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Agenzia  per  l’Italia  Digitale
Presidenza  del  Consiglio  dei  Ministri

AGENDA NAZIONALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL
PATRIMONIO INFORMATIVO PUBBLICO

(SECONDO SEMESTRE 2013)
INDICE
PREMESSA ................................................................................................................................... 4
1.

INTRODUZIONE ................................................................................................................ 4

2.

PRINCIPI .............................................................................................................................. 6

3.

OPEN DATA E LINKED OPEN DATA: LO STATO ATTUALE .................................... 7

4.

OBIETTIVI ........................................................................................................................... 7
4.1.

Obiettivi generali ........................................................................................................................... 7

4.2.

Piano di implementazione per il secondo semestre 2013 ...................................................... 8

4.2.1.

Dataset “chiave” ............................................................................................................................ 8

5.

POLITICHE DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO PUBBLICO .....................10

6.

BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................. 11

APPENDICE I – MODELLO PER I DATI DI TIPO APERTO ..............................................12
APPENDICE II – MODELLO PER I METADATI ..................................................................13
INDICE DELLE FIGURE
Figura 1: Processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico ................................................... 5	
  
Figura 2: Attori e principali azioni per le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico................ 10	
  
Figura 3: Modello per i dati di tipo aperto ........................................................................................................ 12	
  
Figura 4: Modello per i metadati ......................................................................................................................... 13	
  
PREMESSA
L’art. 9 del D.L. n. 179/2012 (che ha interamente riscritto l’art. 52 del Codice dell’Amministrazione
Digitale) stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni, i gestori di pubblici servizi e le società partecipate
a maggioranza pubblica, inserite nel conto economico consolidato della Pubblica Amministrazione,
“pubblicano nel proprio sito web, all'interno della sezione “Trasparenza, valutazione e merito” (ora
"Amministrazione trasparente"), il catalogo dei dati, dei metadati e delle relative banche dati in loro possesso ed i
regolamenti che ne disciplinano l'esercizio della facoltà di accesso telematico e il riutilizzo, fatti salvi i dati presenti in
Anagrafe tributaria”. Lo stesso articolo stabilisce che “i dati e i documenti che le amministrazioni titolari
pubblicano senza l'espressa adozione di una licenza si intendono rilasciati come dati di tipo aperto” (principio
dell’”open data by default”) e che l’Agenzia per l’Italia Digitale, in tale contesto, “promuove le politiche di
valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale” presentando all’inizio di ogni anno “al Presidente
del Consiglio dei Ministri o al Ministro delegato per l'innovazione tecnologica, che li approva entro il mese successivo,
un'agenda nazionale in cui definisce contenuti e gli obiettivi delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo
pubblico e un rapporto annuale sullo stato del processo di valorizzazione in Italia”. La stessa norma prevede inoltre
che l’Agenzia definisca e aggiorni annualmente “le linee guida nazionali che individuano gli standard tecnici,
compresa la determinazione delle ontologie dei servizi e dei dati, le procedure e le modalità di attuazione delle disposizioni
del Capo V del CAD con l'obiettivo di rendere il processo omogeneo a livello nazionale, efficiente ed efficace”.
Ai sensi delle suddette disposizioni, il presente documento rappresenta l’agenda nazionale per la
valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal
Ministero con delega all’Innovazione.
Per l’anno corrente, tenuto conto dell’entrata in vigore del D.L. n. 179/2012, il presente documento si
riferisce al solo secondo semestre 2013. Esso si focalizza in particolar modo sui dati pubblici che le
Pubbliche Amministrazioni devono rendere disponibili e descrive le principali linee strategiche, alle
quali le Amministrazioni si uniformano, per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.
Il documento sarà incrementalmente aggiornato all’inizio di ogni anno e accompagnato dal rapporto
sullo stato di attuazione delle disposizioni in esso contenute.

1. INTRODUZIONE
Le Pubbliche Amministrazioni raccolgono, organizzano e gestiscono un’enorme quantità di dati che
fino a poco tempo fa avevano un mero ruolo strumentale finalizzato al perseguimento dei compiti
istituzionali assegnati alle stesse amministrazioni. L’autonomia delle singole amministrazioni e le
modalità di gestione dei loro processi amministrativi hanno contribuito a creare isole di
informazioni, con scarsa visione sistemica, nonostante alcuni significativi interventi normativi che si
sono succeduti tendessero a favorire un maggior livello di integrazione e condivisione dei dati tra le
amministrazioni.
Lo scopo è quindi quello di far si che i dati siano visti come un vero e proprio “asset”, un
elemento sistemico infrastrutturale in grado di portare ricchezza per il Paese, opportunità di
sviluppo economico, di crescita occupazionale, di riduzione degli sprechi e di aumento
dell’efficienza operativa della Pubblica Amministrazione. A tal riguardo, è necessario identificare
linee strategiche nazionali che individuino i principi e gli obiettivi da perseguire per definire un processo
omogeneo di produzione e pubblicazione di dati e documenti pubblici.
Il presente documento descrive quindi la strategia nazionale per la valorizzazione del patrimonio
informativo pubblico, applicabile per il secondo semestre 2013 da parte delle Pubbliche
Amministrazioni, dei gestori di pubblici servizi e delle società partecipate a maggioranza pubblica,
inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione. Esso consiste di un insieme
di principi atti a guidare tali soggetti nella produzione e nella pubblicazione dei propri dati e documenti
pubblici. Sulla base di tali principi, l’agenda individua altresì un insieme di obiettivi da perseguire. Gli
obiettivi sono sia di carattere generale, sia riferibili a determinate tipologie di dati ritenuti “chiave” ai
fini dello sviluppo di mercato e della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.
Il perseguimento e il raggiungimento concreto dei principi e degli obiettivi definiti dal
presente documento favorisce una maggiore fruibilità e interoperabilità del patrimonio
informativo pubblico nazionale, e la creazione di nuovi servizi e applicazioni a sostegno anche
dello sviluppo di mercato.

