SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 22
FRANCISCO JOSÉ DE GOYA Y LUCIENTES




                    Autoritratto a 69 anni,
                    1815, Olio su tavola, 46 x
                    35 cm, Museo del Prado,
                    Madrid
LA VITA
•   Nasce a Fuendetodos, vicino Saragozza, il 30 marzo 1746, da Braulio José
    Goya y Franque, maestro doratore, e Gracia Lucientes Salvador, appartenente
    a una famiglia decaduta della piccola nobiltà aragonese.
•   Frequenta il collegio delle Scuole Pie dei Padri Scolopi di Saragozza, da cui
    riceve un educazione lacunosa ma comunque superiore a molti altri istituti
    dell’epoca.
•   Nel 1759 si trasferisce a Saragozza con la famiglia nel tentativo, da parte del
    padre, di migliorare la loro condizione.
•   A 14 anni diventa apprendista nello studio del pittore locale José Luzàn, dove
    conosce Francisco Bayeu, suo futuro cognato, e apprende la tecnica del
    disegno, entrando in contatto con la cultura rinascimentale e barocca italiana.
•   Nel 1763 si trasferisce a Madrid e partecipa, senza successo, ad un concorso
    per una borsa di studio dell’Accademia di San Fernando.
•   Diventa apprendista di Bayeu, divenuto pittore di corte. Entra in contatto con la
    figura di Mengs, Neoclassicista, e Tiepolo, esponente del Rococò, e con l’arte
    di Giaquinto.
•   Nel 1766 partecipa ad un altro concorso dell’Accademia di San
    Fernando, fallendo nuovamente. Al suo posto, viene ammesso Ramòn Bayeu.
•   Tra il 1770 e 1771 compie, a spese proprie, un viaggio in Italia, alla ricerca di
    una qualificazione professionale maggiore.
•   Visita diverse città, quali Venezia, Siena, Napoli e Roma, entrando in contatto
    con molti giovani artisti europei.
•   Conosce Piranesi da cui, insieme a Rembrandt, Goya trarrà ispirazione per le
    sue incisioni.
•   Conosce le opere di Robert, Füssli, Michelangelo e Raffaello.
•   Ritornato in Spagna, riceve subito diverse commissioni, grazie alle quali
    acquista una certa notorietà.
•   Nel 1773 sposa Josefa Bayeu, che non ha grande importanza nella vita privata
    dell’artista.
•   Nel 1775 ritorna a Madrid. Con l’aiuto del cognato e di Mengs, inizia a eseguire
    cartoni per le manifatture reali di Santa Barbara, per cui lavorerà fino al
    1792, realizzando più di 60 cartoni. A questa serie appartiene l’opera Il
    parasole.
•   Nel 1780 è infine ammesso all’Accademia di San Fernando.
•   Goya ottiene commissioni da esponenti della nobiltà che ne accrescono la fama
    e lo fanno uscire dall’ombra del cognato Bayeu.
•   Negli anni ‘80 inizia a dedicarsi alla ritrattistica di eminenti aristocratici. Ciò gli
    permette di avvicinarsi al re Carlo III.
•   Nel 1789 viene nominato pittore di corte dal nuovo re Carlo IV.
•   Nel 1792 viene colpito da una gravissima malattia, alla quale sopravvive dopo
    una lunga convalescenza, rimanendo quasi completamente sordo. Da questo
    momento, la sordità e l’isolamento portano alla luce il senso di disperazione e
    angoscia a lungo repressi e nelle opere iniziano ad affacciarsi elementi
    fantastici e mostri, in un percorso che culminerà con le Pitture Nere.
•   Si dedica quindi alla realizzazione dei Capricci, una raccolta di incisioni
    pubblicata nel 1799.
•   Nel 1800 gli viene commissionata La famiglia di Carlo IV che porterà a
    termine l’anno successivo.
•   Nel 1803 la Maja Vestida e la Maja Desnuda si trovano nell’inventario dei beni
    appartenenti al ministro Godoy. Si ignora la data della committenza.
•   In seguito all’instaurazione del regime napoleonico in Francia e lo
    spodestamento del re Ferdinando VII in favore del fratello di Napoleone, Goya
    assiste alle violenze e ai massacri della guerra di indipendenza spagnola.
•   Nel 1814, dopo la Restaurazione, Goya proprone la realizzazione di due tele
    per immortalare le azioni eroiche del popolo insorto contro Napoleone.
    Realizza Il 3 maggio 1808: fucilazione alla montagna del Principe Pio.
•   Nel 1819, dopo essersi gradualmente allontanato dalla corte, compra una
    casa nei dintorni di Madrid, che prenderà il nome di Quinta del Sordo.
•   Si trasferisce fuori città con la compagna di 43 anni più giovane, la cui
    difficile convivenza e il sopraggiungere di diverse malattie portano Goya
    alla realizzazione tra il 1820 e 1823 delle Pitture Nere, dipinti realizzati
    sulle pareti della Quinta del Sordo.
•   Nel 1824 Goya si prepara per l’esilio in Francia.
•   Vive gli ultimi anni a Bordeaux in una sorta si serena estraneazione dal
    mondo.
•   Nel 1826 si reca per l’ultima volta a Madrid a trovare il figlio.
•   Muore a Bordeaux nell’aprile del 1828.
1777, olio su tela, 104 x 152
Il parasole   cm, Museo del Prado, Madrid
•   I cartoni rappresentano principalmente scene campestri e feste popolari spagnole.
    Ne Il parasole sono rappresentati una maja, con un cagnolino in grembo, e un
    majo che le fa ombra con un parasole.
•   Il soggetto, poco significativo, è trattato con grande raffinatezza cromatica e
    vivacità, il colore e la stesura a larghe pennellate erano inconsuete per la pittura di
    corte.
•   Il colore, spesso primario, è steso direttamente sulla tela, senza disegni
    preparatori.
•   L’opera è meno apprezzata rispetto alle altre, poiché si riscontra una diminuzione
    dei personaggi, posti tra l’altro in primo piano, e uno sfondo paesaggistico poco
    accurato. Questi elementi, non accettati dalla corte dell’epoca, sono però un segno
    di modernità e indice di una libertà espressiva lontana dalle convenzioni
    neoclassiche. L’opera presenta caratteri poi divenuti fondamentali per le correnti
    artistiche successive, quali il romanticismo e l’impressionismo.
I Capricci

