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Convegno TIMIDEZZA D’AMORE E ANSIA SESSUALE




Desiderio sessuale e aggressività
               il
         Sex Offender
              Ancona 20 Novembre 2010



                                dott.ssa Selloni Francesca
                                psicologa
                                esperto in psicologia giuridica
• Il desiderio sessuale non sempre possiede
  i connotati di normalità
• ci sono situazioni in cui per motivazioni
  diverse si tinge di aggressività a volte
  sconfinando nell’atto
• Una timidezza ed un’ansia eccessiva
  possono sfociare in aggressione?
• Quali aspetti caratterizzano la personalità
  del sex offender ?
• Il sex offender è colui o
  colei che agisce
  l’impulso sessuale
  nonostante il divieto o
  il rifiuto del soggetto
  oggetto del suo
  desiderio
• Il primo a parlare di perversioni in ambito
  sessuologico, fu lo psichiatra tedesco
  Richard Von Krafft-Ebing (1840-1902) che
  scrisse il famoso trattato “Psychopatia
  Sexualis” nel 1986.
• Definisce le perversioni, con il termine
  “aberrazioni sessuali”, “processo di
  degenerazione ereditaria, che porterebbe
  nel tempo all’estinzione della linea
  evolutiva”.
• Teoria ambientale
  – Iwan Bloch (1872-
    1922), esprime il
    concetto che in
    ciascun essere
    umano sono presenti
    componenti “normali”
    e perverse e lo
    sviluppo di un disturbo
    dipende
    esclusivamente da
    fattori ambientali.
Freud (1927):
• “Ciò che più di tutto ci
  autorizza a giudicare la
  perversione un sintomo
  patologico sono la sua
  esclusività e fissazione,
  vale a dire i casi in cui la
  perversione non compare
  accanto a ciò che è
  normale, ma approfitta di
  tutte le circostanze per
  rimuovere ciò che è
  normale e prenderne il
  posto”.
• La Klein (1945) e
  Winnicott (1953)
• all’origine delle
  perversioni, vi collegarono
  l’aggressività
  pregenitale
• intesa dalla prima come
  innata e da Winnicott
  come reazione alla
  frustrazione.
• Jung (1875-1961) spiega
  la perversione a partire
  dagli Archetipi
  dell’Inconscio Collettivo.
• l’Ombra - l’insieme dei
  caratteri negativi che
  presiedono l’inconscio -
  irrompendo nella
  coscienza può indurre
  all’atto perverso.
• Ogni Archetipo è
  responsabile di una
  possibile perversione.
Stoller (1975):
• Perversione = aberrazione,
  “tecnica erotica o costellazioni
  di tecniche erotiche che un
  individuo usa come proprio
  atto sessuale completo e che
  si discostano dalla definizione
  di normalità tradizionalmente
  confessata dalla cultura della
  persona che la utilizza”.
• Perversioni come forme
  erotiche dell’odio, oppure
  tentativo di convertire il trauma
  dell’infanzia.
Louise J. Kaplan
• Le perversioni non devono
  considerarsi semplicemente
  aberrazioni sessuali;
  l’eccitamento erotico è agito
  per regolare affetti dolorosi
  come l’ansia, l’aggressività e la
  depressione altrimenti
  insopportabili.
• La perversione ha uno scopo
  manifesto e cosciente che
  serve a tenere nascosti aspetti
  dolorosi e vergognosi della vita
  psichica.
• Fu la prima a parlare anche
  delle perversioni femminili
• Simonelli, Petruccelli,
  (1999)
• Trasmissione
  transgenerazionale del
  modello abusante
• L’aggressore sessuale, dal
  punto di vista strettamente
  clinico, avrebbe delle
  caratteristiche tipiche di alcuni
  disturbi di personalità.
• L’ipotesi è che alcuni dei
  criteri diagnostici appartenenti
  a questi disturbi sono
  determinanti ne
  comportamento deviante del
  sex offender.
DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’
CRITERI DIAGNOSTICI (DSM-IV-TR)
 Un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel
  comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di
  empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in
  una varietà di contesti, come indicato da cinque o più dei seguenti
  elementi:
• ha un senso grandioso di autostima;
•    è assorbito da fantasie di illimitato successo, potere, fascino e amore
    ideale;
•    crede di essere “speciale” ed unico e di poter essere capito solo da
    persone ugualmente speciali o di classe elevata;.
•    richiede eccessiva ammirazione
•    ha la sensazione che tutto gli sia dovuto
•    sfruttamento interpersonale
•    manca di empatia
•    è spesso invidioso degli altri e/o crede che gli altri lo invidino;
•    mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi
• Elementi come la mancanza di empatia, il sentirsi speciale rispetto
agli altri e sentire, di conseguenza, le proprie esigenze come speciali
e maggiormente importanti rispetto a quelle altrui, sono elementi che
potrebbero, in parte, motivare l’agire sessualmente deviante.