Figura 1: Processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico

La Figura 1 sintetizza l’intero processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Gli
elementi principali del processo sono: (i) l’agenda nazionale, che tenendo conto dell’agenda digitale
italiana ed europea e del mercato in termini di domanda e offerta, detta le linee strategiche per la
Pubblica Amministrazione; (ii) le linee guida, alle quali le Pubbliche Amministrazioni si uniformano,
utilizzate per attuare le disposizioni dell’agenda nazionale e che descrivono indicazioni operative,
standard tecnici e “best practice” di riferimento, (iii) un rapporto annuale sullo stato di avanzamento del
processo di valorizzazione del patrimonio pubblico che riporta quanto attuato dalle Pubbliche
Amministrazioni rispetto alla presente agenda, sulla base di indicatori qualitativi e quantitativi. Il
rapporto annuale aiuta a identificare le strategie e a calibrare opportunamente gli obiettivi e le azioni
dell’agenda nazionale e delle linee guida dell’anno successivo.
Le linee guida saranno rese disponibili dall’Agenzia a partire dal mese successivo l’approvazione
dell’agenda nazionale da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per
l’innovazione tecnologica. Le Pubbliche Amministrazioni possono comunque riferirsi alle linee guida
precedentemente pubblicate dalla Commissione di Coordinamento SPC [1]. Inoltre, entro febbraio
2014, l’Agenzia redigerà il suddetto rapporto annuale da inviare anch’esso, per l’approvazione, al
Presidente del Consiglio dei Ministri o al Ministero con delega all’Innovazione (art. 9 comma 6 del D.L.
n. 179/2012).
Struttura del documento. Il documento è strutturato come segue. La sezione 2 illustra i principi alla
base della strategia nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico che guidano
l’apertura omogenea e interoperabile dei dati pubblici. La sezione 3 descrive l’attuale situazione italiana
in tema di open data e linked open data. La sezione 4 introduce gli obiettivi da perseguire per la
valorizzazione del patrimonio pubblico mentre la sezione 5 conclude il documento illustrando le
politiche di valorizzazione dei dati pubblici.
2. PRINCIPI
Alla base dell’agenda nazionale si identificano una serie di principi di seguito dettagliati. I primi quattro
caratterizzano i dati di tipo aperto. I successivi principi garantiscono una più ampia valorizzazione dei
dati, l’accessibilità e l’interoperabilità degli stessi.
1. Accesso telematico ed elaborazione automatica – i dati sono accessibili attraverso le
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ivi comprese le reti telematiche pubbliche e
private, e sono disponibili in un formato aperto neutro e adatto per l’utilizzo automatico da
parte di programmi (art. 68 comma 3 lettera b) – 2, del Codice dell’Amministrazione Digitale).
2. Costi di utilizzo – i dati sono resi disponibili gratuitamente oppure sono resi disponibili ai
costi marginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazione. I casi eccezionali di dati resi
disponibili a tariffe superiori ai costi marginali sono identificati in maniera trasparente e
verificabile con delibera dell’Agenzia per l’Italia Digitale (art. 68 comma 3 lettera b) – 3, del
Codice dell’Amministrazione Digitale).
3. Licenza aperta – l’imposizione di una licenza associata al dato che ne limiti il riuso rappresenta
una barriera per l’uso pubblico del dato stesso. I dati pertanto sono resi disponibili secondo i
termini di una licenza che ne permetta il massimo utilizzo da parte di chiunque, anche per
finalità commerciali (art. 68 comma 3 lettera b) – 1, del Codice dell’Amministrazione Digitale).
4. Metadatazione – dati totalmente o parzialmente non descritti sono di difficile comprensione. I
dati pertanto sono provvisti di metadati e di schemi/vocabolari che li descrivono (art. 68
comma 3 lettera b) – 2, del Codice dell’Amministrazione Digitale). In particolare, un insieme
minimo e comune di metadati accompagnano i dati. Inoltre, possono essere utilizzati metadati
più specifici scelti sulla base della tipologia di dati che devono descrivere.
5. Accessibilità – i dati rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni sono accessibili, anche nel
rispetto dei requisiti tecnici di accessibilità di cui all’art. 11 della legge 9 gennaio 2004, n. 4.
6. Qualità dei dati – per favorire il massimo riuso dei dati, incentivando così lo sviluppo di
applicazioni/servizi, deve essere garantito un certo livello di qualità nella produzione e
pubblicazione degli stessi. In generale, le Pubbliche Amministrazioni possono seguire le
indicazioni dello standard ISO/IEC 25012 “Data quality model” per la qualità dei dati.
In particolare, si evidenziano i seguenti requisiti di qualità:
•

•

•

•

Completezza – i dati rilasciati sono tutti quelli in possesso delle Pubbliche
Amministrazioni. I dati includono inoltre i metadati che li descrivono (vedi precedente
punto 4).
Originalità – i dati rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni sono riferibili a dati raccolti
e gestiti da o per conto dell’amministrazione titolare affinché possano rispondere alle
caratteristiche di credibilità o autenticità della fonte.
Attualità – i dati rilasciati sono aggiornati secondo una specifica frequenza, indicata
come metadato. Per le tipologie di dati ritenuti “chiave” all’interno della presente
agenda nazionale, la frequenza di aggiornamento è indicata e rispettata dalle Pubbliche
Amministrazioni coinvolte nella loro produzione e pubblicazione.
Disaggregazione – per un uso più puntuale dei dati, i dati rilasciati si presentano in forma
disaggregata, a meno di eccezioni necessarie per il rispetto delle disposizioni previste in
materia di protezione dei dati personali (Dlgs n. 196/2003).

7. Uso di standard condivisi e aperti – per favorire il massimo riuso dei dati, incentivando così
lo sviluppo di applicazioni/servizi, le Pubbliche Amministrazioni evitano l’uso di tecnologie
proprietarie e, di contro, privilegiano standard condivisi e aperti per la descrizione, il formato, e
la pubblicazione dei dati.
3. OPEN DATA E LINKED OPEN DATA: LO STATO ATTUALE
Per analizzare l'attuale situazione dei dati di tipo aperto in Italia si può considerare, in attesa del primo
rapporto annuale che l’Agenzia deve redigere, ai sensi dell’art. 9 del DL n.179/2012, all’inizio del
prossimo anno, lo studio statistico periodico pubblicato sul portale dati.gov.it [2], che cataloga la quasi
totalità dei dataset disponibili in Italia.
I dataset registrati a Maggio 2013 sono oltre 6000. Dallo studio emerge una crescita lineare nel tempo
per quanto riguarda il numero di dataset che vengono aperti, ma anche una netta disomogeneità
geografica delle iniziative, con un baricentro orientato verso il nord del Paese. La maggior parte di
questi dataset, circa l’80%, si attesta a livello 3 dello schema proposto da Tim Berners-Lee (modello in
Appendice I). Si registrano ancora alcuni dataset di livello 1 e 2, e pochi di livello 4 e 5. In particolare,
solo 30 dataset sono disponibili secondo lo standard RDF e di questi, non tutti sono conformi ai
requisiti definiti dallo schema per gli ultimi due livelli. Infatti, da un'analisi più approfondita si evince
che per alcuni dataset RDF: i) non si rende disponibile uno SPARQL endpoint che ne faciliti
l’interrogazione anche da parte di programmi automatizzati; (ii) non si fa uso di dereferenziazione delle
URI (Uniform Resource Identifier) per agevolare un accesso preciso ed efficiente ai dati e (iii) non si
ricorre al collegamento ("linking") con altri dati disponibili sul Web.
Tuttavia, è da registrare il fatto che una "nuvola" di dati della Pubblica Amministrazione italiana di
livello 5 sta iniziando a formarsi [3]. In questa “nuvola”, sono presenti i dataset dell’Agenzia per l’Italia
Digitale, del Comune di Firenze, della Regione Piemonte e del CNR. Inoltre, già oggi si registra
un’iniziativa sperimentale di collegamento dei dati italiani con dati di tipo aperto di altri stati europei. In
particolare, alcuni dati che descrivono la struttura del Ministero Greco delle Riforme Amministrative e
dell'e-Government sono stati collegati con alcuni presenti nella suddetta nuvola italiana [4].

