe compromettere l'immagine positiva, bella e
familiare della bambola' dice una lettera di due pa-
gine proveniente dalla sede centrale della Mattel...
“Le chiediamo di desistere immediatamente”. Il le-
gale della Mattel ha dichiarato che il gruppo avreb-
be chiesto “ingiunzioni, danni e spese legali” se la
Bell non avesse smesso di “infangare il buon nome
di Barbie”. Non c'è spazio per i compromessi, dico-
no alla Mattel. “Barbie non ha nulla a che fare con
l'occulto”, ha dichiarato la portavoce Donna Gibbs.”È
solo un giocattolo per bambine. Non credo che si
possa parlare al posto di una bambola.” Ma voi lo fa-
te, non è vero? “Questo è un altro discorso”.53
La presenza di Barbie è dunque così forte da indur-
re qualcuno ad invocare il suo spirito. Può anche su-
scitare passioni divoranti; dopo il furto delle sue Bar-
bie, un collezionista ha dichiarato: “Erano tutto per
me. Potrei vivere senza mangiare, ma non so se riu-
scirò a sopravvivere senza di loro”.54
Questo ci fa ca-
pire qualcosa di un mondo in cui la persona umana
viene plastificata. Il successo di mercato della Mat-
tel è il trionfo di un simulacro: così come l'universo
di celluloide ha prodotto la diva, un universo fatto di
plastica produce oggi la bambola Barbie. Anche le
spiegazioni degli esperti di marketing sono significa-
tive: la Barbie sostituisce i “familiari assenti”, il fra-
tellino o la sorellina mai concepiti, la madre che non
rimane più a casa. Viviamo insomma in un mondo
che è sempre più fondato sulla sostituzione.
Ho iniziato dicendo che la comparsa di Barbie ha
> continua da pag 17
DCCINEWS58 21
provocato una rottura nelle pratiche sociali e nella
socializzazione delle bambine. Si è trattato di una
“rivoluzione” del modo di concepire l'infanzia che
mira a farla scomparire, poiché proietta le bambine
in un mondo di adulti e le considera come potenzia-
le clientela da mantenere fedele.55
Ma la “rivoluzio-
ne” di Barbie è anche quella di un'intera società che
è sempre meno in grado di distinguere tra la realtà
e le sue false apparenze.56
Come prodotto tipico de-
gli anni Cinquanta e come grande successo degli
anni Ottanta, la bambola Barbie è solo un ulteriore
esempio delle mostruosità prodotte da un immagi-
nario sociale che appare minato dalla confusione fra
la realtà e i simulacri di ogni tipo. Non demonizzia-
mo la bambola Barbie, ma cerchiamo di guardare
con i suoi stessi occhi: la “barbificazione” del mon-
do è giunta a buon punto.
45.Donovan Bess,“Barbie and Her Friends”,cit.,pp.26-7.
46. Si veda M.F.Motz, “I Want to Be a Barbie Doll...” cit.,
pp.129-35. Le citazioni da Riesman sono tratte da questo
articolo.
47. Ibidem, p. 129. Si veda anche il commento del citato
Donovan Bess: “Ma qual è esattamente il carattere che la
Mattel e le sue corporazioni affiliate stanno formando? Vo
gliono forse una nazione di ragazze malate di potere e un go-
verno tutto al femminile? O sperano forse in una nazione di
matrone narcisiste che vivono soltanto per vestirsi - e non si
spogliano mai?”, (p. 29).
48. Ibidem, pp. 26-7.
49. Helen Cordes,“What a Doll! Barbie: Materialistic Bim-
bo or Feminist Trailblazer?” “Utne Reader”, marzo/aprile
1992, pp. 46-50.
50. Ci si potrebbe anche porre il problema dell'uso che
ne fanno gli adulti: le collezionano, le adoperano per
comporre dei “quadri viventi” erotico artistici ecc. Vedi la
mostra su “La vita erotica della bambola Barbie” a Parma
nell'estate 1993, concepita dal fotografo Roberto Gamba:
“Libération”, 27 agosto1993. Per ciò che riguarda i bambini
si veda Autrement, pp. 30-1: “E difficile definire ciò che i
bambini fanno dei loro giocattoli.” “La relazione con il
giocattolo è in parte immaginaria, e il gioco stesso è in gran
parte invisibile.” Vedi anche l'inchiesta di Nathalie Batté,
nota 1.
51. Cfr. Carol Lawson, “Stereotypes Unravel, but Not Too
Quickly in New Toys for 1993”, “The New York Times”, 11
feb. 1993, B 1: ”Quest'anno alcuni produttori di giocattoli
sentono profumo di dollari nella confusione dei generi...
Stanno cercando di vendere lo stesso tipo di giocattolo a
entrambi i sessi. Il concetto di “gender bending”, che sta
mettendo in agitazione l'industria, spiega tutto.” Per il
crossdressing: un Ken travestito apparso in un negozio nel
1990 ha fatto scalpore sui giornali. Cfr.“Fortune”, 27 agosto
1990, p.14 e Marjorie Garber, Vested Interests, Cross-
Dressing and Cultural Anxiety, New York, Routledge, 1992,
p.2.
52. Il già citato articolo di “Ramparts” sottolinea che “Le
favole e le descrizioni di queste bambole attribuiscono loro
un reddito alto borghese e dei gusti da piccola borghesia”
(p. 28).
53. Steve Rubinstein, The Link to Barbie Is Cut by Her
Maker, “San Francisco Chro nicle”, 3 aprile 1993, C 20.
54. Carol Masciola, “Stolen: 5000 Barbies, Unplayed
With”, International Herald Tribune, 15 ottobre 1992, p. 8.
55.“Il fascino che Barbie esercita sulle giovani compratri-
ci dipende in gran parte dall'offerta apparentemente infinita
di accessori che Barbie e i suoi amici possono indossare”;
“Barbie non era fine a se stessa, ma apriva la strada ad un
intero mondo di accessori. Si trattava di una bambola veico-
lo per la futura vendita di merci correlate, e non di un prodot-
to finito.” Don Richard Cox, Barbie and Her Playmates,“Jour-
nal of Popular Culture”, 11 (1977), p. 303.
56. Su questo tema si veda Michael Rogin, Ronald Rea-
gan, The Movie, Berkeley, University of California Press,
1987.
Gente che gioca con le bambole. Non nella realtà,
nei libri.Adulti e, incidentalmente, bambine (più o me-
no cresciute). Non l'ho fatto apposta, e infatti non me
ne sono accorta subito. Il collegamento si è precisato
dopo un po': in varie letture dei miei ultimi mesi, c'era-
no continuamente personaggi che giocavano con le
bambole. Ecco quali citando autore, opera ed editore,
se casomai voleste leggerli anche voi.
Giorgio Scerbanenco, I mila-
nesi ammazzano al sabato,
Garzanti: nel libro, un polizie-
sco dei tardi anni '60, Donatel-
la Berzaghi è la sventurata pro-
tagonista, che scompare: bion-
da gigantessa bellissima nel
corpo, bambina di 10 anni nella mente, innocentemen-
te ma pericolosamente ninfomane nel comportamen-
to, pupilla adorata e unica ragione di vita del suo papà
vedovo, lei gioca ancora con le bambole. Proprio le
sue bambole e tutti quei personaggi Disney appesi
al lampadario che aspettano nella sua linda came-
retta un improbabile ritorno, sono simbolicamente
una delle immagini più tristi di qsto noir dolente, intri-
so di compassione (e qsto testo è quasi un copiaeincol-
la dal mio blog).
Alicia Gimenez-Bartlett, Vita sentimentale di un ca-
mionista, Sellerio: nel libro, la più lagnosa, appiccico-
sa e suicidaria delle amanti del protagonista ha una
casa rigurgitante di bambole e peluches (ehm…
come tante case di noi doll collectors!). Lui non sop-
porta qst'ambiente e qsta donna possessiva, ansioge-
na e soffocante.
Letizia Muratori, La casa madre,Adelphi: nel libro, due
storie di bambini e di bambole. Nella prima, una picco-
la fan dei Cabbage Patch
Kids intrattiene un rapporto
epistolare con la Casa Madre
(la fabbrica delle amate bam-
bole da adottare) mentre la
madre vera è un disastro e le
compagne di scuola una com-
munity di esaltate… Nella seconda, un bambino
scambia per Winx viventi le prostitute che battono
nella pineta della casa al mare, fino alla scoperta che
lo farà diventare grande.
Andrea Camilleri, La caccia al
tesoro, Sellerio: nel libro, un
decrepito psicopatico dorme
con una bambola gonfiabile
sconciamente usata e rattop-
pata. Ma non è la sola che fa
una brutta fine.
Alessandro Manzoni, I promessi Sposi, varie ed: nel
libro, l'educazione di Gertrude, futura Monaca di Mon-
za, passa attraverso la suggestione delle bambole - ve-
stite da monache anch'esse, come muto modello aspi-
razionale per la carriera futura. “Bambole vestite da
monaca furono i primi balocchi che le si diedero in
mano; poi santini che rappresentavan monache; e
que' regali eran sempre accompagnati con gran racco-
mandazioni di tenerli ben di conto; come cosa prezio-
sa, e con quell'interrogare affermativo: - bello eh? -
Quando il principe, o la principessa o il principino, che
solo de' maschi veniva allevato in casa, volevano lodar
l'aspetto prosperoso della fanciullina, pareva che non
trovasser modo d'esprimer bene la loro idea, se non
con le parole: - che madre badessa! - Nessuno però le
disse mai direttamente: tu devi farti monaca.”
Che effetto, eh? Merita una rilettura dollculturale.
Barbie
Link Daniela Ferrando
http://dollculture.blogspot.com/
Liberi collegamenti dollculturali
DCCINEWS58 23
Quello
che le Barbie
non dicono
Noemi Israel conclude (per ora)
il suo discorso sul corpo e sul-
l'erotismo delle fashion dolls,
lanciando molti spunti per con-
tinuare!
Fra robotica, avatar, automi e in-
numerevoli replicanti, infatti, c'è
da chiedersi cosa resterà del ses-
so “vintage”. Sappiamo che è ap-
pena stato lanciato sul mercato
un videogioco per soli uomini,
“My Wife: a Bride just for You”,
creato da Idea Factory per
Xbox36, vero e proprio “simulato-
re di moglie”. Mentre i “dating
sim” (simulatori di appuntamenti
e storie) stanno aumentando ver-
tiginosamente sul web. E che dire
poi del futuro della robotica che
secondo lo scienziato inglese ses-
santunennne David Levy, fondato-
re nel 2001 della Intelligent Toys
Ltd, sarà composto da una serie
di androidi in grado di soddisfare
le esigenze e le fantasie sessuali
di uomini e donne? Col perfezio-
namento dell'interattività, l'effetto
verosimiglianza aumenterà pro-
porzionalmente, perciò potremo
trovarci in un tempo non lontano
a condividere le nostre emozioni
con sexy robot in grado di elabo-
rare i movimenti dei nostri occhi e
dei nostri gesti (gesture recogni-
tion) per appagare qualunque fan-
tasia, come faceva Gigolo Joe/Ju-
de Law in “A.I.” di Steven Spiel-
berg (2002).