•   Raccolta di 80 incisioni, realizzate con la tecnica
    delle acquetinte e dell’acquaforte, dal tono
    sarcastico e critico.
•   Denuncia i costumi viziosi, l’ignoranza e
    l’incapacità della classe dominante, si pone
    contro le superstizioni e il declino della ragione.
•   Mezzo di condanna della follia universale e della
    stoltezza della società spagnola.

•   Il sonno della ragione genera mostri è il capriccio
    n. 43: è un invito a non perdere il controllo della
    ragione e anche una presa d’atto della caduta
    dei valori dell’Illuminismo, è inoltre un’apertura
    verso le deformanti visioni dell’inconscio.


                                                          Il sonno della ragione genera
                                                          mostri, Capricci n 43, 1799,
                                                          acquaforte e acquatinta, 21,5
                                                          x 15 cm, Museo del Prado,
                                                          Madrid
La famiglia di Carlo IV




1800-1801, olio su tela, 280 x 336 cm, Museo del Prado, Madrid
•   Goya usa come riferimento l’opera Las Meninas di
    Valàzquez (a fianco) e, come il suo predecessore, si
    ritrae nell’ombra a sinistra mentre dipinge.
•   È il più grande ritratto di gruppo che ha eseguito,
    composto da 13 membri della famiglia reale più il
    pittore stesso.
•   Al centro della composizione c’è la regina Maria Luisa
    con la figlia e il figlio più piccolo, il re si trova alla sua
    sinistra leggermente più avanti, il resto della famiglia è
    diviso in due gruppi, uno posto di fianco e davanti alla
    regina e l’altro dietro il re.
•   I personaggi sono raffigurati con splendidi costumi da
    cerimonia che fanno risaltare l’espressione vacua dei
    volti, che può essere intesa come assoluto realismo e
    naturalismo intransigente o con intento satirico.
•   All’epoca la nota satirica non venne percepita: il re
    vedeva rappresentato il suo potere come la regina la
    sua immagine in una veste d’oro.
•   Attraverso la ritrattistica, Goya denunciò effettivamente la decadenza e la vacuità dei
    monarchi spagnoli, rappresentando gli adulti senza veli e mostrando quindi i loro difetti.
•   In contrapposizione alle fisionomie sgraziate degli adulti, emerge il naturale candore
    nello sguardo dell’infante Francesco, al centro del dipinto.
•   Prima di eseguire il dipinto, Goya studiò con attenzione la fisionomia di ogni membro
    della famiglia.
Maria Josefa, sorella del re, nel   Francisco de Paula Antonio,
rappresentarla Goya mette in        nel rappresentarlo Goya fa
mostra crudamente I suoi difetti.   risaltare il candore di un
                                    bimbo di 6 anni.
Maja desnuda