4. OBIETTIVI
Tenuto conto che la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico risulta un valido strumento
per:
1. supportare il legislatore, i regolatori e ogni altro organo politico locale nelle loro decisioni,
2. supportare lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi da parte delle imprese, comunità.
Associazioni/organizzazioni e singoli cittadini, contribuendo quindi anche allo sviluppo di
mercato,
3. garantire trasparenza e accountability,
la strategia nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico deve necessariamente
passare attraverso il soddisfacimento di una serie di obiettivi. Gli obiettivi sono sia di carattere generale,
sia riferibili a determinate tipologie di dati ritenuti “chiave”. Essi sono di seguito riassunti, unitamente a
un piano di implementazione per il secondo semestre 2013.

4.1.

Obiettivi generali

Gli obiettivi generali dell’agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico,
che le Pubbliche Amministrazioni perseguono, sono i seguenti:
•

•
•

tutti i dataset pubblici sono minimo di livello 3, secondo il modello per i dati di tipo aperto in
Appendice I. Le specifiche degli standard tecnici e delle ontologie per la descrizione dei dati
seguono quanto indicato dalle linee guida nazionali rilasciate dall’Agenzia per l’Italia Digitale;
i dataset sono rilasciati gratuitamente a meno di casi eccezionali individuati dall’Agenzia secondo
quanto stabilito dalle linee guida nazionali;
i dataset sono accompagnati da almeno un insieme minimo di metadati che li descrivono, secondo
•

•

•

•
•

quanto stabilito dalle linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo
pubblico e secondo il modello per i metadati in Appendice II. Ulteriori metadati, scelti sulla base
delle diverse tipologie di dati, possono essere associati;
i dataset “chiave” inclusi in tabella 1 sono rilasciati secondo i precedenti principi e obiettivi. Le
Pubbliche Amministrazioni titolari di dataset non inclusi nella lista di quelli “chiave” della presente
agenda procedono alla pubblicazione dei dati pubblici in loro possesso secondo i principi indicati in
sezione 2 e secondo gli obiettivi di cui ai precedenti punti;
i dataset “chiave” sono prodotti e rilasciati secondo il livello individuato in tabella 1. Nel caso di
rilascio secondo i livelli 4 e 5, le Pubbliche Amministrazioni coinvolte possono riferirsi alla
metodologia proposta dalle “linee guida per l’interoperabilità semantica attraverso i linked open
data” [1];
i dataset rilasciati sono accompagnati da una licenza aperta che ne faciliti il riuso anche per finalità
commerciali da parte di chiunque. Per la scelta della licenza da associare ai dati si rimanda alle linee
guida nazionali. La mancata indicazione implica il rilascio dei dati con licenza CC-BY;
i documenti pubblici (per esempio delibere e atti amministrativi) sono rilasciati in formato aperto;
i documenti pubblici sono rilasciati secondo gli obiettivi di accessibilità definiti dall’Agenzia per
l’Italia Digitale [5].

4.2. Piano di implementazione per il secondo semestre
2013
Per raggiungere gli obiettivi suddetti, nel secondo semestre del 2013 il seguente piano di azioni dovrà
essere implementato:
•
•
•
•
•

Entro novembre 2013 tutti i dataset (non “chiave”) da pubblicare e già pubblicati sono minimo di
livello 3, secondo il modello in Appendice I.
Entro novembre 2013 i dataset (non “chiave”) da pubblicare e già pubblicati di livello 3 sono
accompagnati dai relativi metadati che li descrivono.
Entro gennaio 2014 tutti i documenti pubblici sono resi disponibili secondo i principi e obiettivi
suddetti.
Entro gennaio 2014 tutti i dataset “chiave” (sezione 4.2.1) sono rilasciati.
Entro gennaio 2014 i dataset “chiave” di livello 5 sono collegati anche al dataset Linked Open IPA
(Indice della Pubblica Amministrazione) disponibile in ambito Sistema Pubblico di Connettività SPC (SPCData [3]).

4.2.1. Dataset “chiave”
Per dataset “chiave” si intendono dataset ritenuti strategici ovvero dati che, se prodotti e
pubblicati in maniera standardizzata e interoperabile, possono contribuire ad aumentare
sostanzialmente il valore dell’informazione da essi veicolata e a facilitare lo sviluppo di nuovi
servizi e applicazioni. Si pensi ad esempio alla possibile valorizzazione del turismo attraverso
l’apertura interoperabile dei dati sui luoghi della cultura italiana, descritti con vocabolari noti e standard
per supportare la creazione di nuove applicazioni anche da parte di utenti di altri Paesi.
La tabella 1 riporta i dataset “chiave” identificati per il secondo semestre 2013; esistono due tipologie di
dataset “chiave”: trasversali, ovvero comuni a tutte le Pubbliche Amministrazioni e verticali, ovvero
relativi a dati raccolti e gestiti da o per conto di specifiche amministrazioni.
Tabella 1: Dataset “chiave” da rilasciare con relativo cronoprogramma

Dataset

Descrizione

Termine
ultimo di
rilascio

Organizzazi
one delle
Pubbliche
Amministra
zioni

Dataset che
descrive la
struttura
completa della
pubblica
amministrazione

Novembre
2013

PAC e
Regioni

Dlgs 33/2013

Trimestrale

Classificazio
ni ufficiali

• Classificazione
internazionale
della spesa
pubblica
(COFOG)
• Classificazione
Ateco

Gennaio
2014

ISTAT –
AgID

-–

Trimestrale

Scheda
Dimissioni
Ospedaliera

Dataset sulle
informazioni
relative ad ogni
paziente dimesso
da istituti
pubblici e privati
in tutto il
territorio
nazionale

Gennaio
2014

Ministero
della
Salute

Decreto del
Ministro della
Salute 8 luglio
2010 n. 135

Annuale

Consumi di
dispositivi
medici

Dataset sul
Dicembre
monitoraggio del 2013
consumo dei
dispositivi medici
acquistati o resi
disponibili
all'impiego

Ministero
della
Salute

Decreto del
Ministro della
salute 11
giugno 2010

Semestrale

Eventi e
luoghi della
cultura

Dataset sulle
schede
anagrafiche degli
eventi e dei
luoghi della
cultura1

Ministero
per i Beni
e le
Attività
Culturali
– AgID

–

Trimestrale

Gennaio
2014

Chi

Riferimento
normativo

Frequenza
aggiornamento

Livello
minimo

L’obiettivo prevede il rilascio in Linked Open Data di tutti i dati riferibili ai luoghi della cultura italiani e agli eventi ad essi
associati.