• L’esigenza di eccessiva ammirazione può nascondere una forte
insicurezza e una bassa autostima e una profonda timidezza che, per
essere vinte, vengono trasformate in un atteggiamento prepotente e
pretenzioso. Quello che desiderano deve essere a tutti i cosi ottenuto
anche a scapito di altre persone.

• Questi ultimi aspetti possono essere riscontrati nelle personalità di
alcuni sex offenders, in particolare di quei soggetti più inclini a
rivolgere la loro azione deviante nei confronti dei minori. Questo
perchè il “confronto sessuale” con un adulto non permetterebbe loro
di controllare la propria insicurezza e di fronteggiare la bassa
autostima.
DISTURBO DELLA PERSONALITA’ ANTISOCIALE
                    DSM-IV-TR
CRITERI DIAGNOSTICI
• incapacità di conformarsi alle norme sociali
• disonestà;
• impulsività o incapacità di pianificare
• irritabilità ed aggressività
• inosservanza spericolata della sicurezza propria e/o
  degli altri
• irresponsabilità abituale
• mancanza di rimorso

    – L’individuo ha almeno 18 anni
    – Presenza di un disturbo della condotta con esordio
      prima dei 15 anni
    – Il comportamento antisociale non si manifesta
      esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o
      di un episodio maniacale
• Le caratteristiche diagnostiche di questo disturbo
sembrano accomunare, in generale, un soggetto
colpevole di un’azione deviante non necessariamente a
sfondo sessuale.
• Il    criterio    relativo  all’aggressività  sembrerebbe
caratterizzare quelle tipologie di abuso sessuale che, in
qualche modo, utilizzano violenza e costrizione nella
messa in atto del comportamento.
• Il criterio relativo alla mancanza di rimorso sembrerebbe
essere alla base non solo dell’azione deviante, quanto
piuttosto della reiterazione di questa.
• L’incapacità di “sentire” lo stato d’animo dell’altro e,
quindi, di percepire un proprio senso di colpa per il dolore
provocato ad un altro, ostacolerebbero la piena
comprensione della realtà accaduta e la conseguente
assunzione di responsabilità.
Pedofilia

• Attività sessuale con bambini pre-puberi.
• L’aggressore deve avere almeno 16 anni e deve
  essere di almeno 5 anni più grande della vittima
• In genere preferiscono una determinata fascia di
  età, un determinato sesso o entrambi.
• Alcuni non arrivano al rapporto sessuale, altri
  arrivano al rapporto sessuale (genitale, orale o
  anale).
• Sostengono che tali attività hanno un valore
  educativo, che la vittima ne riceve piacere
  sessuale o che era sessualmente provocante.
• Possono abusare di figli, parenti o estranei.
Pedofilia

•   Minacciano la vittima per evitare che parli
•   Si guadagnano la fiducia della madre
•   Scambiano la vittima con altri Sex offender.
•   Tranne i casi in cui il disturbo è associato a
    Sadismo Sessuale, il Sex offender è
    attento ai bisogni del b. per ottenerne
    affetto, interesse, fedeltà.
Sadismo Sessuale
• Azioni reali in cui l’aggressore ricava eccitazione
  sessuale dalla sofferenza psicologica o fisica
  (inclusa l’umiliazione) della vittima.
• Partner consenziente (Masochismo Sessuale) o
  vittime non consenzienti (è la sofferenza della
  vittima che è sessualmente eccitante).
• Gli atti sono gli stessi del Masochismo Sessuale
  in forma attiva, con in più: strangolare, torturare,
  uccidere.
• Può essere associato a Disturbo Antisociale di
  Personalità.
Fattori eziologici del comportamento
                 abusante
• socioculturali (miseria, isolamento sociale, disoccupazione,
  mancanza di un alloggio o sovraffollamento in abitazioni
  inadeguate, povertà culturale),
• storia individuale (abusi subiti nell’infanzia, abuso di sostanze,
  solitudine, atteggiamenti negativi verso le donne, problemi
  nelle relazioni intime, ecc.),
• relazionali (livello di attivazione sessuale disturbato, fantasie
  sessuali perverse, distorsioni cognitive, deficit di modelli
  sociali),
• psicologici (disturbo della struttura caratteriale o vero e
  proprio disturbo di personalità, comportamenti nevrotici o
  psicotici; solo il più violento degli adulti abusanti ha una
  personalità francamente schizofrenica, depressione, bassa
  autostima, eccetera).
• situazionali (lungo periodo di tensione e come la conseguenza
  di un’incapacità a far fronte agli stress della vita quotidiana).
Il modello della precondizione
             • Finkelhor e Araji (1986)
             • E’ una classificazione
               dei fattori che
               caratterizzano i sex
               offenders di vittime
               minorenni e delle
               condizioni che facilitano
               la messa in atto del
               comportamento
               sessualmente deviante.
Il modello della precondizione
• "corrispondenza emotiva" esprime un bisogno emotivo di avere
  rapporti con i bambini, presenta un arresto dello sviluppo, un
  basso livello di autostima, un'identificazione con l'aggressore,
  un'identificazione narcisistica; è caratterizzato da un tipo di
  socializzazione tendente al dominio del maschio;
• "eccitazione sessuale" si eccita con i bambini, ha subito
  esperienze sessuali traumatiche nell'infanzia; è attratto dalla
  pornografia infantile;
• “blocco” non avrebbe alternative di gratificazione sessuale, è
  caratterizzato da un complesso edipico irrisolto, ansia di
  castrazione, paura delle donne adulte, esperienze traumatiche
  con la sessualità adulta, compiti sociali inadeguati, disturbi
  relazionali; vittima di norme eccessivamente repressive sulla
  masturbazione, tende ad avere rapporti extraconiugali;
• “disinibizione” non subisce l'influenza deterrente delle normali
  proibizioni per il comportamento deviante, soffre di disturbi
  dell'impulsività, problemi di alcolismo, psicosi, stress situazionale,
  fallimento dei meccanismi di difesa; incline alla pornografia e
  all'atteggiamento patriarcale.
Modello sociobiologico di Ellis (1989, 1991)
•   Il sex offender è motivato dalle spinte sessuali e da
    un impulso a possedere e controllare coloro da cui ci
    si sente attratti sessualmente, entrambe le spinte
    sono innate, cioè non apprese;
•   la selezione naturale avrebbe favorito lo stabilirsi nei
    maschi di una spinta sessuale più forte e decisiva
    rispetto alle donne, e avrebbe favorito quei maschi
    che, pur di riprodursi, hanno imparato ad usare la
    forza per accoppiarsi, là dove non trovano femmine
    disposte all’accoppiamento con un uomo che non
    risponde ai criteri da esse desiderati;
•   l’aggressione sessuale sarebbe dovuta ad una
    predisposizione innata e ad una modalità appresa
    tramite esperienza, attraverso rinforzi positivi in base
    ai risultati gratificanti;
Modello multivariato quadripartito
        di Nagayama e Hirschman (1991)