A titolo di cronaca, un affermato
manager giapponese di 45 anni
ha iniziato negli ultimi mesi a col-
lezionare dozzine di sex dolls in
scala 1:1, prodotte da Orient Indu-
stry Co., costruite in silicone, con
trentacinque articolazioni regola-
bili, decisamente verosimili, il cui
prezzo varia dagli 850 ai 5.500
dollari (prezzo tutto sommato ab-
bastanza accessibile se pensiamo
che Soraya della Mdvanii family in
edizione unica vale più di 10.000
euro). Quando stacca dal lavoro, il
trafelatissimo imprenditore corre
a casa e prepara le sue amiche
per una nottata di fuoco.Abbiglia-
menti da corsetteria rionale rétro,
parrucche banalissime, un po' di
tv fianco a fianco, e poi diretta-
secondaparte
DCCINEWS5824
mente a nanna con minimo tre
pupe. Il motivo che lo “costringe”
a questo gioco erotico sembra
siano i tediosi discorsi delle don-
ne vere al primo incontro. Ascol-
tare banalità, sobbarcarsi il costo
della cena o dell'albergo e
l'esborso per l'eventuale cadeau
di buona uscita lo stressano trop-
po, facendogli perdere tempo
prezioso. E siccome anche la pa-
zienza ha i suoi limiti, meglio una
donna-oggetto che non parla (e
sopratutto lo sopporta). Unico neo
della questione, ha ammesso il
manager, un po' di freddezza, non
sappiamo se emotiva o della
bambola che, per il momento, non
è ancora dotata di un termorego-
latore. Per fortuna l'arte permette
di reagire alla forte depressione
dell'attuale disorientamento emo-
tivo con proposte attive, estetica-
mente importanti e accattivanti.
Creatrice di bambole “anatomica-
mente corrette” è anche Marina
Bychkova, il cui talento l'ha por-
tata giovanissima ad essere inco-
ronata dai collezionisti di tutto il
mondo come una delle maggiori
doll artist della new generation. A
prescindere dalla scelta dell'otti-
ma qualità dei materiali, le sue
bambole sono d'ispirazione ball-
jointed. La Bychkova racconta
una storia con ciascuna di esse
ed esplora l’universo della ses-
sualità femminile con raffinatezza
e incanto (enchanteddoll.com è il
nome del suo meraviglioso sito).
E lo fa costruendo sguardi di
un'intensità infinita e definendo
con estrema cura i dettagli e le
forme. I sessi maschili sono simi-
li a quelli dei Bj, discreti e poco
enfatizzati, mentre quelli femmi-
nili appaiono decisamente più
particolareggiati. La riproduzione
anatomica di Farah, per esempio,
o di Banshee, è estremamente at-
tenta e presenta anche una pelu-
ria scura, senza per questo diven-
tare scabrosa. Anzi, si rimane
conquistati dalla squisita legge-
rezza del lieve e poetico erotismo
sussurrato. La Bychkova gioca
magistralmente con temi forti,
come Lolita, esplicito riferimento
alla ninfetta dodicenne di Nabo-
kov, o la necrofilia, tema caro ai
miti delle favole, in cui il principe
bacia una ragazza morta da gior-
ni col pretesto di ridarle vita. La
creazione, a mio parere, più origi-
nale è l'Ermafrodito ginandro, con
sesso maschile e resto del corpo
femminile, che cinge la gemella
femmina. Un'opera matura che
recupera la tradizione dell' erma-
frodita di porcellana o bronzo del-
la fine dell'Ottocento, perenne-
mente scolpito con espressioni
sofferenti (se non proprio moren-
ti), che qui invece ritroviamo “ri-
solto” e sereno, in armonica com-
pagnia.
Kathy Clark (batkatcreations.com)
è la scultrice statunitense che in-
vece ha deciso di correggere ana-
tomicamente Barbie e Ken. E se la
nostra Amica si ritrova capezzoli
rosei perfetti e un toupet un po'
scontanto, a dire il vero, a volte
anche fucsia o rosso paprika co-
me il colore dei capelli, Ken si tra-
sforma in un “superdotato” a cui
manca solo il contratto con una
casa di produzione cinematogra-
fica del settore (anche se la ver-
sione “rilassata” è disponibile in
percentuale del 20% rispetto al-
l'altra). La Clark ribadisce che la
bellezza del corpo umano consi-
ste proprio nella completezza e
spiega le ragioni delle sue scelte
per Ken in rapporto alle potenzia-
lità negate dalla casa madre. For-
se proprio per questo la tendenza
anatomica delle fashion doll si sta
ph. Emma Gilardi
DCCINEWS58 25
spingendo in questa direzione.
Anche AvantGuards, Sybarite, Bj,
Dollfie e in parte Fashion Royalty
sono bambole abbastanza carat-
terizzate sessualmente (seppure
in modo discreto). Il collezionista,
una volta venuto in possesso del
feticcio che corrisponde alle sue
aspettative, sembra però preferi-
re la macchina fotografica. Il gio-
co evolve in una sfida: trasferire
in due dimensioni il suo cast di
modelle e modelli, studiando per
loro pose che li facciano apparire
il più possibile vivi. Beninteso ci
sono sempre le provocazioni, co-
me Nancy Farmer, fotografa in-
glese, che utilizza Barbie e Ken
per fotostorie decisamente hot,
con scene di sesso sfrenato, ete-
ro e gay, e messa in scena di veri
e propri mini set pornografici
(http://www.fetishdollies.co.uk/w
elcome.html), nonostante le sue
dolls non siano “anatomically cor-
rect”. Oppure le sexy storie di Mi-
stergiuseppe (www.mistergiu-
seppe.it/fashionroyalty/fashion-
royfoto.html), di sapore più ironi-
co, affidate all' “interpretazione”
delle Fashion Royalty.
Se dunque Barbie & co sono gli
eredi delle marionette, che dopo
gli anni Sessanta sono andate
quasi tutte in pensione, è inevita-
bile che ad essi venga associato
un nuovo teatrino, o set come vo-
gliamo chiamarlo. Ciò significa
inoltre che la parentela con Arlec-
chino è ancora molto viva. Alcuni
esempi: primo fra tutti quello del-
la Color Magic col suo delizioso
costumino a rombi; Mdvanii in
“Harlequin”; o le sontuose mises
veneziane di Bob Mackie (in par-
ticolare Masquerade Ball) e Ma-
squerade Gala #20647 con Vene-
tian Opulence, le quali, tutte, rie-
vocano indirettamente la tradizio-
ne minore della commedia del-
l'arte trasmessa attraverso i tea-
trini di piazza.Tornerà utile a que-
sto punto ricordare l'origine anti-
ca del nome Arlecchino: “Hell
King”, cioè “re dell'inferno”, il
diavolo...
ph. Yatabazah
ph. Mr Giuseppe
NB nella puntata di Débouzy (e cioè
nell'articolo “Ultimo assaggio”) di
qsto numero, viene guarda caso
ripreso il tema dell'inesistente vita
erotica di Barbie & Ken. E a pensarci
bene, anche l'articolo di apertura di
Marco Banfi ben si ricollega
all'argomento! (DF)
DCCINEWS5826
Barbie sugli sci
Lo spunto per continuare una collezione molto par-
ticolare me lo ha dato il ritrovamento recente di al-
cuni completi da sci anni '80 nella mia collezione
personale.
Un giorno, a casa di mia madre, dove ancora oggi
vi é un intero mobile composto da molte vetrine,
contenenti diorami e bambole di ogni epoca e pro-
venienza, aprii un enorme scatolone pieno zeppo di
abiti di Barbie e similari e mi capitarono tra le ma-
ni alcuni abiti da sci anni '80 ancora in ottime con-
dizioni e completi di ogni accessorio.
Nel frattempo, su FLICKR, un'amica tedesca caricò
alcune fotografie del parka dell'outfit SKI QUEEN,
indossato da una Barbie attuale e proposto come
capo d'abbigliamento accostato ad altri indumenti
ed accessori più moderni. Mi piacque talmente che
lo volli e riuscii a trovare l'intero outfit SKI QUEEN
originale in ottime condizioni da un caro amico col-
lezionista.
Innanzitutto devo dire che lo SKI QUEEN rispecchia
molto bene la moda da sci del tempo. Le foto pro-
poste sono datate dal 1959 ed hanno in effetti mol-
ti particolari in comune con lo SKI QUEEN.
Lo sci iniziò a diventare molto popolare con i giochi
olimpici invernali del 1960 a Squaw Valley,negli
Stati Uniti. Inizialmente era uno sport da ricchi ma
la televisione negli USA lo aiutò a diventare ben
presto molto praticato ed apprezzato.
Ovviamente anche Barbie e Ken non potevano esi-
mersi dall'essere provetti sciatori ed infatti li ritro-
viamo già ben abbigliati ed equipaggiati con lo SKI
QUEEN del 1963/64 e lo SKI CHAMPION sempre
dello stesso anno.
Si sono poi susseguiti, soprattutto negli anni'80 &
'90, moltissimi altri completi da sci per la coppia ed
anche per i loro amici : su EBAY se ne trovano a va-
langhe ! E ogni periodo rispecchia non solo la mo-
da e il gusto del momento ma anche vengono uti-
lizzati tessuti che si avvicinano molto a quelli degli
abiti umani.
Infatti mi vorrei soffermare su altri due outfit da sci:
in particolare quello azzurro, indossato da Christie,
con colbacchino e doposci in lapin bianco (primi
anni '80) e lo Skiing Vacation Barbie Fashion del
2004 per Barbie Silkstone.
La tuta del primo completo é in vinile fuori e all'in-
terno garzato: rende bene l'idea di come in quegli
anni si cercava di sperimentare nuovi tessuti, alcu-
ni poi divenuti popolarissimi. Il goretex,per es., uti-
lizzato ampiamente nell'abbigliamento sportivo.
Addirittura un cappello simile tornerà ancora a fare
tendenza nel 2008 con il completo di MONCLER!!
Ed infine l'eleganza anni 2000, ma senza tempo,
delle SILKSTONE. Lo Skiing vacation é una rivisita-
zione stilistica dello SKI QUEEN: cambiano total-
mente i colori ed i tessuti, ma lo stile classico anni
'60 ritorna.
E infatti la linea BARBIE SILKSTONE non é stata in-
ventata proprio come riproposta delle prime Bar-
bie? Ma questa è tutta un'altra storia…!!!
Rossana Cinquanta
Fare una collezione nella collezione
…si potrebbe continuare all'infinito
DCCINEWS58 27
Abiti da sci dal 1959 ca.
Completi da sci Moncler, 2008
Swirl Ponytail in Skiing vacation
Barbie Fashion per Silkstone
Ski Queen (1963/64)
Talking Christie in completo da
sci inizio anni '80
DCCINEWS5828
A Rimini ha calamitato l'attenzione di tutti con
creazioni-creature piumate e spettacolari: non
sculettanti ballerine stile OBA-OBA o personag-
gi fantasy. No. Piuttosto, personaggi da fiaba
orientale da circo mentale, action figures trasfi-
gurate da una sorprendente reinvenzione.
Io credo che le OOAK siano
una proiezione di noi stessi.
Sono ciò che avremmo voluto
essere o che vorremmo esse-
re, ma contengono un mes-
saggio sociale sotteso di non
sempre facile decifrazione.
Per esempio…
L'uomo farfalla, ad esempio,
non è un guerriero, ma un
"guerriero", perché la sua ar-
ma è una spada a forma di
stella :-) un po' come quando
qualcuno suggeriva di mette-
re i fiori nei cannoni...
Osserva l'action figure in ver-
de: regge sul braccio un pap-
pagallo gigantesco che gli
morde la testa...una provoca-
zione contro chi adopera gli animali negli spettaco-
li circensi...l'abito è quello di un clown del Cirque
Du Soleil (dove come ben sai, non si adoperano gli
animali).
Potion, l'uomo in blu, regge tra le mani una bottiglia
che contiene una pozione magica...vorrebbe spri-
gionarla per liberare la creatività umana prigionie-
ra del conformismo...ed è forse la doll che più mi
rappresenta, perché per anni ho dovuto soffocare il
mio estro a causa di un'educazione eccessivamente
cattolica e rigida.
E poi ci sono le actions che indossano rielaborazio-
ni del carnevale veneziano come l'uomo vestito da
pavone. Una rielaborazione perché il pavone è un
soggetto estraneo alla tradizione carnevalesca
veneziana.
E per il futuro? A Milano porterai novità?
… per il futuro ci sono numerosi progetti che pre-
senterò a Milano. Ma si tratta di lavori totalmente
diversi.
Chi mi conosce sa che ogni mia nuova esposizione
rappresenta sempre una svolta rispetto a quella
precedente. Del resto se il mio nome d'arte è
METADOLLS è perchè la metamorfosi è la chiave
polisemica per interpretare le mie creazioni...