1
5. POLITICHE DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO
PUBBLICO

Figura 2: Attori e principali azioni per le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico

Il dato di per sé non crea valore, così come non lo crea la mera disponibilità sul Web di grandi quantità
di dataset pronti per il riuso. La valorizzazione del dato e del vasto patrimonio informativo pubblico
italiano, piuttosto, si realizza attraverso una serie di azioni concrete attuate di concerto dai principali
attori dell’economia digitale (Figura 2). Ogni attore è chiamato a rispondere a precise responsabilità
anche al fine di accelerare il processo di “metamorfosi” della gestione dei dati pubblici che tenda verso
una produzione nativa degli stessi in formato di tipo aperto, secondo i principi descritti dalla presente
agenda nazionale.
LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. Le Pubbliche Amministrazioni quindi si uniformano a quanto
indicato dall’agenda nazionale e dalle linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo
pubblico offrendo i dati pubblici in loro possesso in maniera standardizzata, documentata,
interoperabile, e volta quanto più possibile al massimo riutilizzo dei dati stessi. Esse possono
condividere le proprie esperienze attraverso l’organizzazione di “webinar” o conferenze sul tema, e
intraprendere azioni di ingaggio non solo nei confronti di sviluppatori e tecnici ma anche verso singoli
cittadini o comunità specifiche, utilizzando strumenti come “hackaton” o comunicazioni attive e
bidirezionali via social network e altri canali di comunicazione, al fine di assicurare che i dati da loro resi
disponibili siano effettivamente fruibili e largamente riutilizzati.
LE IMPRESE. Se da un lato le Pubbliche Amministrazioni alimentano l’offerta, dall’altro lato è
necessario innescare la domanda di dati utili a sviluppare servizi e applicazioni e contribuire così allo
sviluppo dell’economia digitale. In tal senso, le imprese si attivano per indicare tipologie di dati di
possibile interesse in base alle proprie “mission”, ai principali trend tecnologici e in base ai
potenziali servizi richiesti dalla società.
IL MONDO DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE Un ruolo importante è quello del mondo della
ricerca e dell’innovazione con cui sia Pubbliche Amministrazioni, sia imprese possono attivamente
collaborare per avviare azioni di formazione che portino alla creazione di nuove figure
professionali in grado di gestire l’intero ciclo di vita del dato. In tal senso, corsi e/o veri e propri
master sul tema dei dati e della gestione della conoscenza possono essere istituiti allo scopo di spiegare
le principali metodologie, le tecniche utilizzate e condividere “best practice” seguite e interventi
effettuati per la produzione e il rilascio di dati pubblici.
LE ASSOCIAZIONI E I SINGOLI CITTADINI. Unitamente ai suddetti attori, associazioni e singoli cittadini
sono coinvolti nel processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Essi possono infatti
contribuire alla nascita e all’implementazione di nuove applicazioni (così come già accaduto in
passato), possono concretamente monitorare l’operato delle Pubbliche Amministrazioni ma
anche quello delle imprese che sui dati costruiscono possibili servizi da loro utilizzati, e
possono stimolare l’offerta dei dati stessi richiedendo l’apertura di specifiche tipologie.
L’AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE (AGID). In tale contesto, AgID agisce come riferimento
nazionale per le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, coordinando le modalità di
apertura e pubblicazione del proprio patrimonio informativo attraverso la definizione ogni anno
dell’agenda nazionale e delle linee guida che individuano gli standard, le regole tecniche, le procedure e
le ontologie dei dati. AgID inoltre si pone come facilitatore dell’incontro tra domanda e offerta,
avviando una serie di contatti con il mondo delle imprese e con le amministrazioni mirati a
incoraggiare politiche di sviluppo del mercato della conoscenza. Al fine di gestire in modo integrato le
relazioni con i diversi attori, è prevista l’istituzione di un Comitato open data, i.e., un tavolo di
analisi dello stato di avanzamento dei lavori per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.
L’Agenzia, ai sensi dell’art. 9 del DL n.179/2012, redige un rapporto annuale al fine di monitorare le
azioni di ciascun attore prima descritto. A tale scopo, l’Agenzia individua una serie di indicatori per
misurare il livello di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Saranno quindi
considerati indicatori sulla quantità di dati pubblicati, sulla qualità (come ad esempio l'aderenza agli
standard, la conformità alle linee guida proposte per la metadatazione, ecc.) e sul grado di utilizzo dei
dati (come ad esempio la frequenza di accesso ai dati e la frequenza di download dei dataset). Tali
indicatori aiuteranno le amministrazioni nella scelta dei dataset da aprire e guideranno nella scelta dei
possibili dataset chiave da includere nei successivi aggiornamenti del presente documento.
In conclusione, è importante sottolineare che se la collaborazione tra i suddetti attori è concretamente
perseguita secondo i criteri descritti, si possono ottenere risultati tangibili e un reale sviluppo di
mercato, così come già avvenuto in altri Paesi. In prospettiva, i dati aperti delle Pubbliche
Amministrazioni insieme a quelli non strutturati provenienti da fonti eterogenee meno tradizionali (e.g.,
sensori, social network), possono contribuire alla creazione di quella vasta e variegata mole di dati che,
se opportunamente e intelligentemente utilizzata, può favorire lo sviluppo di servizi evoluti per diverse
aree della società.

6. BIBLIOGRAFIA
[1] Commissione di Coordinamento SPC, “Linee guida per l’interoperabilità semantica attraverso i
Linked Open Data”, Novembre 2012.
[2] I dati aperti della PA http://www.dati.gov.it, 2013.
[3] SPCData, http://spcdata.digitpa.gov.it, 2013.
[4] Organization Ontology Pilot – Linking public sector’s organizational data,
http://joinup.ec.europa.eu/asset/core_business/document/organization-ontology-pilot-linkingpublic-sectors-organisational-data, 2013
[5] Agenzia per l’Italia Digitale, “Obiettivi di accessibilità per l’anno 2013”,
http://www.digitpa.gov.it/sites/default/files/Obiettivi%20accessibilit%C3%A0%20AGID.pdf,
Marzo 2013.
APPENDICE I – MODELLO PER I DATI DI TIPO APERTO
Il modello adottato per la classificazione e la guida all'apertura dei dati è quello proposto da Tim
Berners-Lee, ampiamente riconosciuto e accettato a livello internazionale. Esso individua alcuni
principi di qualità che consentono ai dati di tipo aperto di rispondere a requisiti di leggibilità e accesso.
Ne risulta una classificazione a 5 livelli, mostrata in Figura 3. La figura, oltre a fornire una
categorizzazione del tipo di informazione e accesso, pone enfasi sui tipi e sulla qualità dei servizi che i
dati, ai diversi livelli, possono abilitare. Una descrizione dettagliata del modello per i dati di tipo aperto
proposto in Figura 3 è inclusa nelle linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio
informativo pubblico.

Figura 3: Modello per i dati di tipo aperto
APPENDICE II – MODELLO PER I METADATI
La metadatazione ricopre un ruolo essenziale laddove i dati vengono esposti a utenti terzi e ad agenti
automatici. I metadati infatti consentono una maggiore comprensione e aiutano la ricerca e la scoperta
dei dati stessi. Il modello proposto prevede una classificazione qualitativa basata su due fattori: il
legame tra dato/metadato e il livello di dettaglio dei metadati. Il legame dato-metadato indica quanto i
metadati riescono a essere, fisicamente e logicamente, legati ai dati anche dopo un ipotetico processo di
trasformazione e utilizzo. Il livello di dettaglio invece rappresenta lo "scope" dei metadati, ovvero la
granularità della loro descrizione
A tal riguardo, si individuano 4 livelli, così come mostrato in Figura 4; tuttavia, per la natura dei dati
stessi, se il livello 4 non è perseguibile, il livello 3 può comunque ritenersi ottimale. Una descrizione
dettagliata del modello per i metadati proposto in Figura 4 è inclusa nelle linee guida per la
valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.