1800 circa, olio su tela, 97 x 190 cm, Museo del Prado, Madrid
Maja vestida




1800 circa, olio su tela, 95 x 190 cm, Museo del Prado, Madrid
•   Secondo alcune interpretazioni, la donna ritratta è la duchessa de Alba, per la quale
    Goya aveva già eseguito diversi dipinti e alla cui morte i quadri sono passati a Godoy.
•   Secondo altri, la donna rappresentata è l’amante di Godoy, Pepita Tudò, e i quadri
    furono eseguiti per il suo gabinetto privato. Goya realizzò per prima la Maja
    desnuda, e poi, su richiesta di Godoy, la Maja vestida in modo che, attraverso un
    meccanismo, coprisse la prima per poi sollevarsi e renderla visibile.
•   La Maja desnuda è il ritratto di una donna che posa senza pudore su un letto
    disfatto, fissando negli occhi lo spettatore. È il primo caso di nudo femminile
    svincolato da un contesto mitologico. Il volto è affilato e sottile, con gli occhi uncinati e
    senza trucco ma vivi e mobili, I capelli sono castani con riflessi più chiari e rossastri.
•   La Maja vestida non rappresenta la stessa donna, ma una sorta di bambola
    umana, visibile dalla carnagione chiara e le gote rosse, la fisionomia più tondeggiante
    e I capelli neri. Rappresenta quindi una maja convenzionale, mentre solo la Desnuda
    raffigura l’amante di Godoy.
•   Il corpo femminile è realizzato con realismo, senza alcun intento di idealizzazione. La
    carnagione chiara fa risaltare il corpo in contrasto allo sfondo scuro e sui toni verdi
    così che il corpo sembri risplendere di luce propria. Nella Vestida il tessuto che ricopre
    il corpo non ne nasconde le forme.
Il 3 maggio 1808: fucilazione alla montagna del
Principe Pio, 1814, olio su tela, 226 x 345 cm, Museo
del Prado, Madrid
•   La scena rappresenta l’esecuzione di patrioti da parte delle truppe francesi.
    Contrariamente alla tradizione, viene raffigurato un fatto contamporaneo, ed è
    considerato il primo manifesto contro gli orrori della guerra.
•   Nonostante la pittura sia larga e pastosa, stesa a tratti con la spatola, si crea un forte
    effetto realistico (l’uomo a terra in una pozza di sangue).
•   Il punto di massima tensione è l’uomo inginocchiato con le braccia distese in un gesto di
    disperazione e illuminato dalla luce della lanterna, la sua figura attrae immediatamente
    lo sguardo dell’osservatore.
•   Posto di spalle, il plotone di soldati, allineati in diagonale e rappresentati con le loro
    armi, sottolinea la rigidità, la compattezza e l’impersonalità di una macchina per
    uccidere.
•   La schiera di patrioti è divisa in 3 gruppi, guidati ciascuno da un uomo, che
    rappresentano 3 momenti distinti dell’esecuzione come in una sequenza
    cinematografica: il gruppo più a destra rappresenta il ‘prima’, il gruppo centrale l’’adesso’
    e il gruppo a sinistra il ‘dopo’.
•   L’uniformità dei militanti è posta in cotrapposizione alla varietà di atteggiamenti dei
    partigiani.
•   Sono presenti elementi della tradizione cristiana: la posizione dell’uomo in centro ricorda
    il Cristo in croce, il frate intento nella preghiera, e la sagoma della chiesa che si staglia
    su uno sfondo scuro. È sottolineata l’impotenza della fede di fronte alla drammaticità
    degli eventi storici.
•   Attraverso questo dipinto, Goya non vuole semplicemente raccontare un evento, ma
    vuole impressionare l’osservatore comunicando il grido, la disperazione e la brutalità
    vissuti durante la guerra di indipendenza.
Le Pitture Nere   •   Realizzate tra il 1820 e il 1823 sulle
                      pareti della Quinta del Sordo.
                  •   Comprende 14 dipinti su
                      muro, trasportati poi su tela alla fine del
                      secolo.
                  •   Chiamate così per le tonalità scure e i
                      soggetti da incubo. Sono le opere più
                      personali di Goya.
                  •   I temi sono religiosi e mitologici, per
                      quanto alcune scene sembrano
                      scaturire dall’immaginazione di Goya.
                      Sono state interpretate come riflessioni
                      sulla morte.
                  •   È stata interpretata anche come pittura
                      pensante, in grado di porre riflessioni
                      trascendendo la forma.
                  •   Il male scaturisce come entità in sè, non
                      più connesso all’uomo: la violenza, la
                      guerra, la follia, il caos appartengono
                      all’ordine delle cose.
Saturno che divora
uno dei suoi figli




