2. Una volta decisa la meta, il Tunnel Borbonico, con un bus ci rechiamo a S. Lucia da dove si ammira splendidamente la Certosa di S.Martino e la fortezza di S.Elmo
3. E’ presto e ne approfittiamo per una sosta al famoso Gambrinus,dove i nostri Presidenti quando sono nella residenza Napoletana- Villa Rosebery- usano recarsi a gustare un buon caffè napoletano
17. Si nota dalle pareti piastrellate. Rispetto alle altre visite a Napoli sotterranea qui è consentito solo pagare ma non fare una qualche foto ricordo – hanno in quanto società privata una convenzione con uno studio fotografico inglese
18. Andiamo verso l’ingresso del tunnel raggiunto dai geologi che scavavano dall’altra direzione attratti proprio dai latrati dei cani in attesa di tolettatura
19. Si prende subito una scala del 600 che ci porta a circa 30 metri sottoterra
20. Tina ovviamente mi sgrida perché io faccio ugualmente qualche insignificante scatto
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22. Percorriamo il tunnel che porta sotto terra fino a via Domenico Morelli. Il tunnel fu fatto scavare nel tufo dal Re Ferdinando II di Borbone per assicurarsi una eventuale via di fuga sicura verso il mare della attuale Via Caracciolo
23. Il concetto base è lo stesso che altrove : utilizzazione di rifugio anti bombardamenti , resti di giocattoli, bagni essenziali, incisioni e graffiti sulle pareti delle caverne più ampie adibite prima a cisterne di approvvigionamento idrico e tutto quello già visto in precedenti escursioni anzi in meno.
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25. L’unica variante- perdonatemi la foto mossa- i resti di alcune auto che giacevano al termine del tunnel perché adibito a deposito di auto sequestrate o dismesse
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28. E’ con senso di liberazione che giungiamo al termine di questa deludente passeggiata che è venuta meno all’ 80 % delle promesse di eccezionalità fatteci
29. Diamo ancora uno sguardo alle imponenti caverne scavate nel tufo – che si trovano sotto tutta la città- che appartengono al Garage Morelli
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36. Torniamo alla luce del sole con un sospiro di sollievo dovuto solo alle aspettative disattese di questo luogo decantato da tanti…ma chi alla fine?
41. Qui ci accoglie una splendida giornate di sole che ci spinge ad una passeggiata nella Villa Comunale
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43. Il selciato della Villa Comunale è stato rifatto pochi anni fa ricopiandone lo stile Borbonico ed è costato cifre iperboliche ,ovviamente
44. La fontana della tazza di porfido, (già Fontana delle paparelle o Fontana delle quattro stagioni: per le quattro erme allegoriche che decorano lo spiazzale della fontana), si trova a Napoli nella Villa Comunale, al centro di un ampio piazzale.
45. La tazza, denominata affettuosamente Provolone dai Salernitani, fu sottratta dal re di Napoli dal centro del quadriportico normanno della Cattedrale di S. Matteo a Salerno dove era stata collocata nell'XI secolo; per questo sopruso, grande fu il dolore del popolo salernitano che ancora oggi ne rivendica la restituzione. Si tratta di un blocco monolitico in granito egizio proveniente dal Tempio di Nettuno a Pestum e quindi risalente alla metà del V secolo a.C.
46. Prima della Cassa Armonica troviamo i mini stand di esposizione dei coltivatori diretti. A Tina piacciono molto questo genere di cose
53. Questi sono i pomodorini del “piennolo” che mi sentite spesso menzionare nelle ricette napoletane
54. Proseguiamo la nostra passeggiate verso casa tra una marea di persone in movimento-lento-.Considerate che il lungomare è ritrovo d’obbligo di tutti gli abitanti dell’interland
55. Noi siamo giunti a casa, piuttosto stanchi,il tragitto è stato lungo e faticoso, e vi lasciamo con le immagini del traffico sul lungomare che oramai ha fagocitato il bus di Giranapoli carico di turisti che a mio avviso sono ancora ad attendere di giungere a destinazione. Un’ abbraccio solare da Tina e Antonio [email_address]