4 precursori motivazionali possono incidere
    significativamente sull’aumento della
    probabilità della messa in atto del
    comportamento di abuso
• l’eccitazione fisiologica sessuale
• le cognizioni che giustificano l’abuso sessuale
• lo scarso controllo emotivo
• specifici problemi evolutivi correlati alla
    personalità
Ward ed Hudson                   (1998)
Questo modello distingue fra aggressori che manifestano
  “obiettivi di approccio o di fuga” e fra soggetti che usano
  prevalentemente strategie attive o passive.

4 tipologie di percorsi:
• fuga-passivo: desidera fuggire dalle trasgressioni sessuali,
    ma manca di strategie comportamentali per prevenire che ciò
    accada;
• fuga-attivo: ha capacità diretta di controllo di pensieri e
    fantasie deviate, ma utilizza strategie inefficaci e
    controproducenti;
• approccio-automatico: ha avuto esperienze precedenti di
    abusi sessuali, manifesta comportamenti impulsivi e
    scarsamente pianificati;
• approccio-esplicito: desidera intraprendere un’attività
    sessuale deviante tramite l’uso di pianificazioni accurate per
    mettere in atto il crimine, ha obiettivi dannosi diretti al reato
    sessuale.
Modello delle distorsioni cognitive di
     Ward, Gannon e Keown (2006)
Le distorsioni cognitive hanno origine dalla combinazione di
•   credenze;
•   valori e scopi ad essi associati;
•   azioni.
Ci sono 7 temi tipici
1. incontrollabilità,
2. mondo pericoloso
3. autorizzazione (intesa come il diritto di compiere l’abuso)
4. bambini come esseri sessuali
5. natura del danno (ovvero la minimizzazione del danno
    arrecato)
6. donne impossibili da conoscere
7. donne come oggetti
Schema cognitivo del sex offender
• Contiene particolari immagini di sé, dell’atto
  sessuale e della vittima.
• L’abusante percepisce se stesso e interagisce
  con gli altri in modo rigidamente egocentrico.
• L’abusante considera l’atto sessuale come un
  mezzo utile per il raggiungimento della felicità e
  per affrontare e gestire lo stress.
• L’abusante identifica una vittima legittimata e
  predestinata: essa lo provoca oppure deve
  essere punita sessualmente.
Tipologie di s.o. (Knight e Prentky, 1990):
1. “criminale opportunista”, scarso controllo degli impulsi, storia di
   comportamenti criminali, scarsa empatia, uso strumentale impulsivo
   della violenza, non premeditazione;

1. “non criminale-sessuale non sadico”, cognizioni distorte sulle donne
   e sulla sessualità, inadeguatezza sulla propria sessualità e
   sull’immagine di sé, fantasie sessuali non aggressive, scarse
   esperienze di aggressioni non sessuali, eccitazione sessuale durante
   l’abuso; sottomissione della vittima;