(a cura di DF)
Conversazione
con Simone Dell'Erba
DCCINEWS58 29
Walk of Fame… girovagando nel mondo delle ooaks secondo il gusto e il parere personale di Sonya
A metà strada tra
una Pop Star e una
Drag Queen, genio
e sregolatezza, La-
dy Gaga impazza
sulle radio e sulle tv
di tutto il mondo.
Giornali, siti inter-
net, monografie…
Stefani Joanne An-
gelina Germanotta,
classe 1986, si ispi-
ra al suo idolo,
Freddy Mercury, per
scegliere il nome
che la porterà alla
ribalta in tutto il
mondo.
Vince decine di pre-
mi ed è segnalata
da giurie ed esperti
di vario genere la
indicano come la
migliore musicista
dell'anno, la meglio (o la peggio) vestita, la miglio-
re artista emergente… insomma, la sua Poker Fa-
ce e il suo album di esordio The Fame ne hanno fat-
to un idolo.
E come poteva, questo fenomeno, non coinvolgere
anche il mondo delle bambole, dei collezionisti e
dei maghi delle Ooaks? Semplice, non poteva! È
sufficiente digitare Lady Gaga doll o Lady Gaga oo-
ak su Google, Flickr o qualsiasi motore di ricerca
per ritrovarsi decine e decine di foto di Fashion
Dolls (per lo più Barbie) abbigliate e pettinate come
la Lady per eccellenza!
Non amo molto questo personaggio, ma non pote-
vo tralasciare quello che è possibile definire un fe-
nomeno di massa di questa portata. Tantissimi
creatori di Ooaks si sono cimentati nella riproduzio-
ne di Gaga, per lo più con risultati apprezzabili.
In primis vorrei citare gli italiani Magia2000 che han-
no creato tre bambole davvero ben fatte (ma non
serve certo che sia io a dirlo…) ispirandosi ai video
di Paparazzi e Alejandro e alla sua apparizione a MTV
Award.
Reroot, repaint e abiti rifiniti nei minimi particolari,
assolutamente le più accurate e le più somiglianti.
Allo stesso livello, ma influenzati maggiormente dal
lato drag queen, gli abilissimi Artist Creations che
trasformano una Barbie in una Lady Gaga con
grande personalità: trucco molto marcato, reim-
pianto delle ciglia, boccoli e cappello-telephone
che tutti i collezionisti vorrebbero fare indossare al-
le loro fashion dolls!!!
The new
Mad Hatter
DCCINEWS58 31
Mi sembra, però, che
gli altri artisti che si so-
no cimentati in questa
“sfida” abbiano ritenu-
to (a ragione, sotto un
certo punto di vista…)
che Lady Gaga sia solo
un cappello strano, un
abito eccentrico o una
coreografia studiata
più che un viso e una
donna in carne e ossa.
Certo Gaga, che sul lo-
ok ha puntato tanto co-
me Madonna (altra
grande Musa dei Ma-
gia2000), non è una
bellezza e deve essere
particolarmente diffici-
le effettuare un repaint
somigliante su quella
che è l'emblema della
fascino per eccellenza,
Barbie. In linea di mas-
sima sono stati usati corpi Model Muse probabil-
mente per la maggiore plasticità della posa, men-
tre i face mold sono diversi dagli ormai inflazionati
MM a quelli delle più economiche Pink Box.
Ho trovato le creazioni ispirate a Lady Gaga Dolls
su Google Immagini molto carine e divertenti, in
modo particolare quella con il vestito di ranocchi,
anche se mi pare che il trucco e i capelli non siano
stati ritoccati in
alcun modo, così
come quella con
l'abito rosso e il
pizzo sull'oc-
chio.
Ben fatte anche
le Bambole di
Auston e in ge-
nerale tutte
quelle postate
nel gruppo Lady
Gaga Dolls su
Flickr.
Non è poi difficile
incappare su La-
dy Gaga dolls an-
che su Ebay.
Come al solito
qualche corag-
gioso si trova ed
ecco spuntare su
worthpoint.com
DCCINEWS5832
una Blythe wanna
be Lady Gaga…
nonostante non si
possa parlare di
una riproduzione
vera e propria,
questa è la confer-
ma delle enormi
potenzialità che ha
questa bambola
con il testone.
Altro azzardo, se
pur conforme alla
visione cappello-
look- shock, è quello di
Fleur de Lys che riproduce
Lady Gaga su una Fashion
Royalty: azzardo, sì, perché
se Miss Germanotta è sicu-
ramente meno bella di Bar-
bie, è lontana anni luce dal-
la perfezione dei tratti so-
matici di una Veronique o di
una Natalia…complimenti
quindi a chi ha osato tanto!
Guardando tutte queste
creazioni con attenzione mi
è venuta in mente una con-
siderazione di Samuel Bec-
kett in merito a non so bene chi: “Non è in grado di
pensare senza il suo cappello”. Effettivamente
sembra che per il mondo bambolaro Lady Gaga esi-
sta solo per i suoi abiti (bolle, nastri, animali…) e
per i suoi (favolosi, a dire il vero…) cappelli! Se
confrontate le foto, spesso a colpire non è la bam-
bola più somigliante o accurata nella riproduzione
dei dettagli, ma quella più spettacolare, con più
perline e che meglio riproduce il look shock scelto
dalla regina delle classifiche!!!
Sonya Lanfranchi
DCCINEWS58 33
DCCINEWS5834
L
'interesse della moda per le tendenze musica-
li, artistiche e cinematografiche ha portato nu-
merosi artisti e fashion designers a cimentar-
si in personali rielaborazioni underground. Corren-
ti letterarie e stili di vita alternativi hanno ispirato
anche Maurizio Andreuccetti per il portfolio Distur-
bing Dollies, dove algide e pericolose femmes fata-
les fanno sfoggio di corsetti fetish e abiti neo-vitto-
riani, conditi con scenari surrealisti e distropici.
Ricreare un progetto simile per BJD (Ball Jointed
Dolls) è possibile? Indubbiamente. Iplehouse e So-
om propongono le taglie EID e Super Gem: bambo-
le alte dai 65 e 70 centimetri e dalle forme sensua-
li, che possono svolgere il compito egregiamente.
Iplehouse propone anche capi in pelle borchiati e
sandali dalle vertiginose zeppe, rendendo l'imma-
gine delle proprie bambole ancora più provocante.
Il progetto Aeyork si è spinto oltre creando una non-
bambola dalla bellezza maledetta in Just Venus,
BJD senza braccia esposta al Museo di Arte Nazio-
nale di Abu Dhabi.
Anche se l'idea di bambola in Occidente è in parte
Disturbing
Dollies, ovvero
Bamboline
Disturbanti
Una collezione per bambole o per donne immaginarie?
Ho chiesto ad Isabella Pero, esperta di BJD, di commentare un portfolio di Maurizio Andreuccetti,
illustratore e fashion designer con un acuto senso per le bambole. Lei ha subito proposto tantissimi
collegamenti che qui riportiamo. Buona lettura e buona esplorazione! (DF)
LINK GENERALI:
Iplehouse EID: www.iplehouse.net
Soom Super Gem, Monthly Dolls: dollsoom.com
Aeyork Just Venus su Notdoll: notdolllab.com
Dollheart: www.dollheart.com
Atelier Soda: www.atelier-soda.com
CONTATTI: www.resinrome.altervista.org
Isabella Pero e Francesca Berchiolli sono liete di
rispondervi se avete altre curiosità sulle BJD.
Contattatele!
legata alla sensualità, i designers di abiti per BJD
Dollheart, in collaborazione con l'artista Val Zeitler,
propongono un'immagine fiabesca in stile tetro che
non si discosta molto da ciò che potrebbe essere
una versione goticheggiante di Alice nel Paese del-
le Meraviglie.
E così vale per molte compagnie dell'Estremo
Oriente: solo Atelier Soda introduce design di alta
moda per SD. È l'incredibile scelta di mercato, uni-
ta alla fantasia del collezionista, che rendono il pro-
getto di Andreuccetti reale: gli stessi designers per
bambole hanno spesso attinto dalle realtà della
moda per riproporre lo stesso universo in formato
BJD. Isabella Pero
I mille modi delle bambole nell'arte e non solo.
ARTtenzione
“La Lattaia” di Jan Vermeer (1632-75)
e quella reinterpretata da Mariel
Shannon.
Lontana dai soliti “interni con delitto”
tanto amati da questa fotografa,
la Lattaia versione bambola
anziché rozza, è affettuosa.

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  • 1. NEWSLETTER DEL DOLL COLLECTORS’ CLUB ITALIA NOVEMBRE 2010www.dcci-italia.com ph:Crazydolls;OOAK:Neige,bySimoneDell'Erba 5588 s’
  • 2. numero 58 Giri di bambole L'attesa fa parte del piacere Assaggio di saggio Quello che le Barbie non dicono Barbie sugli sci Conversazione con… Disturbing Dollies rubriche Bambole del Mese Notizie dal Club Doll Artist - Adesso stampo io! Barbie Link Walk of Fame/Lady Gaga ARTtenzione Chi fa la Doll News: Editor-in-chief: Daniela Ferrando (DF) Art director Emma Gilardi Public relations Staff Milano + tutti i collezionisti, preziosi autori di rubriche, articoli, foto! Doll Collectors’ news è una pubblicazione indipendente a cura del Doll Collectors’ Club Italia. Non è in vendita ed è distribuita gratis esclusivamente ai soci del Club. Nessun articolo può essere riprodotto anche in parte senza l’autorizzazione scritta del Doll Collectors’ Club Italia. E D I T O R I A L E s’ Onestamente la Rimini Fashion Dolls Convention a fine estate è il degno tra- monto di una stagione gloriosa. Una ventata di aria serena dopo una sta- gione di caldo soffocante. Onestamente quest'anno c'era molta voglia di stare insieme, di divertirsi, di mettersi in gioco: voglia di comprare e di com- parare, voglia di inquisire e acquisire, voglia di comprendere e apprendere. Onestamente bisogna dire che Marinella è una organizzatrice impeccabile. Eppure solo dopo ho saputo che era e con buona ragione piena di ansie e preoccupazioni; eppure come sempre è stata materna e accogliente, atten- ta alle esigenze di tutti, quasi leggera, eppure “teutonica “ nella cura dei particolari. Onestamente c'erano tante cose buone, e alcune addirittura mi- gliori, belle e talora meno interessanti, insolite ma spesso comuni e bana- li, così come solo la moltitudine può essere. Onestamente alla mia età sono ancora impressionato dalle cose stridenti. Onestamente mi imbarazzano le BJD. Troppo infantili e bianche, troppo al- la moda e troppo cariche di significati e simboli. Mi sgomentano gli occhi di vetro che ti fissano vuoti, mi preoccupa l'affetto “incantato” di molti che possiedono una BJD. Sia bambina, che adolescente, draghetto o maialino è definitivamente sconvolgente. Io ne ho una (dovrei dire uno poiché è un maschio) eppure lo tocco con circospezione, ho difficoltà a vestirlo (ma ho un mare di abiti) perché mi mette a disagio infilargli le mutande. Onestamente mi piace l'entusiasmo con cui il dream team della prima Ita- lian Doll Convention promuove l'evento, mi piace di meno la supponenza con la quale alcuni di loro si autopromuovono quali “cultori speciali della materia”: ma è la vita. Onestamente sono perplesso davanti alla scarsità dei partecipanti al con- test, ed alla scarsa qualità generale delle realizzazioni. A prescindere da certezze come la creazione di Chan Park con interventi di resculpting, e guizzi ironici come la Barbie cinquantunenne che calpesta la foto di due Ken che si abbracciano (ha scoperto soltanto ora che forse è gay?), ho visto un eccessivo tripudio di varici, rughe e occhiaie. E in più ho visto alcune oscene meringone incrostate di perline e paillettes, perdipiù definitivamente fuori tema. Quando ho chiesto a una partecipante di spie- garmi l'attinenza con il tema piuttosto che rispondermi “a cinquantunanni sono ancora brillante (?)” avrebbe dovuto onestamente dirmi “so fare solo questo” Onestamente: Antonio ONESTAMENTE
  • 3. DCCINEWS58 3 B uon compleanno a... Ken! Kenneth Carson, meglio conosciuto come Ken l'eterno fidan- zato di Barbie, il prossimo 2011 compirà 50 anni e noi insieme a lui, celebreremo questa bam- bola maschile. Forse la prima fashion doll maschi- le e adulta, creata per un pubblico femminile e con pari dignità (parliamo di abiti e accessori) della sua controparte, che ha accompagnato Barbie come sua spalla per 5 decadi, coronando piccoli sogni d'amore, o questo vorremmo che fosse. Un fidanza- to, un eroe sportivo, un dottore, un campione olim- pico, una rock star, insomma un compagno di gio- co e alleato in tutte le avventure che milioni di bam- bini hanno creato con lui e Barbie. Nell'esperienza di ognuno di noi Ken ha un posto speciale, ma- gari non grande quan- to Barbie ma nei ricor- di di tutti c'è anche lui: chi lo ha preferito a Barbie, chi non lo ha mai amato e chi invece ne avrebbe voluto uno ma non potendolo avere creava un suo alter ego con altri giocattoli. In un angolino dei miei ricordi c'è lo “Sport & Shave” che ho avuto tardi, verso i 9 anni ed era già “fuori moda” di almeno 2 anni. Mi piace- va per i minuscoli accessori che aveva in dote, ca- ratteristica che solo da adulto ho compreso che Ken ha da sempre. Dal breve amarcord torniamo alla festa, nel 2011 la linea collectibles tanto quella playline ci arric- chirà di tante bambole maschili. Le prime immagini che ho raccolto dal web (scrivo ai primi di otto- bre) riguardano le col- lectibles. Ci sarà un Ken in gift-set commemora- tivo del primo apparso nel 1961, in costumino e ciabattine che potremo cambiare d'abito metten- dogli il “Victory Dance”, riproduzione del 1964. Il più noto accessorio di Barbie ha ancora un suo perché. Anzi, vari perché.
