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    L’Apprendimento in rete tra formale,
         informale e non-formale
                     P. Campanella, G. Facchini
                   Dipartimento di Informatica
            Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
                   Via Orabona, 4 – 70126 Bari
          pasqua13.cp@libero.it, pinofacchini@inwind.it


III Congresso Nazionale CKBG – Bari, 6-8 aprile 2011
       Empowerment, Formazione, Tecnologie.
      L'Individuo, il Gruppo e l'Organizzazione
Abstract
Negli ultimi anni la disponibilità capillare della banda larga
e della connessione flat a Internet ha consentito una forte
presenza in rete e una elevata partecipazione attiva degli
utenti, i quali hanno privilegiato portali e social network
User Generated Content (UGC). Gli strumenti e le possibilità
messe a disposizione dal Web 2.0 consentono all‟e-learning
di utilizzarle per proporre ambienti di apprendimento user-
centered ove quest‟ultimo diventa protagonista nella
costruzione del suo percorso, fondando i suoi interessi
didattico-formativi non su percorsi precostituiti, ma sulla
creazione informale di percorsi di senso che scaturiscono
dall‟interazione in rete e dalla partecipazione ad attività
condivise (blog, forum, chat). La comunità di pratica
costituisce la struttura più efficace.
L’E-LEARNING INCONTRA IL WEB 2.0
Dai Virtual learning environment ai Personal
                        learning environment
Con l‟affermarsi del Web 2.0 l‟aspetto informale dell‟apprendimento assume una
valenza sempre più dominante, determinando un‟evoluzione dell‟e-learning, in cui
le nuove tecnologie sostituiscono i “passati” virtual learning environment basati in via
esclusiva sull‟uso delle piattaforme LMS o LCMS, con i più comunicativi e flessibili
personal learning environment, (Attwell, 2007), ovvero ambienti user-centered, in grado
di supportare sia elementi di apprendimento informale, provenienti dalle risorse che
ognuno può reperire e produrre sul Web, che formali, basati sugli schemi ormai
consolidati dell‟istituzione e del “corso”, efficacemente “delineati” in rete dalle
piattaforme e-learning. Il tentativo è quello di superare le problematicità della
formazione online tradizionale (e-learning 1.0 e della F.A.D. più in generale)
cercando di mettere a fattore comune le dimensioni formale/informale ed
individuale/sociale dell‟apprendimento. Questo obiettivo si realizza nel passaggio da
una concezione della formazione di tipo statico, caratterizzata da un‟idea
tradizionale di “trasmissione della conoscenza”, ad una concezione maggiormente
centrata su due elementi fondamentali: l’utente ed il gruppo. L‟utente viene ora visto
come progettista consapevole del proprio apprendimento, cioè colui che si
confronta con i problemi della costruzione del percorso di conoscenza e che quindi
deve in qualche modo esibire abilità e competenze dall‟interattività, (Bonaiuti,
2006). Con l‟e-learning 2.0 si cerca pertanto di riscoprire l‟importanza del web
come spazio in cui non solo si può accedere all‟informazione, ma dove
l‟informazione può essere modificata o addirittura creata dalle persone che
navigano in rete in modo del tutto attivo e costruttivo.
LE IMPLICAZIONI IN AMBITO FORMATIVO
         DEI SOCIAL COMMUNITY
Le prospettive sociali dell’e-learning 2.0
Avere a disposizione le potenzialità collaborative della rete consente di realizzare percorsi di
formazione interattivi e collaborativi mettendo al centro la persona che apprende (learner-centered).