1. “criminale con rabbia pervasiva” disinibizione permanente nell’attuare
   l’abuso sessuale, la sua rabbia e la sua ostilità non permettono
   sentimenti socio-affettivi, livello di eccitazione sessuale della stessa
   entità sia durante la visione di scene di violenza sessuale, sia durante la
   visione di scene di attività sessuali consenzienti, senso di rabbia non
   diretta esclusivamente verso le donne, assenza di fantasie sessuali
   durante l’abuso, uso della violenza sempre; tale tipo di stupratore non
   prova un vero e proprio piacere sessuale nel compiere l’abuso, ma
   riesce a liberare la rabbia repressa attraverso l’azione violenta;
Tipologie di s.o. (Knight e Prentky, 1990)
4.   “non criminale vendicativo”, rabbia non erotizzata
     diretta elusivamente verso le donne, uso di minacce
     verbali, volontà di umiliare e denigrare la vittima; lesioni
     fisiche alla vittima;
5.   “criminale palesemente sadico”, premeditazione
     all’abuso sessuale guidato da fantasie sessuali
     violente, aspetto belligerante e rabbioso, propensione
     ad infliggere gravi lesioni fisiche alla vittima; si eccita
     brutalizzando la propria vittima; la personalità del serial
     killer a sfondo sessuale;
6.   “non criminale sadico latente” è caratterizzato dagli
     stessi aspetti del tipo precedente, ma senza avvertire
     l’esigenza di brutalizzare la propria vittima.
Deficit della capacità empatica
• Empatia = capacità di “sentirsi dentro l’altro”,
  caratterizzata da 3 componenti:
• 1) la presa di prospettiva, la capacità di identificare
  accuratamente lo stato emotivo e di percepire come le
  altre persone potrebbero rispondere ad una certa
  situazione, questa abilità è primariamente cognitiva;
• 2) la risposta emotiva agli altri. Le risposte emozionali
  empatiche rispecchiano le emozioni percepite, sebbene
  ci sia una gamma di sensazioni complementari che
  dovrebbero essere considerate empatiche;
• 3) la premura, cioè il desiderio di aiutare, non è inclusa
  in nessuna definizione di empatia, ma è importante nella
  considerazione dei deficits degli autori di abuso
  sessuale.
Marshall e coll. (1995), identificò l’empatia come
  un processo stadiale:
• Riconoscimento delle emozioni: discriminazioni
  dei propri e altrui stati emozionali;
• Presa di prospettiva: assunzione da parte di chi
  osserva della prospettiva dell’altro;
• Replicazione delle emozioni: risposta
  emozionale che replica l’emozione dell’altro;
• Decisione di risposta: riflettere sui sentimenti
  espressi dall’altro e decidere di agire tenendo
  conto di questi o ignorandoli.
CARENTI CAPACITA’ EMPATICHE


• La capacità empatica costituirebbe il maggior
  mediatore del comportamento prosociale e con il
  processo evolutivo crescerebbe anche questa
  capacità, dovuta ad una maggior comprensione
  della differenziazione Sé-altro; ne
  conseguirebbe, quindi, un livello più alto di
  consapevolezza empatica (Fortuna, Tiberio,
 1999).
• Diversi studi confermano l’ipotesi secondo cui
difficoltà e/o deficit al livello empatico sarebbero
una caratteristica comune a diverse tipologie di
criminali, tra le quali il criminale sessuale.
• Autori come Marshall e Barbaree (1993),
Hudson e Hodkinson (1993) sostengono che la
mancanza di empatia sia uno dei fattori principali
che permettono all’aggressore sessuale di abusare
delle sue vittime; in effetti, l’empatia sembrerebbe
servire ad inibire il comportamento aggressivo,
permettendo il riconoscimento delle sofferenza
altrui, che a sua volta provocherebbe sofferenza
nell’aggressore stesso.
LA VALUTAZIONE IN AMBITO PERITALE
Nell’ambito della valutazione della personalità
dell’aggressore sessuale possiamo trovare quesiti finalizzati
a stabilire:
• l’eventuale esistenza di un vizio totale o parziale di mente
nell’indagato o nell’imputato al momento del fatto, ex art. 88
e 89 c.p.,
• la maturità o meno del minorenne infraquattrodicenne, ex
art. 97 e 98 c.p. e art. 9 D.P.R. 448/88; nonché l’eventuale
presenza di un vizio di mente, come per l’adulto;
• le condizioni di mente dell’autore di reato durante la fase
delle indagini preliminari, fino al rinvio a giudizio e durante il
dibattimento, ex artt. 70 e segg. c.p.p.;
• la presenza e la persistenza di pericolosità sociale.
Per quanto riguarda le indagini peritali, il consulente
psicologo potrà prevedere diverse metodologie e fasi:
• esame degli atti contenuti nel fascicolo;
• osservazione clinica;
• colloqui clinici con il periziando, con la sua famiglia e con
gli operatori che hanno seguito o che seguono il caso
(assistenti sociali, psicologi o altre figure sanitarie dei servizi
territoriali o della giustizia, educatori, eccetera);
• osservazione ambientale dell’abitazione del periziando;
• somministrazione di test psicodiagnostici;
• rielaborazione dei dati ottenuti attraverso le indagini
condotte;
• spiegazione in termini psicologici;
• traduzioni in termini giuridici per rispondere al quesito.
IL TRATTAMENTO
             Esaminando i diversi programmi di
             trattamento, è possibile evidenziare le
             seguenti finalità di trattamento
             • Modificare i fattori disfunzionali,
             legati all’individuo e al suo contesto
             associati al comportamento deviante;
             • Permettere alla vittima e all’autore di
             superare l’evento traumatico;
             lavorare su eventuali rischi di recidiva.