  • 4. DCCINEWS584 Vedremo per la prima volta, o quasi, Ken che fa il modello per la linea “Basics” e Samurai per le “Dolls of the World”. Lo vedremo anche come guar- dia russa (tenebroso e con barba sfatta) in prezio- so silkstone, e chissà cos'altro arriverà!? In America il bambolo avrà la giusta celebrazione, la grande convention nazionale di metà anno sarà in parte dedicata a lui, come fidanzato di Barbie da 50 anni... L'attenzione per questa volta sarà tutta per Ken, tutti i riflettori saranno puntati su di lui ma noi, quel- li che di marketing e elucubrazioni mentali poco hanno a che fare, possiamo condividere con lui qualcosa di ancora più speciale, i nostri ricordi e il nostro affetto... Auguri Ken! Marco Banfi www.flickr.com/photos/mood4mod
  • 5. DCCINEWS58 5 L'appuntamento tipico prima dell'estate, ma solo per il club, che nel 2009 avevamo saltato, siamo riusciti a riprenderlo quest'anno. Ci siamo trovati a fine giugno al Crowne Plaza Milan City, in tanti. Mattina studiosa, pausa pranzo sfiziosa, riffa gaudiosa. Ecco qualche immagine della giornata. Tra bambole prese di petto e alle prese con la moda, tra prossimi eventi e giochi psicologici, pubblico in carne ed ossa, pubblico di vinile, mercatini per tutte le tasche e premi a sorte di ogni sorta! (DF) ...dal Milano Club Meeting Giri di bambole
  • 6. DCCINEWS586 A giugno a Milano ha avuto luogo il Fashion Camp, una conferenza informale sul futuro della moda. Io (Daniela Ferrando) ho voluto partecipare parlando della relazione che c'è tra le bambole e la moda. Il pubblico ha reagito molto bene. La presentazione, che ho messo online e che parlava di tanti di voi DCCI, arriverà presto ad avere 1000 lettori, che non è un numero piccolo - è solo un piccolo step. Da quel- l'esperienza è scaturita l'idea di creare la prima rubrica online sulle fashion dolls per un vero fashion maga- zine: ed ecco la sezione I-DOLLS, sul neonato fashionblabla. Questo per dire che se vogliamo che le fashion dolls e la nostra passione siano più considerate, dobbiamo uscire dai soliti giri, interessare nuove persone, mostrare esempi e argomenti, sperimentare spazi diversi. (DF) ...dal Fashion Camp, fashionblabla e... www.fashioncamp.it www.fashionblabla.it
  • 7. DCCINEWS56 7 dall'appuntamento di fine estate … Rimini Rimini!Cenni frizzanti sulla Convention 2010 È sempre un bel momento di aggregazione la convention dollesca riminese! Vuoi per la bra- vura di Marinella che la organizza e dei suoi collaboratori, vuoi per il calore dell'ospitalità locale, vuoi perchè cade in un periodo in cui è ancora pos- sibile fare due passi sulla battigia e bearsi dell'ulti- mo sole di fine estate…e le squisite piadine, dove le mettiamo? !? Anche quest'anno, due giorni di esposizione a tutto tondo (per qualche fortunato, anche qualche mo- mento di riunione e chiacchiere il venerdì, e un'otti- ma cena al ristorante dell'albergo il sabato sera) al- l'Hotel Villa Bianca, condite da una mostra veramen- te spettacolare per numero, varietà e qualità di ele- menti, le GENE MARSHALL di Antonio Russo: altret- tanto spettacolari le BJD di tutte le forme e dimen- sioni che hanno popolato le sale d'ingresso. La creatività l'ha fatta da padrona; oltre ai consueti dealers che hanno portato dolls vecchie e nuove, ab- biamo particolarmente ammirato le creazioni OOAK di Macinino Magico, deliziose ed estremamente cu- rate nei dettagli; alcuni preziosi abiti all'uncinetto; new entries come la simpaticissima Cristina Bisulli; i vestiti-concept di Patrizio Cipriano; i capolavori OO- AK di Simone Dall'Erba; i fantastici mobili in minia- tura di Catia Destro; i sempre-verdi e sempre-bra- vissimi Magia2000 e Artist Creations; impossibile nominare tutti… Il Contest di quest'anno non era facile, richiedeva im- pegno e studio particolare, quindi un “bravo” specia- le a chi ha partecipato e al trionfatore Chan Park, con una Barbie 51enne….in doppiomento e chignon, iro- nica e ben realizzata. Un sentito grazie a organizzatori e partecipanti, ci ve- diamo alla prossima! Babs
  • 8. DCCINEWS568 Marinella premia Chan Park in un mare di bambole Gene di Antonio Russo, Raffa by Artist Creations Babs e Daniela fanno PR per il DCCI
  • 9. DCCINEWS56 9 Giri di bambole, giri in giro. Ph di Enixe’s, Chan Park, Babs, Cristina,Luna, Akemi, Newkriss
  • 10. DCCINEWS5810 Dal Made in Italy - gusto, creati- vità, ingegno - al *MAD* in Italy, la pas- sione per lo stile e l'eleganza italiana vista con gli occhi delle bambole. *MAD* in Italy è l’evento dedi- cato alle fashion dolls italiane, oggetto di una recente riscoperta in tutto il mondo; un'interessante vetrina della migliore produzione nazionale di grande tradizione come Bonomi, Furga, Italocremo- na, Migliorati. Attraverso le bam- bole faremo un tuffo nel tempo passato e ripercorreremo la sto- ria del costume della seconda metà del secolo scorso: i mitici '60 con le Furga Alta Moda, i ri- voluzionari anni '70 con le Corin- na Italocremona e tante altre sto- rie tra le quali quella di Tanya, la Barbie clone italo/tedesca dalla complicata vicenda produttiva. *MAD* in Italy è il tema del con- corso per costumizzatori, al qua- le tutti gli artisti sono invitati a presentare una bambola che rap- presenti vizi e virtù italiane ispi- randosi al costume, alla cronaca, alla storia all'arte e alla cultura del bel paese. *MAD* in Italy è l'appuntamento di domenica 10 Aprile 2011, a Roma, in via Via Cavour 50/A. Bambole a Roma crew info@ bambolearoma.it *Mad* in Italy Tutti pazzi per l’Italia 10 April 2011 28 Maggio 2011, sera. Per la prima volta in una Convention italiana, il FASHION SHOW: ovvero, la sfilata in costume di persone creative, dollofile, spiritose, che per una sera vestiranno i panni - letteralmente - della bambola preferita, rico- struendone nei dettagli il vestito, il trucco, l'acconciatura… pronti per una parentesi di celebrità, sotto l'obiettivo di amici, fan e fotografi! Per partecipare > http://www.italiandollconvention.it/sitoitaliano/fashionshow.html * (il fashion show è APERTO SOLO AI PARTECIPANTI DEL CONVENTION GALA) Sfilate* con la vostra Barbie preferita...e DIVERTITEVI!
  • 11. Ciao DCCI,questa Doll News sarà nelle vostre mani a partire dal 28 novembre a Calenzano (e poi via via spedi- ta a chi non c'era), nella solita caotica giornata che quest'anno DCCI dedica al tema METAMORFOSI. Ok, un tema insolito. Ma a noi piace provocare la vostra super-creatività. Siamo curiosissimi di vedere chi c'è, cosa c'è, chi vince! Notizie dal Club
  • 12. GRAZIE DCCI! Con la riffa del Club Meeting di giugno abbiamo raccolto 400 euro per donarli all'organizzazione GxG che sostiene l'attività agonistica di un gruppo di atleti disabili. Il presidente di GxG ci ha scritto questa lettera di ringraziamento. Ne siamo onorati e orgogliosi. Grazie ancora a tutti!