È possibile utilizzare il web come un ambiente in cui le persone si incontrano e partecipano a un
percorso formativo interagendo in vere e proprie comunità di apprendimento flessibili e dinamiche,
cooperative learning. Le relazioni tra gli utenti, la possibilità di discutere, condividere e costruire
conoscenza in modo collaborativo sono le prospettive aperte dell‟e-learning 2.0 (Calvani, 2005). Siti
come YouTube, MySpace, Facebook, fanno parte di un crescente trend verso la creazione e la
condivisione di conoscenze ed idee on line attraverso comunità e social network. L‟e-learning 2.0
tenta di superare le criticità della formazione on line tradizionale coniugando le dimensioni
formale/informale ed individuale/sociale dell‟apprendimento che si concretizza nel passaggio da
una concezione della formazione in rete a carattere prevalentemente erogativo ed estensivo ad una
maggiormente centrata sull'utente e sul gruppo, aperta al web e ai suoi sviluppi sociali. Le principali
criticità dei sistemi di eLearning 1.0 possono infatti ricondursi alla scarsa propensione
all‟interattività ed all‟attività di tipo collaborativo (basato su una divisione statica dei ruoli di docente,
studente e tutor), alle codifiche dei learning object secondo percorsi formali fortemente strutturati,
che non lasciano spazi aperti alla personalizzazione ed all‟adattività (interna ed esterna) dei sistemi e
dei percorsi. Emerge, quindi, una rinnovata attenzione verso l‟apprendimento informale e
collaborativo che può svilupparsi a partire dal cosiddetto social software che valorizza la dimensione
sociale della rete vista come il risultato della collaborazione di tutti i suoi fruitori/costruttori ed è
maggiormente rivolta alle dimensioni dell'interazione e della collaborazione. Gli elementi chiave
descrittori della nuova realtà sembrano essere la collaborazione, la partecipazione, la condivisione,
l‟interazione, l‟intelligenza collettiva e il wisdom of crowds, le folksonomie. Il Web 2.0 e il social
software permettono la comunicazione tra molte persone, forniscono nuovi modi di creare e
condividere i contenuti, permettono l‟integrazione di diversi media (audio, video, immagini ecc)
aiutano a gestire le informazioni e sviluppare l‟abilità di reperire e valutare le informazioni oltre che
un atteggiamento proattivo e di collaborazione che favorisce l‟apprendimento informale.
Recentemente è stato utilizzato anche il termine web learning, che accentua l'aspetto "reticolare"
dell'apprendimento, piuttosto che quello, ormai scontato, della componente "elettronica" o
"virtuale". Nella prospettiva di un graduale affermarsi del web semantico, infatti, si può immaginare
facilmente un percorso di apprendimento e formazione autogestito che veda il discente spostarsi
attraverso diversi portali e siti, diverse piattaforme.
L’uso dei social network per lo sviluppo e la
                   condivisione della conoscenza
L‟apprendimento come evento sociale basato non solo sulla fruizione
individuale quanto sulla collaborazione e condivisione tra i
partecipanti all‟interno del quale ciascuno collabora con le sue
conoscenze e capacità individuali. Gli ambienti formativi in questo
modo divengono social environment coinvolgendo gli utenti mediante
spazi collaborativi come le comunità virtuali di apprendimento. Un
servizio offerto da molti social network è il social bookmarking, grazie al
quale si rendono disponibili liste di bookmark ovvero siti web
liberamente consultabili e condivisibili con gli utenti del network,
organizzati per categorie, i cosiddetti „tag‟. L‟obiettivo formativo del
“social software” non è solo quello di combinare una serie di
conoscenze e condividere una lista di siti privilegiati, ma anche quello
di creare strumenti e ambienti virtuali in cui si favorisce
l‟apprendimento, superando e abbattendo gli ostacoli tradizionali
insiti in una relazione didattica unidirezionale, ansiogena e schematica,
per affermare un modello di apprendimento basato sulla relazionalità
e la pro-socialità dell‟individuo che apprende.
CONCLUSIONI
In questo paper si è dettagliato come sia caratteristica esclusiva
nell‟e-learning 2.0 l‟idea della socializzazione, della collaborazione e
della diffusione della conoscenza. Da qui l‟immediato sviluppo di
applicazioni che facciano incontrare i classici sistemi di e-learning
basati sulla formazione a distanza gestita in maniera strutturata
(apprendimento formale) con i principi e gli insegnamenti del
social networking di stampo web 2.0 nei quali far confluire anche
elementi      di    apprendimento         informale,     che    integrati
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ambienti di apprendimento, più costruttivi, personali e di
condivisione di informazioni. L‟e-learning diviene così un nodo di
contenuti. Lo studente stesso è nodo e, a sua volta, fa parte di una
rete interconnessa di studenti. È però un nodo attivo, inteso come
fruitore, ideatore, selezionatore e controllore della stessa
conoscenza che condivide nella comunità, agendo da utilizzatore
interattivo, ma al tempo stesso da progettista e da propulsore.
BIBLIOGRAFIA
Attwell G. (2007), “The Personal Learning Environments - The future of eLearning ?”, eLearning Papers, vol. 2, no. 1.
Berners-Lee T. (2007), “The future of the World Wide Web”, http://dig.csail.mit.edu/2007/03/01-ushouse-future-of-the-web.pdf.
Bonaiuti G. (2006), “E-learning 2.0. Il futuro dell‟apprendimento in rete tra formale ed informale”, Erickson, Gardolo.
Borgatti S. P. Cross R. (2003), “A Relational View of Information Seeking and Learning in Social Networks”, Management Science,
49 (4), pp.432–445.