1821-1823, olio su muro trasportato
su tela, 146 x 83 cm, Museo del
Prado, Madrid
•   Tracciata al pianterreno della Quinta del Sordo, riceveva luce da una finestra
    posta immediatamente alla sinistra, come indica la direzione della luce radente
    da cui appare il dio cannibale.
•   Derivazione mitologica: Saturno era una divinità agricola romana, identificata
    con la divinità greca Crono, che, cacciato il padre, si fece signore del mondo.
    Sposò Rea da cui ebbe numerosi figli, ma avendogli Gea predetto che uno di
    essi l’avrebbe spodestato, li divorò tutti eccetto Giove, che fu messo in salvo da
    Rea e che affrontò poi il padre sconfiggendolo.
•   Esasperato impatto emotivo della scena.
•   Traguardo informale raggiunto con quelle 4 pennellate con cui rappresenta i
    quattro arti bruni del dio mutilati dal buio.
•   Espressione della cieca bestialità del potere che teme l’usurpazione.
Bibliografia

•   Galleria d’Arte: I maestri della pittura dal Rinascimento ai grandi
    protagonisti dell’arte moderna, Goya n. 26, De Agostini
•   I Classici dell’Arte, GOYA, ed. Rizzoli, Corriere della sera
•   Il nuovo arte tra noi, vol.4 dal Barocco all’Impressionismo,
    Mondadori

Weitere ähnliche Inhalte

Was ist angesagt? (20)

Romanticismo
RomanticismoRomanticismo
Romanticismo
 
Francesco Hayez
Francesco HayezFrancesco Hayez
Francesco Hayez
 
Neoclassicismo e preromanticismo
Neoclassicismo e preromanticismoNeoclassicismo e preromanticismo
Neoclassicismo e preromanticismo
 
Giotto
GiottoGiotto
Giotto
 
Art Nouveau
Art NouveauArt Nouveau
Art Nouveau
 
Eugene Delacroix
Eugene DelacroixEugene Delacroix
Eugene Delacroix
 
Impressionismo
Impressionismo Impressionismo
Impressionismo
 
Romanticismo
RomanticismoRomanticismo
Romanticismo
 
Gustv klimt
Gustv klimtGustv klimt
Gustv klimt
 
Il decadentismo
Il decadentismoIl decadentismo
Il decadentismo
 
Libertad guiando p de delacroix
Libertad guiando p de delacroixLibertad guiando p de delacroix
Libertad guiando p de delacroix
 
Il Rinascimento
Il RinascimentoIl Rinascimento
Il Rinascimento
 
Theodore Gericault
Theodore GericaultTheodore Gericault
Theodore Gericault
 
Frida Kahlo
Frida KahloFrida Kahlo
Frida Kahlo
 
Giuseppe Parini
Giuseppe Parini Giuseppe Parini
Giuseppe Parini
 
Raffaello Sanzio
Raffaello SanzioRaffaello Sanzio
Raffaello Sanzio
 
Presentazione In Power Point Di Alessandro Manzoni
Presentazione In Power Point Di Alessandro ManzoniPresentazione In Power Point Di Alessandro Manzoni
Presentazione In Power Point Di Alessandro Manzoni
 
Giorgio De Chirico
Giorgio De ChiricoGiorgio De Chirico
Giorgio De Chirico
 
La balsa de la Medusa_GERICAULT
La balsa de la Medusa_GERICAULTLa balsa de la Medusa_GERICAULT
La balsa de la Medusa_GERICAULT
 
Versailles 1919
Versailles 1919Versailles 1919
Versailles 1919
 

Andere mochten auch

Francisco de goya, narrative window ppt
Francisco de goya, narrative window pptFrancisco de goya, narrative window ppt
Francisco de goya, narrative window pptjoecaslin
 
GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.
GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.
GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.Tomás Pérez Molina
 
Culture of Lebanon
Culture of LebanonCulture of Lebanon
Culture of LebanonJenny Reyes
 