  • 13. Appuntamenti nel mondo 11-13 marzo 2011 Paris doll festival www.dollexpo.fr 27-30 luglio 2011 Barbie and Ken Spring Break 2011 (Fort Lauderdale, FL) www.barbieconvention.com In Italia 10 aprile 2011 Un Milione di giocattoli Mostra mercato del giocattolo d'epoca e da collezione Cremona, frazione Cavatigozzi, palestra comunale www.aigec.it 10 aprile 2011 *Mad* in Italy 6a edizione di Bambole a Roma www.bambolearoma.it 28-29 maggio 2011 Italian Doll Convention www.italiandollconvention.it 27 marzo, 19 giugno, 4 settembre, 18 dicembre Borsa Scambio Giocattoli e Modellismo Novegro, Milano borsascambio@parcoesposizioninovegro.it www.parcoesposizioninovegro.it Join us! Stay with us! Iscriversi o rinnovare l'iscrizione per un anno al Doll Collectors' Club Italia costa (ancora e soltanto) 20 euro. Pagabili a scelta: • 20 euro direttamente al tavolo DCCI alle convention • 21 euro via paypal a club dcci@fastwebnet.it (1 euro per commissioni paypal) • 20 euro sulla postepay # 4023 6004 6481 1795 intestata a Gai Cinzia Anna, avvisando Cinzia del pagamento avvenuto, all'email cinzia.gai@fastwebnet.it Grazie! DCCINEWS58 13
  • 14. DCCINEWS5814 Avete mai aspettato cinque anni per avere una bambola? Io sì. Desideravo assolutamente la Bar- bie parlante versione francese del 1968 ancora dentro la sua scato- la originale dopo che avevo visto quella di Sylvie DANTEC. Lo so, era un desiderio molto ambizioso in quanto Sylvie ha pezzi unici e magnifici. Avevo già delle Barbie parlanti francesi fuori dalle loro scatole che avevo riparato, ma trovavo la scatola molto interes- sante. I coperchi in plastica sono verdi anziché color malva come nelle versioni degli altri paesi; il nome MATTEL non figura sulla parte an- teriore della scatola francese; inoltre ci sono delle differenze eu- ropee come l'etichetta sotto il co- perchio inferiore che indica solo il nome Barbie e il numero di riferi- mento, mentre nella versione USA c'è il disegno della bambola e il colore dei capelli. Un dettaglio divertente che riguar- da l'interno della scatola: vicino alla testa della bambola c'è una freccina che indica l'anello da ti- rare per far parlare la bambola. Nella versione americana questo particolare si trova a destra men- tre nelle versioni europee si trova a sinistra sotto la coda di cavallo della bambola così che si fa fatica a vederla ! Sottigliezze che solo i collezionisti sanno apprezzare. Da cinque anni quindi stavo cer- cando su internet, alle fiere, pres- so gli amici, questa fatidica bam- bola in scatola. E poi lo scorso maggio, vidi su ebay USA una “French talking Barbie NRFB”. Era lei. La volevo. Era solo a 150 US$ al momento.Il mio complean- no era vicino, era un buon segno. Il mio primo ostacolo: il venditore che si trovava a Milano accettava solo offerenti americani. Lo contattai per chiedergli di ac- cettare la mia offerta nonostante fossi francese. E con mia grande sorpresa, ricevetti risposta da una collezionista italiana che conosco molto bene, in quanto lei si occu- pa della NEWS del club italiano e mi chiede regolarmente degli arti- coli su Barbie. Mi spiegò che la bambola appar- teneva ad un collezionista italiano, purtroppo venuto a mancare, e che il suo partner si era deciso a L'attesa fa parte del piaceredi Eric Chatillon, trad. Rossana Cinquanta
  • 15. DCCINEWS58 15 separarsi dalla collezione del- l'amico. Siccome non conosceva bene il mercato, aveva demanda- to a lei di mettere la bambola par- lante in vendita. Conoscevo bene questa coppia perché li incontrai al Paris Fashion doll Festival e li invitai da me a Lione diverse volte. Mi misi in contatto allora direttamente con il compagno del mio amico e gli spiegai che cercavo questa bam- bola da diverso tempo e che as- solutamente la volevo. Il fatto poi che questa bambola fosse appartenuta ad un amico, ne accresceva il valore senti- mentale. Per farla breve gli chiesi di ven- dermela diretta- mente. Temevo che su Ebay, al- l'ultimo minuto, un collezionista particolarmente svelto aggiunges- se un dollaro sulla mia offerta massima. Il lato più spinoso era il denaro: ero pronto a pagare il prezzo che lui mi richiedeva (ma mi ero posto il limite di 600 euro, senza dirglie- lo). Il secondo ostacolo: il compa- gno del mio amico mi rispose semplicemente:”sono contento di sentirti e buona fortuna per la tua offerta su Ebay!” Il colmo della sfortuna, la vendita terminava un sabato sera alle 20.30… cascava malissimo, quella sera avevo già previsto di andare al ristorante con degli ami- ci. Li chiamai allora per spiegare il mio dilemma. Essi compresero perfettamente e annullai la nostra uscita per stare davanti al mio computer all'ora X. Avevo paura che il mio computer si piantasse e che la mia connes- sione internet non reggesse.A far- la breve, ero nervosissimo. Il mo- mento tanto atteso arrivò e a po- chi secondi dalla fine dell'asta of- frii la cifra massima. Terminata l'asta mi aggiudicai la bambola per 356 euro !!!! Non stavo più nella pelle.Avevo la bambola a lungo agognata ad un prezzo modesto. La ricevetti per posta la vigilia del mio complean- no. Adoro questa bambola per più di una ragione perché è proprio quella che volevo da cinque anni, il mio compagno me ne ha paga- ta la metà per il mio compleanno e poi mi ricorda il mio amico italia- no. Non è meravigliosa la vita?
  • 16. DCCINEWS5816 Ultimo assaggio (del saggio) Le critiche degli anni Sessanta hanno sottolineato che il contenuto del “ruolo” era stato definito dalla Mattel Corporation: “Mentre giocano, le bambine vengono educate dal settore promozionale della Mattel Corporation ... crescono con delle aspettative preparate dalla Mattel”. Per la giornalista di “Ramparts”: “Lo staff creativo della Mattel si dedica a quel tipo di ideali che ispira- no il “Reader's Digest”. Oggi alla Mattel la formazio- ne della seconda generazione interessa perfino più dei profitti. L'azienda vuole che le ragazzine realiz- zino l'ideale femminile americano: quello di una don- na consumista, attiva, di potere e frigida”.45 Anche le critiche delle femministe degli anni Sessanta e Set- tanta vertono su questi due punti, il ruolo della con- sumatrice e l'immagine della sessualità femminile. Ai loro occhi Barbie incarna in primo luogo i fantasmi del consumismo che caratterizzano la società degli anni Cinquanta, e più in generale la società contem- poranea. Più che le buone maniere (secondo la Mattel “Barbie valorizza la buona educazione e le buone maniere”), la bambola insegna alle bambine che bisogna con- quistare la felicità attraverso l'acquisto di quei beni materiali che vengono riconosciuti socialmente. Il vangelo di Barbie è un ripetuto “consumismo osten- tato” : occorre circondarsi di tutti i segni convenzio- nali della ricchezza per divertirsi (“fun” è la parola di moda degli anni Novanta), bisogna curare le appa- renze e seguire tutte le mode. Perché è soprattutto attraverso i vestiti che si diventa qualcuno (e spe- cialmente qualcuna) e si diventa “popolari”, un con- cetto fondamentale per la vita sociale degli anni Cin- quanta. Di colpo la moltitudine di amici che circonda Barbie acquista un particolare rilievo. Secondo l'analisi di David Riesman in La folla solitaria, negli anni Cin- quanta gli americani sono diventati dei consumato- ri la cui condizione sociale non è determinata solo da ciò che possono acquistare, ma anche dal grado di conformità delle loro attitudini in fatto di consumo rispetto alle scelte dei loro pari (peer group). Ripren- dendo l'osservazione di Riesman sulla socializzazio- ne del gusto, possiamo dire che Barbie invita le bambine a conformarsi alle mode e a credere che ogni attività esiga una tenuta particolare. Mentre i prodotti di massa diventano tutti sensibilmente uguali, Barbie insegna alle bambine ad operare del- le distinzioni che abbiano un valore sociale. I suoi ve- stiti, ad esempio, sono di tre tipi, che corrispondono a “una linea economica, una linea di medio prezzo e una linea firmata”. … è verooo. L'America da Reader's Digest era la scena delle prime Barbie. Quanta strada da allora. Quanta strada anche noi, per leggere qsto saggio fino alla fine. (DF)
  • 17. DCCINEWS58 17 Giocare con Barbie significa dunque essere iniziate al consumo come attività primaria. Non è forse si- gnificativo il fatto che dal 1959 al 1964 la Mattel ha prodotto una tenuta da “compratrice dei suburbs”? È il caso inoltre di sottolineare che tutti gli accesso- ri prodotti dalla Mattel negli anni Sessanta sono con- nessi ad attività ricreative. Negli anni Settanta Bar- bie si è iscritta al college, ma come fa notare Mari- lyn F. Motz, il suo campus si riduceva a una camera nel pensionato universitario, un soda shop con cabi- na telefonica, uno stadio di football e un drive in.46 Secondo un collezionista, c'è stato un periodo in cui l'universo di Barbie comprendeva cinquantadue amici, parenti e animali del cuore (pets). Nel 1950 David Riesman descrive la socializzazione nella società dei consumi in questi termini: “Affer- marsi diventa quasi sinonimo di farsi degli amici, o perlomeno di avere gli amici giusti”. Quando la po- polarità o l'essere accettati dai propri pari rappre- senta lo scopo principale nella vita, allora: “Le ami- cizie e le persone stesse vengono considerate come i beni di consumo più importanti; proprio il gruppo dei pari costituisce l'oggetto di consumo principale”. Secondo Marilyn Motz, la creazione di Barbie e dei suoi amici consentirebbe alle bambine di comperar- si un peer group, di “collezionare letteralmente de- gli amici”. Viene da chiedersi se, con il personaggio di Ken (“Barbie e Ken sono inseparabili fin dal 1961”), la bambola Barbie non ha mostrato fino a che punto si possono strumentalizzare i rapporti umani. Tutti i commenti - da quelli favorevoli della Mattel, come “Barbie non è volubile”,“Barbie, una donna sexy, di- sinvolta, anticonformista, ma pura”, oppure “Barbie l'adolescente ideale, sexy ma innocente” (Documen- tazione Mattel France, pp. 19-20), alle critiche se- condo le quali “l'anatomia femminile di Barbie è ap- pena accennata, con il chiaro intento di sollecitare l'immaginazione e non di procurare piacere a lei e a Ken”, o “Barbie lascia intravedere una dimensione erotica pur rimanendo casta”47 - tutti i commenti di- cono chiaramente che fra Barbie e Ken non accade mai nulla di moralmente riprovevole. Ne consegue che il personaggio di Ken è soltanto un accessorio in più; la giornalista di “Ramparts” conclude che “Se vai ad una festa hai bisogno di un tocco di mascoli- nità. Questo è tutto ciò che Ken può offrire”.48 Il messaggio di Barbie sarebbe dunque quello rias- sunto da Marilyn Motz: “Sii ricca, bella, popolare, e soprattutto divertiti”. Tutto qui. Eppure alcune fem- ministe di oggi la difendono, sostenendo che la bam- bola Barbie ha avuto un ruolo positivo. Sarà forse un segno dei tempi o dell'evoluzione del femminismo, ma veniamo a sapere che delle “Barbie fans” dive- nute “femministe adulte” vedono in Barbie “una donna influente, che non si è mai lasciata condizio- nare da Ken”.Alcune sostengono perfino che Barbie è stata “una bambola veramente rivoluzionaria, che non ha represso ma che anzi ha ispirato l'immagina- zione delle ragazzine”; “in particolare nei suoi primi anni di vita Barbie rappresentava un'alternativa libe- ratoria all'immagine onnipresente della donna ritrat- ta come una casalinga sgobbona”.49 Chissà se queste interpretazioni più recenti aggiun- gono qualche nuovo elemento sul significato reale della bambola. Potrebbero essere soltanto dei fanta- smi, perché chi può capire l'uso che le bambine fan- no delle loro bambole e gli effetti che si ripercuoto- no sulla loro vita di adulte? Le sceneggiature preparate dalla Mattel o i giochi proposti dal “Journal de Barbie” possono influenza- re i giochi delle bambine, ma è difficile stabilire fino a che punto li condizionino.50 Rimane sempre infatti la possibilità di dare libero corso all'immaginazione, e se qualsiasi oggetto può trasformarsi in un gioco, qualsiasi giocattolo può an- che essere allontanato dall'uso che gli era stato at- tribuito. Ci sono bambine che trasformano in giova- ni donne anche i loro bambolotti, li vestono con abi- ti da sera e gli fanno vivere ogni tipo di avventura. continua a pag 20>
  • 18. Confezionare da soli i vestitini per le proprie bambole è sempre una soddisfazione! Ma trovare il tessuto adatto, con la stampa in scala, esattamente co- me ce l'abbiamo in mente non è sempre facile. E allora perché non imparare a stampare da soli sulla stoffa? Non è difficile, bastano un ferro da stiro e la carta transfer per tessuti. Innanzi tutto dobbiamo de- cidere che tipo di stampa vogliamo realizzare: piazzata o all-over. Le stampe piazzate sono le più semplici, perché sono quelle che compaiono una sola volta sull'in- dumento, possono essere asim- metriche e dai contorni irregolari; ad esempio una stampa sul da- vanti di una maglietta. Le stampe all-over, invece, sono quelle che si ripetono su tutta la stoffa e devono essere pensate in modo che, riproducendole più volte una accanto all'altra, il dise- gno risulti uniforme ed armonio- so. In genere si usa disegnare una texture quadrata o rettango- lare, perfettamente affiancabile e riproducibile. Creiamo e personalizziamo le no- stre grafiche. Per coloro che non sanno utilizza- re software di grafica, basta scari- care delle grafiche già pronte dal web. Ricordate che qualsiasi immagine può diventare una stampa. Ora che abbiamo la grafica dob- biamo stamparla sulla carta tran- sfer, con una normalissima stam- pante ad inchiostro, in formato A4. Facciamo attenzione a specchiare la stampa, soprattutto se ci sono delle scritte, perché quando an- dremo a trasferire la stampa sul tessuto, verrà specchiata di nuovo e quindi risulterà dritta. Se non lo facciamo, invece, risulterà rove- sciata. Ritagliamo la superficie da stam- pare e posizioniamola sulla stoffa. Consiglio di stampare il tessuto prima di tagliare e cucire il vestiti- no, così non rischieremo di rovina- re l'abito con il ferro. Quindi stiriamo con il ferro ben caldo per una trentina di secondi, muovendolo leggermente in modo che non si attacchi e non bruci la stoffa. Se la stoffa è particolarmente de- licata o parzialmente sintetica è meglio interporre un panno di co- tone, così da non rovinare stampa e stoffa. La stampa sarà pronta quando la cartina che la ricopre si stacca fa- cilmente. In linea di massima il procedimen- to è questo, ma siccome ci sono diversi tipi di carta transfer in commercio e in genere tutte le confezioni riportano le istruzioni d'uso, è buona norma seguire quelle consigliate. Buon divertimento! DCCINEWS5818 Adesso stampo io!Pamela De Lorenzi Materiale occorren Carta transfer per tessuto (reperibile nei negozi specializzata in articoli da stampa - es: Prink - o nella grande distribuzione elettronic - es: Mediaworld ) Tessuto (meglio se di cotone e a tinte chiare) Ferro da stiro Stampante a getto d'inchiostro (Forbici) ... dettaglio trascurabile. Stampa piazzata: la grafica di una T-shirt
  • 19. nte ca ddoollll aarrttiisstt Consigli Utili Le carte transfer funzionano meglio con tessuti di cotone (o comunque di fi- bre naturali) a fondo chiaro, meglio se bianco, perché la stampa tende ad an- dare in trasparenza, quindi la tinta del- lo sfondo ne influenza i colori. NB: le stampanti comuni non stampa- no il colore bianco, quindi non c'è in- chiostro nelle parti bianche della grafi- ca, motivo per cui, una volta trasferita sul tessuto, quella zona mostrerà il co- lore di sfondo. Esistono delle carte transfer per stampe coprenti o su fondo nero, ma sono più difficili da trovare e hanno un procedimento di stampa leggermente diverso da quello descritto qui, quindi seguite sempre attentamente le istru- zioni riportate sulla confezione.
