SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 68
Downloaden Sie, um offline zu lesen
azioni sulle costruzioni




Politecnico di Bari – C.d.L. Ingegneria Ambientale e del Territorio

      Corso di Tecnica delle Costruzioni – Arch. Francesca Prete
criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni
             NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI
                            DM 14 gennaio 2008

CAP.2 – SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE

Le opere e le componenti strutturali devono essere progettate, eseguite,
collaudate e soggette a manutenzione in modo tale da consentirne la
prevista utilizzazione, in forma economicamente sostenibile e con il livello
di sicurezza previsto dalle presenti norme.
La sicurezza e le prestazioni di un’opera o di una parte di essa devono
essere valutate in relazione agli stati limite che si possono verificare
durante la vita nominale.



Scopo del calcolo strutturale è quello di garantire l’opera progettata per
tutta la sua “vita utile” in rapporto alle azioni cui può essere sottoposta
in ogni fase operativa (costruzione, trasporto, montaggio, esercizio) con
il livello di sicurezza previsto dalle Norme vigenti.
criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni

A) Per costruzioni generiche


-   Vita nominale VN in base alla tipologia dell’opera, da ritenere sottoposta
    necessariamente a manutenzione ordinaria:
criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni
B) Per costruzioni antisismiche


  Classi d’uso delle costruzioni, riferite al diverso grado di sicurezza da
  garantire in relazione al rischio sismico:

    Classe I : con presenza solo occasionale di persone; edifici
       agricoli.


    Classe II : con affollamenti normali, senza funzioni pubbliche e
       sociali essenziali; infrastrutture non ricadenti nelle successive
       e più impegnative Classi III e IV.


    Classe III : con affollamenti significativi ed eventuali funzioni
       pubbliche modeste; infrastrutture importanti ma non ricadenti
       nella più elevata Classe IV.


    Classe IV : costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche
       particolarmente importanti; infrastrutture di grande rilevanza
       per la sicurezza sociale.
criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni
B) Per costruzioni antisismiche


   Coefficiente d’uso CU, variabile in base alla Classe d’uso:




   Periodo di riferimento VR (in anni) per l’azione sismica, definito in
   funzione della Vita nominale VN e del Coefficiente d’uso CU:


                                  VR = VN ⋅ CU

   per VR < 35 anni   si assume comunque         VR = 35 anni
criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni
STATI LIMITE

  definizione di “Stato Limite”:
   condizione superata la quale la struttura (o una sua parte) non è più in
                        grado di assolvere il suo compito statico o funzionale

  Esistono due tipi di “Stati Limite”:

  Stati   Limite   Ultimi   (SLU),   relativi   a    condizioni   estreme    il   cui
  superamento      ha   carattere    irreversibile    e   determina   il    collasso
  strutturale.

  Stati Limite di Esercizio (SLE), legati a condizioni di funzionalità, il cui
  superamento può avere carattere reversibile o irreversibile, comunque
  tale da non compromettere la struttura.

   Requisiti di sicurezza della struttura:

   -   sicurezza nei confronti degli SLU

   -   sicurezza nei confronti degli SLE

   -   robustezza nei confronti delle azioni accidentali (o eccezionali)
criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni
STATI LIMITE

I principali Stati Limite Ultimi sono:

a) perdita di equilibrio della struttura o di una sua parte;
b) spostamenti o deformazioni eccessive;
c) raggiungimento della massima capacità di resistenza di parti di strutture, collegamenti,
   fondazioni;
d) raggiungimento della massima capacità di resistenza della struttura nel suo insieme;
e) raggiungimento di meccanismi di collasso nei terreni;
f) rottura di membrature e collegamenti per fatica;
g) rottura di membrature e collegamenti per altri effetti dipendenti dal tempo;
h) instabilità di parti della struttura o del suo insieme.

I principali Stati Limite di Esercizio sono:

a)danneggiamenti locali (ad es. eccessiva fessurazione del calcestruzzo) che possano ridurre la
   durabilità della struttura, la sua efficienza o il suo aspetto;
b)spostamenti e deformazioni che possano limitare l’uso della costruzione, la sua efficienza e il
   suo aspetto;
c)spostamenti e deformazioni che possano compromettere l’efficienza e l’aspetto di elementi non
   strutturali, impianti, macchinari;
d)vibrazioni che possano compromettere l’uso della costruzione;
e)danni per fatica che possano compromettere la durabilità;
f) corrosione e/o eccessivo degrado dei materiali in funzione dell’ambiente di esposizione.
azioni sulle costruzioni
definizione di “azione”
                       ogni causa o insieme di cause capaci di indurre
                                           stati limite in una struttura

classificazione delle azioni
       A. in base al modo di esplicarsi
              azioni dirette
              azioni indirette
              azioni chimico-fisiche
       B. in base alla risposta strutturale
              azioni statiche
              azioni quasi statiche
              azioni dinamiche
       C. in base al loro comportamento nel tempo
              azioni permanenti (G)
              azioni variabili (Q)
              azioni accidentali (A)
azioni sulle costruzioni
A. classificazione (in base al modo di esplicarsi)

  azioni dirette
    • azioni concentrate (fisse o mobili)
    • azioni distribuite (fisse o mobili)


  azioni indirette
    • cedimenti di vincolo, difetti di montaggio, distorsioni impresse
    • effetti di variazioni di temperatura
    • deformazioni iniziali elastiche e anelastiche (ritiro, viscosità)



  azioni di carattere chimico-fisico
    • umidità, gelo, aggressione atmosferica
    • degrado endogeno ed esogeno della struttura
azioni sulle costruzioni
B. classificazione (in base alla risposta strutturale)

  azioni statiche
                       azioni applicate con lentezza tale da non dar luogo a
                                   significative accelerazioni sulle strutture


  azioni quasi statiche

              azioni che possono essere considerate come statiche tenendo
          conto degli effetti dinamici con un incremento della loro intensità



  azioni dinamiche

                              azioni che causano significative accelerazioni
                               sulle strutture e sulle masse da esse portate
azioni sulle costruzioni
C. classificazione (in base al loro comportamento nel tempo)
   azioni permanenti (G), con valori costanti nel tempo:
    • peso proprio della struttura
    • peso proprio delle sovrastrutture
      (pavimenti, tompagni, tramezzi, controsoffitti, intonaci, impianti, ecc.)
    • pretensione e precompressione
    • ritiro e viscosità
   azioni variabili (Q), con valori istantanei anche diversi tra loro:
    • di lunga durata
      (pesi di cose e oggetti vari, carichi di esercizio di lunga durata)
    • di breve durata
      (vento, sisma, variazioni termiche, carichi di esercizio di breve durata)
   azioni accidentali (A), in base a eventi incidentali e rari:
    • incendi
    • esplosioni
    • urti
azioni sulle costruzioni
categorie delle azioni sulle costruzioni civili e industriali
            (in base alla valutazione delle loro intensità)

                               1. pesi propri dei materiali strutturali

 I.   azioni antropiche        2. carichi permanenti portati

                               3. sovraccarichi variabili (destinazione d’uso)

                               1. azione della neve

                               2. azione del vento
 II. azioni ambientali
                               3. azione della temperatura

                               4. azione sismica

                               1. incendi

 III. azioni accidentali       2. esplosioni

                               3. urti
azioni sulle costruzioni
requisiti caratteristici


  È compito del progettista individuare le azioni significative per la
  costruzione nel rispetto delle disposizioni generali delle Norme vigenti.


  I valori normativi vanno assunti come “valori caratteristici” (in senso
  statistico) nel metodo semiprobabilistico agli stati limite e come “valori
  nominali” (in senso deterministico) nel metodo alle tensioni ammissibili.


  Per le opere civili e industriali i valori delle azioni antropiche vanno intesi
  come minimi assoluti, maggiorabili per motivi prudenziali ovvero per
  prescrizioni di Capitolati Speciali; in generale, si considerano agire
  staticamente, salvo casi particolari in cui, per tener conto indirettamente
  degli effetti dinamici, vanno maggiorati con idonei coefficienti per
  eseguire una analisi statica equivalente.
I. azioni antropiche
requisiti caratteristici


  I pesi propri e i carichi permanenti sono determinati in base alle
  dimensioni geometriche degli elementi costruttivi e ai pesi specifici
  riconosciuti dei materiali strutturali e non.


  I sovraccarichi variabili, cioè legati all’esercizio dell’opera, vanno dedotti
  dalle Norme come valori minimi, che il Progettista può accettare oppure
  aumentare responsabilmente o per prescrizioni di Capitolato.
I. azioni antropiche
I.1. pesi propri dei materiali strutturali

                                                pesi per unità
                                                di volume dei
                                                principali
                                                materiali
                                                strutturali
                                                (T.U.)
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati

 Vanno considerati come carichi ripartiti uniformemente per le verifiche di
 insieme.