Calvani A. (2005), “Rete, comunità e conoscenza. Costruire e gestire dinamiche collaborative”, Erickson, Trento.
Calvani A., Buonaiuti G., Fini A., Ranieri M. (2007), “I Personal Learning Environment: una chiave di svolta per il Lifelong
Learning?”, Atti del IV congresso Sie-l, EUM, Macerata.
Downes S. (2005), “E-learning 2.0”, eLearn Magazine,http://elearnmag.org/subpage.
Duguid P. (1991), “Organizational Learning and Communities of Practice: Toward a Unified View of Working, Learning, and
Innovation”, Organization Science, 2 (1), pp. 40-57.
Fini A. e Cigognini M. E., “Web 2.0 e social networking. Nuovi paradigmi per la formazione”, Trento, Erickson, pp. 89-120.
Kaye A., (1994), “Apprendimento collaborativo basato sul computer” , Tecnologie Didattiche, n. 4, pp. 9-21.
Lave J., Wenger E., (1991), “Situated learning. Legitimate peripheral Participation” Cambridge University press, Cambridge.
O’Reilly T. (2005), “What Is the Web 2.0”, Design Patterns and Business Models for the Next Generation of Software,
http://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/ 2005/09/03/what-is-web-20.html?page=1.
Penna M. P., Stara V., (2007), “The failure of e-learning: why should we use a learner centred design”,Journal of e-learning and
knowledge society (Jelks), Vol 3, n. 2, p. 127-135.
Trentin G. (2004), “Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze. Ruolo, dinamiche e tecnologie delle comunità
professionali on line”, Franco Angeli, Milano.
Trentin G. (2008), “La sostenibilità didattico-formativa dell'e-learning. Social networking e apprendimento attivo”, Franco Angeli,
Milano.
Wenger, E. Communities of Practice, (1998), “Learning, Meaning, and Identity”,Cambridge University Press.
Wenger E.R., Dermott & W.M. Snyder, (2002), “Cultivating Communities of Practice”, Harvard Business School Press, Boston
(MA).
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L’Apprendimento in rete tra formale, informale e non-formale

  • 1. http://www.ckbg.org/congresso2011 L’Apprendimento in rete tra formale, informale e non-formale P. Campanella, G. Facchini Dipartimento di Informatica Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Via Orabona, 4 – 70126 Bari pasqua13.cp@libero.it, pinofacchini@inwind.it III Congresso Nazionale CKBG – Bari, 6-8 aprile 2011 Empowerment, Formazione, Tecnologie. L'Individuo, il Gruppo e l'Organizzazione
  • 2. Abstract Negli ultimi anni la disponibilità capillare della banda larga e della connessione flat a Internet ha consentito una forte presenza in rete e una elevata partecipazione attiva degli utenti, i quali hanno privilegiato portali e social network User Generated Content (UGC). Gli strumenti e le possibilità messe a disposizione dal Web 2.0 consentono all‟e-learning di utilizzarle per proporre ambienti di apprendimento user- centered ove quest‟ultimo diventa protagonista nella costruzione del suo percorso, fondando i suoi interessi didattico-formativi non su percorsi precostituiti, ma sulla creazione informale di percorsi di senso che scaturiscono dall‟interazione in rete e dalla partecipazione ad attività condivise (blog, forum, chat). La comunità di pratica costituisce la struttura più efficace.
  • 4. Dai Virtual learning environment ai Personal learning environment Con l‟affermarsi del Web 2.0 l‟aspetto informale dell‟apprendimento assume una valenza sempre più dominante, determinando un‟evoluzione dell‟e-learning, in cui le nuove tecnologie sostituiscono i “passati” virtual learning environment basati in via esclusiva sull‟uso delle piattaforme LMS o LCMS, con i più comunicativi e flessibili personal learning environment, (Attwell, 2007), ovvero ambienti user-centered, in grado di supportare sia elementi di apprendimento informale, provenienti dalle risorse che ognuno può reperire e produrre sul Web, che formali, basati sugli schemi ormai consolidati dell‟istituzione e del “corso”, efficacemente “delineati” in rete dalle piattaforme e-learning. Il tentativo è quello di superare le problematicità della formazione online tradizionale (e-learning 1.0 e della F.A.D. più in generale) cercando di mettere a fattore comune le dimensioni formale/informale ed individuale/sociale dell‟apprendimento. Questo obiettivo si realizza nel passaggio da una concezione della formazione di tipo statico, caratterizzata da un‟idea tradizionale di “trasmissione della conoscenza”, ad una concezione maggiormente centrata su due elementi fondamentali: l’utente ed il gruppo. L‟utente viene ora visto come progettista consapevole del proprio apprendimento, cioè colui che si confronta con i problemi della costruzione del percorso di conoscenza e che quindi deve in qualche modo esibire abilità e competenze dall‟interattività, (Bonaiuti, 2006). Con l‟e-learning 2.0 si cerca pertanto di riscoprire l‟importanza del web come spazio in cui non solo si può accedere all‟informazione, ma dove l‟informazione può essere modificata o addirittura creata dalle persone che navigano in rete in modo del tutto attivo e costruttivo.