  • 20. DCCINEWS5820 Il problema nel caso di Barbie è che il packaging, l'universo che le hanno costruito intorno e la pres- sione della pubblicità scritta e audiovisiva incarnano dei valori e dei modelli che sono onnipresenti in que- sta società, e che vengono già proposti con ogni al- tro mezzo.Tutto ciò contribuisce ad orientare pesan- temente i giochi . L'antologia di Mondo Barbie fa ca- pire che esistono innumerevoli modi d'uso e di de- viazione dall'uso della bambola Barbie. Speriamo che esista ancora un angolo dell'immaginario infan- tile estraneo ai condizionamenti della Mattel. CONCLUSIONE Possiamo solo ammirare l'abilità commerciale della Mattel, l'ingegnosità delle sue strategie di marke- ting, il senso delle pubbliche relazioni e delle trova- te pubblicitarie, l'astuzia di aver presentato Barbie come una persona e la capacità di impadronirsi di tutte le mode, incluse le più recenti e quelle appa- rentemente meno conformiste. Senza dubbio Barbie sa riconoscere l'aria che tira. Così si può passare an- che dal cross-dressing al cross-selling (vendere gio- chi per bambine ai bambini e viceversa) o al gender- bending.51 Ma tutto questo basta forse a spiegare la “barbimania”, la longevità di Barbie e la sua natura emblematica? Bambola mediatica e planetaria, Barbie ha acquisito un valore sociale grazie agli oggetti, ai vestiti, all'uni- verso di paccottiglia che la circonda, ed è diventata una “eroina popolare” attraverso le sceneggiature prodotte dalla Mattel.52 Perché per vendere e per in- durre le bambine al consumo occorrono delle fiabe, dei racconti di fate moderni. La Mattel non è soltanto produttrice di giocattoli, è anche una racconta-favole di scala mondiale. Non è Big Brother, ma Big Mother: Mother Mattel ha sosti- tuito Mother Goose. E l'azienda ha la ferma intenzio- ne di mantenere il controllo sulle proprie storie, co- me dimostra l'aneddoto riportato dal “San Francisco Chronicle” del 3 aprile 1993: “Da alcuni mesi una sensitiva di San Anselmo di nome Barbara Bell si è messa in contatto con l'essenza spirituale di Barbie. Ha pubblicato un'inserzione su una rivista di parap- sicologia, offrendosi di rispondere per conto della bambola alle lettere dei lettori per tre dollari a lette- ra. Sono arrivate duecento lettere e Barbie ha rispo- sto su carta rosa, con toni dolci e saggi: Barbie dice di non preoccuparsi, tutto si aggiusterà, ama il tuo vicino. Cordiali saluti, Barbie. Sembra però che la co- sa debba finire. 'Il suo uso del nome di Barbie po- trebbe compromettere l'immagine positiva, bella e familiare della bambola' dice una lettera di due pa- gine proveniente dalla sede centrale della Mattel... “Le chiediamo di desistere immediatamente”. Il le- gale della Mattel ha dichiarato che il gruppo avreb- be chiesto “ingiunzioni, danni e spese legali” se la Bell non avesse smesso di “infangare il buon nome di Barbie”. Non c'è spazio per i compromessi, dico- no alla Mattel. “Barbie non ha nulla a che fare con l'occulto”, ha dichiarato la portavoce Donna Gibbs.”È solo un giocattolo per bambine. Non credo che si possa parlare al posto di una bambola.” Ma voi lo fa- te, non è vero? “Questo è un altro discorso”.53 La presenza di Barbie è dunque così forte da indur- re qualcuno ad invocare il suo spirito. Può anche su- scitare passioni divoranti; dopo il furto delle sue Bar- bie, un collezionista ha dichiarato: “Erano tutto per me. Potrei vivere senza mangiare, ma non so se riu- scirò a sopravvivere senza di loro”.54 Questo ci fa ca- pire qualcosa di un mondo in cui la persona umana viene plastificata. Il successo di mercato della Mat- tel è il trionfo di un simulacro: così come l'universo di celluloide ha prodotto la diva, un universo fatto di plastica produce oggi la bambola Barbie. Anche le spiegazioni degli esperti di marketing sono significa- tive: la Barbie sostituisce i “familiari assenti”, il fra- tellino o la sorellina mai concepiti, la madre che non rimane più a casa. Viviamo insomma in un mondo che è sempre più fondato sulla sostituzione. Ho iniziato dicendo che la comparsa di Barbie ha > continua da pag 17
  • 21. DCCINEWS58 21 provocato una rottura nelle pratiche sociali e nella socializzazione delle bambine. Si è trattato di una “rivoluzione” del modo di concepire l'infanzia che mira a farla scomparire, poiché proietta le bambine in un mondo di adulti e le considera come potenzia- le clientela da mantenere fedele.55 Ma la “rivoluzio- ne” di Barbie è anche quella di un'intera società che è sempre meno in grado di distinguere tra la realtà e le sue false apparenze.56 Come prodotto tipico de- gli anni Cinquanta e come grande successo degli anni Ottanta, la bambola Barbie è solo un ulteriore esempio delle mostruosità prodotte da un immagi- nario sociale che appare minato dalla confusione fra la realtà e i simulacri di ogni tipo. Non demonizzia- mo la bambola Barbie, ma cerchiamo di guardare con i suoi stessi occhi: la “barbificazione” del mon- do è giunta a buon punto. 45.Donovan Bess,“Barbie and Her Friends”,cit.,pp.26-7. 46. Si veda M.F.Motz, “I Want to Be a Barbie Doll...” cit., pp.129-35. Le citazioni da Riesman sono tratte da questo articolo. 47. Ibidem, p. 129. Si veda anche il commento del citato Donovan Bess: “Ma qual è esattamente il carattere che la Mattel e le sue corporazioni affiliate stanno formando? Vo gliono forse una nazione di ragazze malate di potere e un go- verno tutto al femminile? O sperano forse in una nazione di matrone narcisiste che vivono soltanto per vestirsi - e non si spogliano mai?”, (p. 29). 48. Ibidem, pp. 26-7. 49. Helen Cordes,“What a Doll! Barbie: Materialistic Bim- bo or Feminist Trailblazer?” “Utne Reader”, marzo/aprile 1992, pp. 46-50. 50. Ci si potrebbe anche porre il problema dell'uso che ne fanno gli adulti: le collezionano, le adoperano per comporre dei “quadri viventi” erotico artistici ecc. Vedi la mostra su “La vita erotica della bambola Barbie” a Parma nell'estate 1993, concepita dal fotografo Roberto Gamba: “Libération”, 27 agosto1993. Per ciò che riguarda i bambini si veda Autrement, pp. 30-1: “E difficile definire ciò che i bambini fanno dei loro giocattoli.” “La relazione con il giocattolo è in parte immaginaria, e il gioco stesso è in gran parte invisibile.” Vedi anche l'inchiesta di Nathalie Batté, nota 1. 51. Cfr. Carol Lawson, “Stereotypes Unravel, but Not Too Quickly in New Toys for 1993”, “The New York Times”, 11 feb. 1993, B 1: ”Quest'anno alcuni produttori di giocattoli sentono profumo di dollari nella confusione dei generi... Stanno cercando di vendere lo stesso tipo di giocattolo a entrambi i sessi. Il concetto di “gender bending”, che sta mettendo in agitazione l'industria, spiega tutto.” Per il crossdressing: un Ken travestito apparso in un negozio nel 1990 ha fatto scalpore sui giornali. Cfr.“Fortune”, 27 agosto 1990, p.14 e Marjorie Garber, Vested Interests, Cross- Dressing and Cultural Anxiety, New York, Routledge, 1992, p.2. 52. Il già citato articolo di “Ramparts” sottolinea che “Le favole e le descrizioni di queste bambole attribuiscono loro un reddito alto borghese e dei gusti da piccola borghesia” (p. 28). 53. Steve Rubinstein, The Link to Barbie Is Cut by Her Maker, “San Francisco Chro nicle”, 3 aprile 1993, C 20. 54. Carol Masciola, “Stolen: 5000 Barbies, Unplayed With”, International Herald Tribune, 15 ottobre 1992, p. 8. 55.“Il fascino che Barbie esercita sulle giovani compratri- ci dipende in gran parte dall'offerta apparentemente infinita di accessori che Barbie e i suoi amici possono indossare”; “Barbie non era fine a se stessa, ma apriva la strada ad un intero mondo di accessori. Si trattava di una bambola veico- lo per la futura vendita di merci correlate, e non di un prodot- to finito.” Don Richard Cox, Barbie and Her Playmates,“Jour- nal of Popular Culture”, 11 (1977), p. 303. 56. Su questo tema si veda Michael Rogin, Ronald Rea- gan, The Movie, Berkeley, University of California Press, 1987.