 Nel caso di solai con orditura unidirezionale (adeguata capacità di
 ripartizione trasversale):

     i divisori mobili interni sono considerati come un carico distribuito q2k
     dipendente dal peso unitario lineare G2k nel seguente modo:

            • per G2k ≤ 100 daN/m                q2k = 40 daN/mq ;
            • per 100 ≤ G2k ≤ 200 daN/m         q2k = 80 daN/mq ;
            • per 200 ≤ G2k ≤ 300 daN/m         q2k = 120 daN/mq ;
            • per 300 ≤ G2k ≤ 400 daN/m         q2k = 160 daN/mq ;
            • per 400 ≤ G2k ≤ 500 daN/m         q2k = 200 daN/mq ;
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
                                      pesi propri unitari di
                                      elementi costruttivi
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
                                      pesi propri unitari di
                                      materiali in deposito
I. azioni antropiche
I.2. carichi permanenti portati
                                      pesi propri unitari
                                      materiali insilabili
I. azioni antropiche
I.3. sovraccarichi variabili


    carichi verticali
    uniformemente distribuiti   verifiche di insieme
    qk [kN/mq]




    carichi orizzontali
                                verifiche locali su singoli elementi
    linearmente distribuiti
                                (a 1.20 m dalla quota di calpestio)
    Hk [kN/m]



                                verifiche locali distinte su
    carichi verticali
                                appropriate “aree di impronta”
    concentrati Qk [kN]
                                (non cumulabili ai qk)
I. azioni antropiche

valori dei carichi di
esercizio per le diverse
categorie di edifici
I. azioni antropiche
I.3. sovraccarichi variabili
Nel caso di travi – pilastri - pareti portanti - fondazioni interessati da
sovraccarichi variabili applicati su ampie superfici e/o su più piani,
l’intensità del sovraccarico (purché appartenente alla stessa categoria
di ambienti) può essere opportunamente ridotta (a) per tener conto
della non contemporaneità delle azioni con il massimo valore di carico.

     A = superficie totale caricata detta area di
          spettanza dell’elemento in oggetto
     a = coefficiente di riduzione del sovraccarico



        per le Categorie A, B, F, G, H :
            a ≥ 0.50 + 10/A
                                           a≤ 1
        per le Categorie C, D :
            a ≥ 0.75 + 10/A
I. azioni antropiche
individuazione dell’area di spettanza

Per la generica tesa di un pilastro, l’area di spettanza è data dalla
somma dell’area spettante sull’impalcato di competenza, di dimensioni
pari alle semiluci di impalcato adiacente al pilastro nella direzione del
solaio e in quella ortogonale, e delle omologhe aree su tutti gli impalcati
soprastanti.
I. azioni antropiche
individuazione dell’area di spettanza
Nell’esempio applicativo (riportato nella C. M. ’96) per uno schema di edificio intelaiato
di quattro piani:
i.     si suppone che il pilastro P sia portante per le travi T2, T3, T4 e sia portato dalla
       trave T1 al 1° ordine
ii.    si suppone che l’area di spettanza del pilastro valga Ap ad ogni piano
iii.   si suppone che l’area di spettanza di una campata di trave T2, T3, T4 sia Ap e che
       valga 2Ap per la trave T1 (di luce doppia)


                                                                   VERIFICA
                                                                   sezione S1 del pilastro P:
                                                                   A = A2+A3+A4 = 3 Ap
                                                                   sezione S2 del pilastro P:
                                                                   A = A3+A4 = 2 Ap
                                                                   trave T1:
                                                                   A = A1+A2+A3+A4 = 5 Ap
                                                                   trave T2:
                                                                   A = A2 = Ap
II. azioni ambientali
Sono correlate statisticamente a prefissati “periodo di ritorno”

definizione di “periodo di ritorno”


               intervallo di tempo che intercorre tra il ripresentarsi di un
                     determinato evento naturale con la stessa intensità




1. azione della neve


2. azione del vento


3. azione della temperatura


4. azione sismica
II. azioni ambientali
II.1. azione della neve

  Il carico neve si considera uniformemente ripartito, agente in direzione
  verticale e riferito alla proiezione orizzontale della superficie investita.


  L’intensità di carico sulle coperture, per unità di superficie, si valuta
  mediante l’espressione:

                                 qs = qsk cEc t µ i         [kN / m2 ]

  qsk   valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo [kN/mq]
        associato al periodo di ritorno standard di 50 anni, dipendente dal
        sito e dall’altitudine
  cE    coefficiente di esposizione
  ct    coefficiente termico
  µi    coefficiente di forma della copertura
II. azioni ambientali
II.1.1. carico neve al suolo

Dipende dalle condizioni locali
di clima e di esposizione dei siti




       Macrozonazione
           geografica
           dell’Italia
II. azioni ambientali
II.1.1. carico neve al suolo

I valori caratteristici minimi sono riportati nel seguito, in funzione della Macrozona
geografica di pertinenza e dell’altitudine as del sito di costruzione.
II. azioni ambientali
II.1.2. coefficiente di esposizione
Va determinato in funzione delle caratteristiche specifiche dell’area
(microzona) in cui sorge l’opera, definite mediante “classi di topografia”




II.1.3. coefficiente termico
Può essere utilizzato per tener conto di una riduzione del carico neve a
causa dello scioglimento della stessa, per effetto del calore trasmesso
alla copertura dall’interno della costruzione
Il valore dipende dalle proprietà dell’isolamento termico del materiale
coibente di copertura
In assenza di documentazione, si assume     ct = 1
II. azioni ambientali
II.1.4. coefficiente di forma

La sua valutazione dipende dalla particolare disposizione del carico neve:
   neve non accumulata sul piano (situazione più gravosa)
   neve accumulata al piano (situazione meno gravosa)


In generale, per coperture a una o più falde, il coefficiente di forma µ
si esprime in funzione dell’angolo α




Si distinguono tre casi: coperture a una falda, a due falde e a più falde
II. azioni ambientali

A. copertura a una falda




  Ipotizzando che la neve non sia
  impedita di scivolare, si considera
  la condizione di carico in figura,
  per entrambe le situazioni di neve
  accumulata e non accumulata sul
  piano
  Se l’estremità più bassa termina
  con un parapetto o altre ostruzioni:
  µ1   =    0.8   indipendentemente
  dall’angolo α
II. azioni ambientali

B. copertura a due falde



  Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si distinguono
  tre condizioni di carico:


 neve non accumulata sul piano



     neve accumulata sul piano
      (va assunta la peggiore)




  Se l’estremità più bassa termina con un parapetto o altre ostruzioni:
  µ1 = 0.8 indipendentemente dall’angolo α
II. azioni ambientali

C. copertura a più falde




   Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si distinguono due
   condizioni di carico:




neve non accumulata sul piano




neve accumulata sul piano
assumendo   α = (α1 + α2 ) /2
II. azioni ambientali

coperture cilindriche


  Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, per le coperture
  cilindriche di forma qualsiasi e a curvatura di unico segno, vanno distinti
  i due casi per le condizioni di carico neve:

     neve non accumulata sul piano


     neve accumulata sul piano




  il coefficiente
  di forma µ3 è
  funzione di β
  e di h/b
II. azioni ambientali
II.1.6. effetti locali

Le verifiche da effettuare per gli effetti locali prodotti dalla neve riguardano:

   accumulo neve contro parapetti e pareti verticali
   neve sporgente dall’estremità di una copertura
   carico neve su protezioni paraneve o altri ostacoli sulla copertura


II.1.7. densità della neve

Per la valutazione del carico neve sulle costruzioni va tenuto conto che la
densità della neve aumenta in generale con l’età del manto nevoso e
dipende dal sito, dal clima e dall’altitudine.
II. azioni ambientali
II.2. azione del vento

  considerazioni generali

  Le pressioni del vento agiscono in direzione orizzontale ed esercitano
  sulle costruzioni azioni variabili nel tempo e nello spazio

  Quando il vento investe la facciata di un edificio, esercita su di esso delle
  pressioni poiché questo arresta il moto delle particelle di aria

  Accanto alle pressioni agenti sulla
  superficie sopravento, si generano
  delle aspirazioni, depressioni, che
  agiscono sulle superfici sottovento




  la configurazione assunta dall’aria è fortemente condizionata dalla forma
  dell’edificio
II. azioni ambientali
II.2. azione del vento

  considerazioni generali


  L’azione esercitata dal vento su di un edificio non può prescindere dalla
  posizione degli edifici circostanti


  L’aria è un fluido e, se costretto
  ad attraversare un passaggio
  stretto, aumenta la sua velocità




  nella valutazione dell’effetto del vento su di una struttura non si può
  prescindere dalla località in cui sorge, dalla sua posizione rispetto ai
  venti dominanti della zona, nonché dalla sua forma o attitudine a farsi
  attraversare dall’aria
II. azioni ambientali
II.2. azione del vento

  La Normativa italiana riconduce convenzionalmente le pressioni del
  vento, pur essendo di natura dinamica, ad azioni statiche equivalenti
  che si traducono in pressioni e depressioni agenti in direzione
  ortogonale alle superfici che compongono la costruzione
  In caso di superfici di grande estensione, la Normativa prevede delle
  azioni tangenziali esercitate dal vento
  Il vento si considera spirante secondo le due direzioni degli assi
  principali della pianta della costruzione; in casi particolari (ad es. le
  torri) si considera il vento spirante anche secondo una direzione
  diagonale
  L’azione di insieme esercitata dal vento sull’intera costruzione è data
  dalla combinazione più gravosa delle azioni agenti
  Per costruzioni di forma e tipologia particolari, il vento provoca
  sensibili effetti dinamici da valutare mediante adeguati procedimenti
  analitici o indagini numeriche o prove sperimentali
II. azioni ambientali
II.2. azione del vento

  Per determinare le azioni statiche equivalenti su una costruzione,
  è necessario in via propedeutica individuare i seguenti parametri:


    velocità di riferimento del vento   [m/s]


    pressione cinetica di riferimento esercitata dal vento   [N/mq]
II. azioni ambientali
II.2.1. velocità di riferimento