Presentacion de goya
Presentacion de goyaPresentacion de goya
Presentacion de goyainespaniagua
 
Goya, etapas de su evolución histórica
Goya, etapas de su evolución históricaGoya, etapas de su evolución histórica
Goya, etapas de su evolución históricaMariasguirao
 

Andere mochten auch (12)

Francisco de Goya
Francisco de GoyaFrancisco de Goya
Francisco de Goya
 
Francisco de goya, narrative window ppt
Francisco de goya, narrative window pptFrancisco de goya, narrative window ppt
Francisco de goya, narrative window ppt
 
power point de Goya
power point de Goyapower point de Goya
power point de Goya
 
GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.
GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.
GOYA: EL PINTOR, SU OBRA Y SU TIEMPO.
 
Goya
GoyaGoya
Goya
 
françisco goya
françisco goyafrançisco goya
françisco goya
 
Culture of Lebanon
Culture of LebanonCulture of Lebanon
Culture of Lebanon
 
Presentacion de goya
Presentacion de goyaPresentacion de goya
Presentacion de goya
 
Francisco De Goya
Francisco De GoyaFrancisco De Goya
Francisco De Goya
 
Goya, etapas de su evolución histórica
Goya, etapas de su evolución históricaGoya, etapas de su evolución histórica
Goya, etapas de su evolución histórica
 
Francisco de Goya
Francisco de GoyaFrancisco de Goya
Francisco de Goya
 
Goya
GoyaGoya
Goya
 

Ähnlich wie Francisco Goya (20)

La famiglia di Carlo IV
La famiglia di Carlo IVLa famiglia di Carlo IV
La famiglia di Carlo IV
 
Museo del Prado Madrid
Museo del Prado MadridMuseo del Prado Madrid
Museo del Prado Madrid
 
Goya
GoyaGoya
Goya
 
Museo Nacional, Centro de arte Reina Sofia
Museo Nacional, Centro de arte Reina SofiaMuseo Nacional, Centro de arte Reina Sofia
Museo Nacional, Centro de arte Reina Sofia
 
Gericault E Delacroix
Gericault E DelacroixGericault E Delacroix
Gericault E Delacroix
 
Romanticismo
RomanticismoRomanticismo
Romanticismo
 
Il Romanticismo
Il RomanticismoIl Romanticismo
Il Romanticismo
 
Il Romanticismo
Il RomanticismoIl Romanticismo
Il Romanticismo
 
Francesco Hayez
Francesco HayezFrancesco Hayez
Francesco Hayez
 
confronto di arte
confronto di arteconfronto di arte
confronto di arte
 
L'arte moderna e contemporanea
L'arte moderna e contemporaneaL'arte moderna e contemporanea
L'arte moderna e contemporanea
 
1700 Rococo' e Neoclassicismo
1700 Rococo' e Neoclassicismo1700 Rococo' e Neoclassicismo
1700 Rococo' e Neoclassicismo
 
Delacroix.pptx
Delacroix.pptxDelacroix.pptx
Delacroix.pptx
 
Diego velázquez
Diego velázquez Diego velázquez
Diego velázquez
 
Romanticismo: Delacroix e Gericault a confronto.
Romanticismo: Delacroix e Gericault a confronto.Romanticismo: Delacroix e Gericault a confronto.
Romanticismo: Delacroix e Gericault a confronto.
 
ArteRomanticismo.pptx
ArteRomanticismo.pptxArteRomanticismo.pptx
ArteRomanticismo.pptx
 
Romanticismo
RomanticismoRomanticismo
Romanticismo
 
Longhi
LonghiLonghi
Longhi
 
Mirò
MiròMirò
Mirò
 
Jacques louis david2
Jacques louis david2Jacques louis david2
Jacques louis david2
 