Figura 4: Modello per i metadati

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Agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico (AgID - 2013 - BOZZA)

  • 1. Agenzia  per  l’Italia  Digitale Presidenza  del  Consiglio  dei  Ministri AGENDA NAZIONALE PER LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO INFORMATIVO PUBBLICO (SECONDO SEMESTRE 2013)
  • 2. INDICE PREMESSA ................................................................................................................................... 4 1. INTRODUZIONE ................................................................................................................ 4 2. PRINCIPI .............................................................................................................................. 6 3. OPEN DATA E LINKED OPEN DATA: LO STATO ATTUALE .................................... 7 4. OBIETTIVI ........................................................................................................................... 7 4.1. Obiettivi generali ........................................................................................................................... 7 4.2. Piano di implementazione per il secondo semestre 2013 ...................................................... 8 4.2.1. Dataset “chiave” ............................................................................................................................ 8 5. POLITICHE DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO PUBBLICO .....................10 6. BIBLIOGRAFIA .................................................................................................................. 11 APPENDICE I – MODELLO PER I DATI DI TIPO APERTO ..............................................12 APPENDICE II – MODELLO PER I METADATI ..................................................................13
  • 3. INDICE DELLE FIGURE Figura 1: Processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico ................................................... 5   Figura 2: Attori e principali azioni per le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico................ 10   Figura 3: Modello per i dati di tipo aperto ........................................................................................................ 12   Figura 4: Modello per i metadati ......................................................................................................................... 13  
  • 4. PREMESSA L’art. 9 del D.L. n. 179/2012 (che ha interamente riscritto l’art. 52 del Codice dell’Amministrazione Digitale) stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni, i gestori di pubblici servizi e le società partecipate a maggioranza pubblica, inserite nel conto economico consolidato della Pubblica Amministrazione, “pubblicano nel proprio sito web, all'interno della sezione “Trasparenza, valutazione e merito” (ora "Amministrazione trasparente"), il catalogo dei dati, dei metadati e delle relative banche dati in loro possesso ed i regolamenti che ne disciplinano l'esercizio della facoltà di accesso telematico e il riutilizzo, fatti salvi i dati presenti in Anagrafe tributaria”. Lo stesso articolo stabilisce che “i dati e i documenti che le amministrazioni titolari pubblicano senza l'espressa adozione di una licenza si intendono rilasciati come dati di tipo aperto” (principio dell’”open data by default”) e che l’Agenzia per l’Italia Digitale, in tale contesto, “promuove le politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale” presentando all’inizio di ogni anno “al Presidente del Consiglio dei Ministri o al Ministro delegato per l'innovazione tecnologica, che li approva entro il mese successivo, un'agenda nazionale in cui definisce contenuti e gli obiettivi delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico e un rapporto annuale sullo stato del processo di valorizzazione in Italia”. La stessa norma prevede inoltre che l’Agenzia definisca e aggiorni annualmente “le linee guida nazionali che individuano gli standard tecnici, compresa la determinazione delle ontologie dei servizi e dei dati, le procedure e le modalità di attuazione delle disposizioni del Capo V del CAD con l'obiettivo di rendere il processo omogeneo a livello nazionale, efficiente ed efficace”. Ai sensi delle suddette disposizioni, il presente documento rappresenta l’agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, approvato dal Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministero con delega all’Innovazione. Per l’anno corrente, tenuto conto dell’entrata in vigore del D.L. n. 179/2012, il presente documento si riferisce al solo secondo semestre 2013. Esso si focalizza in particolar modo sui dati pubblici che le Pubbliche Amministrazioni devono rendere disponibili e descrive le principali linee strategiche, alle quali le Amministrazioni si uniformano, per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Il documento sarà incrementalmente aggiornato all’inizio di ogni anno e accompagnato dal rapporto sullo stato di attuazione delle disposizioni in esso contenute. 1. INTRODUZIONE Le Pubbliche Amministrazioni raccolgono, organizzano e gestiscono un’enorme quantità di dati che fino a poco tempo fa avevano un mero ruolo strumentale finalizzato al perseguimento dei compiti istituzionali assegnati alle stesse amministrazioni. L’autonomia delle singole amministrazioni e le modalità di gestione dei loro processi amministrativi hanno contribuito a creare isole di informazioni, con scarsa visione sistemica, nonostante alcuni significativi interventi normativi che si sono succeduti tendessero a favorire un maggior livello di integrazione e condivisione dei dati tra le amministrazioni. Lo scopo è quindi quello di far si che i dati siano visti come un vero e proprio “asset”, un elemento sistemico infrastrutturale in grado di portare ricchezza per il Paese, opportunità di sviluppo economico, di crescita occupazionale, di riduzione degli sprechi e di aumento dell’efficienza operativa della Pubblica Amministrazione. A tal riguardo, è necessario identificare linee strategiche nazionali che individuino i principi e gli obiettivi da perseguire per definire un processo omogeneo di produzione e pubblicazione di dati e documenti pubblici. Il presente documento descrive quindi la strategia nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, applicabile per il secondo semestre 2013 da parte delle Pubbliche Amministrazioni, dei gestori di pubblici servizi e delle società partecipate a maggioranza pubblica, inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione. Esso consiste di un insieme di principi atti a guidare tali soggetti nella produzione e nella pubblicazione dei propri dati e documenti pubblici. Sulla base di tali principi, l’agenda individua altresì un insieme di obiettivi da perseguire. Gli