È   definita   come   il   valore
massimo della velocità media
su un intervallo di tempo di
10 minuti del vento, misurata
a 10 m dal suolo, su un
terreno di II Categoria        di
esposizione in base a una
apposita classificazione.
È associata a un periodo di
ritorno   TR    =     50    anni,
corrispondente        a      una
probabilità (sfavorevole) del
2% di essere superata in un
anno
II. azioni ambientali
II.2.1. velocità di riferimento
Il territorio nazionale è stato diviso in 9 macrozone geografiche, in
funzione delle quali si ottiene in valore di vref:

      vref = vref,0             per as ≤ a0

      vref = vref,0 + ka(as – a0) per a0 < as ≤ 1500
II. azioni ambientali
 II.2.2. pressione cinetica di riferimento

Direttamente legata alla velocità di riferimento, risulta espressa dalla
relazione:
                       1 2
                   qb = ρv ref
                       2
ρ = 1.25 [kg / m3 ]    è la densità dell’aria
vref                   è la velocità di riferimento del vento




                                                azioni statiche
                vref             qb
                                                 equivalenti
II. azioni ambientali
II.2.3. azioni statiche equivalenti

  Si riconducono a tre modelli possibili:
                                                  combinazione più gravosa della
                                                  pressione (o depressione) agente
      azione normale sul singolo                  sulla superficie esterna con la
      elemento strutturale (w)                    depressione (o pressione) agente
                                                  sulla superficie interna
                                                  dell’elemento

      azione normale di insieme
                                                  risultante delle azioni sui singoli
      sulla costruzione (F,f)
                                                  elementi, considerando di regola il
                                                  vento spirante secondo una delle
                                                  direzioni principali della pianta
      azione tangente su superfici                della costruzione
      orizzontali (wf)

  Tali azioni sono applicabili in modo differenziato e comunque non
  cumulativo per le varie tipologie strutturali
II. azioni ambientali
azione normale sui singoli elementi

La pressione sulla superficie (esterna o interna) di un elemento strutturale,
per unità di superficie normalmente investita, è espressa da:

                 p = qb ⋅ cp ⋅ c d ⋅ c e             [N / m2 ]


  qb    è la pressione cinetica di riferimento
  cp    è   il   coefficiente     di     pressione    o   di     forma    (anche   detto
        aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria della
        costruzione e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento
   cd   è il coefficiente dinamico, con cui si tiene conto degli effetti
        riduttivi     associati   alla     non   contemporaneità         delle   massime
        pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni
        strutturali
  ce    è il coefficiente di esposizione
II. azioni ambientali
azione normale di insieme

L’azione globale su una costruzione può valutarsi come una forza
complessiva F agente sulla superficie normalmente investita, ovvero come
una forza f per unità di lunghezza di detta superficie, mediante:

               F = qb ⋅ cp ⋅ c d ⋅ A           [N]

                f = qb ⋅ cp ⋅ c d ⋅ B          [N / m]

dove, accanto ai già definiti parametri


A     è una superficie di riferimento della struttura


B     è una lunghezza di riferimento della struttura
II. azioni ambientali
azione tangente su superfici

L’azione tangente per unità di superficie parallela alla direzione del vento
radente è data da:

                       p f = qb ⋅ c f ⋅ c e

dove

cf     è il coefficiente di attrito, funzione della scabrezza della superficie


ce     è il coefficiente di esposizione
II. azioni ambientali
valutazione dei coefficienti cp , c f , c d , c e

  I valori di tali coefficienti devono essere ricavati da dati suffragati da
  opportuna e attendibile documentazione o da prove sperimentali in
  galleria del vento


  Di seguito si riportano i valori, sufficientemente comprovati, desunti da
  codici normativi (T.U., C.M., Istruzioni C.N.R.) e da letteratura tecnica
II. azioni ambientali
  coefficiente di esposizione
Dipende dall’altezza z sul suolo del punto considerato della costruzione,
dalla topografia del terreno e dalla categoria del sito. In assenza di analisi
specifiche e per altezze z ≤ 200 m:

                    c e (z) = k 2c t ln(z z0 ) [7 + c t ln(z z0 )]
                                r
                                                                     per z ≥ zmin

                    c e (z) = c e (zmin )                            per z < zmin
dove

k r , z0 , zmin sono definiti in funzione della categoria di esposizione del sito


 ct        è il coefficiente di topografia
II. azioni ambientali
  calcolo del coefficiente di esposizione per le velocità


1. individuazione della Classe di rugosità del terreno (A/B/C/D) in base
  alla collocazione urbanistica dell’opera
II. azioni ambientali
  calcolo del coefficiente di esposizione per le velocità

2. determinazione della
  Categoria               di
  esposizione
  (I/II/III/IV/V)         in
  funzione della Classe
  di    rugosità         del
  terreno       e      della
  posizione geografica
  del sito (macrozona
  regionale               di
  pertinenza, da 1 a 9,
  altitudine sul livello
  del   mare,       distanza
  dalla costa)
II. azioni ambientali
   calcolo del coefficiente di esposizione per le velocità

3. calcolo delle tre grandezze
   ( k r , z0 , zmin ) mediante
   tabella




4. Calcolo di   c e , assumendo il coefficiente di topografia c t = 1   per
   zone pianeggianti, ondulate, collinose, montane.




    andamento del coefficiente di
 esposizione per le velocità      ce   in
             funzione dell’altezza z
    (entro i 200 m) e delle cinque
           Categorie di esposizione
II. azioni ambientali
   coefficienti di pressione o di forma
A) Edifici a pianta rettangolare, con coperture piane, a falde
   inclinate e curve
   Il vento agisce sulle superfici esterne e su quelle interne provocando
   azioni esterne we, come pressioni (p) o come depressioni (d), e azioni
   interne wi, come pressioni (p) o come depressioni (d), definite dalle
   espressioni:                w e = cpe ⋅ c d ⋅ q(z)   [N / m2 ]
                               w i = cpi ⋅ c d ⋅ q(z)   [N / m2 ]
   dove

  cpe , cpi   sono i coefficienti di pressione esterna e di pressione interna,
  q(z) = c e (z)qb è la pressione cinetica alla quota z, così calcolata:

              • per le pareti sopravento, in base all’effettivo andamento logaritmico della
               variazione altimetrica di c e (z)
              • per le pareti sottovento e quelle parallele alla direzione del vento, con un
               valore costante relativo a z = h*, quota altimetrica del baricentro della
               copertura della costruzione
II. azioni ambientali
calcolo della pressione cinetica di riferimento

  esempio rappresentativo della distribuzione delle pressioni sulle facce
  verticali di un generico edificio prismatico a pianta rettangolare con
  copertura piana avente quota baricentrica h*
II. azioni ambientali
  coefficienti di pressione esterna

Per edifici prismatici a pianta rettangolare con copertura piana, con
rapporto dimensionale dei lati in pianta tra 1/3 e 3, i coefficienti di
pressione esterna possono assumersi come segue:
    per elementi sopravento
     con a ≥ 60°:          cpe = +0.8
    per elementi sopravento
     con 20° < a < 60°: cpe = +0.03α - 1
    per elementi sopravento
     con 0° ≤ a ≤ 30° e per
     elementi sottovento e
     paralleli al vento:   cpe = -0.4

essendo a (in gradi) l’inclinazione
sull’orizzontale della superficie
investita dal vento
II. azioni ambientali
  coefficienti di pressione interna

Per i coefficienti di pressione interna si possono assumere i seguenti valori
  (C.M. ’96)
  per costruzioni completamente stagne:      cpi = 0
  per costruzioni non stagne, con aperture distribuite di superficie
  uniforme:                                  cpi = ±0.2
  per costruzioni che hanno una parete con aperture di superficie non
  minore di 1/3 di quella totale:
     cpi = +0.8 quando la parete aperta è sopravento
     cpi = -0.5   quando la parete aperta è sottovento o parallela al vento
  per costruzioni che presentano su due pareti opposte, normali alla
  direzione del vento, aperture di superficie non minore di 1/3 di quella
  totale (situazione non rappresentata):
     cpe + cpi = ±1.2    per gli elementi normali alla direzione del vento
          cpi = ±0.2     per i rimanenti elementi
II. azioni ambientali
 coefficienti di attrito

In assenza di valutazioni più puntuali, si possono assumere i valori
tabellati, in funzione della scabrezza della superficie strutturale investita
da vento radente
II. azioni ambientali
coefficienti dinamici
In assenza di valutazioni più
puntuali suffragate da idonea
documentazione o di analisi
sperimentali, per gli edifici di forma
regolare e di altezza non superiore
a 200 m, si possono ricavare i valori
dai seguenti diagrammi, in funzione
delle dimensioni in larghezza e in
altezza dell’edificio e in base alla
specifica tipologia strutturale
Per tipologie strutturali non
contemplate in figura, il coefficiente
dinamico deve essere valutato con
procedimenti di comprovata
affidabilità
II. azioni ambientali
B) Edifici con coperture multiple


  coperture multiple
                un insieme di elementi identici e contigui, come ad esempio
                 coperture affiancate di ugual profili, coperture a shed, ecc.




                      schema (a)




                      schema (b)