             L’obiettivo finale del trattamento
             consiste dunque nel cambiamento dei
             vissuti e dei comportamenti
             dell’autore, ma anche degli assetti
             relazionali del sistema familiare in cui
             l’abuso si è verificato, per evitare la
             ricaduta e il recidivismo

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Desiderio sessuale e aggressività

  • 1. Convegno TIMIDEZZA D’AMORE E ANSIA SESSUALE Desiderio sessuale e aggressività il Sex Offender Ancona 20 Novembre 2010 dott.ssa Selloni Francesca psicologa esperto in psicologia giuridica
  • 2. • Il desiderio sessuale non sempre possiede i connotati di normalità • ci sono situazioni in cui per motivazioni diverse si tinge di aggressività a volte sconfinando nell’atto • Una timidezza ed un’ansia eccessiva possono sfociare in aggressione? • Quali aspetti caratterizzano la personalità del sex offender ?
  • 3. • Il sex offender è colui o colei che agisce l’impulso sessuale nonostante il divieto o il rifiuto del soggetto oggetto del suo desiderio
  • 4. • Il primo a parlare di perversioni in ambito sessuologico, fu lo psichiatra tedesco Richard Von Krafft-Ebing (1840-1902) che scrisse il famoso trattato “Psychopatia Sexualis” nel 1986. • Definisce le perversioni, con il termine “aberrazioni sessuali”, “processo di degenerazione ereditaria, che porterebbe nel tempo all’estinzione della linea evolutiva”.
  • 5. • Teoria ambientale – Iwan Bloch (1872- 1922), esprime il concetto che in ciascun essere umano sono presenti componenti “normali” e perverse e lo sviluppo di un disturbo dipende esclusivamente da fattori ambientali.
  • 6. Freud (1927): • “Ciò che più di tutto ci autorizza a giudicare la perversione un sintomo patologico sono la sua esclusività e fissazione, vale a dire i casi in cui la perversione non compare accanto a ciò che è normale, ma approfitta di tutte le circostanze per rimuovere ciò che è normale e prenderne il posto”.
  • 7. • La Klein (1945) e Winnicott (1953) • all’origine delle perversioni, vi collegarono l’aggressività pregenitale • intesa dalla prima come innata e da Winnicott come reazione alla frustrazione.
  • 8. • Jung (1875-1961) spiega la perversione a partire dagli Archetipi dell’Inconscio Collettivo. • l’Ombra - l’insieme dei caratteri negativi che presiedono l’inconscio - irrompendo nella coscienza può indurre all’atto perverso. • Ogni Archetipo è responsabile di una possibile perversione.
  • 9. Stoller (1975): • Perversione = aberrazione, “tecnica erotica o costellazioni di tecniche erotiche che un individuo usa come proprio atto sessuale completo e che si discostano dalla definizione di normalità tradizionalmente confessata dalla cultura della persona che la utilizza”. • Perversioni come forme erotiche dell’odio, oppure tentativo di convertire il trauma dell’infanzia.
  • 10. Louise J. Kaplan • Le perversioni non devono considerarsi semplicemente aberrazioni sessuali; l’eccitamento erotico è agito per regolare affetti dolorosi come l’ansia, l’aggressività e la depressione altrimenti insopportabili. • La perversione ha uno scopo manifesto e cosciente che serve a tenere nascosti aspetti dolorosi e vergognosi della vita psichica. • Fu la prima a parlare anche delle perversioni femminili
  • 11. • Simonelli, Petruccelli, (1999) • Trasmissione transgenerazionale del modello abusante • L’aggressore sessuale, dal punto di vista strettamente clinico, avrebbe delle caratteristiche tipiche di alcuni disturbi di personalità. • L’ipotesi è che alcuni dei criteri diagnostici appartenenti a questi disturbi sono determinanti ne comportamento deviante del sex offender.
  • 12. DISTURBO NARCISISTICO DI PERSONALITA’ CRITERI DIAGNOSTICI (DSM-IV-TR) Un quadro pervasivo di grandiosità (nella fantasia o nel comportamento), necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da cinque o più dei seguenti elementi: • ha un senso grandioso di autostima; • è assorbito da fantasie di illimitato successo, potere, fascino e amore ideale; • crede di essere “speciale” ed unico e di poter essere capito solo da persone ugualmente speciali o di classe elevata;. • richiede eccessiva ammirazione • ha la sensazione che tutto gli sia dovuto • sfruttamento interpersonale • manca di empatia • è spesso invidioso degli altri e/o crede che gli altri lo invidino; • mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi
  • 13. • Elementi come la mancanza di empatia, il sentirsi speciale rispetto agli altri e sentire, di conseguenza, le proprie esigenze come speciali e maggiormente importanti rispetto a quelle altrui, sono elementi che potrebbero, in parte, motivare l’agire sessualmente deviante. • L’esigenza di eccessiva ammirazione può nascondere una forte insicurezza e una bassa autostima e una profonda timidezza che, per essere vinte, vengono trasformate in un atteggiamento prepotente e pretenzioso. Quello che desiderano deve essere a tutti i cosi ottenuto anche a scapito di altre persone. • Questi ultimi aspetti possono essere riscontrati nelle personalità di alcuni sex offenders, in particolare di quei soggetti più inclini a rivolgere la loro azione deviante nei confronti dei minori. Questo perchè il “confronto sessuale” con un adulto non permetterebbe loro di controllare la propria insicurezza e di fronteggiare la bassa autostima.
  • 14. DISTURBO DELLA PERSONALITA’ ANTISOCIALE DSM-IV-TR CRITERI DIAGNOSTICI • incapacità di conformarsi alle norme sociali • disonestà; • impulsività o incapacità di pianificare • irritabilità ed aggressività • inosservanza spericolata della sicurezza propria e/o degli altri • irresponsabilità abituale • mancanza di rimorso – L’individuo ha almeno 18 anni – Presenza di un disturbo della condotta con esordio prima dei 15 anni – Il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o di un episodio maniacale
  • 15. • Le caratteristiche diagnostiche di questo disturbo sembrano accomunare, in generale, un soggetto colpevole di un’azione deviante non necessariamente a sfondo sessuale. • Il criterio relativo all’aggressività sembrerebbe caratterizzare quelle tipologie di abuso sessuale che, in qualche modo, utilizzano violenza e costrizione nella messa in atto del comportamento. • Il criterio relativo alla mancanza di rimorso sembrerebbe essere alla base non solo dell’azione deviante, quanto piuttosto della reiterazione di questa. • L’incapacità di “sentire” lo stato d’animo dell’altro e, quindi, di percepire un proprio senso di colpa per il dolore provocato ad un altro, ostacolerebbero la piena comprensione della realtà accaduta e la conseguente assunzione di responsabilità.
  • 16. Pedofilia • Attività sessuale con bambini pre-puberi. • L’aggressore deve avere almeno 16 anni e deve essere di almeno 5 anni più grande della vittima • In genere preferiscono una determinata fascia di età, un determinato sesso o entrambi. • Alcuni non arrivano al rapporto sessuale, altri arrivano al rapporto sessuale (genitale, orale o anale). • Sostengono che tali attività hanno un valore educativo, che la vittima ne riceve piacere sessuale o che era sessualmente provocante. • Possono abusare di figli, parenti o estranei.
  • 17. Pedofilia • Minacciano la vittima per evitare che parli • Si guadagnano la fiducia della madre • Scambiano la vittima con altri Sex offender. • Tranne i casi in cui il disturbo è associato a Sadismo Sessuale, il Sex offender è attento ai bisogni del b. per ottenerne affetto, interesse, fedeltà.
  • 18. Sadismo Sessuale • Azioni reali in cui l’aggressore ricava eccitazione sessuale dalla sofferenza psicologica o fisica (inclusa l’umiliazione) della vittima. • Partner consenziente (Masochismo Sessuale) o vittime non consenzienti (è la sofferenza della vittima che è sessualmente eccitante). • Gli atti sono gli stessi del Masochismo Sessuale in forma attiva, con in più: strangolare, torturare, uccidere. • Può essere associato a Disturbo Antisociale di Personalità.
  • 19. Fattori eziologici del comportamento abusante • socioculturali (miseria, isolamento sociale, disoccupazione, mancanza di un alloggio o sovraffollamento in abitazioni inadeguate, povertà culturale), • storia individuale (abusi subiti nell’infanzia, abuso di sostanze, solitudine, atteggiamenti negativi verso le donne, problemi nelle relazioni intime, ecc.), • relazionali (livello di attivazione sessuale disturbato, fantasie sessuali perverse, distorsioni cognitive, deficit di modelli sociali), • psicologici (disturbo della struttura caratteriale o vero e proprio disturbo di personalità, comportamenti nevrotici o psicotici; solo il più violento degli adulti abusanti ha una personalità francamente schizofrenica, depressione, bassa autostima, eccetera). • situazionali (lungo periodo di tensione e come la conseguenza di un’incapacità a far fronte agli stress della vita quotidiana).
  • 20. Il modello della precondizione • Finkelhor e Araji (1986) • E’ una classificazione dei fattori che caratterizzano i sex offenders di vittime minorenni e delle condizioni che facilitano la messa in atto del comportamento sessualmente deviante.