  • 5. obiettivi sono sia di carattere generale, sia riferibili a determinate tipologie di dati ritenuti “chiave” ai fini dello sviluppo di mercato e della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Il perseguimento e il raggiungimento concreto dei principi e degli obiettivi definiti dal presente documento favorisce una maggiore fruibilità e interoperabilità del patrimonio informativo pubblico nazionale, e la creazione di nuovi servizi e applicazioni a sostegno anche dello sviluppo di mercato. Figura 1: Processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico La Figura 1 sintetizza l’intero processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Gli elementi principali del processo sono: (i) l’agenda nazionale, che tenendo conto dell’agenda digitale italiana ed europea e del mercato in termini di domanda e offerta, detta le linee strategiche per la Pubblica Amministrazione; (ii) le linee guida, alle quali le Pubbliche Amministrazioni si uniformano, utilizzate per attuare le disposizioni dell’agenda nazionale e che descrivono indicazioni operative, standard tecnici e “best practice” di riferimento, (iii) un rapporto annuale sullo stato di avanzamento del processo di valorizzazione del patrimonio pubblico che riporta quanto attuato dalle Pubbliche Amministrazioni rispetto alla presente agenda, sulla base di indicatori qualitativi e quantitativi. Il rapporto annuale aiuta a identificare le strategie e a calibrare opportunamente gli obiettivi e le azioni dell’agenda nazionale e delle linee guida dell’anno successivo. Le linee guida saranno rese disponibili dall’Agenzia a partire dal mese successivo l’approvazione dell’agenda nazionale da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o dal Ministro delegato per l’innovazione tecnologica. Le Pubbliche Amministrazioni possono comunque riferirsi alle linee guida precedentemente pubblicate dalla Commissione di Coordinamento SPC [1]. Inoltre, entro febbraio 2014, l’Agenzia redigerà il suddetto rapporto annuale da inviare anch’esso, per l’approvazione, al Presidente del Consiglio dei Ministri o al Ministero con delega all’Innovazione (art. 9 comma 6 del D.L. n. 179/2012). Struttura del documento. Il documento è strutturato come segue. La sezione 2 illustra i principi alla base della strategia nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico che guidano l’apertura omogenea e interoperabile dei dati pubblici. La sezione 3 descrive l’attuale situazione italiana in tema di open data e linked open data. La sezione 4 introduce gli obiettivi da perseguire per la valorizzazione del patrimonio pubblico mentre la sezione 5 conclude il documento illustrando le politiche di valorizzazione dei dati pubblici.
  • 6. 2. PRINCIPI Alla base dell’agenda nazionale si identificano una serie di principi di seguito dettagliati. I primi quattro caratterizzano i dati di tipo aperto. I successivi principi garantiscono una più ampia valorizzazione dei dati, l’accessibilità e l’interoperabilità degli stessi. 1. Accesso telematico ed elaborazione automatica – i dati sono accessibili attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ivi comprese le reti telematiche pubbliche e private, e sono disponibili in un formato aperto neutro e adatto per l’utilizzo automatico da parte di programmi (art. 68 comma 3 lettera b) – 2, del Codice dell’Amministrazione Digitale). 2. Costi di utilizzo – i dati sono resi disponibili gratuitamente oppure sono resi disponibili ai costi marginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazione. I casi eccezionali di dati resi disponibili a tariffe superiori ai costi marginali sono identificati in maniera trasparente e verificabile con delibera dell’Agenzia per l’Italia Digitale (art. 68 comma 3 lettera b) – 3, del Codice dell’Amministrazione Digitale). 3. Licenza aperta – l’imposizione di una licenza associata al dato che ne limiti il riuso rappresenta una barriera per l’uso pubblico del dato stesso. I dati pertanto sono resi disponibili secondo i termini di una licenza che ne permetta il massimo utilizzo da parte di chiunque, anche per finalità commerciali (art. 68 comma 3 lettera b) – 1, del Codice dell’Amministrazione Digitale). 4. Metadatazione – dati totalmente o parzialmente non descritti sono di difficile comprensione. I dati pertanto sono provvisti di metadati e di schemi/vocabolari che li descrivono (art. 68 comma 3 lettera b) – 2, del Codice dell’Amministrazione Digitale). In particolare, un insieme minimo e comune di metadati accompagnano i dati. Inoltre, possono essere utilizzati metadati più specifici scelti sulla base della tipologia di dati che devono descrivere. 5. Accessibilità – i dati rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni sono accessibili, anche nel rispetto dei requisiti tecnici di accessibilità di cui all’art. 11 della legge 9 gennaio 2004, n. 4. 6. Qualità dei dati – per favorire il massimo riuso dei dati, incentivando così lo sviluppo di applicazioni/servizi, deve essere garantito un certo livello di qualità nella produzione e pubblicazione degli stessi. In generale, le Pubbliche Amministrazioni possono seguire le indicazioni dello standard ISO/IEC 25012 “Data quality model” per la qualità dei dati. In particolare, si evidenziano i seguenti requisiti di qualità: • • • • Completezza – i dati rilasciati sono tutti quelli in possesso delle Pubbliche Amministrazioni. I dati includono inoltre i metadati che li descrivono (vedi precedente punto 4). Originalità – i dati rilasciati dalle Pubbliche Amministrazioni sono riferibili a dati raccolti e gestiti da o per conto dell’amministrazione titolare affinché possano rispondere alle caratteristiche di credibilità o autenticità della fonte. Attualità – i dati rilasciati sono aggiornati secondo una specifica frequenza, indicata come metadato. Per le tipologie di dati ritenuti “chiave” all’interno della presente agenda nazionale, la frequenza di aggiornamento è indicata e rispettata dalle Pubbliche Amministrazioni coinvolte nella loro produzione e pubblicazione. Disaggregazione – per un uso più puntuale dei dati, i dati rilasciati si presentano in forma disaggregata, a meno di eccezioni necessarie per il rispetto delle disposizioni previste in materia di protezione dei dati personali (Dlgs n. 196/2003). 7. Uso di standard condivisi e aperti – per favorire il massimo riuso dei dati, incentivando così lo sviluppo di applicazioni/servizi, le Pubbliche Amministrazioni evitano l’uso di tecnologie proprietarie e, di contro, privilegiano standard condivisi e aperti per la descrizione, il formato, e la pubblicazione dei dati.
  • 7. 3. OPEN DATA E LINKED OPEN DATA: LO STATO ATTUALE Per analizzare l'attuale situazione dei dati di tipo aperto in Italia si può considerare, in attesa del primo rapporto annuale che l’Agenzia deve redigere, ai sensi dell’art. 9 del DL n.179/2012, all’inizio del prossimo anno, lo studio statistico periodico pubblicato sul portale dati.gov.it [2], che cataloga la quasi totalità dei dataset disponibili in Italia. I dataset registrati a Maggio 2013 sono oltre 6000. Dallo studio emerge una crescita lineare nel tempo per quanto riguarda il numero di dataset che vengono aperti, ma anche una netta disomogeneità geografica delle iniziative, con un baricentro orientato verso il nord del Paese. La maggior parte di questi dataset, circa l’80%, si attesta a livello 3 dello schema proposto da Tim Berners-Lee (modello in Appendice I). Si registrano ancora alcuni dataset di livello 1 e 2, e pochi di livello 4 e 5. In particolare, solo 30 dataset sono disponibili secondo lo standard RDF e di questi, non tutti sono conformi ai requisiti definiti dallo schema per gli ultimi due livelli. Infatti, da un'analisi più approfondita si evince che per alcuni dataset RDF: i) non si rende disponibile uno SPARQL endpoint che ne faciliti l’interrogazione anche da parte di programmi automatizzati; (ii) non si fa uso di dereferenziazione delle URI (Uniform Resource Identifier) per agevolare un accesso preciso ed efficiente ai dati e (iii) non si ricorre al collegamento ("linking") con altri dati disponibili sul Web. Tuttavia, è da registrare il fatto che una "nuvola" di dati della Pubblica Amministrazione italiana di livello 5 sta iniziando a formarsi [3]. In questa “nuvola”, sono presenti i dataset dell’Agenzia per l’Italia Digitale, del Comune di Firenze, della Regione Piemonte e del CNR. Inoltre, già oggi si registra un’iniziativa sperimentale di collegamento dei dati italiani con dati di tipo aperto di altri stati europei. In particolare, alcuni dati che descrivono la struttura del Ministero Greco delle Riforme Amministrative e dell'e-Government sono stati collegati con alcuni presenti nella suddetta nuvola italiana [4]. 