Per la valutazione delle azioni del vento diretto normalmente alle linee di
colmo si procede al modo seguente.
II. azioni ambientali
  Azioni esterne sui singoli elementi:
       per la prima copertura investita dal vento valgono i coefficienti di
       pressione stabiliti in precedenza (punto A)
       per la seconda copertura il coefficiente relativo allo spiovente
       sopravento viene ridotto del 25%
       tutte le coperture successive, i coefficienti relativi ad ambedue gli
       spioventi vengono ridotti del 25%
  Azioni d’insieme:
       si applicano al primo e all’ultimo spiovente le pressioni valutate
       secondo i coefficienti indicati in precedenza (punto A)
       si considera applicata alla superficie proiettata in pianta di tutte le
       parti del tetto una azione superficiale orizzontale di tipo tangenziale
       il cui valore unitario si assume convenzionalmente pari a 0.10 q(h),
       alla quota z = h del baricentro della copertura
Per la valutazione dell’azione del vento diretto parallelamente alle linee di
colmo (e ai piani di falda) si considera in ogni caso un’azione tangente come
definita in precedenza (punto II.2.3)
II. azioni ambientali
C) Tettoie e pensiline isolate



Per   tettoie     e   pensiline
isolate    a    uno      o       due
spioventi per le quali il
rapporto        tra   l’altezza
totale    sul    suolo       e     la
massima        dimensione          in
pianta non è maggiore di
1, si possono assumere i
valori del coefficiente di
pressione cp espressi in
figura    per     i   tre        casi
considerati (C.M. ’96)
II. azioni ambientali
D) Torri e pali a traliccio

 Per torri e pali a traliccio a sezione rettangolare o quadrata, per vento
 spirante normalmente a una delle pareti, i coefficienti di pressione (o di
 forma) possono valutarsi come segue.

       cp = 2.4     per torri con elementi tubolari tondi
       cp = 2.8     per torri con elementi di sezione diversa dalla circolare

 L’azione di insieme esercitata dal vento spirante normalmente a una delle
 pareti va determinata con riferimento alla superficie della parte piena di
 una sola faccia.

 Per vento spirante secondo la bisettrice dell’angolo formato da due pareti,
 l’azione d’insieme è pari a 1.15 volte quella sopra definita.

 Gli stessi coefficienti cp si possono adottare cautelativamente anche per
 torri a sezione triangolare, per le quali però non è da applicare il
 coefficiente 1.15 suddetto.
II. azioni ambientali
E) Corpi cilindrici e corpi sferici


Per i corpi cilindrici a sezione circolare di diametro d e lunghezza h, i
coefficienti di pressione valgono:

      cp = 1.2                        per d q(z) ≤ 2.2
      cp = 1.783 - 0.263d q(z)        per 2.2 < d q(z) < 4.2
      cp = 0.7                        per d q(z) ≥ 4.2

con d espresso in [m] e q(z) in [N / m2 ] .
L’azione d’insieme esercitata dal vento va valutata con riferimento alla
superficie proiettata nel piano ortogonale alla direzione del vento.

Per i corpi sferici di raggio R l’azione d’insieme esercitata dal vento va
valutata con riferimento alla superficie proiettata sul piano ortogonale alla
direzione del vanto, pari a S = πR 2 , utilizzando il coefficiente di pressione:

      cp = 0.35
II. azioni ambientali
pressioni massime locali

Nei casi descritti in precedenza (punti A, B, C), i fenomeni aeroelastici
locali, separazioni di scia e distacco dei vortici, che possono presentarsi in
zone singolari della forma esterna della costruzione, possono essere messi
in conto utilizzando per le verifiche locali un coefficiente di pressione
esterna: cpe = ±1.8
A titolo di esempio, per un
edificio a pianta rettangolare
con copertura a doppia falda,
in figura (T.U. 2005) viene
indicata la fascia perimetrale
della      copertura   dove   va
applicato      il suddetto valore
di   cpe
II. azioni ambientali
pressioni massime locali


Nel caso di corpi
cilindrici e sferici, le
pressioni massime
locali vanno
determinate applicando
il coefficiente di
pressione esterna cp
i cui valori e la cui
distribuzione sulle
superfici cilindriche e
sferiche sono forniti
in figura (T.U. 2005)
II. azioni ambientali
II.3. azione della temperatura

 Le azioni termiche per gli edifici devono essere definite in base alle
 seguenti grandezze:

a. una variazione di temperatura uniforme DTu data dalla differenza tra
   la temperatura media attuale T del generico elemento strutturale in
   oggetto e la sua temperatura iniziale T0, assunta quale convenzionale
   “zero termico”:
                                ∆Tu = T - T0

    T0   temperatura alla data della messa in esercizio della struttura


b. una variazione di temperatura lineare data dalla differenza DTM tra le
   temperature sulle superfici di intradosso ed estradosso dell’elemento
   strutturale
II. azioni ambientali


Per elementi strutturali omogenei e ove la temperatura non costituisca
azione fondamentale per la sicurezza strutturale, è possibile in via
semplificata assumere la sola variazione uniforme DTu come azione
termica sulla sezione dell’elemento.
II. azioni ambientali

In    linea      di        massima,        la
temperatura media attuale T
può    essere             valutata     come
valore        medio             tra        la
temperatura                esterna        ed
interna presente nell’edificio.
Nei casi più importanti per la
sicurezza,            I       valori       di
temperatura esterna e interna
possono       essere         ricavati    dai
prospetti        in        tabella      (T.U.
2005),      in        funzione          degli
specifici fattori ambientali di
riferimento.
II. azioni ambientali

Per la valutazione degli effetti delle azioni termiche si utilizzano i
coefficienti di dilatazione termica aT riportanti in tabella (T.U.) per i
diversi materiali costruttivi; per le strutture miste acciaio-calcestruzzo si
adotta di norma per l’acciaio un aT omogeneo a quello del calcestruzzo,
pari a   αT = 10x10-6 / °C

Weitere ähnliche Inhalte

Was ist angesagt?

Chapitre 4 les murs en béton
Chapitre 4   les murs en bétonChapitre 4   les murs en béton
Chapitre 4 les murs en bétonABDONLILLAH
 
Version control
Version controlVersion control
Version controlvisual28
 
Integracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridos
Integracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridosIntegracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridos
Integracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridosgedpro project management experts
 
Béton armé 04
Béton armé 04Béton armé 04
Béton armé 04Sami Sahli
 
Major BIM Projects of Pinnacle in Gulf
Major BIM Projects of Pinnacle in GulfMajor BIM Projects of Pinnacle in Gulf
Major BIM Projects of Pinnacle in GulfPinnacle Infotech
 

Was ist angesagt? (7)

Git in action
Git in actionGit in action
Git in action
 
Chapitre 4 les murs en béton
Chapitre 4   les murs en bétonChapitre 4   les murs en béton
Chapitre 4 les murs en béton
 
Version control
Version controlVersion control
Version control
 
Integracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridos
Integracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridosIntegracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridos
Integracion lean y agile en la gestion de proyectos con frameworks hibridos
 
Consuming GraphQL APIs in C#.pptx
Consuming GraphQL APIs in C#.pptxConsuming GraphQL APIs in C#.pptx
Consuming GraphQL APIs in C#.pptx
 
Béton armé 04
Béton armé 04Béton armé 04
Béton armé 04
 
Major BIM Projects of Pinnacle in Gulf
Major BIM Projects of Pinnacle in GulfMajor BIM Projects of Pinnacle in Gulf
Major BIM Projects of Pinnacle in Gulf
 

Andere mochten auch

Costruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progetto
Costruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progettoCostruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progetto
Costruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progettoFranco Bontempi
 
Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...
Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...
Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...Franco Bontempi Org Didattica
 
Bontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - Cagliari
Bontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - CagliariBontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - Cagliari
Bontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - CagliariStroNGER2012
 
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012Franco Bontempi
 

Andere mochten auch (8)

Costruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progetto
Costruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progettoCostruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progetto
Costruzioni in acciaio secondo l’approccio ingegneristico di progetto
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 6
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 6Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 6
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 6
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 5
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 5Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 5
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 5
 
Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...
Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...
Presentazione Software DOMINI per la verifica sezionale per elementi in calce...
 
Bontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - Cagliari
Bontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - CagliariBontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - Cagliari
Bontempi - Laboratorio "Azioni eccezionali sulle strutture" - Cagliari
 
TdC ex_10_2013_acciaio
TdC ex_10_2013_acciaioTdC ex_10_2013_acciaio
TdC ex_10_2013_acciaio
 
Tecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Tecnica delle Costruzioni 2017 BontempiTecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
Tecnica delle Costruzioni 2017 Bontempi
 
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012
Connessioni in Acciaio - Lezione 14 dicembre2012
 

Ähnlich wie Azioni Sulle Costruzioni 08

Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2018
Norme Tecniche per le Costruzioni  NTC 2018Norme Tecniche per le Costruzioni  NTC 2018
Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2018damianozennaro
 
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015Enrico Flaccovio
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniFranco Bontempi
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniFranco Bontempi
 
CONTINUARE LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTO
CONTINUARE  LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTOCONTINUARE  LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTO
CONTINUARE LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTOArchLiving
 
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniAdeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniStroNGER2012
 
L’analisi del rischio sismico per le attività produttive
L’analisi del rischio sismico per le attività produttiveL’analisi del rischio sismico per le attività produttive
L’analisi del rischio sismico per le attività produttiveArchLiving
 
SICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUS
SICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUSSICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUS
SICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUSArchLiving
 
Articolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_s
Articolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_sArticolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_s
Articolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_sPietro Salomone
 
Valutazione sismica e risk management
Valutazione sismica e risk management Valutazione sismica e risk management
Valutazione sismica e risk management Pietro Salomone
 
Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60
Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60
Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60ArchLiving
 
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniAdeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniFranco Bontempi Org Didattica
 
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniAdeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniFranco Bontempi
 
61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...
61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...
61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...StroNGER2012
 
Bonus fiscali in edilizia
Bonus fiscali in edilizia  Bonus fiscali in edilizia
Bonus fiscali in edilizia ArchLiving
 
Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015
Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015
Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015infoprogetto
 

Ähnlich wie Azioni Sulle Costruzioni 08 (20)

259 2015 valutazione-rischio_sismico
259   2015   valutazione-rischio_sismico259   2015   valutazione-rischio_sismico
259 2015 valutazione-rischio_sismico
 
45 2016 ausl valutazione rischio sismico
45   2016  ausl valutazione rischio sismico45   2016  ausl valutazione rischio sismico
45 2016 ausl valutazione rischio sismico
 
44 2015 vdr sismico
44   2015   vdr sismico44   2015   vdr sismico
44 2015 vdr sismico
 
Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2018
Norme Tecniche per le Costruzioni  NTC 2018Norme Tecniche per le Costruzioni  NTC 2018
Norme Tecniche per le Costruzioni NTC 2018
 
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015
Revisione delle norme tecniche per le costruzioni 2015
 
Lezione metalliche sismica parte_i
Lezione metalliche sismica parte_iLezione metalliche sismica parte_i
Lezione metalliche sismica parte_i
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
 
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioniLa vulnerabilità sismica delle costruzioni
La vulnerabilità sismica delle costruzioni
 
CONTINUARE LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTO
CONTINUARE  LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTOCONTINUARE  LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTO
CONTINUARE LA PRODUZIONE DOPO UN TERREMOTO
 
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniAdeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
 
L’analisi del rischio sismico per le attività produttive
L’analisi del rischio sismico per le attività produttiveL’analisi del rischio sismico per le attività produttive
L’analisi del rischio sismico per le attività produttive
 
SICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUS
SICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUSSICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUS
SICUREZZA SISMICA - OPPORTUNITÀ SISMA BONUS
 
Articolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_s
Articolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_sArticolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_s
Articolo valutazione sismica_e_risk_management_ga2_s
 
Valutazione sismica e risk management
Valutazione sismica e risk management Valutazione sismica e risk management
Valutazione sismica e risk management
 
Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60
Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60
Compatibilità tra Sismabonus e Ordinanza 60
 
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniAdeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
 
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco PetriniAdeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
Adeguamento Sismico, Master Livorno 07/03/14, Francesco Petrini
 
61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...
61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...
61Resilienza dei centri urbani e rilievo delle costruzioni: un binomio indivi...
 
Bonus fiscali in edilizia
Bonus fiscali in edilizia  Bonus fiscali in edilizia
Bonus fiscali in edilizia
 
Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015
Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015
Carlo Doimo, Milano 13 ottobre 2015
 

Mehr von AleSandurus

Sistema infrastrutturale
Sistema infrastrutturaleSistema infrastrutturale
Sistema infrastrutturaleAleSandurus
 
Sistema del verde
Sistema del verdeSistema del verde
Sistema del verdeAleSandurus
 
Rapporto Terra acqua
Rapporto Terra acquaRapporto Terra acqua
Rapporto Terra acquaAleSandurus
 
Stratificazione del corno d'oro
Stratificazione del corno d'oroStratificazione del corno d'oro
Stratificazione del corno d'oroAleSandurus
 
ISTANBUL_sistema del verde
ISTANBUL_sistema del verdeISTANBUL_sistema del verde
ISTANBUL_sistema del verdeAleSandurus
 
Sistema del verde
Sistema del verdeSistema del verde
Sistema del verdeAleSandurus
 
Sistema del verde 2
Sistema del verde 2Sistema del verde 2
Sistema del verde 2AleSandurus
 
Stratificazione corno d'oro
Stratificazione corno d'oroStratificazione corno d'oro
Stratificazione corno d'oroAleSandurus
 
Rappresentazione cisterna
Rappresentazione cisternaRappresentazione cisterna
Rappresentazione cisternaAleSandurus
 
Senza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 CopiaSenza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 CopiaAleSandurus
 
Tipologia Saccchi Sito Web 2
Tipologia Saccchi Sito Web 2Tipologia Saccchi Sito Web 2
Tipologia Saccchi Sito Web 2AleSandurus
 
Senza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 CopiaSenza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 CopiaAleSandurus
 

Mehr von AleSandurus (16)

Sistema infrastrutturale
Sistema infrastrutturaleSistema infrastrutturale
Sistema infrastrutturale
 
Sistema del verde
Sistema del verdeSistema del verde
Sistema del verde
 
Rapporto Terra acqua
Rapporto Terra acquaRapporto Terra acqua
Rapporto Terra acqua
 
Stratificazione del corno d'oro
Stratificazione del corno d'oroStratificazione del corno d'oro
Stratificazione del corno d'oro
 
Sistema verde
Sistema verdeSistema verde
Sistema verde
 
ISTANBUL_sistema del verde
ISTANBUL_sistema del verdeISTANBUL_sistema del verde
ISTANBUL_sistema del verde
 
Sistema del verde
Sistema del verdeSistema del verde
Sistema del verde
 
Sistema del verde 2
Sistema del verde 2Sistema del verde 2
Sistema del verde 2
 
Stratificazione corno d'oro
Stratificazione corno d'oroStratificazione corno d'oro
Stratificazione corno d'oro
 
Al
AlAl
Al
 
Distretti
DistrettiDistretti
Distretti
 
Turchia: focus
Turchia: focusTurchia: focus
Turchia: focus
 
Rappresentazione cisterna
Rappresentazione cisternaRappresentazione cisterna
Rappresentazione cisterna
 
Senza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 CopiaSenza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 Copia
 
Tipologia Saccchi Sito Web 2
Tipologia Saccchi Sito Web 2Tipologia Saccchi Sito Web 2
Tipologia Saccchi Sito Web 2
 
Senza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 CopiaSenza Titolo 1 Copia
Senza Titolo 1 Copia
 