  • 21. Il modello della precondizione • "corrispondenza emotiva" esprime un bisogno emotivo di avere rapporti con i bambini, presenta un arresto dello sviluppo, un basso livello di autostima, un'identificazione con l'aggressore, un'identificazione narcisistica; è caratterizzato da un tipo di socializzazione tendente al dominio del maschio; • "eccitazione sessuale" si eccita con i bambini, ha subito esperienze sessuali traumatiche nell'infanzia; è attratto dalla pornografia infantile; • “blocco” non avrebbe alternative di gratificazione sessuale, è caratterizzato da un complesso edipico irrisolto, ansia di castrazione, paura delle donne adulte, esperienze traumatiche con la sessualità adulta, compiti sociali inadeguati, disturbi relazionali; vittima di norme eccessivamente repressive sulla masturbazione, tende ad avere rapporti extraconiugali; • “disinibizione” non subisce l'influenza deterrente delle normali proibizioni per il comportamento deviante, soffre di disturbi dell'impulsività, problemi di alcolismo, psicosi, stress situazionale, fallimento dei meccanismi di difesa; incline alla pornografia e all'atteggiamento patriarcale.
  • 22. Modello sociobiologico di Ellis (1989, 1991) • Il sex offender è motivato dalle spinte sessuali e da un impulso a possedere e controllare coloro da cui ci si sente attratti sessualmente, entrambe le spinte sono innate, cioè non apprese; • la selezione naturale avrebbe favorito lo stabilirsi nei maschi di una spinta sessuale più forte e decisiva rispetto alle donne, e avrebbe favorito quei maschi che, pur di riprodursi, hanno imparato ad usare la forza per accoppiarsi, là dove non trovano femmine disposte all’accoppiamento con un uomo che non risponde ai criteri da esse desiderati; • l’aggressione sessuale sarebbe dovuta ad una predisposizione innata e ad una modalità appresa tramite esperienza, attraverso rinforzi positivi in base ai risultati gratificanti;
  • 23. Modello multivariato quadripartito di Nagayama e Hirschman (1991) 4 precursori motivazionali possono incidere significativamente sull’aumento della probabilità della messa in atto del comportamento di abuso • l’eccitazione fisiologica sessuale • le cognizioni che giustificano l’abuso sessuale • lo scarso controllo emotivo • specifici problemi evolutivi correlati alla personalità
  • 24. Ward ed Hudson (1998) Questo modello distingue fra aggressori che manifestano “obiettivi di approccio o di fuga” e fra soggetti che usano prevalentemente strategie attive o passive. 4 tipologie di percorsi: • fuga-passivo: desidera fuggire dalle trasgressioni sessuali, ma manca di strategie comportamentali per prevenire che ciò accada; • fuga-attivo: ha capacità diretta di controllo di pensieri e fantasie deviate, ma utilizza strategie inefficaci e controproducenti; • approccio-automatico: ha avuto esperienze precedenti di abusi sessuali, manifesta comportamenti impulsivi e scarsamente pianificati; • approccio-esplicito: desidera intraprendere un’attività sessuale deviante tramite l’uso di pianificazioni accurate per mettere in atto il crimine, ha obiettivi dannosi diretti al reato sessuale.
  • 25. Modello delle distorsioni cognitive di Ward, Gannon e Keown (2006) Le distorsioni cognitive hanno origine dalla combinazione di • credenze; • valori e scopi ad essi associati; • azioni. Ci sono 7 temi tipici 1. incontrollabilità, 2. mondo pericoloso 3. autorizzazione (intesa come il diritto di compiere l’abuso) 4. bambini come esseri sessuali 5. natura del danno (ovvero la minimizzazione del danno arrecato) 6. donne impossibili da conoscere 7. donne come oggetti
  • 26. Schema cognitivo del sex offender • Contiene particolari immagini di sé, dell’atto sessuale e della vittima. • L’abusante percepisce se stesso e interagisce con gli altri in modo rigidamente egocentrico. • L’abusante considera l’atto sessuale come un mezzo utile per il raggiungimento della felicità e per affrontare e gestire lo stress. • L’abusante identifica una vittima legittimata e predestinata: essa lo provoca oppure deve essere punita sessualmente.
  • 27. Tipologie di s.o. (Knight e Prentky, 1990): 1. “criminale opportunista”, scarso controllo degli impulsi, storia di comportamenti criminali, scarsa empatia, uso strumentale impulsivo della violenza, non premeditazione; 1. “non criminale-sessuale non sadico”, cognizioni distorte sulle donne e sulla sessualità, inadeguatezza sulla propria sessualità e sull’immagine di sé, fantasie sessuali non aggressive, scarse esperienze di aggressioni non sessuali, eccitazione sessuale durante l’abuso; sottomissione della vittima; 1. “criminale con rabbia pervasiva” disinibizione permanente nell’attuare l’abuso sessuale, la sua rabbia e la sua ostilità non permettono sentimenti socio-affettivi, livello di eccitazione sessuale della stessa entità sia durante la visione di scene di violenza sessuale, sia durante la visione di scene di attività sessuali consenzienti, senso di rabbia non diretta esclusivamente verso le donne, assenza di fantasie sessuali durante l’abuso, uso della violenza sempre; tale tipo di stupratore non prova un vero e proprio piacere sessuale nel compiere l’abuso, ma riesce a liberare la rabbia repressa attraverso l’azione violenta;