4. OBIETTIVI Tenuto conto che la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico risulta un valido strumento per: 1. supportare il legislatore, i regolatori e ogni altro organo politico locale nelle loro decisioni, 2. supportare lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi da parte delle imprese, comunità. Associazioni/organizzazioni e singoli cittadini, contribuendo quindi anche allo sviluppo di mercato, 3. garantire trasparenza e accountability, la strategia nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico deve necessariamente passare attraverso il soddisfacimento di una serie di obiettivi. Gli obiettivi sono sia di carattere generale, sia riferibili a determinate tipologie di dati ritenuti “chiave”. Essi sono di seguito riassunti, unitamente a un piano di implementazione per il secondo semestre 2013. 4.1. Obiettivi generali Gli obiettivi generali dell’agenda nazionale per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, che le Pubbliche Amministrazioni perseguono, sono i seguenti: • • • tutti i dataset pubblici sono minimo di livello 3, secondo il modello per i dati di tipo aperto in Appendice I. Le specifiche degli standard tecnici e delle ontologie per la descrizione dei dati seguono quanto indicato dalle linee guida nazionali rilasciate dall’Agenzia per l’Italia Digitale; i dataset sono rilasciati gratuitamente a meno di casi eccezionali individuati dall’Agenzia secondo quanto stabilito dalle linee guida nazionali; i dataset sono accompagnati da almeno un insieme minimo di metadati che li descrivono, secondo
  • 8. • • • • • quanto stabilito dalle linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico e secondo il modello per i metadati in Appendice II. Ulteriori metadati, scelti sulla base delle diverse tipologie di dati, possono essere associati; i dataset “chiave” inclusi in tabella 1 sono rilasciati secondo i precedenti principi e obiettivi. Le Pubbliche Amministrazioni titolari di dataset non inclusi nella lista di quelli “chiave” della presente agenda procedono alla pubblicazione dei dati pubblici in loro possesso secondo i principi indicati in sezione 2 e secondo gli obiettivi di cui ai precedenti punti; i dataset “chiave” sono prodotti e rilasciati secondo il livello individuato in tabella 1. Nel caso di rilascio secondo i livelli 4 e 5, le Pubbliche Amministrazioni coinvolte possono riferirsi alla metodologia proposta dalle “linee guida per l’interoperabilità semantica attraverso i linked open data” [1]; i dataset rilasciati sono accompagnati da una licenza aperta che ne faciliti il riuso anche per finalità commerciali da parte di chiunque. Per la scelta della licenza da associare ai dati si rimanda alle linee guida nazionali. La mancata indicazione implica il rilascio dei dati con licenza CC-BY; i documenti pubblici (per esempio delibere e atti amministrativi) sono rilasciati in formato aperto; i documenti pubblici sono rilasciati secondo gli obiettivi di accessibilità definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale [5]. 4.2. Piano di implementazione per il secondo semestre 2013 Per raggiungere gli obiettivi suddetti, nel secondo semestre del 2013 il seguente piano di azioni dovrà essere implementato: • • • • • Entro novembre 2013 tutti i dataset (non “chiave”) da pubblicare e già pubblicati sono minimo di livello 3, secondo il modello in Appendice I. Entro novembre 2013 i dataset (non “chiave”) da pubblicare e già pubblicati di livello 3 sono accompagnati dai relativi metadati che li descrivono. Entro gennaio 2014 tutti i documenti pubblici sono resi disponibili secondo i principi e obiettivi suddetti. Entro gennaio 2014 tutti i dataset “chiave” (sezione 4.2.1) sono rilasciati. Entro gennaio 2014 i dataset “chiave” di livello 5 sono collegati anche al dataset Linked Open IPA (Indice della Pubblica Amministrazione) disponibile in ambito Sistema Pubblico di Connettività SPC (SPCData [3]). 4.2.1. Dataset “chiave” Per dataset “chiave” si intendono dataset ritenuti strategici ovvero dati che, se prodotti e pubblicati in maniera standardizzata e interoperabile, possono contribuire ad aumentare sostanzialmente il valore dell’informazione da essi veicolata e a facilitare lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni. Si pensi ad esempio alla possibile valorizzazione del turismo attraverso l’apertura interoperabile dei dati sui luoghi della cultura italiana, descritti con vocabolari noti e standard per supportare la creazione di nuove applicazioni anche da parte di utenti di altri Paesi. La tabella 1 riporta i dataset “chiave” identificati per il secondo semestre 2013; esistono due tipologie di dataset “chiave”: trasversali, ovvero comuni a tutte le Pubbliche Amministrazioni e verticali, ovvero relativi a dati raccolti e gestiti da o per conto di specifiche amministrazioni.
  • 9. Tabella 1: Dataset “chiave” da rilasciare con relativo cronoprogramma Dataset Descrizione Termine ultimo di rilascio Organizzazi one delle Pubbliche Amministra zioni Dataset che descrive la struttura completa della pubblica amministrazione Novembre 2013 PAC e Regioni Dlgs 33/2013 Trimestrale Classificazio ni ufficiali • Classificazione internazionale della spesa pubblica (COFOG) • Classificazione Ateco Gennaio 2014 ISTAT – AgID -– Trimestrale Scheda Dimissioni Ospedaliera Dataset sulle informazioni relative ad ogni paziente dimesso da istituti pubblici e privati in tutto il territorio nazionale Gennaio 2014 Ministero della Salute Decreto del Ministro della Salute 8 luglio 2010 n. 135 Annuale Consumi di dispositivi medici Dataset sul Dicembre monitoraggio del 2013 consumo dei dispositivi medici acquistati o resi disponibili all'impiego Ministero della Salute Decreto del Ministro della salute 11 giugno 2010 Semestrale Eventi e luoghi della cultura Dataset sulle schede anagrafiche degli eventi e dei luoghi della cultura1 Ministero per i Beni e le Attività Culturali – AgID – Trimestrale Gennaio 2014 Chi Riferimento normativo Frequenza aggiornamento Livello minimo L’obiettivo prevede il rilascio in Linked Open Data di tutti i dati riferibili ai luoghi della cultura italiani e agli eventi ad essi associati. 1