Francisco Goya

  • 1. FRANCISCO JOSÉ DE GOYA Y LUCIENTES Autoritratto a 69 anni, 1815, Olio su tavola, 46 x 35 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 2. LA VITA • Nasce a Fuendetodos, vicino Saragozza, il 30 marzo 1746, da Braulio José Goya y Franque, maestro doratore, e Gracia Lucientes Salvador, appartenente a una famiglia decaduta della piccola nobiltà aragonese. • Frequenta il collegio delle Scuole Pie dei Padri Scolopi di Saragozza, da cui riceve un educazione lacunosa ma comunque superiore a molti altri istituti dell’epoca. • Nel 1759 si trasferisce a Saragozza con la famiglia nel tentativo, da parte del padre, di migliorare la loro condizione. • A 14 anni diventa apprendista nello studio del pittore locale José Luzàn, dove conosce Francisco Bayeu, suo futuro cognato, e apprende la tecnica del disegno, entrando in contatto con la cultura rinascimentale e barocca italiana. • Nel 1763 si trasferisce a Madrid e partecipa, senza successo, ad un concorso per una borsa di studio dell’Accademia di San Fernando. • Diventa apprendista di Bayeu, divenuto pittore di corte. Entra in contatto con la figura di Mengs, Neoclassicista, e Tiepolo, esponente del Rococò, e con l’arte di Giaquinto. • Nel 1766 partecipa ad un altro concorso dell’Accademia di San Fernando, fallendo nuovamente. Al suo posto, viene ammesso Ramòn Bayeu.
  • 3. Tra il 1770 e 1771 compie, a spese proprie, un viaggio in Italia, alla ricerca di una qualificazione professionale maggiore. • Visita diverse città, quali Venezia, Siena, Napoli e Roma, entrando in contatto con molti giovani artisti europei. • Conosce Piranesi da cui, insieme a Rembrandt, Goya trarrà ispirazione per le sue incisioni. • Conosce le opere di Robert, Füssli, Michelangelo e Raffaello. • Ritornato in Spagna, riceve subito diverse commissioni, grazie alle quali acquista una certa notorietà. • Nel 1773 sposa Josefa Bayeu, che non ha grande importanza nella vita privata dell’artista. • Nel 1775 ritorna a Madrid. Con l’aiuto del cognato e di Mengs, inizia a eseguire cartoni per le manifatture reali di Santa Barbara, per cui lavorerà fino al 1792, realizzando più di 60 cartoni. A questa serie appartiene l’opera Il parasole. • Nel 1780 è infine ammesso all’Accademia di San Fernando. • Goya ottiene commissioni da esponenti della nobiltà che ne accrescono la fama e lo fanno uscire dall’ombra del cognato Bayeu. • Negli anni ‘80 inizia a dedicarsi alla ritrattistica di eminenti aristocratici. Ciò gli permette di avvicinarsi al re Carlo III.
  • 4. Nel 1789 viene nominato pittore di corte dal nuovo re Carlo IV. • Nel 1792 viene colpito da una gravissima malattia, alla quale sopravvive dopo una lunga convalescenza, rimanendo quasi completamente sordo. Da questo momento, la sordità e l’isolamento portano alla luce il senso di disperazione e angoscia a lungo repressi e nelle opere iniziano ad affacciarsi elementi fantastici e mostri, in un percorso che culminerà con le Pitture Nere. • Si dedica quindi alla realizzazione dei Capricci, una raccolta di incisioni pubblicata nel 1799. • Nel 1800 gli viene commissionata La famiglia di Carlo IV che porterà a termine l’anno successivo. • Nel 1803 la Maja Vestida e la Maja Desnuda si trovano nell’inventario dei beni appartenenti al ministro Godoy. Si ignora la data della committenza. • In seguito all’instaurazione del regime napoleonico in Francia e lo spodestamento del re Ferdinando VII in favore del fratello di Napoleone, Goya assiste alle violenze e ai massacri della guerra di indipendenza spagnola. • Nel 1814, dopo la Restaurazione, Goya proprone la realizzazione di due tele per immortalare le azioni eroiche del popolo insorto contro Napoleone. Realizza Il 3 maggio 1808: fucilazione alla montagna del Principe Pio.
  • 5. Nel 1819, dopo essersi gradualmente allontanato dalla corte, compra una casa nei dintorni di Madrid, che prenderà il nome di Quinta del Sordo. • Si trasferisce fuori città con la compagna di 43 anni più giovane, la cui difficile convivenza e il sopraggiungere di diverse malattie portano Goya alla realizzazione tra il 1820 e 1823 delle Pitture Nere, dipinti realizzati sulle pareti della Quinta del Sordo. • Nel 1824 Goya si prepara per l’esilio in Francia. • Vive gli ultimi anni a Bordeaux in una sorta si serena estraneazione dal mondo. • Nel 1826 si reca per l’ultima volta a Madrid a trovare il figlio. • Muore a Bordeaux nell’aprile del 1828.