  • 28. Tipologie di s.o. (Knight e Prentky, 1990) 4. “non criminale vendicativo”, rabbia non erotizzata diretta elusivamente verso le donne, uso di minacce verbali, volontà di umiliare e denigrare la vittima; lesioni fisiche alla vittima; 5. “criminale palesemente sadico”, premeditazione all’abuso sessuale guidato da fantasie sessuali violente, aspetto belligerante e rabbioso, propensione ad infliggere gravi lesioni fisiche alla vittima; si eccita brutalizzando la propria vittima; la personalità del serial killer a sfondo sessuale; 6. “non criminale sadico latente” è caratterizzato dagli stessi aspetti del tipo precedente, ma senza avvertire l’esigenza di brutalizzare la propria vittima.
  • 29. Deficit della capacità empatica • Empatia = capacità di “sentirsi dentro l’altro”, caratterizzata da 3 componenti: • 1) la presa di prospettiva, la capacità di identificare accuratamente lo stato emotivo e di percepire come le altre persone potrebbero rispondere ad una certa situazione, questa abilità è primariamente cognitiva; • 2) la risposta emotiva agli altri. Le risposte emozionali empatiche rispecchiano le emozioni percepite, sebbene ci sia una gamma di sensazioni complementari che dovrebbero essere considerate empatiche; • 3) la premura, cioè il desiderio di aiutare, non è inclusa in nessuna definizione di empatia, ma è importante nella considerazione dei deficits degli autori di abuso sessuale.
  • 30. Marshall e coll. (1995), identificò l’empatia come un processo stadiale: • Riconoscimento delle emozioni: discriminazioni dei propri e altrui stati emozionali; • Presa di prospettiva: assunzione da parte di chi osserva della prospettiva dell’altro; • Replicazione delle emozioni: risposta emozionale che replica l’emozione dell’altro; • Decisione di risposta: riflettere sui sentimenti espressi dall’altro e decidere di agire tenendo conto di questi o ignorandoli.
  • 31. CARENTI CAPACITA’ EMPATICHE • La capacità empatica costituirebbe il maggior mediatore del comportamento prosociale e con il processo evolutivo crescerebbe anche questa capacità, dovuta ad una maggior comprensione della differenziazione Sé-altro; ne conseguirebbe, quindi, un livello più alto di consapevolezza empatica (Fortuna, Tiberio, 1999).
  • 32. • Diversi studi confermano l’ipotesi secondo cui difficoltà e/o deficit al livello empatico sarebbero una caratteristica comune a diverse tipologie di criminali, tra le quali il criminale sessuale. • Autori come Marshall e Barbaree (1993), Hudson e Hodkinson (1993) sostengono che la mancanza di empatia sia uno dei fattori principali che permettono all’aggressore sessuale di abusare delle sue vittime; in effetti, l’empatia sembrerebbe servire ad inibire il comportamento aggressivo, permettendo il riconoscimento delle sofferenza altrui, che a sua volta provocherebbe sofferenza nell’aggressore stesso.
  • 33. LA VALUTAZIONE IN AMBITO PERITALE Nell’ambito della valutazione della personalità dell’aggressore sessuale possiamo trovare quesiti finalizzati a stabilire: • l’eventuale esistenza di un vizio totale o parziale di mente nell’indagato o nell’imputato al momento del fatto, ex art. 88 e 89 c.p., • la maturità o meno del minorenne infraquattrodicenne, ex art. 97 e 98 c.p. e art. 9 D.P.R. 448/88; nonché l’eventuale presenza di un vizio di mente, come per l’adulto; • le condizioni di mente dell’autore di reato durante la fase delle indagini preliminari, fino al rinvio a giudizio e durante il dibattimento, ex artt. 70 e segg. c.p.p.; • la presenza e la persistenza di pericolosità sociale.
  • 34. Per quanto riguarda le indagini peritali, il consulente psicologo potrà prevedere diverse metodologie e fasi: • esame degli atti contenuti nel fascicolo; • osservazione clinica; • colloqui clinici con il periziando, con la sua famiglia e con gli operatori che hanno seguito o che seguono il caso (assistenti sociali, psicologi o altre figure sanitarie dei servizi territoriali o della giustizia, educatori, eccetera); • osservazione ambientale dell’abitazione del periziando; • somministrazione di test psicodiagnostici; • rielaborazione dei dati ottenuti attraverso le indagini condotte; • spiegazione in termini psicologici; • traduzioni in termini giuridici per rispondere al quesito.
  • 35. IL TRATTAMENTO Esaminando i diversi programmi di trattamento, è possibile evidenziare le seguenti finalità di trattamento • Modificare i fattori disfunzionali, legati all’individuo e al suo contesto associati al comportamento deviante; • Permettere alla vittima e all’autore di superare l’evento traumatico; lavorare su eventuali rischi di recidiva. L’obiettivo finale del trattamento consiste dunque nel cambiamento dei vissuti e dei comportamenti dell’autore, ma anche degli assetti relazionali del sistema familiare in cui l’abuso si è verificato, per evitare la ricaduta e il recidivismo