Azioni Sulle Costruzioni 08

  • 1. azioni sulle costruzioni Politecnico di Bari – C.d.L. Ingegneria Ambientale e del Territorio Corso di Tecnica delle Costruzioni – Arch. Francesca Prete
  • 2. criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI DM 14 gennaio 2008 CAP.2 – SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE Le opere e le componenti strutturali devono essere progettate, eseguite, collaudate e soggette a manutenzione in modo tale da consentirne la prevista utilizzazione, in forma economicamente sostenibile e con il livello di sicurezza previsto dalle presenti norme. La sicurezza e le prestazioni di un’opera o di una parte di essa devono essere valutate in relazione agli stati limite che si possono verificare durante la vita nominale. Scopo del calcolo strutturale è quello di garantire l’opera progettata per tutta la sua “vita utile” in rapporto alle azioni cui può essere sottoposta in ogni fase operativa (costruzione, trasporto, montaggio, esercizio) con il livello di sicurezza previsto dalle Norme vigenti.
  • 3. criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni A) Per costruzioni generiche - Vita nominale VN in base alla tipologia dell’opera, da ritenere sottoposta necessariamente a manutenzione ordinaria:
  • 4. criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni B) Per costruzioni antisismiche Classi d’uso delle costruzioni, riferite al diverso grado di sicurezza da garantire in relazione al rischio sismico: Classe I : con presenza solo occasionale di persone; edifici agricoli. Classe II : con affollamenti normali, senza funzioni pubbliche e sociali essenziali; infrastrutture non ricadenti nelle successive e più impegnative Classi III e IV. Classe III : con affollamenti significativi ed eventuali funzioni pubbliche modeste; infrastrutture importanti ma non ricadenti nella più elevata Classe IV. Classe IV : costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche particolarmente importanti; infrastrutture di grande rilevanza per la sicurezza sociale.
  • 5. criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni B) Per costruzioni antisismiche Coefficiente d’uso CU, variabile in base alla Classe d’uso: Periodo di riferimento VR (in anni) per l’azione sismica, definito in funzione della Vita nominale VN e del Coefficiente d’uso CU: VR = VN ⋅ CU per VR < 35 anni si assume comunque VR = 35 anni
  • 6. criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni STATI LIMITE definizione di “Stato Limite”: condizione superata la quale la struttura (o una sua parte) non è più in grado di assolvere il suo compito statico o funzionale Esistono due tipi di “Stati Limite”: Stati Limite Ultimi (SLU), relativi a condizioni estreme il cui superamento ha carattere irreversibile e determina il collasso strutturale. Stati Limite di Esercizio (SLE), legati a condizioni di funzionalità, il cui superamento può avere carattere reversibile o irreversibile, comunque tale da non compromettere la struttura. Requisiti di sicurezza della struttura: - sicurezza nei confronti degli SLU - sicurezza nei confronti degli SLE - robustezza nei confronti delle azioni accidentali (o eccezionali)
  • 7. criteri di sicurezza e azioni sulle costruzioni STATI LIMITE I principali Stati Limite Ultimi sono: a) perdita di equilibrio della struttura o di una sua parte; b) spostamenti o deformazioni eccessive; c) raggiungimento della massima capacità di resistenza di parti di strutture, collegamenti, fondazioni; d) raggiungimento della massima capacità di resistenza della struttura nel suo insieme; e) raggiungimento di meccanismi di collasso nei terreni; f) rottura di membrature e collegamenti per fatica; g) rottura di membrature e collegamenti per altri effetti dipendenti dal tempo; h) instabilità di parti della struttura o del suo insieme. I principali Stati Limite di Esercizio sono: a)danneggiamenti locali (ad es. eccessiva fessurazione del calcestruzzo) che possano ridurre la durabilità della struttura, la sua efficienza o il suo aspetto; b)spostamenti e deformazioni che possano limitare l’uso della costruzione, la sua efficienza e il suo aspetto; c)spostamenti e deformazioni che possano compromettere l’efficienza e l’aspetto di elementi non strutturali, impianti, macchinari; d)vibrazioni che possano compromettere l’uso della costruzione; e)danni per fatica che possano compromettere la durabilità; f) corrosione e/o eccessivo degrado dei materiali in funzione dell’ambiente di esposizione.
  • 8. azioni sulle costruzioni definizione di “azione” ogni causa o insieme di cause capaci di indurre stati limite in una struttura classificazione delle azioni A. in base al modo di esplicarsi azioni dirette azioni indirette azioni chimico-fisiche B. in base alla risposta strutturale azioni statiche azioni quasi statiche azioni dinamiche C. in base al loro comportamento nel tempo azioni permanenti (G) azioni variabili (Q) azioni accidentali (A)
  • 9. azioni sulle costruzioni A. classificazione (in base al modo di esplicarsi) azioni dirette • azioni concentrate (fisse o mobili) • azioni distribuite (fisse o mobili) azioni indirette • cedimenti di vincolo, difetti di montaggio, distorsioni impresse • effetti di variazioni di temperatura • deformazioni iniziali elastiche e anelastiche (ritiro, viscosità) azioni di carattere chimico-fisico • umidità, gelo, aggressione atmosferica • degrado endogeno ed esogeno della struttura
  • 10. azioni sulle costruzioni B. classificazione (in base alla risposta strutturale) azioni statiche azioni applicate con lentezza tale da non dar luogo a significative accelerazioni sulle strutture azioni quasi statiche azioni che possono essere considerate come statiche tenendo conto degli effetti dinamici con un incremento della loro intensità azioni dinamiche azioni che causano significative accelerazioni sulle strutture e sulle masse da esse portate
  • 11. azioni sulle costruzioni C. classificazione (in base al loro comportamento nel tempo) azioni permanenti (G), con valori costanti nel tempo: • peso proprio della struttura • peso proprio delle sovrastrutture (pavimenti, tompagni, tramezzi, controsoffitti, intonaci, impianti, ecc.) • pretensione e precompressione • ritiro e viscosità azioni variabili (Q), con valori istantanei anche diversi tra loro: • di lunga durata (pesi di cose e oggetti vari, carichi di esercizio di lunga durata) • di breve durata (vento, sisma, variazioni termiche, carichi di esercizio di breve durata) azioni accidentali (A), in base a eventi incidentali e rari: • incendi • esplosioni • urti
  • 12. azioni sulle costruzioni categorie delle azioni sulle costruzioni civili e industriali (in base alla valutazione delle loro intensità) 1. pesi propri dei materiali strutturali I. azioni antropiche 2. carichi permanenti portati 3. sovraccarichi variabili (destinazione d’uso) 1. azione della neve 2. azione del vento II. azioni ambientali 3. azione della temperatura 4. azione sismica 1. incendi III. azioni accidentali 2. esplosioni 3. urti
  • 13. azioni sulle costruzioni requisiti caratteristici È compito del progettista individuare le azioni significative per la costruzione nel rispetto delle disposizioni generali delle Norme vigenti. I valori normativi vanno assunti come “valori caratteristici” (in senso statistico) nel metodo semiprobabilistico agli stati limite e come “valori nominali” (in senso deterministico) nel metodo alle tensioni ammissibili. Per le opere civili e industriali i valori delle azioni antropiche vanno intesi come minimi assoluti, maggiorabili per motivi prudenziali ovvero per prescrizioni di Capitolati Speciali; in generale, si considerano agire staticamente, salvo casi particolari in cui, per tener conto indirettamente degli effetti dinamici, vanno maggiorati con idonei coefficienti per eseguire una analisi statica equivalente.
  • 14. I. azioni antropiche requisiti caratteristici I pesi propri e i carichi permanenti sono determinati in base alle dimensioni geometriche degli elementi costruttivi e ai pesi specifici riconosciuti dei materiali strutturali e non. I sovraccarichi variabili, cioè legati all’esercizio dell’opera, vanno dedotti dalle Norme come valori minimi, che il Progettista può accettare oppure aumentare responsabilmente o per prescrizioni di Capitolato.
  • 15. I. azioni antropiche I.1. pesi propri dei materiali strutturali pesi per unità di volume dei principali materiali strutturali (T.U.)
  • 16. I. azioni antropiche I.2. carichi permanenti portati Vanno considerati come carichi ripartiti uniformemente per le verifiche di insieme. Nel caso di solai con orditura unidirezionale (adeguata capacità di ripartizione trasversale): i divisori mobili interni sono considerati come un carico distribuito q2k dipendente dal peso unitario lineare G2k nel seguente modo: • per G2k ≤ 100 daN/m q2k = 40 daN/mq ; • per 100 ≤ G2k ≤ 200 daN/m q2k = 80 daN/mq ; • per 200 ≤ G2k ≤ 300 daN/m q2k = 120 daN/mq ; • per 300 ≤ G2k ≤ 400 daN/m q2k = 160 daN/mq ; • per 400 ≤ G2k ≤ 500 daN/m q2k = 200 daN/mq ;
  • 17. I. azioni antropiche I.2. carichi permanenti portati pesi propri unitari di elementi costruttivi
  • 18. I. azioni antropiche I.2. carichi permanenti portati pesi propri unitari di materiali in deposito
  • 19. I. azioni antropiche I.2. carichi permanenti portati pesi propri unitari materiali insilabili
  • 20. I. azioni antropiche I.3. sovraccarichi variabili carichi verticali uniformemente distribuiti verifiche di insieme qk [kN/mq] carichi orizzontali verifiche locali su singoli elementi linearmente distribuiti (a 1.20 m dalla quota di calpestio) Hk [kN/m] verifiche locali distinte su carichi verticali appropriate “aree di impronta” concentrati Qk [kN] (non cumulabili ai qk)
  • 21. I. azioni antropiche valori dei carichi di esercizio per le diverse categorie di edifici
  • 22. I. azioni antropiche I.3. sovraccarichi variabili Nel caso di travi – pilastri - pareti portanti - fondazioni interessati da sovraccarichi variabili applicati su ampie superfici e/o su più piani, l’intensità del sovraccarico (purché appartenente alla stessa categoria di ambienti) può essere opportunamente ridotta (a) per tener conto della non contemporaneità delle azioni con il massimo valore di carico. A = superficie totale caricata detta area di spettanza dell’elemento in oggetto a = coefficiente di riduzione del sovraccarico per le Categorie A, B, F, G, H : a ≥ 0.50 + 10/A a≤ 1 per le Categorie C, D : a ≥ 0.75 + 10/A