  • 5. LE IMPLICAZIONI IN AMBITO FORMATIVO DEI SOCIAL COMMUNITY
  • 6. Le prospettive sociali dell’e-learning 2.0 Avere a disposizione le potenzialità collaborative della rete consente di realizzare percorsi di formazione interattivi e collaborativi mettendo al centro la persona che apprende (learner-centered). È possibile utilizzare il web come un ambiente in cui le persone si incontrano e partecipano a un percorso formativo interagendo in vere e proprie comunità di apprendimento flessibili e dinamiche, cooperative learning. Le relazioni tra gli utenti, la possibilità di discutere, condividere e costruire conoscenza in modo collaborativo sono le prospettive aperte dell‟e-learning 2.0 (Calvani, 2005). Siti come YouTube, MySpace, Facebook, fanno parte di un crescente trend verso la creazione e la condivisione di conoscenze ed idee on line attraverso comunità e social network. L‟e-learning 2.0 tenta di superare le criticità della formazione on line tradizionale coniugando le dimensioni formale/informale ed individuale/sociale dell‟apprendimento che si concretizza nel passaggio da una concezione della formazione in rete a carattere prevalentemente erogativo ed estensivo ad una maggiormente centrata sull'utente e sul gruppo, aperta al web e ai suoi sviluppi sociali. Le principali criticità dei sistemi di eLearning 1.0 possono infatti ricondursi alla scarsa propensione all‟interattività ed all‟attività di tipo collaborativo (basato su una divisione statica dei ruoli di docente, studente e tutor), alle codifiche dei learning object secondo percorsi formali fortemente strutturati, che non lasciano spazi aperti alla personalizzazione ed all‟adattività (interna ed esterna) dei sistemi e dei percorsi. Emerge, quindi, una rinnovata attenzione verso l‟apprendimento informale e collaborativo che può svilupparsi a partire dal cosiddetto social software che valorizza la dimensione sociale della rete vista come il risultato della collaborazione di tutti i suoi fruitori/costruttori ed è maggiormente rivolta alle dimensioni dell'interazione e della collaborazione. Gli elementi chiave descrittori della nuova realtà sembrano essere la collaborazione, la partecipazione, la condivisione, l‟interazione, l‟intelligenza collettiva e il wisdom of crowds, le folksonomie. Il Web 2.0 e il social software permettono la comunicazione tra molte persone, forniscono nuovi modi di creare e condividere i contenuti, permettono l‟integrazione di diversi media (audio, video, immagini ecc) aiutano a gestire le informazioni e sviluppare l‟abilità di reperire e valutare le informazioni oltre che un atteggiamento proattivo e di collaborazione che favorisce l‟apprendimento informale. Recentemente è stato utilizzato anche il termine web learning, che accentua l'aspetto "reticolare" dell'apprendimento, piuttosto che quello, ormai scontato, della componente "elettronica" o "virtuale". Nella prospettiva di un graduale affermarsi del web semantico, infatti, si può immaginare facilmente un percorso di apprendimento e formazione autogestito che veda il discente spostarsi attraverso diversi portali e siti, diverse piattaforme.
  • 7. L’uso dei social network per lo sviluppo e la condivisione della conoscenza L‟apprendimento come evento sociale basato non solo sulla fruizione individuale quanto sulla collaborazione e condivisione tra i partecipanti all‟interno del quale ciascuno collabora con le sue conoscenze e capacità individuali. Gli ambienti formativi in questo modo divengono social environment coinvolgendo gli utenti mediante spazi collaborativi come le comunità virtuali di apprendimento. Un servizio offerto da molti social network è il social bookmarking, grazie al quale si rendono disponibili liste di bookmark ovvero siti web liberamente consultabili e condivisibili con gli utenti del network, organizzati per categorie, i cosiddetti „tag‟. L‟obiettivo formativo del “social software” non è solo quello di combinare una serie di conoscenze e condividere una lista di siti privilegiati, ma anche quello di creare strumenti e ambienti virtuali in cui si favorisce l‟apprendimento, superando e abbattendo gli ostacoli tradizionali insiti in una relazione didattica unidirezionale, ansiogena e schematica, per affermare un modello di apprendimento basato sulla relazionalità e la pro-socialità dell‟individuo che apprende.