  • 22. Gente che gioca con le bambole. Non nella realtà, nei libri.Adulti e, incidentalmente, bambine (più o me- no cresciute). Non l'ho fatto apposta, e infatti non me ne sono accorta subito. Il collegamento si è precisato dopo un po': in varie letture dei miei ultimi mesi, c'era- no continuamente personaggi che giocavano con le bambole. Ecco quali citando autore, opera ed editore, se casomai voleste leggerli anche voi. Giorgio Scerbanenco, I mila- nesi ammazzano al sabato, Garzanti: nel libro, un polizie- sco dei tardi anni '60, Donatel- la Berzaghi è la sventurata pro- tagonista, che scompare: bion- da gigantessa bellissima nel corpo, bambina di 10 anni nella mente, innocentemen- te ma pericolosamente ninfomane nel comportamen- to, pupilla adorata e unica ragione di vita del suo papà vedovo, lei gioca ancora con le bambole. Proprio le sue bambole e tutti quei personaggi Disney appesi al lampadario che aspettano nella sua linda came- retta un improbabile ritorno, sono simbolicamente una delle immagini più tristi di qsto noir dolente, intri- so di compassione (e qsto testo è quasi un copiaeincol- la dal mio blog). Alicia Gimenez-Bartlett, Vita sentimentale di un ca- mionista, Sellerio: nel libro, la più lagnosa, appiccico- sa e suicidaria delle amanti del protagonista ha una casa rigurgitante di bambole e peluches (ehm… come tante case di noi doll collectors!). Lui non sop- porta qst'ambiente e qsta donna possessiva, ansioge- na e soffocante. Letizia Muratori, La casa madre,Adelphi: nel libro, due storie di bambini e di bambole. Nella prima, una picco- la fan dei Cabbage Patch Kids intrattiene un rapporto epistolare con la Casa Madre (la fabbrica delle amate bam- bole da adottare) mentre la madre vera è un disastro e le compagne di scuola una com- munity di esaltate… Nella seconda, un bambino scambia per Winx viventi le prostitute che battono nella pineta della casa al mare, fino alla scoperta che lo farà diventare grande. Andrea Camilleri, La caccia al tesoro, Sellerio: nel libro, un decrepito psicopatico dorme con una bambola gonfiabile sconciamente usata e rattop- pata. Ma non è la sola che fa una brutta fine. Alessandro Manzoni, I promessi Sposi, varie ed: nel libro, l'educazione di Gertrude, futura Monaca di Mon- za, passa attraverso la suggestione delle bambole - ve- stite da monache anch'esse, come muto modello aspi- razionale per la carriera futura. “Bambole vestite da monaca furono i primi balocchi che le si diedero in mano; poi santini che rappresentavan monache; e que' regali eran sempre accompagnati con gran racco- mandazioni di tenerli ben di conto; come cosa prezio- sa, e con quell'interrogare affermativo: - bello eh? - Quando il principe, o la principessa o il principino, che solo de' maschi veniva allevato in casa, volevano lodar l'aspetto prosperoso della fanciullina, pareva che non trovasser modo d'esprimer bene la loro idea, se non con le parole: - che madre badessa! - Nessuno però le disse mai direttamente: tu devi farti monaca.” Che effetto, eh? Merita una rilettura dollculturale. Barbie Link Daniela Ferrando http://dollculture.blogspot.com/ Liberi collegamenti dollculturali
  • 23. DCCINEWS58 23 Quello che le Barbie non dicono Noemi Israel conclude (per ora) il suo discorso sul corpo e sul- l'erotismo delle fashion dolls, lanciando molti spunti per con- tinuare! Fra robotica, avatar, automi e in- numerevoli replicanti, infatti, c'è da chiedersi cosa resterà del ses- so “vintage”. Sappiamo che è ap- pena stato lanciato sul mercato un videogioco per soli uomini, “My Wife: a Bride just for You”, creato da Idea Factory per Xbox36, vero e proprio “simulato- re di moglie”. Mentre i “dating sim” (simulatori di appuntamenti e storie) stanno aumentando ver- tiginosamente sul web. E che dire poi del futuro della robotica che secondo lo scienziato inglese ses- santunennne David Levy, fondato- re nel 2001 della Intelligent Toys Ltd, sarà composto da una serie di androidi in grado di soddisfare le esigenze e le fantasie sessuali di uomini e donne? Col perfezio- namento dell'interattività, l'effetto verosimiglianza aumenterà pro- porzionalmente, perciò potremo trovarci in un tempo non lontano a condividere le nostre emozioni con sexy robot in grado di elabo- rare i movimenti dei nostri occhi e dei nostri gesti (gesture recogni- tion) per appagare qualunque fan- tasia, come faceva Gigolo Joe/Ju- de Law in “A.I.” di Steven Spiel- berg (2002). A titolo di cronaca, un affermato manager giapponese di 45 anni ha iniziato negli ultimi mesi a col- lezionare dozzine di sex dolls in scala 1:1, prodotte da Orient Indu- stry Co., costruite in silicone, con trentacinque articolazioni regola- bili, decisamente verosimili, il cui prezzo varia dagli 850 ai 5.500 dollari (prezzo tutto sommato ab- bastanza accessibile se pensiamo che Soraya della Mdvanii family in edizione unica vale più di 10.000 euro). Quando stacca dal lavoro, il trafelatissimo imprenditore corre a casa e prepara le sue amiche per una nottata di fuoco.Abbiglia- menti da corsetteria rionale rétro, parrucche banalissime, un po' di tv fianco a fianco, e poi diretta- secondaparte
  • 24. DCCINEWS5824 mente a nanna con minimo tre pupe. Il motivo che lo “costringe” a questo gioco erotico sembra siano i tediosi discorsi delle don- ne vere al primo incontro. Ascol- tare banalità, sobbarcarsi il costo della cena o dell'albergo e l'esborso per l'eventuale cadeau di buona uscita lo stressano trop- po, facendogli perdere tempo prezioso. E siccome anche la pa- zienza ha i suoi limiti, meglio una donna-oggetto che non parla (e sopratutto lo sopporta). Unico neo della questione, ha ammesso il manager, un po' di freddezza, non sappiamo se emotiva o della bambola che, per il momento, non è ancora dotata di un termorego- latore. Per fortuna l'arte permette di reagire alla forte depressione dell'attuale disorientamento emo- tivo con proposte attive, estetica- mente importanti e accattivanti. Creatrice di bambole “anatomica- mente corrette” è anche Marina Bychkova, il cui talento l'ha por- tata giovanissima ad essere inco- ronata dai collezionisti di tutto il mondo come una delle maggiori doll artist della new generation. A prescindere dalla scelta dell'otti- ma qualità dei materiali, le sue bambole sono d'ispirazione ball- jointed. La Bychkova racconta una storia con ciascuna di esse ed esplora l’universo della ses- sualità femminile con raffinatezza e incanto (enchanteddoll.com è il nome del suo meraviglioso sito). E lo fa costruendo sguardi di un'intensità infinita e definendo con estrema cura i dettagli e le forme. I sessi maschili sono simi- li a quelli dei Bj, discreti e poco enfatizzati, mentre quelli femmi- nili appaiono decisamente più particolareggiati. La riproduzione anatomica di Farah, per esempio, o di Banshee, è estremamente at- tenta e presenta anche una pelu- ria scura, senza per questo diven- tare scabrosa. Anzi, si rimane conquistati dalla squisita legge- rezza del lieve e poetico erotismo sussurrato. La Bychkova gioca magistralmente con temi forti, come Lolita, esplicito riferimento alla ninfetta dodicenne di Nabo- kov, o la necrofilia, tema caro ai miti delle favole, in cui il principe bacia una ragazza morta da gior- ni col pretesto di ridarle vita. La creazione, a mio parere, più origi- nale è l'Ermafrodito ginandro, con sesso maschile e resto del corpo femminile, che cinge la gemella femmina. Un'opera matura che recupera la tradizione dell' erma- frodita di porcellana o bronzo del- la fine dell'Ottocento, perenne- mente scolpito con espressioni sofferenti (se non proprio moren- ti), che qui invece ritroviamo “ri- solto” e sereno, in armonica com- pagnia. Kathy Clark (batkatcreations.com) è la scultrice statunitense che in- vece ha deciso di correggere ana- tomicamente Barbie e Ken. E se la nostra Amica si ritrova capezzoli rosei perfetti e un toupet un po' scontanto, a dire il vero, a volte anche fucsia o rosso paprika co- me il colore dei capelli, Ken si tra- sforma in un “superdotato” a cui manca solo il contratto con una casa di produzione cinematogra- fica del settore (anche se la ver- sione “rilassata” è disponibile in percentuale del 20% rispetto al- l'altra). La Clark ribadisce che la bellezza del corpo umano consi- ste proprio nella completezza e spiega le ragioni delle sue scelte per Ken in rapporto alle potenzia- lità negate dalla casa madre. For- se proprio per questo la tendenza anatomica delle fashion doll si sta ph. Emma Gilardi
  • 25. DCCINEWS58 25 spingendo in questa direzione. Anche AvantGuards, Sybarite, Bj, Dollfie e in parte Fashion Royalty sono bambole abbastanza carat- terizzate sessualmente (seppure in modo discreto). Il collezionista, una volta venuto in possesso del feticcio che corrisponde alle sue aspettative, sembra però preferi- re la macchina fotografica. Il gio- co evolve in una sfida: trasferire in due dimensioni il suo cast di modelle e modelli, studiando per loro pose che li facciano apparire il più possibile vivi. Beninteso ci sono sempre le provocazioni, co- me Nancy Farmer, fotografa in- glese, che utilizza Barbie e Ken per fotostorie decisamente hot, con scene di sesso sfrenato, ete- ro e gay, e messa in scena di veri e propri mini set pornografici (http://www.fetishdollies.co.uk/w elcome.html), nonostante le sue dolls non siano “anatomically cor- rect”. Oppure le sexy storie di Mi- stergiuseppe (www.mistergiu- seppe.it/fashionroyalty/fashion- royfoto.html), di sapore più ironi- co, affidate all' “interpretazione” delle Fashion Royalty. Se dunque Barbie & co sono gli eredi delle marionette, che dopo gli anni Sessanta sono andate quasi tutte in pensione, è inevita- bile che ad essi venga associato un nuovo teatrino, o set come vo- gliamo chiamarlo. Ciò significa inoltre che la parentela con Arlec- chino è ancora molto viva. Alcuni esempi: primo fra tutti quello del- la Color Magic col suo delizioso costumino a rombi; Mdvanii in “Harlequin”; o le sontuose mises veneziane di Bob Mackie (in par- ticolare Masquerade Ball) e Ma- squerade Gala #20647 con Vene- tian Opulence, le quali, tutte, rie- vocano indirettamente la tradizio- ne minore della commedia del- l'arte trasmessa attraverso i tea- trini di piazza.Tornerà utile a que- sto punto ricordare l'origine anti- ca del nome Arlecchino: “Hell King”, cioè “re dell'inferno”, il diavolo... ph. Yatabazah ph. Mr Giuseppe NB nella puntata di Débouzy (e cioè nell'articolo “Ultimo assaggio”) di qsto numero, viene guarda caso ripreso il tema dell'inesistente vita erotica di Barbie & Ken. E a pensarci bene, anche l'articolo di apertura di Marco Banfi ben si ricollega all'argomento! (DF)