  • 23. I. azioni antropiche individuazione dell’area di spettanza Per la generica tesa di un pilastro, l’area di spettanza è data dalla somma dell’area spettante sull’impalcato di competenza, di dimensioni pari alle semiluci di impalcato adiacente al pilastro nella direzione del solaio e in quella ortogonale, e delle omologhe aree su tutti gli impalcati soprastanti.
  • 24. I. azioni antropiche individuazione dell’area di spettanza Nell’esempio applicativo (riportato nella C. M. ’96) per uno schema di edificio intelaiato di quattro piani: i. si suppone che il pilastro P sia portante per le travi T2, T3, T4 e sia portato dalla trave T1 al 1° ordine ii. si suppone che l’area di spettanza del pilastro valga Ap ad ogni piano iii. si suppone che l’area di spettanza di una campata di trave T2, T3, T4 sia Ap e che valga 2Ap per la trave T1 (di luce doppia) VERIFICA sezione S1 del pilastro P: A = A2+A3+A4 = 3 Ap sezione S2 del pilastro P: A = A3+A4 = 2 Ap trave T1: A = A1+A2+A3+A4 = 5 Ap trave T2: A = A2 = Ap
  • 25. II. azioni ambientali Sono correlate statisticamente a prefissati “periodo di ritorno” definizione di “periodo di ritorno” intervallo di tempo che intercorre tra il ripresentarsi di un determinato evento naturale con la stessa intensità 1. azione della neve 2. azione del vento 3. azione della temperatura 4. azione sismica
  • 26. II. azioni ambientali II.1. azione della neve Il carico neve si considera uniformemente ripartito, agente in direzione verticale e riferito alla proiezione orizzontale della superficie investita. L’intensità di carico sulle coperture, per unità di superficie, si valuta mediante l’espressione: qs = qsk cEc t µ i [kN / m2 ] qsk valore caratteristico di riferimento del carico neve al suolo [kN/mq] associato al periodo di ritorno standard di 50 anni, dipendente dal sito e dall’altitudine cE coefficiente di esposizione ct coefficiente termico µi coefficiente di forma della copertura
  • 27. II. azioni ambientali II.1.1. carico neve al suolo Dipende dalle condizioni locali di clima e di esposizione dei siti Macrozonazione geografica dell’Italia
  • 28. II. azioni ambientali II.1.1. carico neve al suolo I valori caratteristici minimi sono riportati nel seguito, in funzione della Macrozona geografica di pertinenza e dell’altitudine as del sito di costruzione.
  • 29. II. azioni ambientali II.1.2. coefficiente di esposizione Va determinato in funzione delle caratteristiche specifiche dell’area (microzona) in cui sorge l’opera, definite mediante “classi di topografia” II.1.3. coefficiente termico Può essere utilizzato per tener conto di una riduzione del carico neve a causa dello scioglimento della stessa, per effetto del calore trasmesso alla copertura dall’interno della costruzione Il valore dipende dalle proprietà dell’isolamento termico del materiale coibente di copertura In assenza di documentazione, si assume ct = 1
  • 30. II. azioni ambientali II.1.4. coefficiente di forma La sua valutazione dipende dalla particolare disposizione del carico neve: neve non accumulata sul piano (situazione più gravosa) neve accumulata al piano (situazione meno gravosa) In generale, per coperture a una o più falde, il coefficiente di forma µ si esprime in funzione dell’angolo α Si distinguono tre casi: coperture a una falda, a due falde e a più falde
  • 31. II. azioni ambientali A. copertura a una falda Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si considera la condizione di carico in figura, per entrambe le situazioni di neve accumulata e non accumulata sul piano Se l’estremità più bassa termina con un parapetto o altre ostruzioni: µ1 = 0.8 indipendentemente dall’angolo α
  • 32. II. azioni ambientali B. copertura a due falde Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si distinguono tre condizioni di carico: neve non accumulata sul piano neve accumulata sul piano (va assunta la peggiore) Se l’estremità più bassa termina con un parapetto o altre ostruzioni: µ1 = 0.8 indipendentemente dall’angolo α
  • 33. II. azioni ambientali C. copertura a più falde Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, si distinguono due condizioni di carico: neve non accumulata sul piano neve accumulata sul piano assumendo α = (α1 + α2 ) /2
  • 34. II. azioni ambientali coperture cilindriche Ipotizzando che la neve non sia impedita di scivolare, per le coperture cilindriche di forma qualsiasi e a curvatura di unico segno, vanno distinti i due casi per le condizioni di carico neve: neve non accumulata sul piano neve accumulata sul piano il coefficiente di forma µ3 è funzione di β e di h/b
  • 35. II. azioni ambientali II.1.6. effetti locali Le verifiche da effettuare per gli effetti locali prodotti dalla neve riguardano: accumulo neve contro parapetti e pareti verticali neve sporgente dall’estremità di una copertura carico neve su protezioni paraneve o altri ostacoli sulla copertura II.1.7. densità della neve Per la valutazione del carico neve sulle costruzioni va tenuto conto che la densità della neve aumenta in generale con l’età del manto nevoso e dipende dal sito, dal clima e dall’altitudine.
  • 36. II. azioni ambientali II.2. azione del vento considerazioni generali Le pressioni del vento agiscono in direzione orizzontale ed esercitano sulle costruzioni azioni variabili nel tempo e nello spazio Quando il vento investe la facciata di un edificio, esercita su di esso delle pressioni poiché questo arresta il moto delle particelle di aria Accanto alle pressioni agenti sulla superficie sopravento, si generano delle aspirazioni, depressioni, che agiscono sulle superfici sottovento la configurazione assunta dall’aria è fortemente condizionata dalla forma dell’edificio
  • 37. II. azioni ambientali II.2. azione del vento considerazioni generali L’azione esercitata dal vento su di un edificio non può prescindere dalla posizione degli edifici circostanti L’aria è un fluido e, se costretto ad attraversare un passaggio stretto, aumenta la sua velocità nella valutazione dell’effetto del vento su di una struttura non si può prescindere dalla località in cui sorge, dalla sua posizione rispetto ai venti dominanti della zona, nonché dalla sua forma o attitudine a farsi attraversare dall’aria
  • 38. II. azioni ambientali II.2. azione del vento La Normativa italiana riconduce convenzionalmente le pressioni del vento, pur essendo di natura dinamica, ad azioni statiche equivalenti che si traducono in pressioni e depressioni agenti in direzione ortogonale alle superfici che compongono la costruzione In caso di superfici di grande estensione, la Normativa prevede delle azioni tangenziali esercitate dal vento Il vento si considera spirante secondo le due direzioni degli assi principali della pianta della costruzione; in casi particolari (ad es. le torri) si considera il vento spirante anche secondo una direzione diagonale L’azione di insieme esercitata dal vento sull’intera costruzione è data dalla combinazione più gravosa delle azioni agenti Per costruzioni di forma e tipologia particolari, il vento provoca sensibili effetti dinamici da valutare mediante adeguati procedimenti analitici o indagini numeriche o prove sperimentali
  • 39. II. azioni ambientali II.2. azione del vento Per determinare le azioni statiche equivalenti su una costruzione, è necessario in via propedeutica individuare i seguenti parametri: velocità di riferimento del vento [m/s] pressione cinetica di riferimento esercitata dal vento [N/mq]
  • 40. II. azioni ambientali II.2.1. velocità di riferimento È definita come il valore massimo della velocità media su un intervallo di tempo di 10 minuti del vento, misurata a 10 m dal suolo, su un terreno di II Categoria di esposizione in base a una apposita classificazione. È associata a un periodo di ritorno TR = 50 anni, corrispondente a una probabilità (sfavorevole) del 2% di essere superata in un anno
  • 41. II. azioni ambientali II.2.1. velocità di riferimento Il territorio nazionale è stato diviso in 9 macrozone geografiche, in funzione delle quali si ottiene in valore di vref: vref = vref,0 per as ≤ a0 vref = vref,0 + ka(as – a0) per a0 < as ≤ 1500
  • 42. II. azioni ambientali II.2.2. pressione cinetica di riferimento Direttamente legata alla velocità di riferimento, risulta espressa dalla relazione: 1 2 qb = ρv ref 2 ρ = 1.25 [kg / m3 ] è la densità dell’aria vref è la velocità di riferimento del vento azioni statiche vref qb equivalenti
  • 43. II. azioni ambientali II.2.3. azioni statiche equivalenti Si riconducono a tre modelli possibili: combinazione più gravosa della pressione (o depressione) agente azione normale sul singolo sulla superficie esterna con la elemento strutturale (w) depressione (o pressione) agente sulla superficie interna dell’elemento azione normale di insieme risultante delle azioni sui singoli sulla costruzione (F,f) elementi, considerando di regola il vento spirante secondo una delle direzioni principali della pianta azione tangente su superfici della costruzione orizzontali (wf) Tali azioni sono applicabili in modo differenziato e comunque non cumulativo per le varie tipologie strutturali
  • 44. II. azioni ambientali azione normale sui singoli elementi La pressione sulla superficie (esterna o interna) di un elemento strutturale, per unità di superficie normalmente investita, è espressa da: p = qb ⋅ cp ⋅ c d ⋅ c e [N / m2 ] qb è la pressione cinetica di riferimento cp è il coefficiente di pressione o di forma (anche detto aerodinamico), funzione della tipologia e della geometria della costruzione e del suo orientamento rispetto alla direzione del vento cd è il coefficiente dinamico, con cui si tiene conto degli effetti riduttivi associati alla non contemporaneità delle massime pressioni locali e degli effetti amplificativi dovuti alle vibrazioni strutturali ce è il coefficiente di esposizione
  • 45. II. azioni ambientali azione normale di insieme L’azione globale su una costruzione può valutarsi come una forza complessiva F agente sulla superficie normalmente investita, ovvero come una forza f per unità di lunghezza di detta superficie, mediante: F = qb ⋅ cp ⋅ c d ⋅ A [N] f = qb ⋅ cp ⋅ c d ⋅ B [N / m] dove, accanto ai già definiti parametri A è una superficie di riferimento della struttura B è una lunghezza di riferimento della struttura
  • 46. II. azioni ambientali azione tangente su superfici L’azione tangente per unità di superficie parallela alla direzione del vento radente è data da: p f = qb ⋅ c f ⋅ c e dove cf è il coefficiente di attrito, funzione della scabrezza della superficie ce è il coefficiente di esposizione