  • 8. CONCLUSIONI In questo paper si è dettagliato come sia caratteristica esclusiva nell‟e-learning 2.0 l‟idea della socializzazione, della collaborazione e della diffusione della conoscenza. Da qui l‟immediato sviluppo di applicazioni che facciano incontrare i classici sistemi di e-learning basati sulla formazione a distanza gestita in maniera strutturata (apprendimento formale) con i principi e gli insegnamenti del social networking di stampo web 2.0 nei quali far confluire anche elementi di apprendimento informale, che integrati opportunamente con le piattaforme LMS, generano nuovi ambienti di apprendimento, più costruttivi, personali e di condivisione di informazioni. L‟e-learning diviene così un nodo di contenuti. Lo studente stesso è nodo e, a sua volta, fa parte di una rete interconnessa di studenti. È però un nodo attivo, inteso come fruitore, ideatore, selezionatore e controllore della stessa conoscenza che condivide nella comunità, agendo da utilizzatore interattivo, ma al tempo stesso da progettista e da propulsore.
  • 9. BIBLIOGRAFIA Attwell G. (2007), “The Personal Learning Environments - The future of eLearning ?”, eLearning Papers, vol. 2, no. 1. Berners-Lee T. (2007), “The future of the World Wide Web”, http://dig.csail.mit.edu/2007/03/01-ushouse-future-of-the-web.pdf. Bonaiuti G. (2006), “E-learning 2.0. Il futuro dell‟apprendimento in rete tra formale ed informale”, Erickson, Gardolo. Borgatti S. P. Cross R. (2003), “A Relational View of Information Seeking and Learning in Social Networks”, Management Science, 49 (4), pp.432–445. Calvani A. (2005), “Rete, comunità e conoscenza. Costruire e gestire dinamiche collaborative”, Erickson, Trento. Calvani A., Buonaiuti G., Fini A., Ranieri M. (2007), “I Personal Learning Environment: una chiave di svolta per il Lifelong Learning?”, Atti del IV congresso Sie-l, EUM, Macerata. Downes S. (2005), “E-learning 2.0”, eLearn Magazine,http://elearnmag.org/subpage. Duguid P. (1991), “Organizational Learning and Communities of Practice: Toward a Unified View of Working, Learning, and Innovation”, Organization Science, 2 (1), pp. 40-57. Fini A. e Cigognini M. E., “Web 2.0 e social networking. Nuovi paradigmi per la formazione”, Trento, Erickson, pp. 89-120. Kaye A., (1994), “Apprendimento collaborativo basato sul computer” , Tecnologie Didattiche, n. 4, pp. 9-21. Lave J., Wenger E., (1991), “Situated learning. Legitimate peripheral Participation” Cambridge University press, Cambridge. O’Reilly T. (2005), “What Is the Web 2.0”, Design Patterns and Business Models for the Next Generation of Software, http://www.oreillynet.com/pub/a/oreilly/tim/news/ 2005/09/03/what-is-web-20.html?page=1. Penna M. P., Stara V., (2007), “The failure of e-learning: why should we use a learner centred design”,Journal of e-learning and knowledge society (Jelks), Vol 3, n. 2, p. 127-135. Trentin G. (2004), “Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze. Ruolo, dinamiche e tecnologie delle comunità professionali on line”, Franco Angeli, Milano. Trentin G. (2008), “La sostenibilità didattico-formativa dell'e-learning. Social networking e apprendimento attivo”, Franco Angeli, Milano. Wenger, E. Communities of Practice, (1998), “Learning, Meaning, and Identity”,Cambridge University Press. Wenger E.R., Dermott & W.M. Snyder, (2002), “Cultivating Communities of Practice”, Harvard Business School Press, Boston (MA).
  • 10. http://www.ckbg.org/ Sito Web: www.ckbg.org Sito Convegno: www.ckbg.org/congresso2011 CKBG – The Community: www.ckbg.org/forum Pagina di Facebook: http://tinyurl.com/ckbgpage-fb Gruppo di Facebook: http://tinyurl.com/FB-CKBG Gruppo su Twitter: http://twitter.com/ckbgit Convegno: #emp11 Sito Web: http://linkd.in/ckbg..group Profilo su Slideshare: CKBGShare