  • 6. 1777, olio su tela, 104 x 152 Il parasole cm, Museo del Prado, Madrid
  • 7. I cartoni rappresentano principalmente scene campestri e feste popolari spagnole. Ne Il parasole sono rappresentati una maja, con un cagnolino in grembo, e un majo che le fa ombra con un parasole. • Il soggetto, poco significativo, è trattato con grande raffinatezza cromatica e vivacità, il colore e la stesura a larghe pennellate erano inconsuete per la pittura di corte. • Il colore, spesso primario, è steso direttamente sulla tela, senza disegni preparatori. • L’opera è meno apprezzata rispetto alle altre, poiché si riscontra una diminuzione dei personaggi, posti tra l’altro in primo piano, e uno sfondo paesaggistico poco accurato. Questi elementi, non accettati dalla corte dell’epoca, sono però un segno di modernità e indice di una libertà espressiva lontana dalle convenzioni neoclassiche. L’opera presenta caratteri poi divenuti fondamentali per le correnti artistiche successive, quali il romanticismo e l’impressionismo.
  • 8. I Capricci • Raccolta di 80 incisioni, realizzate con la tecnica delle acquetinte e dell’acquaforte, dal tono sarcastico e critico. • Denuncia i costumi viziosi, l’ignoranza e l’incapacità della classe dominante, si pone contro le superstizioni e il declino della ragione. • Mezzo di condanna della follia universale e della stoltezza della società spagnola. • Il sonno della ragione genera mostri è il capriccio n. 43: è un invito a non perdere il controllo della ragione e anche una presa d’atto della caduta dei valori dell’Illuminismo, è inoltre un’apertura verso le deformanti visioni dell’inconscio. Il sonno della ragione genera mostri, Capricci n 43, 1799, acquaforte e acquatinta, 21,5 x 15 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 9. La famiglia di Carlo IV 1800-1801, olio su tela, 280 x 336 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 10. Goya usa come riferimento l’opera Las Meninas di Valàzquez (a fianco) e, come il suo predecessore, si ritrae nell’ombra a sinistra mentre dipinge. • È il più grande ritratto di gruppo che ha eseguito, composto da 13 membri della famiglia reale più il pittore stesso. • Al centro della composizione c’è la regina Maria Luisa con la figlia e il figlio più piccolo, il re si trova alla sua sinistra leggermente più avanti, il resto della famiglia è diviso in due gruppi, uno posto di fianco e davanti alla regina e l’altro dietro il re. • I personaggi sono raffigurati con splendidi costumi da cerimonia che fanno risaltare l’espressione vacua dei volti, che può essere intesa come assoluto realismo e naturalismo intransigente o con intento satirico. • All’epoca la nota satirica non venne percepita: il re vedeva rappresentato il suo potere come la regina la sua immagine in una veste d’oro. • Attraverso la ritrattistica, Goya denunciò effettivamente la decadenza e la vacuità dei monarchi spagnoli, rappresentando gli adulti senza veli e mostrando quindi i loro difetti. • In contrapposizione alle fisionomie sgraziate degli adulti, emerge il naturale candore nello sguardo dell’infante Francesco, al centro del dipinto. • Prima di eseguire il dipinto, Goya studiò con attenzione la fisionomia di ogni membro della famiglia.
  • 11.
  • 12. Maria Josefa, sorella del re, nel Francisco de Paula Antonio, rappresentarla Goya mette in nel rappresentarlo Goya fa mostra crudamente I suoi difetti. risaltare il candore di un bimbo di 6 anni.
  • 13. Maja desnuda 1800 circa, olio su tela, 97 x 190 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 14. Maja vestida 1800 circa, olio su tela, 95 x 190 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 15. Secondo alcune interpretazioni, la donna ritratta è la duchessa de Alba, per la quale Goya aveva già eseguito diversi dipinti e alla cui morte i quadri sono passati a Godoy. • Secondo altri, la donna rappresentata è l’amante di Godoy, Pepita Tudò, e i quadri furono eseguiti per il suo gabinetto privato. Goya realizzò per prima la Maja desnuda, e poi, su richiesta di Godoy, la Maja vestida in modo che, attraverso un meccanismo, coprisse la prima per poi sollevarsi e renderla visibile. • La Maja desnuda è il ritratto di una donna che posa senza pudore su un letto disfatto, fissando negli occhi lo spettatore. È il primo caso di nudo femminile svincolato da un contesto mitologico. Il volto è affilato e sottile, con gli occhi