  • 47. II. azioni ambientali valutazione dei coefficienti cp , c f , c d , c e I valori di tali coefficienti devono essere ricavati da dati suffragati da opportuna e attendibile documentazione o da prove sperimentali in galleria del vento Di seguito si riportano i valori, sufficientemente comprovati, desunti da codici normativi (T.U., C.M., Istruzioni C.N.R.) e da letteratura tecnica
  • 48. II. azioni ambientali coefficiente di esposizione Dipende dall’altezza z sul suolo del punto considerato della costruzione, dalla topografia del terreno e dalla categoria del sito. In assenza di analisi specifiche e per altezze z ≤ 200 m: c e (z) = k 2c t ln(z z0 ) [7 + c t ln(z z0 )] r per z ≥ zmin c e (z) = c e (zmin ) per z < zmin dove k r , z0 , zmin sono definiti in funzione della categoria di esposizione del sito ct è il coefficiente di topografia
  • 49. II. azioni ambientali calcolo del coefficiente di esposizione per le velocità 1. individuazione della Classe di rugosità del terreno (A/B/C/D) in base alla collocazione urbanistica dell’opera
  • 50. II. azioni ambientali calcolo del coefficiente di esposizione per le velocità 2. determinazione della Categoria di esposizione (I/II/III/IV/V) in funzione della Classe di rugosità del terreno e della posizione geografica del sito (macrozona regionale di pertinenza, da 1 a 9, altitudine sul livello del mare, distanza dalla costa)
  • 51. II. azioni ambientali calcolo del coefficiente di esposizione per le velocità 3. calcolo delle tre grandezze ( k r , z0 , zmin ) mediante tabella 4. Calcolo di c e , assumendo il coefficiente di topografia c t = 1 per zone pianeggianti, ondulate, collinose, montane. andamento del coefficiente di esposizione per le velocità ce in funzione dell’altezza z (entro i 200 m) e delle cinque Categorie di esposizione
  • 52. II. azioni ambientali coefficienti di pressione o di forma A) Edifici a pianta rettangolare, con coperture piane, a falde inclinate e curve Il vento agisce sulle superfici esterne e su quelle interne provocando azioni esterne we, come pressioni (p) o come depressioni (d), e azioni interne wi, come pressioni (p) o come depressioni (d), definite dalle espressioni: w e = cpe ⋅ c d ⋅ q(z) [N / m2 ] w i = cpi ⋅ c d ⋅ q(z) [N / m2 ] dove cpe , cpi sono i coefficienti di pressione esterna e di pressione interna, q(z) = c e (z)qb è la pressione cinetica alla quota z, così calcolata: • per le pareti sopravento, in base all’effettivo andamento logaritmico della variazione altimetrica di c e (z) • per le pareti sottovento e quelle parallele alla direzione del vento, con un valore costante relativo a z = h*, quota altimetrica del baricentro della copertura della costruzione
  • 53. II. azioni ambientali calcolo della pressione cinetica di riferimento esempio rappresentativo della distribuzione delle pressioni sulle facce verticali di un generico edificio prismatico a pianta rettangolare con copertura piana avente quota baricentrica h*
  • 54. II. azioni ambientali coefficienti di pressione esterna Per edifici prismatici a pianta rettangolare con copertura piana, con rapporto dimensionale dei lati in pianta tra 1/3 e 3, i coefficienti di pressione esterna possono assumersi come segue: per elementi sopravento con a ≥ 60°: cpe = +0.8 per elementi sopravento con 20° < a < 60°: cpe = +0.03α - 1 per elementi sopravento con 0° ≤ a ≤ 30° e per elementi sottovento e paralleli al vento: cpe = -0.4 essendo a (in gradi) l’inclinazione sull’orizzontale della superficie investita dal vento
  • 55. II. azioni ambientali coefficienti di pressione interna Per i coefficienti di pressione interna si possono assumere i seguenti valori (C.M. ’96) per costruzioni completamente stagne: cpi = 0 per costruzioni non stagne, con aperture distribuite di superficie uniforme: cpi = ±0.2 per costruzioni che hanno una parete con aperture di superficie non minore di 1/3 di quella totale: cpi = +0.8 quando la parete aperta è sopravento cpi = -0.5 quando la parete aperta è sottovento o parallela al vento per costruzioni che presentano su due pareti opposte, normali alla direzione del vento, aperture di superficie non minore di 1/3 di quella totale (situazione non rappresentata): cpe + cpi = ±1.2 per gli elementi normali alla direzione del vento cpi = ±0.2 per i rimanenti elementi
  • 56. II. azioni ambientali coefficienti di attrito In assenza di valutazioni più puntuali, si possono assumere i valori tabellati, in funzione della scabrezza della superficie strutturale investita da vento radente
  • 57. II. azioni ambientali coefficienti dinamici In assenza di valutazioni più puntuali suffragate da idonea documentazione o di analisi sperimentali, per gli edifici di forma regolare e di altezza non superiore a 200 m, si possono ricavare i valori dai seguenti diagrammi, in funzione delle dimensioni in larghezza e in altezza dell’edificio e in base alla specifica tipologia strutturale Per tipologie strutturali non contemplate in figura, il coefficiente dinamico deve essere valutato con procedimenti di comprovata affidabilità
  • 58. II. azioni ambientali B) Edifici con coperture multiple coperture multiple un insieme di elementi identici e contigui, come ad esempio coperture affiancate di ugual profili, coperture a shed, ecc. schema (a) schema (b) Per la valutazione delle azioni del vento diretto normalmente alle linee di colmo si procede al modo seguente.
  • 59. II. azioni ambientali Azioni esterne sui singoli elementi: per la prima copertura investita dal vento valgono i coefficienti di pressione stabiliti in precedenza (punto A) per la seconda copertura il coefficiente relativo allo spiovente sopravento viene ridotto del 25% tutte le coperture successive, i coefficienti relativi ad ambedue gli spioventi vengono ridotti del 25% Azioni d’insieme: si applicano al primo e all’ultimo spiovente le pressioni valutate secondo i coefficienti indicati in precedenza (punto A) si considera applicata alla superficie proiettata in pianta di tutte le parti del tetto una azione superficiale orizzontale di tipo tangenziale il cui valore unitario si assume convenzionalmente pari a 0.10 q(h), alla quota z = h del baricentro della copertura Per la valutazione dell’azione del vento diretto parallelamente alle linee di colmo (e ai piani di falda) si considera in ogni caso un’azione tangente come definita in precedenza (punto II.2.3)
  • 60. II. azioni ambientali C) Tettoie e pensiline isolate Per tettoie e pensiline isolate a uno o due spioventi per le quali il rapporto tra l’altezza totale sul suolo e la massima dimensione in pianta non è maggiore di 1, si possono assumere i valori del coefficiente di pressione cp espressi in figura per i tre casi considerati (C.M. ’96)
  • 61. II. azioni ambientali D) Torri e pali a traliccio Per torri e pali a traliccio a sezione rettangolare o quadrata, per vento spirante normalmente a una delle pareti, i coefficienti di pressione (o di forma) possono valutarsi come segue. cp = 2.4 per torri con elementi tubolari tondi cp = 2.8 per torri con elementi di sezione diversa dalla circolare L’azione di insieme esercitata dal vento spirante normalmente a una delle pareti va determinata con riferimento alla superficie della parte piena di una sola faccia. Per vento spirante secondo la bisettrice dell’angolo formato da due pareti, l’azione d’insieme è pari a 1.15 volte quella sopra definita. Gli stessi coefficienti cp si possono adottare cautelativamente anche per torri a sezione triangolare, per le quali però non è da applicare il coefficiente 1.15 suddetto.
  • 62. II. azioni ambientali E) Corpi cilindrici e corpi sferici Per i corpi cilindrici a sezione circolare di diametro d e lunghezza h, i coefficienti di pressione valgono: cp = 1.2 per d q(z) ≤ 2.2 cp = 1.783 - 0.263d q(z) per 2.2 < d q(z) < 4.2 cp = 0.7 per d q(z) ≥ 4.2 con d espresso in [m] e q(z) in [N / m2 ] . L’azione d’insieme esercitata dal vento va valutata con riferimento alla superficie proiettata nel piano ortogonale alla direzione del vento. Per i corpi sferici di raggio R l’azione d’insieme esercitata dal vento va valutata con riferimento alla superficie proiettata sul piano ortogonale alla direzione del vanto, pari a S = πR 2 , utilizzando il coefficiente di pressione: cp = 0.35
  • 63. II. azioni ambientali pressioni massime locali Nei casi descritti in precedenza (punti A, B, C), i fenomeni aeroelastici locali, separazioni di scia e distacco dei vortici, che possono presentarsi in zone singolari della forma esterna della costruzione, possono essere messi in conto utilizzando per le verifiche locali un coefficiente di pressione esterna: cpe = ±1.8 A titolo di esempio, per un edificio a pianta rettangolare con copertura a doppia falda, in figura (T.U. 2005) viene indicata la fascia perimetrale della copertura dove va applicato il suddetto valore di cpe
  • 64. II. azioni ambientali pressioni massime locali Nel caso di corpi cilindrici e sferici, le pressioni massime locali vanno determinate applicando il coefficiente di pressione esterna cp i cui valori e la cui distribuzione sulle superfici cilindriche e sferiche sono forniti in figura (T.U. 2005)
  • 65. II. azioni ambientali II.3. azione della temperatura Le azioni termiche per gli edifici devono essere definite in base alle seguenti grandezze: a. una variazione di temperatura uniforme DTu data dalla differenza tra la temperatura media attuale T del generico elemento strutturale in oggetto e la sua temperatura iniziale T0, assunta quale convenzionale “zero termico”: ∆Tu = T - T0 T0 temperatura alla data della messa in esercizio della struttura b. una variazione di temperatura lineare data dalla differenza DTM tra le temperature sulle superfici di intradosso ed estradosso dell’elemento strutturale
  • 66. II. azioni ambientali Per elementi strutturali omogenei e ove la temperatura non costituisca azione fondamentale per la sicurezza strutturale, è possibile in via semplificata assumere la sola variazione uniforme DTu come azione termica sulla sezione dell’elemento.
  • 67. II. azioni ambientali In linea di massima, la temperatura media attuale T può essere valutata come valore medio tra la temperatura esterna ed interna presente nell’edificio. Nei casi più importanti per la sicurezza, I valori di temperatura esterna e interna possono essere ricavati dai prospetti in tabella (T.U. 2005), in funzione degli specifici fattori ambientali di riferimento.
  • 68. II. azioni ambientali Per la valutazione degli effetti delle azioni termiche si utilizzano i coefficienti di dilatazione termica aT riportanti in tabella (T.U.) per i diversi materiali costruttivi; per le strutture miste acciaio-calcestruzzo si adotta di norma per l’acciaio un aT omogeneo a quello del calcestruzzo, pari a αT = 10x10-6 / °C