  • 10. 5. POLITICHE DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO PUBBLICO Figura 2: Attori e principali azioni per le politiche di valorizzazione del patrimonio pubblico Il dato di per sé non crea valore, così come non lo crea la mera disponibilità sul Web di grandi quantità di dataset pronti per il riuso. La valorizzazione del dato e del vasto patrimonio informativo pubblico italiano, piuttosto, si realizza attraverso una serie di azioni concrete attuate di concerto dai principali attori dell’economia digitale (Figura 2). Ogni attore è chiamato a rispondere a precise responsabilità anche al fine di accelerare il processo di “metamorfosi” della gestione dei dati pubblici che tenda verso una produzione nativa degli stessi in formato di tipo aperto, secondo i principi descritti dalla presente agenda nazionale. LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI. Le Pubbliche Amministrazioni quindi si uniformano a quanto indicato dall’agenda nazionale e dalle linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico offrendo i dati pubblici in loro possesso in maniera standardizzata, documentata, interoperabile, e volta quanto più possibile al massimo riutilizzo dei dati stessi. Esse possono condividere le proprie esperienze attraverso l’organizzazione di “webinar” o conferenze sul tema, e intraprendere azioni di ingaggio non solo nei confronti di sviluppatori e tecnici ma anche verso singoli cittadini o comunità specifiche, utilizzando strumenti come “hackaton” o comunicazioni attive e bidirezionali via social network e altri canali di comunicazione, al fine di assicurare che i dati da loro resi disponibili siano effettivamente fruibili e largamente riutilizzati. LE IMPRESE. Se da un lato le Pubbliche Amministrazioni alimentano l’offerta, dall’altro lato è necessario innescare la domanda di dati utili a sviluppare servizi e applicazioni e contribuire così allo sviluppo dell’economia digitale. In tal senso, le imprese si attivano per indicare tipologie di dati di possibile interesse in base alle proprie “mission”, ai principali trend tecnologici e in base ai potenziali servizi richiesti dalla società. IL MONDO DELLA RICERCA E DELL’INNOVAZIONE Un ruolo importante è quello del mondo della ricerca e dell’innovazione con cui sia Pubbliche Amministrazioni, sia imprese possono attivamente collaborare per avviare azioni di formazione che portino alla creazione di nuove figure professionali in grado di gestire l’intero ciclo di vita del dato. In tal senso, corsi e/o veri e propri master sul tema dei dati e della gestione della conoscenza possono essere istituiti allo scopo di spiegare le principali metodologie, le tecniche utilizzate e condividere “best practice” seguite e interventi effettuati per la produzione e il rilascio di dati pubblici. LE ASSOCIAZIONI E I SINGOLI CITTADINI. Unitamente ai suddetti attori, associazioni e singoli cittadini
  • 11. sono coinvolti nel processo di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Essi possono infatti contribuire alla nascita e all’implementazione di nuove applicazioni (così come già accaduto in passato), possono concretamente monitorare l’operato delle Pubbliche Amministrazioni ma anche quello delle imprese che sui dati costruiscono possibili servizi da loro utilizzati, e possono stimolare l’offerta dei dati stessi richiedendo l’apertura di specifiche tipologie. L’AGENZIA PER L’ITALIA DIGITALE (AGID). In tale contesto, AgID agisce come riferimento nazionale per le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, coordinando le modalità di apertura e pubblicazione del proprio patrimonio informativo attraverso la definizione ogni anno dell’agenda nazionale e delle linee guida che individuano gli standard, le regole tecniche, le procedure e le ontologie dei dati. AgID inoltre si pone come facilitatore dell’incontro tra domanda e offerta, avviando una serie di contatti con il mondo delle imprese e con le amministrazioni mirati a incoraggiare politiche di sviluppo del mercato della conoscenza. Al fine di gestire in modo integrato le relazioni con i diversi attori, è prevista l’istituzione di un Comitato open data, i.e., un tavolo di analisi dello stato di avanzamento dei lavori per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. L’Agenzia, ai sensi dell’art. 9 del DL n.179/2012, redige un rapporto annuale al fine di monitorare le azioni di ciascun attore prima descritto. A tale scopo, l’Agenzia individua una serie di indicatori per misurare il livello di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Saranno quindi considerati indicatori sulla quantità di dati pubblicati, sulla qualità (come ad esempio l'aderenza agli standard, la conformità alle linee guida proposte per la metadatazione, ecc.) e sul grado di utilizzo dei dati (come ad esempio la frequenza di accesso ai dati e la frequenza di download dei dataset). Tali indicatori aiuteranno le amministrazioni nella scelta dei dataset da aprire e guideranno nella scelta dei possibili dataset chiave da includere nei successivi aggiornamenti del presente documento. In conclusione, è importante sottolineare che se la collaborazione tra i suddetti attori è concretamente perseguita secondo i criteri descritti, si possono ottenere risultati tangibili e un reale sviluppo di mercato, così come già avvenuto in altri Paesi. In prospettiva, i dati aperti delle Pubbliche Amministrazioni insieme a quelli non strutturati provenienti da fonti eterogenee meno tradizionali (e.g., sensori, social network), possono contribuire alla creazione di quella vasta e variegata mole di dati che, se opportunamente e intelligentemente utilizzata, può favorire lo sviluppo di servizi evoluti per diverse aree della società. 6. BIBLIOGRAFIA [1] Commissione di Coordinamento SPC, “Linee guida per l’interoperabilità semantica attraverso i Linked Open Data”, Novembre 2012. [2] I dati aperti della PA http://www.dati.gov.it, 2013. [3] SPCData, http://spcdata.digitpa.gov.it, 2013. [4] Organization Ontology Pilot – Linking public sector’s organizational data, http://joinup.ec.europa.eu/asset/core_business/document/organization-ontology-pilot-linkingpublic-sectors-organisational-data, 2013 [5] Agenzia per l’Italia Digitale, “Obiettivi di accessibilità per l’anno 2013”, http://www.digitpa.gov.it/sites/default/files/Obiettivi%20accessibilit%C3%A0%20AGID.pdf, Marzo 2013.
  • 12. APPENDICE I – MODELLO PER I DATI DI TIPO APERTO Il modello adottato per la classificazione e la guida all'apertura dei dati è quello proposto da Tim Berners-Lee, ampiamente riconosciuto e accettato a livello internazionale. Esso individua alcuni principi di qualità che consentono ai dati di tipo aperto di rispondere a requisiti di leggibilità e accesso. Ne risulta una classificazione a 5 livelli, mostrata in Figura 3. La figura, oltre a fornire una categorizzazione del tipo di informazione e accesso, pone enfasi sui tipi e sulla qualità dei servizi che i dati, ai diversi livelli, possono abilitare. Una descrizione dettagliata del modello per i dati di tipo aperto proposto in Figura 3 è inclusa nelle linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Figura 3: Modello per i dati di tipo aperto
  • 13. APPENDICE II – MODELLO PER I METADATI La metadatazione ricopre un ruolo essenziale laddove i dati vengono esposti a utenti terzi e ad agenti automatici. I metadati infatti consentono una maggiore comprensione e aiutano la ricerca e la scoperta dei dati stessi. Il modello proposto prevede una classificazione qualitativa basata su due fattori: il legame tra dato/metadato e il livello di dettaglio dei metadati. Il legame dato-metadato indica quanto i metadati riescono a essere, fisicamente e logicamente, legati ai dati anche dopo un ipotetico processo di trasformazione e utilizzo. Il livello di dettaglio invece rappresenta lo "scope" dei metadati, ovvero la granularità della loro descrizione A tal riguardo, si individuano 4 livelli, così come mostrato in Figura 4; tuttavia, per la natura dei dati stessi, se il livello 4 non è perseguibile, il livello 3 può comunque ritenersi ottimale. Una descrizione dettagliata del modello per i metadati proposto in Figura 4 è inclusa nelle linee guida per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico. Figura 4: Modello per i metadati