uncinati e senza trucco ma vivi e mobili, I capelli sono castani con riflessi più chiari e rossastri. • La Maja vestida non rappresenta la stessa donna, ma una sorta di bambola umana, visibile dalla carnagione chiara e le gote rosse, la fisionomia più tondeggiante e I capelli neri. Rappresenta quindi una maja convenzionale, mentre solo la Desnuda raffigura l’amante di Godoy. • Il corpo femminile è realizzato con realismo, senza alcun intento di idealizzazione. La carnagione chiara fa risaltare il corpo in contrasto allo sfondo scuro e sui toni verdi così che il corpo sembri risplendere di luce propria. Nella Vestida il tessuto che ricopre il corpo non ne nasconde le forme.
  • 16. Il 3 maggio 1808: fucilazione alla montagna del Principe Pio, 1814, olio su tela, 226 x 345 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 17. La scena rappresenta l’esecuzione di patrioti da parte delle truppe francesi. Contrariamente alla tradizione, viene raffigurato un fatto contamporaneo, ed è considerato il primo manifesto contro gli orrori della guerra. • Nonostante la pittura sia larga e pastosa, stesa a tratti con la spatola, si crea un forte effetto realistico (l’uomo a terra in una pozza di sangue). • Il punto di massima tensione è l’uomo inginocchiato con le braccia distese in un gesto di disperazione e illuminato dalla luce della lanterna, la sua figura attrae immediatamente lo sguardo dell’osservatore. • Posto di spalle, il plotone di soldati, allineati in diagonale e rappresentati con le loro armi, sottolinea la rigidità, la compattezza e l’impersonalità di una macchina per uccidere. • La schiera di patrioti è divisa in 3 gruppi, guidati ciascuno da un uomo, che rappresentano 3 momenti distinti dell’esecuzione come in una sequenza cinematografica: il gruppo più a destra rappresenta il ‘prima’, il gruppo centrale l’’adesso’ e il gruppo a sinistra il ‘dopo’. • L’uniformità dei militanti è posta in cotrapposizione alla varietà di atteggiamenti dei partigiani. • Sono presenti elementi della tradizione cristiana: la posizione dell’uomo in centro ricorda il Cristo in croce, il frate intento nella preghiera, e la sagoma della chiesa che si staglia su uno sfondo scuro. È sottolineata l’impotenza della fede di fronte alla drammaticità degli eventi storici. • Attraverso questo dipinto, Goya non vuole semplicemente raccontare un evento, ma vuole impressionare l’osservatore comunicando il grido, la disperazione e la brutalità vissuti durante la guerra di indipendenza.
  • 18.
  • 19. Le Pitture Nere • Realizzate tra il 1820 e il 1823 sulle pareti della Quinta del Sordo. • Comprende 14 dipinti su muro, trasportati poi su tela alla fine del secolo. • Chiamate così per le tonalità scure e i soggetti da incubo. Sono le opere più personali di Goya. • I temi sono religiosi e mitologici, per quanto alcune scene sembrano scaturire dall’immaginazione di Goya. Sono state interpretate come riflessioni sulla morte. • È stata interpretata anche come pittura pensante, in grado di porre riflessioni trascendendo la forma. • Il male scaturisce come entità in sè, non più connesso all’uomo: la violenza, la guerra, la follia, il caos appartengono all’ordine delle cose.
  • 20. Saturno che divora uno dei suoi figli 1821-1823, olio su muro trasportato su tela, 146 x 83 cm, Museo del Prado, Madrid
  • 21. Tracciata al pianterreno della Quinta del Sordo, riceveva luce da una finestra posta immediatamente alla sinistra, come indica la direzione della luce radente da cui appare il dio cannibale. • Derivazione mitologica: Saturno era una divinità agricola romana, identificata con la divinità greca Crono, che, cacciato il padre, si fece signore del mondo. Sposò Rea da cui ebbe numerosi figli, ma avendogli Gea predetto che uno di essi l’avrebbe spodestato, li divorò tutti eccetto Giove, che fu messo in salvo da Rea e che affrontò poi il padre sconfiggendolo. • Esasperato impatto emotivo della scena. • Traguardo informale raggiunto con quelle 4 pennellate con cui rappresenta i quattro arti bruni del dio mutilati dal buio. • Espressione della cieca bestialità del potere che teme l’usurpazione.
  • 22. Bibliografia • Galleria d’Arte: I maestri della pittura dal Rinascimento ai grandi protagonisti dell’arte moderna, Goya n. 26, De Agostini • I Classici dell’Arte, GOYA, ed. Rizzoli, Corriere della sera • Il nuovo arte tra noi, vol.4 dal Barocco all’Impressionismo, Mondadori