  • 26. DCCINEWS5826 Barbie sugli sci Lo spunto per continuare una collezione molto par- ticolare me lo ha dato il ritrovamento recente di al- cuni completi da sci anni '80 nella mia collezione personale. Un giorno, a casa di mia madre, dove ancora oggi vi é un intero mobile composto da molte vetrine, contenenti diorami e bambole di ogni epoca e pro- venienza, aprii un enorme scatolone pieno zeppo di abiti di Barbie e similari e mi capitarono tra le ma- ni alcuni abiti da sci anni '80 ancora in ottime con- dizioni e completi di ogni accessorio. Nel frattempo, su FLICKR, un'amica tedesca caricò alcune fotografie del parka dell'outfit SKI QUEEN, indossato da una Barbie attuale e proposto come capo d'abbigliamento accostato ad altri indumenti ed accessori più moderni. Mi piacque talmente che lo volli e riuscii a trovare l'intero outfit SKI QUEEN originale in ottime condizioni da un caro amico col- lezionista. Innanzitutto devo dire che lo SKI QUEEN rispecchia molto bene la moda da sci del tempo. Le foto pro- poste sono datate dal 1959 ed hanno in effetti mol- ti particolari in comune con lo SKI QUEEN. Lo sci iniziò a diventare molto popolare con i giochi olimpici invernali del 1960 a Squaw Valley,negli Stati Uniti. Inizialmente era uno sport da ricchi ma la televisione negli USA lo aiutò a diventare ben presto molto praticato ed apprezzato. Ovviamente anche Barbie e Ken non potevano esi- mersi dall'essere provetti sciatori ed infatti li ritro- viamo già ben abbigliati ed equipaggiati con lo SKI QUEEN del 1963/64 e lo SKI CHAMPION sempre dello stesso anno. Si sono poi susseguiti, soprattutto negli anni'80 & '90, moltissimi altri completi da sci per la coppia ed anche per i loro amici : su EBAY se ne trovano a va- langhe ! E ogni periodo rispecchia non solo la mo- da e il gusto del momento ma anche vengono uti- lizzati tessuti che si avvicinano molto a quelli degli abiti umani. Infatti mi vorrei soffermare su altri due outfit da sci: in particolare quello azzurro, indossato da Christie, con colbacchino e doposci in lapin bianco (primi anni '80) e lo Skiing Vacation Barbie Fashion del 2004 per Barbie Silkstone. La tuta del primo completo é in vinile fuori e all'in- terno garzato: rende bene l'idea di come in quegli anni si cercava di sperimentare nuovi tessuti, alcu- ni poi divenuti popolarissimi. Il goretex,per es., uti- lizzato ampiamente nell'abbigliamento sportivo. Addirittura un cappello simile tornerà ancora a fare tendenza nel 2008 con il completo di MONCLER!! Ed infine l'eleganza anni 2000, ma senza tempo, delle SILKSTONE. Lo Skiing vacation é una rivisita- zione stilistica dello SKI QUEEN: cambiano total- mente i colori ed i tessuti, ma lo stile classico anni '60 ritorna. E infatti la linea BARBIE SILKSTONE non é stata in- ventata proprio come riproposta delle prime Bar- bie? Ma questa è tutta un'altra storia…!!! Rossana Cinquanta Fare una collezione nella collezione …si potrebbe continuare all'infinito
  • 27. DCCINEWS58 27 Abiti da sci dal 1959 ca. Completi da sci Moncler, 2008 Swirl Ponytail in Skiing vacation Barbie Fashion per Silkstone Ski Queen (1963/64) Talking Christie in completo da sci inizio anni '80
  • 28. DCCINEWS5828 A Rimini ha calamitato l'attenzione di tutti con creazioni-creature piumate e spettacolari: non sculettanti ballerine stile OBA-OBA o personag- gi fantasy. No. Piuttosto, personaggi da fiaba orientale da circo mentale, action figures trasfi- gurate da una sorprendente reinvenzione. Io credo che le OOAK siano una proiezione di noi stessi. Sono ciò che avremmo voluto essere o che vorremmo esse- re, ma contengono un mes- saggio sociale sotteso di non sempre facile decifrazione. Per esempio… L'uomo farfalla, ad esempio, non è un guerriero, ma un "guerriero", perché la sua ar- ma è una spada a forma di stella :-) un po' come quando qualcuno suggeriva di mette- re i fiori nei cannoni... Osserva l'action figure in ver- de: regge sul braccio un pap- pagallo gigantesco che gli morde la testa...una provoca- zione contro chi adopera gli animali negli spettaco- li circensi...l'abito è quello di un clown del Cirque Du Soleil (dove come ben sai, non si adoperano gli animali). Potion, l'uomo in blu, regge tra le mani una bottiglia che contiene una pozione magica...vorrebbe spri- gionarla per liberare la creatività umana prigionie- ra del conformismo...ed è forse la doll che più mi rappresenta, perché per anni ho dovuto soffocare il mio estro a causa di un'educazione eccessivamente cattolica e rigida. E poi ci sono le actions che indossano rielaborazio- ni del carnevale veneziano come l'uomo vestito da pavone. Una rielaborazione perché il pavone è un soggetto estraneo alla tradizione carnevalesca veneziana. E per il futuro? A Milano porterai novità? … per il futuro ci sono numerosi progetti che pre- senterò a Milano. Ma si tratta di lavori totalmente diversi. Chi mi conosce sa che ogni mia nuova esposizione rappresenta sempre una svolta rispetto a quella precedente. Del resto se il mio nome d'arte è METADOLLS è perchè la metamorfosi è la chiave polisemica per interpretare le mie creazioni... (a cura di DF) Conversazione con Simone Dell'Erba
  • 30. Walk of Fame… girovagando nel mondo delle ooaks secondo il gusto e il parere personale di Sonya A metà strada tra una Pop Star e una Drag Queen, genio e sregolatezza, La- dy Gaga impazza sulle radio e sulle tv di tutto il mondo. Giornali, siti inter- net, monografie… Stefani Joanne An- gelina Germanotta, classe 1986, si ispi- ra al suo idolo, Freddy Mercury, per scegliere il nome che la porterà alla ribalta in tutto il mondo. Vince decine di pre- mi ed è segnalata da giurie ed esperti di vario genere la indicano come la migliore musicista dell'anno, la meglio (o la peggio) vestita, la miglio- re artista emergente… insomma, la sua Poker Fa- ce e il suo album di esordio The Fame ne hanno fat- to un idolo. E come poteva, questo fenomeno, non coinvolgere anche il mondo delle bambole, dei collezionisti e dei maghi delle Ooaks? Semplice, non poteva! È sufficiente digitare Lady Gaga doll o Lady Gaga oo- ak su Google, Flickr o qualsiasi motore di ricerca per ritrovarsi decine e decine di foto di Fashion Dolls (per lo più Barbie) abbigliate e pettinate come la Lady per eccellenza! Non amo molto questo personaggio, ma non pote- vo tralasciare quello che è possibile definire un fe- nomeno di massa di questa portata. Tantissimi creatori di Ooaks si sono cimentati nella riproduzio- ne di Gaga, per lo più con risultati apprezzabili. In primis vorrei citare gli italiani Magia2000 che han- no creato tre bambole davvero ben fatte (ma non serve certo che sia io a dirlo…) ispirandosi ai video di Paparazzi e Alejandro e alla sua apparizione a MTV Award. Reroot, repaint e abiti rifiniti nei minimi particolari, assolutamente le più accurate e le più somiglianti. Allo stesso livello, ma influenzati maggiormente dal lato drag queen, gli abilissimi Artist Creations che trasformano una Barbie in una Lady Gaga con grande personalità: trucco molto marcato, reim- pianto delle ciglia, boccoli e cappello-telephone che tutti i collezionisti vorrebbero fare indossare al- le loro fashion dolls!!! The new Mad Hatter
  • 31. DCCINEWS58 31 Mi sembra, però, che gli altri artisti che si so- no cimentati in questa “sfida” abbiano ritenu- to (a ragione, sotto un certo punto di vista…) che Lady Gaga sia solo un cappello strano, un abito eccentrico o una coreografia studiata più che un viso e una donna in carne e ossa. Certo Gaga, che sul lo- ok ha puntato tanto co- me Madonna (altra grande Musa dei Ma- gia2000), non è una bellezza e deve essere particolarmente diffici- le effettuare un repaint somigliante su quella che è l'emblema della fascino per eccellenza, Barbie. In linea di mas- sima sono stati usati corpi Model Muse probabil- mente per la maggiore plasticità della posa, men- tre i face mold sono diversi dagli ormai inflazionati MM a quelli delle più economiche Pink Box. Ho trovato le creazioni ispirate a Lady Gaga Dolls su Google Immagini molto carine e divertenti, in modo particolare quella con il vestito di ranocchi, anche se mi pare che il trucco e i capelli non siano stati ritoccati in alcun modo, così come quella con l'abito rosso e il pizzo sull'oc- chio. Ben fatte anche le Bambole di Auston e in ge- nerale tutte quelle postate nel gruppo Lady Gaga Dolls su Flickr. Non è poi difficile incappare su La- dy Gaga dolls an- che su Ebay. Come al solito qualche corag- gioso si trova ed ecco spuntare su worthpoint.com
  • 32. DCCINEWS5832 una Blythe wanna be Lady Gaga… nonostante non si possa parlare di una riproduzione vera e propria, questa è la confer- ma delle enormi potenzialità che ha questa bambola con il testone. Altro azzardo, se pur conforme alla visione cappello- look- shock, è quello di Fleur de Lys che riproduce Lady Gaga su una Fashion Royalty: azzardo, sì, perché se Miss Germanotta è sicu- ramente meno bella di Bar- bie, è lontana anni luce dal- la perfezione dei tratti so- matici di una Veronique o di una Natalia…complimenti quindi a chi ha osato tanto! Guardando tutte queste creazioni con attenzione mi è venuta in mente una con- siderazione di Samuel Bec- kett in merito a non so bene chi: “Non è in grado di pensare senza il suo cappello”. Effettivamente sembra che per il mondo bambolaro Lady Gaga esi- sta solo per i suoi abiti (bolle, nastri, animali…) e per i suoi (favolosi, a dire il vero…) cappelli! Se confrontate le foto, spesso a colpire non è la bam- bola più somigliante o accurata nella riproduzione dei dettagli, ma quella più spettacolare, con più perline e che meglio riproduce il look shock scelto dalla regina delle classifiche!!! Sonya Lanfranchi
  • 34. DCCINEWS5834 L 'interesse della moda per le tendenze musica- li, artistiche e cinematografiche ha portato nu- merosi artisti e fashion designers a cimentar- si in personali rielaborazioni underground. Corren- ti letterarie e stili di vita alternativi hanno ispirato anche Maurizio Andreuccetti per il portfolio Distur- bing Dollies, dove algide e pericolose femmes fata- les fanno sfoggio di corsetti fetish e abiti neo-vitto- riani, conditi con scenari surrealisti e distropici. Ricreare un progetto simile per BJD (Ball Jointed Dolls) è possibile? Indubbiamente. Iplehouse e So- om propongono le taglie EID e Super Gem: bambo- le alte dai 65 e 70 centimetri e dalle forme sensua- li, che possono svolgere il compito egregiamente. Iplehouse propone anche capi in pelle borchiati e sandali dalle vertiginose zeppe, rendendo l'imma- gine delle proprie bambole ancora più provocante. Il progetto Aeyork si è spinto oltre creando una non- bambola dalla bellezza maledetta in Just Venus, BJD senza braccia esposta al Museo di Arte Nazio- nale di Abu Dhabi. Anche se l'idea di bambola in Occidente è in parte Disturbing Dollies, ovvero Bamboline Disturbanti Una collezione per bambole o per donne immaginarie? Ho chiesto ad Isabella Pero, esperta di BJD, di commentare un portfolio di Maurizio Andreuccetti, illustratore e fashion designer con un acuto senso per le bambole. Lei ha subito proposto tantissimi collegamenti che qui riportiamo. Buona lettura e buona esplorazione! (DF)
  • 35. LINK GENERALI: Iplehouse EID: www.iplehouse.net Soom Super Gem, Monthly Dolls: dollsoom.com Aeyork Just Venus su Notdoll: notdolllab.com Dollheart: www.dollheart.com Atelier Soda: www.atelier-soda.com CONTATTI: www.resinrome.altervista.org Isabella Pero e Francesca Berchiolli sono liete di rispondervi se avete altre curiosità sulle BJD. Contattatele! legata alla sensualità, i designers di abiti per BJD Dollheart, in collaborazione con l'artista Val Zeitler, propongono un'immagine fiabesca in stile tetro che non si discosta molto da ciò che potrebbe essere una versione goticheggiante di Alice nel Paese del- le Meraviglie. E così vale per molte compagnie dell'Estremo Oriente: solo Atelier Soda introduce design di alta moda per SD. È l'incredibile scelta di mercato, uni- ta alla fantasia del collezionista, che rendono il pro- getto di Andreuccetti reale: gli stessi designers per bambole hanno spesso attinto dalle realtà della moda per riproporre lo stesso universo in formato BJD. Isabella Pero
  • 36. I mille modi delle bambole nell'arte e non solo. ARTtenzione “La Lattaia” di Jan Vermeer (1632-75) e quella reinterpretata da Mariel Shannon. Lontana dai soliti “interni con delitto” tanto amati da questa fotografa, la Lattaia versione bambola anziché rozza, è affettuosa.